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CAPITOLO

8
Elementi
di plasticit
e analisi limite 1

Il capitolo inizialmente introduce al 8.1 j Materiale elasto-plastico


legame costitutivo del materiale
8.2 j Analisi limite
elasto-plastico e poi di quello ela-
sto-incrudente, superando il model- 8.3 j Analisi limite di travi
lo elastico e affrontando problema- in flessione elasto-plastica
tiche non-conservative: si definisce
la legge di flusso plastico standard
APPROFONDIMENTI
con i principali potenziali plastici
associativi. Viene trattata la stabili- 8.1 j Limitazioni del carico
t del materiale secondo Drucker, di collasso in presenza
con le principali conseguenze ma- di carico combinato
tematiche. Le equazioni dellequili-
brio elasto-plastico incrementale,
con le procedure step-by-step, for-
niscono la base per lo studio ultrae-
lastico e fino al collasso di solidi e
strutture. I teoremi statico (Hill) e
cinematico dellAnalisi Limite
(Principio di minimo di Green-
berg), esposti anche per carichi in
parte costanti e in parte variabili
proporzionalmente, forniscono un
fondamentale strumento per affron-
tare lo studio del collasso struttura-
le, per il quale si espongono diverse
applicazioni a solidi e a strutture in-
flesse, anche con un accenno alla
Programmazione Matematica. La modellazione della cerniera pla-
stica viene utilizzata fino a dedurre la risposta strutturale non-li-
neare completa di semplici travi inflesse. I teoremi vengono for-
mulati oltre che per il continuo strutturale, anche per le travi in-
flesse. Vengono soltanto introdotti i teoremi di Radenkovic e Jos-
selin de Jong per il caso di scorrimento plastico non-associato.
Completano il capitolo alcuni recenti teoremi che forniscono limi-
tazioni del moltiplicatore di collasso formulati per lo studio del-
lanalisi limite in presenza di combinazioni di carico.

1
Capitolo redatto da Luciano Nunziante.
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646 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

8.1 j Materiale elasto-plastico

Una definizione dovuta a Cauchy di corpo elastico afferma che la sua defor-
mazione in un certo istante completamente determinata dai campi attuali di
tensione e temperatura. Ne consegue che il corpo inelastico quello per il quale,
per contro, la deformazione deve essere determinata anche da altri parametri.
Questi parametri devono essere legati alla storia passata di tensioni e tempera-
tura, che, in generale, definisce i materiali con memoria. La teoria che tratta
questi materiali, nel caso lineare, si chiama viscoelasticit lineare. La rate-sen-
sitivity, o sensibilit alla velocit di carico, uno dei fenomeni nei quali la ri-
sposta del materiale dipende dalla storia: la deformazione prodotta da un lento
incremento di tensione , quasi per tutti i materiali, pi grande di quella prodotta
da incrementi pi rapidi: allaumentare della velocit di carico i materiali evi-
denziano rigidezze apparenti maggiori. Peraltro, sotto tensioni costanti, taluni
solidi presentano deformazioni crescenti: questo fenomeno si chiama scorri-
mento per i fluidi e creep o scorrimento a tensione costante per i solidi. Al cre-
scere della temperatura, di norma la sensibilit alla velocit di carico si accentua
e i materiali che a basse temperature si comportano elasticamente a temperature
pi elevate diventano fortemente inelastici. Un altro fenomeno, nel quale rispet-
to a quello riferito qui sopra il ruolo di tensioni e deformazioni si inverte,
quello del rilassamento, per il quale a deformazione costante le tensioni si ri-
ducono nel tempo.

8.1.1 Variabili interne


Un modo alternativo, rispetto alla viscoelasticit, di rappresentare i parametri
dai quali dipende il comportamento del corpo inelastico quello che utilizza
un certo numero di variabili interne o variabili nascoste j 5 [j 1 j 2 j n]T.
La deformazione dipende in un certo istante dalla storia, tramite questi para-
metri, oltre che dai campi di tensione s e temperatura T attuali. Per semplicit
di trattazione e di notazione, in questa sede i tensori di sforzo e di deformazione
T, E verranno in generale sostituiti dai vettori di sforzo e deformazione s, e
precedentemente definiti (Paragrafo 5.4 Lelasticit lineare). La storia, per
questi materiali, espressa dalla funzione e 5 e(s, T, j), ove j il vettore delle
variabili interne.
La presenza di queste variabili aggiuntive richiede ulteriori equazioni costi-
tutive. Viene qui fatta lipotesi che cos come nello stato locale del materiale ine-
lastico la deformazione dipende da s, T, j, anche la velocit di evoluzione delle
variabili interne sia determinata dallo stato locale, secondo le cosiddette equazioni
evolutive per le variabili interne: ja 5 ga(s, T, j). Queste ultime non possono
sempre essere invertite rispetto alle tensioni s da ottenere le s 5 s(s, T, j) (Man-
del 1967 - Principio di non dualit). Per i corpi inelastici, che subiscono defor-
mazioni infinitesime, si assume generalmente che la deformazione sia decompo-
nibile additivamente in una parte elastica ee e in una parte inelastica ei secondo
la e 5 ee 1 ei nella quale la parte linearmente elastica della deformazione fornita
dalla ee 5 C21s, ove C la matrice delle costanti elastiche. Lo stato del corpo
si dice di equilibrio, se esso non ha tendenza al cambiamento, al permanere delle
stesse azioni esterne. In particolare, per il corpo con variabili interne, se le tensioni
i e la temperatura rimangono costanti, lo stato (s, T, j) si dice di equilibrio locale
= g ( , T , ) = se le variabili interne rimangono costanti; in tal caso risulta . Le variabili interne
= 0, {1,2,...n} sono dunque quei parametri che, in aggiunta allo stato di deformazione e di tem-
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8.1 j Materiale elasto-plastico j 647

peratura, sono capaci di descrivere completamente le propriet costitutive dello


stato locale del materiale.
In generale, le componenti anelastiche ei dello stato di deformazione costi-
tuiscono variabili interne. Altre variabili interne sono quelle di tipo fisico che,
per esempio descrivono una reazione chimica oppure un cambio di fase, o ancora
quelle connesse alla densit dei difetti o del danno determinatosi nel corpo strut-
turale. Nel presente contesto, poich lattenzione focalizzata principalmente sul
comportamento plastico di materiali e strutture, le deformazioni plastiche ep as-
sumono il significato di variabili interne, sicch si considerano solo queste quali
esplicazioni delle componenti inelastiche ei 5 ep.

8.1.2 Potenziali termodinamici


In meccanica dei solidi e delle strutture, nei problemi di valori al contorno devono
essere rispettate le equazioni di equilibrio, quelle di compatibilit e le relazioni
costitutive del materiale.
Devono inoltre essere rispettate le relazioni generali di bilancio energetico, le
1
2
quali consentono anche di correlare fra loro fenomeni fisici differenti. Il soddi- K= v v dV
sfacimento delle equazioni generali di bilancio energetico va verificato tramite i V
Principi della Termodinamica.
LEnergia cinetica di un corpo che occupa la regione V data da , ove Energia cinetica
v 5 u + il campo di velocit. Si ha pertanto la Potenza cinetica , ove a 5 v + Potenza cinetica
il campo di accelerazione. r la densit di massa ipotizzata non variabile nel
tempo t, sicch rdV la massa elementare presente nel volume dV. Di norma
r variabile, cos come dV varia per effetto della deformazione. lintegrale ,
per il Principio di Conservazione della Massa, non varia con t. La Potenza del Potenza del Carico Esterno
Carico Esterno applicato al corpo vale (vedi Equazione dei Lavori Virtuali
Paragrafo 5.3): i d
K= K = v?a dV
dt
PF = b ? v dV + f ? v dV = bi ? vi dV + fi ? vi d S
V

V V V V

ove b e f sono rispettivamente le forze volumetriche e superficiali agenti sul corpo.


dV
V (t )
Grazie alle equazioni di equilibrio ai limiti di Cauchy si ha fi 5 sijnj e per il teo-
rema della divergenza si ha:

PF = (ij , j + bi ) vi + ij vi , j dV

V

i
La virgola indica qui loperazione di derivazione rispetto alla variabile spaziale, 1 / 2( vi , j + v j ,i ) = ij
il cui indice la segue. Sotto lipotesi di spostamenti e deformazioni infinitesimi,
in coordinate Lagrangiane si ha , per cui sijvi,j 5 sijei+ j. Si ottiene infine la Po- Potenza di Deformazione
tenza di Deformazione:

i i
PD = ij ij dV = PF K
V

Nel caso in cui PD sia piccolo rispetto a PF e a K,+ il problema approssimato


da quello del corpo rigido, per cui PF 2 K + 5 0, e si ha PF 5 K:+ la potenza
esterna si tramuta in potenza cinetica.
Se K + risulta trascurabile, il problema deformativo quasi statico ed retto dal-
lequazione PF 5 PD: la potenza esterna si tramuta in potenza di deformazione.
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648 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Flusso di calore Per un problema di vibrazioni libere nulla la potenza esterna PF 5 0 e si ha


2K+ 5 PD. Il flusso di calore nel corpo vale

Q = r dV h( n) d S = (r divh) dV
V V V

in cui r la radiazione e h il flusso di calore specifico uscente per unit di


tempo dalla frontiera, ove il versore della normale uscente da 0V n. Il Primo
Densit di energia interna Principio della Termodinamica (PPT) stabilisce lesistenza della funzione den-
sit di energia interna U, che una funzione differenziabile, tale che:

d
= Q + P =
dt
U dV (r divh) + ij ij dV

D

V V

tramite la quale si ottiene lequazione locale del bilancio di energia

i i
U = ij ij + r divh (8.1)

In termoelasticit si assume che la deformazione locale, rappresentata dal tensore


di deformazione e pu essere assunta dipendente dal tensore di sforzo s, dalla
densit di energia interna U e dalle variabili interne (j 1 j 2 j n), nel rispetto
del Secondo Principio della Termodinamica (SPT). Si assuma che in un certo
istante, per un valore fisso di U, la relazione fra sforzi e deformazioni sia inver-
tibile, sicch risulta: s 5 s (e, U). Il SPT stabilisce lesistenza di una funzione
Densit di entropia di stato densit di entropia h 5 h (e, U), tale che risulti h + 5 0 per i processi
adiabatici, che sono i processi per i quali non vi scambio di calore, per i quali
pu assumersi dQ 5 rr 2 divh. Pertanto per questi processi debbono essere sod-
disfatte le due equazioni:

d i d i i
U+ ij = 0 U ij i ij = 0
dU dij
1 d
= Poich la temperatura assoluta T definita tramite la , dalle due equazioni di
T dU
sopra si ottiene:

1 i d i i
U = ij U = ij i ij
T dij

che determinano

d i

ij + T d ij = 0
ij

Se le eij sono variabili indipendenti, pertanto non sono presenti vincoli interni,
ciascuna delle sei parentesi tonde dellequazione, di cui sopra, deve annullarsi,
d risultando unequazione che fornisce in modo esplicito la dipendenza che si
ij = T
dij assunta di s da U e da e. Si ha inoltre

i i i
T = U ij ij = r divh (8.2)
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8.1 j Materiale elasto-plastico j 649

Definendo lentropia totale del corpo si ha:


S= dV
r h V
div + h T1 dV =
i i
S= dV = T1 ( r div h) dV =
T T
V V V

r h( n) (8.3)
= dV dS + h T 1
dV
T T
V V V

e poich il flusso di calore va sempre dai punti pi caldi a quelli pi freddi, risulta
h?=T21 $ 0 sicch si ha:


S dV
r h( n )
dS = 0 (8.4)
V T V
T

conosciuta come disuguaglianza globale di Clausius-Duhem, che esprime il SPT Disuguaglianza di Clausius-
per il continuo. La quantit in parentesi si chiama fornitura di entropia esterna. Duhem
G la produzione di entropia interna , nella quale si introdotta la funzione g
definita produzione di entropia interna per unit di massa o entropia interna spe- =
h T1 dV =
cifica, e il prodotto rg rappresenta, oltre al flusso di calore interno h?=T21, altri V
termini legati alla dissipazione di energia dovuti a effetti inelastici, plastici ecc. i
= dV
La (8.4), tramite il teorema della divergenza, si trasforma nella:
V
h
T + div T dV = 0
i r
V

che, dovendo valere per qualunque dominio V, poich g non negativa, determina
la disuguaglianza locale di Clausius-Duhem:

h
+ div = 0
i r
(8.5)
T T

La disuguaglianza di Clausius-Duhem regola tutti i processi non conservativi. Si


ricorda qui che le ipotesi sotto le quali si ottenuta lultima disequazione non
sono unanimemente riconosciute valide fra gli studiosi di termoelasticit (Woods,
1981). La U pu essere considerata funzione di h e di U 5 U(h, e), potendo usare
stavolta lentropia come variabile di stato.
i i 1 i
Dalla (8.2) si ottiene e, poich U = T + ij
ij
U i U U U ij
T= e U= = +
t t ij t
U i
si ha , la quale, in assenza di vincoli interni, potendo ritenere le e+ij variabili in- ij ij = 0
dipendenti, consente di scrivere ij

U
ij = (8.6)
ij

che costituisce la relazione isentropica tensione-deformazione. Essa fornisce la Relazione isentropica tensione-
relazione tensione-deformazione a entropia costante; viene anche chiamata re- deformazione
lazione adiabatica tensione-deformazione. Il Potenziale elastico, gi introdotto
nel Capitolo 5 nella forma di Green, determina il legame costitutivo iperelastico
nella forma (8.6). In questo caso la densit di energia interna U, nel caso iso-
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650 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

termo, assume il valore dellenergia di deformazione elastica. Luso dellentropia


h come variabile di stato indipendente non sempre conveniente. Infatti la tem-
peratura T , in genere, pi facile da misurare e controllare. Pertanto, spesso si
Energia libera di Helmoltz utilizza la funzione energia libera di Helmoltz per unit di massa, definita da:
c 5 U 2 Th 5 c(T, e). Si ha , grazie alla quale si ottiene e, in assenza
i
i = T + 1 i di vincoli interni , che rappresenta il legame tensione deformazione isotermo.
ij ij

8.1.3 Processi non conservativi


=
T Il comportamento cosiddetto plastico del materiale non-conservativo, nel senso
che nel processo di carico una parte della potenza esterna viene tramutata in

ij = calore, o dissipata in altre forme di energia legate alla nascita di deformazioni ir-
ij reversibili o a crisi, scorrimenti e fratture che nascono allinterno del materiale.
Consideriamo il Secondo Principio della Termodinamica nella forma della dise-
quazione locale di Clausius-Duhem. Tramite la relazione
h 1
div = divh h T1
T T

la (8.5) si riscrive nella forma:

1
(r divh) + h T1 = 0

(8.7)
T
Tenendo conto dellequazione locale del bilancio di energia (8.1), lespressione
in parentesi si riscrive . Grazie alla definizione dellenergia libera di Helmoltz
i
r divh = U ij iij si ha: U+ 5 Th 2 hT 1 c e il primo membro dellequazione di sopra diventa

i i i

h T1 + T ij ij
1
T

Si ha inoltre:
i i i i
= ij + T+
ij T

Esprimendo h e s in funzione di c, il primo membro della (8.7), cio la produzione


di entropia interna, diventa

i
h T1 0
T

quantit che deve essere sempre non negativa.


Disuguaglianza di Kelvin Poich risulta h?=T21 $ 0, deve valere la cosiddetta disuguaglianza di Kelvin
che deve essere soddisfatta dalla dissipazione
i i
D = = p 0 (8.8)


p = in cui la forza coniugata alla variabile interna ja.

8.1.4 Legge di flusso plastico
Si vuole qui definire un modello matematico del comportamento del materiale
elasto-plastico, del quale nel Paragrafo 5.4 stata descritta la fenomenologia.
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8.1 j Materiale elasto-plastico j 651

Nella presente trattazione si prescinder dal particolare criterio di snervamento o


plasticizzazione, e si delineer un modello del legame costitutivo elasto-plastico
che risulti in accordo con i principali comportamenti evidenziati dagli esperimenti
di laboratorio. Le variabili interne che qui si prendono in considerazione sono
solo le deformazioni plastiche ep e un parametro di incrudimento h. La deforma-
zione e decomposta additivamente nella parte elastica ee, di tipo reversibile, e
in quella plastica ep, di tipo permanente, irreversibile: e 5 ee 1 ep; ciascuno dei
tensori della deformazione qui trattati , salvo diverso avviso, rappresentato da
vettori colonna in R9, nella forma e 5 [e1 e2 e9]T 5 [e11 e12 e33]T, e simil-
mente per le tensioni s 5 [s1s2 ... s9]T 5 [s11s12 ... s33]T. Nei processi defor-
mativi, per ogni incremento di un certo parametro t che regola il processo di
carico, in genere identificabile con il tempo, in ogni punto del solido, nascono
incrementi della deformazione elastica e di quella plastica, potendo scrivere
de 5 dee 1 dep (8.9)
i vettori e, ee, ep costituiscono pertanto la somma dei corrispondenti incrementi nel
processo deformativo. Gli incrementi di deformazione qui introdotti sono tutti di
tipo istantaneo, cio si manifestano istantaneamente in tutto il loro valore appena
sia stato incrementato di dt il parametro di carico. Se il processo di carico dipende
esplicitamente dal tempo t, la (8.9) si scrive: e + 5 ee+ 1 ep 5 dee>dt 1 dep>dt, essendo
dt lintervallo di tempo infinitesimo considerato. Levidenza sperimentale mostra
che le deformazioni plastiche in genere nascono nei materiali strutturali duttili, per
i quali vale gran parte della teoria dellAnalisi Limite, in dipendenza del raggiun-
gimento di un certo livello limite per le tensioni s e per certi particolari incrementi
ds della tensione. In particolare, dato il criterio di crisi o plasticizzazione:
f0(s) 5 0 (8.10)
esso, nello spazio delle tensioni, ha per grafico i punti tensione appartenenti alla
superficie di plasticizzazione o superficie limite. Sono gi state pi sopra presen- Superficie limite
tate le pi importanti condizioni di crisi del materiale. In genere si richiede alla
f0(s) di essere una funzione convessa, in accordo con il postulato di Drucker, che Postulato di Drucker
verr trattato successivamente. In prima istanza la funzione f0(s) viene ipotizzata
differenziabile, la qual cosa assicura lesistenza delliperpiano tangente in ogni
suo punto. In stretta analogia con quanto accade in una prova sperimentale in re-
gime monodimensionale di sforzo, si conviene che le deformazioni plastiche per
un materiale elastico-perfettamente plastico nascano ove risultino soddisfatte le
seguenti due condizioni:

f0 ( ) = 0 (8.11)

df ( ) j
df0 ( ) = 0 di = f0 ( ) d = 0
di
(8.12) d
f0() = 0

n
Con =f0(s) si indicato il vettore gradiente di f0(s), che, come noto, coassiale
con il versore della normale uscente dalla superficie f0(s) 5 0. La (8.11) afferma
che il vettore tensione attuale s appartiene alla superficie limite; la (8.12) richiede O i
che lincremento della tensione ds sia appartenente al piano tangente in s alla
superficie limite e risulti pertanto ortogonale alla normale n alla superficie di pla-
sticizzazione (Figura 8.1).
La (8.12) assicura che lincremento di tensione ds di tipo tale che la tensione
(s 1 ds) continua a soddisfare la condizione limite (8.10), a meno di infinitesimi Figura 8.1
di ordine superiore in ds; infatti, per la differenziabilit della f0(s), si ha
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652 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

df0(s) > f0(s 1 ds) 2 f0(s) 5 0 (8.13)


La (8.13) e la (8.10) richiedono che risulti f0(s 1 ds) 5 0. I punti s, per i quali
f0(s) 5 0, appartengono alla superficie limite. I punti tensione interni alla super-
Stati elastici ficie f0(s) 5 0 sono tali che risulta f0(s) . 0 e corrispondono a stati elastici. Gli
stati di sforzo s esterni a f0(s) 5 0 non hanno significato per il materiale elasti-
co-perfettamente plastico: essi non sono attingibili. Gli incrementi della defor-
mazione plastica (8.9) dep si assumono della forma:

dijp = dij (8.14)

in cui pij un tensore simmetrico del secondo ordine e dl lincremento ele-


mentare di uno scalare non negativo.
Nella (8.14) si assume:

d 0 per f0 ( ) = 0 df0 ( ) = 0 (8.15)

d = 0 per f0 ( ) = 0 df0 ( ) < 0 (8.16)

d = 0 per f0 ( ) < 0 (8.17)

Le (8.15), (8.16), (8.17) caratterizzano rispettivamente la deformazione incremen-


tale del materiale in condizione di carico plastico, in condizione limite e scarico
elastico e in stato elastico. Nella struttura delle deformazioni plastiche (8.14), le
quantit pij determinano la forma dellincremento di deformazione plastica, men-
tre lo scalare infinitesimo dl ne assegna lentit. Tale posizione in accordo con
la risposta sperimentale del materiale perfettamente plastico, nel quale le defor-
mazioni plastiche si esplicano al raggiungimento di uno stato limite di tensione
(8.11) e per opportuni incrementi ds soddisfacenti le (8.12). Le dep si sviluppano
Scorrimento plastico secondo certe direzioni di scorrimento plastico dipendenti dalla struttura del ma-
teriale e dalla tensione raggiunta. Le dep peraltro non dipendono dalla particolare
direzione dellincremento di tensione ds, comunque soddisfacenti la (8.12). In-
fatti, a titolo di esempio, i materiali metallici presentano una struttura di aggregati
policristallini. Ogni cristallo un aggregato di atomi aventi una struttura regolare.
Le strutture cristalline pi comuni sono quella esagonale, quella cubica ecc. Questi
aggregati cristallini, pur presentando un comportamento macroscopico isotropo
in condizioni elastiche, presentano deformazioni plastiche che sono il risultato di
moti relativi, detti anche slip plastici, su piani cristallini speciali, in risposta alle
tensioni tangenziali ivi presenti. Tali piani costituiscono i piani di minore resi-
stenza allo scorrimento plastico e ne definiscono pertanto il meccanismo. Simil-
mente si comportano i materiali granulari quali le terre o i conglomerati, nei quali
gli scorrimenti avvengono secondo piani particolari, legati alla struttura intima
dei legami esistenti fra i vari grani. su queste evidenze sperimentali che si fonda
Potenziale Plastico lipotesi dellesistenza di una funzione P(s) detta Potenziale Plastico, funzione
dello stato di tensione s, che generatore delle dep tramite la (8.14) e la:

P
ij = (8.18)
ij

La quantit infinitesima dl, che misura lentit delle dep (8.11), per un unico ele-
mento materiale isolato plasticizzato, pu assumere valori appartenenti a R10, in
analogia con quanto accade nella prova monodimensionale nel tratto plastico ide-
almente illimitato.
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8.1 j Materiale elasto-plastico j 653

Per un solido elastoplastico che presenti una zona plasticizzata, la quantit dl di-
pende dal comportamento ancora elastico di parti del solido a questa circostanti
che vincolano lentit delle deformazioni plastiche delle zone plasticizzate: dl
pu determinarsi punto per punto nel solido mediante la cosiddetta soluzione del
problema incrementale. Le equazioni (8.15) corrispondono allo stato plastico, le
(8.16) corrispondono al cosiddetto ritorno elastico, mentre le (8.17) rappresentano
lo stato elastico. Per diversi materiali, la funzione Potenziale Plastico P(s) viene
assunta coincidente con la funzione di snervamento:
P(s) 5 f0(s) (8.19)
Tale ipotesi, confortata dallevidenza sperimentale, definisce il cosiddetto Poten- Potenziale Plastico Associato
ziale Plastico Associato. La (8.14), tramite le (8.18) e (8.19), permette di parti-
colarizzare il legame costitutivo plastico nella forma vettoriale:

f0
dip = d (8.20)
i

La (8.20) afferma che la direzione di dep, nella rappresentazione vettoriale,


coincidente con quella della normale n alla superficie di plasticizzazione f0(s)
nel punto tensione attuale s. Per tale motivo, la (8.20) va sotto il nome di legge Legge di normalit
di normalit.
Operando una sovrapposizione dello spazio vettoriale delle dep con quello delle
s [ambedue riferiti a quello euclideo di dimensione nove (E9)] si possono, come j , d jP
in Figura 8.2, rappresentare insieme i vettori s, ds, dep. Le (8.20) definiscono in f0( ) = 0 d
termini incrementali le deformazioni plastiche: va notato esplicitamente che dep
non un differenziale esatto, poich a trasformazioni G1, G2 diverse nello spazio d P
delle tensioni s, aventi gli stessi punti di estremo s1, s2, di norma corrispondono
incrementi Dep diversi; pertanto le dep non sono integrabili e gli incrementi Dep O , d P
i i
sono dipendenti dalleffettiva storia evolutiva del materiale (Figura 8.3).
Questo lostacolo maggiore alla definizione di un legame costitutivo plastico
in termini finiti integrabile nel processo di carico (legame olonomo). Ove gli in-
crementi vengano riferiti al parametro di processo tempo, le (8.20) si scrivono ri-
spettivamente (nella forma vettoriale indiciale): Figura 8.2

f ( )
ip = 0

i (8.21)
j , jP

f0() = 0 1
ove

0 per f0 ( ) = 0 f0 ( ) = 0 (8.22)
O , iP
i

= 0 per f0 ( ) = 0 f0 ( ) < 0 (8.23)
2

= 0 per f0 ( ) < 0 (8.24)

Nel caso che la funzione di snervamento f0(s) sia continua, ma non differenziabile Figura 8.3
ovunque, essa di norma assegnata tramite le m funzioni
f01(s), f02(s), f0m(s) (8.25)
tali che il dominio di resistenza definito dalle m disequazioni
f01(s) < 0, f02(s) < 0 f0m(s) < 0 (8.26)
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654 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

La condizione limite si scrive, in tal caso, supi f0i(s) 5 0. Le m equazioni


f01(s) 5 0 f02(s) 5 0 f0m(s) 5 0 (8.27)
definiscono nello spazio vettoriale delle tensioni m superfici o falde, il cui invi-
luppo la superficie di snervamento. Nei punti interni a ciascuna delle parti,
f0i(s) 5 0 differenziabile: i punti di bordo o giunzione fra due parti sono di non
differenziabilit. Uno stato di tensione s per il quale risulti per un solo indice k

f0 k ( ) = 0 k {1,2,...., m} f0 i ( ) < 0 i {1,2,..m} {k } (8.28)

soddisfa la condizione limite. Questo il caso in cui il punto tensione s appartiene


a una sola falda fra le m espresse dalle (8.27). In perfetta analogia con quanto gi
fatto precedentemente, si definisce in questo caso il Potenziale Plastico Associato.
fi ( ) = 0 Nel caso che risultino soddisfatte le (8.28) unitamente alla condizione , possono
0k
nascere deformazioni plastiche espresse da equazioni equivalenti alle (8.21) tra-
k {1,2,..m}
mite la somma:

f
i = r 0 r
p
(r 0) (8.29)
i

Se il vettore tensione s corrisponde a un punto di bordo fra due o pi facce o


falde della superficie limite, in cui non esiste un piano tangente, esiste un numero
naturale l tale che risulti:

f0 j ( ) = 0 j {n1 , n2 ,...nl } {1,2,...m} l {1,2,...m}


(8.30)
f0 i ( ) < 0 i {1,2,...m} {n1 , n2 ,...nl }

i Se sono soddisfatte le (8.30) ed esiste almeno un indice r, per il quale risulta ,


f0 r ( ) = 0
allora possono nascere incrementi delle deformazioni plastiche espresse dalla
r {n1 , n2 ,..nl }
i f i
ip = r 0 r
i
(r 0) (8.31)
i

La somma (8.31) stata effettuata rispetto alle sole l falde di indici r potenzialmente
attive della superficie limite. Si pu peraltro scrivere, in maggiore generalit

i
k 0 per f ( ) = 0, fi ( ) = 0
m i
0k 0k
f
i = k con = 0 per f ( ) = 0, fi ( ) < 0
ip 0 k i
i k 0k 0k (8.32)
k =1
i
k = 0 per f0 k ( ) < 0

ove k considerato variabile nellintero insieme degli indici.


Il moltiplicatore l+k corrisponde alla k-esima falda della superficie di plasti-

f0 t cizzazione; se il vettore tensione soddisfa lequazione di questa falda lincremento
di deformazione plastica corrispondente, la cui entit regolata da l+k, pu espli-
i
carsi. Le quantit che compaiono nella (8.31) definiscono il vettore gradiente
Superfici attive delle superficie f0t che una delle cosiddette superfici attive nello spazio delle
s; pertanto la somma (8.31) esprime il vettore incremento della deformazione
plastica quale combinazione lineare non negativa (l+k > 0) dei vettori gradiente
delle superfici attive: ci si riflette sul fatto che il vettore ep deve risultare appar-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 655

8.1 j Materiale elasto-plastico j 655

Figura 8.4
j , i jp

i
p
i 1
1 f01 ( ) = 0
fok ( ) = 0 O
i
i , ip


f03 ( ) = 0
f04 ( ) = 0

i
p

tenente al cono delle normali uscenti dalle varie falde concorrenti nel punto ten-
sione attiva (Figura 8.4). In definitiva, il legame costitutivo elasto-plastico, in
questo caso, si scrive:

m i
i f
i = ie + ip = aij j + k 0 k
i i i
(8.33)
k =1 i

i i
k 0 per f0 k ( ) = 0 f0 k ( ) = 0

ove: i = 0 per f0 k ( ) = 0
i
f0 k ( ) < 0
k (8.34)
i
k = 0 per f0 k ( ) < 0

La trattazione del legame costitutivo dello stato plastico dei materiali, che perviene
ad equazioni del tipo (8.15) e successive qui sopra introdotte, di tipo incrementale,
va sotto il nome di Teoria dello Scorrimento Plastico. Teoria dello Scorrimento Plastico

8.1.5 Potenziale plastico associato di Lvy-von Mises


Si consideri la funzione di snervamento di von Mises (Paragrafo 7.1.3):

S
f0 ( ) = J2 (TD ) =0 (8.35)
3

in cui

J2 (TD ) = 1 / 6 (I II )2 + (II III )2 + (III I )2


il secondo invariante del deviatore di sforzo. Riferendoci per semplicit al vet-


tore delle componenti ingegneristiche della tensione nello spazio vettoriale di di-
mensione 6,
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 656

656 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

T
= x y z xy yz zx

la (8.35) consente di scrivere in esplicito:

f0 ( )=x2 + y2 +z2 (x y + y z +z x )+3(xy


2
+ yz
2
+zx
2
)s2 = 0 (8.36)

Si consideri il potenziale plastico associato alla condizione limite di von Mises:


P(s) 5 f0(s)
Per uno stato di tensione s soddisfacente la (8.35) e per un incremento della tensione
soddisfacente la f 0(+ s) 5 0, il vettore incremento della deformazione plastica

T
 p = xp yp zp  xy
p  p  p
yz zx

(8.37)

i i
f fornito dalla (8.21), con che si esplicita nel Legame Plastico Associato di
ip = a 0

i Lvy-von Mises:



xp
2

yp

x y z

2 y x z

p
z i 2z y x

= a (8.38)
6 xy
p
xy

6 yz

p
 yz 6 zx



zxp

i i
a 0 per f0 ( ) = 0, f0 ( ) = 0

i i
ove a = 0 per f0 ( ) = 0, f0 ( ) < 0

i
a = 0 per f0 ( ) < 0

Le (8.38) hanno la rappresentazione tensoriale seguente. Ricordando lespressione


TD = T p I = sij del tensore deviatore di sforzo e ricordando che , con la posizione l+ 5 3l+a,

le (8.38) si riscrivono epij+ 5 l+sij, e in forma assoluta
i i
ijp = 2 ij i j i i
E p = TD (8.39)

La (8.39) fornisce il tensore degli incrementi di deformazione plastica come pro-


porzionale al deviatore della tensione. Data la proporzionalit (8.38) di E+p con
un tensore deviatorico, facile verificare che E+p un tensore incompressibile .
i i Nello spazio di Haig-Westergaard, la (8.39) determina un vettore e p+ ortogonale
c p = i xp + yp + zp = 0
al cilindro di von Mises, quindi allasse idrostatico m, e pertanto ep+ appartiene
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 657

8.1 j Materiale elasto-plastico j 657

al piano parallelo a quello deviatorico D passante per il punto tensione sP. La


potenza di dissipazione plastica per unit di volume si scrive w+p 5 sTep+ , la quale
grazie alla (8.39) diventa

i i i i
w p = sT s = 2 S2 / 3 = 2 S2 (8.40)

Tubo sottile in sforzo assiale e torsione j Esempio 8.1

Si consideri un cilindro circolare di alluminio di asse z, di raggio medio R e di


spessore sottile d (Figura 6.64), soggetto allo sforzo assiale N e al momento tor-
cente Mz. Lo stato di sforzo caratterizzato, nel riferimento cilindrico (z, r, w),
dalle sole seguenti componenti non nulle ottenibili tramite le (6.23) (6.27):

N Mz
z = =
2 R z 2 R2

Lo stato di sforzo piano e localmente, in ogni punto della superficie media del
cilindro, appartiene al piano (z, u). Il vettore delle sollecitazioni QT 5 [N Mz]
viene fatto crescere proporzionalmente a partire da quello di esercizio
QTe 5 [Ne Mze] tramite il moltiplicatore s:

QT = N Mz = s QeT = s Ne Mze

La condizione di crisi si ottiene seguendo il criterio di von Mises per lamplifi-


cazione del carico esterno secondo il moltiplicatore sf di sicurezza (safety factor)

QTcr 5 [Ne Mzcr], tramite la (7.26):

S Ne 2 Me 2
id = z2 + 3z2 = S s f = = S + 3
id 2 R 2 R2

Per R 5 20 cm, d 5 0.5 cm, Ne 5 80 kN, Mze 5 1 MNcm, ss 5 350 MPa,


si ottiene:

- tensioni di esercizio: sze 5 1273.24 Ncm22; tzue 5 795.775 Ncm22


- tensioni di crisi e coefficiente di sicurezza: szcr 5 2374.93 Ncm22;
tzcr 5 1484.33 Ncm22; sf 5 1.865.

Tramite la legge di flusso plastico (8.38) si determinano gli incrementi di de-


formazione plastica:


p p p
 p = rp  zp r  z zr
p
=


= a [ 2374.93 2374.93 4749.86 0 8905.98 8905.98 ]

Si nota qui che le e p+ sono di contrazione in direzione radiale e circumferenziale i i i i


c p = rp + + zp = 0
p
e di dilatazione in direzione z. Lincremento di variazione volumetrica nullo .
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 658

658 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.5
III , III
P

III , III
P

-713.40Ncm-2

P II , IIP 3088.34Ncm-2 II , IIP


P P

I , IP

I , IP

Le tensioni principali, nella condizione limite valgono:

I = z / 2 + z2 / 4 + z2 = 3088 . 34 Ncm2

II = z / 2 z2 / 4 + z2 = 713 . 40 Ncm2

Nel riferimento delle tensioni principali non nulle, piano (sI, sII), il dominio
I2 + II2 I II = S2 di von Mises di equazione contiene nel quarto quadrante il punto tensione
di crisi .
I = 3088 . 34 Ncm2 Il vettore della deformazione plastica sopra ottenuto, rappresentato nello spa-
zio di Haig-Westergaard, risulta normale alla superficie laterale del cilindro cir-
II = 713.40 Ncm2
colare di von Mises nel punto

T
P = I II III = 3088.34Ncm2 3088.34Ncm2 T
0

e quindi appartenente al piano parallelo a quello deviatorico (Figura 8.5).


Giova osservare che la crisi avviene in tutto il cilindro contemporaneamente.

8.1.6 Potenziale plastico associato


di Tresca-de Saint Venant
La condizione di plasticizzazione di Tresca particolarmente utile nel caso degli
stati piani di tensione. stato gi mostrato che essa si particolarizza, in tale caso,
nella forma (7.11):

sII 2 sI 5 ; sS sI 5 ; sS sII 5 ; sS (8.41)

Linviluppo delle (8.41) lesagono di Figura 8.6 nel piano delle tensioni non
nulle (sI, sII). Le (8.41) si riassumono in:

f0i(s) 5 0 i [ {1, 2, 6} (8.42)

che rappresentano per i da uno a sei i lati dellesagono.


Uno stato di tensione s e un incremento di tensione s+, per i quali risulti sod-
disfatta per almeno un indice m la

fom 5 0 (8.43)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 659

8.1 j Materiale elasto-plastico j 659

Figura 8.6
II, IIP
= IIP
S 2 A A

1
3 A

P S
S , IIP

4
6

5 S

e lequazione

i
f0 m ( ) = 0 (8.44)

definisce lo stato plastico secondo Tresca-De Saint Venant per lo stato di tensione
piano. Per potenziale plastico associato P(s) 5 f0i(s), le (8.33)(8.34) definiscono
il Legame Costitutivo Plastico di Tresca-De Saint Venant. Poich lo stato di ten-
sione che si tratta piano, considerando incrementi di tensione nel piano (sI, sII),
lEquazione (8.44) pu essere soddisfatta per uno solo degli indici m che com-
paiono nella (8.43). Il vettore e +p , in questo caso, sempre di direzione univoca
in funzione del valore degli indici m.
Per esempio, per uno stato di tensione sA, come quello di Figura 8.6 tale che
risulti f01(sA) 5 0, f02(sA) 5 0, e per un incremento s+A, tale che risulti f0+2(sA) 5 0,
la (8.33) fornisce nel piano delle tensioni non nulle (sI, sII) le sole componenti
complanari:

f0 II
p i f0 I + i i
I
i II
I
I
ip
= I = I
(
= grad f T
)
i p i f0 I i f0 II 0 i
II I + II A II


II II

In forza delle condizioni

i 0 per f ( ) = 0, fi ( ) = 0
i 0i 0i
i i
i = 0 per f0 i ( ) = 0, f0 i ( ) < 0

i

i = 0 per f0i ( ) < 0

08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 660

660 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

nel caso in esame si ha:

f0 I = I S = 0 f0 II = II S = 0
f0 I f0 I f0 II f0 II
=1 =0 =0 =1
I II I II
i i
I = 0 II 0
0
 p = II dalle quali si ottiene .
1
La condizione di normalit, che anche per il legame associato di Tresca-de
Saint Venant si traduce nellincompressibilit plastica , determina la e infine
i i i i il vettore dellincremento di deformazione plastica
c p = Ip + IIp + III
p
=0

T

IIIp =  0 1 1
T
ip i i  p = Ip IIp
III = (Ip + IIp )
Per uno stato di tensione piano del tipo sA trattato sopra, per il quale sia ammesso
un incremento s+A che presenti un valore s+III Z 0, tale che s+A sia parallelo allasse
idrostatico m, lincremento della deformazione plastica viene espresso tramite le
(8.33) e (8.34), facendo per riferimento alle equazioni che in E3 definiscono i
piani di Tresca attivi. In tale caso, essendo potenzialmente attive due falde, sono
possibili incrementi di deformazione plastica non nulli sia della e +pI sia della e +pII,
oltre che della e+pIII a causa dellincompressibilit.

8.1.7 Leggi di incrudimento plastico


I materiali che alla crisi presentano comportamento incrudente (Paragrafo 5.4 In-
crudimento), se sollecitati al di sopra del limite elastico sl, possono sopportare incre-
menti di sollecitazione sd+ t verso lesterno della superficie limite iniziale f0(sl) 5 0;
la tensione diventa (sl 1 sd+ t). Se di seguito si annulla la tensione e poi si ricarica,
lelemento materiale raggiunge di nuovo la crisi per una tensione (sl 1 sd+ t), pari al
massimo valore precedentemente raggiunto. Questa osservazione sperimentale con-
duce a considerare quale nuova superficie di crisi quella passante per il punto tensione
(sl 1 sd+ t). Il vettore (sl 1 sd+ t) determina la frontiera aggiornata f1(s) 5 0 degli
stati di tensione ammissibili (Figura 8.7). Successivi incrementi di s verso lesterno

Figura 8.7 sj

i i
s dt s dt

f2(s) = 0
s1
s
f1(s) = 0
si

f0(s) = 0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 661

8.1 j Materiale elasto-plastico j 661

della f1(s) 5 0 fanno ancora aggiornare la superficie di snervamento nella f2(s) 5 0


e cos via. Per il materiale incrudente si ammette che la funzione di plasticizzazione
o crisi dipenda dalla tensione s e da un certo numero n di parametri di incrudimento
hi costituenti variabili interne, cos come definite allinizio di questo capitolo. La fun-
zione limite f, in tale caso, andrebbe rappresentata nello spazio vettoriale di dimensione
(9 1 n). Nel caso dellincrudimento, lo stato limite, in analogia con il comportamento
plastico, descritto dalle seguenti equazioni:
1) Stato plastico incrudente: Stato plastico incrudente

i f i f i
f ( , hi ) = 0 f ( , hi ) = j+ hi = 0 (8.45)
j hi

2) Ritorno elastico: Ritorno elastico

i f i f i
f ( , hi ) = 0 f ( , hi ) = j + hi 0 (8.46)
j hi

3) Stato elastico: Stato elastico

f1(s, hi) , 0 (8.47)

Inizialmente, cio per il primo snervamento, i valori dei parametri hi sono tutti
nulli: successivamente, alla nascita delle deformazioni plastiche, i parametri hi
assumono valori diversi da zero, tali da fare cambiare e aggiornare la superficie
di snervamento iniziale.
Una volta nota la forma della funzione di snervamento f e nota la dipendenza
dei parametri hi dalla storia del materiale, si pu esplicitare il legame costitutivo
in forma incrementale, una volta fissato un potenziale plastico. Anche per il ma-
teriale incrudente il potenziale P viene di norma considerato di tipo associato:
P(sj, hi) 5 f(s, hi) 5 0 (8.48)
e pertanto gli incrementi di deformazione plastica sono dati da:

i i f
ip = (8.49)
i

Si noti che nel passaggio dalla tensione sl, tale da soddisfare lequazione i
f = f1 (l + d t )
f0(sl) 5 0, a quella s1 5 sl 1 sd+ t soddisfacente la f1(s1) 5 0, si ha .
Con riferimento alla (8.45), per un incremento dello sforzo s,+ tale che si abbia f0 (l ) = 0
, deve risultare . Il termine lincremento di f per hi costante, mentre
lincremento di f a tensione costante e nella fase di carico risulta (poich dt . 0) f i
j > 0
j
f i f i
j = hi > 0
j hi
f i
hi < 0
hi
Solo in tale caso nascono incrementi delle deformazioni plastiche.
Allo scarico si ha invece un s + tale che risulti f i
j dt
f i f i j
j <0 hi = 0
j hi
f i
hi dt
e la superficie di snervamento non cambia: la risposta incrementale, in tale caso, hi
elastica. Per un s + appartenente al piano tangente alla superficie f 50 risulta
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 662

662 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

f i f i
j = 0 hi = 0
j hi

la superficie di snervamento rimane la stessa e la risposta di tipo elastico; tale


Variazione neutra situazione viene definita di variazione neutra.

Incrudimento isotropo
Il modello costitutivo di materiale incrudente di tipo isotropo fa espandere omo-
teticamente la superficie di snervamento iniziale f0(sj) in funzione dellenergia
specifica dissipata wP; la superficie di snervamento attuale o superficie di carico
f(sj) 5 0 dipende nel caso pi semplice da un unico parametro di incrudimento
h dipendente dalla storia di carico e in particolare dallenergia wP dissipata nella
storia precedente. In questo caso si pone f(sj, hi) 5 f0(sj) 2 h. La condizione di
crisi definita nella forma f(sj, hi) 5 0, equivale alla f0(sj) 5 h. La trasformazione
del luogo f0(sj) 5 0 nel luogo f0(sj) 5 h una omotetia che lascia invariata la
forma della superficie di snervamento, mentre ne varia le dimensioni; infatti, in
tale caso, accade che le derivate, cos come il differenziale della f0(sj), sono coin-
cidenti con quelli della f(sj, h), per h costante. Il valore attuale del parametro di
incrudimento h viene fatto dipendere dalla precedente storia di deformazione pla-
stica e in particolare dal lavoro specifico di deformazione plastica compiuto nel
processo deformativo precedente:
i
wp = T p d t (8.50)

Si ha in tale caso [ipotizzando h(0) 5 0]:


h 5 h(wP) (8.51)
Dalle (8.50) e (8.51) si ottiene
i dh dh dwP dh i
h= = P = P i ip (8.52)
dt dw dt dw
Il mantenimento dellintorno del punto materiale considerato in stato plastico,
f retto dalle equazioni (8.45), risultando , si esplicita nelle
= 1
h
i f i f i
f ( ) = h f ( , hi ) = 0 j + hi = 0 (8.53)
j hi

f0 h i
La (8.52) sostituita nella (8.53) la trasforma nella . Poich il potenziale plastico
= i ip
j w p
di tipo associato P(sj, hi) 5 f(sj, hi) 5 0, risulta soddisfatta la
i i f0
ip = (8.54)
i

e la (8.52) si riscrive

1 h f f0 i h f
= i 0 = i 0
H w p j j w p j (8.55)

i f0 i Tramite la definizione della funzione di incrudimento H , la (8.55) diventa


= H j . La H, come si vedr, deve risultare positiva per il comportamento stabile
j
del materiale.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 663

8.1 j Materiale elasto-plastico j 663

Figura 8.8
j = +a

f0( ) = 0

O i

f(, a) = 0

Il legame costitutivo del materiale a incrudimento isotropo (8.54) si scrive a questo


punto

i i f0
ip = (8.56)
i

con

i
= H f0 i j per f ( ) = h f0 ( ) i j > 0
j
0
j

i f0 ( ) i
= 0 per f0 ( ) = h j 0 (8.57)
j

i
= 0 per f0 ( ) < h

Incrudimento cinematico
Questo modello di comportamento del materiale incrudente assume che la super-
ficie limite iniziale f0(sj) 5 0 in presenza di incrementi di tensione di carico, tali
f0 i
cio da risultare soddisfatta la , trasli rimanendo costante per forma e dimen- i > 0
sione, trasformandosi nella nuova superficie (Figura 8.8) i

f(s) 5 0 (8.58)
La superficie di snervamento attuale definita dallequazione
f(sj, aj) 5 f0(si 2 ai) 5 0 (8.59)
ove le ai sono le componenti del vettore spostamento connesso con la traslazione
avvenuta. Con la posizione
_
i = i ai

la (8.52) si scrive f0(si) 5 0. Si ammette che le componenti del vettore a siano


date da
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 664

664 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

i i i
ai = b ip d t ai = b ip (8.60)

facendole dipendere dalla storia deformativa plastica precedente; nella (8.60) la


b in generale una funzione di incrudimento dipendente dalla storia (spesso b
viene assunta costante per semplicit). Con la posizione (8.60) la traslazione av-
viene nella direzione della deformazione plastica (che per materiale a Potenziale
Plastico Associato diventa la normale alla superficie limite attuale in s).
Scegliendo il Potenziale Plastico Associato, si ha
i i __i
i f0 f0 i f0
ip = = __ = __ >0 (8.61)
i i i i

se risulta
__ f0 i f0 i
f0 ( ) = 0 e __ = __ >0
i t i i

Si ha invece

i f0 i i
ip = 0,per f0 ( ) = 0, e i 0 e ip = 0,oppure per f0 ( ) < 0
i

f La quantit l+ viene determinata tramite la condizione , che si esplicita (8.60):


=0
t __
f0 i f0 i i
__ dt = __ ( a )dt = 0 (8.62)
i t i i i
f0 i f0 i e implica .
__ i = __ ai
i i La (8.62) tramite le (6.60) e (6.61), si pu riscrivere
i
f0 i f0 i f0 ip f0 f0
__ i = __ aj = b __ j = b __ __
i j j j j

Si ottiene
f0 i
__ i
1 i
i
= (8.63)
b f0 f0
__ __
j j

che determina univocamente la l+ e quindi lincremento di deformazione pla-


stica e p+ (8.61).

8.1.8 Stabilit del materiale secondo Drucker


Si faccia inizialmente riferimento alla risposta sperimentale di Figura 8.9 relativa
a una prova sperimentale in regime di sforzo monodimensionale, detta in controllo
di deformazione, nella quale si applica la deformazione e si rilevano le tensioni.
Con riferimento allo stato di sforzo-deformazione (s1, e1) del materiale, rappre-
sentato dal punto A della curva di Figura 8.9, per un incremento della deforma-
zione e1+ dt . 0 nasce un incremento della tensione di valore s1+ dt . 0, tale che
lincremento della potenza specifica positivo:
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 665

8.1 j Materiale elasto-plastico j 665

Figura 8.9

i
s1 dt s1
A B
i s2
s2 dt

e1 e2 e

i i
e1 dt e2 dt

i i
1 1 > 0 (8.64)

La quantit (8.64) rappresentata dal doppio dellarea in grigio di Figura 8.9. Si


osserva dunque che nello stato A il materiale, per dare luogo allincremento e1+ dt
della deformazione, richiede lapplicazione di un incremento di tensione s1+ dt tale
che sia positivo lincremento di potenza specifica (8.64). Il comportamento del
materiale test evidenziato viene definito stabile. Si consideri poi lo stato B del
materiale definito dai valori (s2, e2) sulla curva di risposta; un incremento e1+ dt . 0
della deformazione corrisponde allincremento s1+ dt , 0 della tensione, talch
lincremento della potenza specifica risulta negativo:
i i
2 2 < 0 (8.65)

Questo stato del materiale viene definito instabile. Sulle precedenti considerazioni
e definizioni si fonda il cosiddetto Postulato di stabilit formulato da Drucker,
che generalizza le definizioni date e che risulta pieno di forti implicazioni con ri-
ferimento al comportamento plastico dei materiali.
Un materiale si definisce stabile in un certo stato, dipendente dalla storia di ca-
rico precedente e in presenza di azioni esterne F, se un generico incremento di tali
azioni, applicato secondo un ciclo di carico e scarico (1F ,+ 2F )+ , determina nel-
lintorno del punto considerato un ciclo G di variazioni delle tensioni (1s,+ 2s )+ ,
che d luogo nel ciclo a una variazione specifica di potenza non negativa:

i i
dt 0 (8.66)

Si definisce ammissibile uno stato di tensione sa tale da soddisfare lequazione


f(sa) < 0, ove f la funzione di snervamento del materiale. Questa disequazione
definisce il dominio limite. Per i materiali stabili, la condizione (8.66) implica le
propriet descritte nel seguito.
1) Il materiale sia elastico-perfettamente plastico con potenziale plastico associato.
Si consideri un generico stato iniziale di tensione ammissibile sa. Facendo ri-
ferimento a uno stato di tensione limite s, sia ep+ la corrispondente deformazione
plastica incrementale definita tramite le (8.21), (8.22), (8.23), (8.24). Si ha:
f(sa) < 0 (8.67)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 666

666 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.10
sj


s
e p

f(s) 5 0 sa
s

O si

La (8.66), per un unico incremento di deformazione plastica ep+ che si ipotizza


possa avere luogo nel ciclo in corrispondenza della tensione s, implica il ve-
Principio della Massima rificarsi del cosiddetto Principio della Massima Dissipazione di Hill-Mandel
Dissipazione di Hill-Mandel (Hill, 1948)

( a )T  p 0 a (8.68)

Infatti, con riferimento allo stato iniziale sa, si consideri un generico ciclo
G di carico che incrementi la tensione da sa a s, facendola poi ritornare
al valore sa iniziale (Figura 8.10). La (8.66) con riferimento al ciclo G, si
scrive:

i i i i i i
 dt = e dt +  p dt 0 (8.69)

Il primo integrale al secondo membro della (8.69) nullo, poich la trasfor-


mazione chiusa e la ee+ la parte elastica dellincremento di deformazione.
Il secondo integrale al secondo membro della (8.69), in presenza dellunico
incremento ep+ corrispondente allo stato (s, s+dt), si riduce allunico termine
s+ep+ , risultando pertanto
i i
p 0 (8.70)

Per i s+ tali che f(s 1 s+dt), si ha ep+ 5 0 e la (8.68) vale in forma banale con
luguaglianza. Per un s+ plasticamente ammissibile (materiale plastico), per il
quale pertanto risulta f(s 1 s+dt) 5 0, se nasce una ep+ ? 0, per la legge di
normalit risulta
i i
p = 0 (8.71)

per il materiale plastico.


08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 667

8.1 j Materiale elasto-plastico j 667

Se il materiale incrudente, per un s+ tale da rispettare la condizione di carico


+ hi) 5 0, per la ep+ fornita dalla (8.47) si ha
plastico (8.45) f(s) 5 0, f (s,
i i
p > 0 (8.72)
f i
Infatti, lincremento s+ verso lesterno della superficie limite e ep+ diretto j > 0
come la normale esterna al dominio f(s) 5 0 nel punto s. Le (8.71) e (8.72) j
sono condensabili nella sola (8.70), che pertanto costituisce una condizione
di stabilit sia per il materiale plastico che per quello incrudente. Ci mostra Condizione di stabilit
che il postulato di stabilit di Drucker in accordo con le definizioni assio- del materiale
matiche date per il materiale plastico e per quello incrudente. Data larbitrariet
della tensione s e di quella sa, purch rispettivamente in accordo con la (8.67),
nellintorno della tensione s sulla frontiera, ove f(s) 5 0 pu porsi, a meno
di infinitesimi di ordine superiore in dt, per un ciclo G di incrementi con va-
i a
riazione continua e derivabile della s, e quindi la (8.70) si pu riscrivere, = lim
dt 0 dt
per il teorema della conservazione del segno, nella forma
i
( a ) p
0
dt

o in quella equivalente
i
( a )T p 0 Stabilit del materiale

che dimostra lassunto (8.68).


Si intende qui rimarcare che nella (s 2 sa)T ? ep+ > 0, alla tensione s che
appartiene alla frontiera del dominio limite, corrisponde per la legge di nor-
malit lincremento di deformazione plastica ep+ : i due vettori (s, ep+ ) sono
quindi collegati luno allaltro dalla legge di scorrimento plastico. Lequazio-
ne (8.68), peraltro, vale per qualunque tensione ammissibile sa soddisfacente
la f(sa) < 0.
Si mostrano nel seguito altre conseguenze della stabilit del materiale.
2) Convessit del dominio limite. La (8.68) implica la convessit del dominio Convessit del dominio di crisi
delle tensioni amissibili sa, soddisfacenti la f(sa) < 0. Infatti, lAnalisi Con-
vessa (vedi bibliografia: per esempio Bazaraa-Shetty) fornisce il seguente
teorema.

Dato un insieme chiuso limitato e non vuoto S 8 Rk, se 5y P Rk, y x S, esiste un


unico x H S, (avente minima distanza da y), tale che risulti

( x x)T (y x) 0 x S (8.73)
linsieme S convesso.

La condizione (8.73) del teorema sopra enunciato, con S 8 R9, con il soddisfaci-
mento della legge di normalit e con le posizioni:

x = a x= ( x x) = ( a )
S = {x S f ( x) 0}
i
(y x ) = p

diventa coincidente con la (8.68), la quale implica la convessit dellinsieme


delle tensioni amissibili e pertanto la convessit del dominio limite (Figura 8.11).
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 668

668 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.11
x
x
yx
x
x
y

Figura 8.12


i
p


a
a

Peraltro la Figura 8.12 mostra con un controesempio geometrico che solo con
I() un dominio f(sa) < 0 non convesso pu risultare contraddetta la condizione
(8.68). Infatti, per domini limite non convessi, esistono vettori s, sa, ep+ per i
quali risulta
a1
i
a ( a )T p < 0 (8.74)

Risulta quindi dimostrato per assurdo che la condizione (8.68) implica la con-
vessit; infatti se non la implicasse, esisterebbero vettori s, sa, ep+ soddisfacenti
la (8.74), in contrasto con la (8.68).
3) La condizione (s 2 sa)T ? ep+ > 0, nel caso che s risulti interno alla superficie
Figura 8.13 limite e sia quindi rispettoso della
f(s) , 0 (8.75)
p
implica lannullarsi degli incrementi delle deformazioni plastiche e + 5 0. In-
fatti supponiamo che valga la (8.75), ovvero che s sia interno alla superficie
di frontiera del dominio limite D, e che per assurdo esista lincremento di de-
formazione plastica ep+ . Esiste un intorno I di s tutto interno alla superficie li-
mite (Figura 8.13).
Si consideri una qualunque tensione ammissibile sa P I(s) appartenente
allintorno I(s) di s; la condizione di stabilit (8.68) impone
i
( a )T p 0 (8.76)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 669

8.1 j Materiale elasto-plastico j 669

Si pu, a questo punto, fare riferimento alla diversa tensione ammissibile sa1,
tale che s 2 sa1 5 2 (s2 sa), cosa legittimata dallo scambio di ruolo delle
iniziali s e sa, in quanto ambedue interne al dominio limite. Deve risultare:
i i
( a1 )T p 0 ( a )T p 0 (8.77)

La (8.76) unita alla (8.77) implica che debba risultare (s 2 sa)T ? ep+ 5 0, la
quale, per larbitrariet di (s2 sa) nellintorno I(s), richiede che risulti ep+ 5 0.
4) La condizione (8.68): (s 2 sa)T ? ep+ > 0, con s sulla frontiera del dominio
limite convesso, ipotizzata regolare, implica un potenziale plastico associato
(legge di normalit ) e cio dovere risultare

i i f i
ip = ( 0) (8.78)
i

Infatti, avendo dimostrato al punto 2) precedente la convessit della super-


ficie limite, ipotizzata differenziabile, si consideri liperpiano p tangente
alla superficie di snervamento in s, detto iperpiano di supporto: esso lascia
il dominio limite D nel semispazio denotato con p2, il cui complementare
p1.
Esiste un intorno I di s tale che 5sa: sa H I(s) d D, risulta f(sa) < 0. I
vettori (sa 2 s) si proiettano (Figura 8.14) nellintero semispazio p2; se per
assurdo ep+ non avesse la direzione del grad f(s), come per esempio, accade per
il vettore ep+ di Figura 8.16, esisterebbero tensioni ammissibili sa tali da rendere
negativo il prodotto: (s 2 sa)T ? ep+ , 0, in contrasto con lipotesi (8.68).
Ci dimostra che deve valere la (8.70); quindi la condizione di stabilit
del materiale, insieme alla convessit del dominio limite implica la validit
della legge di normalit del flusso plastico associato. Legge di normalit
5) La condizione di stabilit (8.68), (s 2 sa)T ep
? + > 0, ove s corrisponda a un
punto di non differenziabilit della superficie limite (punto angoloso), implica
che ep+ debba appartenere al cono delle normali uscenti, cio risulti combina-
zione convessa di tali normali e quindi loro combinazione lineare con scalari
non negativi (Figura 8.15). Pertanto la ep+ esprimibile nella forma, gi ottenuta
sopra per altra via,

i i f j i
ip = j j 0 (8.79)
i

Figura 8.14
n f
i
i
+ p
I( )

a

08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 670

670 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.15 i
p
n2

n1


a
a
O

Questo risultato si ottiene grazie al teorema di Farkas dellAnalisi Convessa


(vedi bibliografia: M.S.Bazaraa-C.M.Shetty, R.T.Rockafellar).
A questo punto risulta dimostrato in modo completo, sia rispetto ai punti
di differenziabilit sia a quelli di non differenziabilit, che la stabilit implica
lesistenza del Potenziale Plastico Associato.
6) Con riferimento a un punto s della superficie di snervamento del materiale ela-
stico-perfettamente plastico, in corrispondenza del quale la f(s) 5 0 non sia dif-
ferenziabile (Figura 8.16), si considerino due stati del materiale corrispondenti ai
seguenti incrementi dello sforzo e ai corrispondenti incrementi della deformazione
totale (s, s1+ , e1+ ), (s, s2+ , e2+ ) soddisfacenti le equazioni dello stato plastico .
Si dimostra che vale lequazione
f ( ) = 0
i i i i
i (1 2 )T (1 2 ) 0 (8.80)
f ( + 1 dt ) = 0
i e che inoltre vale la seguente equazione concernente le parti plastiche degli
f ( + 2 dt ) = 0 incrementi deformativi
i i i i
(1 2 )T (1 p 2 p ) 0 (8.81)

Stati di tensione sicuri 7) Si consideri linsieme degli stati di tensione sicuri ss, cio quei vettori che
soddisfano la disuguaglianza stretta di compatibilit:
f(ss) , 0 (8.82)

Figura 8.16 e 2p
s2p
e 1p
s 1

f(s) = 0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 671

8.2 j Analisi limite j 671

Linsieme dei vettori ss costituisce linterno dellinsieme dei vettori tensioni


ammissibili sa, per i quali risulta f(sa) < 0.
La convessit dellinsieme delle sa implica la convessit dellinsieme ss.
Con riferimento a un certo stato di tensione limite s e allassociato incre-
mento di deformazione plastica ep+ , si dimostra che, per un qualunque stato
di tensione di sicurezza ss, la relazione di stabilit (8.65) implica la disequa-
zione stretta:
i
( s )T p > 0 (8.83)

8) Dalla condizione (8.68) di stabilit (s 2 sa)T ? ep+ > 0, per il materiale


plastico in presenza di uno stato di tensione s limite f(s) 5 0, si deduce la
disequazione
i i
aT p T p a : f ( a ) 0 (8.84)

in cui la ep+ , per il legame di scorrimento plastico associato, corrisponde alla


s sulla frontiera limite.

8.2 j Analisi limite

Un corpo di volume V costituito da materiale elasto-plastico sia stato sottoposto


a una storia di carico del tutto generale tramite lapplicazione di sistemi di forze
di volume nellinterno e di superficie sulla parte caricata del contorno; sulla parte
vincolata del contorno sono imposte le condizioni di congruenza al contorno. Si
fa qui lipotesi semplificativa, che peraltro non limitativa dei risultati che si ot-
terranno, che il problema al contorno sia di tipo misto, cio che in ciascun punto
del contorno o sono assegnati i carichi superficiali e risulta incognito lo sposta-
mento (punto libero) oppure assegnato lo spostamento (punto vincolato) e lin-
cognita la reazione vincolare. In un certo istante il corpo sia pervenuto a una
configurazione equilibrata nella quale siano presenti certi campi di tensioni e di
deformazioni. Pu essere presente nel corpo una sua parte Vp in stato plastico,
mentre la rimanente parte (V 2 Vp) in stato elastico: in Vp lo stato di tensione
corrisponde a valori della tensione sulla superficie limite; nella parte elastica il
vettore tensione interno alla superficie limite.
Peraltro, data larbitrariet del processo di carico avvenuto, deformazioni
plastiche (irreversibili) possono essere nate precedentemente e quindi presenti
in pi parti di V, anche al di fuori della zona Vp attualmente in condizioni pla-
stiche.
A partire da questo stato, incrementi infinitesimi dei carichi agenti producono
incrementi delle sollecitazioni, che si dimostrano essere univocamente determi-
nate nellintero corpo. stato infatti dimostrato il teorema di esistenza e unicit Esistenza e unicit per
per gli incrementi di tensione (Mlan 1938, Greenberg 1949, Hill 1950 ). Sotto gli incrementi di tensione
gli incrementi delle forze il campo di spostamento subisce a sua volta un incre-
mento infinitesimo, tale da dare luogo a un campo di deformazioni incrementali
totali ottenibili come al solito dalla parte simmetrica del gradiente dello sposta-
mento infinitesimo incrementale. Il cosiddetto problema elasto-plastico incremen- Problema elasto-plastico
tale di valori al contorno consiste, per lappunto, nellassegnare gli incrementi incrementale
delle forze e delle velocit di spostamento al contorno vincolato e di dedurre gli
incrementi di spostamento di tensione e di deformazione.
Lunicit dellincremento di tensione nel problema incrementale di valori al
contorno, per il materiale elasto-incrudente, determina in modo univoco lincre-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 672

672 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

mento di deformazione plastica, quello della deformazione elastica e quindi lin-


cremento totale di deformazione.
Per il materiale elastico-perfettamente plastico, invece, le deformazioni in-
crementali plastiche non sono uniche e pertanto non unica la deformazione
incrementale.
Nel processo di carico completo fra uno stato iniziale e uno finale, si ha una
trasformazione dello stato di tensione da quello originario (eventualmente ipotiz-
zato a tensione nulla) fino a quello attuale, che dipende da incrementi univoci;
pertanto lo stato di tensione finale, che fortemente dipendente dal tipo di tra-
sformazione, unico per ogni assegnato percorso di carico. Peraltro, per due di-
versi processi di carico aventi in comune solo i valori dei carichi negli stati iniziale
e finale, le tensioni nello stato iniziale e le condizioni di vincolo, non detto che
le tensioni finali siano le stesse. Inoltre stato dimostrato che la tensione finale
unica, se i due processi di carico presentano alla fine in tutto il solido la stessa
distribuzione di deformazioni plastiche (Colonnetti 1918, 1950, 1955; Reissner
1931; Mlan 1938). Infatti, le tensioni finali possono essere ottenute seguendo il
Principio di Colonnetti Principio di Colonnetti, mediante la somma di due distribuzioni di tensione s* e
sep: s 5 s* 1 sep.
Le s* sono le tensioni finali che sarebbero presenti nel solido equivalente con-
siderato indefinitamente elastico. Le sep sono le tensioni che nascono nel solido
elastoplastico al quale si sia attribuita una distribuzione di distorsioni coincidenti
con le deformazioni plastiche finali ep. Si noti che le sep sono le tensioni residue
che sarebbero presenti nel solido scaricato dalle forze al quale siano attribuite le
deformazioni plastiche come distorsioni impresse. Le sep sono in equilibrio con
forze nulle e con un sistema di reazioni vincolari autoequilibrato; esse sono au-
to-equilibrate. Si sottolinea qui che le deformazioni plastiche da sole sono di nor-
ma non compatibili, in quanto, per il soddisfacimento delle equazioni di compa-
tibilit, richiedono opportune deformazioni elastiche.

j Esempio 8.2 Analisi elasto-plastica al passo (step-by-step) di una struttura iperstatica


costituita da 3 pendoli.

Per esemplificare la procedura dellanalisi elasto-plastica incrementale, si mostra


qui di seguito lo studio della struttura di Figura 8.17, costituita da un corpo

Figura 8.17
F1 F2 F3

A A A
s 2 s s
1 2 3

u F
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 673

8.2 j Analisi limite j 673

Figura 8.18

s GA B
F

s O s+ C

D'
E
( p = 0) s D

rigido avente appoggi scorrevoli ai lati, vincolato al suolo superiormente con


tre aste di uguale lunghezza l, aventi sezioni di uguale area A, di diverse resi-
stenze, di materiale costitutivo elastico-perfettamente plastico (EPP). In Figura
8.18 riportata la risposta costitutiva tensione-deformazione del materiale sia
per la prima risposta elastica sia per la risposta perfettamente plastica sia per
fasi di scarico elastico e ricarico elasto-plastico. Lunica tensione presente nelle
aste la s, la cui deformazione duale la dilatazione e.
Il carico costituito dalla forza F, che si considerer crescente nel tempo.
Le leggi costitutive per le tre aste e le equazioni del problema si riassumono
qui di seguito:

Propriet costitutive: moduli di Young E, rigidezze elastiche k e 5 EA, resi-


stenza limite ss

E1 = E2 = E3 = E
k 1 = k 2 = k 3 = k = EA
s1 = s s 2 = 2s s 3 = 3s

Equilibrio

i i i i
F = N1 + N2 + N3 F = N1 + N3 + N2

Compatibilit: spostamento, deformazione


I tre pendoli presentano uguale spostamento e uguale deformazione:

1 = 2 = 3 = u =u/l

Equazione costitutiva del singolo pendolo: N 5 kee


La struttura due volte iperstatica: i 5 2.
Le funzioni di snervamento dei tre pendoli sono:

1 = N1 N0 = 0 2 = N2 2 N0 = 0 3 = N3 3 N0 = 0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 674

674 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

ove la resistenza limite del pendolo n.1 vale N0 5 Ass. Lo spostamento al limite
di elasticit vale, per il pendolo n.1 e quindi per lintera struttura, D0 5 ssl>E.

Stato 1: risposta elastica iniziale. Limite elastico


Con un processo di carico che parte dalla struttura scarica, in assenza di defor-
mazioni e tensioni iniziali, la forza F viene fatta crescere al di sopra dello zero.
La risposta strutturale elastica nellintervallo di spostamento .
0u01 = 0 =s l / E La rigidezza del singolo pendolo vale k e 5 EA, quella dellintera struttura
vale K 5 3k e 5 3EA. In questo stato elastico, la relazione costitutiva incremen-
tale della struttura .
u = l = Fl / (3k ) In presenza dello spostamento al limite elastico ue 5 D01 5 D0 5 ssl>E, nel
pendolo n. 1 presente la deformazione e1 5 e1e 5 D0>l 5 ss>E e la tensione
limite ss; lo sforzo quello limite N1 5 N01 5 ssA. Negli altri due pendoli si
hanno i seguenti stati:
u = 0 = s l / E 2 = 1e = 0 / l = s / E = 1 / 2 s 2 / E N2 = s A
3 = 1e = 0 / l = s / E = 1 / 3 s 3 / E N3 = s A

Per u 5 ue 5 D0, la struttura al limite elastico, in quanto il pendolo n.1 in


condizione di snervamento; la forza esterna sopportata al limite elastico vale
F = Fe = N1 + N2 + N3 = 3s A

Stato 2: risposta elasto-plastica fino allo snervamento del pendolo n. 2


Al crescere della forza al disopra di Fe, i suoi incrementi vengono ripartiti sui
soli pendoli n. 2 e n. 3 che presentano ancora risposta elastica, in quanto in
quello n.1 lo sforzo si mantiene costante e pari a quello limite raggiunto. La
struttura in questa fase diventata una sola volta iperstatica, per effetto dello
snervamento del pendolo n. 1. Nel pendolo n. 1 la deformazione, consentita dal-
lipotizzata duttilit, segue il processo deformativo guidato dai pendoli 2 e 3 an-
cora elastici. Si ha quindi: .
i i i i
N1 = 0 F = N 2 + N 3 La rigidezza della struttura, in questa seconda fase di tipo elasto-plastico,
K1 5 2ke e la relazione costitutiva per incrementi positivi del carico .
i i i
u = l = F l / 2 k Gli incrementi di sforzo nei due pendoli elastici, a parit di incrementi di de-
formazione, sono gli stessi. Lincremento DN2 5 ssA dello sforzo del pendolo
n. 2 porta questo allo sforzo totale di snervamento N02 5 N2 1 DN2 5 2 ssA,
mentre il pendolo n. 3 raggiunge lo sforzo N3 5 2 ssA. Il carico totale al termine
di questo stato del processo di carico vale F 5 5 ssA.

Stato 3: risposta elasto-plastica fino allo snervamento del pendolo n. 3.


Collasso della struttura
In questo stato, ulteriori incrementi di sforzo sono possibili per il solo pendolo
n. 3, essendo snervati gli altri due. La struttura divenuta isostatica, essendo
snervati due pendoli. La rigidezza della struttura, per incrementi positivi del ca-
rico, K2 5 ke. La relazione costitutiva incrementale, per incrementi positivi
i i i
u = l = F l / k del carico, .
Lincremento dello sforzo del pendolo n. 3 di valore DN3 5 2ssA, porta anche
questasta alla crisi sotto lo sforzo N3 5 N03 5 3N0 5 3ssA, con il collasso del-
lintera struttura. Il carico totale al collasso vale Fc 5 6ssA. Al collasso la strut-
tura diventa labile.
In Figura 8.19 si riportano i diagrammi adimensionali sforzo assiale-spo-
stamento per ciascuna asta. In Figura 8.20 si riporta il diagramma adimensio-
nale carico-spostamento per lintera struttura, il quale evidenzia una risposta
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 675

8.2 j Analisi limite j 675

F/F0 Figura 8.19

1
1 3
3

2 2

1 1

O
1 2 3 u/0

F/F0 u Figura 8.20

C
0
6 D

5 B

3 A

1
u/0 F0
0
1 R 2 3

ur

strutturale, nella fase di carico, connotata da una risposta di tipo elasto-pla-


stico, con rigidezze via via decrescenti, allestendersi del processo di snerva-
mento. Il punto D denota linizio del collasso strutturale, con deformazioni
indefinite che fanno raggiungere rapidamente il limite di duttilit e la frattura
delle aste.
Si nota qui che allo scarico da uno degli stati elasto-plastici, la risposta strut-
turale, calcolabile sovrapponendo a quella attuale quella ottenibile per incre-
menti negativi del carico , caratterizzata da un ritorno in causa con risposta
di nuovo elastica di tutte e tre le aste. La struttura allo scarico riacquista la sua i i i i
rigidezza iniziale e la sua risposta viene ottenuta con la stessa analisi dello Stato F = N1 + N3 + N2 < 0
1. Alla fine dello scarico, per F 5 0, presente uno spostamento residuo ur e
un sistema di sforzi residui nelle tre aste, del tipo auto-equilibrato.

Stato 4: collasso-scarico elastico


A partire dallo stato di snervamento di tutte e tre le aste, rappresentato in Figu-
ra 8.20 dal punto C, si consideri un processo che consente lo spostamento in
condizioni di collasso di valore Du 5 lp, ove si indicato con ep 5 p la defor-
mazione plastica aggiuntiva consentita allintera struttura nella fase di incipiente
collasso. La struttura, che presenta le tre aste snervate in trazione, senza incre-
mento di forza F e di sforzi assiali, perviene allo stato rappresentato dal punto
D. A partire dallo stato D, si applichino decrementi della forza esterna: F + , 0.
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676 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Per questa fase, definita di scarico, ciascuna delle aste che presentava condizioni
di lavoro (s, e), come quella del punto B di Figura 8.18, presenta un ritorno in
condizioni di elasticit, seguendo il legame costitutivo elastico N + 5 ke u>l.
+
Lo scarico completo della struttura si verifica aggiungendo alla struttura
stessa una forza incrementale di valore DF 5 26F0. Se in questa fase di
scarico ciascuna delle tre aste, che hanno uguali rigidezze elastiche, mantiene
una risposta elastica, senza pervenire a ulteriori snervamenti, la struttura as-
sorbe uno sforzo incrementale di valore DN 5 22F0, per il quale nasce una
deformazione elastica di valore Dee 5 22D 0>l, quindi unincremento di spo-
stamento pari a Du 5 22D 0. La struttura perviene allo stato rappresentato
dal punto R di Figura 8.20, nel quale, sotto forza esterna nulla, si ha uno spo-
stamento residuo della struttura di valore uR 5 2D 0>l 1 pl. In ciascuna delle
aste questa fase di scarico determina incrementi di deformazioni elastiche e
di sforzi facilmente calcolabili. Nella Tabella 8.1 che segue sono riportati i
valori della forza F e degli sforzi Ni presenti nelle varie aste, unitamente allo
spostamento u, alle deformazioni elastiche eei e a quelle plastiche epi delle tre
aste, per gli stati corrispondenti ai punti A,B,C,D e R dellintero processo di
carico seguito.

8.2.1 Teoremi dellAnalisi Limite


In questa sede vengono trattati i teoremi generali dellAnalisi Limite facendo ri-
ferimento al materiale elasto-plastico sopra definito, caratterizzato dal cosiddetto
legame associato dello scorrimento plastico, nel rispetto della legge di normalit
e del postulato di stabilit del materiale secondo Drucker: il materiale di questo
Materiale standard o normale tipo viene sinteticamente definito in letteratura materiale normale o materiale
standard. Si mostreranno successivamente alcune estensioni dei teoremi del-
lanalisi limite valide per il materiale a legame di scorrimento plastico non-asso-
Materiale non normale ciato, sinteticamente definito materiale non standard o non normale. In un
solido di materiale elasto-plastico le tensioni non possono crescere indefinitamen-
te, in quanto non possono eccedere i limiti di snervamento; per questo motivo
che i carichi costituiti dalle forze volumetriche b e da quelle al contorno f non
possono essere incrementati indefinitamente.

Definizioni
Collasso plastico Si definisce collasso plastico il fenomeno che si presenta ove, al crescere del
carico, la struttura pervenga a un valore limite di questo (b, f) detto carico li-
mite che non pi amplificabile, mentre le deformazioni crescono indefinita-

Tabella 8.1 In tabella si sono adoperati i simboli: F0 5 3ssA, D0 5 sSAl>k

Stato F N1 N2 N3 u ee1 ep1 ee2 ep2 ee3 ep3


A F0 F0 F0 F0 D0 D0>l 0 D0>l 0 D0>l 0
B 5F0 F0 2F0 2F0 2D0 D0>l D0>l 2D0>l 0 2D0>l 0
C 6F0 F0 2F0 3F0 3D0 D0>l 2D0>l 2D0>l D0>l 3D0>l 0
D 6F0 F0 2F0 3F0 3D01pl D0>l 2D0>l1p 2D0>l D0>l1p 3D0>l p
R 0 2F0 0 F0 D01pl 2D0>l 2D0>l1p 0 D0>l1p D0>l p
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8.2 j Analisi limite j 677

mente (e con esse gli spostamenti di una parte o di tutta la struttura). La parte
del campo di spostamento crescente indefinitamente al collasso, con la sua
forma, e le deformazioni connesse, definiscono un meccanismo di collasso,
detto anche cinematismo di collasso. Cinematismo di collasso
sa si definisce un campo staticamente ammissibile di tensioni se soddisfa con Tensioni staticamente
i carichi (ba, fa) le equazioni di equilibrio interno, quelle di equilibrio ai limiti ammissibili
e inoltre rispetta le equazioni di compatibilit plastica espresse tramite la fun-
zione di crisi f:

ija
+ bia = 0 (8.85)
xj

ija nj = f ia (8.86)

f ( a ) 0 (8.87)

Forze volumetriche e superficiali equilibrate con il campo ammissibile si di-


cono carichi ammissibili e in genere si indicano con (ba, fa); il sistema di for- Carichi ammissibili
ze-tensioni (ba, fa, sa) equilibrato.

I carichi di collasso (b, f), insieme alle tensioni s presenti al collasso, costitui-
scono quel particolare sistema staticamente ammissibile di forze tensioni (b, f,
s) che si determina in occasione del collasso della struttura.

Il campo di tensioni ss si definisce staticamente sicuro o di sicurezza se sod- Tensioni staticamente sicure
disfa le equazioni di equilibrio interno e quelle ai limiti del tipo (8.85), (8.86)
e soddisfa, inoltre, la condizione di compatibilit (8.87) con la disuguaglianza
i0

stretta f(ss) , 0. Le forze (bs, fs) equilibrate con questo campo di tensioni si i

i 1 ui0 uj
definiscono un carico di sicurezza. ij0 = +
Si faccia riferimento a un campo di velocit di spostamento u+0 soddisfacente 2 x j xi

le equazioni di congruenza cinematica al contorno vincolato u+0 5 u+, dal quale
sia deducibile un campo di velocit di deformazione infinitesima e0+ rispettoso o
delle equazioni di compatibilit con u+0: . La coppia (u+0, e0+ ) viene definita x V
un campo cinematicamente ammissibile di spostamento-deformazione, o sin-
teticamente un cinematismo ammissibile. Cinematismo ammissibile

8.2.2 Primo Teorema Statico del Collasso Plastico


1a parte. Assegnato un certo programma di carico, lesistenza di un campo
staticamente sicuro di tensioni ss per ogni istante del programma di carico con-
dizione sufficiente affinch il collasso plastico della struttura non si verifichi.
In altre parole lesistenza di un campo di sforzo di sicurezza equilibrato con
il carico agente sufficiente affinch la struttura sopporti il carico, senza pervenire
al collasso.

2 a parte. Una struttura non pu sopportare i carichi applicati se non esiste


nemmeno una distribuzione di tensioni sa del tipo ammissibile; in tale caso,
lequilibrio risulta impossibile senza infrangere i limiti di snervamento; da ci di-
scende senza ulteriore necessit di dimostrazione che lesistenza di una distribu-
zione di tensioni staticamente ammissibile sa condizione necessaria affinch
non avvenga il collasso plastico.
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678 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Le deformazioni elastiche incrementali e gli incrementi di


tensione sono nulli per i meccanismi di collasso: ee 5 0, s 5 0 + +
Per la dimostrazione della prima parte del teorema statico sopra enunciato, ne-
cessario osservare preliminarmente che al collasso si verificano incrementi di de-
formazioni plastiche sotto carico costante; inoltre, al collasso, lo stato di tensione
non varia, cos come non varia la parte elastica delle deformazioni.
Infatti per la definizione di collasso riferita allessere nulli gli incrementi dei
carichi sopportabili (b+ 5 0, f + 5 0), lequazione del PLV scritta per detti incrementi
e per leffettivo stato di velocit di spostamento e deformazioni incrementali di
collasso, fornisce , la quale implica:
i i i i i i i
bT u dV + fT u dV = T (e + p ) dV = 0 (8.88)
V V V

i i Per il materiale perfettamente plastico risulta per la (8.67) sT+ ? e p+ , anche ove e p+ ? 0.
= T dV = 0
V
La (8.71) sostituita nella (8.88) conduce alla
i i
T e dV = 0 (8.89)
V

Risulta allora, per il materiale linearmente iperelastico:

 T e dV =  T (C1  ) dV = eT (C e ) dV = 0
V V V

in cui C, C21 matrice di elasticit e sua inversa, sono matrici definite positive,
per le quali valgono le condizioni (Capitolo 5):

= 0 i = 0 = 0 i e = 0
(C1 i ) (C )
iT ieT ie

i i
> 0 0 > 0 e 0

Se ne deduce quindi che deve risultare per i cinematismi di collasso:
i i
i = 0 e = 0 i = p (8.90)
Da quanto dimostrato si evince che il meccanismo di collasso presenta soltanto
incrementi plastici delle deformazioni e p+ corrispondenti al campo di velocit di
spostamento del cinematismo di collasso u .+

La dimostrazione della 1a parte del Primo Teorema Statico del Collasso Plastico
viene svolta per assurdo, ipotizzando che in presenza dei carichi di collasso esista
per la struttura uno stato di tensione ss staticamente sicuro. In tal caso, in presenza
dei carichi di collasso (b, f), presente sulla struttura il campo di tensioni s con
questi equilibrato; per ipotesi, inoltre, esistono le tensioni ss equilibrate con gli
stessi carichi. La scrittura dellequazione del PLV per il campo di tensione
(s 2 ss) auto-equilibrato e per le effettive velocit di deformazione e p+ del mec-
canismo di collasso fornisce:
T i
( s ) p dV = 0 (8.91)
V

i equazione che contrasta con la condizione (8.83) precedentemente fornita per


( s )T p > 0 lintegrando della (8.91). Ne discende che impossibile che risulti soddisfatta la
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8.2 j Analisi limite j 679

, quindi assurda lipotesi di esistenza di un campo di tensioni di sicurezza ss i


( ) = 0
s T p
in presenza degli incrementi delle deformazioni plastiche del cinematismo di col-
i
lasso. Risulta pertanto dimostrato che lesistenza di uno stato di tensione stati- p 0
camente sicuro ss implica che il collasso non avviene. Su tale teorema si basano
i metodi per ottenere minoranti del carico limite o per diagnosticare la sicurezza
delle strutture sotto assegnati carichi. Infatti, un metodo immediato per escludere
che si verifichi il collasso di una struttura sotto assegnati carichi (b, f) quello
di determinare sollecitazioni di sicurezza in equilibrio con questi carichi, nel ri-
spetto del solo equilibrio e indipendentemente dal tipo di legame costitutivo, o
dalla stessa soluzione elastica, che peraltro in questo ambito non nemmeno ne-
cessario conoscere.

8.2.3 Secondo Teorema Statico del Collasso Plastico


Teorema della massima dissipazione
i
Alla luce della condizione di stabilit (8.68): , pu scriversi: ( a )T p 0

i
( a )T p dV 0 a (8.92)
V

Siano (b, f) i carichi di collasso della struttura e s il suo stato di sforzo al collasso;
siano inoltre (ba, fa) i carichi corrispondenti alle tensioni ammissibili sa tramite
le equazioni di equilibrio interno e ai limiti (8.85), (8.86); la (8.92) tramite il Prin-
cipio delle Potenze Virtuali, implica che si verifichi

i i i i
bT u dV + fT u dS baT u dV + f aT u dS (8.93)
V V V V

La (8.85) afferma che la potenza di dissipazione al collasso del carico limite mag-
giora la potenza di un sistema di carichi ammissibili (equilibrati con uno stato
di tensione sa staticamente ammissibile) per il cinematismo di collasso. In altre
parole la potenza di dissipazione del carico di collasso maggiora quella di un
qualunque altro carico ammissibile (Hill, 1951).
In termini equivalenti: il funzionale potenza dei carichi, valutato nella classe
dei carichi ammissibili, presenta un massimo per il carico limite di collasso pla-
stico. La (8.93) esprime il Teorema della Massima Dissipazione del carico di col- Teorema della Massima
lasso, nei confronti di quella di un qualunque carico ammissibile. La stessa equa- Dissipazione (Hill, 1951)
zione (8.93), riscritta tramite le corrispondenti potenze virtuali interne nella forma
i i
T p dV aT p dV a (8.94)
V V

afferma che la potenza di dissipazione corrispondente allo stato di tensione ef-


fettivo e agli incrementi di deformazione plastica delleffettivo meccanismo di
collasso la massima possibile con riferimento a tutti i campi di tensione stati-
camente ammissibili. La (8.94), che riguarda la potenza interna, equivalente alla
(8.93), valevole per i carichi di collasso e per quelli ammissibili.

8.2.4 Teorema cinematico del collasso plastico


Si consideri un campo cinematicamente ammissibile (u+0, e0+ ) di incrementi di spo-
stamento deformazione, come sopra definito. Con riferimento allo stato di forze-
tensioni (b, f, s) di collasso, allassegnato cinematismo ammissibile e alleffettivo
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680 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

cinematismo di collasso (u+, e)+ , grazie allequilibrio del sistema (b, f, s) e alla
compatibilit dei due cinematismi considerati, possibile scrivere le due equazioni
delle potenze virtuali:
i i i
T 0 dV bT u0 dV fT u0 dV =0 (8.95)
V V V

i i i
T dV bT u dV fT u dV =0 (8.96)
V V V

Si gi mostrato che per i meccanismi di collasso, cos come per i cinematismi


ammissibili, risulta nullo il campo di velocit di deformazione elastica, potendo
scrivere per la (8.90)
i i i i
e = 0 i = i p 0e = 0 0 = 0 p (8.97)

Le (8.95) e (8.96) possono essere riscritte, pertanto, nella forma:


i i i
T 0 p dV bT u0 dV fT u0 dV = 0 (8.98)
V V V

i i i
T p dV bT u dV fT u dV = 0 (8.99)
V V V

Sia s0 un campo di tensione ammissibile, corrispondente alla e0+ per la legge di flusso
plastico associato, non necessariamente equilibrato con i carichi di collasso (b, f).
In questo quadro, lo sforzo effettivo s inteso quale sforzo ammissibile, men-
tre quello s0 lo stato limite associato a e0+ . In forza della condizione di stabilit
del materiale (8.68), risulta
i i
T 0 p 0 T 0 p (8.100)

pertanto, la sostituzione della (8.100) nelle (8.98) (8.99) fornisce:


i i i
0T 0 p dV bT u0 dV fT u0 dV
V V V
Teorema cinematico del collasso (8.101)
plastico (Greenberg, 1949) i i i
T p dV bT u dV f T u dV = 0
V V V

Potenza di dissipazione Il primo integrale al primo membro della (8.101) si chiama potenza di dissipa-
zione, o potenza interna, e si indica con:
i i
D = 0 T 0 p dV (8.102)
V

Potenza del carico Il secondo e terzo integrale al primo membro della (8.101) definiscono la potenza
del carico che si indica con:
i i i
W = bT u0 dV + f T u0 dV (8.103)
V V

Potenza di dissipazione totale Il primo membro della (8.101) definisce il funzionale della potenza di dissipa-
zione totale.
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8.2 j Analisi limite j 681

Esso definito nella classe dei cinematismi ammissibili (u+0, e0+ ). La (8.101), a
questo punto, si riscrive:
i i
D W 0 (8.104)

Le (8.101) (8.104) esprimono il teorema cinematico del collasso plastico, il quale


afferma che: il funzionale della potenza di dissipazione totale [al primo membro
della (8.104)], presenta un valore di minimo (nullo) in corrispondenza delleffet-
tivo cinematismo di collasso (Principio di Minimo di Greenberg, 1949). Si nota
qui esplicitamente che alle tensioni s0 che in esso compaiono, che corrispondono
tramite la legge di normalit alle e0+ , non richiesto il soddisfacimento delle equa-
zioni di equilibrio con i carichi (b, f) di collasso. Si noti che per leffettivo cine-
matismo di collasso deve risultare
i i
D=W (8.105)

Questa condizione viene frequentemente imposta al fine di determinare il carico


esterno ottimale rispetto a una classe di cinematismi ammissibili.
Altre formulazioni del teorema cinematico fanno riferimento diretto alla po-
tenza di dissipazione interna D+ e a quella dei carichi W+ sopra introdotte. Questi
due funzionali, definiti nella classe dei cinematismi ammissibili, consentono di
ottenere i teoremi di seguito solo enunciati.

lesistenza di un cinematismo ammissibile per il quale risulti


i i
D <W (8.106)

condizione sufficiente affinch avvenga il collasso plastico.

il verificarsi della condizione


i i
W D (8.107)

per ogni cinematismo ammissibile condizione necessaria affinch la struttura sia


capace di sopportare i carichi in assenza di collasso.

il verificarsi della condizione


i i
W <D (8.108)

per ogni cinematismo ammissibile condizione sufficiente affinch la struttura sia


capace di sopportare i carichi.

8.2.5 Esempi di analisi limite per continui strutturali


costituiti da materiali standard
I teoremi dellAnalisi Limite qui sopra mostrati vengono esemplificati di seguito
tramite alcune applicazioni a problemi di rilievo tecnico dellingegneria concer-
nente lanalisi di solidi strutturali al collasso.

Crisi di una striscia indentata j Esempio 8.3

Si consideri una striscia di materiale metallico, come quella di Figura 8.21,


che presenta due indentazioni semicircolari. La striscia, di spessore unitario
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 682

682 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.21 Crisi di una


p
striscia di materiale
elastoplastico.
E E

dv du
s
s
dv=du
2

D
a 3
L =s a

=4 s
A A
A
L =
6
a
dv du
C
a a a a dv= 2du

t 5 1, avente le dimensioni di figura, soggetta a trazione provocata dalle


forze p uniformemente distribuite per unit di superficie sulle estremit. Questo
tipo di provini viene frequentemente utilizzato nei laboratori sperimentali per
dedurre le caratteristiche meccaniche del materiale costitutivo, quali modulo
di Young E e tensione di snervamento ss. Mediante i teoremi statico e cine-
matico dellanalisi limite, utilizzando il criterio di snervamento di Tresca, si
determinano qui di seguito minoranti e maggioranti del carico di collasso pc,
immaginando nota la tensione di snervamento ss. In realt, in laboratorio molto
spesso questa modellazione viene utilizzata in termini inversi, in quanto viene
determinata sperimentalmente la risultante del carico di collasso e quindi de-
dotto il valore della resistenza allo snervamento ss mediante le limitazioni teo-
riche ottenute.

Minorante del carico di collasso


Utilizzando il teorema statico dellanalisi limite, si considera una distribuzione
staticamente ammissibile di tensioni ss di trazione applicata sulla superficie
s 2 a = p ' 4 a centrale AA9 del provino: questo stato di sforzo deve essere messo in equilibrio
con il carico staticamente ammissibile p9 applicato alla superficie EE9. Ne di-
s
p' = scende lequazione di equilibrio , dalla quale si ottiene il minorante del carico
2 di collasso .
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8.2 j Analisi limite j 683

Maggiorante del carico di collasso


Un maggiorante del carico di collasso si individua, in accordo con il teorema ci-
nematico dellanalisi limite, scegliendo un cinematismo ammissibile. Come cine-
matismo molto semplice e trattabile dal punto di vista matematico, si considera
quello corrispondente a un incremento di velocit di spostamento relativo du+ tan-
gente ad AB, fra la parte ABEE9 e quella inferiore. Questo, che agisce fra le due
superfici di AB a distanza dn, provoca lincremento di scorrimento plastico , sulla i i
du
superficie AB di Figura 8.21, che forma un angolo di b 5 p>4 con la linea AA9. d P =
Per lo snellimento delle calcolazioni si considera lintensit dellincremento di dn
scorrimento normalizzato su distanza unitaria pari a . A du+ corrisponde una velocit i i
di spostamento in direzione del carico di valore . La condizione di eguaglianza dP = d u
della potenza di dissipazione interna con quella del carico applicato si scrive: i
i du
dv =
i
i du 2
s dP 3 a 2 = p '' 4a
2

dalla quale, per il criterio di Tresca secondo il quale si ha

s
s =
2

si ottiene il cercato valore del maggiorante del carico di collasso:

3
p '' = s = 0.75 s
4

Si pu dimostrare, in completa generalit, che fra tutti i cinematismi lineari


come quelli qui trattati, riconducibili alla superficie AB, quello per il quale si
ha b 5 p>4 minimizza il moltiplicatore cinematico. Infatti, per tali cinematismi,
la scrittura dellequazione del teorema cinematico

s i P 3 a i
d = p '' du 3 a sen
2 cos

e determina il maggiorante del carico limite:

s 1
p '' =
2 sen cos

funzione che assume il minimo per b 5 p>4 5 0.785398 (Figura 8.22).

Secondo maggiorante del carico di collasso


Un secondo maggiorante del carico di collasso si ottiene con il cinematismo do-
vuto alla velocit di spostamento du+, dello stesso tipo di quello definito sopra,
applicato alla superficie CD di Figura 8.21, tangente alle indentazioni circolari,
che produce la velocit di scorrimento plastico normalizzato dg+p 5 du+. La geo-
metria del cinematismo consegnata in Figura 8.21. La velocit di spostamento i
nella direzione del carico vale . In questo caso, il teorema cinematico che i du
dv =
eguaglia la potenza di dissipazione interna con quella del carico applicato si 2
scrive . Per il criterio di Tresca secondo il quale si ha
i
i du
s = s 2s dP 3a 3 = p 4a
2 2
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684 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.22
p0
1.014
1.012
1.010
1.008
1.006
1.004
1.002
1.000
0.72 0.74 0.76 0.78 0.80 0.82 0.84 0.86

si determina il valore di questo secondo maggiorante:

3
p '' = s = 0.866 s
2
che pi grande e quindi meno buono del precedente.
Da quanto mostrato sopra, si evidenzia per il cercato carico di collasso pc la
seguente migliore limitazione:

0.5 s = p ' pc p '' = 0.75 s

Lo studio della striscia stato sviluppato anche numericamente utilizzando il


codice di calcolo agli Elementi Finiti ANSYS, che per i seguenti dati

a = 3cm h =10 a E = 210 MPa = 0.30 s = 36 kNcm2

e criterio di crisi di von Mises fornisce la soluzione immediatamente prece-


dente al collasso, rappresentata in Figura 8.23 in termine di deformazioni pla-

Figura 8.23
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8.2 j Analisi limite j 685

stiche, cui corrisponde un valore del carico applicato di pc 5 0.5564 ss, che
risulta anche in accordo con le limitazioni sopra proposte (elaborazione ing.
L. Esposito). Da quanto esposto emerge anche una critica ai metodi numerici,
in quanto aumentando ulteriormente il carico, i codici ordinari agli EF hanno
debolissima convergenza a causa del formarsi di importanti deformazioni pla-
stiche. Peraltro, il metodo degli EF consente di visualizzare la deformazione
del provino in ambito elasto-plastico e prima del collasso, come visibile in
Figura 8.23.

Indentazione di una piastra j Esempio 8.4

Lesempio delle Figure 8.24 e 8.25 si riferisce al classico problema dellinden-


tazione di una piastra infinita di materiale di altezza h a mezzo di un corpo rigido
costituito da una striscia di larghezza b. Per semplicit si ipotizza che la geo-
metria del problema sia uniforme nella direzione z ortogonale al piano (x,y) della

b Figura 8.24

x
P9
y

ss 5 2ts

P9

x b Figura 8.25

P0
y

h A A vi ui
l
vi

P0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 686

686 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

sezione, direzione in cui si assume, per le analisi che seguono, la canonica di-
mensione unitaria.
Per il materiale indentato si considera il criterio di crisi di Tresca-de Saint
Venant; la tensione tangenziale di crisi ha valore ts 5 ss>2 . 0. Tramite i
teoremi statico e cinematico dellanalisi limite, si determinano qui di seguito li-
miti inferiori e superiori del carico di collasso Pc.

Teorema statico Minorante di Pc


Un minorante del carico di collasso si ottiene tramite la definizione dello stato
di sforzo sx 5 2 ss 5 22ts, sy 5 0, tij 5 0 nella zona di dimensione b sotto
la striscia indentatrice. Allesterno di questa zona lo stato di sforzo assunto
quello identicamente nullo sij 5 0. Per questo stato di sforzo di tipo discontinuo
soddisfatto sia lequilibrio interno sia quello al contorno. altres soddisfatta
sotto la striscia lequazione di compatibilit plastica f(s) 5 2sI 2 ss 5 0 con
sI 5 ss. Allesterno di questa zona risulta f(s) 5 2ss , 0. Il carico staticamente
ammissibile che si deduce, costituente un minorante del carico di collasso,
P9 5 2tsb < Pc.

Teorema cinematico Maggiorante di Pc


Maggioranti del carico di collasso si possono determinare con riferimento a ci-
nematismi come quello di Figura 8.25, in cui si rappresenta un incipiente moto
con velocit di scorrimento mutuo Dn+ fra parti rigide, con linee di scorrimento
rappresentate dalle linee tratteggiate, intersecantisi nei nodi A. La geometria del
sistema definita dalle relazioni:

tan = 2h / b l = b2 / 4 + h2
i i i
u = v sen = h v / b2 / 4 + h

Sulle quattro superfici di scorrimento, ciascuna delle quali ha lunghezza l nel


piano xy, presente per il legame associato dello scorrimento plastico la ten-
i
sione limite ts.
i
D0 = s v La potenza specifica di dissipazione vale . La potenza di dissipazione vale:
i i i
D0 = 4s v l = 4s v b2 / 4 + h2 (8.109)

Per questo cinematismo la potenza del carico esterno P0, che un maggiorante
del carico di collasso Pc, vale:
i i i i
W = P '' u = P '' v sen = P '' h v / b2 / 4 + h2 (8.110)

Leguaglianza fra potenza di dissipazione (8.109) e potenza del carico (8.110)


P ''= 2s b(b/2h+ 2h/b) determina il carico P0 maggiorante del carico di collasso .
Il carico di collasso Pc pertanto limitato inferiormente e superiormente dai
valori determinati di P9 e P0:

2s b = P ' Pc P '' = 2s b(b / 2h + 2h / b) (8.111)

Per i seguenti valori numerici dei parametri in gioco: b 5 500 cm; h 5 300 cm;
ts 5 1 kg>cm2, le limitazioni individuate da P9 e P0 del carico di collasso valgono:
P0 5 1000 kg < Pc < 2033 kg 5 P0
che costituisce un primo intervallo di valori, molto utili per le applicazioni tecniche.
Con procedure simili sono stati ottimizzati i limiti di cui sopra (Green 1951).
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 687

8.2 j Analisi limite j 687

Blocco rigido nastriforme su un suolo di Tresca j Esempio 8.5

Si consideri il problema di un blocco rigido di peso P che carica un semispazio


di materiale alla Tresca (coesivo), la cui sezione con il piano (x, y) quella di
Figura 8.28. Non si terr conto del peso del suolo.
Con riferimento a una dimensione unitaria nella direzione z normale al piano
(x, y) della sezione, si ottiene un minorante del carico di collasso tramite lo stato
di sforzo di Figura 8.26, equilibrato e compatibile, che conduce al minorante
del carico di collasso: P9 5 2tsb. Un valore del minorante del carico di collasso
pi alto, e quindi migliore del precedente, si pu ottenere considerando il se-
guente stato di sforzo (Figura 8.28):
b / 2 x +b / 2 x = 2s = 4 s y = s = 2 s
x < b / 2 b / 2< x x = 0 y = s

da cui si ricava il valore del minorante del carico di collasso: P9 5 2ssb 5 4tsb.
In Figura 8.29 rappresentato il cerchio di Mohr dello stato di sforzo assunto
nella zona al disotto del blocco rigido. opportuno notare che lo stato di sforzo
assunto qui sopra richiede il soddisfacimento di condizioni non omogenee allin-
finito in direzione y per la sy 5 2 ss 5 22ts; questa ipotesi pu essere ritenuta
soddisfatta nel caso reale di un terreno in spinta passiva in direzione orizzontale.

Figura 8.26
b

y
s = 2 s
x
ij = 0 ij = 0

s = 2 s

b Figura 8.27

i
C
y
x


08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 688

688 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.28

y
1 2
x
s s s
2s

s s

2 s b

Figura 8.29
s

2 s s o n

s
nl

Figura 8.30 b

i
i
u

C
y
r
h
y
ui
x

Per quanto riguarda i maggioranti del carico di collasso, si individua quale primo
cinematismo quello della Figura 8.27, per il quale la potenza del carico cine-
maticamente ammissibile vale . Poich sulla semicirconferenza di raggio b
i
W = P '' i b / 2 presente una velocit di scorrimento relativo tangente n + 5 ba +, la potenza di
dissipazione vale . Luguaglianza fra potenza di dissipazione e potenza del
i i
D = b2 carico determina il maggiorante ottimale P0 5 2ptsb 5 6.28tsb.
s
Facendo riferimento a cinematismi come quelli delle Figure 8.30, 8.31 e 8.32,
in letteratura sono stati forniti diversi maggioranti, il cui valore ottimale poco
inferiore al valore
P0 5 5.5269 b ts
che costituisce la ben nota soluzione ottenuta da Fellenius tramite sole equazioni
di equilibrio. La soluzione esatta di questo problema Pc 5 5.14 b ts (J. Mandel).
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 689

8.2 j Analisi limite j 689

b Figura 8.31

y
x

Figura 8.32

Terrapieno j Esempio 8.6

Si consideri il problema rappresentato in Figura 8.33 di un terrapieno (scavo)


costituito da materiale di peso specifico g, che risponde al criterio di crisi di
Tresca-de Saint Venant con tensione tangenziale limite ts 5 ss>2. La sezione
del terrapieno, rappresentata nel piano (x, y), si riproduca indefinitamente nella
direzione z. Si considerer nel seguito la dimensione unitaria nella direzione z
ortogonale a (x, y). Si vuole qui determinare laltezza hcr di crisi del terrapieno,
per la quale si otterranno minoranti h9 e maggioranti h0, tramite lutilizzo dei
teoremi Statico e Cinematico dellAnalisi Limite.

htan Figura 8.33

O C y



h cos

x
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 690

690 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.34 O C
y
x

h9
x

A
B
(x h) x

(x h) (x h) (x h)

x x

Minorante h9 Teorema Statico


Uno stato di tensione ammissibile sij deve rispettare le equazioni di equilibrio
interno:
x xy xy y
+ + = 0 + =0
x y x y

quelle di equilibrio al contorno

OC ) x = 0 y>0 x = xy = 0
AB) x = h y<0 x = xy = 0
OB) 0 < x < h y=0 y = xy = 0

e lequazione di ammissibilit plastica di Tresca-de Saint Venant, che espressa


nelle tensioni principali efficaci si scrive )sI) 02ts, )sII) 02ts, )sI 2 sII) 02ts. Si
faccia riferimento al seguente stato di sforzo, di tipo discontinuo, rappresentato
in Figura 8.34.

0xh 0y y = 0 x = x
hx 0y y = ( x h) x = x
hx y0 y = ( x h) x = ( x h)

Questo stato di sforzo soddisfa lequilibrio interno nelle tre parti in cui scompo-
nibile il dominio. Esso soddisfa inoltre lequilibrio ai limiti sulle rette AB, 0B, 0C.
La condizione di ammissibilit plastica di Tresca-de Saint Venant imposta nella
zona 0 , x , h, richiede gx < 2ts, che al limite determina gh9 5 2ts 1 h9 5 2ts>g.
Laltezza h9 costituisce un minorante per laltezza di crisi.

Maggiorante h0 Teorema Cinematico


Un primo maggiorante h0 dellaltezza di crisi si ottiene utilizzando il cinemati-
smo di Figura 8.35 costituito dal moto di rotazione intorno a O del cilindro di
base, il settore circolare OAB. Il terreno al disotto dellarco AB presenta velocit
nulle. Sia a + la velocit angolare oraria del moto considerato. Sullarco di cir-
conferenza AB si ha una velocit di scorrimento relativa tangente di valore
n 5 ha .+
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 691

8.2 j Analisi limite j 691

i Figura 8.35

O A
y

d
s
h

Sullarco AB, poich vi scorrimento, per il legame plastico associato deve es-
sere presente la tensione tangenziale ts di crisi di Tresca-de Saint Venant.
i i
La potenza di dissipazione vale . La potenza relativa al peso di questa parte D = s h2 / 2
e a questo cinematismo vale:

i 0
i i
W= h3 cos / 3 d = h3 / 3
/2

Leguaglianza fra potenza di dissipazione D+ e potenza del peso W+ fornisce il


maggiorante h0 dellaltezza di crisi: h0 5 3pts>(2g) _ 4.71 ts>g, pertanto
hcr < 4.71 ts>g 5 h0.

2 Maggiorante Teorema Cinematico


Un secondo maggiorante si ottiene considerando il cinematismo di Figura 8.33,
ottenibile per scorrimento del blocco OBC con velocit v sul piano BC formante
langolo a con la verticale. La potenza di dissipazione che si determina sul piano
i
di scorrimento di traccia BC vale . La potenza del peso della zona OBC per D = s vh / cos
questo cinematismo vale . Lequazione D+ 5 W+ fornisce il maggiorante
h0 5 4ts>(g sen2a). Questo maggiorante pu essere reso minimo e quindi otti- i
W = ( h2 v cos ) / 2
mizzato rispetto al parametro a, imponendo la condizione:

dh / d = d[ 4 s / ( sen 2 ) ] / d = 8 s cos 2 / ( sen 2 )2 = 0

che con la soluzione a 5 p>4 determina per questi cinematismi il migliore mag-
giorante: hcr < h0 5 4ts>g. In letteratura sono state fornite per questo problema
altre limitazioni (Josselin de Jong, Heyman, Palmer) che conducono al seguente
intervallo ottimale dei limiti inferiori e superiori: 3ts>g < hcr < 3.83ts>g.

8.2.6 Considerazioni conclusive sui teoremi dellAnalisi


Limite per materiale standard
I teoremi dellAnalisi Limite sopra trattati si possono enunciare in una forma che
apparentemente non coinvolge alcuna nozione di teoria della plasticit, come di
seguito riportato:
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 692

692 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Un corpo non collassa sotto unassegnata condizione di carico se esiste un campo


di sforzi ammissibili in equilibrio con un carico maggiore di quello assegnato.
Un corpo sottoposto a un certo carico collassa se esiste un cinematismo compatibile
per il quale la potenza di dissipazione interna minore della potenza del carico
esterno assegnato.

I teoremi posti in questa forma discorsiva sembrano assai intuitivi. Questa formu-
lazione infatti discende storicamente dal fatto che il calcolo a rottura stato uti-
lizzato a un livello abbastanza intuitivo e non formalizzato gi in tempi antichi.
Basta qui ricordare che il teorema cinematico risale, per quanto riguarda le sue
prime formulazioni, alla prima met del diciottesimo secolo, quando nel 1741 un
gruppo di matematici italiani progett il rinforzo della cupola di San Pietro, per
evitarne la rovina. Similmente, nel 1773 Coulomb svilupp ricerche sulla resistenza
limite del suolo, lavori poi ripresi da Rankine a met del diciannovesimo secolo.

8.2.7 Carichi variabili proporzionalmente. Minoranti s9


del moltiplicatore limite s
I carichi (b, f) varino proporzionalmente, cio il processo di carico sia dato
nella forma

b 5 kb0 f 5 kf0, k > 1 (8.112)


con (b0, f0) carichi di esercizio e k moltiplicatore dei carichi. Lobiettivo principale
dellAnalisi Limite quello di determinare il valore s del moltiplicatore dei carichi
Moltiplicatore di collasso k sotto il quale si verifica il collasso. Questo valore s si chiama moltiplicatore di
collasso dei carichi. Con riferimento ai carichi di collasso (b, f) e ai carichi sta-
ticamente ammissibili (ba, fa) si pu porre, indicando con s il moltiplicatore di
collasso e con s9 un moltiplicatore staticamente ammissibile secondo le
(8.85),(8.86),(8.87):

b 5 sb0 f 5 sb0 ba 5 s9b0 fa 5 s9f0 (8.113).


Lequazione del teorema della massima dissipazione (8.93), con le posizioni
(8.113), si scrive:

i i i i
s bT0 u dV + f0T u d S s bT0 u dV + f0T u d S (8.114)

V V V V

che, sotto la condizione

i i
bT0 u0 dV + f0T u0 dS > 0 (8.115)
V V

conduce alla

s9 < s (8.116)
la quale afferma che il moltiplicatore limite di collasso s dei carichi maggiore
Moltiplicatore staticamente o uguale a un qualunque moltiplicatore staticamente ammissibile s9. Tramite la
ammissibile (8.116), a ogni distribuzione staticamente ammissibile di tensioni sa, mediante
le equazioni di equilibrio, si associa un minorante s9 del moltiplicatore di collasso
s dei carichi (b, f) agenti.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 693

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 693

8.2.8 Carichi variabili proporzionalmente.


Maggioranti s0 del moltiplicatore limite s
Per un cinematismo ammissibile (u+0, e0+ ), nel caso di carico variabile proporzio-
nalmente secondo le (8.113) nelle quali (b, f) sono i carichi di collasso, la dise-
quazione (8.101), avente il secondo membro nullo, si specifica come segue:

i i i
0 T 0 p dV s bT0 u0 dV + f0T u0 dV 0 (8.117)

V V V

Sotto lipotesi che risulti , la (8.117) si riscrive:


i i


i
0 T 0 p dV bT0 u0 dV + f0Tu0 dS>0
V V
s V
= s (8.118)
i i
bT0 u0 dV + f0T u0 dS
V V

La (8.118) determina, con la quantit al secondo membro, il maggiorante s0 del


moltiplicatore di collasso s. Il numero reale s0 definito un moltiplicatore cine- Moltiplicatore
maticamente ammissibile; esso dato, per ogni prefissato cinematismo ammissi- cinematicamente ammissibile
bile (u+0, e0+ ), dal rapporto fra la potenza di dissipazione interna e quella dei carichi
di esercizio. Il teorema si enuncia: il moltiplicatore di collasso il minimo dei
moltiplicatori cinematici calcolati nella classe dei cinematismi ammissibili.

8.3 j Analisi limite di travi in flessione


elasto-plastica2

Si consideri la trave inflessa (Figura 8.36) sollecitata in flessione retta con mo-
mento flettente M 5 Mx, costituita da materiale elastico-perfettamente plastico

q = qy (z)

Z s
Mx G n
x
V(z)
y
s9
y

Figura 8.36

2
Per approfondimenti sullargomento qui trattato si consulti:
J. Lubliner, Plasticity Theory, Macmillan Publishing Company,1990.
L. Corradi dellAcqua, Meccanica delle Strutture, Vol. 2, McGraw-Hill, 1992.
L. Nunziante, C. DOnofrio, Gli spostamenti delle travi inflesse elastoplastiche, Atti Ist.
Scienza d. Costruzioni, Univ. di Napoli, N.309, sett.1979.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 694

694 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.37

s Y B

e O
e R
R

duttile, avente risposta (s, e) rappresentata in Figura 8.35, a resistenza simmetrica


allo snervamento ss (Figura 8.37).
La trave inflessa elastica gi stata trattata (Capitolo 3) seguendo la trattazione
di Eulero-Bernoulli, fondata sullipotesi cinematica che, a seguito dellinflessione
le sezioni si mantengano ancora piane e ortogonali alla linea deformata dellasse
baricentrico. Detta v(z) la funzione spostamento trasversale che caratterizza la
deformata della trave, la sua curvatura geometrica x 5 xx, in trattazione infini-
tesima per spostamenti e deformazioni (Figura 8.38), vale

= lim d / dz = d2 v / dz2
dz 0

Per materiale omogeneo isotropo linearmente iperelastico, la relazione costitutiva


momento-curvatura
M5kx (8.119)
nella quale si utilizzata la rigidezza flessionale k 5 kx 5 EIx; E il modulo di
Young del materiale e Ix il momento dinerzia della sezione retta rispetto allasse
x. In termini dello spostamento, si ottiene
x 5 2d2v>dz2 5 M>k (8.120)

Figura 8.38

R d

R d

v(z)
d z
y
(y)
z dz
dz
y y (b) (c)
(a)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 695

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 695

e s s s
e h d
2
b(y) h
2
y d
G
x
= y d

e
e s s s
y
(1) (2) (3) (4) (5)

Figura 8.39

Tensioni e deformazioni (Capitolo 6) sz 5 s, ez 5 e sono date dalle


s 5 My>I e 5 My>(EI) 5 My>k (8.121)
Le (8.121) tramite la (8.119), forniscono la relazione di compatibilit spostamen-
to-deformazione
e 5 x y 5 2y d2v>dz2 (8.122)

Sezione simmetrica
Per una sezione simmetrica rispetto agli assi x e y (Figura 8.39), di forma generica,
la tensione massima vale smax 5 M>W, ove si utilizzato il modulo di resistenza
W 5 2I>h, che dipende dalla sola geometria della sezione (Capitolo 6); h laltezza
della sezione; nellambito elastico, il momento soddisfa la relazione M < Wss.
Consideriamo ora un processo di carico che, nella sezione che si analizza, faccia
crescere da zero la curvatura x. Per il valore xe, detto curvatura di limite elastico, Curvatura di limite elastico
le tensioni estreme ai lembi inferiore e superiore della sezione, pervengono ai va-
lori di snervamento 6ss del materiale (Figura 8.39) e la deformazione corrispon-
dente assume il valore di limite elastico ee, punto Y del diagramma di Figura 8.37.
La curvatura di limite elastico, tramite la (8.122) vale:
e = 2e / h = 2s / ( Eh) (8.123)

Il momento presente, detto momento di limite elastico, vale per la (8.119): Momento di limite elastico

Me = EI e = W s (8.124)

Per curvature crescenti al disopra di xe, quindi per incrementi positivi x +, le de-
formazioni ai lembi inferiore e superiore della sezione pi distanti dal baricentro
crescono al disopra del valore di limite elastico ee (Figura 8.39.3): queste zone
entrano dunque in comportamento plastico, mantenendosi ivi le tensioni pari ai
valori di snervamento 6ss (Figura 8.39.4). Si determina cos nella sezione, fra
le due zone plasticizzate, un nucleo ancora elastico di altezza 2d nel quale le ten- Nucleo elastico
sioni presentano andamento lineare, mentre nelle due zone pi lontane dallasse
neutro n 5 x, di altezza (h>2 2 d), le tensioni mantengono il valore costante ;ss.
Questo stato deformativo e tensionale definisce il comportamento elasto-pla- Flessione elasto-plastica
stico della sezione in flessione retta. Anche in ambito elasto-plastico si mante-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 696

696 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

nuta lipotesi cinematica alla base della trattazione di Eulero-Bernoulli, che con-
siste nellipotizzare un andamento lineare in y della deformazione e nella sezione,
Planeit della deformazione e il conseguente mantenimento della planeit della sezione a seguito della defor-
mazione. La curvatura presente nello stato elasto-plastico di carico, vale
= e / d = 0 / ( Ed ) (8.125)

con d , h>2 (Figura 8.39). Il momento, per la sezione in comportamento elasto-pla-


stico, si calcola tramite lequazione di equilibrio alla rotazione intorno allasse x:
+h / 2 d h/2
y
e h
M= b( y) ydy = 2 s b( y) ydy + 2 s yb( y)dy
d
(8.126)
h / 2
d=
0 d
2
Eliminando la ee fra le (8.123) e (8.125) si ottiene , che, sostituita nella
Relazione elasto-plastica (8.126), consente di eliminare la d determinando la relazione elasto-plastica
momento-curvatura momento-curvatura:

e / h/2

M = 2s e y2 b( y)dy + 2 yb( y)dy = 2s S( ) (8.127)

0 e /

Al divergere della curvatura, il primo addendo nella (8.127) svanisce, mentre il


secondo converge verso il valore:
h/2 h/2
M0 = 2s lim
yb( y)dy = 2s yb( y)dy = 2s S (8.128)
e / 0

Momento limite detto momento limite della sezione, o momento di piena plasticizzazione. Lo stato
di tensione limite quello birettangolare di Figura 8.39.5. Lo scalare S che compare
nella (8.128) il momento statico di met sezione (y > 0) rispetto allasse x.

Sezione rettangolare
Si faccia riferimento, a scopo applicativo, alla sezione rettangolare di dimensioni
(b, h) (Figura 8.40), per la quale il modulo di resistenza vale W 5 bh2>6. La cur-
vatura di limite elastico, tramite la (8.123), vale:
e = 2e / h = 2s / ( Eh) (8.129)

el. s s s
el. h d
2
h
2
h y d
G
x
= y d

el.
el. s s s

b (1) (2) (3) (4) (5)

Figura 8.40
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 697

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 697

Il momento di limite elastico (8.124) vale . In ambito elasto-plastico, per la


distribuzione di deformazioni di Figura 8.40.3 e di tensioni di Figura 8.40.4, il
Me = W s = bh2s / 6
momento si calcola come di seguito tramite lequilibrio alla rotazione intorno
allasse x:
+d
h h b b h2 3 d2
M = y d A = s b d + d + s y2dy = s 2 2 (8.130)
2 2 d 6 2 h
A d

e h
Sostituendo la nella (8.130) si perviene alla relazione elasto-plastica momen- d=
to-curvatura per la trave di sezione rettangolare: 2

2 2
M=
bs h2 3 1 e = M 3 1 e
(8.131)
2 2
e
6 2 2

valida per x > xe. Dunque, allaumentare della curvatura al disopra di quella di
limite elastico, il momento pu essere incrementato secondo la (8.131). Al diver-
gere della curvatura, il momento tende al valore
2
3 1 bh2
M0 = lim Me e = Me = s
3
(8.132)
2 2 2 4

detto momento limite della sezione rettangolare. La sezione rettangolare, pertanto,


presenta una resistenza flessionale al limite di collasso che risulta superiore del
50% rispetto al momento di limite elastico. Le tensioni corrispondenti al momento
limite M0 tendono a quelle birettangolari di Figura 8.40.5. In Figura 8.41 ripor-
tato il diagramma della funzione (8.131) momento-curvatura della sezione ret-
tangolare M 5 M(x), sia in ambito elastico sia elasto-plastico fino al collasso,
che viene idealmente raggiunto al divergere della curvatura.
Con procedura simile a quella qui esposta, si possono ottenere i legami ela-
sto-plastici momento-curvatura, per travi aventi sezioni diverse. Similmente, il
ragionamento pu estendersi a materiali con legame costitutivo elasto-plastico
non lineare ed elasto-incrudente. Questa trattazione semplificata non tiene conto
della contemporanea presenza dello sforzo tagliante, che, al crescere del carico,
presenta effetti non sempre trascurabili, modificando taluni risultati. Ulteriori
estensioni della teoria proposta tengono conto delleventuale presenza dello sforzo
assiale. Anche le sezioni prive di simmetrie presentano cerniere plastiche, i cui
aspetti sono presenti nella letteratura specialistica citata.

M/M el. Figura 8.41


Y M 0 = 3/2 M el. P
3/2
1.4 B
1.2

1 < 0
0.8
0.6
0.4
0.2
R / el.
0 0.5 1 1.5 2 2.5 f
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 698

698 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Lespressione sopra ottenuta per il momento limite della sezione rettangolare, in


analogia con la Me 5 Wss, che in ambito elastico utilizza il modulo di resistenza
Modulo plastico W, pu essere posto nella forma , ottenibile tramite la definizione del modulo
plastico S 5 bh2>4, che, come W, dipende dalla sola geometria della sezione.
M0 = s bh2 / 4 = s S Nella Tabella 8.2, con riferimento al materiale linearmente elastico-perfetta-
mente plastico duttile, si riportano i valori del momento di limite elastico e del
momento di piena plasticizzazione, per i tipi pi usuali di sezione, unitamente al
rapporto di efficienza elasto-plastica M0>Me, chiamato anche fattore di forma in
quanto dipendente dalla sola geometria della sezione.

8.3.1 Scarico dalla condizione di momento limite


Per una sezione che sia pervenuta, in fase di carico elasto-plastico (Figura 8.41)
allo stato B, in prossimit del momento limite M0, con una elevata curvatura finale
xf, il nucleo elastico si ridotto a un intorno infinitesimo dellasse neutro e le
tensioni presentano allincirca landamento a doppia bandiera, come quella di
Figura 8.40.5 per la sezione rettangolare. Se da questo punto del processo di carico
si immagina di effettuare un processo cosiddetto di scarico della sezione, appli-
cando incrementi negativi di curvatura x + , 0, ciascun punto della sezione, nel
quale presente la tensione ;ss, per effetto della corrispondente riduzione della
deformazione e +, riprende allo scarico la risposta elastica, come rappresentato nel
tratto BR di scarico del materiale plastico in Figura 8.37. La sezione presenta
Scarico elastico dunque uno scarico elastico. Lo scarico completo avviene per lapplicazione di
un incremento del momento pari a DM 5 2 M0, per il quale gli incrementi della
curvatura, delle tensioni e delle deformazioni sono rispettivamente:
= M0 / k = M0 y / I
(8.133)
= M0 y / ( EI ) = M0 y / k

La sezione presenta, nel diagramma (M, x), la risposta del tratto di scarico BR
(Figura 8.41). Alla fine dello scarico, in presenza di momento nullo M 5 0, pre-
sente una curvatura residua xr 5 xf 2 M0>k: la risposta irreversibile del compor-
tamento elasto-plastico del materiale, infatti, impedisce che la sezione ritorni nella
sua configurazione iniziale indeformata e priva di sforzo. Le tensioni nella sezione,
nello stato R, alla fine del percorso di carico-scarico, sono ottenibili sommando
a quelle del diagramma birettangolo quelle date dalle (8.133). In Figura 8.42 si
riporta il tipico diagramma delle tensioni residue allo scarico per la sezione ret-

s +M/W

s bh/2
h/2 2
M0

s bh/2
h/2

+ s M/W

Figura 8.42
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 699

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 699

Tabella 8.2
Rapp. di efficienza
Momento di limite elastico elasto-plastica
Sezione Me Momento limite M0 Fattore di forma M0>Me

h
ssbh2>6 ssbh2>4 1.5

b
Rettangolare b, h

h
ssbh2>24 ssbh2>12 2.0

Romboidale b, h

d
sspd3>32 ssd3>6 _ 1.70

Circolare diametro d

d
s 1.27 Al limite
sspd3[1 2 (122s>d)4]>32 ssd3[1 2 (122s>d)3]>6
per s>d S 0

Corona circolare sottile d, s

h
ssbh2>24 (
s bh2 2 2 / 6 ) _ 2.37

Triangolare isoscele b, h

a h Variabile.
s bh2 (b a)h '3 / h / 6 s ( A ah) (h + h ') + ah2 / 4 Per i NP:
_ 1.14
b
A doppio T: b, h, h9, a
A

h
ssAh ssAh 1
A
A doppio T ideale A, h
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 700

700 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

tangolare, che presenta risultante assiale nullo ed auto-equilibrato anche alla ro-
tazione, nel rispetto delle equazioni:
+ h /2 + h /2
M= r b( y) y d y = 0 N= r b( y) d y = 0
h /2 h /2

Se a partire dal punto R, corrispondente allo stato della sezione scaricata dallo
stato plastico, si assegnano incrementi negativi di curvatura x +, 0, la sezione ri-
prende il percorso elastico; la plasticizzazione della sezione, nel verso opposto,
inizia per il valore del momento M 5 2bh2ss>12 5 2Me>2, mentre il momento
limite nel verso opposto conserva il valore originario 2M0.

8.3.2 Cerniera plastica


La condizione di piena plasticizzazione della sezione sopra analizzata, che vede
lo stato di tensione in condizione limite come quello birettangolo di Figura 8.40.5,
Cerniera plastica corrisponde alla formazione della cosiddetta cerniera plastica, la quale, in pre-
senza del momento limite ;M0, dotata della capacit di sopportare incrementi
di curvatura plastica aventi lo stesso segno del momento agente, quando funziona
in modo attivo. Essa pertanto una cerniera monolatera, o monodirezionale, in
quanto, per incrementi di curvatura di segno opposto, vede, al contrario, la sezione
riacquistare il comportamento iniziale, con il ritorno elastico.
Nella zona elasto-plastica presente una deformazione plastica irreversibile.
Il risultato che, fra le due parti della trave separate da una cerniera plastica
attiva, dunque presente una rotazione relativa Dw del segno consentito (Figura
8.43), equivalente a tutti gli effetti a una distorsione concentrata di rotazione re-
lativa plastica del tipo gi trattato (Capitolo 3). Per semplicit, di norma, la cer-
niera plastica viene considerata come un dispositivo concentrato in una sola se-

Figura 8.43
2c

M0 M0


08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 701

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 701

zione, ma in realt la sua configurazione ed estensione richiedono unanalisi pi


dettagliata, che qui di seguito, anche se in sintesi, si introduce.
Nella fase di risposta elasto-plastica, il momento (8.126) esprimibile in fun-
zione della semiampiezza d del nucleo elastico
+h / 2 d h/2
y
M= b( y) ydy = 2 s
d
b( y) ydy + 2 s yb( y)dy = M (d )
h / 2 0 d (8.134)
Me M ( z ) M0

Daltra parte, per strutture isostatiche, il momento si pu esprimere tramite sole


equazioni di equilibrio quale funzione dei carichi e della geometria, secondo
la relazione
M 5 M(F, q, L) (8.135)
esso non dipende dunque dal materiale. La sostituzione della (8.135) nella (8.134)
permette di ottenere la semidimensione del nucleo d in funzione della geometria
e dei carichi, secondo lequazione
d 5 d(F, q, L) (8.136)
La (8.136), per valori prefissati del carico, fornisce dunque la funzione d 5 d(z),
la quale definisce landamento del contorno del nucleo elastico che si forma nella
trave in condizioni di lavoro elasto-plastico.
Nel seguito si deducono, per lo schema statico di Figura 8.44, le funzioni
d 5 d(z) per alcuni tipi di sezione.

Sezione rettangolare
Le (8.134), (8.135), (8.136) per la trave di Figura 8.44 e per sezione rettangolare,
assumono la forma:

M = s b(h2 / 4 d2 / 3) M = F ( L / 2 z ) / 2
d = 3h2 / 4 3FL (1 2 z / L ) / (4s b)

Lespressione ottenuta per d, particolarizzata con le condizioni iniziali (z 5 0,


d 5 0) determina per F il valore di collasso e in corrispondenza di questo il mo-
mento limite:
F0 = s bh2 / L M = M0 = F0 L / 4 = s bh2 / 4

Per valori della forza Fe < F < F0 superiori a quella di limite elastico
Fe 5 8ssI>(Lh) 5 4ss W>L
la d 5 d(z) presenta un diagramma come quello riportato nella Figura 8.44. So-
stituendo nellespressione qui sopra aggiornata di M(z) il valore della forza limite
F0 5 ssbh2>L e imponendo la condizione d 5 h>2, si determina la semiampiezza
c della cerniera plastica, cio dal tratto elasto-plastico della trave, in condizioni
di collasso (F 5 F0; Mmax 5 M0), ottenendo 2c 5 L>3. Alla formazione della cer-
niera plastica, le due zone plastiche superiore e inferiore entrano in contatto, al
centro della trave, e sono possibili rotazioni relative positive delle due met di
trave. Lestensione della cerniera elasto-plastica dunque notevole nella trave, in
contrasto con la posizione semplificata che nelle applicazioni tecniche la considera
concentrata in una sola sezione.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 702

702 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.44 b
s s
el.
G h d
x
+el.

y +s +s
F
Fe F F0

0 d(z)
z

y
L

0
z
y
ME
M0
F0

y 0
z

y c

z
y

ME
MP

2c = L
3

Sezione circolare
M= M1e + M2p = In questo caso (Figura 8.45), la (8.134) si particolarizza , ove
= s ( Ie + 2Sp ) I e = R 4 (4 sen 4 ) / 8 S p = 2( R cos )3 / 3 d = R sen

La (8.134) diventa, nelle zone elastoplastiche:

M = s R3 (4 sen 4 ) / (8 sen ) + (4 cos3 ) / 3 (8.137)


in cui largomento u 5 u(z) costituisce, per questa sezione, il parametro equiva-


lente a quello d 5 d[M(z)]. Alla piena plasticizzazione della sezione centrale ven-
Mo = 4s R3 / 3 gono attinti i valori limite di collasso ; in tale condizione limite, la funzione
momento diventa , che, sostituita nella (8.137), porge:
F0 = 16s R3 / (3 L )
s R3 (4 sen 4 )/(8 sen )+(4 cos3 ) / 3 = 8(s R3 / L )( L / 2 z )/ 3 (8.138)
M( z )=
= 8(s R3 / L )( L/2z )/3 la quale fornisce la cercata relazione u 5 u(z). Risolvendo rispetto a z la (8.138) con
la condizione u 5 p>2, si ottiene lestensione della zona elasto-plastica al collasso:
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 703

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 703

s s Figura 8.45
el.
d 2d
G
2R x
+ el.

y + s + s

F0

d(z) 0
z

y
L
0
z
y

ME

M0
2c = 0.411 L

s s

Ri Re el.
d
G
x d
+ el.

y + s + s

2c = L (1 3 / 16) 0.411 L

Come si pu vedere, (Figura 8.45) lestensione della cerniera plastica, nel caso
di sezione circolare, diventa di poco inferiore a met luce della trave.

Sezione a corona circolare


La stessa procedura sopra esposta, applicata alla sezione a corona circolare, de-
termina per la trave lestensione della cerniera plastica di valore .
2c = L (1 / 4) L / 5
8.3.3 Inflessione della trave elasto-plastica
Nello studio delle strutture elasto-plastiche, generalizzata labitudine, peraltro
assai comoda ed efficiente, di semplificare la risposta momento-curvatura (M, x)
della trave del tipo di quella di Figura 8.41, assumendo al suo posto la risposta
bilatera del tipo elastico-perfettamente plastico OYP. Questa assunzione sempli-
ficatrice trascura leffettiva evoluzione dellandamento momento-curvatura al di-
sopra del momento di limite elastico, nellintervallo dei momenti M . Me, e tende
a estrapolare linearmente la risposta elastica fino al punto Y corrispondente al va-
lore limite del momento M0. Questa approssimazione accettabile, ai fini tecnici,
solo se la differenza (M0 2 Me) piccola. Mentre al fine del calcolo tecnico dei
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 704

704 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

carichi di collasso delle strutture tale approssimazione sembra accettabile, non lo


pi se si desiderano determinare spostamenti e deformazioni delle strutture, in
quanto, per leffettivo comportamento elasto-plastico, al crescere del momento al
disopra di quello di limite elastico Me, le curvature crescono molto rapidamente
arrivando idealmente a divergere e con esse le deformazioni e gli spostamenti.
Al fine di lumeggiare il problema, si analizzer di seguito la risposta di una
trave inflessa isostatica in ambito elasto-plastico. Qui sopra stata ottenuta la re-
lazione (8.126) momento-curvatura per la trave inflessa elasto-plastica:
+h / 2 d h/2
s
M= b( y) ydy = 2
d y2 b( y)dy + 2s yb( y)dy (8.126)
h / 2 0 d

Definendo nella (8.139) rispettivamente con Ie il momento dinerzia del nucleo


elastico e con Sp il momento statico di una delle zone plastiche rispetto allasse x:
d h /2
Ie = 2 y2 b( y)dy Sp = yb( y)dy
0 d

lespressione del momento elasto-plastico (8.126) assume la forma pi compatta


e significante:
M 5 ssIe>d 1 2ssSp (8.139)
La (8.139), per il fine che qui ci si propone, risolve completamente il problema
della sollecitazione nelle sezione, in quanto fornisce la relazione
M 5 M(d) (8.140)
la cui inversa
d 5 d(M) (8.141)
Infatti, assegnato il momento flettente e nota la geometria della sezione, tramite
la (8.141) si determina laltezza (2d) del nucleo elastico e laltezza (h>2-d) di cia-
scuna delle due zone plasticizzate. Viceversa, fissata la dimensione d del nucleo
elastico, la (8.139) determina il momento agente.
Se la trave isostatica, il momento flettente una funzione
M 5 M(z) (8.142)
della sola ascissa z e dei carichi agenti, deducibile tramite equazioni di equilibrio.
Le (8.141), (8.142) e (8.143) permettono di esprimere la semialtezza del nucleo
elastico d quale funzione di z:
d 5 d[M(z)] (8.143)
Nelle zone a comportamento elasto-plastico della trave, la curvatura (8.125) vale
= d 2 v / dz2 = , che tramite la (8.143), si riscrive

= e / d = 0 / ( Ed ) d2 v / dz2 = s / {E d M ( z ) } (8.144)

valida per Me < M(z) < M0. La (8.144) lequazione differenziale della trave
inflessa nei tratti elasto-plastici. Nei tratti elastici lequazione differenziale la
(8.120) gi ottenuta precedentemente .
= d2 v / dz2 = M / k Nelle travi isostatiche, la (8.120) e la (8.144) possono agevolmente essere in-
tegrate, essendo il secondo membro una funzione nota di z. La procedura da uti-
M Me lizzare la seguente.
a) La trave sia partizionata in m tratti di sezione costante, tali che in n di questi
(n , m) nei quali il momento eccede il valore di limite elastico Me < )M) < M0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 705

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 705

valga lequazione differenziale (8.144); nei rimanenti (m-n) tratti, a risposta


elastica )M) < Me, vale la (8.120). Sia vi il vettore degli m integrali generali
delle equazioni differenziali (8.120) e (8.144), dipendente da 2m costanti in-
cognite. Il vettore degli integrali particolari vj viene determinato imponendo
le condizioni ai limiti di continuit di spostamenti e rotazioni, valide nelle se-
zioni sj di contatto fra due tratti successivi
vi 5 vi11 dvi>dz 5 dvi11>dz (8.145)
o le analoghe in corrispondenza delle sezioni vincolate vi 5 vjvinc,
dvj>dz 5 v9jvinc. Le condizioni ai limiti sono di numero 2m, pari a quello delle
incognite costanti di integrazione, che possono pertanto essere determinate,
deducendosi gli integrali particolari soluzione.
b) Nelle strutture aventi r iperstatiche, nelle quali queste dipendono dalle defor-
mazioni, va risolto di concerto anche il problema iperstatico, scrivendo, oltre
alle equazioni del punto a), altre r equazioni di congruenza. Il problema risulta
in generale, di difficile soluzione in forma chiusa. Soluzioni possono essere
ricercate tramite discretizzazione e a mezzo di metodi numerici come gli Ele-
menti Finiti.

Linflessione della trave elasto-plastica: un esempio3


A titolo esplicativo della procedura sopra delineata, finalizzata allintegrazione
della deformata della trave elasto-plastica, si considera qui la trave doppiamente
appoggiata di Figura 8.44, di materiale elastico-perfettamente plastico duttile, di
sezione rettangolare avente le dimensioni (b, h), caricata da una forza F in mez-
zeria. La forza verr fatta crescere con amplificazione proporzionale, tramite il
moltiplicatore g, secondo la F 5 g Fe. Al crescere di g, la forza assume tutti i
valori appartenenti allintervallo della risposta elasto-plastica.
Per
2s bh2 bh2
= Fe g F F0 = s
3L L

il moltiplicatore g varia nellintervallo g P (1, 3>2) della risposta elasto-plastica.


Lequazione differenziale della deformata, nei tratti elastici, la (8.120):
d2 v M
2
= M Me
dz k

Essa presenta lintegrale generale:


3gFe Lz2 gFe z3
v = + + C1z + C2 (8.146)
2 Ebh3 Ebh3

e di conseguenza:
3gFe Lz 3gFe z2
v'= + + C1 (8.147)
Ebh3 Ebh3

Nei tratti elasto-plastici, indicando con vp lo spostamento, lequazione differen-


ziale quella (8.144):

3
Le elaborazioni di questo paragrafo sono state revisionate dal Dottorando Ing. F. Caran-
nante.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 706

706 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

d2 v p s
= Me M M 0
dz 2 E d M ( z )

che si esplicita:

d2 vp 2s3 / 2 b
=
dz2 E 3bh2s 3gFe ( L 2 z )

ottenuta imponendo

3 2 gFe ( L 2 z )
d= h
2 b s

Lintegrale generale dello spostamento nelle zone elasto-plastiche :


3/ 2
2 b s3 / 2 3gFe ( L 2 z ) + 3s bh2
vp = + k1z + k2 (8.148)
27 E g2 Fe2

e di conseguenza

2 b s3 / 2 3gFe ( L 2 z ) + 3s bh2
v 'p = + k1 (8.149)
3E g Fe

2s bh2 Sostituendo il valore della forza nella (8.148) e imponendo , la (8.148) de-
Fe =
3L termina per la z il valore c costituente la semiampiezza della parte di trave a com-
portamento elasto-plastico in funzione del moltiplicatore di carico g:
h
d=
2 L ( g 1) L bh2s
c= = (8.150)
2g 2 3 gFe

Allo scopo di determinare lo spostamento della trave tramite la (8.146) e la (8.148)


con gP(1, 3>2), si ricava lintegrale particolare delle funzioni v(z) e vp(z) soddi-
sfacente le seguenti quattro condizioni ai limiti:

v ( z = c) = v ( z = c)
p

v 'p ( z = c) = v '( z = c)

v ( z = L / 2) = 0

v '( z = L / 2) = 0

queste condizioni forniscono i valori delle costanti di integrazione:


bs3 / 2 10 h3 (bs ) 9 3gFe L bh2s gFe L
3/ 2

k1 =
27 E g2 Fe2
2s3 / 2 b (bh2s gFe L )
k2 =
3E g Fe
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 707

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 707

C1 =

(
L 3Fe2 g2 L2 + 4 bh3s 3bhs 2 3bs (bh2s gFe L )
)
24 b E g Fe h3

C2 =
(
9 Fe2 g2 L2 + 4 bh3s 3bhs + 2 3bs (bh2s gFe L ) )
12 b E g Fe h3


s L2 5 (3 + g) 3 2 g
vmax = vp ( z = 0) =
Eh 6 g2

Per g 5 1 si ha:

s L2 L2
vmax = = 0.167 s
6Eh E h

Per g 53>2 si ha:

10 s L2 L2
vmax = = 0.37 s
27 E h E h

Le quattro costanti k1, k2, C1, C2 qui sopra determinate in funzione del moltipli-
catore di carico g, sostituite nelle (8.146) e (8.148) determinano la funzione spo-
stamento vp, 0 < z < c; v, c < z < L>2.
Facendo assumere a g i valori compresi nellintervallo gP(1, 3>2), si ottiene
la funzione spostamento cercata in ambito elasto-plastico.

Spostamenti nella condizione di limite elastico


In questo caso si pone g 5 1. Il campo di spostamento della trave definito dalla
sola funzione:

s L2 1 z2 2 z s L2 L2
v (z) = g 1 vmax = v ( z = 0) = = 0.167 s
Eh 6 L2 3 L 6E h E h

Spostamenti nella condizione di incipiente collasso


In questo caso si pone g 5 3>2. Nel tratto elasto-plastico si ha:

( L 2 z )(3 L 2 z )( L + 2 z )s 2(5 L2 6 6 L z3/2 )s


v (z) = vp ( z ) =
8E h L 27 E h

10 s L2 L2
vmax = vp ( z = 0) = = 0.37 s
27 E h E h

In Figura 8.46, si riporta con il simbolo wc il grafico dello spostamento allinci-


piente collasso per la trave elasto-plastica considerata; si riporta inoltre con il
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 708

708 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.46 F

0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 z/L

0.1 g=1
we
0.2 w*
0.3 g= 3
2
0.4 wc

0.5
vhE
c L 2

F
Fa B C

Fe A

0 we w* wc

simbolo we il diagramma degli spostamenti della trave inflessa al limite di elasti-


cit, cio per g 5 1. Si riporta altres con il simbolo w* il diagramma degli spo-
stamenti abitualmente calcolato in corrispondenza del carico sotto il quale si forma
la cerniera plastica, sotto lipotesi che il comportamento elastico venga prolungato
fino al carico di collasso F0: ci corrisponde allassunzione del legame costitutivo
momento-curvatura elastico-perfettamente plastico raffigurato in Figura 8.41 con
la bilatera tratteggiata OYP.
Si pu notare che la deformata wc pi ampia di quella w*. Nella sezione di
mezzeria lo spostamento effettivo pi grande del corrispondente valore w* abi-
tualmente assunto nella pratica tecnica. In Figura 8.46 si riporta altres il dia-
gramma forza spostamento (F, w) per la sezione di mezzeria della trave. Si noti
che per la trave in questione, di sezione rettangolare, risulta F0>Fe 5 1.5, cos
come vale 1.5 il rapporto wc>we per la sezione di mezzeria.
La soluzione approssimata basata sullassunzione della legge momento-cur-
vatura approssimata bilatera OYP conduce alla risposta forza-spostamento di mez-
zeria della trave, dato dalla bilatera OBC. Leffettiva risposta invece data dalla
curva mistilinea OAC. evidente che leffettiva risposta plastica pi ampia di
quella approssimata. Ciononostante, luso della bilatera elastica-perfettamente
plastica OBC, basato sullipotesi che la cerniera plastica si formi alla fine del
comportamento elastico (bilatera OYP del legame momento-curvatura), si molto
diffuso nella pratica tecnica, in quanto, pur portando a una risposta approssimata,
semplifica molto lanalisi strutturale.
Il rapporto, calcolato per la sezione di mezzeria wc>we 5 2.22, d unidea
dellescursione in ambito elasto-plastico della trave fra limite elastico e collasso:
nella trattazione approssimata richiamata qui sopra lescursione della risposta
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 709

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 709

elasto-plastica corrispondente minore, in quanto misurata dal rapporto


wc>we 5 1.48. Questa risultato conduce pertanto a una apparente riduzione della
duttilit della struttura dovuta a una sovrastima della sua risposta elastica: a
parit di carico, gli spostamenti effettivi risultano maggiori e pertanto vengono
sottostimati.

8.3.4 Analisi limite delle travi inflesse


La risposta elasto-plastica delle travi piane inflesse, sopra introdotta, evidenzia la
necessit per le analisi di deformazione o di spostamento delle travi in regime
elasto-plastico, o per la risposta in presenza di geometrie particolari o di intera-
zione fra diverse sollecitazioni, di approfondire largomento sulla bibliografia spe-
cialistica esistente. Ai fini della deduzione dei carichi di collasso delle strutture
costituite da insiemi di travi inflesse, per le quali prevalente anche in ambito
elasto-plastico la parte flessionale della risposta deformativa, invece possibile
formulare una semplice teoria i cui risultati hanno ricevuto importanti conferme
sperimentali.
A tale fine, si prende per esempio, la bilatera OYP della risposta momento-
curvatura rappresentata in Figura 8.41 per generalizzarne luso. In particolare, nel
seguito si utilizzer un modello di trave inflessa elasto-plastica fondato sulle se-
guenti assunzioni.
La trave, in ambito elastico, presenta il legame costitutivo momento-curvatura
gi definito nel Capitolo 3 M 5 kx. Al crescere dei carichi, se in una sezione
viene raggiunto il limite di resistenza flessionale ;M0, nasce una cerniera plastica
che viene considerata un dispositivo concentrato nella sezione. Nella sezione sede
di formazione della cerniera plastica, si assume che possano nascere rotazioni re-
lative concentrate ;Dw di tipo plastico dello stesso segno del momento presente.
Il legame costitutivo incrementale (M, Dw) della cerniera plastica regolato dalle
seguenti posizioni.
a) La funzione f(M) 5 )M) 2 M0 5 0 definisce la frontiera del dominio di pla-
sticizzazione flessionale, che per resistenza flessionale simmetrica costituito
dallintervallo numerico (2M0, 1M0).
b) Per f(M) 5 )M) 2 M0 5 0, DM 5 0, pu nascere nella sezione una rotazione
relativa plastica concentrata di valore Dw 5 l sign(M) df(M)>dM, con l > 0
moltiplicatore plastico. presente nella sezione una cerniera plastica. Per
l . 0 la rotazione relativa nasce effettivamente e la dissipazione che ne risulta
in ogni caso positiva: (;M0) D w > 0. Questa condizione di stabilit della
cerniera plastica essenzialmente dovuta al fatto che, alla sua attivazione,
necessario un lavoro esterno positivo per consentire lesplicazione dellincre-
mento della rotazione relativa Dw.
c) Per M 5 M0, DM , 0, oppure M 5 2M0, DM. 0, la risposta incrementale
quella di scarico elastico presieduta dalla Dx 5 k DM, con k 5 EI rigidezza
flessionale elastica.
d) Per f(M) 5 )M) 2 M0 , 0, la risposta incrementale quella elastica presieduta
dalla Dx 5 k DM.

Stabilit della cerniera plastica


Si consideri una sezione nella quale sia presente il momento M soddisfacente la 0

=
condizione b): f(M) 5 )M) 2 M0 5 0, )DM) 5 0 e sia nulla o diversa da zero,
0
la corrispondente rotazione relativa: risulta MDw 5 M0)Dw) > 0. Per un altro qual-
siasi valore ammissibile del momento Ma, che per sua definizione appartiene al-
lintervallo (2M0, 1M0), si ha Ma < M0 e pertanto MDw 5 sup(MaDw) 5 M0 )Dw)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 710

710 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Stabilit della cerniera plastica da cui discende la condizione cosiddetta di stabilit per la cerniera plastica
(MDw) > (MaDw), che si pu anche scrivere
(M 2 Ma)Dw > 0 5Ma (8.151)
Se invece si considera un qualunque momento di sicurezza, per il quale vale la
disequazione stretta )Ms) , M0, la condizione di sopra, per Dw ? 0, diventa quella
stretta di stabilit
(M 2 Ms)Dw . 0 5Ms (8.152)

Collasso plastico delle travi inflesse


Si definisce collasso plastico lo stato della struttura che in presenza dei carichi
(qc, Fci) corrisponde alla formazione di un numero di cerniere plastiche tale da
farla pervenire alla formazione del meccanismo di collasso: la struttura diviene
un cinematismo labile. Al collasso nasce un campo di velocit di spostamento n +
tipico dei cinematismi dei corpi rigidi, che nelle sezioni sedi di formazione delle
cerniere plastiche accompagnato da incrementi compatibili di rotazioni relative
concentrate Dw + di tipo plastico irreversibile. Altrove, nella fase di collasso, si-
milmente a quanto mostrato per il collasso del continuo elasto-plastico, non na-
scono incrementi di sollecitazione n di curvature elastiche.

Sollecitazioni staticamente ammissibili


Una distribuzione di sollecitazioni sa 5 [Na Ta Ma]T, soddisfacente con i carichi
(qja, Fia) le equazioni di equilibrio interno della trave dT a>dz 5 2q, dMa>dz 5 T a
e la disequazione di ammissibilit plastica f(Ma) < 0, si definisce una sollecitazione
staticamente ammissibile. I carichi (qja, Fia) si definiscono carichi ammissibili.

Sollecitazione di sicurezza
Una distribuzione di sollecitazioni ss 5 [Ns Ts Ms]T, soddisfacente con i carichi
(qjs, Fis) le equazioni di equilibrio interno della trave dT s>dz 5 2q, dMs>dz 5 Ts e
quelle ai limiti Ts 5 Fy, Ms 5 M, Ns 5 Fz e soddisfacente altres nella trave la di-
sequazione stretta di ammissibilit plastica f(Ms) , 0, si definisce una sollecitazione
staticamente sicura. Si definiscono di sicurezza i corrispondenti carichi (qjs, Fis).

Cinematismo ammissibile
Lassegnazione in alcune sezioni della trave di cerniere plastiche, che rendano la
struttura labile e permettano la nascita di una distribuzione di velocit iniziali di
spostamento n0+ da corpi rigidi vincolati tipica dei cinematismi (Capitolo 2), ac-
compagnata nelle cerniere plastiche dagli incrementi delle velocit di rotazioni
relative plastiche Dw0+ compatibili con n0+ , si definisce un cinematismo ammissibile
(n0+ , Dw0+ ).

8.3.5 Primo teorema statico del collasso plastico


delle travi
Assegnato un programma di carico [qj(t), Fi(t)], lesistenza di un campo di sforzi
di sicurezza ss 5 [Ns Ts Ms]T, equilibrato con i carichi in ogni istante del pro-
gramma di carico, condizione sufficiente affinch il collasso della struttura non
i i avvenga. Per dimostrare questo teorema basta rammentare che al collasso si ve-
qc = 0, Fic = 0 rificano incrementi di rotazioni relative Dw + nelle cerniere plastiche sotto il carico

di collasso (qc, Fic) mantenuto costante . Sia s 5 [N T M]T lo stato di solleci-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 711

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 711

tazione presente al collasso nella struttura, equilibrato con i carichi di collasso


(qc, Fic). La dimostrazione viene fatta per assurdo, ipotizzando che, in presenza
dei carichi di collasso (qc, Fic), esista per la struttura uno stato di sollecitazioni di
sicurezza ss 5 [Ns Ts Ms]T equilibrato con i carichi. Lo stato di sollecitazione
(s 2 ss) auto-equilibrato, in quanto sia s sia ss sono per ipotesi in equilibrio con
gli stessi carichi (qc, Fci). La scrittura dellEquazione delle Potenze Virtuali per
lo stato di sollecitazione (s 2 ss) e per il cinematismo di collasso (n,+ Dw)+ fornisce i
, equazione che contrasta con la condizione di stabilit delle cerniere plastiche ( M Ms ) = 0
j
. Ne consegue la dimostrata impossibilit dellesistenza di stati di sforzo di si-
curezza in presenza della condizione di collasso. Risulta pertanto dimostrato che
lesistenza di uno stato di sforzo ss 5 [Ns Ts Ms]T staticamente sicuro in equilibrio i
con i carichi agenti implica che il collasso non avvenga. Sul presente teorema si ( M Ms ) > 0 M s
basa un metodo per escludere che si verifichi il collasso della struttura sotto as-
segnati carichi (q, Fi), che fondato sulla ricerca di uno stato di sollecitazioni di
sicurezza in equilibrio sotto gli assegnati carichi. Si sottolinea che la ricerca di
queste sollecitazioni prescinde dalla conoscenza della soluzione elastica del pro-
blema e dallo stesso legame costitutivo elastico, in quanto fondata sul solo equi-
librio.

8.3.6 Secondo teorema statico del collasso plastico


delle travi: teorema della massima dissipazione
Alla luce della condizione di stabilit della cerniera plastica (M 2 M)Dw+ > 0,
5Ma, con riferimento alla sollecitazione M presente nella struttura sotto i carichi
di collasso (qc, Fic) e al corrispondente cinematismo di collasso (n,+ Dw)+ e per una
qualunque sollecitazione ammissibile Ma in equilibrio sotto i carichi staticamente
ammissibili (qa, Fia), si ottiene

M i Ma i M a (8.153)
j j

in cui le somme sono effettuate rispetto alle sezioni sedi di cerniere plastiche. Il
Principio delle Potenze Virtuali associa alla disequazione precedente la
i i i i
qc v d z + j Fcj v j qa v d z + j Faj v j (8.154)
L L

la quale afferma che la dissipazione al collasso del carico limite maggiora la po-
tenza di dissipazione di un qualunque carico staticamente ammissibile per il ci-
nematismo effettivo. In altre parole, il funzionale della potenza dei carichi, cal-
colato sui carichi ammissibili, presenta un massimo per il carico limite di collasso.
La (8.154) esprime il Teorema della Massima Dissipazione del carico di collasso,
nei confronti di un qualunque carico ammissibile.
La condizione sopra ottenuta tramite la condizione di stabilit

M i Ma i M a
j j

peraltro consente di affermare che

la potenza di dissipazione interna delle sollecitazioni presenti al collasso, per gli


incrementi di velocit di rotazione nelle cerniere plastiche del cinematismo di col-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 712

712 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

lasso, maggiora quella dovuta a una qualunque sollecitazione staticamente ammis-


sibile.

8.3.7 Teorema cinematico del collasso plastico per le travi


Tramite una scelta di posizionamento di cerniere plastiche capaci di rendere la
struttura labile, si definisca il cinematismo ammissibile (n0+ , Dw0+ ), come sopra in-
trodotto. Si faccia altres riferimento al sistema carichi-sollecitazioni (q, Fic, N, T,
M) effettivamente presente al collasso, in presenza delleffettivo cinematismo di
collasso (n,+ Dw).+ Grazie allequilibrio del sistema carichi-tensioni e alla compati-
bilit dei due cinematismi considerati, il Principio delle Potenze Virtuali consente
di scrivere, per i carichi di collasso e per i due cinematismi, le due equazioni:

i i i i i i
M 0 qc v0 d z Fc v0 =0 M qc v d z Fc v =0
L L

i
M 0 Nel primo integrale, la somma effettuata sulle sezioni di allocazione delle
cerniere plastiche del cinematismo ammissibile scelto (n0+ , Dw0+ ), mentre M il
valore ivi assunto dalla funzione M(z) momento effettivo al collasso nella trave.
Nella sezione, per il legame associato dello scorrimento plastico, allesplicazione
dellincremento della rotazione relativa Dw0+ , si associa il valore ;M0, tale che
MDw0+ > 0. Si ha )M) 0 M0, in cui M assume il significato di sollecitazione am-
missibile. Risulta pertanto MDw0+ < M0Dw0+ , tramite la quale la prima equazione
si pu trasformare nella disequazione

i i
M0 0 qc v0 dz Fc vi 0 0
L

il cui primo membro definisce la Potenza di Dissipazione Totale.


Si ottiene anche tramite la seconda equazione, la disequazione:

i i
a = M0 0 qc v0 dz Fc v0 M i qc v dz Fc v
i i i

L L

la quale afferma che


la Potenza di Dissipazione Totale presenta un minimo in corrispondenza del cine-
matismo di collasso.

Il funzionale Potenza di Dissipazione Totale si compone della Potenza Interna e


dellopposto della Potenza dei Carichi:

i i i i i
D = M0 0 W = qc v0 d z + Fc v0
L

ed definito nella classe dei cinematismi ammissibili (n0+ , Dw0+ ).


Si nota qui esplicitamente che i valori del momento M0 introdotti nella dise-
quazione, in generale, non soddisfano lequilibrio del sistema carichi-tensioni al
collasso (qc, Fic, N, T, M).
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 713

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 713

8.3.8 Moltiplicatore di collasso delle travi sotto carichi


variabili proporzionalmente
I carichi agenti sulla trave varino proporzionalmente secondo le relazioni q 5 kq,
F 5 kF, ove q, F sono carichi di esercizio e k > 1 il moltiplicatore dei carichi.
Il valore s del moltiplicatore dei carichi capaci di fare collassare la trave qc 5 sq,
Fc 5 sF, si chiama moltiplicatore di collasso. I carichi staticamente ammissibili,
sopra definiti, sono ottenibili tramite un moltiplicatore staticamente ammissibile
s9 nella forma qa 5 s9q, Fa 5 s9F.

Minoranti s9 del moltiplicatore di collasso delle travi


Con riferimento ai carichi di collasso qc 5 sq, Fc 5 sF e a un carico staticamente
ammissibile qa 5 s9q, Fa 5 s9F, il teorema della Massima Dissipazione sopra di-
mostrato consente di scrivere la disequazione:
_ _
s q vi d z + F j vi j s ' q vi d z + F j vi j
_ _
L j L j _
q vi d z +
F j vi j > 0
_

L j
che, sotto lipotesi che risulti , conduce alla s9 < s, la quale afferma che

il moltiplicatore limite di collasso dei carichi s non inferiore a un qualunque mol- Moltiplicatore statico
tiplicatore staticamente ammissibile s9.

Maggioranti s0 del moltiplicatore di collasso delle travi


Per un cinematismo ammissibile (n0+ , Dw0+ ), la disequazione

i i i
M0 0 qc v0 d z Fc v0 0
L

del teorema cinematico si pu scrivere nella forma:


M0 0 s q v0 d z + F j v0j 0
i _ i _ i

L j

che, sotto lipotesi di positivit della quantit in parentesi quadra, determina la


disequazione:

i
s
M0 0 = s
_i _ i (8.155)
q v0 d z +
F j v0j
L j

la quale definisce la quantit s0 costituente quello che si chiama un moltiplicatore Moltiplicatore cinematico
cinematico, che maggiora il moltiplicatore di collasso s. Il numero reale s0, detto
anche moltiplicatore cinematicamente ammissibile, per ogni prefissato cinemati-
smo ammissibile, fornito dal rapporto fra potenza di dissipazione interna e po-
tenza dei carichi di esercizio.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 714

714 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

8.3.9 Esempi di analisi limite di sistemi di travi inflesse


sotto carichi variabili proporzionalmente
Come gi fatto per i continui, qui di seguito si sviluppano alcuni esempi di analisi
limite di sistemi di travi inflesse, utilizzando i teoremi statico e cinematico del-
lAnalisi Limite, per dedurre i moltiplicatori di collasso.

j Esempio 8.7 Trave incastrata e appoggiata

Mediante il teorema statico dellanalisi limite per carichi variabili proporzional-


mente, si vuole determinare il valore di collasso qc del carico trasversale uni-
formemente distribuito q per la trave inflessa di Figura 8.47. La resistenza fles-
sionale della trave inflessa sia rappresentata dal momento limite M0 . 0. A ogni
valore ammissibile qa del carico, per definizione, corrisponde una funzione mo-
mento flettente Ma(z) equilibrata e compatibile. Questa funzione, nel caso in
questione, pu porsi nella forma: Ma(z) 5 2qaz2>2 1 Az 1 B. Tramite la con-
dizione di equilibrio al limite z 5 l, Ma 5 0 si ottiene A 5 qal>2 2 B>l e il mo-
mento si scrive Ma(z) 5 2qaz2>2 1 (qal>2 2 B>l)z 1 B.
La condizione di compatibilit plastica si scrive: 2 M0 < Ma(z) < 1 M0.
Per il teorema statico risulta qa < qc e il problema posto consiste nel determinare
il cercato carico di collasso quale massimo dei carichi staticamente ammissibili.
Dovendo ricercare il carico massimo fra quelli soddisfacenti la condizione di
compatibilit, lecito assumere il valore del momento allincastro pari a 2M0;
tale condizione, espressa da z 5 0, Ma 5 2M0, determina B 5 2 M0 e specifica
la funzione dei momenti ammissibili nella forma

Ma ( z ) = qa z2 / 2 + (qa l / 2 M0 / l ) z M0

La condizione al limite della compatibilit plastica impone un massimo della


funzione momento pari al valore limite 1M0 cosa che si ottiene imponendo la
condizione di massimo dMa>dz 5 0, dalla quale si ottiene lascissa a 5 z, cor-
rispondente al massimo a 5 l>2 1 M0>(qal). La condizione di massimo per il
momento Ma(a) 5 1M0 determina quale massimo del carico staticamente am-
missibile il seguente valore:
a
qmax = qc = 2(3 + 23 / 2 ) M0 / l2 = 11.657 M0 / l2

cui corrisponde valore dellascissa di massimo a 5 l>2 1 M0>(qcl) 5 0.586 l.


Il carico determinato, che agevole verificare essere quello di collasso, in quanto
in accordo anche con le condizioni cinematiche, determina il diagramma del
momento flettente al limite dellammissibilit di Figura 8.49, tracciato in termini
adimensionali con le condizioni M0 5 1, l 5 1.

Figura 8.47
q

l
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 715

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 715

Tramite lutilizzo del teorema cinematico per carichi proporzionalmente varia- j Esempio 8.8
bili, si determini il valore qc del carico uniformemente distribuito, proporzio-
nalmente variabile, capace di produrre il collasso della trave inflessa incastrata
e appoggiata di Figura 8.48, avente resistenza flessionale simmetrica con mo-
mento limite di valore M0. Per il teorema cinematico, la soluzione viene ricercata
utilizzando quali cinematismi ammissibili quelli di Figura 8.48, corrispondenti
alla formazione di una prima cerniera plastica nellincastro A e di una seconda
cerniera plastica in posizione incognita, definita dallascissa z 5 a nel riferi-
mento (A, y, z). Si scriver il funzionale della potenza totale di dissipazione
i i
d = M0 0 qc v0 d z

per il generico cinematismo ammissibile; la condizione di stazionariet, corri-


spondente al minimo di tale funzionale, determiner leffettiva posizione a della
seconda cerniera plastica; tramite lequilibrio si dedurr poi il carico di collasso
corrispondente.
Il funzionale assume la forma e la condizione di stazionariet rispetto al
parametro incognito a, si scrive:
i M 2+a/(la)
d = 0
dd / da = 0 M0 a / (l a)2 + l / (l a) ql / 2 = 0 qla / 2



e fornisce, per il parametro a, le due radici fra le quali lunica possibile la


a = l 2 M0 / q
, in quanto conduce a unascissa della seconda cerniera plastica appartenente
alla trave di luce l. Il valore dedotto per a determina il cinematismo di collasso;
noto questo, tramite la condizione di equilibrio, si deduce il carico qc di collasso a = l 2 M0 / q
corrispondente, in quanto capace di fare attingere nelle due cerniere plastiche i
valori limite del momento flettente che a mezzo del legame associato di scorri-
mento plastico corrispondono alle velocit di rotazione relativa plastica w(+ 0) e
Dw(+ a) del cinematismo determinato. La funzione momento flettente si scrive:

M ( z ) = qz2 / 2 + (ql / 2 M0 / l ) z M0

Il momento calcolato allascissa a deve assumere il valore M0, condizione che


conduce allequazione

Figura 8.48
q
o
A B
z

1 = a

la
1
A
B



1

a la
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 716

716 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.49
q
M0
B

M0

0.586l 0.414l

0.2 z
0
0.4 0.6 0.8 1

M0 + (ql / 2 + M0 / l )(l 2 M0 / q ) q / 2(l 2 M0 / q )2 = M0

la quale, risolta rispetto al carico q, determina per il carico di collasso le due


qc = 2(3 23 / 2 ) M0 / l2 radici , fra le quali lunica accettabile quale valore qc di collasso quella ;
infatti la seconda radice scartata porta a un valore del carico inferiore a quello
qc = 2(3 + 23 / 2 ) M0 / l2 q1 5 8M0>l2, che determina la fuoriuscita dal comportamento elastico della strut-
tura mediante la formazione della prima cerniera plastica nellincastro A. In pre-
senza del carico qc di collasso, lascissa della seconda cerniera si specifica nel
a = l 2 M0 / q valore . In Figura 8.49 riportato, in forma adimensionale, il grafico del mo-
mento flettente al collasso, che assume lespressione

M ( z ) = M0 + M0 / l + (3 + 23 / 2 ) M0 / lz + (3 + 23 / 2 ) M0 z2 / l

j Esempio 8.9 Telaio

Con riferimento al telaio di Figura 8.50, si determini il moltiplicatore dei carichi


s delle forze su esso applicate, capace di condurlo al collasso per amplificazione
proporzionale. Mediante il teorema cinematico si dedurranno i moltiplicatori ci-
nematici si corrispondenti a tutti i possibili cinematismi ammissibili; fra questi,
la condizione di minimo determina leffettivo moltiplicatore di collasso. La strut-
tura, che soggetta a forze concentrate, presenta solo cinque sezioni nelle quali
il momento pu attingere valore di massimo o di minimo relativo, che corri-
spondono a quelle di estremit di ritti e traversi e a quelle di applicazione di
forze; nel caso considerato si tratta delle sezioni A, B, C, D, E.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 717

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 717

Figura 8.50
F
B D
F/2 C

A E

l /2 l /2

Figura 8.51
M0 F M0
F/2

2
M0
h

l/2 l/2

La struttura presenti resistenza flessionale limite simmetrica pari a ;M0. Si con-


sideri quale primo cinematismo quello di Figura 8.51, corrispondente alla nascita s =
i
M 0 0
di cerniere plastiche nelle sezioni B, C, D e determinanti quindi un cinematismo Fj i 0
coinvolgente la sola trave. Per tale cinematismo lespressione del moltiplicatore
cinematico (8.155) si specifica , dalla quale si deduce il valore del primo Meccanismo di trave
moltiplicatore cinematico s01 5 8M0>(Fl). Per il cinematismo di Figura 8.52, la Meccanismo di piano
scrittura dellequazione del teorema cinematico fornisce e il secondo molti-
i i
plicatore cinematico vale s02 5 8M0 >(Fh). s1 = M0 4 /( F l /2)
Si esamini ora il cinematismo di Figura 8.53, per il quale lequazione del
teorema cinematico si scrive: i i
s2 F h / 2 = 4 M0
i i i
s3 ( F l / 2 + F h / 2) = 6 M0

e fornisce il moltiplicatore

s3 = 3 / 2 8 M0 / [ F (l + h)]

Lesame dei moltiplicatori cinematici, che si svolge di seguito, consente di ri-


conoscere per ogni tipo di dimensionamento geometrico il corrispondente mec-
canismo di collasso. Meccanismo globale
Per fissare le idee, si consideri assegnata e costante la luce l della trave e si
consideri laltezza h del telaio crescente al di sopra dello zero.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 718

718 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.52
F M0
M0
F/2

M0 M0

l/2 l/2

Figura 8.53
F M0

2w
M0 w

w w

M0 M0

l/2 l/2

1) Per 0 , h , l>2, si ha s10 , s30 , s02 e il cinematismo di collasso quello di


trave di Figura 8.51, indipendente da h; il moltiplicatore di collasso vale
s 5 s01 5 8M0>(Fl).
2) Per l>2 , h , l, risulta s30 , s10 , s20, il moltiplicatore di collasso vale
s 5 s30 5 12M0>(F(l 1 h) e il cinematismo di collasso quello di Figura 8.53
che coinvolge lintero telaio.
3) Per l , h , 2l, risulta s30 , s20 , s01, il moltiplicatore e il cinematismo di col-
lasso sono ancora quelli del caso 2 precedente, rappresentato in Figura 8.53.
4) Per 2l , h si ha s20 , s30 , s01; il cinematismo di collasso quello di Figura
8.52 cosiddetto di piano, tipico dei telai alti, il quale non interessa la trave;
il moltiplicatore di collasso vale s 5 s20 5 8M0>(Fh).

In Figura 8.54 si riportano i grafici dei moltiplicatori ottenuti in funzione di h>l,


per un prefissato valore costante di l. Si osserva che per il valore h>l 5 1>2,
risulta s 5 s10 5 s30 , s20, dalla quale si deduce che per tale geometria, sotto tale
valore del moltiplicatore dei carichi, la struttura pu presentare indifferentemen-
te i cinematismi di collasso di Figura 8.47 e Figura 8.49. Tale risultato in ac-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 719

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 719

20

15

12
10
8
5

0
0.5 1 2 4 6 8 10

Figura 8.54

cordo con la possibile molteplicit dei cinematismi di collasso, gi precedente-


mente rilevata. Similmente, per h>l 5 2 risulta s 5 s20 5 s30 , s01 e per tale di-
mensionamento e tale moltiplicatore dei carichi sono possibili indifferentemente
il cinematismo di Figura 8.52 o quello di Figura 8.53.

Portale zoppo j Esempio 8.10

Si consideri il portale zoppo @ rappresentato in Figura 8.55 incernierato alla


base dei due ritti e caricato nelle sezioni B, C e G da tre forze concentrate
variabili proporzionalmente di valori rispettivamente F1 5 F, F2 5 2F, F3 5 F.
La resistenza delle sezioni dei ritti e del traverso del portale simmetrica e uni-
forme e rappresentata dal momento limite M0 . 0. Poich la struttura una
volta iperstatica, si assume quale parametro iperstatico il valore delle coppie
flettenti X presenti nella sezione D. La struttura @e di Figura 8.56 isostatica
ed equivalente a quella iniziale.

Figura 8.55
F2= 2F L/3
F1=F B D
C
L/2

A F3=F
G

L/2
E
L
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 720

720 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.56
F2 L/3
F1 B X
C D X
L/2
A F3
e G

E
L

Teorema statico
Il valore del carico di collasso Fc verr determinato tramite lutilizzo del teorema
statico. Si ricorda che il teorema statico, che richiede lapplicazione delle equazioni
di equilibrio e di quelle di compatibilit plastica, determina minoranti del molti-
plicatore di collasso, il massimo dei quali il carico di collasso. Le quattro sezioni
caratteristiche, che sono quelle di estremo locale del momento flettente, di pos-
sibile formazione delle cerniere plastiche, sono la B, la C, la D e la G. Tramite
sole equazioni di equilibrio si determina il momento flettente presente nelle sezioni
caratteristiche. Il momento ottenibile per sovrapposizione di quello dovuto a cia-
scuna delle azioni presenti. Nelle Figure 8.57, 8.58, 8.59 e 8.60 sono rappresentati

Figura 8.57
F B C D

L/2

RA A G

L/2
a 5 arctan 1 RA
2 RD E

F
L RD

Figura 8.58 2F
B C D

L/2
A G
L/2

E
2 F 4 F
3 3
L
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8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 721

FL Figura 8.59
4
FL RD D
4 C
L/2
RA
G F
A
FL
4
L/2
RA RE
E
F RE
L

x/2 Figura 8.60


X
D X
B C RD
h/2

h
A RA G x/2

X X RE
R = h = Lcos
E
L

rispettivamente i diagrammi del momento della struttura isostatica equivalente,


per ciascuna delle cause F1, F2, F3, X. Nella Tabella 8.3 sono raccolti i valori del
momento componenti e quelli totali nelle quattro sezioni caratteristiche.
Le condizioni di ammissibilit o compatibilit plastica impongono che il mo-
mento agente in ognuna delle quattro sezioni caratteristiche B, C, D, G sia con-
tenuto nellintervallo di resistenza (2M0, 1 M0) e si scrivono
M0 MB + M0 M0 MC + M0
M0 MD + M0 M0 MG + M0

e si esplicitano:
M0 FL /2 FL /4 X /2 + M0
M0 FL /6 + 4FL /9 FL /12 5X /6 + M0
M0 X + M0
M0 FL /4 X /2 + M0

Tabella 8.3
Causa Sez. B Sez. C Sez. D Sez. G
F1 FL>2 FL>6 0 0
F2 0 4FL>9 0 0
F3 2FL>4 2FL>12 0 FL>4
X 2X>2 25X>6 2X 2X>2
Momento MB5 FL>22FL>42X>2 MC 5 FL>614FL>92FL>1225X>6 MD 5 2X MG 5 FL>42X>2
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 722

722 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Dividendo le otto disequazioni per M0 e con le posizioni di adimensionalizzazione


z 5 FL>M0, x 5 X>M0, si ottiene il sistema di quattro disequazioni doppie:
1 z / 4 x /2 +1 1 19 z /36 5x /6 +1
1 x + 1 1 z /4 x /2 +1 (8.156)

Le otto disequazioni sono state qui ottenute esprimendo le condizioni di equilibrio


e quelle di ammissibilit plastica. Nello spirito del teorema statico si deve ora de-
terminare il massimo della funzione obiettivo relativa al carico adimensionalizzato
z 5 FL>M0, nel rispetto del sistema di disequazioni (8.156): il valore del carico
cos determinato il carico di collasso Fc. Nel presente caso, in presenza del-
lunica iperstatica adimensionalizzata x 5 X>M0, possibile rappresentare le fron-
tiere del dominio delle soluzioni ammissibili, nel piano (z, x): queste sono costituite
dai diagrammi delle funzioni ottenibili tramite la posizione di eguaglianza a si-
nistra e a destra delle disequazioni elencate sopra (8.156). Il dominio delle solu-
zioni ammissibili linviluppo dei grafici di quattro rette, per la coincidenza delle
disequazioni del primo e del quarto gruppo delle (8.156) costituenti il quadrilatero
tratteggiato di Figura 8.61.
Il punto (x 5 1, z 5 66>19) di massima ordinata z 5 FL>M0 giace sulla retta
della terza disequazione, con leguaglianza a destra che si riferisce alla limitazione
positiva del momento presente nella sezione C; corrisponde a x 5 1 1 X 5 M0,
e fornisce il valore del carico di collasso quale massimo carico equilibrato e pla-
sticamente ammissibile:
z = FL / M0 = 66 / 19 Fc = 66 M0 / (19 L )

Per i valori della soluzione qui determinata, i momenti nelle sezioni caratteristi-
che valgono:
MB = 7 M0 / 19 0.368 M0 MC = M0
MD = M0 MG = 7 M0 / 19 0.368 M0

il diagramma del momento al collasso rappresentato in Figura 8.62. immediato


verificare che questa soluzione corrisponde alla formazione di due cerniere plastiche,

Figura 8.61
z
66
19


66
19
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 723

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 723

M0 Figura 8.62

B 0.368 M 0 C D

L/2
M0 G
A 0.368 M0

E
L/2

(2) Figura 8.63

B C 2 D (2,3)
(1,2)

3
L/2
A (1) G
2 L/2

(3) E
L

una per momento limite positivo nella sezione C e una per momento limite negativo
nella sezione D, e al cinematismo C1 di Figura 8.63. La struttura, una volta iperstatica,
mediante la formazione di due cerniere plastiche diventa una volta labile e collassa.
interessante notare, a questo punto, che le disequazioni di vincolo determi-
nano il poligono (quadrilatero di Figura 8.61) delle infinite soluzioni ammissibili
(SA), sul contorno del quale giace il punto di massimo del carico staticamente
ammissibile adimensionale: z 5 FL>M0 5 66>19.

Teorema cinematico
facile verificare che il valore della forza sopra determinato con procedura statica
ottenibile tramite lapplicazione del teorema cinematico considerando il cine-
matismo di Figura 8.63, e pertanto effettivamente il carico di collasso. Infatti,
per tale cinematismo, la potenza di dissipazione del carico vale:
i
W = F i L / 2 + 2 F i 2 L / 3 F (i / 2) L / 2 = 19 F i L / 12

la potenza di dissipazione interna vale


i
D = M0 (3i + 2 i + i)/ 2 = 11M0 / 2

Lequazione W+ 5 D + determina il moltiplicatore cinematico del carico agente F 5


66M0 >(19L), che coincide con il moltiplicatore statico sopra determinato e per-
tanto, per il teorema di Prager, il carico di collasso.
Poich la struttura una volta iperstatica, sono sufficienti due cerniere plasti-
che per determinarne la labilit. Per i due cinematismi riportati nelle Figure 8.64
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 724

724 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

Figura 8.64 (2)

B C 2
(1,2)
L/2
A (1) G (2,3)

L/2
E
(3) 3

B
Figura 8.65
C D
2


3 L/2
A G

L/2
E
L

e 8.65, lapplicazione del teorema cinematico dellanalisi limite fornisce rispet-


tivamente le equazioni del tipo W+ 5 D + e i corrispondenti moltiplicatori cinematici,
qui di seguito riportati:
i i
W = F (i L/2+ 2 i 2 L/ 3i = D= M0 (3i + 4 i ) F = 21M0 /(5 L )= 4.2 M0 / L
i i
W = 2 F 2 i L/3= D= M0 (i + 2 i +3i ) F =18 M0 /(4 L )= 4.5 M0 / L

ambedue maggiori del moltiplicatore di collasso


Fc = 66 M0 / (19 L ) = 3.47368 M0 / L

Il secondo cinematismo di Figura 8.65 si definisce un cinematismo parziale di


Cinematismo parziale tipo trave.
di tipo trave
Si lascia al lettore la determinazione di altri moltiplicatori cinematici, corri-
spondenti a diversi posizionamenti delle cerniere plastiche, verificando che questi
siano non inferiori al carico di collasso.

8.3.10 Approccio alla soluzione dei problemi di analisi


limite tramite la programmazione lineare
Lesempio qui sopra sviluppato consente di introdurre in modo semplice e intuitivo
lo schema di ragionamento che viene utilizzato nellaffrontare per via statica o
per via cinematica i problemi di Analisi Limite di strutture composte da sistemi
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 725

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 725

di travi, per la cui soluzione sono necessari taluni elementi di Programmazione


Matematica, oggetto di corsi avanzati di Analisi Strutturale.
Senza entrare nel dettaglio della trattazione, si vuole in questa sede solo citare
la problematica, che facile introdurre concettualmente sulla scorta dellesempio
di applicazione del teorema statico qui sopra trattato. Si fa riferimento a una strut-
tura @ costituita da un sistema di travi inflesse, caricate dal vettore delle forze
concentrate Fk variabili proporzionalmente. Siano m le sezioni caratteristiche, di
possibile estremo del momento flettente, e sia p il grado di iperstaticit della strut-
tura, con p , m, come di solito accade. Le incognite iperstatiche siano, nel caso
generale, le X1, X2, , Xp, corrispondenti al momento flettente in altrettante sezioni.
La struttura isostatica equivalente @e quella che deriva dallinserimento di p cer-
niere nelle sezioni prescelte per gli incogniti momenti iperstatici. Il momento flet-
tente in ciascuna delle m sezioni caratteristiche viene determinato in funzione delle
iperstatiche, dei carichi applicati e della geometria strutturale, tramite equazioni
di equilibrio, che si esprimono agevolmente sulla struttura isostatica equivalente.
Le equazioni di equilibrio determinano i momenti nelle sezioni caratteristiche
Mi 5 Mi(X1, X2, , Xp, Lj, Fk). Le m equazioni di ammissibilit o compatibilit
plastica si scrivono Mi0 2 < Mi < Mi01, i P {1, 2, ..., m}, ove con Mi0 _ , 0,
Mi01 . 0 si sono indicati rispettivamente i momenti limite negativo e positivo
della i-esima trave ipotizzata di uniforme resistenza flessionale. Si ottiene, in tal
modo, un sistema di disequazioni doppie, del tipo di quello ottenuto per lesempio
sopra mostrato:

B1s A11X1 + A12X2 + A13X3 + ................... A1p X p B1d


B2 s A21X1 + A22 X2 + A23X3 + .................. A2p X p B2 d
...................................................................... Disequazioni di vincolo
Bms Am1 X1 + Am2 X2 + Am3 X3 + ............... Amp X p Bmd
F = F0 + C1 X1 + C2 X2 + ............. + Cp X p

nel quale il parametro di carico da massimizzare F presente esplicitamente nella


sola ultima equazione, essendo stato eliminato tramite operazioni di combinazioni
lineari dalle precedenti equazioni. Le disequazioni qui sopra scritte sono i cosid-
detti vincoli del problema di programmazione lineare da risolvere. Le iperstatiche Programmazione lineare
X1, X2, , Xp sono le variabili, qui chiamate parametri del problema. Parametri
Tramite una procedura matematica, che prevede ladimensionalizzazione delle
disequazioni, lintroduzione di nuove variabili allo scopo di operare su variabili
non negative e lesecuzione di sole operazioni di combinazioni lineari, il sistema
di disequazioni viene trasformato nella forma generale seguente:

a11 x1 + a12 x2 + a13 x3 + ............a1n xn b1


a21 x1 + a22 x2 + a23 x3 + ............a2n xn b2
..................................................
ak1 x1 + ak2 x2 + ak3 x3 + ............akn xn bk
x j 0 j {1, 2.....n}
z = z0 + c1 x1 + c2 x2 + ... + cn xn

in cui z 5 FL>M01, carico adimensionalizzato, la funzione di cui cercare il


massimo, che in questo contesto viene chiamata funzione obiettivo. Il sistema Funzione obiettivo
di disequazioni e la stessa funzione obiettivo, nel contesto qui proposto, sono
lineari nelle variabili. Le prime k disequazioni che esprimono equilibrio e am-
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 726

726 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

missibilit plastica, sono le cosiddette condizioni di vincolo; le successive con-


Condizioni di non negativit dizioni che agiscono su ciascuna delle variabili esprimono le condizioni di non
negativit. Lultima equazione definisce la funzione obiettivo z da ottimizzare.
Il problema, con evidente significato delle matrici coinvolte, si formula in forma
compatta come segue: max z 5 z0 1 cT x, Ax < b, x > 0. Questa la formu-
lazione standard di un problema di Programmazione Lineare, che consiste nel
ricercare il massimo della funzione obiettivo z, nel rispetto delle disequazioni
di vincolo e di quelle di non negativit delle variabili. Algoritmi matematici,
Metodo del Simplesso riconducibili al Metodo del Simplesso, consentono di ricercare le soluzioni del
Criterio di ottimalit problema, tramite il criterio di ottimalit. Come gi mostrato per lEsempio
8.10, il sistema di disequazioni lineari di vincolo e di non negativit definisce
nello spazio vettoriale (n11)21 dimensionale delle (z, x1, , xn) il poliedro
convesso delle soluzioni ammissibili, sul contorno del quale il metodo del sim-
plesso determina le soluzioni ottimali. Anche in condizioni pi generali, ove il
problema non sia posto in termini lineari, la teoria della Programmazione Ma-
tematica con i teoremi di Kuhn-Tucker e di Fritz-John fornisce le condizioni
teoriche e le procedure risolutive del caso. Dettagli sulla teoria della Program-
mazione Matematica e sulla procedura di ottimizzazione qui introdotta sono
reperibili sulla vasta bibliografia esistente, citata anche in questa sede. Diversi
programmi di calcolo automatico di corrente uso su calcolatore, (MATHEMA-
TICA, Matlab, Excel) consentono di determinare agevolmente soluzione al
problema, qui solo impostato.

8.3.11 Carichi in parte costanti e in parte variabili


proporzionalmente
Si presenta frequentemente la situazione di una distribuzione di carichi (q, F)
composta da una parte costante (qg, Fg) e da una parte (q, F) amplificabile pro-
porzionalmente secondo le q 5 qg 1 kq, F 5 Fg 1 kF. Il primo e il secondo teo-
rema statico, di formulazioni generali rispetto al tipo di carico, continuano a valere
nella stessa forma anche per i carichi in parte costanti e in parte proporzionalmente
variabili. Anche lequazione del secondo teorema statico (8.93) continua a valere
purch specificata secondo la definizione data dei carichi e con quella conseguente
dei carichi ammissibili qa 5 qg 1 s9q, Fa 5 Fg 1 s9F e, con riferimento al cine-
matismo di collasso v+, si aggiorna in tale caso come di seguito:
_ _
i i i i
qg v dz + s q v dz + Fg v+ s F v
L L
_ _
i i i i
qg v dz + s ' q v dz + Fg v+ s ' F v
L L

e conduce alla disequazione s9 < s la quale afferma che anche in questo caso

Moltiplicatore staticamente un moltiplicatore staticamente ammissibile della parte proporzionalmente variabile


ammissibile dei carichi non superiore al moltiplicatore di collasso.

Carichi in parte costanti e in parte variabili


proporzionalmente. Maggioranti di s.
Nel caso di carichi variabili proporzionalmente secondo le: q 5 qg 1 kq,
F 5 Fg 1 kF, considerando il moltiplicatore di collasso s dei carichi, lequazione
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 727

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 727

del teorema cinematico, per ogni prefissato cinematismo ammissibile (n0+ , Dw0+ ),
fornisce
i i i
M0 0 qg v 0 d z Fg v0
s L
= s
_ i _i
q v0 dz + F v0
L

ove si considerano cinematismi che rendano positivo il denominatore. Con rife-


rimento alla definizione della quantit s0 quale moltiplicatore cinematicamente Moltiplicatore
ammissibile, la disequazione riportata sopra afferma che il moltiplicatore di col- cinematicamente ammissibile
lasso s il minore dei moltiplicatori cinematicamente ammissibili s0, e fornisce
la maggiorazione s0 del moltiplicatore della parte variabile proporzionalmente dei
carichi. Alla luce del teorema statico e di quello cinematico, per i carichi propor-
zionalmente variabili, o dei risultati equivalenti per i carichi in parte variabili pro-
porzionalmente, si pu scrivere, per i moltiplicatori statici s9 e cinematici s0, la
disequazione doppia di Prager s9 < s < s0, la quale afferma che:

il moltiplicatore limite della parte variabile dei carichi il massimo dei moltiplicatori
staticamente ammissibili e il minimo dei moltiplicatori cinematicamente ammissi-
bili, costituendo elemento di separazione dei corrispondenti insiemi numerici.

Tramite lapplicazione del teorema statico e di quello cinematico, si possono dun-


que ottenere limitazioni inferiori e superiori del moltiplicatore di collasso del ca-
rico. Prager propose una tecnica che consente di stringere a piacere lintervallo
delle limitazioni superiore e inferiore s da ottenere la determinazione del valore
del moltiplicatore di collasso, con la desiderata approssimazione.

Il collasso in presenza di distorsioni


Si pu dimostrare, in tutta generalit, che la presenza delle distorsioni non mo-
difica i carichi di collasso, n fa variare il moltiplicatore limite dei carichi pro-
porzionali. Alle distorsioni D si accompagna, infatti, nel solido uno stato di ten-
sione auto-equilibrato detto sD al quale, mediante le equazioni di equilibrio, cor-
rispondono forze di superficie e di volume nulle e un sistema di reazioni auto-
equilibrato. Inoltre le distorsioni non possono causare il collasso delle strutture
modellate come indefinitamente duttili.

8.3.12 Corollari dei teoremi dellanalisi limite per solidi


sotto carichi variabili proporzionalmente
Si espongono qui di seguito alcuni corollari dei teoremi dellAnalisi Limite, che,
oltre a chiarirne la portata, costituiscono fondamentali strumenti di analisi delle
strutture in ambito ultraelastico.

Corollario 1 Il moltiplicatore limite di collasso s dei carichi variabili propor-


zionalmente unico.

Infatti ove, per assurdo, esistessero due diversi valori s1 e s2 del moltiplicatore li-
mite, tali da risultare per ipotesi

s1 , s2 (8.157)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 728

728 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

si potrebbero considerare moltiplicatori k verificanti la disequazione

s1 , k , s2 (8.158)
Per la parte a destra della disequazione (8.158), il moltiplicatore k non corri-
sponde a un cinematismo, in quanto, essendo minore del moltiplicatore di col-
lasso s2, un moltiplicatore di sicurezza e corrisponde a tensioni soddisfacenti
lequazione: f(s) , 0. Daltro canto, per la disequazione a sinistra della (8.158),
k deve essere un moltiplicatore cinematicamente ammissibile, quindi deducibile
da un cinematismo (u0+ , e0+ ), che in certe zone produce incrementi delle deforma-
zioni plastiche e p+ .
In queste zone pertanto le tensioni devono essere al limite, soddisfacendo
lequazione f(s) 5 0, la quale contrasta con la deduzione precedente, da cui
dimostrato che lipotesi espressa dalla (8.157) assurda. Ne risulta dimostrato
che il moltiplicatore di collasso unico: s1 5 s2 5 s.

Corollario 2 Laggiunta (leliminazione) di un qualunque elemento materiale,


privo di peso, al solido o alla struttura non pu provocare una diminuzione (au-
mento) del moltiplicatore limite.

Siano V0 il solido iniziale e V quello variato da V0 mediante laggiunta della


parte V 2 V0 priva di peso. Il solido V0 presenti moltiplicatore limite di collasso
dei carichi variabili proporzionalmente (b0, f0), su esso agenti di valore s; nella
condizione limite, sia s il campo di tensione presente in V0. Con riferimento al
solido V, si consideri il campo di tensione s nella parte V0 e s* 5 0 nella parte
V 2 V0; tale stato di tensione del tipo staticamente ammissibile per V. Infatti
in V0 del tipo ammissibile f(s) < 0 ed equilibrato sia internamente (con i
carichi sb0) sia alla frontiera (con i carichi sf0); peraltro, su V 2 V0 lo stato di
tensione s* 5 0, oltre che ammissibile, in equilibrio con carichi nulli; per tali
ragioni il moltiplicatore s del tipo staticamente ammissibile per i carichi (b0,
f0) agenti su V. Detto s il moltiplicatore limite dei carichi (b0, f0) agenti sul solido
variato V, per il primo teorema statico per carichi variabili proporzionalmente
deve risultare s < s, condizione che dimostra il Corollario 2.

Corollario 3 Laumento (la riduzione) della tensione limite del materiale in


una qualsiasi parte del solido non pu fare diminuire (aumentare) il moltiplicatore
limite.

Infatti ogni stato di sollecitazione sa del tipo staticamente ammissibile per il


solido originario rimane tale per il solido avente in alcune sue parti resistenza in-
crementata. Gli stati di tensione sa tali che, rispetto alla resistenza iniziale, sod-
disfacevano lequazione di ammissibilit plastica f(sa) < 0, soddisfano a fortiori
lequazione di ammissibilit plastica

f 9(sa) < 0 (8.159)


riferita al solido di resistenza aumentata. Infatti la superficie f(sa) 5 0 non
esterna a quella f 9(sa) 5 0. Se ne deduce quindi che, detti s e s i moltiplicatori
limite rispettivamente del solido iniziale e di quello a resistenza incrementata
e detto s9 il generico moltiplicatore staticamente ammissibile della struttura ini-
ziale, deve risultare, per il primo teorema statico, max s9 5 s < s, in quanto s
moltiplicatore staticamente ammissibile per la struttura avente resistenza in-
crementata.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 729

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 729

j Approfondimento 8.1

Limitazioni del carico di collasso in presenza di carico combinato

Frequentemente, per motivi legati al progetto o alla a priori noti i singoli moltiplicatori limite di carico
verifica ultima di continui e strutture, bisogna con- variabile proporzionalmente (M. Fraldi, L. Nunziante,
siderare la sovrapposizione di diverse condizioni di A. Gesualdo, F. Guarracino, On the bounding of limit
carico. Per esempio, la struttura intelaiata costituen- multipliers for combined loading, Proceedings of the
te elemento portante di edifici progettata per sop- Royal Society A. 2010 466, 493-514). In questa sede
portare carichi di normale esercizio ai quali si pos- si fornir solo la chiave del ragionamento, lasciando
sono sommare quelli da vento o da sisma, o da altre alla lettura degli articoli scientifici lapprofondimento
azioni eccezionali. Similmente in problemi di inte- dellargomento. Si svilupper il metodo sotto lipotesi
razione suolo-struttura, o per opere come tunnel e di comportamento elastico-perfettamente plastico del
condotte profonde, necessario considerare diverse materiale costitutivo, con legame associato di scorri-
condizioni di carico che si sovrappongono, che mento plastico, sicch sono validi i teoremi statico e
chiamano in causa resistenze flessionali o alla pres- cinematico dellAnalisi Limite, gi sopra dimostrati
sione. per carichi variabili proporzionalmente (8.116)
Frequentemente facile dedurre i moltiplicatori (8.118) e si svilupperanno poi alcuni esempi di appli-
per variabilit proporzionale di ciascuna delle con- cazione.
dizioni di carico considerate separatamente, mentre In Figura AP8.1 rappresentato il solido in studio
assai pi arduo prevedere il moltiplicatore di col- soggetto alle tre condizioni di carico variabili pro-
lasso di una combinazione di carichi agenti contem- porzionalmente, di seguito definite f10, che presenta
poraneamente sulla struttura. Infatti, in ambito ela- moltiplicatore di collasso di valore s1, con cinemati-
sto-plastico non vale il principio di sovrapposizione smo di collasso u +1, incrementi di deformazione e1+ e
degli effetti, tipico dellelasticit lineare in cinema- sforzi s1, risultando:
tica infinitesima.
i
Tuttavia, recenti avanzamenti conseguiti su questo
tema hanno condotto a dedurre limitazioni assai ac-
1 1 d v
s1 = B (AP8.1)
curate e tecnicamente utili per il valore del moltipli- i
catore di collasso di una struttura sottoposta a una 10 u1 d s
B
combinazione di carichi, per ciascuno dei quali siano

s1 f10, (u1 ,e1 ) s2 f20, (u2,e2) s +( f10 + f20 )

0B 0B 0B

0Bf1 0Bf1 0Bf1

0Bu 0Bu 0Bu

0Bf2 0Bf2 0Bf2

Figura AP8.1
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 730

730 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

f20, che presenta moltiplicatore di collasso di valore Poich per ipotesi risulta
s2, con cinematismo di collasso u +2, incrementi di de-
formazione e2+ e sforzi s2, tali che vale la: i
02 u1 ds 0
B

2 i2 d v
si ha:
s2 = B
(AP8.2)
02 ui 2 d s
i i
B
+ 1 d v + 1 d v
f10 1 f20, che presenta moltiplicatore di collasso di s+ = B
B
(AP8.4)
valore s1, con cinematismo di collasso u +1, incremen- ( 10 + 02 ) ui 1 d s i
10 u1 ds
B B
ti di deformazione e1+ e sforzi s1, tali che vale la

i
e grazie alla (AP8.1) si ha:
+ + d v
s+ = B
(AP8.3)
( 10 + 02 ) ui + d s + i1 d v + i1 d v
B s+ B
= s1 B
= s1
10 ui 1 d s 1 i1 d v
Si vogliono qui stabilire limitazioni per s1 noti i va- B B
lori di s1 e s2 e i corrispondenti cinematismi di col-
lasso u +1, u +2. Il postulato di stabilit daltra parte implica

Teorema 1 Condizione sufficiente affinch sia i


s1 ; s1. (1 + ) 1 d v 0
Se la dissipazione mutua B

i
02 ui 1 d s 0 + 1 d v
0 = B
1
B
i

non negativa, allora il moltiplicatore limite della com-


1 1 d v
B
binazione dei carichi s1 non pu superare s1, e cio:
ove la disequazione 0 < a dipende dal fatto che, es-
02 ui1 d s 0 s+ s1 sendo
B
i

Infatti, lequazione delle Potenze Virtuali, scritta per


1 1 dv >0
B
il sistema equilibrato costituito dal carico combinato
al limite di collasso s1(f10 1 f20) in equilibrio con le e per ipotesi
tensioni s1, e il sistema cinematicamente ammissi-
bile, costituito dalle velocit di spostamento del mec- i
canismo di collasso u +1 e dalle corrispondenti velocit 02 u1 ds 0
B
di deformazione e1+ , si scrive:
allora
+ i1 d v i
s+ = B + 1 dv 0
i
(10 + 02 ) u1 ds
B

B
poich s1 . 0.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 731

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 731

Pertanto la Disequazione (AP8.4) diventa:


s+ s1 s2 10 ui + d s 0 (AP8.7)
B
i i
+ 1 d v + 1 d v
s+ = B
B
= Teorema 2 Minorante per il moltiplicatore del
+ 02 ) ui 1 d s 10 ui 1 d s carico combinato
( 10 Sotto lipotesi s > s1, si ha la seguente limitazione
B B
inferiore (minorante) per s1:
i
+ 1 d v s1s2
= B
s1 = s1 s+ s1 s+
i s1 + s2
1 1 ds
B
Corollario 1 Minorante generale per s1
Pur senza conoscere s2, a patto che s2 > s1, vale la
che dimostra il teorema. seguente disuguaglianza:
In modo duale si pu dimostrare che la condizione
s1
s+
10 ui 2 d s 0 2
B
che fornisce un minorante per s1.
sufficiente affinch sia s1 < s2. In seguito si riportano alcuni esempi che rendono
esplicita lutilit dei teoremi qui sopra citati, ai fini
Lemmi Seguendo tecniche dimostrative simili, con della soluzione di importanti problematiche tecniche
la simbologia gi introdotta fin qui, inoltre possibile concernenti strutture in condizioni di crisi sotto ca-
dimostrare le seguenti implicazioni: richi combinati.
i
10 u+ ds 0 s+ s1 (AP8.5) Esempio AP8.1
B Quale primo esempio si considera quello del telaio
asimmetrico avente la geometria di Figura AP8.2,
i
10 u+ ds 0 s+ s2 s1 (AP8.6) con momento limite uniforme 6M0, sotto le seguenti
B condizioni di carico:

o
sVVo s+V
sHHo s+H
o

L b b b

L/2 L/2 L/2 L/2 L/2 L/2

V (1+2tan b) H (1+2tan b) + (1+2tan b)

V V H H + +

Figura AP8.2
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 732

732 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

1. Forza verticale V0 concentrata nella sezione di pertanto il Teorema 1 porta a un limite superiore ssup
mezzeria della trave, per la quale si determina un del moltiplicatore s1:
moltiplicatore di collasso
s+ ssup min {sv , sH } =
4 M0 (3 + 2 tan )
sV = 0 sv , {tan < A B, tan > A + B}
V L (1 + 2 tan )
=
sH , { A B < tan < A + B}
e il meccanismo di collasso di Figura AP8.2.
2. Forza orizzontale H0 applicata al traverso, per la
quale si determina un moltiplicatore di collasso: ove:

2 M0 (2 + tan ) H0 5 H 0 2 H 0 9
sH = A= B = 0 + 0 +
H0 L V0 4 V 2V 16
e il meccanismo di collasso di Figura AP8.2.
Esempio AP8.2 Momento limite da flessione
3. Condizione derivante dalla compresenza delle due
deviata per la sezione ellittica
forze V0 e H0 delle condizioni 1 e 2 riportate sopra,
La Figura AP8.3 rappresenta la sezione retta ellittica
per la quale si ottiene il moltiplicatore di collasso
di semi-diametri a, b, b > a, di una trave soggetta a
del carico combinato:
flessione deviata con vettore momento flettente di
4 M0 (3 + 2 tan ) esercizio M0 5 [M10 M20].
s+ = Si assume che in condizione di piena plasticizza-
H 0 + V 0 (1 + 2 tan ) L
zione lo stato di tensione sia birettangolare con valori
6ss nelle due parti della sezione separate dallasse
e il meccanismo di collasso di Figura AP8.2.
neutro n, ove presente la discontinuit. facile ve-
Tramite il Teorema 2, si pu determinare la seguente rificare le seguenti relazioni geometriche e dipenden-
espressione per il minorante di s1 e la conseguente ti dallantipolarit dinerzia della sezione:
disequazione che collega i moltiplicatori di collasso b2 M20
sV, sH, s1: x2 = x1 tan tan = tan tan =
a2 M10
sV sH
sinf = = Con facili calcoli si ottengono i valori dei momenti
sV + sH limite rispetto ai due assi principali dinerzia e quello
4 M0 (2 + tan )(3 + 2 tan ) del caso di flessione combinata in funzione dellar-
= gomento dellasse neutro a 5 a(w) a sua volta di-
L H 0 (6 + 4 tan ) + (2 + tan )(1 + 2 tan )V 0
pendente dallangolo w che il momento sollecitante
0 0 (1 + 2 tan ) M0 forma con lasse x1:
2H V
s+ sinf +
2 + tan 3 + 2 tan
4 4
H 0 + V 0 (1 + 2 tan ) M1 = ab2 s M2 = a2 b s
3 3
3 + 2 tan
4 b4 + a4 tan2
M+ = ab 2 s
disequazione che banalmente verificata poich : 3 b + a2 tan2
0 , 4 1 3 tan b, 5b P [0, p>2].
I moltiplicatori di collasso delle condizioni di cari-
Dai modi di collasso mostrati in Figura AP8.2, si
co dovute ai momenti M10, M20, M 5 [M10 M20]T sono
pu riconoscere facilmente che le due dissipazioni
dati da:
mutue sono positive:

i i M1 4 ab2 s M2 4 a2 b s
0H uV ds = H0 ui V = H0 V L > 0 s1 0
M1
=
3 M10
s2 =
M2 3 M10 tan
0
B

i i L M+ 4 a2 b2 s
V0 uH ds = V 0 ui H = V 0 H 2 tan > 0 s+ 0
=
M+ 3 M10 a2 + b2 tan2
B
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 733

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 733

ss
a

2ss

ss

x1 M1
o
w
a M2
M b

x2 2 ss

Figura AP8.3

Eguagliando M+0 = ( M10 )2 + ( M20 )2 a M1 si ottiene servare che in questo caso le dissipazioni mutue sono
la curva di interazione che lellisse entrambe nulle

16a4 b4 2s i i
( M10 , M20 ) = 1 M10 2P = 0 M20 1P = 0
9 a2 ( M10 )2 + b2 ( M10 )2

cosa che implica la disequazione s1 < min{s1, s2}.
Limite inferiore per s1 Un limite inferiore sinf del Pertanto il pi accurato maggiorante di s1 vale:
moltiplicatore dei momenti combinati s1 si ottiene
grazie al Teorema 2, tramite la disequazione
s , 0 < tan < a
1
s+ ssup = min {s1 , s2 } =
s1s2 b
s+ = sinf
s1 + s2 a
s2 , tan >
la quale, utilizzando i valori sopra ottenuti, determina: b

c c
s+ sinf Esempio AP8.3 Tubo sottile soggetto a torsione
a +b
2 2 tan2 a + b tan
e sforzo assiale
4 ab2 s Il tubo lungo di parete sottile rappresentato in Figura
c=
3 M10 AP8.4, avente raggio medio R e spessore t, soggetto
a momento torcente Mt0 e a sforzo assiale N0. Lo stato
che risulta banalmente soddisfatta sotto le ipotesi ov- di tensione, uniforme nel tubo, :
vie: 0 , M, 0 , tan w.
Mt0 N0
Limite superiore per s1 Un limite superiore ssup 0 = 0 =
per s1 si ottiene per mezzo del Teorema 1. Basta os- 2 R2 t 2 R t
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 734

734 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

x2
t x2
M t0
R N0
q x1
o
o

P x1

t0 s0

t0 t0

s0
t0
Mt0
x3
0
N

Figura AP8.4

Nello studio sperimentale dei legami costitutivi in I moltiplicatori limite delle due sollecitazioni, come
ambito plastico dei materiali strutturali (Johnson & rilevabile anche dalla Figura AP8.4, valgono:
Mellor, 1973) si utilizzano di norma provini di questo
____ ____
tipo, per le necessarie determinazioni sperimentali. OA' OB' s
In presenza dello stato di sforzo qui sopra mostrato, s = ____ = s0 s = =
OA ____
OB 30
le tensioni principali sono:

0 0 2
e, seguendo lo stesso ragionamento, il moltiplicatore
I
= + ( 0 )2 III = 0 limite per il carico combinato vale:
II 2 2
____
OC' 1 s
s+ = =
mentre la condizione limite di von Mises si scrive: ____
1 + 3 20 0
OC
=I2 +II2 I II 2s =( 0 )2 +3( 0 )2 2s = 0 = 0
0
0 = tan 0
0
e nel piano

0 0 Limite inferiore per s1 Il Teorema 2 determina un


, minorante del moltiplicatore di collasso per carico
s s combinato di valore
rappresentato dallellisse rappresentata in Figura s s
AP8.5 s+ sinf =
s + s
2
0 2 3 0 che, tramite le espressioni sopra ottenute, con qual-
= 1
+ che passaggio determina la disequazione facilmente
s s verificabile:
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 735

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 735

sII
t/ss ss
B'
C'
B C
1/ 3 ss
o
t /ss
s/ss ss
o A A' o sI
o
e spl
s /ss st
ss

e tpl
1
ss
(a) (b)

Figura AP8.5

1 s 1 s = I = s , II = 0, III = 0
T

1 + 3 0 1 + 3 0 0
2 0
T
= I = s / 3 , II = s / 3 , III = 0

Limite superiore per s1 Lo stesso Teorema 2 con-
sente di determinare un limite superiore per il molti- Utilizzando il Principio delle Potenze Virtuali si cal-
plicatore di collasso per carico combinato. La Figura colano le potenze mutue nel generico punto del so-
AP8.5b mostra infatti che, poich lo stato tensionale lido, che sono entrambe non negative:
uniforme nel solido, le velocit di deformazione pla-
stica nella condizione limite, per ciascuno dei due casi i i
P = 2 3 S2 0
semplici di carico, sono anchesse costanti e valgono:
i i
P = 2 3 S2 0
i i i T
P = = = 2 s 2, 1, 1
pertanto, grazie al Teorema 1 deve risultare:
i i i T
P = = = 2 3s 1, 1, 0 s+ s s+ s

equazioni che sono di facile verifica a mezzo dei va-
ove lori sopra determinati per i moltiplicatori.

8.3.13 Analisi limite per il materiale a legge


di scorrimento plastico non associato
Lanalisi limite per i materiali non-associati o non standard, cio per quei materiali
che non rispettano la legge di normalit della legge del flusso plastico, stata for-
mulata essenzialmente da Radenkovic (1960) in relazione a problemi riguardanti
le terre, che, come noto, presentano di norma effetti di dilatanza, che condu-
cono a leggi di scorrimento non-associato. Successive modificazioni di questa
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 736

736 j Capitolo 8 j Elementi di plasticit e analisi limite

teoria sono state proposte da Josselin de Jong (1965-1974), da Palmer (1966), da


Sacchi e Save (1968), da Collins (1969) e da Salenon (1972-1977).

Primo teorema di Radenkovic.


Il Primo teorema di Radenkovic, del quale si riporta qui di seguito la dimostra-
zione, stabilisce che:

la dissipazione dei carichi al collasso di un solido costituito da materiale non-stan-


dard limitata superiormente (maggiorata) dalla dissipazione presente nello stesso
solido a materiale standard avente lo stesso criterio di plasticizzazione.

Si faccia riferimento al problema di un solido soggetto allapplicazione di forze


superficiali e di volume (b, f). Sia s leffettivo campo di sforzo al collasso per il
solido assegnato, che evidentemente costituisce un campo ammissibile di sforzi,
nel senso del soddisfacimento ovunque nel solido dellequazione f(s) < 0. (b, f,
s) rappresentano il sistema di forze-tensioni equilibrate presenti al collasso sul so-
lido. Per il solido in studio, si consideri un cinematismo ammissibile, secondo la
definizione fornita sopra, consistente in un campo di velocit di spostamento e
nelle corrispondenti velocit di deformazione plastica con queste compatibili (u0+ ,
e0+ ), ove si rammenta che per quanto sopra mostrato, per i cinematismi del tipo di
quelli di collasso risulta e0+ 5 e0p
+ . Sia s0 il campo di tensione corrispondente per
il legame associato dello scorrimento plastico alle velocit di deformazioni plasti-
che e0p + del cinematismo ammissibile assegnato. Siano (b0, f0) valori dei maggio-
ranti dei carichi di collasso ottenibili per lo stesso solido a materiale standard in
presenza dellassegnato cinematismo ammissibile. Le (b0, f0, s0) sono pertanto un
sistema di forze-tensioni equilibrate. Per il materiale standard risulta:
i
( 0 )T 0 0 (8.160)

e quindi
i i
0 T 0 T 0 (8.161)

Integrando a tutto il solido si ha, pertanto:

i i
0T 0 dV T 0 dV (8.162)
V V

Tramite lequazione del Principio delle Potenze Virtuali, si pu passare alle po-
tenze dei carichi corrispondenti:
i i i i
f 0T u0 dS + b0T u0 dV fT u0 dS + bT u0 dV (8.163)
V V V V

Fra i campi cinematicamente ammissibili (u0+ , e0+ ) vi anche quello effettivo


(u,+ e)+ al collasso; in questo caso (b0, f0) sono i carichi che per il materiale stan-
dard corrispondono per lequilibrio alleffettivo cinematismo, e lequazione di
sopra si scrive:
i i i i
f 0T u dS + b0T u dV fT u dS + bT u dV (8.164)
V V V V

costituendo la dimostrazione del teorema sopra enunciato.


08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 737

8.3 j Analisi limite di travi in flessione elasto-plastica j 737

Secondo teorema di Radenkovic.


Il secondo teorema di Radenkovic, esposto qui secondo le modifiche apportate
da Josselin de Jong (1965) e da altri, del quale si riporta di seguito la dimostra-
zione, stabilisce che:
la dissipazione dei carichi di collasso di un solido costituito da materiale non-stan-
dard, avente dominio ammissibile degli sforzi rispettoso della f(s) < 0, limitata
inferiormente (minorato) dalla dissipazione che per lo stesso cinematismo compete
ai carichi corrispondenti a un materiale avente superficie limite g(s) 5 0, contenuta
in quella di equazione f(s) 5 0.

Il teorema dunque basato sullesistenza di una funzione di snervamento convessa


g(s) 5 0. Il soddisfacimento dellequazione g(s) 5 0, per il campo di sforzi s, per
ipotesi implica il rispetto della disequazione f(s) < 0; ne discende che la superficie
g(s) 5 0 non esterna alla superficie f(s) 5 0. Per il solido al collasso sia eij+ 5 eipj+
il campo di velocit di deformazione delleffettivo cinematismo, in presenza del cam-
po di sforzo sij. Le velocit di spostamento e deformazione al collasso, fra loro com-
patibili, sono dunque (u,+ e).+ Le (b, f) rappresentano i carichi di collasso, sicch il si-
stema (b, f, s) equilibrato. Sia s9ij la tensione corrispondente per legame associato
sulla funzione di snervamento g(s) 5 0 alla velocit di deformazione eipj+ , rispettoso
della legge di normalit con la superficie di equazione g(s) 5 0; risulta:
i
(ij ij )T ijp 0 (8.165)

quindi, integrando allintero dominio ricoperto dal solido:


ip ip
'Tij ij dV ijT ij dV (8.166)
V V

Considerando ora le potenze dei carichi corrispondenti alle potenze interne di so-
pra, si ottiene:
i i i i
fi ui d S + bi ui dV fi ui d S + bi ui dV (8.167)
V V V V

nella quale i carichi (b9, f9) sono quelli equilibrati con il campo di sforzo s9ij. La
(8.167) dimostra il 2 teorema di Radenkovic.

Considerazioni conclusive sui teoremi dellanalisi limite


nel caso non associativo
Si noti che nel secondo teorema di Radenkovic la funzione limite ausiliaria g(s) 5 0
assunta non certo univocamente assegnabile. Ne discende che anche il campo di
sforzo s9ij pu avere molteplici determinazioni. Di conseguenza si perviene a carichi
(b9, f9), cui corrispondono potenze minoranti quelle effettive. Fra queste funzioni
limite g(s) 5 0 e i corrispondenti carichi si pu in certi casi tentare di ottimizzare
il risultato scegliendo la g(s) 5 0 quanto pi vicina possibile alla f(s) 5 0, in modo
da ottenere i migliori minoranti dei carichi di collasso. Comunque, poich le due
superfici g(s) 5 0 e f(s) 5 0 non coincidono, di norma non vi coincidenza fra
il pi piccolo dei maggioranti e il pi grande dei minoranti del carico di collasso.
Il carico limite per il materiale non standard, pertanto, pu non essere determinabile
in generale. Questo risultato consistente con lassenza della prova dellunicit del
campo di tensioni al collasso, per il solido costituito da materiale non standard.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 738

738 j Capitolo 8 j Esercizi

j ESERCIZI j

8.1 Si consideri il tubo sottile dellEsempio AP8.3, 8.3 Il ponte canale dellEsercizio 6.3 del Capitolo 6
avente i seguenti valori dei parametri geometrici rappresentato in Figura E8.1, avente luce L 5 20 m
e di resistenza: e la sezione con le dimensioni espresse in cm,
sollecitata da un carico distribuito di 100 kN>m.
R = 11 cm t = 1 cm s = 2 kN cm2
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Quesiti:
1. Si determini lo stato di tensione e il valore
del moltiplicatore limite di collasso utiliz- A B
zando il criterio di Tresca-de Saint Venant
per il cilindro soggetto al momento torcente L
Mt 5 100 kN cm. 200 200
2. Per la condizione di crisi di cui al punto 1, si
determini il vettore incremento di deforma- 30
zione plastica sotto lipotesi di potenziale pla- G
stico associato di Tresca-de Saint Venant 20
x 150
(Equazione 8.32).
3. Per la contemporanea presenza del momento
torcente Mt 5 600 kN cm e dello sforzo as- 30
siale N 5 50 kN, si determini il moltiplicatore 100 200 100
di collasso utilizzando il criterio di Tresca-de
Saint Venant.
Figura E8.1 Esercizio 8.3
Risposta
s 5 1.152.
Quesiti:
4. Per lo stato di crisi 3. precedente, si determini
1. Determinare il momento flettente massimo
il vettore incremento di deformazione plasti-
in mezzeria.
ca per potenziale plastico associato di Tresca-
2. Determinare il momento limite della sezio-
de Saint Venant (Paragrafo 8.1.6).
ne, tenendo conto del valore della tensione
8.2 La sezione scatolare biconnessa dellEsempio di snervamento del materiale costitutivo,
6.29 avente i seguenti valori dei parametri geo- ipotizzato omogeneo e isoresistente, con
metrici, e del modulo di elasticit tangenziale G ss 5 2 kNcm22 e il moltiplicatore limite di
B = 50 cm H = 30 cm collasso per flessione.
b = 6 cm G = 80.8 GPa 8.4 Si calcolino i momenti flettenti limite secondo le
direzioni principali della sezione di Figura E8.2,
sollecitata dal momento torcente Mt 5 3 tm
5 3 MN cm.
Quesiti:
1. Si determini la soluzione del problema tor- r2
sionale in ambito elastico deducendo le ten-
sioni tangenziali, langolo specifico di torsio-
ne e la rigidezza torsionale. r1
2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
co del momento torcente agente, utilizzando x P
il criterio di von Mises, con ss 5 500 Ncm22.
3. Sotto lipotesi di spessore uniforme b 5 6 cm,
in presenza del momento torcente Mt 5 3 tm
5 3 MN cm si determini la soluzione tensio- y
nale alla Bredt e il moltiplicatore di collasso
utilizzando il criterio di Tresca-de Saint Ve- Figura E8.2 Esercizio 8.4
nant, con ss 5 600 Ncm22.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 739

Capitolo 8 j Esercizi j 739

gi studiata nellEsercizio 6.5 del Capitolo 6, te- E 5 2.1 3 105 MPa, e tensione limite di sner-
nendo conto dei seguenti dati: vamento ss 5 440 MPa.

r1 = 12 cm r2 = 22 cm s = 800 Ncm2 F F
8.5 Si consideri la struttura di Figura E8.3 gi stu- F B C D
G H
diata nellEsercizio 3.3 del Capitolo 3.

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q = 8 kg/cm = 80 N/cm 2a
a=200cm
F=1500kg 3a
B C A
HEA 200

E
3a 2a
HEA 200

Figura E8.4 Esercizio 8.7


H=4m

Quesiti:
1. Si determini il momento limite della sezione.
2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
co della struttura.
3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura
al crescere in modo proporzionale del carico,
A
fino al collasso, costruendo il diagramma for-
L=2m za-spostamento pi significativo.
4. Si determini il moltiplicatore limite di col-
lasso del carico, e corrispondente meccani-
Figura E8.3 Esercizio 8.5
smo di collasso, tramite luso dei teoremi sta-
tico e cinematico dellanalisi limite, in fles-
Quesiti:
sione plastica.
1. Si calcoli il momento limite della sezione
HEA 200, tenendo conto della tensione limi- 8.8 In Figura E8.5 rappresentata una struttura re-
te: ss 5 45 kNcm22. ticolare, simile per disegno a quella della strut-
2. Si calcoli il valore del carico q che provoca
il collasso della struttura di Figura E8.3, il Sezione delle aste
10 mm

moltiplicatore di collasso del carico di eser-


cizio e il cinematismo di collasso. b b
8.6 Si consideri la struttura di Figura 4.52, costituita
da travi di sezione quadrata di lato 15 cm, avente
le dimensioni L 5 6 m, h 5 4.50 m, caricata dalla G h
x
forza F 5 20 kN applicata in B con direzione che
forma langolo di p>4 con quella della trave.
Quesiti: y
1. Si determini il momento limite della sezione,
sapendo che ss 5 15 kNcm22. F F F
F
2. Si calcoli il moltiplicatore di collasso della /4
/3
struttura e il cinematismo di collasso, utiliz-
a

zando i teoremi statico e cinematico dellana- /3


lisi limite. a=5m 3a 3a 3a 3a a
2 2 2 2
8.7 Il telaio di Figura E8.4 presenta ritti e traverso
costituiti da profilato HE 220 di acciaio a rispo- Figura E8.5 Esercizio 8.8
sta elasto-plastica avente modulo di Young
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 740

740 j Capitolo 8 j Esercizi

tura portante del Minnesota Bridge crollato nel Mohr alla condizione di tangenza con la curva intrinseca
2007, rappresentato nella Foto allinizio di que- (Figura E8.7). Tale condizione determina lo stato di sfor-
sto capitolo. Essa realizzata con aste di acciaio zo sc, tc responsabile della crisi e le giaciture sulle quali
a risposta elasto-plastica con modulo di Young si attiva il meccanismo di scorrimento plastico. Si for-
E 5 2.1 3 105 MPa, e tensione limite di sner- niscono di seguito i risultati costituenti risposte ai prin-
vamento ss 5 440 MPa. Le aste sono composte cipali quesiti. Tensioni principali sI 5 5 N>mc2,
da due profilati a U affiancati a distanza di 1 cm, sII 5 12.76 N>mc2, sIII 5 220.76 N>mc2.
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da dimensionare in ambito elastico fra quelli di Direzioni principali


produzione normale (Appendice B). 1
Dati del problema: F 5 150 kN. 0 0
Quesiti: nI = 0 nII = 0.151
n = 0.988
III


0 0.988 0.151
1. Si determini lo sforzo assiale limite della se-
zione.
2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti- Moltiplicatore di collasso sc 5 1.344
co della struttura. Tensore di sforzo al collasso
3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura 6.72
al crescere in modo proporzionale del carico, 0 0
Tc = 0 16.13 6.72 ( N/cm2 )

fino al collasso, costruendo il diagramma for-
0 6.72 26.88
za-spostamento pi significativo.
4. Si determini il moltiplicatore limite di collas-
Tensioni principali al collasso
so del carico e corrispondente meccanismo di
collasso, tramite luso dei teoremi statico e I = 6.72 N/mc2
cinematico dellanalisi limite. II = 17.15N/mc2
8.9 In un punto del suolo al disotto della fondazio- III = 27.90 N/mc2
ne della diga rappresentata in Figura 5.1 pre-
sente lo stato di sforzo rappresentato dal tenso- Punti di tangenza fra cerchio massimo di Mohr al col-
re di Cauchy: lasso e curva intrinseca:

5 0 c , c = 4.62, 20.19 Ncm2


0
T = 0 12
0
5 ( Ncm2 )

0 5 20 Curva intrinseca e cerchi di Mohr principali di esercizio
(Figura E8.7).
Quesiti:
1. Si determinino i valori delle tensioni princi- 40
pali e le direzioni principali di tensione.
2. Ipotizzando un comportamento linearmente 30
elastico e isotropo del suolo, con E 5 1 GPa,
n 5 0.10, si determini lo stato di deformazio- 20
ne e le deformazioni principali.
3. Si traccino i cerchi di Mohr principali. 10
P
4. Si verifichi alle tensioni ammissibili lo stato 3
- 40 - 30 - 20 - 10 1 10 2 20 30
di tensione, sapendo che la crisi del materiale
P'
regolata dalla curva intrinseca di equazione - 10

= 10 5 0.2 Ncm2
- 20

rappresentata in Figura E8.6.


- 30
Risposta
Una volta tracciato larbelo di Mohr, la condizione di
-40
crisi va ricercata imponendo che lincremento secondo
il moltiplicatore di collasso sc dello stato di sforzo, per Figura E8.6 Esercizio 8.9
amplificazione omotetica, porti il cerchio massimo di
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 741

Capitolo 8 j Esercizi j 741

Cerchi di Mohr in condizione di collasso, piani del Dati del problema: F 5 200 kN, ss 5 360 MPa.
meccanismo di scorrimento, vedi Figura E8.7. Quesiti:
1. Si determini lo sforzo assiale limite della se-
c zione.
c c 2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-

c co della struttura.
c 3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura
c

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40

al crescere in modo proporzionale del carico


30 fino al collasso, costruendo il diagramma for-
za-spostamento pi significativo.
20 4. Si determini il moltiplicatore limite di collas-
so del carico e corrispondente meccanismo
c
10 di collasso, tramite luso dei teoremi statico
e cinematico dellanalisi limite, in sforzo as-
III c I II
- 40 - 30 - 20 - 10 c 10 20 30 siale limite.
- 10 8.11 In Figura E8.9 rappresentata una struttura reti-
colare, con aste di acciaio a risposta elasto-pla-
- 20 stica avente modulo di Young E 5 2.1 3 105 MPa
c e tensione limite di snervamento ss 5 300 MPa.
Le aste sono composte da due profilati a U af-
c - 30

c fiancati, da dimensionare in ambito elastico fra


c - 40
c
quelli di produzione normale (Appendice B).
Dati del problema: F 5 220 kN, ss 5 440 MPa.
c

b 10 mm b
Figura E8.7 Esercizio 8.9 Sezione
delle aste
G h
8.10 La struttura reticolare di Figura E8.8 a maglie x
triangolari formanti a coppie dei quadrati di lato
a 5 6 m, realizzata con aste in profilato di ac- y
ciaio a risposta elasto-plastica avente modulo di F F
Young E 5 2.1 3 105 MPa e tensione limite di
snervamento ss 5 440 MPa. Le aste sono com- /3
poste da due profilati a U affiancati distanziati /3 F F F
di 1 cm, da dimensionare in ambito elastico fra a=4m a a a a a
quelli di produzione normale (Appendice B).
Figura E8.9 Esercizio 8.11
10 mm

b b
Quesiti:
Sezione 1. Si determini lo sforzo assiale limite della se-
delle aste zione.
G h
x 2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
co della struttura.
y 3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura
F F
al crescere in modo proporzionale del carico
fino al collasso, costruendo il diagramma for-
/4 za-spostamento pi significativo.
F F F
a=6m a a a a a
4. Si determini il moltiplicatore limite di collasso
del carico, e corrispondente meccanismo di col-
Figura E8.8 Esercizio 8.10 lasso, tramite luso dei teoremi statico e cinema-
tico dellanalisi limite, in sforzo assiale limite.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 742

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