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L’Esperienza di Stern e Gerlach.

L’esperienza di Stern e Gerlach fu compiuta nel 1922 per riuscire a misurare il momento
magnetico di un atomo.

Momento magnetico di un atomo.

Un atomo possiede un momento magnetico: infatti se consideriamo il modello di Bohr
dell’atomo   idrogenoide,   l’elettrone   descrive   un   orbita   circolare,   ed   ha   un   momento
angolare L. Una singola carica che si muove equivale ad una corrente, e quindi l’elettrone
che si muove su un orbita chiusa genera una corrente in una spira a cui associamo un
momento magnetico di dipolo (Teorema di Ampere).
Una corrente I che circola in una spira circolare di area A ha un momento magnetico di
dipolo pari ad
r
€ = IAn 
ˆ 

ˆ  normale al piano della spira (vedi figura 1).
Con  n 

Figura 1.
La corrente I è dovuta all’elettrone che si muove con velocità v su un orbita circolare di
raggio r e quindi vale in modulo I=ev/(2πr).
L’area della spira vale A=πr2 allora avremo un momento magnetico di modulo
ev evr eL
€ = IA = πr 2 = =
2πr 2 2m

dato che la direzione in cui ruota l’elettrone è opposta al verso della corrente avremo che

v e r 
€=€ L 
2m
Le   regole   della   quantizzazione   di     Bohr   suggeriscono   che    è   l’unità   naturale   del
momento angolare e possiamo scrivere


v L 
€ = €€B h
Dove   µB=e/2m   ha   le   dimensioni   di   un   momento   magnetico   ed   è   conosciuto   come
magnetone di Bohr (µB=9.27 10­24JT­10.910­20 erg/gauss).

Interazione con un campo magnetico.

Se un atomo con un momento magnetico M è posto in un campo magnetico B, l’energia
di interazione sarà
v  r 
E = −μ • B 

Il sistema subirà una coppia torcente
v v r
€ € = € × B 

Ed una forza netta F=­W

Le cui componenti sono
r  r  r 
r  ∂B  r  ∂B  r  ∂B 
Fx = μ • , Fy = μ • , Fz = μ •
∂x ∂y ∂z

Quindi   la   forza   è   zero   se   il   campo   magnetico   è   costante.   Viceversa   se   il   campo


€ magnetico   è  non  omogeneo risentirà  di una forza  proporzionale  al suo momento
magnetico. 
L’esperimento di Stern e Gerlach

Stern e Gerlach proposero un esperimento (il cui schema è mostrato in figura 2) per poter
misurare   il   momento   magnetico   di   un   atomo   misurando   la   deflessione   dovuta   ad   un
campo B non omogeneo.
L’esperimento originale fu compiuto su atomi di argento. Un fascio di atomi d’argento è
prodotto dal riscaldamento del metallo posto in un forno in vuoto. Il fascio esce da una
piccola fessura e viene collimato da una serie di fessure. Il fascio quindi passa fra i poli di
un magnete di forma tale da produrre un campo B non omogeneo. Il fascio viene rilevato
facendolo incidere su uno schermo freddo.
Prendendo il magnete con la giusta forma si riesce a confinare il fascio in un piano XZ e
si   riesce   ad   ottenere   che   la   forza   sul   fascio   agisca   solo   lungo   la   direzione   Z   (

€Bz ∂B ∂B
= 0, z = 0, z ≠ 0 ,).
∂x ∂y ∂z


Figura 2.

r
Ora   nel   fascio   incidente   la   direzione   del   momento   magnetico   €   degli   atomi   è
completamente casuale e uno si aspetterebbe che nella direzione Z potremmo ottenere
r
ogni valore di  € z compreso tra – ed . In conseguenza di ciò ci si potrebbe aspettare

che il deposito sullo schermo freddo si estenda in una regione simmetrica (in Z) rispetto

€al punto di deflessione nulla.
Sorprendentemente Stern e Gerlach videro che si formavano due linee distinte e separate
in posizioni simmetriche rispetto al punto di deflessione nulla (vedi Figura 3).

Figura 3
Cerchiamo di vedere se il risultato ottenuto trova spiegazione nell’ambito del modello
atomico di Bohr.
Abbiamo la quantizzazione del momento magnetico lungo la direzione (Z) definita dal
campo magnetico, questo inoltre implica anche la quantizzazione del momento angolare
nella stessa direzione (Lz) in maniera tale da poter avere solo alcuni valori tra un valore
massimo (Lz)max ed un valore minimo ­(Lz)max. 
La legge di Bohr per la quantizzazione del momento angolare L di un atomo suggerisce
che L può assumere solo valori multipli interi di . Ovvero L=l con l un intero positivo o
zero.   E   considerando   la   componente   lungo   la   direzione   Z   avremo   che   questa   potrà
assumere come valore massimo Lz=l e valore minimo Lz=­l. 
Lz sarà quindi quantizzata (Lz=m) e avrà una molteplicità di valori pari ad (2l+1) dato
che   m   potrà   assumere   i   valori   –l,­l+1…,0,…,l­1,l.     Il   numero   quantico   m   si   chiama
numero quantico magnetico.
Ma   è   importante   notare   che   l’esperimento   di   Stern   e   Gerlach   non   trova   spiegazione
all’interno di questo schema, infatti la molteplicità per il momento angolare vale 2 (due
sono le linee in cui si divide il fascio) e quindi l dovrebbe valere (2l+1=2) l=1/2, ovvero
un   numero   non   intero,   non   previsto   dalla   regola   di   Bohr   per   la   quantizzazione   del
momento magnetico orbitale.
L’esperienza è stata riconfermata con atomi di H nello stato fondamentale. 
r
Essendo l=0 e ml=0 per lo stato fondamentale, è stato necessario introdurre lo spin  S  per
spiegare l’esperimento.
r ) h €
La componente del vettore S  lungo l’asse  z  è  ms = ± , con il che si hanno due distinti
2
fascetti.

€ €

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