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EDIFICI IN MURATURA
Comportamento sismico
BIBLIOGRAFIA
Tomazevic M. (2001) “Earthquake-Resistant Design of Masonry
Buildings”, Series on Innovation in Structures and Construction –
Vol. 1, Imperial College Press, London.
Paulay T., Priestley M.J.N., (1992) “Seismic Design of Reinforced
Concrete and Masonry Buildings”, John Wiley e sons, Inc.
Eurocodice 6 – “Progettazione delle strutture in muratura – Parte
1.1: Regole gfenerali per gli edifici – Regole per la muratura armata e
non armata”, UNI ENV 1996-1-1
Eurocodice 8 – “Indicazioni progettuali per la resistenza sismica
delle strutture – Parte 1.3: Regole generali. Regole specifiche per i
diversi materiali ed elementi”, UNI ENV 1998-1-3
INTRODUZIONE
Le strutture in muratura non armata sono particolarmente vulnerabili
alle azioni sismiche a causa di
Auspicabile il
ricorso alla
muratura armata
CONFIGURAZIONI STRUTTURALI
I numerosi terremoti occorsi nel passato hanno evidenziato che oltre
alla qualità dei materiali è fondamentale la configurazione strutturale
Infatti gli edifici con forma regolare e con pareti e solai ben connessi
fra loro hanno spesso superato terremoti di sensibile intensità anche
se non erano stati progettati come sismo-resistenti
REGOLARITA’ IN PIANTA
Configurazione in pianta compatta e approssimativamente simmetrica
in relazione alla distribuzione di masse e rigidezze.
Rapporto fra i lati del rettangolo in cui l’edificio è inscritto inferiore a 4
Rientri o sporgenze non superiori al 25% della dimensione dell’edificio
REGOLARITA’ IN PIANTA
Se l’edificio definitivo dovrà avere forme più complesse è necessario
scomporre l’intero edificio in più moduli regolari
REGOLARITA’ IN ALTEZZA
Tutti gli elementi resistenti (pareti) si estendono per tutta l’altezza
Massa e rigidezza rimangono costanti o si riducono gradualmente
con l’altezza (variazioni di massa inferiori al 25%, rigidezza non minore del 30% del
piano sottostante e non superiore del 10% dello stesso piano)
CONFIGURAZIONI IN ALTEZZA
Quindi configurazioni di questo tipo devono essere evitate
• strutture miste con piani o parti di piano realizzate con tipologia
strutturale e materiali diversi
• Strutture con forti rastremazioni ai piani inferiori
COSTRUZIONI SEMPLICI
Si definiscono “costruzioni semplici” se rispettano, oltre alle
caratteristiche di regolarità in pianta e in altezza, anche le seguenti
• in ognuna delle due direzioni principali siano previste almeno due
pareti di lunghezza, al netto delle aperture, non inferiore al 50% della
larghezza dell’edificio nella medesima direzione
• La distanza tra queste due pareti non sia inferiore al 75% della larghez-
za dell’edificio nella direzione ortogonale
• Almeno il 75% dei carichi verticali sia portato da pareti che facciano
parte del sistema resistente alle azioni orizzontali
a1 a2 a3
6 ai > 0.50 L
> 0.75 L
L
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“Edifici in muratura”
COSTRUZIONI SEMPLICI
Si devono inoltre aggiungere le seguenti condizioni
• Le pareti strutturali della costruzione devono essere continue dalle
fondazioni alla sommità.
• La planimetria dell’edificio deve essere inscrivibile in un rettangolo con
rapporto fra lato minore e lato maggiore non inferiore a 1/3.
• La snellezza della muratura non deve essere maggiore di 12.
• Le murature devono rispettare i requisiti geometrici di tabella
• Il carico variabile sui solai non deve essere superiore a 3.00 kN/m2.
COSTRUZIONI SEMPLICI
Si devono inoltre aggiungere le seguenti condizioni
• Nessun altezza di interpiano sia superiore a 3.5 m
• Il rapporto tra l’area della sezione resistente delle pareti e superficie del
piano terreno non sia inferiore ai valori indicati nella tabella, per
ciascuna delle due direzioni ortogonali
• Il numero di piani non è superiore a 3 per muratura ordinaria e a 4 per
muratura armata.
COSTRUZIONI SEMPLICI
Si devono inoltre aggiungere le seguenti condizioni
• In ciascuna delle due direzioni devono essere presenti pareti resistenti
alle azioni orizzontali non superiore a 7.0 m, elevabile a 9.0 m per
muratura armata.
• Deve inoltre risultare, per ogni piano:
N f
V d 0.25 k
A JM
COSTRUZIONI SEMPLICI
Per le costruzioni ricadenti in zona 2, 3 e 4, se sono rispettate le
condizioni per cui possano essere classificate “semplici” non è
obbligatorio effettuare alcuna analisi e verifica di sicurezza per le
azioni sismiche.
E’ quindi sufficiente eseguire le verifiche di capacità portante per i
carichi verticali.
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
• Ad ogni piano deve essere realizzato un cordolo continuo all’intersezio-
ne tra solai e pareti
• La larghezza del cordolo deve essere non inferiore allo spessore della
muratura meno 6 cm ed altezza pari a quella del solaio
• L’armatura corrente non sarà inferiore a 8 cm2, le staffe I 6 ogni 25 cm
• Le travi metalliche o prefabbricate dei solai devono essere prolungate
nel cordolo per almeno la metà della sua larghezza e comunque per
non meno di 12 cm
< 8 cm2
PARTICOLARI COSTRUTTIVI
• Ogni muro resistente alle azioni orizzontali deve essere intersecato da
altri muri ad esso perpendicolari ad interasse non superiore a 7 m
• In corrispondenza degli incroci tra pareti portanti sono prescritte, su
entrambi i lati, zone di parete muraria di lunghezza non inferiore a 1 m,
compreso lo spessore del muro trasversale
• Al di sopra di ogni apertura deve essere realizzato un architrave in c.a.
o in acciaio efficacemente ammorsato alla muratura
Cordolo
>7m Architrave
<1m
AZIONE SISMICA
L’azione sismica viene ricavata sulla base dello spettro di risposta
elastico dell’accelerazione, la cui forma dipende dal terreno di
fondazione, ma non varia con il livello di sismicità
TB d T TC Sd ( T ) ag S K Fo
§T ·
TC d T TD Sd ( T ) ag S K Fo ¨ C ¸
©T ¹
§T T ·
TD d T Sd ( T ) ag S K Fo ¨ C 2D ¸
© T ¹
(S S s ST )
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“Edifici in muratura”
ag
TD 4.0 1.6
g
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“Edifici in muratura”
per T ! TF S De ( T ) d g
0.14
ag/g=0.25
0.12
Spostamento (m)
0.10
0.08
0.06
0.04
0.02
0.00
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3
T (sec)
SPETTRI DI 0.7
Spettro elastico
PROGETTO 0.6
Lo spettro di progetto 0.5
per gli SLE è lo spettro Spettro di progetto SLU
0.4
a/g
elastico riferito alla
0.3
probabilità di supera- Spettro di progetto SLD
0.2
mento nel periodo di
riferimento. 0.1
0.0
Lo spettro di progetto 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3
per lo SLU si ottiene a T (sec)
partire dallo spettro a g S Fo ª T q § T ·º
elastico sostituendo al 0 d T TB Sd ( T ) « ¨¨1 ¸¸»
q ¬ TB Fo © TB ¹¼
posto del coefficiente a g S Fo
TB d T TC Sd ( T )
di smorzamento K q
l’inverso del fattore di TC d T TD Sd ( T )
a g S Fo § TC ·
¨ ¸
struttura 1/q q ©T ¹
Prof. Ing. Natalino Gattesco
a g S Fo § TCTD ·
TD d T Sd ( T ) ¨ 2 ¸ 23
“Edifici in muratura” q © T ¹
PARAMETRI DI RIFERIMENTO
I parametri di riferimento ag, TC*, Fo, relativi al sito (coordinate) e relativi
al tempo di ritorno TR, sono riportati nella Tabella 1 dell’Allegato B alle
Norme Tecniche per le Costruzioni.
VR CU VN
Ed E G1 G2 P ¦i \ 2 i Qki
dove
TIPOLOGIE STRUTTURALI
Negli edifici in muratura si hanno generalmente tre tipologie struttu-
rali
¦W s i
2
i
T1 2S 1
n
g ¦ Fi si
1
Wi si
Fi Fh
¦W j s j
Wi zi
Fi Fh
¦W j z j
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“Edifici in muratura”
EFFETTI TORSIONALI
In aggiunta all’eccentricità effettiva, si deve considerare un’eccentri-
cità accidentale, spostando il centro di massa di ogni piano, in ogni
direzione considerata, di una distanza pari al 5% della dimensione
massima del piano in direzione perpendicolare all’azione sismica
Elastic-plastic
du
P
de
P He He
du d He H du 2 P 1
2P 1 2P 1 H du
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“Edifici in muratura”
FATTORE DI STRUTTURA
Alcuni risultati sperimentali su modelli
di edificio a tre piani, in muratura ordi-
naria e armata, provati su tavola vibran-
te allo ZRMK (Lubiana) hanno mostrato
He
2.84 per muratura ordinaria
H max
He
3.74 per muratura armata
H max
FATTORE DI STRUTTURA
La normativa sismica indica per il fattore di struttura per murature
° 0.25 Vie
'Vi d max ®
°̄0.1 V piano
Soluzione ridistribuita
Analisi elastica lineare da equil. -25% da equil.
30 40 30 35 30 35
100 100
2
F3 F3
F2 F2
Parete 3 Parete 2
F1 F1
ELEMENTI A MENSOLA
Costruzione matrice di rigidezza singola asta
Si considera una mensola di n piani. Si numerano da 1 a n gli spostamenti
orizzontali (D1, ….., Dn) e da n+1 a 2n le rotazioni (Dn+1, ….., D2n). La
matrice di rigidezza del tronco i-esimo avente Ii = cost. è
ª 12 12 6 6 º
« h 2 c2 y c2 y c2 y c2 y »
hi2 hi hi
« i »
« 12 c 12
c2 y
6
c2 y
6
c2 y »
EI i « hi2 2 y hi2 hi hi »
Ki « »
hi « 6 c 6
c2 y 4 c1 y 2 c3 y »
2y
« hi hi »
« 6 6 »
« c2 y c2 y 2 c3 y 4 c1 y »
¬ hi hi ¼
EI 3c y 1 1 6c y 1
cy 2
c1 y c2 y c3 y
h GA * 12c y 1 12c y 1 12c y 1
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“Edifici in muratura”
ELEMENTI A MENSOLA
Costruzione matrice di rigidezza ridotta
La matrice di rigidezza dell’intera mensola, composta da n tronchi si può
ottenere per assemblaggio dei vari coefficienti di rigidezza, ottenendo una
matrice 2n x 2n
ª K aa K ab º ªD a º ª Fa º
«K
¬ ba K bb »¼ «¬D b »¼ «F »
¬ b¼
D a = spostamenti D b = rotazioni
K aa D a K ab D b Fa Db K bb1 K ba D b
K ba D a K bb D b 0 K aa D a K ab K bb1 K ba D a Fa
K* K aa K ab K bb1 K ba K *D a Fa
Prof. Ing. Natalino Gattesco 44
“Edifici in muratura”
3 F3
F2
1 2 2 1 Parete 2
F1
F3 F3
F2 F2
Parete 3 Parete 1
F1 F1
I telai piani possono essere anche collegati fra loro mediante tratti infinitamente rigidi
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“Edifici in muratura”
b
b ( h h' )
heff h'
3 h'
TELAI PIANI
Matrice di rigidezza della generica asta
Si tiene conto sia della deformabilità per flessione che di quella per taglio
ª EAi EAi º
« h 0 0 0 0 »
hi
« i »
« 0 12 EI i 6 EI i 12 EI i 6 EI
c2 y c2 y 0 c2 y 2 i c2 y »
« hi3 hi2 hi3 hi »
« 6 EI 4 EI i 6 EI i 2 EI i »
« 0 2 i c2 y c1 y 0 c2 y c3 y »
« hi hi hi2 hi »
K 'i
« EAi EAi »
« h 0 0
hi
0 0 »
« i »
« 0 12 EI i 6 EI i 12 EI i 6 EI i »
c2 y c2 y 0 c2 y c 2y
« hi3 hi2 hi3 hi2 »
« 6 EI 2 EI i 6 EI i 4 EI i »
« 0 2 i c2 y c3 y 0 c2 y c1 y »
«¬ hi hi hi2 hi »¼
EI 3c y 1 1 6c y 1
cy 2
c1 y c2 y c3 y
h GA * 12 c y 1 12 c y 1 12 c y 1
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“Edifici in muratura”
ESTREMI RIGIDI
La matrice di rigidezza delle aste deve includere la presenza dei tratti rigidi
di estremità per cui va moltiplicata per la matrice T e
Trascurando la deformabilità assiale delle aste, i gradi di libertà del telaio
passano da 3mn a (m+1)n.
e x2
e x1 l e x2
e y2
y
h
e y1 e y2
y e y1 x
x
e x1
ª0 e x1 º ª0 ex 2 º ª e y1 º ªe y 2 º
«1 « e » «e »
Te1 « e y 1 »» Te1 «1
« e y 2 »» Te 1 « x1 » Te 1 « x2 »
«¬ 0 1 »¼ «¬ 0 1 »¼ «¬ 1 »¼ «¬ 1 »¼
ªTe1 0 º D * Te D
Te «0 Ki TeT K 'i Te
¬ Te 2 »¼ F TeT F *
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“Edifici in muratura”
ª K aa K ab º ªD a º ª Fa º
«K
¬ ba K bb »¼ «¬D b »¼ «F »
¬ b¼
K aa D a K ab D b Fa Db K bb1 K ba D b
K ba D a K bb D b 0 K aa D a K ab K bb1 K ba D a Fa
K* K aa K ab K bb1 K ba K *D a Fa
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“Edifici in muratura”
Di Ti E
Fi Ti Si Fi K i*Ti E
m
K **
¦K
i 1
**
i
K **E F
dove F sono le forze esterne (Fxi, Fyi, MTi) applicate ad ogni piano.
Fi 1 G bi t
Ki 3
hpi hpi Fhpi ª G 1 § h ·2 º
F hpi «1 ¨¨ pi ¸¸ »
12EI i GAi « E F © bi ¹ »
t ¬ ¼
bi
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“Edifici in muratura”
SCHEMA SHEAR-TYPE
Se la struttura è costituita da pareti forate con fasce di piano molto
più robuste dei maschi (caso molto frequente negli edifici in muratura
non armata) è possibile la schematizzazione a telai tipo shear-type
Inoltre se le pareti non subiscono variazioni dimensionali di rilievo in
altezza si può operare la distribuzione delle forze orizzontali di ogni
piano separatamente
F3 La rigidezza del primo piano della
h3j parete i-esima è la seguente
F2
h2j k 1 k
j
K1i ¦ ¦ K1i
F1 j 1 h13j Fh1 j j 1
h1j
12 EI1 j GA1 j
SCHEMA SHEAR-TYPE
Una volta calcolata la quota parte del tagliante di piano che si prende
la parete i-esima si valuta il taglio agente sul j-esimo maschio con
K1ji n
K 2ji n
H j
1i
K1i
¦ Fl H j
2i
K 2i
¦F
l 2
l
l 1
H 2ji H 2ji1
F3 a3
h3j M 2ji M 2ji1
F2 a2 V1isj M sj
1i
Vsj 1
1i M sj 1
1i
j M 1dji
H 2i h2j V1idj M 1dji 1 V1idj 1
M 1ji M 1ji 1
F1 a1
H1ji h1j H1ji H1ji 1
lj,j+1
Wi mi g n n
y ¦ mi x i ¦ Wi x i
xG i 1 i 1
mi n n
G ¦ mi ¦ Wi
xi i 1 i 1
yi xG mj n n
yG ¦ mj y j ¦ Wj y j
xj j 1 j 1
yj yG n n
O x ¦ mj ¦ Wj
j 1 j 1
n
y ¦ K yi x i
xCT i 1
Kxi n
¦ K yi
xi CT i 1
yi xCT Kyj n
yCT ¦ K xj y j
xj j 1
yj yCT n
O x ¦ K xj
j 1
DISTANZA BARICENTRI
La distanza tra il baricentro delle masse e quello delle rigidezze si
ricava con le relazioni
ex xG xCT ey yG yCT
y xG
Kxi
G
xi CT ey
ex
yG xCT
yCT
Kyj yj
O x
O x
Fy
K yi
O x FyiT n
Fy
Fy
¦ K yi
i 1
y’
y uj K yi x' i
Fyi-y Fy ex
Fyi ICT
Fxj Kyj
G
CT - vi x’
ex Kxi K xj y j
yj xCT Fxj-y Fy ex
yCT ICT
xi
O x
Fy
K xj
FxjT n
Fx
¦ K xj
j 1
K yi x' i
Fyi-x Fx ey
ICT
K xj y j
Fxj-x Fx ey
ICT
§ ·
¨ K K x' ¸
Fyi FyiT Fyi-y ¨ yi yi i e ¸ F
x
¨ n ICT ¸ y
K
¨ ¦ yi ¸
- forza agente in direzione y ©i 1 ¹
K xj y j
Fxj Fxj-y Fy ex
ICT
§ ·
¨ ¸
Fxj FxjT Fxj-x ¨ K xj K xj y j e ¸ F
¨ n y¸ x
ICT
¨ ¦ K xj ¸
- forza agente in direzione x ©j 1 ¹
K yi x' i
Fyi Fyi-x Fx ey
ICT
Prof. Ing. Natalino Gattesco 66
“Edifici in muratura”
Fx 0.3Fxh Fy Fyh
O xiVxi d VRdi ( i )
Prof. Ing. Natalino Gattesco 68
“Edifici in muratura”
H ji F ji
Verifica a pressoflessione
V o b 2t § V · fd
fk
M Rd ¨¨1 o ¸¸ JM
P 2 © kf d ¹
Msd,s
Vsd
max ( M sd ,i , M sd , s ) d M Rd
h
ho
Vsd
Msd,i
P Vsd d VRdp
b
Prof. Ing. Natalino Gattesco 73
“Edifici in muratura”
§ 3 3e · V ho P
b' ¨ ¸ b e Vo b’/3
©2 b ¹ P bt
ª§ 3 3 Vho · º bt
V f vd b' t ¨
«¨ ¸ f 0 . 4 V o»
P b ¸¹
vko
¬© 2 ¼ JM
b’
s 1.5 f vko 0.4 V o b t
VRd
3h f f vk
1 o vko J M
b f vd
per e d b' b
bV o J M 6 JM
Prof. Ing. Natalino Gattesco 74
“Edifici in muratura”
Verifica a taglio
Vsd d VRds
Vsd
Vsd
P
b
f 1.5 f vko b t Vo
VRd 1 Turnsek e Cacovic 1971
[ JM 1.5 f vko
[ 1 .0 per h b d 1.0
Vsd d VRdf
[ hb per 1.0 h b d 1.5
[ 1 .5 per h b ! 1.5
Pmin
Vo b’
bt
Rottura per fessurazione diagonale
0
0.0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5
Pmin fd b t
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“Edifici in muratura”
s f vko
VRd bt
JM
VERIFICHE SLD
Un’analisi elastica lineare della struttura va condotta applicando le
azioni sismiche relative allo Stato Limite di Danno per determinare gli
spostamenti di piano delle singole pareti si
Bisogna confrontare che gli spostamenti di interpiano di ogni parete
risultino inferiori ai valori limite imposti dalla normativa
d r 0.003 h per muratura ordinaria
si 1 si d d r
d r 0.004 h per muratura armata
Wa S a Fa
Fa
qa
Wa è il peso dell’elemento
qa è il fattore di struttura della parete
• pari a 1 per elementi aggettanti a mensola (camini, parapetti, ecc.)
• pari a 2 negli altri casi (pareti collegate ai solai a entrambi gli estremi)
Sa è un coefficiente di amplificazione
2S h2 PA D = 9.869
Ta D = 15.4213
D EI
D = 22.3729
MURATURA ARMATA
Nelle NTC sono riportate le seguenti prescrizioni per la muratura
armata, oltre a quelle indicate per la muratura ordinaria
• Interasse massimo fra muri strutturali non superiore a 9 m in entrambe
le direzioni anziché i 7 m degli edifici in muratura ordinaria
• Architravi sopra le aperture in muratura armata.
• Armatura orizzontale, percentuale rispetto all’area lorda della muratura
compreso tra 0.04% e 0.5%. (EC8 prevede armature ogni 60 cm).
MURATURA ARMATA
Il momento resistente di calcolo di una sezione di muratura armata
soggetta a pressoflessione si determina analogamente alle sezioni di
calcestruzzo armato
V Muratura V Acciaio
0.85 fk fk fyk f yk
fd f yd
JM fyd JM
0.85 fd JM 1.15
JM 2 y3
H
0.002 0.0035 H Hsy Hsu=0.01
H mu 3.5‰
2
Campi di A’s 1
deformazione d As
3
4 5
H su 10‰ H sy
Prof. Ing. Natalino Gattesco 89
“Edifici in muratura”
PRESSOFLESSIONE
Il momento resistente di calcolo delle sezioni dei maschi, utilizzando
lo stress-block e per due armature simmetriche agli estremi, si ha
H mu 3.5‰ H mu 3.5‰ kf d
2 x a
A’s 1
d As b
Nsd
3
4 5
H sy Hs H sy f yd
H su 10‰ t
N sd
Vo
N sd kf d at f yd ( As As' ) bt
b a b b k 0.85
M Rd kf d at ( ) f yd As (d ) f yd As' ( d ' )
2 2 2 2 a 0.8 x
V o b 2t § V ·
Risolvendo M Rd ¨¨1 o ¸¸ (d d ' ) f yd As
per A’s=As 2 © kf d ¹
Prof. Ing. Natalino Gattesco 90
“Edifici in muratura”
FLESSIONE SEMPLICE
Il momento resistente di calcolo delle sezioni delle fasce di piano, uti-
lizzando lo stress-block, si ricava
H mu 3.5‰ Hm kf d
x V 's a
2
A’s 1
d As b
3
4 5
H sy H su f yd
H su 10‰ t
H 's H su
k 0.85
x d' dx
0 kf d at V 's As' f yd As a 0.8 x
RESISTENZA A TAGLIO
La muratura armata prevede sia armature verticali che armature oriz-
zontali; entrambe forniscono un contributo resistente a taglio. Il taglio
resistente è dato dalla somma dei seguenti contributi
d è la distanza tra il
=
lembo compresso ed il
baricentro delle
armature verticali tese
FATTORE DI STRUTTURA
La normativa sismica indica per il fattore di struttura per murature
J Rd 1.5
MURATURA ARMATA
Tipi di fessurazione nelle diverse tipologie strutturali
P P
V
Fa
V k 0.85
h h/2
P
Mmax=Fah/8 Fa/2 Vo
V bt
P kfd fydAs
a
t
P kf d ba f yd As
M Rd
t
V o bt f yd As §¨¨1 V o f yd As ·¸¸
§ t a· 2 © kf d kf d bt ¹
M Rd kf d ba ¨ ¸
©2 2¹
Prof. Ing. Natalino Gattesco 96
“Edifici in muratura”
EDIFICI IN MURATURA
Comportamento sismico – analisi non lineare
INTRODUZIONE
Lo spettro di progetto utilizzato nell’analisi statica lineare, special-
mente per le strutture in muratura ordinaria (non armata), risulta
fortemente penalizzato da un valore di duttilità disponibile assunto
cautelativamente basso.
Questa assunzione è giustificata dalla possibile insorgenza di mec-
canismi di collasso relativamente fragili, quali la rottura per taglio.
Per tali strutture, quindi, per evitare di sottovalutare la loro idoneità
a sopportare gli effetti prodotti da un sisma è necessario ricorrere
COMPORTAMENTO STRUTTURA
In una struttura in muratura, caratterizzata da un’elevata iperstaticità,
se si incrementano gradualmente gli spostamenti di piano si nota che
quando raggiungono il limite elastico le prime pareti, o parti di esse,
le altre sono ancora ampiamente al di sotto; prima di raggiungere lo
spostamento ultimo si verificano quindi notevoli ridistribuzioni di
sforzi fra le pareti.
Se si fa un esempio con 2 pareti monopiano soggette allo stesso
spostamento di piano (comportamento ideale bi-lineare delle pareti)
Fe Fe
Fd Fd Ridistribuzione
1 2
1
2
se su (su) se s’ su (su)
Prof. Ing. Natalino Gattesco 3
“Edifici in muratura”
SOVRARESISTENZA E DUTTILITA’
Nelle strutture in calcestruzzo armato o in acciaio gli elementi portanti
sono dimensionati in funzione delle sollecitazioni che dovranno sop-
portare per cui la sovraresistenza che si ottiene utilizzando l’analisi
statica lineare o dinamica modale è comunque modesta
Per le murature, soprattutto per quelle non armate, invece, la dimen-
sione dei muri dipende anche dalla geometria per cui la sovraresi-
stenza dovuta all’iperstaticità del sistema può essere molto marcata
Per soddisfare la verifica sismica per questi edifici è necessario sfrut-
tare questa sovraresistenza e calcolare adeguatamente la duttità
Fe Fe
Fmax Fmax
Fmax !
Fd Fd
Fd
su su
se se Fmax
Fd
§s F ·
q f ¨¨ u , max ¸¸
se su (su) © se Fd ¹ se su
Prof. Ing. Natalino Gattesco 4
“Edifici in muratura”
G max P Ge
1.5 f vko Vo
°0.9 1
°° [ 1.5 f vko
H Rd min ®
° V o b2 t § V o ·
° ¨1 ¸
°¯ 2 ho ¨© kf d ¸¹
Prof. Ing. Natalino Gattesco 5
“Edifici in muratura”
METODO PUSH-OVER
Nell’analisi non lineare si assumono quindi distribuzioni di sposta-
menti di piano di questo tipo
OF2 OF2
OF1 OF1
Wi zi Wi
Fi Fh Fi Fh
¦W j z j ¦W j
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“Edifici in muratura”
MODELLI SEMPLIFICATI
Si possono utilizzare modelli semplificati con fasce di piano infinita-
mente rigide (modelli tipo POR) purché siano soddisfatte le condizioni
per l’applicabilità (fasce molto robuste)
In questi modelli, per edifici con non più di due piani, è possibile tra-
scurare gli effetti connessi alla variazione delle forze verticali nei pie-
dritti dovuti alle azioni orizzontali.
OF3 OF3
h3
OF2 OF2
h2
OF1 OF1
h1
Vu 0.9 Vmax
Ke K sec (0.75Vu )
Gu G soft ( 0.8 Vu )
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“Edifici in muratura”
MODELLAZIONE MASCHI
Per i maschi si può assumere un comportamento bilineare elastico-
perfettamente plastico, con resistenza e rigidezza valutata sulla base
delle caratteristiche meccaniche della muratura
1.5 f vko Vo
° 1
° [ JM 1.5 f vko
°
VRd min ®
°1.5 f vko 0.4 V o b t
° 3 ho f vko J M
° 1 bV J
¯ o M
1
Ke
h3 Fh ho distanza del punto di annullamento del momento flettente
(in prima approssimazione può essere posto uguale a h/2 ed
12 EI GA eventualmente aggiornato nei passi successivi)
E 1000 f k G 0 .4 E I risultati di molte prove sperimentali hanno mostrato una
forte dipendenza dello spostamento ultimo (allo 0.8 di Vu)
Gu 0.004 h dall’altezza del pannello
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“Edifici in muratura”
MODELLAZIONE MASCHI
Anche per il momento si assume un diagramma bilineare con valore
del momento massimo pari a
Mu
V o b 2t § V ·
M Rd ¨¨1 o ¸¸ h
2 © kf d ¹
Ge Gu G
Nel caso di collasso per pressoflessione lo spostamento ultimo in
sommità del pannello è pari a
Gu 0.008 h
PROCEDURA GENERALE
Si schematizza la struttura a telai piani collegati fra loro a livello dei
solai da un diaframma rigido (tre componenti di spostamento orizzontale
per piano)
I tratti rigidi alle estremità delle aste tengono conto delle grosse
dimensioni dei nodi di intersezione delle aste
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“Edifici in muratura”
PROCEDURA GENERALE
Si costruisce la matrice di rigidezza della generica asta (maschio o
fascia di piano)
ª EAi EAi º
« h 0 0 0 0 »
hi
« i » EI
« » cy
12 EI i 6 EI 12 EI 6 EI
« 0 c2 y 2 i c2 y 0 3 i c2 y 2 i c2 y » h 2GA *
« hi3 hi hi hi »
« » 3c y 1
« 6 EI i 4 EI i 6 EI i 2 EI i » c1 y
« 0 c2 y c1 y 0 c2 y c3 y » 12c y 1
« hi2 hi hi2 hi »
K 'i « » 1
« EAi EAi » c2 y
« h 0 0
hi
0 0 » 12c y 1
i
« »
«
12 EI i 6 EI i 12 EI i 6 EI i
» 6c y 1
« 0 c2 y c2 y 0 c2 y c » c3 y
« hi3 hi2 hi3 hi2
2y
» 12c y 1
« »
« 6 EI i 2 EI i 6 EI i 4 EI i »
« 0 c2 y c3 y 0 c2 y c1 y »
¬ hi2 hi hi2 hi ¼
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“Edifici in muratura”
ESTREMI RIGIDI
L a m atrice d i rig id ezza d elle aste d ev e in clu d ere la p resen za d ei tratti rig id i
d i estrem ità p er cu i v a m o ltip licata p er la m atrice T e
T rascu ran d o la d efo rm ab ilità assiale d elle aste, i g rad i d i lib ertà d el telaio
p assan o d a 3 m n a (m + 1 )n .
e x2
e x1 l e x2
e y2
y
h
e y1 e y2
y e y1 x
x
e x1
ª0 e x1 º ª0 ex2 º ª e y1 º ªe y 2 º
«1 « e » «e »
T e1 « e y 1 »» T e1 «1
« e y 2 »» T e1 « x1 » T e1 « x2 »
«¬ 0 1 »¼ «¬ 0 1 »¼ «¬ 1 »¼ «¬ 1 »¼
ªTe1 0 º D* Te D
Te « 0 Ki T eT K 'i T e
¬ T e 2 »¼ F T eT F *
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“Edifici in muratura”
ª K aa K ab º ªD a º ª Fa º
«K
¬ ba K bb »¼ «¬D b »¼ «F »
¬ b¼
K* K aa K ab K bb1 K ba K *D a Fa
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“Edifici in muratura”
Di Ti E
Fi Ti Si Fi K i*Ti E
m
K **
¦K
i 1
**
i
K **E F
dove F sono le forze esterne (Fxi, Fyi, MTi) applicate ad ogni piano.
SOLUZIONE ELASTICA
Si considerano le due distribuzioni di forze, una per volta, e si proce-
de alla soluzione elastica della struttura, determinando i valori del
primo gruppo di carichi orizzontali O1Fi corrispondente al raggiungi-
mento dello sforzo limite in un elemento (maschio o fascia)
OF3
OF2
OF1
V=VRd
PUNTI SUCCESSIVI
Si modifica la matrice di rigidezza dell’asta dove è stato raggiunto VRd
e si introduce una “cerniera plastica” nel nodo in questione
In pratica è sufficiente modificare la matrice di rigidezza di quell’asta
dopo aver sostituito il vincolo con la reazione VRd
VRd MRd
VRd
MRd
N0
V=VRd
K ji K ik K ji >Fi Fi @
K mod
jk K jk F jmod Fj
K ii K ii
Fi è il valore della reazione nel vincolo soppresso (VRd, M Rd).
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“Edifici in muratura”
LEGAME FORZA-SPOSTAMENTO
Si modifica di nuovo la matrice di rigidezza dell’asta sostituendo il
vincolo con la reazione
Quando viene raggiunto lo spostamento ultimo Gu in un maschio si
elimina il suo contributo. Si procede finché la forza si riduce a 0.85 Fmax
Si traccia un diagramma riportando in ascisse lo spostamento orizzon-
tale dell’edificio in corrispondenza di un punto di controllo e in
ordinata la forza totale applicata (Taglio alla base)
SLD SLU
sSLU
Fh,max
0.85Fh,max
H H
sSLD sSLU
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“Edifici in muratura”
PROCEDIMENTI DI VERIFICA
Il procedimento di verifica per le strutture in muratura è descritto al
paragrafo 7.3.4.1 delle Norme Tecniche per le Costruzioni del 14.01.08
Fbu
Fbu* Fb
F*
*
sc
s*
*
s* scu
Fbu
Fbu* Fb
F*
*
sc
s*
*
s* scu
0.7
* m* l l = Numero masse
T 2S m* ¦ miIi del sistema M-GDL
k* ì 1
La domanda massima in spostamento del sistema anelastico a S-GDL
si ricava da quella di un sistema elastico mediante le relazioni:
* Criterio uguale
smax se*,max S De (T * ) se T * t TC spostamento
* S e (T * ) m*
q
Fy* Fy*
T * ! Tc T * d Tc
Capacità di Capacità di
spostamento spostamento
s*max
*
s*e ,max su *
se*,max smax s*u
VERIFICHE
Per lo SLU deve risultare che la domanda di spostamento è inferiore o
uguale alla capacità di spostamento del sistema equivalente.
s*max d s*u
max ( si 1 si ) d 0.003 h
s2
(muratura ordinaria)
H h
max ( si 1 si ) d 0.004 h s1
(muratura armata)
EDIFICI IN MURATURA
Esempio di calcolo per carichi sismici
Si considera una casa di civile abitazione in muratura di due piani realizzata con muratura di mattoni
semipieni in laterizio.
AZIONI PERMANENTI
- Solaio Tipo
Gk1 = 4.50 kN/m2
- - Copertura in legno
Gk3 = 1.8 kN/m2
- Scale
Gk4 = 4.5 kN/m2
AZIONI VARIABILI
Le intensità delle azioni variabili, quali sovraccarichi, azioni dovute alla neve e azioni dovute al vento,
devono essere determinate facendo riferimento rispettivamente al contenuto del capitolo 3 del D.M. 14.01.08.
- Sovraccarichi
In linea di massima i sovraccarichi potranno assumersi come carichi verticali uniformemente ripartiti su tali
orizzontamenti.
I valori caratteristici delle intensità da assumere sono riportate nella Tabella 3.1.II del D.M. 14.01.08.
Qk1 = 2 kN/m2 per gli ambienti non suscettibili di affollamento del piano tipo;
Qk3 = 1 kN/m2 per gli spazi del piano sottotetto accessibile per sola manutenzione;
Il capitolo 3.4 del D.M. 14.01.08 riporta le indicazioni per la scelta delle configurazioni di carico da
considerare.
Qs =P1 Qsk CE Ct
dove:
P1, è un opportuno fattore di forma dipendente dalla tipologia della copertura e dalla inclinazione delle falde
e fornito in Tabella 3.4.II;
Qsk è il valore caratteristico del carico neve al suolo in kN/m², funzione del clima locale (posizione
geografica ed altimetrica della località sulla quale sorge la costruzione) e fornito al paragrafo 3.4 (qsk).
IPOTESI:
edificio ubicato in una località del Nord Italia (Zona 1 - alpina) a quota 150 m s.l.m. ed avente copertura del
tipo a due falde, con inclinazione delle stesse di circa 18q.
Zona I
o Qsk = 1.50 kN/m²
as = 150m 200m
D = 18q o P1 = 0.8
CE = 1.00 Aree in cui non è prevista una significativa rimozione della neve dal vento.
Liv. 2
Liv. 1
Numerazione elementi resistenti e definizione aree di influenza dei solai su ogni elemento
AP1 Area muratura tra sottotetto e copertura A2 Area di influenza relativa al solaio liv. 2 (sottotetto)
A1 Area di influenza relativa al solaio di copertura G2 Carico permanente associato al solaio liv. 2
P1 Peso muratura tra sottotetto e copertura Q2 Carico variabile derivante da solaio liv. 2
G1 Carico permanente dovuto a copertura AP2 Area muratura del Piano 1 (tra liv. 1 e liv. 2)
Q1 Carico variabile associato alla copertura P2 Peso muratura del Piano 1 (tra liv. 1 e liv. 2)
Gk+6(<EiQki) LIVELLO 2
<Ei=<2i*f per SLU Carichi permanenti Gk:
<Ei=<2i*f per SLD
Perm. copertura 196,31 KN
Perm. muratura tra liv. 2 e cop. 214,10 KN
Perm. solaio Liv. 2 286,65 KN
Pesi relativi al livello 2 - W 2 1/2 * Perm. pareti piano primo 304,94 KN
Liv. 2
1002,00 KN
P1
Carichi variabili Qk:
Pesi relativi al solaio 1 - W 1
Liv. 1 Neve 130,87 KN
Sovraccarico solaio Liv.2 81,90 KN
PT
Liv. 0
LIVELLO 1
Carichi permanenti Gk:
Perm. solaio Liv. 1 400,62 KN
Coeff. <2i , <2i
Perm. scale 68,09 KN
<2i <2i 1/2 * Perm. pareti piano primo 304,94 KN
Abitazioni 0,3 0,3 1/2 * Perm. pareti piano terra 299,27 KN
Tetti e coperture con neve 0,3 0,2 1072,91 KN
Scale 0,8 0,8 Carichi variabili Qk:
Sovraccarico solaio Liv. 1 133,54 KN
Coeff. f Sovraccarico scale 60,52 KN
f 194,06 KN
Carichi indipendenti ultimo piano 1
altri piani 1
SLU e SLD
LIVELLO 2
Gk 1002,00 kN Qk <2i f <Ei
S<Ei Qk 50,74 kN Neve 130,87 0,2 1 0,2
W2 1052,74 kN Sovrac. 81,9 0,3 1 0,3
LIVELLO 1
Gk 1072,91 kN Qk <2i f <Ei
S<Ei Qk 88,48 kN Sovrac. 133,54 0,3 1 0,3
W1 1161,39 kN Scale 60,52 0,8 1 0,8
Wtot 2214,13 kN
Zona 3
SLD Cat. C K 1,00 [-]
T 0,22 [s] SSLD(T)/g 0,188 [-]
] 5 [%]
PIANO PRIMO
Elem. Dx Dy xi yi heff A E/2 G/2 Kxi Kyi Kyi*xi Kxi*yi
(m) (m) (m) (m) m (m2) (MPa) (MPa) KN/m KN/m KN KN
X1.1 1,35 0,30 0,53 0,00 2,03 0,41 4100 1640 156190 0 0 0
X2.1 1,70 0,30 3,05 0,00 1,91 0,51 4100 1640 257204 0 0 0
X3.1 1,70 0,30 5,75 0,00 1,91 0,51 4100 1640 257204 0 0 0
X4.1 1,35 0,30 8,28 0,00 2,03 0,41 4100 1640 156190 0 0 0
X5.1 4,05 0,30 1,88 3,45 2,61 1,22 4100 1640 559376 0 0 1929846
X6.1 4,05 0,30 6,93 3,45 2,61 1,22 4100 1640 559376 0 0 1929846
X7.1 1,40 0,30 0,53 8,70 2,03 0,42 4100 1640 165750 0 0 1442026
X8.1 1,60 0,30 3,03 8,70 1,87 0,48 4100 1640 241747 0 0 2103199
X9.1 4,00 0,30 6,95 8,70 2,47 1,20 4100 1640 590068 0 0 5133594
Y1.1 0,30 4,60 0,00 2,15 2,54 1,38 4100 1640 0 674098 0 0
Y2.1 0,30 3,40 0,00 7,15 2,38 1,02 4100 1640 0 504241 0 0
Y3.1 0,30 1,38 6,15 0,54 2,54 0,41 4100 1640 0 104889 645070 0
Y4.1 0,30 1,37 6,15 2,91 2,30 0,41 4100 1640 0 125511 771891 0
Y5.1 0,30 4,25 6,15 6,73 2,61 1,28 4100 1640 0 592142 3641676 0
Y6.1 0,30 3,85 8,80 1,77 2,44 1,16 4100 1640 0 570437 5019849 0
Y7.1 0,30 4,15 8,80 6,77 2,48 1,25 4100 1640 0 612491 5389923 0
2943106 3183810 15468408 12538510
xc2 = 4,86 m
yc2 = 4,26 m
PIANO TERRA
Elem. Dx Dy xi yi heff A E/2 G/2 Kxi Kyi Kyi*xi Kxi*yi
(m) (m) (m) (m) m (m2) (MPa) (MPa) KN/m KN/m KN KN
X1.0 1,35 0,30 0,53 0,00 2,03 0,41 4100 1640 156190 0 0 0
X2.0 1,70 0,30 3,05 0,00 1,91 0,51 4100 1640 257204 0 0 0
X3.0 1,70 0,30 5,75 0,00 2,03 0,51 4100 1640 232104 0 0 0
X4.0 1,35 0,30 8,28 0,00 2,54 0,41 4100 1640 100289 0 0 0
X5.0 4,05 0,30 1,88 3,45 2,61 1,22 4100 1640 559376 0 0 1929845,8
X6.0 4,05 0,30 6,93 3,45 2,61 1,22 4100 1640 559376 0 0 1929845,8
X7.0 1,40 0,30 0,53 8,70 2,54 0,42 4100 1640 107986 0 0 939482,33
X8.0 1,60 0,30 3,03 8,70 1,99 0,48 4100 1640 217609 0 0 1893201,3
X9.0 4,00 0,30 6,95 8,70 2,47 1,20 4100 1640 590068 0 0 5133593,8
Y1.0 0,30 4,60 0,00 2,15 2,54 1,38 4100 1640 0 674098 0 0
Y2.0 0,30 3,40 0,00 7,15 2,38 1,02 4100 1640 0 504241 0 0
Y3.0 0,30 1,38 6,15 0,54 2,54 0,41 4100 1640 0 104889 645069,73 0
Y4.0 0,30 1,37 6,15 2,91 2,30 0,41 4100 1640 0 125511 771891,07 0
Y5.0 0,30 4,25 6,15 6,73 2,61 1,28 4100 1640 0 592142 3641675,8 0
Y6.0 0,30 3,85 8,80 1,77 2,44 1,16 4100 1640 0 570437 5019848,8 0
Y7.0 0,30 4,15 8,80 6,77 2,48 1,25 4100 1640 0 612491 5389923 0
2780203 3183810 15468408 11825969
xc1 = 4,86 m
yc1 = 4,25 m
Liv. 2
Pi xi yi Pi*xi Pi*yi
(kN) (m) (m) (kN*m) (kN*m)
Copertura 222,48 4,40 4,35 978,92 967,80
Solaio liv.2 311,22 4,40 4,35 1369,37 1353,81
Pareti tra liv.2 e cop. 214,10 4,41 3,45 944,30 738,14
1/2*Pareti P1 304,94 4,61 4,32 1406,55 1316,06
1052,74 4699,14 4375,80
xG2 = 4,46 m
yG2 = 4,16 m
Liv. 1
Pi xi yi Pi*xi Pi*yi
(kN) (m) (m) (kN*m) (kN*m)
1/2*Pareti P1 304,94 4,61 4,32 1406,55 1316,06
Solaio liv. 1 440,68 3,82 3,95 1682,33 1742,35
Scale 116,501 7,54 6,00 878,42 699,01
1/2 Pareti PT 299,27 4,64 4,31 1388,62 1288,60
1161,39 5355,91 5046,01
xG1 = 4,61 m
yG1 = 4,34 m
Eccentricità effettiva Lx
Liv. 2 Liv.1
m m
exeff -0,39 -0,25 Ly G
eyeff -0,10 0,09 ey>0
Eccentricità aggiuntiva
C
eagg=0,05*Ltrasv. y ex>0
Lx 9,10 m x
Ly 9,00 m
ex,agg 0,45 m
ey,agg 0,46 m
PROCEDIMENTO SEMPLIFICATO
Gk+0,3Qksovrac.+0,8QkScale+0,2Qkneve
LIVELLO 2 LIVELLO 1
Fy Fy
0,3Fy 0,3Fx
Fx 0,3Fx
Fx C C C C
y G G G
G
0,3Fy
SLU1 SLU2 SLU3 SLU4
Liv. 2 Liv. 1
Fx Fy ex ey Fx Fy ex ey
kN kN m m kN kN m m
SLU1 248,51 -74,55 -0,84 -0,56 SLU1 384,40 -115,319 -0,70 -0,36
SLU2 248,51 74,55 -0,84 0,35 SLU2 384,40 115,32 -0,70 0,55
SLU3 -74,55 248,51 -0,84 -0,56 SLU3 -115,32 384,40 -0,70 -0,36
SLU4 74,55 248,51 0,06 0,35 SLU4 115,32 384,40 0,20 0,55
Prof. Ing. Natalino Gattesco
“Edificixin muratura”
26
C 4,86 m xC 4,86 m
yC 4,26 m yC 4,25 m
Elem. Dx Dy xi yi heff A E G
(m) (m) (m) (m) (m) (m2) (MPa) (MPa)
X1.1 1,35 0,30 0,53 0,00 2,03 0,41 4100 1640
X2.1 1,70 0,30 3,05 0,00 1,91 0,51 4100 1640
X3.1 1,70 0,30 5,75 0,00 1,91 0,51 4100 1640
X4.1 1,35 0,30 8,28 0,00 2,03 0,41 4100 1640
X5.1 4,05 0,30 1,88 3,45 2,61 1,22 4100 1640
X6.1 4,05 0,30 6,93 3,45 2,61 1,22 4100 1640
X7.1 1,40 0,30 0,53 8,70 2,03 0,42 4100 1640
X8.1 1,60 0,30 3,03 8,70 1,87 0,48 4100 1640
X9.1 4,00 0,30 6,95 8,70 2,47 1,20 4100 1640
Y1.1 0,30 4,60 0,00 2,15 2,54 1,38 4100 1640
Y2.1 0,30 3,40 0,00 7,15 2,38 1,02 4100 1640
Y3.1 0,30 1,38 6,15 0,54 2,54 0,41 4100 1640
Y4.1 0,30 1,37 6,15 2,91 2,30 0,41 4100 1640
Y5.1 0,30 4,25 6,15 6,73 2,61 1,28 4100 1640
Y6.1 0,30 3,85 8,80 1,77 2,44 1,16 4100 1640
Y7.1 0,30 4,15 8,80 6,77 2,48 1,25 4100 1640
Elem. Dx Dy xi yi heff A E G
(m) (m) (m) (m) (m) (m2) (MPa) (MPa)
X1.0 1,35 0,30 0,53 0,00 2,03 0,41 4100 1640
X2.0 1,70 0,30 3,05 0,00 1,91 0,51 4100 1640
X3.0 1,70 0,30 5,75 0,00 2,03 0,51 4100 1640
X4.0 1,35 0,30 8,28 0,00 2,54 0,41 4100 1640
X5.0 4,05 0,30 1,88 3,45 2,61 1,22 4100 1640
X6.0 4,05 0,30 6,93 3,45 2,61 1,22 4100 1640
X7.0 1,40 0,30 0,53 8,70 2,54 0,42 4100 1640
X8.0 1,60 0,30 3,03 8,70 1,99 0,48 4100 1640
X9.0 4,00 0,30 6,95 8,70 2,47 1,20 4100 1640
Y1.0 0,30 4,60 0,00 2,15 2,54 1,38 4100 1640
Y2.0 0,30 3,40 0,00 7,15 2,38 1,02 4100 1640
Y3.0 0,30 1,38 6,15 0,54 2,54 0,41 4100 1640
Y4.0 0,30 1,37 6,15 2,91 2,30 0,41 4100 1640
Y5.0 0,30 4,25 6,15 6,73 2,61 1,28 4100 1640
Y6.0 0,30 3,85 8,80 1,77 2,44 1,16 4100 1640
Y7.0 0,30 4,15 8,80 6,77 2,48 1,25 4100 1640
Hp. Nel caso di nodo intermedio momenti uguali a destra e a sinistra del nodo.
SLU 1
Piedritto sinistro Piedritto destro
h1 h2 a1 a2 H1 H2 h1 h2 a1 a2 H1 H2 M_sn M_dx l bsn bdx V Msn Mdx
m m m m kN kN m m m m kN kN kNm kNm m m m kN kNm kNm
X1.1-X2.1 2,03 0 0,54 0,00 16,98 0 1,91 0 0,51 0,00 27,96 0 26,36 20,47 2,53 1,35 1,70 18,51 13,87 4,74
X2.1-X3.1 1,91 0 0,51 0,00 27,96 0 1,91 0 0,51 0,00 27,96 0 20,47 20,47 2,7 1,70 1,70 15,16 7,58 7,58
X3.1-X4.1 1,91 0 0,51 0,00 27,96 0 2,03 0 0,54 0,00 16,98 0 20,47 26,36 2,53 1,70 1,35 18,51 4,74 13,87
X9.1-X8.1 2,47 0 0,10 0,00 34,89 0 1,87 0 0,22 0,00 14,29 0 46,52 8,24 4,05 4,00 1,60 13,52 19,48 -2,57
X8.1-X7.1 1,87 0 0,22 0,00 14,29 0 2,03 0 0,25 0,00 9,80 0 8,24 12,41 2,55 1,60 1,40 8,10 1,76 6,74
Y2.1-Y1.1 2,38 0 0,62 0,00 -25,77 0 2,54 0 0,57 0,00 -34,46 0 -46,61 -63,39 4,82 3,40 4,60 -22,82 -7,81 -10,90
Y6.1-Y7.1 2,44 0 0,72 0,00 -0,54 0 2,48 0 0,72 0,00 -0,58 0 -1,05 -1,14 4,85 4,25 3,85 -0,45 -0,09 -0,27
X1.0-X2.0 2,03 2,03 0,37 0,56 24,27 16,98 1,91 1,91 0,53 0,56 39,96 27,96 60,25 50,83 2,53 1,35 1,70 43,90 30,62 13,51
X2.0-X3.0 1,91 1,91 0,53 0,56 39,96 27,96 2,03 1,91 0,53 0,71 36,06 27,96 50,83 51,16 2,7 1,70 1,70 37,77 18,72 19,05
X3.0-X4.0 2,03 1,91 0,53 0,71 36,06 27,96 2,54 2,03 0,37 0,64 15,58 16,98 51,16 53,58 2,53 1,70 1,35 41,40 15,97 25,64
X9.0-X8.0 2,47 2,47 0,40 0,05 71,04 34,89 1,99 1,87 0,71 0,52 26,20 14,29 160,80 32,72 4,05 4,00 1,60 47,78 65,24 -5,51
X8.0-X7.0 1,99 1,87 0,71 0,52 26,20 14,29 2,54 2,03 0,65 0,37 13,00 9,80 32,72 38,53 2,55 1,60 1,40 27,94 10,36 18,97
Y2.0-Y1.0 2,38 2,38 0,43 0,12 -30,41 -25,77 2,54 2,54 0,37 0,30 -40,65 -34,46 -82,94 -120,75 4,82 3,40 4,60 -42,26 -11,10 -23,55
Y6.0-Y7.0 2,44 2,44 0,41 0,10 -9,52 -0,54 2,48 2,48 0,40 0,10 -10,22 -0,58 -16,23 -17,55 4,85 4,25 3,85 -6,96 -1,43 -4,14
piedritto sn piedritto dx
H2
h2/2
M_sn M_dx
Msn Mdx
a2
a1 V
h1/2
H1
bsn bdx
s s f f
Elem. b t Vs ho Ms Po fk fd Vo MRd Ms/MRd fvko VRd Vs/VRd h/b ] VRd Vs/VRd
m m kN m kNm kN MPa MPa MPa kNm - MPa kN - - - kN -
X1.1 1,35 0,30 16,98 1,01 17,19 34,69 8,2 4,1 0,09 22,84 0,75 0,3 19,85 0,86 1,50 1,50 66,28 0,26
X2.1 1,70 0,30 27,96 0,95 26,68 62,03 8,2 4,1 0,12 50,88 0,52 0,3 41,33 0,68 1,12 1,12 89,25 0,31
X3.1 1,70 0,30 27,96 0,95 26,68 52,61 8,2 4,1 0,10 43,39 0,61 0,3 36,32 0,77 1,12 1,12 87,43 0,32
X4.1 1,35 0,30 16,98 1,01 17,19 33,51 8,2 4,1 0,08 22,08 0,78 0,3 19,26 0,88 1,50 1,50 66,10 0,26
X5.1 4,05 0,30 49,82 1,30 64,96 143,82 8,2 4,1 0,12 281,35 0,23 0,3 135,85 0,37 0,64 1,00 215,22 0,23
X6.1 4,05 0,30 49,82 1,30 64,96 114,91 8,2 4,1 0,09 226,37 0,29 0,3 117,04 0,43 0,64 1,00 209,01 0,24
X7.1 1,40 0,30 17,12 1,02 17,40 35,17 8,2 4,1 0,08 24,03 0,72 0,3 20,71 0,83 1,45 1,45 68,79 0,25
X8.1 1,60 0,30 24,97 0,93 23,30 68,94 8,2 4,1 0,14 52,88 0,44 0,3 43,07 0,58 1,17 1,17 85,51 0,29
X9.1 4,00 0,30 60,94 1,23 75,16 87,74 8,2 4,1 0,07 171,80 0,44 0,3 99,23 0,61 0,62 1,00 200,74 0,30
Y1.1 4,60 0,30 75,89 1,27 96,37 96,24 8,2 4,1 0,07 216,93 0,44 0,3 118,56 0,64 0,55 1,00 229,80 0,33
Y2.1 3,40 0,30 56,77 1,19 67,47 65,95 8,2 4,1 0,06 110,04 0,61 0,3 70,69 0,80 0,70 1,00 168,68 0,34
Y3.1 1,38 0,30 8,14 1,27 10,32 17,19 8,2 4,1 0,04 11,72 0,88 0,3 8,81 0,92 1,84 1,50 64,90 0,13
Y4.1 1,37 0,30 9,74 1,15 11,22 16,96 8,2 4,1 0,04 11,48 0,98 0,3 9,42 1,03 1,68 1,50 64,41 0,15
Y5.1 4,25 0,30 45,95 1,31 60,04 60,04 8,2 4,1 0,05 125,87 0,48 0,3 75,90 0,61 0,61 1,00 205,71 0,22
Y6.1 3,85 0,30 43,73 1,22 53,36 79,36 8,2 4,1 0,07 149,76 0,36 0,3 89,65 0,49 0,63 1,00 192,07 0,23
Y7.1 4,15 0,30 46,96 1,24 58,28 83,60 8,2 4,1 0,07 170,12 0,34 0,3 98,81 0,48 0,60 1,00 206,59 0,23
(Piano terra)
s s f f
Elem. b t Vs ho Ms Po fk fd Vo MRd Ms/MRd fvko VRd Vs/VRd h/b ] VRd Vs/VRd
m m kN m kNm kN MPa MPa MPa kNm - MPa kN - - - kN -
X1.0 1,35 0,30 24,27 1,01 24,57 69,75 8,2 4,1 0,17 44,76 0,55 0,3 35,50 0,68 1,50 1,50 71,44 0,34
X2.0 1,70 0,30 39,96 0,95 38,13 126,79 8,2 4,1 0,25 100,08 0,38 0,3 69,50 0,57 1,12 1,12 100,86 0,40
X3.0 1,70 0,30 36,06 1,02 36,66 99,66 8,2 4,1 0,20 79,96 0,46 0,3 56,66 0,64 1,20 1,20 95,08 0,38
X4.0 1,35 0,30 15,58 1,27 19,76 65,09 8,2 4,1 0,16 41,91 0,47 0,3 28,69 0,54 1,88 1,50 70,77 0,22
X5.0 4,05 0,30 79,15 1,30 103,21 289,59 8,2 4,1 0,24 546,32 0,19 0,3 206,04 0,38 0,64 1,00 244,14 0,32
X6.0 4,05 0,30 79,15 1,30 103,21 212,01 8,2 4,1 0,17 407,83 0,25 0,3 172,52 0,46 0,64 1,00 229,20 0,35
X7.0 1,40 0,30 17,28 1,27 21,93 73,18 8,2 4,1 0,17 48,66 0,45 0,3 32,67 0,53 1,81 1,50 74,20 0,23
X8.0 1,60 0,30 34,83 0,99 34,64 146,84 8,2 4,1 0,31 107,16 0,32 0,3 71,75 0,49 1,24 1,24 97,14 0,36
X9.0 4,00 0,30 94,43 1,23 116,47 180,99 8,2 4,1 0,15 346,31 0,34 0,3 159,48 0,59 0,62 1,00 220,66 0,43
Y1.0 4,60 0,30 96,25 1,27 122,23 192,24 8,2 4,1 0,14 424,49 0,29 0,3 184,46 0,52 0,55 1,00 250,49 0,38
Y2.0 3,40 0,30 72,00 1,19 85,58 141,56 8,2 4,1 0,14 231,07 0,37 0,3 120,84 0,60 0,70 1,00 185,04 0,39
Y3.0 1,38 0,30 12,56 1,27 15,93 48,85 8,2 4,1 0,12 32,56 0,49 0,3 22,84 0,55 1,84 1,50 69,77 0,18
Y4.0 1,37 0,30 15,02 1,15 17,31 48,16 8,2 4,1 0,12 31,88 0,54 0,3 24,14 0,62 1,68 1,50 69,21 0,22
Y5.0 4,25 0,30 70,88 1,31 92,62 176,00 8,2 4,1 0,14 359,19 0,26 0,3 160,86 0,44 0,61 1,00 231,10 0,31
Y6.0 3,85 0,30 67,07 1,22 81,84 158,61 8,2 4,1 0,137 293,30 0,28 0,3 143,04 0,47 0,63 1,00 209,18 0,32
Y7.0 4,15 0,30 72,01 1,24 89,37 184,81 8,2 4,1 0,148 367,15 0,24 0,3 166,31 0,43 0,60 1,00 228,32 0,32
s f cor
Elem. V M fk' b t Pmin Vo lo fvko VRd ] VRd Vrd VRd Vs/VRd
kN kNm MPa m m kN MPa m MPa kN - kN kN kN -
SLU1 X1.1-X2.1 18,51 13,87 3,30 1,72 0,30 16,50 31,98 0,75 0,3 16,75 1,00 81,42 64,72 81,47 0,227
X2.1-X3.1 15,16 7,58 3,30 1,72 0,30 8,93 17,30 0,50 0,3 13,77 1,00 79,60 64,72 78,49 0,193
X3.1-X4.1 18,51 13,87 3,30 1,72 0,30 16,50 31,98 0,75 0,3 16,75 1,00 81,42 64,72 81,47 0,227
X9.1-X8.1 13,52 19,48 3,30 1,20 0,30 34,87 96,86 1,44 0,3 13,38 1,00 62,11 64,72 78,10 0,173
X8.1-X7.1 8,10 6,74 3,30 1,20 0,30 11,50 31,95 0,83 0,3 7,73 1,00 56,80 64,72 72,45 0,112
Y2.1-Y1.1 22,82 10,90 3,30 2,15 0,30 10,26 15,90 0,48 0,3 20,20 1,00 99,28 64,72 84,92 0,269
Y6.1-Y7.1 0,45 0,27 3,30 2,15 0,30 0,25 0,39 0,60 0,3 0,45 1,00 96,81 64,72 65,17 0,007
X1.0-X2.0 43,90 30,62 3,30 1,75 0,30 36,83 70,16 0,70 0,3 35,29 1,00 87,47 64,72 100,01 0,439
X2.0-X3.0 37,77 19,05 3,30 1,75 0,30 22,46 42,78 0,50 0,3 30,41 1,00 84,18 64,72 95,13 0,397
X3.0-X4.0 41,40 25,64 3,30 1,75 0,30 30,57 58,23 0,62 0,3 33,27 1,00 86,05 64,72 97,99 0,423
X9.0-X8.0 47,78 65,24 3,30 1,75 0,30 84,18 160,34 1,37 0,3 42,31 1,00 97,55 64,72 107,03 0,446
X8.0-X7.0 27,94 18,97 3,30 1,75 0,30 22,36 42,60 0,68 0,3 24,04 1,00 84,16 64,72 88,76 0,315
Y2.0-Y1.0 42,26 23,55 3,30 1,75 0,30 27,98 53,29 0,56 0,3 33,54 1,00 85,46 64,72 98,26 0,430
Y6.0-Y7.0 6,96 4,14 3,30 1,75 0,30 4,76 9,08 0,59 0,3 6,67 1,00 79,93 64,72 71,39 0,098
Ad esempio
Taglio Taglio
VProcSemp VFEM VProcSemp VFEM
kN kN kN kN
X1.1 16,98 17,66 X1.1-X2.1 18,51 17,31
X2.1 27,96 33,15 X2.1-X3.1 15,16 15,13
X3.1 27,96 33,15 X3.1-X4.1 18,51 17,59
X4.1 16,98 18,27 X1.1-X2.1 43,90 39,89
X1.0 24,27 22,12 X2.1-X3.1 37,77 37,16
X2.0 39,96 40,18 X3.1-X4.1 41,40 37,79
X3.0 36,06 34,27
X4.0 15,58 13,45
BIBLIOGRAFIA
Tomazevic M. (2001) “Earthquake-Resistant Design of Masonry
Buildings”, Series on Innovation in Structures and Construction –
Vol. 1, Imperial College Press, London.
D.P.C.M. 12.10.2007, “Direttiva del Presidente del Consiglio dei
Ministri per la valutazione e la riduzione del rischio sismico del
patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le
costruzioni”.
D.M. 14.01.2008 “Norme Tecniche per le Costruzioni”.
Eurocodice 8 – “Indicazioni progettuali per la resistenza sismica
delle strutture – Parte 1.3: Regole generali. Regole specifiche per i
diversi materiali ed elementi”, UNI EN 1998-1-3
2
INTRODUZIONE
Gli edifici esistenti si distinguono da quelli di nuova progettazione
per gli aspetti seguenti:
INTRODUZIONE
Nella definizione dei modelli strutturali si deve tener conto che:
• La geometria e i dettagli costruttivi sono definiti e la loro
conoscenza dipende dalla documentazione disponibile e dal
livello di approfondimento delle indagini conoscitive.
• La conoscenza delle proprietà meccaniche dei materiali dipen-
de solo dalla omogeneità dei materiali stessi nell’opera e dal
livello di approfondimento delle indagini e loro affidabilità.
• I carichi permanenti sono definiti e la loro conoscenza dipende
dal livello di approfondimento delle indagini conoscitive.
INTRODUZIONE
E’ quindi necessario utilizzare adeguati fattori di confidenza nelle
verifiche di sicurezza e metodi di analisi e di verifica dipendenti dalla
completezza e dall’affidabilità dell’informazione disponibile.
ADEGUAMENTO SISMICO
E’ fatto obbligo eseguire valutazioni di sicurezza sismica e di effet-
tuare interventi di adeguamento, se necessari, a chiunque intenda:
a. Sopraelevare la costruzione
b. ampliare l’edificio con opere strutturalmente connesse all’esistente
c. Apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comporti-
no incrementi dei carichi in fondazione superiori al 10%
d. Effettuare interventi strutturali che portano ad un organismo edilizio
diverso dal precedente
ADEGUAMENTO SISMICO
E’ pure fatto obbligo di eseguire valutazioni di sicurezza sismica su
tutti gli edifici di interesse strategico e sulle opere infrastrutturali la
cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamen-
tale per le finalità di protezione civile, sia sugli edifici e opere infra-
strutturali che possono assumere rilevanza in relazione alle conse-
guenze di un eventuale collasso (art. 2 – comma 3 Ordinanza 3274)
B EDIFICI EDDEGLI
UNIVERSITÀ OPERE RILEVANTI
STUDI DI TRIESTE REGIONALI
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO
Quando non ricorrono le condizioni per l’adeguamento si possono
eseguire interventi di miglioramento.
INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO
Naturalmente gli interventi devono comportare un miglioramento del
funzionamento strutturale, ad esempio:
• Impegnando maggiormente gli elementi resistenti
• Riducendo le irregolarità in pianta e in elevazione
• Trasformando i meccanismi di collasso da fragili a duttili
E’ però necessario dimostrare che l’insieme di opere previste è effet-
tivamente in grado di far conseguire all’edificio un maggior grado di
sicurezza nei confronti delle azioni sismiche.
CONOSCENZA DELL’OGGETTO
Per procedere ad un’analisi adeguata dell’edificio oggetto della
verifica è indispensabile la sua conoscenza, che può essere ottenuta
con diversi livelli di approfondimento.
Innanzitutto è necessario eseguire una ricerca storica per ricostruire
la storia dell’edificio dalla costruzione ad oggi considerando le
seguenti fonti di informazione
• documenti di progetto
• eventuale documentazione di progettazione o di altro tipo, riguardanti
interventi successivi alla costruzione od eventi particolari (bellici, sismici)
Sono quindi necessarie indagini di vario tipo, che costituiranno la
base di partenza per le fasi di diagnostica e di progetto.
• Rilievo geometrico
• Rilievo dei dettagli costruttivi
• Prove in-situ e in laboratorio riguardanti i materiali
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“Recupero edifici esistenti”
RICERCA STORICA
E’ necessaria una ricerca storica per risalire all’organismo originale e
poter disporre di tutte le variazioni successive dovute a ristruttura-
zioni, parziali ricostruzioni, ampliamenti, ecc.
Tali informazioni consentono anche di ricostruire l’eventuale disomo-
geneità di materiali impiegati nei vari interventi
Per evidenziare i risultati della ricerca riportare graficamente le
variazioni per poterle utilizzare nelle successive fasi di indagine e per
guidare le indagini stesse
INFORMAZIONI DIMENSIONALI
Rilievo geometrico
Rilievo in-situ delle dimensioni effettive delle parti strutturali, dei pesi
propri delle stesse, dell’organizzazione dei solai di piano e di coper-
tura, nonché della tipologia delle fondazioni.
E’ importante individuare la presenza di cavità, nicchie, canne fuma-
rie all’interno della muratura, in quanto interrompono la continuità.
I risultati del rilievo vanno dettagliatamente rappresentati in forma
grafica (piante, prospetti, sezioni, particolari).
Rilievo dell’eventuale quadro fessurativo, indicando chiaramente la
tipologia di fessura (distacco, rotazione, scorrimento, spost. fuori piano)
Rilievo dell’eventuale presenza di deformazioni permanenti (fuori
piombo, rigonfiamenti, depressioni delle volte)
Queste informazioni devono essere adeguate affinché durante la fase
di diagnostica sia possibile risalire all’origine dei difetti riscontrati
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“Recupero edifici esistenti”
LIVELLI DI CONOSCENZA
Al fine della scelta del tipo di analisi e dei fattori di confidenza vengo-
no definiti tre livelli di conoscenza
Rilievo completo Verif. in-situ estese Indag. in-situ estese (Oltre agli
ed esaustive (scrost. esami visivi di cui alle indagini
LC2 intonaco, saggio mura- limitate è richiesta almeno una
ture in superficie e nello prova sperimentale su ciascun
spessore e verifica tipo di muratura presente con
collegamenti tra pareti doppio martinetto piatto)
estese a tutto l’edificio)
Rilievo completo Verif. in-situ estese Indag. in-situ esaust. (Oltre
ed esaustive agli esami visivi di cui alle indagini
LC3 limitate sono richieste prove
sperimentali su ciascun tipo di 1.00
muratura per la misura delle
caratteristiche meccaniche della
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muratura. Prove di compressione
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“Recupero edifici esistenti” diagonale, prove combinate.)
LC1 Valori minimi degli intervalli riportati Valori minimi degli intervalli riportati
nella Tab. 11.D.1 (All. 11D) per la nella Tab. 11.D.1 (All. 11D) per la
tipologia muraria in considerazione tipologia muraria in considerazione
LC2 Valori medi degli intervalli riportati Valori medi degli intervalli riportati
nella Tab. 11.D.1 (All. 11D) per la nella Tab. 11.D.1 (All. 11D) per la
tipologia muraria in considerazione tipologia muraria in considerazione
Se sono disponibili 3 valori sperim. Il minore fra la media dei valori degli
media dei risultati delle prove intervalli riportati nella Tab. 11.D.1
LC3 Se si dispone di un valore sperim. (All. 11D) per la tipologia muraria in
Se compreso nell’intervallo di Tab. considerazione e la media dei valori
11.D.1 o superiore: valore medio; se sperimentali
minore: valore sperimentale.
TECNICHE DI INDAGINE
Per il rilievo della geometria della struttura, oltre alle misure dirette,
possono essere usate varie tecniche di misurazione indiretta me-
diante l’utilizzo di tecniche fotogrammetriche, strumenti topografici,
strumenti per la misura delle inclinazioni delle pareti (clinometri).
• I primi consentono di rilevare in dettaglio le superfici esterne di edifici
complessi e di grandi dimensioni con precisioni molto elevate
• Per la collocazione spaziale di queste superfici si possono utilizzare
strumenti topografici per l’individuazione delle coordinate 3D di un
certo numero di punti delle superfici mirando su bersagli o direttamen-
te su punti della superficie se si usano strumenti reflectorless.
• Per le misure interne di edifici si possono utilizzare strumenti manuali
che basati sul tempo di ritorno di un segnale luminoso che colpisce un
ostacolo forniscono la distanza dello stesso
TECNICHE DI INDAGINE
Per il rilievo della tessitura muraria in superficie è necessario rimuo-
vere l’intonaco in modo da mettere a nudo le murature. L’indagine è
di tipo visivo e consente di individuare come è fatta la muratura:
pietre/mattoni (tipo di materiale, dimensioni e forma, organizzazione
regolare o irregolare), malta (tipo di malta, dimensione dei giunti).
TECNICHE DI INDAGINE
Per il rilievo della stratigrafia della muratura è necessario ricorrere al
prelievo di carote e/o a indagini endoscopiche. Entrambe le tecniche
non consentono però di riconoscere la tessitura nello spessore, che
può essere visualizzata solo attraverso limitati scassi.
Prove fisiche
Separando con processi termici il legante dall’aggregato si ricava la
granulometria
VALUTAZIONE E PROGETTAZIONE
Per la valutazione delle azioni sismiche e per la modellazione della
struttura si procede come per gli edifici di nuova costruzione
Si utilizzano gli stessi metodi di analisi della struttura adottati per gli
edifici di nuova costruzione
D u D1 Tipo di edificio
q 2.0 D u D 1 Regolari in elevazione
1.4 Edifici in muratura ordinaria ad un piano
q 1 .5 D u D 1 Non regolari in elevazione 1.8 Edifici in muratura ordinaria a due o più piani
INTERVENTO DI ADEGUAMENTO
Se l’edificio non soddisfa le verifiche di sicurezza è necessario proce-
dere con interventi di adeguamento
ROTTURE A TAGLIO
ROTTURE LOCALI
ROTTURE LOCALI
ROTTURE LOCALI
Rabaltamento fascia
sottotetto
ROTTURE LOCALI
Ribaltamento angolo di
muratura
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“Recupero edifici esistenti”
ROTTURE LOCALI
Scorrimento di piano
Cedimento fondazioni
LIVELLI DI VALUTAZIONE
Per la valutazione della sicurezza sismica vengono individuati tre
diversi livelli di crescente completezza:
LV1: per valutazioni su scala territoriale su tutti i beni culturali
tutelati
LV2: per valutazioni da adottare in presenza di interventi locali su
zone limitate del manufatto
LV3: per il progetto di interventi che modificano il funzionamento
strutturale o quando venga richiesta un’accurata valutazione
della sicurezza sismica del manufatto
LIVELLI DI VALUTAZIONE
Livello LV1
Si ricava un indice di sicurezza (utile solo per stabilire delle priorità di intervento, gli
interventi di miglioramento, se necessari, saranno realizzati a valle di valutazioni LV2, LV3)
LIVELLI DI VALUTAZIONE
Livello LV2
LIVELLI DI VALUTAZIONE
Livello LV2
Valutazione su singoli macroelementi (meccanismi locali di collasso)
LIVELLI DI VALUTAZIONE
Livello LV3
Valutazione complessiva della risposta sismica del manufatto
LIVELLI DI VALUTAZIONE
Livello LV3
Valutazione complessiva della risposta sismica del manufatto
SLU la struttura pur subendo gravi danni mantiene una residua resisten-
za alle azioni orizzontali e l’intera capacità portante nei confronti dei
carichi verticali (prob. di sup. del 10% nel periodo di riferimento VR)
SLD il manufatto nel suo complesso non subisce danni gravi che
giustifichino l’interruzione d’uso per eventi sismici che hanno una
maggiore probabilità di occorrenza (prob. di sup. del 50% in VR)
SLA i beni artistici contenuti nel manufatto subiscono danni di modesta
entità e tali da poter essere riparati senza apprezzabile perdita del
valore culturale (generalmente evento sismico per SLD)
SLU per ciascun manufatto tutelato, anche non in uso, per salvaguar-
dare gli occupanti e la conservazione del bene
SLD a livello complessivo, per i manufatti tutelati per cui si vuole
garantire la funzionalità dopo il terremoto
a livello locale, nelle parti in cui sono presenti beni tutelati di valore
artistico (per beni artistici di elevata rilevanza, gli organi di tutela potrebbero
richiedere livelli di protezione sismica più elevati)
PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE E
PROGETTO DEGLI INTERVENTI
Per la valutazione della sicurezza sismica ed il progetto degli inter-
venti di miglioramento degli edifici tutelati è opportuno:
• Scegliere l’azione sismica di riferimento per il sito sulla base delle più
avanzate conoscenze sulla pericolosità sismica
• Definire un livello di protezione sismica di riferimento sulla base della
rilevanza e delle condizioni d’uso
• Conseguire un’accurata conoscenza della struttura che consenta di
individuare le caratteristiche degli elementi che determinano il
comportamento strutturale (indagini sui materiali compatibili con il bene)
• Adottare uno o più modelli meccanici della struttura o delle sue parti
(macroelementi) in grado di descrivere la risposta e coerentemente
scegliere uno o più metodi di analisi, in modo da poter eseguire valuta-
zioni con un livello di accuratezza adeguato alle finalità dello studio
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“Recupero edifici esistenti”
PROCEDIMENTO DI VALUTAZIONE E
PROGETTO DEGLI INTERVENTI
Per la valutazione della sicurezza sismica ed il progetto degli inter-
venti di miglioramento degli edifici tutelati è opportuno:
• Esprimere un giudizio positivo sul rapporto tra sicurezza sismica
raggiunta, mediante un intervento compatibile con la conservazione,
ed il livello di protezione di riferimento, auspicabile in relazione alla
pericolosità sismica ed alle condizioni d’uso.
• Adottare opportune regole di dettaglio nella realizzazione degli
interventi, volte ad assicurare la compatibilità dei nuovi elementi con
quelli originari, la durabilità dei materiali, la massima duttilità agli
elementi strutturali ed alla costruzione nel suo insieme.
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