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CAPITOLO
8
Elementi
di plasticit
e analisi limite 1
1
Capitolo redatto da Luciano Nunziante.
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Una definizione dovuta a Cauchy di corpo elastico afferma che la sua defor-
mazione in un certo istante completamente determinata dai campi attuali di
tensione e temperatura. Ne consegue che il corpo inelastico quello per il quale,
per contro, la deformazione deve essere determinata anche da altri parametri.
Questi parametri devono essere legati alla storia passata di tensioni e tempera-
tura, che, in generale, definisce i materiali con memoria. La teoria che tratta
questi materiali, nel caso lineare, si chiama viscoelasticit lineare. La rate-sen-
sitivity, o sensibilit alla velocit di carico, uno dei fenomeni nei quali la ri-
sposta del materiale dipende dalla storia: la deformazione prodotta da un lento
incremento di tensione , quasi per tutti i materiali, pi grande di quella prodotta
da incrementi pi rapidi: allaumentare della velocit di carico i materiali evi-
denziano rigidezze apparenti maggiori. Peraltro, sotto tensioni costanti, taluni
solidi presentano deformazioni crescenti: questo fenomeno si chiama scorri-
mento per i fluidi e creep o scorrimento a tensione costante per i solidi. Al cre-
scere della temperatura, di norma la sensibilit alla velocit di carico si accentua
e i materiali che a basse temperature si comportano elasticamente a temperature
pi elevate diventano fortemente inelastici. Un altro fenomeno, nel quale rispet-
to a quello riferito qui sopra il ruolo di tensioni e deformazioni si inverte,
quello del rilassamento, per il quale a deformazione costante le tensioni si ri-
ducono nel tempo.
V V V V
PF = (ij , j + bi ) vi + ij vi , j dV
V
i
La virgola indica qui loperazione di derivazione rispetto alla variabile spaziale, 1 / 2( vi , j + v j ,i ) = ij
il cui indice la segue. Sotto lipotesi di spostamenti e deformazioni infinitesimi,
in coordinate Lagrangiane si ha , per cui sijvi,j 5 sijei+ j. Si ottiene infine la Po- Potenza di Deformazione
tenza di Deformazione:
i i
PD = ij ij dV = PF K
V
Q = r dV h( n) d S = (r divh) dV
V V V
d
= Q + P =
dt
U dV (r divh) + ij ij dV
D
V V
i i
U = ij ij + r divh (8.1)
d i d i i
U+ ij = 0 U ij i ij = 0
dU dij
1 d
= Poich la temperatura assoluta T definita tramite la , dalle due equazioni di
T dU
sopra si ottiene:
1 i d i i
U = ij U = ij i ij
T dij
che determinano
d i
ij + T d ij = 0
ij
Se le eij sono variabili indipendenti, pertanto non sono presenti vincoli interni,
ciascuna delle sei parentesi tonde dellequazione, di cui sopra, deve annullarsi,
d risultando unequazione che fornisce in modo esplicito la dipendenza che si
ij = T
dij assunta di s da U e da e. Si ha inoltre
i i i
T = U ij ij = r divh (8.2)
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r h( n) (8.3)
= dV dS + h T 1
dV
T T
V V V
e poich il flusso di calore va sempre dai punti pi caldi a quelli pi freddi, risulta
h?=T21 $ 0 sicch si ha:
S dV
r h( n )
dS = 0 (8.4)
V T V
T
conosciuta come disuguaglianza globale di Clausius-Duhem, che esprime il SPT Disuguaglianza di Clausius-
per il continuo. La quantit in parentesi si chiama fornitura di entropia esterna. Duhem
G la produzione di entropia interna , nella quale si introdotta la funzione g
definita produzione di entropia interna per unit di massa o entropia interna spe- =
h T1 dV =
cifica, e il prodotto rg rappresenta, oltre al flusso di calore interno h?=T21, altri V
termini legati alla dissipazione di energia dovuti a effetti inelastici, plastici ecc. i
= dV
La (8.4), tramite il teorema della divergenza, si trasforma nella:
V
h
T + div T dV = 0
i r
V
che, dovendo valere per qualunque dominio V, poich g non negativa, determina
la disuguaglianza locale di Clausius-Duhem:
h
+ div = 0
i r
(8.5)
T T
U
ij = (8.6)
ij
che costituisce la relazione isentropica tensione-deformazione. Essa fornisce la Relazione isentropica tensione-
relazione tensione-deformazione a entropia costante; viene anche chiamata re- deformazione
lazione adiabatica tensione-deformazione. Il Potenziale elastico, gi introdotto
nel Capitolo 5 nella forma di Green, determina il legame costitutivo iperelastico
nella forma (8.6). In questo caso la densit di energia interna U, nel caso iso-
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1
(r divh) + h T1 = 0
(8.7)
T
Tenendo conto dellequazione locale del bilancio di energia (8.1), lespressione
in parentesi si riscrive . Grazie alla definizione dellenergia libera di Helmoltz
i
r divh = U ij iij si ha: U+ 5 Th 2 hT 1 c e il primo membro dellequazione di sopra diventa
i i i
h T1 + T ij ij
1
T
Si ha inoltre:
i i i i
= ij + T+
ij T
i
h T1 0
T
f0 ( ) = 0 (8.11)
df ( ) j
df0 ( ) = 0 di = f0 ( ) d = 0
di
(8.12) d
f0() = 0
n
Con =f0(s) si indicato il vettore gradiente di f0(s), che, come noto, coassiale
con il versore della normale uscente dalla superficie f0(s) 5 0. La (8.11) afferma
che il vettore tensione attuale s appartiene alla superficie limite; la (8.12) richiede O i
che lincremento della tensione ds sia appartenente al piano tangente in s alla
superficie limite e risulti pertanto ortogonale alla normale n alla superficie di pla-
sticizzazione (Figura 8.1).
La (8.12) assicura che lincremento di tensione ds di tipo tale che la tensione
(s 1 ds) continua a soddisfare la condizione limite (8.10), a meno di infinitesimi Figura 8.1
di ordine superiore in ds; infatti, per la differenziabilit della f0(s), si ha
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P
ij = (8.18)
ij
La quantit infinitesima dl, che misura lentit delle dep (8.11), per un unico ele-
mento materiale isolato plasticizzato, pu assumere valori appartenenti a R10, in
analogia con quanto accade nella prova monodimensionale nel tratto plastico ide-
almente illimitato.
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Per un solido elastoplastico che presenti una zona plasticizzata, la quantit dl di-
pende dal comportamento ancora elastico di parti del solido a questa circostanti
che vincolano lentit delle deformazioni plastiche delle zone plasticizzate: dl
pu determinarsi punto per punto nel solido mediante la cosiddetta soluzione del
problema incrementale. Le equazioni (8.15) corrispondono allo stato plastico, le
(8.16) corrispondono al cosiddetto ritorno elastico, mentre le (8.17) rappresentano
lo stato elastico. Per diversi materiali, la funzione Potenziale Plastico P(s) viene
assunta coincidente con la funzione di snervamento:
P(s) 5 f0(s) (8.19)
Tale ipotesi, confortata dallevidenza sperimentale, definisce il cosiddetto Poten- Potenziale Plastico Associato
ziale Plastico Associato. La (8.14), tramite le (8.18) e (8.19), permette di parti-
colarizzare il legame costitutivo plastico nella forma vettoriale:
f0
dip = d (8.20)
i
f ( )
ip = 0
i (8.21)
j , jP
f0() = 0 1
ove
0 per f0 ( ) = 0 f0 ( ) = 0 (8.22)
O , iP
i
= 0 per f0 ( ) = 0 f0 ( ) < 0 (8.23)
2
= 0 per f0 ( ) < 0 (8.24)
Nel caso che la funzione di snervamento f0(s) sia continua, ma non differenziabile Figura 8.3
ovunque, essa di norma assegnata tramite le m funzioni
f01(s), f02(s), f0m(s) (8.25)
tali che il dominio di resistenza definito dalle m disequazioni
f01(s) < 0, f02(s) < 0 f0m(s) < 0 (8.26)
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f
i = r 0 r
p
(r 0) (8.29)
i
La somma (8.31) stata effettuata rispetto alle sole l falde di indici r potenzialmente
attive della superficie limite. Si pu peraltro scrivere, in maggiore generalit
i
k 0 per f ( ) = 0, fi ( ) = 0
m i
0k 0k
f
i = k con = 0 per f ( ) = 0, fi ( ) < 0
ip 0 k i
i k 0k 0k (8.32)
k =1
i
k = 0 per f0 k ( ) < 0
Figura 8.4
j , i jp
i
p
i 1
1 f01 ( ) = 0
fok ( ) = 0 O
i
i , ip
f03 ( ) = 0
f04 ( ) = 0
i
p
tenente al cono delle normali uscenti dalle varie falde concorrenti nel punto ten-
sione attiva (Figura 8.4). In definitiva, il legame costitutivo elasto-plastico, in
questo caso, si scrive:
m i
i f
i = ie + ip = aij j + k 0 k
i i i
(8.33)
k =1 i
i i
k 0 per f0 k ( ) = 0 f0 k ( ) = 0
ove: i = 0 per f0 k ( ) = 0
i
f0 k ( ) < 0
k (8.34)
i
k = 0 per f0 k ( ) < 0
La trattazione del legame costitutivo dello stato plastico dei materiali, che perviene
ad equazioni del tipo (8.15) e successive qui sopra introdotte, di tipo incrementale,
va sotto il nome di Teoria dello Scorrimento Plastico. Teoria dello Scorrimento Plastico
S
f0 ( ) = J2 (TD ) =0 (8.35)
3
in cui
T
= x y z xy yz zx
T
p = xp yp zp xy
p p p
yz zx
(8.37)
i i
f fornito dalla (8.21), con che si esplicita nel Legame Plastico Associato di
ip = a 0
i Lvy-von Mises:
xp
2
yp
x y z
2 y x z
p
z i 2z y x
= a (8.38)
6 xy
p
xy
6 yz
p
yz 6 zx
zxp
i i
a 0 per f0 ( ) = 0, f0 ( ) = 0
i i
ove a = 0 per f0 ( ) = 0, f0 ( ) < 0
i
a = 0 per f0 ( ) < 0
i i i i
w p = sT s = 2 S2 / 3 = 2 S2 (8.40)
N Mz
z = =
2 R z 2 R2
Lo stato di sforzo piano e localmente, in ogni punto della superficie media del
cilindro, appartiene al piano (z, u). Il vettore delle sollecitazioni QT 5 [N Mz]
viene fatto crescere proporzionalmente a partire da quello di esercizio
QTe 5 [Ne Mze] tramite il moltiplicatore s:
QT = N Mz = s QeT = s Ne Mze
S Ne 2 Me 2
id = z2 + 3z2 = S s f = = S + 3
id 2 R 2 R2
p p p
p = rp zp r z zr
p
=
= a [ 2374.93 2374.93 4749.86 0 8905.98 8905.98 ]
Figura 8.5
III , III
P
III , III
P
-713.40Ncm-2
I , IP
I , IP
I = z / 2 + z2 / 4 + z2 = 3088 . 34 Ncm2
II = z / 2 z2 / 4 + z2 = 713 . 40 Ncm2
Nel riferimento delle tensioni principali non nulle, piano (sI, sII), il dominio
I2 + II2 I II = S2 di von Mises di equazione contiene nel quarto quadrante il punto tensione
di crisi .
I = 3088 . 34 Ncm2 Il vettore della deformazione plastica sopra ottenuto, rappresentato nello spa-
zio di Haig-Westergaard, risulta normale alla superficie laterale del cilindro cir-
II = 713.40 Ncm2
colare di von Mises nel punto
T
P = I II III = 3088.34Ncm2 3088.34Ncm2 T
0
Linviluppo delle (8.41) lesagono di Figura 8.6 nel piano delle tensioni non
nulle (sI, sII). Le (8.41) si riassumono in:
fom 5 0 (8.43)
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Figura 8.6
II, IIP
= IIP
S 2 A A
1
3 A
P S
S , IIP
4
6
5 S
e lequazione
i
f0 m ( ) = 0 (8.44)
definisce lo stato plastico secondo Tresca-De Saint Venant per lo stato di tensione
piano. Per potenziale plastico associato P(s) 5 f0i(s), le (8.33)(8.34) definiscono
il Legame Costitutivo Plastico di Tresca-De Saint Venant. Poich lo stato di ten-
sione che si tratta piano, considerando incrementi di tensione nel piano (sI, sII),
lEquazione (8.44) pu essere soddisfatta per uno solo degli indici m che com-
paiono nella (8.43). Il vettore e +p , in questo caso, sempre di direzione univoca
in funzione del valore degli indici m.
Per esempio, per uno stato di tensione sA, come quello di Figura 8.6 tale che
risulti f01(sA) 5 0, f02(sA) 5 0, e per un incremento s+A, tale che risulti f0+2(sA) 5 0,
la (8.33) fornisce nel piano delle tensioni non nulle (sI, sII) le sole componenti
complanari:
f0 II
p i f0 I + i i
I
i II
I
I
ip
= I = I
(
= grad f T
)
i p i f0 I i f0 II 0 i
II I + II A II
II II
i 0 per f ( ) = 0, fi ( ) = 0
i 0i 0i
i i
i = 0 per f0 i ( ) = 0, f0 i ( ) < 0
i
i = 0 per f0i ( ) < 0
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f0 I = I S = 0 f0 II = II S = 0
f0 I f0 I f0 II f0 II
=1 =0 =0 =1
I II I II
i i
I = 0 II 0
0
p = II dalle quali si ottiene .
1
La condizione di normalit, che anche per il legame associato di Tresca-de
Saint Venant si traduce nellincompressibilit plastica , determina la e infine
i i i i il vettore dellincremento di deformazione plastica
c p = Ip + IIp + III
p
=0
T
IIIp = 0 1 1
T
ip i i p = Ip IIp
III = (Ip + IIp )
Per uno stato di tensione piano del tipo sA trattato sopra, per il quale sia ammesso
un incremento s+A che presenti un valore s+III Z 0, tale che s+A sia parallelo allasse
idrostatico m, lincremento della deformazione plastica viene espresso tramite le
(8.33) e (8.34), facendo per riferimento alle equazioni che in E3 definiscono i
piani di Tresca attivi. In tale caso, essendo potenzialmente attive due falde, sono
possibili incrementi di deformazione plastica non nulli sia della e +pI sia della e +pII,
oltre che della e+pIII a causa dellincompressibilit.
Figura 8.7 sj
i i
s dt s dt
f2(s) = 0
s1
s
f1(s) = 0
si
f0(s) = 0
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i f i f i
f ( , hi ) = 0 f ( , hi ) = j+ hi = 0 (8.45)
j hi
i f i f i
f ( , hi ) = 0 f ( , hi ) = j + hi 0 (8.46)
j hi
Inizialmente, cio per il primo snervamento, i valori dei parametri hi sono tutti
nulli: successivamente, alla nascita delle deformazioni plastiche, i parametri hi
assumono valori diversi da zero, tali da fare cambiare e aggiornare la superficie
di snervamento iniziale.
Una volta nota la forma della funzione di snervamento f e nota la dipendenza
dei parametri hi dalla storia del materiale, si pu esplicitare il legame costitutivo
in forma incrementale, una volta fissato un potenziale plastico. Anche per il ma-
teriale incrudente il potenziale P viene di norma considerato di tipo associato:
P(sj, hi) 5 f(s, hi) 5 0 (8.48)
e pertanto gli incrementi di deformazione plastica sono dati da:
i i f
ip = (8.49)
i
Si noti che nel passaggio dalla tensione sl, tale da soddisfare lequazione i
f = f1 (l + d t )
f0(sl) 5 0, a quella s1 5 sl 1 sd+ t soddisfacente la f1(s1) 5 0, si ha .
Con riferimento alla (8.45), per un incremento dello sforzo s,+ tale che si abbia f0 (l ) = 0
, deve risultare . Il termine lincremento di f per hi costante, mentre
lincremento di f a tensione costante e nella fase di carico risulta (poich dt . 0) f i
j > 0
j
f i f i
j = hi > 0
j hi
f i
hi < 0
hi
Solo in tale caso nascono incrementi delle deformazioni plastiche.
Allo scarico si ha invece un s + tale che risulti f i
j dt
f i f i j
j <0 hi = 0
j hi
f i
hi dt
e la superficie di snervamento non cambia: la risposta incrementale, in tale caso, hi
elastica. Per un s + appartenente al piano tangente alla superficie f 50 risulta
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f i f i
j = 0 hi = 0
j hi
Incrudimento isotropo
Il modello costitutivo di materiale incrudente di tipo isotropo fa espandere omo-
teticamente la superficie di snervamento iniziale f0(sj) in funzione dellenergia
specifica dissipata wP; la superficie di snervamento attuale o superficie di carico
f(sj) 5 0 dipende nel caso pi semplice da un unico parametro di incrudimento
h dipendente dalla storia di carico e in particolare dallenergia wP dissipata nella
storia precedente. In questo caso si pone f(sj, hi) 5 f0(sj) 2 h. La condizione di
crisi definita nella forma f(sj, hi) 5 0, equivale alla f0(sj) 5 h. La trasformazione
del luogo f0(sj) 5 0 nel luogo f0(sj) 5 h una omotetia che lascia invariata la
forma della superficie di snervamento, mentre ne varia le dimensioni; infatti, in
tale caso, accade che le derivate, cos come il differenziale della f0(sj), sono coin-
cidenti con quelli della f(sj, h), per h costante. Il valore attuale del parametro di
incrudimento h viene fatto dipendere dalla precedente storia di deformazione pla-
stica e in particolare dal lavoro specifico di deformazione plastica compiuto nel
processo deformativo precedente:
i
wp = T p d t (8.50)
f0 h i
La (8.52) sostituita nella (8.53) la trasforma nella . Poich il potenziale plastico
= i ip
j w p
di tipo associato P(sj, hi) 5 f(sj, hi) 5 0, risulta soddisfatta la
i i f0
ip = (8.54)
i
e la (8.52) si riscrive
1 h f f0 i h f
= i 0 = i 0
H w p j j w p j (8.55)
Figura 8.8
j = +a
f0( ) = 0
O i
f(, a) = 0
i i f0
ip = (8.56)
i
con
i
= H f0 i j per f ( ) = h f0 ( ) i j > 0
j
0
j
i f0 ( ) i
= 0 per f0 ( ) = h j 0 (8.57)
j
i
= 0 per f0 ( ) < h
Incrudimento cinematico
Questo modello di comportamento del materiale incrudente assume che la super-
ficie limite iniziale f0(sj) 5 0 in presenza di incrementi di tensione di carico, tali
f0 i
cio da risultare soddisfatta la , trasli rimanendo costante per forma e dimen- i > 0
sione, trasformandosi nella nuova superficie (Figura 8.8) i
f(s) 5 0 (8.58)
La superficie di snervamento attuale definita dallequazione
f(sj, aj) 5 f0(si 2 ai) 5 0 (8.59)
ove le ai sono le componenti del vettore spostamento connesso con la traslazione
avvenuta. Con la posizione
_
i = i ai
i i i
ai = b ip d t ai = b ip (8.60)
se risulta
__ f0 i f0 i
f0 ( ) = 0 e __ = __ >0
i t i i
Si ha invece
i f0 i i
ip = 0,per f0 ( ) = 0, e i 0 e ip = 0,oppure per f0 ( ) < 0
i
Si ottiene
f0 i
__ i
1 i
i
= (8.63)
b f0 f0
__ __
j j
Figura 8.9
i
s1 dt s1
A B
i s2
s2 dt
e1 e2 e
i i
e1 dt e2 dt
i i
1 1 > 0 (8.64)
Questo stato del materiale viene definito instabile. Sulle precedenti considerazioni
e definizioni si fonda il cosiddetto Postulato di stabilit formulato da Drucker,
che generalizza le definizioni date e che risulta pieno di forti implicazioni con ri-
ferimento al comportamento plastico dei materiali.
Un materiale si definisce stabile in un certo stato, dipendente dalla storia di ca-
rico precedente e in presenza di azioni esterne F, se un generico incremento di tali
azioni, applicato secondo un ciclo di carico e scarico (1F ,+ 2F )+ , determina nel-
lintorno del punto considerato un ciclo G di variazioni delle tensioni (1s,+ 2s )+ ,
che d luogo nel ciclo a una variazione specifica di potenza non negativa:
i i
dt 0 (8.66)
Figura 8.10
sj
s
e p
f(s) 5 0 sa
s
O si
( a )T p 0 a (8.68)
Infatti, con riferimento allo stato iniziale sa, si consideri un generico ciclo
G di carico che incrementi la tensione da sa a s, facendola poi ritornare
al valore sa iniziale (Figura 8.10). La (8.66) con riferimento al ciclo G, si
scrive:
i i i i i i
dt = e dt + p dt 0 (8.69)
Per i s+ tali che f(s 1 s+dt), si ha ep+ 5 0 e la (8.68) vale in forma banale con
luguaglianza. Per un s+ plasticamente ammissibile (materiale plastico), per il
quale pertanto risulta f(s 1 s+dt) 5 0, se nasce una ep+ ? 0, per la legge di
normalit risulta
i i
p = 0 (8.71)
o in quella equivalente
i
( a )T p 0 Stabilit del materiale
( x x)T (y x) 0 x S (8.73)
linsieme S convesso.
La condizione (8.73) del teorema sopra enunciato, con S 8 R9, con il soddisfaci-
mento della legge di normalit e con le posizioni:
x = a x= ( x x) = ( a )
S = {x S f ( x) 0}
i
(y x ) = p
Figura 8.11
x
x
yx
x
x
y
Figura 8.12
i
p
a
a
Peraltro la Figura 8.12 mostra con un controesempio geometrico che solo con
I() un dominio f(sa) < 0 non convesso pu risultare contraddetta la condizione
(8.68). Infatti, per domini limite non convessi, esistono vettori s, sa, ep+ per i
quali risulta
a1
i
a ( a )T p < 0 (8.74)
Risulta quindi dimostrato per assurdo che la condizione (8.68) implica la con-
vessit; infatti se non la implicasse, esisterebbero vettori s, sa, ep+ soddisfacenti
la (8.74), in contrasto con la (8.68).
3) La condizione (s 2 sa)T ? ep+ > 0, nel caso che s risulti interno alla superficie
Figura 8.13 limite e sia quindi rispettoso della
f(s) , 0 (8.75)
p
implica lannullarsi degli incrementi delle deformazioni plastiche e + 5 0. In-
fatti supponiamo che valga la (8.75), ovvero che s sia interno alla superficie
di frontiera del dominio limite D, e che per assurdo esista lincremento di de-
formazione plastica ep+ . Esiste un intorno I di s tutto interno alla superficie li-
mite (Figura 8.13).
Si consideri una qualunque tensione ammissibile sa P I(s) appartenente
allintorno I(s) di s; la condizione di stabilit (8.68) impone
i
( a )T p 0 (8.76)
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Si pu, a questo punto, fare riferimento alla diversa tensione ammissibile sa1,
tale che s 2 sa1 5 2 (s2 sa), cosa legittimata dallo scambio di ruolo delle
iniziali s e sa, in quanto ambedue interne al dominio limite. Deve risultare:
i i
( a1 )T p 0 ( a )T p 0 (8.77)
La (8.76) unita alla (8.77) implica che debba risultare (s 2 sa)T ? ep+ 5 0, la
quale, per larbitrariet di (s2 sa) nellintorno I(s), richiede che risulti ep+ 5 0.
4) La condizione (8.68): (s 2 sa)T ? ep+ > 0, con s sulla frontiera del dominio
limite convesso, ipotizzata regolare, implica un potenziale plastico associato
(legge di normalit ) e cio dovere risultare
i i f i
ip = ( 0) (8.78)
i
i i f j i
ip = j j 0 (8.79)
i
Figura 8.14
n f
i
i
+ p
I( )
a
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Figura 8.15 i
p
n2
n1
a
a
O
Stati di tensione sicuri 7) Si consideri linsieme degli stati di tensione sicuri ss, cio quei vettori che
soddisfano la disuguaglianza stretta di compatibilit:
f(ss) , 0 (8.82)
Figura 8.16 e 2p
s2p
e 1p
s 1
f(s) = 0
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Figura 8.17
F1 F2 F3
A A A
s 2 s s
1 2 3
u F
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Figura 8.18
s GA B
F
s O s+ C
D'
E
( p = 0) s D
E1 = E2 = E3 = E
k 1 = k 2 = k 3 = k = EA
s1 = s s 2 = 2s s 3 = 3s
Equilibrio
i i i i
F = N1 + N2 + N3 F = N1 + N3 + N2
1 = 2 = 3 = u =u/l
1 = N1 N0 = 0 2 = N2 2 N0 = 0 3 = N3 3 N0 = 0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 674
ove la resistenza limite del pendolo n.1 vale N0 5 Ass. Lo spostamento al limite
di elasticit vale, per il pendolo n.1 e quindi per lintera struttura, D0 5 ssl>E.
1
1 3
3
2 2
1 1
O
1 2 3 u/0
C
0
6 D
5 B
3 A
1
u/0 F0
0
1 R 2 3
ur
Per questa fase, definita di scarico, ciascuna delle aste che presentava condizioni
di lavoro (s, e), come quella del punto B di Figura 8.18, presenta un ritorno in
condizioni di elasticit, seguendo il legame costitutivo elastico N + 5 ke u>l.
+
Lo scarico completo della struttura si verifica aggiungendo alla struttura
stessa una forza incrementale di valore DF 5 26F0. Se in questa fase di
scarico ciascuna delle tre aste, che hanno uguali rigidezze elastiche, mantiene
una risposta elastica, senza pervenire a ulteriori snervamenti, la struttura as-
sorbe uno sforzo incrementale di valore DN 5 22F0, per il quale nasce una
deformazione elastica di valore Dee 5 22D 0>l, quindi unincremento di spo-
stamento pari a Du 5 22D 0. La struttura perviene allo stato rappresentato
dal punto R di Figura 8.20, nel quale, sotto forza esterna nulla, si ha uno spo-
stamento residuo della struttura di valore uR 5 2D 0>l 1 pl. In ciascuna delle
aste questa fase di scarico determina incrementi di deformazioni elastiche e
di sforzi facilmente calcolabili. Nella Tabella 8.1 che segue sono riportati i
valori della forza F e degli sforzi Ni presenti nelle varie aste, unitamente allo
spostamento u, alle deformazioni elastiche eei e a quelle plastiche epi delle tre
aste, per gli stati corrispondenti ai punti A,B,C,D e R dellintero processo di
carico seguito.
Definizioni
Collasso plastico Si definisce collasso plastico il fenomeno che si presenta ove, al crescere del
carico, la struttura pervenga a un valore limite di questo (b, f) detto carico li-
mite che non pi amplificabile, mentre le deformazioni crescono indefinita-
mente (e con esse gli spostamenti di una parte o di tutta la struttura). La parte
del campo di spostamento crescente indefinitamente al collasso, con la sua
forma, e le deformazioni connesse, definiscono un meccanismo di collasso,
detto anche cinematismo di collasso. Cinematismo di collasso
sa si definisce un campo staticamente ammissibile di tensioni se soddisfa con Tensioni staticamente
i carichi (ba, fa) le equazioni di equilibrio interno, quelle di equilibrio ai limiti ammissibili
e inoltre rispetta le equazioni di compatibilit plastica espresse tramite la fun-
zione di crisi f:
ija
+ bia = 0 (8.85)
xj
ija nj = f ia (8.86)
f ( a ) 0 (8.87)
I carichi di collasso (b, f), insieme alle tensioni s presenti al collasso, costitui-
scono quel particolare sistema staticamente ammissibile di forze tensioni (b, f,
s) che si determina in occasione del collasso della struttura.
Il campo di tensioni ss si definisce staticamente sicuro o di sicurezza se sod- Tensioni staticamente sicure
disfa le equazioni di equilibrio interno e quelle ai limiti del tipo (8.85), (8.86)
e soddisfa, inoltre, la condizione di compatibilit (8.87) con la disuguaglianza
i0
stretta f(ss) , 0. Le forze (bs, fs) equilibrate con questo campo di tensioni si i
i 1 ui0 uj
definiscono un carico di sicurezza. ij0 = +
Si faccia riferimento a un campo di velocit di spostamento u+0 soddisfacente 2 x j xi
le equazioni di congruenza cinematica al contorno vincolato u+0 5 u+, dal quale
sia deducibile un campo di velocit di deformazione infinitesima e0+ rispettoso o
delle equazioni di compatibilit con u+0: . La coppia (u+0, e0+ ) viene definita x V
un campo cinematicamente ammissibile di spostamento-deformazione, o sin-
teticamente un cinematismo ammissibile. Cinematismo ammissibile
i i Per il materiale perfettamente plastico risulta per la (8.67) sT+ ? e p+ , anche ove e p+ ? 0.
= T dV = 0
V
La (8.71) sostituita nella (8.88) conduce alla
i i
T e dV = 0 (8.89)
V
T e dV = T (C1 ) dV = eT (C e ) dV = 0
V V V
in cui C, C21 matrice di elasticit e sua inversa, sono matrici definite positive,
per le quali valgono le condizioni (Capitolo 5):
= 0 i = 0 = 0 i e = 0
(C1 i ) (C )
iT ieT ie
i i
> 0 0 > 0 e 0
Se ne deduce quindi che deve risultare per i cinematismi di collasso:
i i
i = 0 e = 0 i = p (8.90)
Da quanto dimostrato si evince che il meccanismo di collasso presenta soltanto
incrementi plastici delle deformazioni e p+ corrispondenti al campo di velocit di
spostamento del cinematismo di collasso u .+
La dimostrazione della 1a parte del Primo Teorema Statico del Collasso Plastico
viene svolta per assurdo, ipotizzando che in presenza dei carichi di collasso esista
per la struttura uno stato di tensione ss staticamente sicuro. In tal caso, in presenza
dei carichi di collasso (b, f), presente sulla struttura il campo di tensioni s con
questi equilibrato; per ipotesi, inoltre, esistono le tensioni ss equilibrate con gli
stessi carichi. La scrittura dellequazione del PLV per il campo di tensione
(s 2 ss) auto-equilibrato e per le effettive velocit di deformazione e p+ del mec-
canismo di collasso fornisce:
T i
( s ) p dV = 0 (8.91)
V
i
( a )T p dV 0 a (8.92)
V
Siano (b, f) i carichi di collasso della struttura e s il suo stato di sforzo al collasso;
siano inoltre (ba, fa) i carichi corrispondenti alle tensioni ammissibili sa tramite
le equazioni di equilibrio interno e ai limiti (8.85), (8.86); la (8.92) tramite il Prin-
cipio delle Potenze Virtuali, implica che si verifichi
i i i i
bT u dV + fT u dS baT u dV + f aT u dS (8.93)
V V V V
La (8.85) afferma che la potenza di dissipazione al collasso del carico limite mag-
giora la potenza di un sistema di carichi ammissibili (equilibrati con uno stato
di tensione sa staticamente ammissibile) per il cinematismo di collasso. In altre
parole la potenza di dissipazione del carico di collasso maggiora quella di un
qualunque altro carico ammissibile (Hill, 1951).
In termini equivalenti: il funzionale potenza dei carichi, valutato nella classe
dei carichi ammissibili, presenta un massimo per il carico limite di collasso pla-
stico. La (8.93) esprime il Teorema della Massima Dissipazione del carico di col- Teorema della Massima
lasso, nei confronti di quella di un qualunque carico ammissibile. La stessa equa- Dissipazione (Hill, 1951)
zione (8.93), riscritta tramite le corrispondenti potenze virtuali interne nella forma
i i
T p dV aT p dV a (8.94)
V V
cinematismo di collasso (u+, e)+ , grazie allequilibrio del sistema (b, f, s) e alla
compatibilit dei due cinematismi considerati, possibile scrivere le due equazioni
delle potenze virtuali:
i i i
T 0 dV bT u0 dV fT u0 dV =0 (8.95)
V V V
i i i
T dV bT u dV fT u dV =0 (8.96)
V V V
i i i
T p dV bT u dV fT u dV = 0 (8.99)
V V V
Sia s0 un campo di tensione ammissibile, corrispondente alla e0+ per la legge di flusso
plastico associato, non necessariamente equilibrato con i carichi di collasso (b, f).
In questo quadro, lo sforzo effettivo s inteso quale sforzo ammissibile, men-
tre quello s0 lo stato limite associato a e0+ . In forza della condizione di stabilit
del materiale (8.68), risulta
i i
T 0 p 0 T 0 p (8.100)
Potenza di dissipazione Il primo integrale al primo membro della (8.101) si chiama potenza di dissipa-
zione, o potenza interna, e si indica con:
i i
D = 0 T 0 p dV (8.102)
V
Potenza del carico Il secondo e terzo integrale al primo membro della (8.101) definiscono la potenza
del carico che si indica con:
i i i
W = bT u0 dV + f T u0 dV (8.103)
V V
Potenza di dissipazione totale Il primo membro della (8.101) definisce il funzionale della potenza di dissipa-
zione totale.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 681
Esso definito nella classe dei cinematismi ammissibili (u+0, e0+ ). La (8.101), a
questo punto, si riscrive:
i i
D W 0 (8.104)
dv du
s
s
dv=du
2
D
a 3
L =s a
=4 s
A A
A
L =
6
a
dv du
C
a a a a dv= 2du
s
s =
2
3
p '' = s = 0.75 s
4
s i P 3 a i
d = p '' du 3 a sen
2 cos
s 1
p '' =
2 sen cos
Figura 8.22
p0
1.014
1.012
1.010
1.008
1.006
1.004
1.002
1.000
0.72 0.74 0.76 0.78 0.80 0.82 0.84 0.86
3
p '' = s = 0.866 s
2
che pi grande e quindi meno buono del precedente.
Da quanto mostrato sopra, si evidenzia per il cercato carico di collasso pc la
seguente migliore limitazione:
Figura 8.23
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 685
stiche, cui corrisponde un valore del carico applicato di pc 5 0.5564 ss, che
risulta anche in accordo con le limitazioni sopra proposte (elaborazione ing.
L. Esposito). Da quanto esposto emerge anche una critica ai metodi numerici,
in quanto aumentando ulteriormente il carico, i codici ordinari agli EF hanno
debolissima convergenza a causa del formarsi di importanti deformazioni pla-
stiche. Peraltro, il metodo degli EF consente di visualizzare la deformazione
del provino in ambito elasto-plastico e prima del collasso, come visibile in
Figura 8.23.
b Figura 8.24
x
P9
y
ss 5 2ts
P9
x b Figura 8.25
P0
y
h A A vi ui
l
vi
P0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 686
sezione, direzione in cui si assume, per le analisi che seguono, la canonica di-
mensione unitaria.
Per il materiale indentato si considera il criterio di crisi di Tresca-de Saint
Venant; la tensione tangenziale di crisi ha valore ts 5 ss>2 . 0. Tramite i
teoremi statico e cinematico dellanalisi limite, si determinano qui di seguito li-
miti inferiori e superiori del carico di collasso Pc.
tan = 2h / b l = b2 / 4 + h2
i i i
u = v sen = h v / b2 / 4 + h
Per questo cinematismo la potenza del carico esterno P0, che un maggiorante
del carico di collasso Pc, vale:
i i i i
W = P '' u = P '' v sen = P '' h v / b2 / 4 + h2 (8.110)
Per i seguenti valori numerici dei parametri in gioco: b 5 500 cm; h 5 300 cm;
ts 5 1 kg>cm2, le limitazioni individuate da P9 e P0 del carico di collasso valgono:
P0 5 1000 kg < Pc < 2033 kg 5 P0
che costituisce un primo intervallo di valori, molto utili per le applicazioni tecniche.
Con procedure simili sono stati ottimizzati i limiti di cui sopra (Green 1951).
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 687
da cui si ricava il valore del minorante del carico di collasso: P9 5 2ssb 5 4tsb.
In Figura 8.29 rappresentato il cerchio di Mohr dello stato di sforzo assunto
nella zona al disotto del blocco rigido. opportuno notare che lo stato di sforzo
assunto qui sopra richiede il soddisfacimento di condizioni non omogenee allin-
finito in direzione y per la sy 5 2 ss 5 22ts; questa ipotesi pu essere ritenuta
soddisfatta nel caso reale di un terreno in spinta passiva in direzione orizzontale.
Figura 8.26
b
y
s = 2 s
x
ij = 0 ij = 0
s = 2 s
b Figura 8.27
i
C
y
x
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 688
Figura 8.28
y
1 2
x
s s s
2s
s s
2 s b
Figura 8.29
s
2 s s o n
s
nl
Figura 8.30 b
i
i
u
C
y
r
h
y
ui
x
Per quanto riguarda i maggioranti del carico di collasso, si individua quale primo
cinematismo quello della Figura 8.27, per il quale la potenza del carico cine-
maticamente ammissibile vale . Poich sulla semicirconferenza di raggio b
i
W = P '' i b / 2 presente una velocit di scorrimento relativo tangente n + 5 ba +, la potenza di
dissipazione vale . Luguaglianza fra potenza di dissipazione e potenza del
i i
D = b2 carico determina il maggiorante ottimale P0 5 2ptsb 5 6.28tsb.
s
Facendo riferimento a cinematismi come quelli delle Figure 8.30, 8.31 e 8.32,
in letteratura sono stati forniti diversi maggioranti, il cui valore ottimale poco
inferiore al valore
P0 5 5.5269 b ts
che costituisce la ben nota soluzione ottenuta da Fellenius tramite sole equazioni
di equilibrio. La soluzione esatta di questo problema Pc 5 5.14 b ts (J. Mandel).
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 689
b Figura 8.31
y
x
Figura 8.32
O C y
h cos
x
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 690
Figura 8.34 O C
y
x
h9
x
A
B
(x h) x
(x h) (x h) (x h)
x x
OC ) x = 0 y>0 x = xy = 0
AB) x = h y<0 x = xy = 0
OB) 0 < x < h y=0 y = xy = 0
0xh 0y y = 0 x = x
hx 0y y = ( x h) x = x
hx y0 y = ( x h) x = ( x h)
Questo stato di sforzo soddisfa lequilibrio interno nelle tre parti in cui scompo-
nibile il dominio. Esso soddisfa inoltre lequilibrio ai limiti sulle rette AB, 0B, 0C.
La condizione di ammissibilit plastica di Tresca-de Saint Venant imposta nella
zona 0 , x , h, richiede gx < 2ts, che al limite determina gh9 5 2ts 1 h9 5 2ts>g.
Laltezza h9 costituisce un minorante per laltezza di crisi.
i Figura 8.35
O A
y
d
s
h
Sullarco AB, poich vi scorrimento, per il legame plastico associato deve es-
sere presente la tensione tangenziale ts di crisi di Tresca-de Saint Venant.
i i
La potenza di dissipazione vale . La potenza relativa al peso di questa parte D = s h2 / 2
e a questo cinematismo vale:
i 0
i i
W= h3 cos / 3 d = h3 / 3
/2
che con la soluzione a 5 p>4 determina per questi cinematismi il migliore mag-
giorante: hcr < h0 5 4ts>g. In letteratura sono state fornite per questo problema
altre limitazioni (Josselin de Jong, Heyman, Palmer) che conducono al seguente
intervallo ottimale dei limiti inferiori e superiori: 3ts>g < hcr < 3.83ts>g.
I teoremi posti in questa forma discorsiva sembrano assai intuitivi. Questa formu-
lazione infatti discende storicamente dal fatto che il calcolo a rottura stato uti-
lizzato a un livello abbastanza intuitivo e non formalizzato gi in tempi antichi.
Basta qui ricordare che il teorema cinematico risale, per quanto riguarda le sue
prime formulazioni, alla prima met del diciottesimo secolo, quando nel 1741 un
gruppo di matematici italiani progett il rinforzo della cupola di San Pietro, per
evitarne la rovina. Similmente, nel 1773 Coulomb svilupp ricerche sulla resistenza
limite del suolo, lavori poi ripresi da Rankine a met del diciannovesimo secolo.
i i
bT0 u0 dV + f0T u0 dS > 0 (8.115)
V V
conduce alla
s9 < s (8.116)
la quale afferma che il moltiplicatore limite di collasso s dei carichi maggiore
Moltiplicatore staticamente o uguale a un qualunque moltiplicatore staticamente ammissibile s9. Tramite la
ammissibile (8.116), a ogni distribuzione staticamente ammissibile di tensioni sa, mediante
le equazioni di equilibrio, si associa un minorante s9 del moltiplicatore di collasso
s dei carichi (b, f) agenti.
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i
0 T 0 p dV bT0 u0 dV + f0Tu0 dS>0
V V
s V
= s (8.118)
i i
bT0 u0 dV + f0T u0 dS
V V
Si consideri la trave inflessa (Figura 8.36) sollecitata in flessione retta con mo-
mento flettente M 5 Mx, costituita da materiale elastico-perfettamente plastico
q = qy (z)
Z s
Mx G n
x
V(z)
y
s9
y
Figura 8.36
2
Per approfondimenti sullargomento qui trattato si consulti:
J. Lubliner, Plasticity Theory, Macmillan Publishing Company,1990.
L. Corradi dellAcqua, Meccanica delle Strutture, Vol. 2, McGraw-Hill, 1992.
L. Nunziante, C. DOnofrio, Gli spostamenti delle travi inflesse elastoplastiche, Atti Ist.
Scienza d. Costruzioni, Univ. di Napoli, N.309, sett.1979.
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Figura 8.37
s Y B
e O
e R
R
= lim d / dz = d2 v / dz2
dz 0
Figura 8.38
R d
R d
v(z)
d z
y
(y)
z dz
dz
y y (b) (c)
(a)
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e s s s
e h d
2
b(y) h
2
y d
G
x
= y d
e
e s s s
y
(1) (2) (3) (4) (5)
Figura 8.39
Sezione simmetrica
Per una sezione simmetrica rispetto agli assi x e y (Figura 8.39), di forma generica,
la tensione massima vale smax 5 M>W, ove si utilizzato il modulo di resistenza
W 5 2I>h, che dipende dalla sola geometria della sezione (Capitolo 6); h laltezza
della sezione; nellambito elastico, il momento soddisfa la relazione M < Wss.
Consideriamo ora un processo di carico che, nella sezione che si analizza, faccia
crescere da zero la curvatura x. Per il valore xe, detto curvatura di limite elastico, Curvatura di limite elastico
le tensioni estreme ai lembi inferiore e superiore della sezione, pervengono ai va-
lori di snervamento 6ss del materiale (Figura 8.39) e la deformazione corrispon-
dente assume il valore di limite elastico ee, punto Y del diagramma di Figura 8.37.
La curvatura di limite elastico, tramite la (8.122) vale:
e = 2e / h = 2s / ( Eh) (8.123)
Il momento presente, detto momento di limite elastico, vale per la (8.119): Momento di limite elastico
Me = EI e = W s (8.124)
Per curvature crescenti al disopra di xe, quindi per incrementi positivi x +, le de-
formazioni ai lembi inferiore e superiore della sezione pi distanti dal baricentro
crescono al disopra del valore di limite elastico ee (Figura 8.39.3): queste zone
entrano dunque in comportamento plastico, mantenendosi ivi le tensioni pari ai
valori di snervamento 6ss (Figura 8.39.4). Si determina cos nella sezione, fra
le due zone plasticizzate, un nucleo ancora elastico di altezza 2d nel quale le ten- Nucleo elastico
sioni presentano andamento lineare, mentre nelle due zone pi lontane dallasse
neutro n 5 x, di altezza (h>2 2 d), le tensioni mantengono il valore costante ;ss.
Questo stato deformativo e tensionale definisce il comportamento elasto-pla- Flessione elasto-plastica
stico della sezione in flessione retta. Anche in ambito elasto-plastico si mante-
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nuta lipotesi cinematica alla base della trattazione di Eulero-Bernoulli, che con-
siste nellipotizzare un andamento lineare in y della deformazione e nella sezione,
Planeit della deformazione e il conseguente mantenimento della planeit della sezione a seguito della defor-
mazione. La curvatura presente nello stato elasto-plastico di carico, vale
= e / d = 0 / ( Ed ) (8.125)
e / h/2
M = 2s e y2 b( y)dy + 2 yb( y)dy = 2s S( ) (8.127)
0 e /
Momento limite detto momento limite della sezione, o momento di piena plasticizzazione. Lo stato
di tensione limite quello birettangolare di Figura 8.39.5. Lo scalare S che compare
nella (8.128) il momento statico di met sezione (y > 0) rispetto allasse x.
Sezione rettangolare
Si faccia riferimento, a scopo applicativo, alla sezione rettangolare di dimensioni
(b, h) (Figura 8.40), per la quale il modulo di resistenza vale W 5 bh2>6. La cur-
vatura di limite elastico, tramite la (8.123), vale:
e = 2e / h = 2s / ( Eh) (8.129)
el. s s s
el. h d
2
h
2
h y d
G
x
= y d
el.
el. s s s
Figura 8.40
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 697
e h
Sostituendo la nella (8.130) si perviene alla relazione elasto-plastica momen- d=
to-curvatura per la trave di sezione rettangolare: 2
2 2
M=
bs h2 3 1 e = M 3 1 e
(8.131)
2 2
e
6 2 2
valida per x > xe. Dunque, allaumentare della curvatura al disopra di quella di
limite elastico, il momento pu essere incrementato secondo la (8.131). Al diver-
gere della curvatura, il momento tende al valore
2
3 1 bh2
M0 = lim Me e = Me = s
3
(8.132)
2 2 2 4
La sezione presenta, nel diagramma (M, x), la risposta del tratto di scarico BR
(Figura 8.41). Alla fine dello scarico, in presenza di momento nullo M 5 0, pre-
sente una curvatura residua xr 5 xf 2 M0>k: la risposta irreversibile del compor-
tamento elasto-plastico del materiale, infatti, impedisce che la sezione ritorni nella
sua configurazione iniziale indeformata e priva di sforzo. Le tensioni nella sezione,
nello stato R, alla fine del percorso di carico-scarico, sono ottenibili sommando
a quelle del diagramma birettangolo quelle date dalle (8.133). In Figura 8.42 si
riporta il tipico diagramma delle tensioni residue allo scarico per la sezione ret-
s +M/W
s bh/2
h/2 2
M0
s bh/2
h/2
+ s M/W
Figura 8.42
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 699
Tabella 8.2
Rapp. di efficienza
Momento di limite elastico elasto-plastica
Sezione Me Momento limite M0 Fattore di forma M0>Me
h
ssbh2>6 ssbh2>4 1.5
b
Rettangolare b, h
h
ssbh2>24 ssbh2>12 2.0
Romboidale b, h
d
sspd3>32 ssd3>6 _ 1.70
Circolare diametro d
d
s 1.27 Al limite
sspd3[1 2 (122s>d)4]>32 ssd3[1 2 (122s>d)3]>6
per s>d S 0
h
ssbh2>24 (
s bh2 2 2 / 6 ) _ 2.37
Triangolare isoscele b, h
a h Variabile.
s bh2 (b a)h '3 / h / 6 s ( A ah) (h + h ') + ah2 / 4 Per i NP:
_ 1.14
b
A doppio T: b, h, h9, a
A
h
ssAh ssAh 1
A
A doppio T ideale A, h
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 700
tangolare, che presenta risultante assiale nullo ed auto-equilibrato anche alla ro-
tazione, nel rispetto delle equazioni:
+ h /2 + h /2
M= r b( y) y d y = 0 N= r b( y) d y = 0
h /2 h /2
Se a partire dal punto R, corrispondente allo stato della sezione scaricata dallo
stato plastico, si assegnano incrementi negativi di curvatura x +, 0, la sezione ri-
prende il percorso elastico; la plasticizzazione della sezione, nel verso opposto,
inizia per il valore del momento M 5 2bh2ss>12 5 2Me>2, mentre il momento
limite nel verso opposto conserva il valore originario 2M0.
Figura 8.43
2c
M0 M0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 701
Sezione rettangolare
Le (8.134), (8.135), (8.136) per la trave di Figura 8.44 e per sezione rettangolare,
assumono la forma:
M = s b(h2 / 4 d2 / 3) M = F ( L / 2 z ) / 2
d = 3h2 / 4 3FL (1 2 z / L ) / (4s b)
Per valori della forza Fe < F < F0 superiori a quella di limite elastico
Fe 5 8ssI>(Lh) 5 4ss W>L
la d 5 d(z) presenta un diagramma come quello riportato nella Figura 8.44. So-
stituendo nellespressione qui sopra aggiornata di M(z) il valore della forza limite
F0 5 ssbh2>L e imponendo la condizione d 5 h>2, si determina la semiampiezza
c della cerniera plastica, cio dal tratto elasto-plastico della trave, in condizioni
di collasso (F 5 F0; Mmax 5 M0), ottenendo 2c 5 L>3. Alla formazione della cer-
niera plastica, le due zone plastiche superiore e inferiore entrano in contatto, al
centro della trave, e sono possibili rotazioni relative positive delle due met di
trave. Lestensione della cerniera elasto-plastica dunque notevole nella trave, in
contrasto con la posizione semplificata che nelle applicazioni tecniche la considera
concentrata in una sola sezione.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 702
Figura 8.44 b
s s
el.
G h d
x
+el.
y +s +s
F
Fe F F0
0 d(z)
z
y
L
0
z
y
ME
M0
F0
y 0
z
y c
z
y
ME
MP
2c = L
3
Sezione circolare
M= M1e + M2p = In questo caso (Figura 8.45), la (8.134) si particolarizza , ove
= s ( Ie + 2Sp ) I e = R 4 (4 sen 4 ) / 8 S p = 2( R cos )3 / 3 d = R sen
s s Figura 8.45
el.
d 2d
G
2R x
+ el.
y + s + s
F0
d(z) 0
z
y
L
0
z
y
ME
M0
2c = 0.411 L
s s
Ri Re el.
d
G
x d
+ el.
y + s + s
2c = L (1 3 / 16) 0.411 L
Come si pu vedere, (Figura 8.45) lestensione della cerniera plastica, nel caso
di sezione circolare, diventa di poco inferiore a met luce della trave.
= e / d = 0 / ( Ed ) d2 v / dz2 = s / {E d M ( z ) } (8.144)
valida per Me < M(z) < M0. La (8.144) lequazione differenziale della trave
inflessa nei tratti elasto-plastici. Nei tratti elastici lequazione differenziale la
(8.120) gi ottenuta precedentemente .
= d2 v / dz2 = M / k Nelle travi isostatiche, la (8.120) e la (8.144) possono agevolmente essere in-
tegrate, essendo il secondo membro una funzione nota di z. La procedura da uti-
M Me lizzare la seguente.
a) La trave sia partizionata in m tratti di sezione costante, tali che in n di questi
(n , m) nei quali il momento eccede il valore di limite elastico Me < )M) < M0
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 705
e di conseguenza:
3gFe Lz 3gFe z2
v'= + + C1 (8.147)
Ebh3 Ebh3
3
Le elaborazioni di questo paragrafo sono state revisionate dal Dottorando Ing. F. Caran-
nante.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 706
d2 v p s
= Me M M 0
dz 2 E d M ( z )
che si esplicita:
d2 vp 2s3 / 2 b
=
dz2 E 3bh2s 3gFe ( L 2 z )
ottenuta imponendo
3 2 gFe ( L 2 z )
d= h
2 b s
e di conseguenza
2 b s3 / 2 3gFe ( L 2 z ) + 3s bh2
v 'p = + k1 (8.149)
3E g Fe
2s bh2 Sostituendo il valore della forza nella (8.148) e imponendo , la (8.148) de-
Fe =
3L termina per la z il valore c costituente la semiampiezza della parte di trave a com-
portamento elasto-plastico in funzione del moltiplicatore di carico g:
h
d=
2 L ( g 1) L bh2s
c= = (8.150)
2g 2 3 gFe
v ( z = c) = v ( z = c)
p
v 'p ( z = c) = v '( z = c)
v ( z = L / 2) = 0
v '( z = L / 2) = 0
bs3 / 2 10 h3 (bs ) 9 3gFe L bh2s gFe L
3/ 2
k1 =
27 E g2 Fe2
2s3 / 2 b (bh2s gFe L )
k2 =
3E g Fe
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 707
C1 =
(
L 3Fe2 g2 L2 + 4 bh3s 3bhs 2 3bs (bh2s gFe L )
)
24 b E g Fe h3
C2 =
(
9 Fe2 g2 L2 + 4 bh3s 3bhs + 2 3bs (bh2s gFe L ) )
12 b E g Fe h3
s L2 5 (3 + g) 3 2 g
vmax = vp ( z = 0) =
Eh 6 g2
Per g 5 1 si ha:
s L2 L2
vmax = = 0.167 s
6Eh E h
10 s L2 L2
vmax = = 0.37 s
27 E h E h
Le quattro costanti k1, k2, C1, C2 qui sopra determinate in funzione del moltipli-
catore di carico g, sostituite nelle (8.146) e (8.148) determinano la funzione spo-
stamento vp, 0 < z < c; v, c < z < L>2.
Facendo assumere a g i valori compresi nellintervallo gP(1, 3>2), si ottiene
la funzione spostamento cercata in ambito elasto-plastico.
s L2 1 z2 2 z s L2 L2
v (z) = g 1 vmax = v ( z = 0) = = 0.167 s
Eh 6 L2 3 L 6E h E h
10 s L2 L2
vmax = vp ( z = 0) = = 0.37 s
27 E h E h
Figura 8.46 F
0.1 g=1
we
0.2 w*
0.3 g= 3
2
0.4 wc
0.5
vhE
c L 2
F
Fa B C
Fe A
0 we w* wc
Stabilit della cerniera plastica da cui discende la condizione cosiddetta di stabilit per la cerniera plastica
(MDw) > (MaDw), che si pu anche scrivere
(M 2 Ma)Dw > 0 5Ma (8.151)
Se invece si considera un qualunque momento di sicurezza, per il quale vale la
disequazione stretta )Ms) , M0, la condizione di sopra, per Dw ? 0, diventa quella
stretta di stabilit
(M 2 Ms)Dw . 0 5Ms (8.152)
Sollecitazione di sicurezza
Una distribuzione di sollecitazioni ss 5 [Ns Ts Ms]T, soddisfacente con i carichi
(qjs, Fis) le equazioni di equilibrio interno della trave dT s>dz 5 2q, dMs>dz 5 Ts e
quelle ai limiti Ts 5 Fy, Ms 5 M, Ns 5 Fz e soddisfacente altres nella trave la di-
sequazione stretta di ammissibilit plastica f(Ms) , 0, si definisce una sollecitazione
staticamente sicura. Si definiscono di sicurezza i corrispondenti carichi (qjs, Fis).
Cinematismo ammissibile
Lassegnazione in alcune sezioni della trave di cerniere plastiche, che rendano la
struttura labile e permettano la nascita di una distribuzione di velocit iniziali di
spostamento n0+ da corpi rigidi vincolati tipica dei cinematismi (Capitolo 2), ac-
compagnata nelle cerniere plastiche dagli incrementi delle velocit di rotazioni
relative plastiche Dw0+ compatibili con n0+ , si definisce un cinematismo ammissibile
(n0+ , Dw0+ ).
M i Ma i M a (8.153)
j j
in cui le somme sono effettuate rispetto alle sezioni sedi di cerniere plastiche. Il
Principio delle Potenze Virtuali associa alla disequazione precedente la
i i i i
qc v d z + j Fcj v j qa v d z + j Faj v j (8.154)
L L
la quale afferma che la dissipazione al collasso del carico limite maggiora la po-
tenza di dissipazione di un qualunque carico staticamente ammissibile per il ci-
nematismo effettivo. In altre parole, il funzionale della potenza dei carichi, cal-
colato sui carichi ammissibili, presenta un massimo per il carico limite di collasso.
La (8.154) esprime il Teorema della Massima Dissipazione del carico di collasso,
nei confronti di un qualunque carico ammissibile.
La condizione sopra ottenuta tramite la condizione di stabilit
M i Ma i M a
j j
i i i i i i
M 0 qc v0 d z Fc v0 =0 M qc v d z Fc v =0
L L
i
M 0 Nel primo integrale, la somma effettuata sulle sezioni di allocazione delle
cerniere plastiche del cinematismo ammissibile scelto (n0+ , Dw0+ ), mentre M il
valore ivi assunto dalla funzione M(z) momento effettivo al collasso nella trave.
Nella sezione, per il legame associato dello scorrimento plastico, allesplicazione
dellincremento della rotazione relativa Dw0+ , si associa il valore ;M0, tale che
MDw0+ > 0. Si ha )M) 0 M0, in cui M assume il significato di sollecitazione am-
missibile. Risulta pertanto MDw0+ < M0Dw0+ , tramite la quale la prima equazione
si pu trasformare nella disequazione
i i
M0 0 qc v0 dz Fc vi 0 0
L
i i
a = M0 0 qc v0 dz Fc v0 M i qc v dz Fc v
i i i
L L
i i i i i
D = M0 0 W = qc v0 d z + Fc v0
L
il moltiplicatore limite di collasso dei carichi s non inferiore a un qualunque mol- Moltiplicatore statico
tiplicatore staticamente ammissibile s9.
i i i
M0 0 qc v0 d z Fc v0 0
L
M0 0 s q v0 d z + F j v0j 0
i _ i _ i
L j
i
s
M0 0 = s
_i _ i (8.155)
q v0 d z +
F j v0j
L j
la quale definisce la quantit s0 costituente quello che si chiama un moltiplicatore Moltiplicatore cinematico
cinematico, che maggiora il moltiplicatore di collasso s. Il numero reale s0, detto
anche moltiplicatore cinematicamente ammissibile, per ogni prefissato cinemati-
smo ammissibile, fornito dal rapporto fra potenza di dissipazione interna e po-
tenza dei carichi di esercizio.
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Ma ( z ) = qa z2 / 2 + (qa l / 2 M0 / l ) z M0
Figura 8.47
q
l
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Tramite lutilizzo del teorema cinematico per carichi proporzionalmente varia- j Esempio 8.8
bili, si determini il valore qc del carico uniformemente distribuito, proporzio-
nalmente variabile, capace di produrre il collasso della trave inflessa incastrata
e appoggiata di Figura 8.48, avente resistenza flessionale simmetrica con mo-
mento limite di valore M0. Per il teorema cinematico, la soluzione viene ricercata
utilizzando quali cinematismi ammissibili quelli di Figura 8.48, corrispondenti
alla formazione di una prima cerniera plastica nellincastro A e di una seconda
cerniera plastica in posizione incognita, definita dallascissa z 5 a nel riferi-
mento (A, y, z). Si scriver il funzionale della potenza totale di dissipazione
i i
d = M0 0 qc v0 d z
M ( z ) = qz2 / 2 + (ql / 2 M0 / l ) z M0
Figura 8.48
q
o
A B
z
1 = a
la
1
A
B
1
a la
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 716
Figura 8.49
q
M0
B
M0
0.586l 0.414l
0.2 z
0
0.4 0.6 0.8 1
M ( z ) = M0 + M0 / l + (3 + 23 / 2 ) M0 / lz + (3 + 23 / 2 ) M0 z2 / l
Figura 8.50
F
B D
F/2 C
A E
l /2 l /2
Figura 8.51
M0 F M0
F/2
2
M0
h
l/2 l/2
e fornisce il moltiplicatore
s3 = 3 / 2 8 M0 / [ F (l + h)]
Figura 8.52
F M0
M0
F/2
M0 M0
l/2 l/2
Figura 8.53
F M0
2w
M0 w
w w
M0 M0
l/2 l/2
20
15
12
10
8
5
0
0.5 1 2 4 6 8 10
Figura 8.54
Figura 8.55
F2= 2F L/3
F1=F B D
C
L/2
A F3=F
G
L/2
E
L
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Figura 8.56
F2 L/3
F1 B X
C D X
L/2
A F3
e G
E
L
Teorema statico
Il valore del carico di collasso Fc verr determinato tramite lutilizzo del teorema
statico. Si ricorda che il teorema statico, che richiede lapplicazione delle equazioni
di equilibrio e di quelle di compatibilit plastica, determina minoranti del molti-
plicatore di collasso, il massimo dei quali il carico di collasso. Le quattro sezioni
caratteristiche, che sono quelle di estremo locale del momento flettente, di pos-
sibile formazione delle cerniere plastiche, sono la B, la C, la D e la G. Tramite
sole equazioni di equilibrio si determina il momento flettente presente nelle sezioni
caratteristiche. Il momento ottenibile per sovrapposizione di quello dovuto a cia-
scuna delle azioni presenti. Nelle Figure 8.57, 8.58, 8.59 e 8.60 sono rappresentati
Figura 8.57
F B C D
L/2
RA A G
L/2
a 5 arctan 1 RA
2 RD E
F
L RD
Figura 8.58 2F
B C D
L/2
A G
L/2
E
2 F 4 F
3 3
L
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 721
FL Figura 8.59
4
FL RD D
4 C
L/2
RA
G F
A
FL
4
L/2
RA RE
E
F RE
L
X X RE
R = h = Lcos
E
L
e si esplicitano:
M0 FL /2 FL /4 X /2 + M0
M0 FL /6 + 4FL /9 FL /12 5X /6 + M0
M0 X + M0
M0 FL /4 X /2 + M0
Tabella 8.3
Causa Sez. B Sez. C Sez. D Sez. G
F1 FL>2 FL>6 0 0
F2 0 4FL>9 0 0
F3 2FL>4 2FL>12 0 FL>4
X 2X>2 25X>6 2X 2X>2
Momento MB5 FL>22FL>42X>2 MC 5 FL>614FL>92FL>1225X>6 MD 5 2X MG 5 FL>42X>2
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:40 Pagina 722
Per i valori della soluzione qui determinata, i momenti nelle sezioni caratteristi-
che valgono:
MB = 7 M0 / 19 0.368 M0 MC = M0
MD = M0 MG = 7 M0 / 19 0.368 M0
Figura 8.61
z
66
19
66
19
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M0 Figura 8.62
B 0.368 M 0 C D
L/2
M0 G
A 0.368 M0
E
L/2
B C 2 D (2,3)
(1,2)
3
L/2
A (1) G
2 L/2
(3) E
L
una per momento limite positivo nella sezione C e una per momento limite negativo
nella sezione D, e al cinematismo C1 di Figura 8.63. La struttura, una volta iperstatica,
mediante la formazione di due cerniere plastiche diventa una volta labile e collassa.
interessante notare, a questo punto, che le disequazioni di vincolo determi-
nano il poligono (quadrilatero di Figura 8.61) delle infinite soluzioni ammissibili
(SA), sul contorno del quale giace il punto di massimo del carico staticamente
ammissibile adimensionale: z 5 FL>M0 5 66>19.
Teorema cinematico
facile verificare che il valore della forza sopra determinato con procedura statica
ottenibile tramite lapplicazione del teorema cinematico considerando il cine-
matismo di Figura 8.63, e pertanto effettivamente il carico di collasso. Infatti,
per tale cinematismo, la potenza di dissipazione del carico vale:
i
W = F i L / 2 + 2 F i 2 L / 3 F (i / 2) L / 2 = 19 F i L / 12
B C 2
(1,2)
L/2
A (1) G (2,3)
L/2
E
(3) 3
B
Figura 8.65
C D
2
3 L/2
A G
L/2
E
L
e conduce alla disequazione s9 < s la quale afferma che anche in questo caso
del teorema cinematico, per ogni prefissato cinematismo ammissibile (n0+ , Dw0+ ),
fornisce
i i i
M0 0 qg v 0 d z Fg v0
s L
= s
_ i _i
q v0 dz + F v0
L
il moltiplicatore limite della parte variabile dei carichi il massimo dei moltiplicatori
staticamente ammissibili e il minimo dei moltiplicatori cinematicamente ammissi-
bili, costituendo elemento di separazione dei corrispondenti insiemi numerici.
Infatti ove, per assurdo, esistessero due diversi valori s1 e s2 del moltiplicatore li-
mite, tali da risultare per ipotesi
s1 , s2 (8.157)
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 728
s1 , k , s2 (8.158)
Per la parte a destra della disequazione (8.158), il moltiplicatore k non corri-
sponde a un cinematismo, in quanto, essendo minore del moltiplicatore di col-
lasso s2, un moltiplicatore di sicurezza e corrisponde a tensioni soddisfacenti
lequazione: f(s) , 0. Daltro canto, per la disequazione a sinistra della (8.158),
k deve essere un moltiplicatore cinematicamente ammissibile, quindi deducibile
da un cinematismo (u0+ , e0+ ), che in certe zone produce incrementi delle deforma-
zioni plastiche e p+ .
In queste zone pertanto le tensioni devono essere al limite, soddisfacendo
lequazione f(s) 5 0, la quale contrasta con la deduzione precedente, da cui
dimostrato che lipotesi espressa dalla (8.157) assurda. Ne risulta dimostrato
che il moltiplicatore di collasso unico: s1 5 s2 5 s.
j Approfondimento 8.1
Frequentemente, per motivi legati al progetto o alla a priori noti i singoli moltiplicatori limite di carico
verifica ultima di continui e strutture, bisogna con- variabile proporzionalmente (M. Fraldi, L. Nunziante,
siderare la sovrapposizione di diverse condizioni di A. Gesualdo, F. Guarracino, On the bounding of limit
carico. Per esempio, la struttura intelaiata costituen- multipliers for combined loading, Proceedings of the
te elemento portante di edifici progettata per sop- Royal Society A. 2010 466, 493-514). In questa sede
portare carichi di normale esercizio ai quali si pos- si fornir solo la chiave del ragionamento, lasciando
sono sommare quelli da vento o da sisma, o da altre alla lettura degli articoli scientifici lapprofondimento
azioni eccezionali. Similmente in problemi di inte- dellargomento. Si svilupper il metodo sotto lipotesi
razione suolo-struttura, o per opere come tunnel e di comportamento elastico-perfettamente plastico del
condotte profonde, necessario considerare diverse materiale costitutivo, con legame associato di scorri-
condizioni di carico che si sovrappongono, che mento plastico, sicch sono validi i teoremi statico e
chiamano in causa resistenze flessionali o alla pres- cinematico dellAnalisi Limite, gi sopra dimostrati
sione. per carichi variabili proporzionalmente (8.116)
Frequentemente facile dedurre i moltiplicatori (8.118) e si svilupperanno poi alcuni esempi di appli-
per variabilit proporzionale di ciascuna delle con- cazione.
dizioni di carico considerate separatamente, mentre In Figura AP8.1 rappresentato il solido in studio
assai pi arduo prevedere il moltiplicatore di col- soggetto alle tre condizioni di carico variabili pro-
lasso di una combinazione di carichi agenti contem- porzionalmente, di seguito definite f10, che presenta
poraneamente sulla struttura. Infatti, in ambito ela- moltiplicatore di collasso di valore s1, con cinemati-
sto-plastico non vale il principio di sovrapposizione smo di collasso u +1, incrementi di deformazione e1+ e
degli effetti, tipico dellelasticit lineare in cinema- sforzi s1, risultando:
tica infinitesima.
i
Tuttavia, recenti avanzamenti conseguiti su questo
tema hanno condotto a dedurre limitazioni assai ac-
1 1 d v
s1 = B (AP8.1)
curate e tecnicamente utili per il valore del moltipli- i
catore di collasso di una struttura sottoposta a una 10 u1 d s
B
combinazione di carichi, per ciascuno dei quali siano
0B 0B 0B
Figura AP8.1
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 730
f20, che presenta moltiplicatore di collasso di valore Poich per ipotesi risulta
s2, con cinematismo di collasso u +2, incrementi di de-
formazione e2+ e sforzi s2, tali che vale la: i
02 u1 ds 0
B
2 i2 d v
si ha:
s2 = B
(AP8.2)
02 ui 2 d s
i i
B
+ 1 d v + 1 d v
f10 1 f20, che presenta moltiplicatore di collasso di s+ = B
B
(AP8.4)
valore s1, con cinematismo di collasso u +1, incremen- ( 10 + 02 ) ui 1 d s i
10 u1 ds
B B
ti di deformazione e1+ e sforzi s1, tali che vale la
i
e grazie alla (AP8.1) si ha:
+ + d v
s+ = B
(AP8.3)
( 10 + 02 ) ui + d s + i1 d v + i1 d v
B s+ B
= s1 B
= s1
10 ui 1 d s 1 i1 d v
Si vogliono qui stabilire limitazioni per s1 noti i va- B B
lori di s1 e s2 e i corrispondenti cinematismi di col-
lasso u +1, u +2. Il postulato di stabilit daltra parte implica
i
02 ui 1 d s 0 + 1 d v
0 = B
1
B
i
B
poich s1 . 0.
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 731
o
sVVo s+V
sHHo s+H
o
L b b b
V V H H + +
Figura AP8.2
08txtI_NUNZIANTE_2010 30/06/11 17:41 Pagina 732
1. Forza verticale V0 concentrata nella sezione di pertanto il Teorema 1 porta a un limite superiore ssup
mezzeria della trave, per la quale si determina un del moltiplicatore s1:
moltiplicatore di collasso
s+ ssup min {sv , sH } =
4 M0 (3 + 2 tan )
sV = 0 sv , {tan < A B, tan > A + B}
V L (1 + 2 tan )
=
sH , { A B < tan < A + B}
e il meccanismo di collasso di Figura AP8.2.
2. Forza orizzontale H0 applicata al traverso, per la
quale si determina un moltiplicatore di collasso: ove:
2 M0 (2 + tan ) H0 5 H 0 2 H 0 9
sH = A= B = 0 + 0 +
H0 L V0 4 V 2V 16
e il meccanismo di collasso di Figura AP8.2.
Esempio AP8.2 Momento limite da flessione
3. Condizione derivante dalla compresenza delle due
deviata per la sezione ellittica
forze V0 e H0 delle condizioni 1 e 2 riportate sopra,
La Figura AP8.3 rappresenta la sezione retta ellittica
per la quale si ottiene il moltiplicatore di collasso
di semi-diametri a, b, b > a, di una trave soggetta a
del carico combinato:
flessione deviata con vettore momento flettente di
4 M0 (3 + 2 tan ) esercizio M0 5 [M10 M20].
s+ = Si assume che in condizione di piena plasticizza-
H 0 + V 0 (1 + 2 tan ) L
zione lo stato di tensione sia birettangolare con valori
6ss nelle due parti della sezione separate dallasse
e il meccanismo di collasso di Figura AP8.2.
neutro n, ove presente la discontinuit. facile ve-
Tramite il Teorema 2, si pu determinare la seguente rificare le seguenti relazioni geometriche e dipenden-
espressione per il minorante di s1 e la conseguente ti dallantipolarit dinerzia della sezione:
disequazione che collega i moltiplicatori di collasso b2 M20
sV, sH, s1: x2 = x1 tan tan = tan tan =
a2 M10
sV sH
sinf = = Con facili calcoli si ottengono i valori dei momenti
sV + sH limite rispetto ai due assi principali dinerzia e quello
4 M0 (2 + tan )(3 + 2 tan ) del caso di flessione combinata in funzione dellar-
= gomento dellasse neutro a 5 a(w) a sua volta di-
L H 0 (6 + 4 tan ) + (2 + tan )(1 + 2 tan )V 0
pendente dallangolo w che il momento sollecitante
0 0 (1 + 2 tan ) M0 forma con lasse x1:
2H V
s+ sinf +
2 + tan 3 + 2 tan
4 4
H 0 + V 0 (1 + 2 tan ) M1 = ab2 s M2 = a2 b s
3 3
3 + 2 tan
4 b4 + a4 tan2
M+ = ab 2 s
disequazione che banalmente verificata poich : 3 b + a2 tan2
0 , 4 1 3 tan b, 5b P [0, p>2].
I moltiplicatori di collasso delle condizioni di cari-
Dai modi di collasso mostrati in Figura AP8.2, si
co dovute ai momenti M10, M20, M 5 [M10 M20]T sono
pu riconoscere facilmente che le due dissipazioni
dati da:
mutue sono positive:
i i M1 4 ab2 s M2 4 a2 b s
0H uV ds = H0 ui V = H0 V L > 0 s1 0
M1
=
3 M10
s2 =
M2 3 M10 tan
0
B
i i L M+ 4 a2 b2 s
V0 uH ds = V 0 ui H = V 0 H 2 tan > 0 s+ 0
=
M+ 3 M10 a2 + b2 tan2
B
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ss
a
2ss
ss
x1 M1
o
w
a M2
M b
x2 2 ss
Figura AP8.3
Eguagliando M+0 = ( M10 )2 + ( M20 )2 a M1 si ottiene servare che in questo caso le dissipazioni mutue sono
la curva di interazione che lellisse entrambe nulle
16a4 b4 2s i i
( M10 , M20 ) = 1 M10 2P = 0 M20 1P = 0
9 a2 ( M10 )2 + b2 ( M10 )2
cosa che implica la disequazione s1 < min{s1, s2}.
Limite inferiore per s1 Un limite inferiore sinf del Pertanto il pi accurato maggiorante di s1 vale:
moltiplicatore dei momenti combinati s1 si ottiene
grazie al Teorema 2, tramite la disequazione
s , 0 < tan < a
1
s+ ssup = min {s1 , s2 } =
s1s2 b
s+ = sinf
s1 + s2 a
s2 , tan >
la quale, utilizzando i valori sopra ottenuti, determina: b
c c
s+ sinf Esempio AP8.3 Tubo sottile soggetto a torsione
a +b
2 2 tan2 a + b tan
e sforzo assiale
4 ab2 s Il tubo lungo di parete sottile rappresentato in Figura
c=
3 M10 AP8.4, avente raggio medio R e spessore t, soggetto
a momento torcente Mt0 e a sforzo assiale N0. Lo stato
che risulta banalmente soddisfatta sotto le ipotesi ov- di tensione, uniforme nel tubo, :
vie: 0 , M, 0 , tan w.
Mt0 N0
Limite superiore per s1 Un limite superiore ssup 0 = 0 =
per s1 si ottiene per mezzo del Teorema 1. Basta os- 2 R2 t 2 R t
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x2
t x2
M t0
R N0
q x1
o
o
P x1
t0 s0
t0 t0
s0
t0
Mt0
x3
0
N
Figura AP8.4
Nello studio sperimentale dei legami costitutivi in I moltiplicatori limite delle due sollecitazioni, come
ambito plastico dei materiali strutturali (Johnson & rilevabile anche dalla Figura AP8.4, valgono:
Mellor, 1973) si utilizzano di norma provini di questo
____ ____
tipo, per le necessarie determinazioni sperimentali. OA' OB' s
In presenza dello stato di sforzo qui sopra mostrato, s = ____ = s0 s = =
OA ____
OB 30
le tensioni principali sono:
0 0 2
e, seguendo lo stesso ragionamento, il moltiplicatore
I
= + ( 0 )2 III = 0 limite per il carico combinato vale:
II 2 2
____
OC' 1 s
s+ = =
mentre la condizione limite di von Mises si scrive: ____
1 + 3 20 0
OC
=I2 +II2 I II 2s =( 0 )2 +3( 0 )2 2s = 0 = 0
0
0 = tan 0
0
e nel piano
sII
t/ss ss
B'
C'
B C
1/ 3 ss
o
t /ss
s/ss ss
o A A' o sI
o
e spl
s /ss st
ss
e tpl
1
ss
(a) (b)
Figura AP8.5
1 s 1 s = I = s , II = 0, III = 0
T
1 + 3 0 1 + 3 0 0
2 0
T
= I = s / 3 , II = s / 3 , III = 0
Limite superiore per s1 Lo stesso Teorema 2 con-
sente di determinare un limite superiore per il molti- Utilizzando il Principio delle Potenze Virtuali si cal-
plicatore di collasso per carico combinato. La Figura colano le potenze mutue nel generico punto del so-
AP8.5b mostra infatti che, poich lo stato tensionale lido, che sono entrambe non negative:
uniforme nel solido, le velocit di deformazione pla-
stica nella condizione limite, per ciascuno dei due casi i i
P = 2 3 S2 0
semplici di carico, sono anchesse costanti e valgono:
i i
P = 2 3 S2 0
i i i T
P = = = 2 s 2, 1, 1
pertanto, grazie al Teorema 1 deve risultare:
i i i T
P = = = 2 3s 1, 1, 0 s+ s s+ s
equazioni che sono di facile verifica a mezzo dei va-
ove lori sopra determinati per i moltiplicatori.
e quindi
i i
0 T 0 T 0 (8.161)
i i
0T 0 dV T 0 dV (8.162)
V V
Tramite lequazione del Principio delle Potenze Virtuali, si pu passare alle po-
tenze dei carichi corrispondenti:
i i i i
f 0T u0 dS + b0T u0 dV fT u0 dS + bT u0 dV (8.163)
V V V V
Considerando ora le potenze dei carichi corrispondenti alle potenze interne di so-
pra, si ottiene:
i i i i
fi ui d S + bi ui dV fi ui d S + bi ui dV (8.167)
V V V V
nella quale i carichi (b9, f9) sono quelli equilibrati con il campo di sforzo s9ij. La
(8.167) dimostra il 2 teorema di Radenkovic.
j ESERCIZI j
8.1 Si consideri il tubo sottile dellEsempio AP8.3, 8.3 Il ponte canale dellEsercizio 6.3 del Capitolo 6
avente i seguenti valori dei parametri geometrici rappresentato in Figura E8.1, avente luce L 5 20 m
e di resistenza: e la sezione con le dimensioni espresse in cm,
sollecitata da un carico distribuito di 100 kN>m.
R = 11 cm t = 1 cm s = 2 kN cm2
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Quesiti:
1. Si determini lo stato di tensione e il valore
del moltiplicatore limite di collasso utiliz- A B
zando il criterio di Tresca-de Saint Venant
per il cilindro soggetto al momento torcente L
Mt 5 100 kN cm. 200 200
2. Per la condizione di crisi di cui al punto 1, si
determini il vettore incremento di deforma- 30
zione plastica sotto lipotesi di potenziale pla- G
stico associato di Tresca-de Saint Venant 20
x 150
(Equazione 8.32).
3. Per la contemporanea presenza del momento
torcente Mt 5 600 kN cm e dello sforzo as- 30
siale N 5 50 kN, si determini il moltiplicatore 100 200 100
di collasso utilizzando il criterio di Tresca-de
Saint Venant.
Figura E8.1 Esercizio 8.3
Risposta
s 5 1.152.
Quesiti:
4. Per lo stato di crisi 3. precedente, si determini
1. Determinare il momento flettente massimo
il vettore incremento di deformazione plasti-
in mezzeria.
ca per potenziale plastico associato di Tresca-
2. Determinare il momento limite della sezio-
de Saint Venant (Paragrafo 8.1.6).
ne, tenendo conto del valore della tensione
8.2 La sezione scatolare biconnessa dellEsempio di snervamento del materiale costitutivo,
6.29 avente i seguenti valori dei parametri geo- ipotizzato omogeneo e isoresistente, con
metrici, e del modulo di elasticit tangenziale G ss 5 2 kNcm22 e il moltiplicatore limite di
B = 50 cm H = 30 cm collasso per flessione.
b = 6 cm G = 80.8 GPa 8.4 Si calcolino i momenti flettenti limite secondo le
direzioni principali della sezione di Figura E8.2,
sollecitata dal momento torcente Mt 5 3 tm
5 3 MN cm.
Quesiti:
1. Si determini la soluzione del problema tor- r2
sionale in ambito elastico deducendo le ten-
sioni tangenziali, langolo specifico di torsio-
ne e la rigidezza torsionale. r1
2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
co del momento torcente agente, utilizzando x P
il criterio di von Mises, con ss 5 500 Ncm22.
3. Sotto lipotesi di spessore uniforme b 5 6 cm,
in presenza del momento torcente Mt 5 3 tm
5 3 MN cm si determini la soluzione tensio- y
nale alla Bredt e il moltiplicatore di collasso
utilizzando il criterio di Tresca-de Saint Ve- Figura E8.2 Esercizio 8.4
nant, con ss 5 600 Ncm22.
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gi studiata nellEsercizio 6.5 del Capitolo 6, te- E 5 2.1 3 105 MPa, e tensione limite di sner-
nendo conto dei seguenti dati: vamento ss 5 440 MPa.
r1 = 12 cm r2 = 22 cm s = 800 Ncm2 F F
8.5 Si consideri la struttura di Figura E8.3 gi stu- F B C D
G H
diata nellEsercizio 3.3 del Capitolo 3.
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q = 8 kg/cm = 80 N/cm 2a
a=200cm
F=1500kg 3a
B C A
HEA 200
E
3a 2a
HEA 200
Quesiti:
1. Si determini il momento limite della sezione.
2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
co della struttura.
3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura
al crescere in modo proporzionale del carico,
A
fino al collasso, costruendo il diagramma for-
L=2m za-spostamento pi significativo.
4. Si determini il moltiplicatore limite di col-
lasso del carico, e corrispondente meccani-
Figura E8.3 Esercizio 8.5
smo di collasso, tramite luso dei teoremi sta-
tico e cinematico dellanalisi limite, in fles-
Quesiti:
sione plastica.
1. Si calcoli il momento limite della sezione
HEA 200, tenendo conto della tensione limi- 8.8 In Figura E8.5 rappresentata una struttura re-
te: ss 5 45 kNcm22. ticolare, simile per disegno a quella della strut-
2. Si calcoli il valore del carico q che provoca
il collasso della struttura di Figura E8.3, il Sezione delle aste
10 mm
tura portante del Minnesota Bridge crollato nel Mohr alla condizione di tangenza con la curva intrinseca
2007, rappresentato nella Foto allinizio di que- (Figura E8.7). Tale condizione determina lo stato di sfor-
sto capitolo. Essa realizzata con aste di acciaio zo sc, tc responsabile della crisi e le giaciture sulle quali
a risposta elasto-plastica con modulo di Young si attiva il meccanismo di scorrimento plastico. Si for-
E 5 2.1 3 105 MPa, e tensione limite di sner- niscono di seguito i risultati costituenti risposte ai prin-
vamento ss 5 440 MPa. Le aste sono composte cipali quesiti. Tensioni principali sI 5 5 N>mc2,
da due profilati a U affiancati a distanza di 1 cm, sII 5 12.76 N>mc2, sIII 5 220.76 N>mc2.
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= 10 5 0.2 Ncm2
- 20
Cerchi di Mohr in condizione di collasso, piani del Dati del problema: F 5 200 kN, ss 5 360 MPa.
meccanismo di scorrimento, vedi Figura E8.7. Quesiti:
1. Si determini lo sforzo assiale limite della se-
c zione.
c c 2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
c co della struttura.
c 3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura
c
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40
b 10 mm b
Figura E8.7 Esercizio 8.9 Sezione
delle aste
G h
8.10 La struttura reticolare di Figura E8.8 a maglie x
triangolari formanti a coppie dei quadrati di lato
a 5 6 m, realizzata con aste in profilato di ac- y
ciaio a risposta elasto-plastica avente modulo di F F
Young E 5 2.1 3 105 MPa e tensione limite di
snervamento ss 5 440 MPa. Le aste sono com- /3
poste da due profilati a U affiancati distanziati /3 F F F
di 1 cm, da dimensionare in ambito elastico fra a=4m a a a a a
quelli di produzione normale (Appendice B).
Figura E8.9 Esercizio 8.11
10 mm
b b
Quesiti:
Sezione 1. Si determini lo sforzo assiale limite della se-
delle aste zione.
G h
x 2. Si determini il moltiplicatore di limite elasti-
co della struttura.
y 3. Si esegua lo studio step-by-step della struttura
F F
al crescere in modo proporzionale del carico
fino al collasso, costruendo il diagramma for-
/4 za-spostamento pi significativo.
F F F
a=6m a a a a a
4. Si determini il moltiplicatore limite di collasso
del carico, e corrispondente meccanismo di col-
Figura E8.8 Esercizio 8.10 lasso, tramite luso dei teoremi statico e cinema-
tico dellanalisi limite, in sforzo assiale limite.
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