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 CAMPO MAGNETICO E FENOMENI

MAGNETICI FONDAMENTALI
 EQUAZIONI DI MAXWELL

ROBERTA SAVAIA 4°A


LICEO SCIENTIFICO ETTORE MAJORANA
ANNO SCOLASTICO 2016/17
TUTOR : PROF.SSA CINZIA VITTORIA
CAMPO MAGNETICO E FENOMENI MAGNETICI FONDAMENTALI
Si chiamano sostanze ferromagnetiche
i materiali che possono essere
magnetizzati.
o Ogni magnete è formato da un polo
nord e un polo sud, tuttavia non è
possibile suddividerlo in modo da
ottenere un polo nord isolato o un polo
sud isolato.
o Come nelle cariche elettriche due poli
dello stesso tipo si respingono, due
poli di tipo diverso si attraggono.
o Ogni magnete genera un campo
magnetico nello spazio che lo circonda
oPer esplorare le proprietà di un campo magnetico utilizziamo un magnete di
prova, un piccolo ago magnetico che genera un campo magnetico abbastanza
debole da non disturbare il campo magnetico in esame.
Le LINEE DEL CAMPO MAGNETICO :

 In ogni punto sono tangenti alla direzione del


campo magnetico;
 Escono dal polo nord ed entrano nel polo sud
dei magneti;
 Hanno densità direttamente proporzionale
all’intensità del campo magnetico.
L’ESPERIENZA DI
OERSTED
• L'esperimento di Oersted, dal nome del fisico che lo
condusse nel 1820, Hans Christian Oersted, fu
cronologicamente il primo esperimento a dimostrare
una correlazione tra la corrente elettrica e il campo
magnetico. Il fisico danese Hans Christian Ørsted
stava preparando un esperimento di elettrodinamica
per i suoi studenti, nel lontano 1820, costruendo un
circuito elettrico sul suo tavolo da laboratorio quando
notò uno strano fenomeno…
• Egli avvicinò una bussola magnetica ad un filo elettrico in cui scorreva corrente e l’ago
magnetico, da parallelo che era al tratto di circuito, deviò in direzione ortogonale.
• Ørsted fu così sorpreso che ripeté l'esperimento. Realizzò allora un circuito con il filo
conduttore in direzione nord-sud fissata dai poli geografici. Al di sotto del filo, mise l'ago
magnetico che si indirizzò spontaneamente lungo la stessa direzione del filo. Chiuse
il circuito e notò che appena la corrente passava per il conduttore, l'ago magnetico deviava la
propria direzione. Lo scienziato ne dedusse quindi che un tratto di circuito percorso
da corrente elettrica genera un campo magnetico, ed iniziò ad indagarne a natura proprio
mediante degli aghi magnetici.
LE LINEE DEL CAMPO MAGNETICO DI UN
FILO PERCORSO DA CORRENTE
L’ESPERIENZA DI FARADAY
• Fu eseguito per la prima volta nel 1821 dal fisico e chimico
britannico Michael Faraday
• L'esperimento consiste nel porre un filo conduttore in posizione
verticale tra i due poli di un magnete. Quando si collega questo filo
a una batteria, la corrente attraversa il filo e si nota che esso si
muove in direzione perpendicolare a se stesso e alle linee di campo
basandosi sulla regola della mano destra (dove il pollice indica il
verso della corrente, l'indice il verso del campo magnetico e il verso
della forza che fa muovere il filo è quello che esce dal palmo della
mano).
• Con questo esperimento Faraday comprese che un campo
magnetico non genera solo una forza nei confronti dei magneti, ma
anche nei confronti dei conduttori attraversati da corrente elettrica.
L’ESPERIENZA DI AMPÈRE
• L'esperimento di Ampère è un esperimento compiuto dal francese André-Marie
Ampère nel 1820.
• Ampère collegò due fili conduttori a due diverse batterie e li mise vicini tra di
loro. La prima volta li dispose in maniera tale che le correnti avessero la stessa
direzione e lo stesso verso e vide che le forze che si creavano attiravano tra loro
i fili. La seconda volta invece le correnti avevano la stessa direzione ma verso
opposto e notò che le forze diventavano di tipo repulsivo e allontanavano i due
fili.
LEGGE DI
AMPÈRE
• “ La forza che agisce su un tratto di lunghezza l di ciascuno dei due fili è
direttamente proporzionale a l e alle intensità i1 e i2 delle due correnti che circolano;
inoltre, è inversamente proporzionale alla distanza d tra fili. „
PRIMA E
SECONDA
FORZA
CORRENTE (A)
(N)

LUNGHEZZA
(m)

PERMEABILITA’ MAGNETICA DEL DISTANZA(m)


VUOTO (N/A²)
L’INTENSITÀ DEL CAMPO MAGNETICO
• Per misurare l'intensità di un campo magnetico, si usa una "corrente di
prova", ovvero un filo percorso da corrente. A questo scopo si
considera un tratto di filo di lunghezza l, percorso da una corrente i,
posto tra i poli di una calamita, ovvero immerso in un campo
magnetico.
• Come dimostrato da Ampère, il filo subisce una forza. Se si misura la
forza F con un dinamometro, questa risulta proporzionale alla
lunghezza del filo l e all'intensità della corrente i.
• Si definisce quindi vettore campo magnetico B
quel vettore che ha come direzione e verso
quelli delle linee di forza del campo magnetico
e intensità data dalla forza esercitata su un
conduttore rettilineo per unità di lunghezza e
per unità di corrente elettrica.
L'unità di misura dell'intensità del campo
magnetico nel Sistema Internazionale è il
Tesla (simbolo T).

1N
1T 
1A  1m
FORZA MAGNETICA SU UN FILO PERCORSO DA
CORRENTE

Il modulo di F è dato anche dalla formula


F = B i l sena
In cui a è l’angolo (minore o uguale di un angolo piatto) compreso tra i vettori l e B
LA LEGGE DI BIOT-
SAVART
• Attorno al 1820, i fisici francesi Jean-Baptiste Biot e Félix Savart formularono, dopo
ampie verifiche sperimentali, quella che oggi va sotto il nome di legge di Biot-
Savart: serve a determinare il campo magnetico B⃗ prodotto in un punto dello spazio
da un filo rettilineo percorso da corrente elettrica. Essa afferma quanto segue.
• Si consideri un filo rettilineo, percorso da corrente di intensità i, e ci si ponga in un
punto P nello spazio, posto ad una distanza r dal filo. Allora in P è presente un campo
magnetico B⃗ dotato di:
• Direzione individuata dalla retta tangente alla circonferenza di raggio r passante
per P, giacente nel piano perpendicolare al filo e passante per P.
• Verso indicato dalla regola della mano destra
• Modulo dato dalla seguente formula:
0 i
B
2 d
DEDUZIONE DELLA LEGGE DI BIOT-
SAVART…
 0 i i1
F  B i1 l F l
2 d
Uguagliamo le due forze…

B i1 l 
 0 i i1
l 0 i
2 d B
2 d
LA FORZA DI Come sappiamo, dalla definizione
LORENTZ di prodotto vettoriale, possiamo
La forza di Lorentz è una forza che agisce su scrivere il modulo della forza di
una carica elettrica in movimento all’interno
Lorentz come prodotto dei moduli
di un campo magnetico; questa forza si
esprime con il seguente prodotto vettoriale: dei vettori velocità e campo
elettrico per il seno dell’angolo tra
FORZA(    essi compreso, per il valore della
N)
Fq  q v  B CAMPO carica q :
MAGNETICO(T)

VELOCITÀ(m/
CARICA(C) s) Fq  q v B sen
• La forza di Lorentz riguarda qualsiasi particella carica che sia in movimento: se le
particelle sono ferme, infatti, la loro velocità è nulla e di conseguenza anche la forza che
agisce su di essa è nulla.
• L’esperimento è stato fatto considerando un fascio catodico posto all’interno di un
campo magnetico; si nota che il fascio viene deviato dalla presenza del campo, rispetto
alla direzione rettilinea.
Ponendo un fascio catodico parallelamente ad un filo percorso da corrente elettrica,
e sottoposti entrambi ad un campo magnetico, si nota un particolare fenomeno.
• Se la corrente che attraversa il filo ha lo stesso verso del raggio catodico, le correnti si
attraggono; il fascio, quindi, viene deviato verso il filo. Se, invece, la corrente ha verso
opposto a quello del fascio, esse tendono a respingersi; e il fascio, quindi, viene deviato
nella direzione opposta.
DIREZIONE DELLA FORZA DI LORENTZ…
• La direzione della forza di Lorentz è perpendicolare al piano su cui giacciono i vettori
velocità e campo magnetico; il suo verso è dato dalla regola della mano destra.
• Nel caso in cui la carica sia positiva, si pone il pollice della mano nel verso della velocità,
e le dita in quello del campo magnetico; il verso della forza è quello uscente dal palmo.
• Nel caso in cui, invece, la carica sia negativa, si pone il pollice nel verso opposto a quello
della velocità e le dita nel verso del campo magnetico: il verso della forza è uscente dal
palmo.
IL MOTO DI UNA CARICA IN UN CAMPO MAGNETICO
UNIFORME
• Una carica puntiforme che si muove con velocità v all’interno di
un campo magnetico è sottoposta alla forza di Lorentz; tale forza,
agendo sulla carica, ne modifica la traiettoria, costringendola a
seguire un moto ben preciso.
• La forza di Lorentz che agisce sulla carica ha direzione
perpendicolare a quella della sua velocità, e quindi anche a quella
dello spostamento. Come sappiamo, nel caso in cui forza e
spostamento siano perpendicolari, il lavoro compiuto dalla forza
(dato dal prodotto scalare di forza e spostamento)
 è nullo.
W  Fq  s  0

Dal teorema dell’energia cinetica, sappiamo che la differenza di


energia cinetica di un corpo è uguale al lavoro : in questo caso, K  W  0
quindi, anche l’energia cinetica è nulla.
QUANDO LA VELOCITÀ È PERPENDICOLARE AL CAMPO..
• Possiamo quindi affermare che la forza di Lorentz che agisce
su una particella non modifica il modulo della sua velocità,
ma soltanto la sua traiettoria: ciò che cambia, quindi, è la
direzione e il verso della velocità della particella.
• Un moto uniforme che riflette queste stesse caratteristiche
è quello circolare, in cui la forza è centripeta, rivolta cioè
verso il centro della circonferenza, e perpendicolare i ogni
punto alla velocità tangenziale.
• In effetti, si può dimostrare che il moto che viene descritto da
una particella all’interno di un campo magnetico è proprio un
moto circolare uniforme.
IL RAGGIO DELLA TRAIETTORIA
CIRCOLARE
• “Il raggio dell’orbita circolare è direttamente proporzionale alla massa della particella
e alla sua velocità, inversamente proporzionale alla sua carica e al campo magnetico
presente „

Possiamo ora calcolare il raggio r della traiettoria circolare descritta da una particella puntiforme di
massa m e carica q che si muove in un campo B uniforme, con una velocità perpendicolare a esso. La
forza di Lorentz
Fq  qvB
v2
fornisce la forza centripeta del moto, che ha forma generale Fq  m
Uguagliando le ultime due espressioni otteniamo r

v2
r
m  v2 mv
qvB  m
r qvB
r
qB
VELOCITÀ OBLIQUA AL CAMPO: MOTO
ELICOIDALE
LE EQUAZIONI DI
MAXWELL
JAMES CLERK
MAXWELL
James Clerk Maxwell (Edimburgo, 13 giugno 1831 – Cambridge, 5
novembre 1879) è stato un matematico e fisico scozzese.
Maxwell elaborò la prima teoria moderna dell'elettromagnetismo,
raggruppando in un'unica teoria tutte le precedenti osservazioni di questa branca
della fisica.
Le equazioni di maxwell dimostrano che
l'elettricità, il magnetismo e la luce sono tutte manifestazioni del medesimo
fenomeno: il campo elettromagnetico.

Maxwell comprendeva la geometria già in tenera età e riscoprì, ancora


bambino, alcuni poliedri regolari. Nel 1846, a 14 anni, scrisse un articolo
sulle ellissi. A 16 anni, lasciò l'Accademia e si scrisse all'università di
Edimburgo dove si distinse per le sue capacità. Si laureò nel 1854 e
rimase al college come insegnante fino al 1856.
Dal 1855 al 1872 pubblicò una serie di articoli connessi alla percezione
del colore che gli valsero, nel 1860, la medaglia Rumford.
Nel 1859 vinse il premio Adams per un originale saggio ("Sulla stabilità
degli anelli di Saturno") in cui dimostrava che la stabilità degli anelli poteva
essere ottenuta solo se essi erano composti da pezzi di roccia orbitanti intorno
al pianeta. Questo avvalorava la teoria secondo la quale il sistema solare si era
formato da una nebulosa che aveva iniziato a ruotare su se stessa.
Nel 1859 sposò Katherine Mary Deward, figlia del rettore del college. Fece
domanda per avere una cattedra ad Edimburgo ma gli fu preferito l'amico Peter
Tait. Riuscì, comunque, ad ottenere un posto al King's College di Londra.
Nel 1865, abbandonò, per motivi ancora oggi misteriosi, la sua cattedra al
King's College per ritirarsi a vita privata.
Nel 1871 Maxwell divenne il primo Cavendish Professor di Fisica,
all'università di Cambridge: era incaricato di promuovere lo sviluppo
del Cavendish Laboratory.
Maxwell e sua moglie Katherine non ebbero figli. Nell'estate del 1879 Maxwell
tornò con la moglie, malata, a Glenlair. Anche la sua salute continuava a
peggiorare. Fece ritorno con la moglie a Cambridge il giorno 8 ottobre e lì morì
il 5 novembre 1879, a 48 anni, per un tumore all'addome.
CONTRIBUTI ALLA SCIENZA :
• TEORIA CINETICA
Uno dei risultati più significativi di Maxwell fu l'elaborazione di un modello fisico-statistico per la teoria
cinetica dei gas. Nel 1866, il fisico scozzese formulò una distribuzione di probabilità che può essere
utilizzata per descrivere la distribuzione di velocità delle molecole di un dato volume di gas a una
data temperatura. Questo approccio permise a Maxwell di generalizzare le leggi
della termodinamica precedentemente stabilite e fornendone una migliore spiegazione.
• TEORIA DEI COLORI
Anche i contributi di Maxwell all'ottica e
alla percezione del colore furono rilevanti. Maxwell scoprì che la fotografia a colori poteva essere
realizzata sovrapponendo filtri rossi, verdi e blu. La prima fotografia a colori scattata da Maxwell nel
1861
• SCIENZA DEI MATERIALI
A Maxwell è fatta risalire la prima
formulazione del criterio di von Mises un criterio di resistenza relativo a materiali duttili, isotropi, con
uguale resistenza a trazione e a compressione.
ELETTROMAGNETIS
MO
 Il più importante lavoro di Maxwell è certamente quello legato
all'elettromagnetismo. Il fisico scozzese unificò i lavori sull'elettricità e
il magnetismo di Faraday, Ampère e altri in una serie di quattro equazioni
differenziali (originariamente erano venti, ma furono poi ridotte a quattro). Note
come equazioni di Maxwell, tali equazioni furono presentate alla Royal
Society nel 1864, e insieme descrivono il campo elettrico e quello magnetico, e le
loro interazioni con la materia.
Le equazioni prevedono
l'esistenza di onde elettromagnetiche, ossia di oscillazioni del campo
elettromagnetico. Maxwell cercò – sulla base dei dati disponibili all'epoca – di
misurare sperimentalmente la velocità di queste onde, ottenendo il risultato di
310.740.000 m/s.
LE QUATTRO EQUAZIONI DI MAXWELL
 Qtot
 (E) 
 TEOREMA DI GAUSS PER IL CAMPO ELETTRICO 

  ( B)  0
 TEOREMA DI GAUSS PER IL CAMPO MAGNETICO

 ( E )
( B )   0   0  0
 TEOREMA DI AMPÈRE t

  ( B )
 LEGGE DI FARADAY-NEUMANN ( E )  
t
VERSO LA PRIMA EQUAZIONE DI MAXWELL…
IL CAMPO ELETTRICO
 “ Definiamo campo elettrico il rapporto tra la forza f e la carica
q.”
 Per verificare l'esistenza del campo elettrico generato da una
carica Q si introduce una carica di prova q, di intensità abbastanza
piccola da non modificare il sistema in esame.

 Forza(N)
Campo
elettrico(N/C)  F
E
q Carica di
prova(C)
VERSO LA PRIMA EQUAZIONE DI MAXWELL…
FORMULE DEL CAMPO ELETTRICO

CAMPO ELETTRICO NEL CAMPO ELETTRICO IN UN MEZZO


VUOTO ISOLANTE

Campo elettrico Campo elettrico in Versore che


Carica(C) Versore che Carica(C)
in P(N/C) un mezzo isolante punta da Q a P
 Q punta da Q a P (N/C) 
1 Q
E  k0 2 rˆ Em  rˆ
r 4 r 2
Costante dielettrica
nel vuoto Distanza di P Costante dielettrica Distanza di P
dalla carica(m) assoluta dalla carica(m)
VERSO LA PRIMA EQUAZIONE DI MAXWELL…
IL FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO
• Se consideriamo una superficie piana di area S, possiamo introdurre una
nuova grandezza scalare, il flusso del campo elettrico attraverso la
superficie S:
  
( E )  E  S

• Il vettore S è un vettore superficie: la sua direzione è perpendicolare alla


superficie considerata, il suo verso è, per convenzione, uscente dalla
superficie mentre il suo modulo è pari all’area della superficie stessa.
VERSO LA PRIMA EQUAZIONE DI MAXWELL…
IL FLUSSO DEL CAMPO ELETTRICO
ATTRAVERSO UNA SUPERFICIE CURVA
• Possiamo estendere il concetto di flusso del campo
 n  n  
  ( E )    i ( E )   Ei  Si
elettrico anche a superfici che non sono piane; si
procede suddividendo la superficie in n parti,
costruendo un reticolo, in modo che ciascun quadratino i 1 i 1

del reticolo rappresenti una piccola superficie piana,


che rispetti le condizioni della definizione di flusso.
• Su ognuna di esse si calcola il flusso del campo
elettrico, e la somma dei flussi calcolati su ciascuna
superficie fornisce il valore del flusso sull’intera
distribuzione.
• Se indichiamo con Ei il campo elettrico relativo alla
superficie i-esima ΔSi , il flusso complessivo del
campo elettrico attraverso la superficie S è dato dalla
seguente formula:
LA PRIMA EQUAZIONE DI MAXWELL
IL TEOREMA DI GAUSS PER IL CAMPO
ELETTRICO
oIl TEOREMA DI GAUSS PER IL CAMPO ELETTRICO stabilisce che il
flusso del campo elettrico attraverso una superficie CHIUSA è direttamente
proporzionale alla carica totale contenuta all’interno della superficie

Flusso del campo Carica totale entro la


elettrico superficie

 Qtot
 (E) 

Costante dielettrica
Superficie chiusa assoluta
DIMOSTRAZIONE PRIMA EQUAZIONE DI
MAXWELL
VERSO LA SECONDA EQUAZIONE DI MAXWELL…
IL FLUSSO DEL CAMPO MAGNETICO
• Data una superficie chiusa qualunque
Si sceglie ad arbitrio la faccia positiva della superficie,così da poter assegnare un verso al
flusso
Si suddivide la superficie in n piccole parti, tali che ciascuna sia quasi piena e abbia lo stesso
campo magnetico in tutti i suoi punti
Si rappresenta ogni parte con un vettore superficie ∆S(i=1,2…,n) che ha modulo uguale all’area
di quella parte, è perpendicolare a essa e ha verso uscente dalla faccia positiva
Per ogni parte di superficie si calcola il prodotto scalare B ∆S tra il campo magnetico e il
vettore superficie Flusso del campo Campo magnetico sulla
superficie i-esima(T)
Si sommano tutti e n contributi magnetico
 n  
  ( B )   Bi  Si
i 1
Superficie i-esima
VERSO LA SECONDA EQUAZIONE DI
MAXWELL…
IL FLUSSO ATTRAVERSO UNA SUPERFICIE
•PIANA
Il flusso attraverso una superficie piana è dato dalla formula

Campo magnetico
Angolo (0°rad)
  
 S ( B )  B  S  BS cos 
Flusso del campo Vettore superficie
magnetico

Dove a è l’angolo compreso tra B e S


Il campo magnetico si misura in WEBER (Wb)
1 Wb  1T  m 2
SECONDA EQUAZIONE DI MAXWELL
IL TEOREMA DI GAUSS PER IL
MAGNETISMO
• IL FLUSSO DEL CAMPO MAGNETICO
ATTRAVERSO QUALUNQUE SUPERFICIE
CHIUSA È UGUALE A ZERO


  ( B)  0
DIMOSTRAZIONE SECONDA EQUAZIONE DI
MAXWELL
LA TERZA EQUAZIONE DI MAXWELL…
IL TEOREMA DI AMPERE

Una corrente si dice CONCATENATA con il cammino chiuso L se attraversa una superficie che ha L come
controrno

Circuitazione del campo



( B )   0  ik
magnetico Corrente
concatenata
k
Permeabilità magnetica nel
vuoto

La circuitazione del campo magnetico lungo qualunque cammino chiuso L è direttamente


proporzionale alla corrente totale concatenata con L
LA CORRENTE INDOTTA

• Muoviamo rapidamente una calamita dentro una bobina collegata


a una lampadina. Un campo magnetico che varia genera una
corrente indotta.
Mentre la calamita si muove in su e in giù, la lampadina si
accende: La corrente è creata dal movimento della calamita.
Invece, se la calamita è ferma, la lampadina non si accende;
quindi nel circuito non c’è corrente.
• Gli esperimenti mostrano inoltre che la corrente indotta dipende
da tre grandezze:
• - la rapidità di variazione del campo magnetico esterno;
• - l’area del circuito indotto;
• - il suo orientamento.
• La corrente indotta è quindi una corrente che si manifesta in
un circuito ogni volta che questo è posto in una regione di
spazio dove è presente un campo magnetico variabile nel
tempo.
LA QUARTA EQUAZIONE DI MAXWELL
LA LEGGE DI FARADAY-NEUMANN

• La forza elettromotrice indotta in un circuito chiuso da un campo magnetico è


proporzionale alla variazione del flusso del campo stesso e inversamente
proporzionale alla variazione del tempo. La forza elettromotrice non è quindi costante.

Variazione del flusso magnetico



  ( B )
attraverso una qualsiasi
superficie delimitata
( E )  
t
Forza elettromotrice Intervallo di tempo
DEDUZIONE LEGGE DI FARADAY-NEUMANN

• Una lastra di ferro scorre su un campo magnetico in modo perpendicolare con moto rettilineo uniforme

Pd  f em  i F  Bil
W F  s Bilv  t
P    Bilv
t t t
uguagliando le due potenze otterremo f em  i  Bilv
Bilv
f em 
i
f em  Blv A2  A1  lvt

( B )  B ( A2  A1 )  B[( A1  lvt )  A1 ]   Blvt
 
 ( B )  ( B )
 Blv  f em  
t t
LA LEGGE DI LENZ
• La legge di Lenz permette di determinare il verso di circolazione della
corrente indotta a partire dal flusso del campo magnetico che la genera
• La legge di Lenz inoltre spiega il meno presente nella legge di Faraday-
Neumann : il verso della corrente indotta è opposto alla variazione del
flusso che la genera

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