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net/publication/266375410

Un modello non-lineare per la previsione della vita a fatica basato sul metodo
del Gradiente Implicito

Conference Paper · September 2014


DOI: 10.13140/2.1.4577.1526

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3 authors, including:

Roberto Tovo Enrico Salvati


University of Ferrara University of Udine
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AIAS – ASSOCIAZIONE ITALIANA PER L’ANALISI DELLE SOLLECITAZIONI
43° CONVEGNO NAZIONALE, 9-12 SETTEMBRE 2014, ALMA MATER STUDIORUM – UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

AIAS 2014 - 327

UN MODELLO NON-LINEARE PER LA PREVISIONE DELLA VITA A


FATICA BASATO SUL METODO DEL GRADIENTE IMPLICITO
R. Tovo, P. Livieri, E. Salvati

Università degli Studi di Ferrara - Dipartimento di Ingegneria,


Via Saragat, 1, 44122 Ferrara, roberto.tovo@unife.it, paolo.livieri@unife.it, enrico.salvati@unife.it

Sommario
Utilizzando il metodo del gradiente implicito in campo non lineare, viene messo a punto un modello per
la valutazione della vita a termine di componenti intagliati sollecitati a fatica. In accordo con la teoria
della fatica oligociclica, come parametro di danneggiamento viene presa in considerazione la
deformazione principale massima valutata per un materiale elasto-plastico associata al modello di
Walker che tiene in considerazione l’effetto indotto dalla tensione media. Il metodo viene applicato per
analizzare la resistenza a fatica di precedenti dati sperimentali relativi a provini assial-simmetrici e
provini piani indeboliti da intagli laterali acuti. In termini di deformazione efficace, si riescono a
prevedere le diverse pendenze della curva di Woehler dipendenti sia dall’intensità della deformazione
efficace che dal valore medio della tensione principale.

Abstract
This work takes into account the fatigue life assessment for stresses greater than the fatigue limit.
Material behaviour has been considered as non-linear. By using the implicit gradient method, the slopes
of the Woehler curves at low- and medium-cycle fatigue life have been corrected. By means of the
Walker model, the paper takes into account the effects of the average stress of the hysteresis loop.
Experimental data, obtained with an axisymmetric notched specimen loaded with nominal stress ratio
R=-1 and R=0, have been analysed as well as two-dimensional specimens weakned by lateral notches.
In terms of effective strain amplitude, obtained by means of the implicit gradient approach, the different
Woehler curves of the notched specimens can be summarized in a unique fatigue curve.

Parole chiave: fatigue, implicit gradient, non-linear material, low cycle fatigue

1. INTRODUZIONE

L’impiego di modelli lineari elastici per il calcolo della resistenza a fatica [1-5] semplifica l’analisi
tensionale dei componenti senza dover disporre di particolari proprietà oligocicliche del materiale. In
generale, un approccio lineare elastico non è capace di modificare la pendenza delle curve di Woehler
ma solamente di spostarle mantenendo il loro parallellismo in un diagramma doppio logaritmico. La
teoria classica messa a punto da Neuber e Peterson per i provini intagliati, riesce a modificare la
pendenza della curva di Woehler poiché mantiene fissa la resistenza del materiale a basso numero di
cicli modificando solamente le caratteristiche di resistenza del materiale ad alto numero di cicli.
Tuttavia, tali metodologie, non sono generalizzabili a componenti intagliati generici poiché necessitano
della definizione di un coefficiente di concentrazione della tensione Kt da correlare successivamente al
coefficiente di riduzione della vita a fatica Kf.
Diverse centinaia di dati sperimentali studiati con il metodo del gradiente hanno permesso di definire,
per le saldature in acciaio, un’unica banda di dispersione [1] caratterizzata da una pendenza pari a 3 ed
un valore di riferimento a 2∙106 cicli pari a 151 MPa. Inoltre, come recentemente mostrato nel riferito
bibliografico [2], la tensione efficace , ottenuta con il metodo del gradiente implicito, è capace di
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interpretare la vita a fatica di giunti saldati per punti aventi spessore della lamiere nell’ordine del
millimetro. Tale risultato è stato raggiunto senza modificare l’approccio di carattere generale proposto
in [1]. La banda di dispersione appena citata è stata ottenuta ipotizzando un comportamento lineare
elastico del materiale per sollecitazioni prevalentemente di modo I.
Nei precedenti lavori [6 e 7], in accordo con l’approccio lineare elastico, come grandezza danneggiante
per la fatica era stata presa in considerazione la tensione principale massima e la correlazione alla
deformazione avveniva tramite la curva ciclica stabilizzata. Tuttavia, in campo plastico tale paramentro
non esalta le caratteristiche di non-linearità del materiale. Modelli non-lineari che fanno riferimento a
tensioni sono disponibili in letteratura [8-11] ma in questo lavoro, in analogia alla fatica oligociclica, si
assume come parametro di danneggiamento la deformazione principale massima valutata con il metodo
del gradiente implicito. Ciò consente di esaltare le proprietà non lineari del materiale marcando con
maggiore intensità la differenza fra un comportamento lineare elastico ed un comportamento elasto-
plastico in presenza di un intaglio. In [6] le analisi di tipo non lineare hanno evidenziato come la tensione
efficace massima subisca una diminuzione rispetto alla corrispondente tensione valutata con modello
lineare elastico. Inoltre, se il rapporto nominale di ciclo R è pari a -1, la tensione principale massima
può essere usata per interpretare i dati di resistenza a fatica al variare della geometria. Come evidenziato
nei lavori [7], lo studio del comportamento a fatica per rapporti di ciclo R diversi da -1 è più complicato
e porta a una maggior dispersione dei dati sperimentali nel momento in cui si voglia trovare un’unica
curva di sintesi del comportamento a fatica.
Nel presente lavoro, pur mantenendo un analogo modo di operare, in analogia con la fatica oligociclica,
si è considerata la deformazione principale massima come parametro di danneggiamento valutata con
una separata analisi. Nella presente memoria, vengono analizzati, con modelli non-lineari, diverse serie
di dati sperimentali relativi a prove di fatica di provini assialsimmetrici e provini piani intagliati ottenuti
da lamiere sottili realizzati in FeP04. Le analisi si basano su prove a fatica con rapporto di ciclo nominale
R pari a -1 o prossimo a zero. Per ottenere una buona stima sia ad alto che a basso numero di cicli,
verranno prese in considerazione le equazioni classiche della fatica oligociclica associate al modello di
Walker. Tale modello è adattato al metodo del gradiente implicito per tener conto dell’effetto d’intaglio
in campo non-lineare.

2. IL METODO DEL GRADIENTE IMPLICITO APPLICATO AL MATERIALE NON-LINEARE

2.1. Materiale lineare elastico

Il metodo del gradiente implicito è capace di prendere in considerazione un comportamento non-lineare


del materiale. La tensione efficace, calcolata applicando il metodo del gradiente, risulta essere un
parametro efficiente per la valutazione del danneggiamento a fatica del materiale. Il calcolo della
tensione efficace viene svolto mediante una singola elaborazione numerica eseguita sull’intero
modello del componente, ovvero, su ciascun nodo del modello FEM utilizzato per calcolare il tensore
di Cauchy. La tensione efficace è calcolata, utilizzando un programma agli elementi finiti capace di
risolvere l’equazione di Helmholtz [1] con condizioni al bordo di Neumann (∇ ∙ = 0 su tutto il
bordo ), l’equazione (1) viene risolta nel volume V del componente sul quale è stata eseguita in
precedenza, la classica analisi strutturale FEM [1, 12]:

− ∇ = (1)

Il parametro c, legato al materiale [13], ha dimensioni fisiche di una lunghezza e caratterizza la


sensibilità all’intaglio. La tensione ritenuta responsabile del danneggiamento del materiale viene
indicata nella (1) con . Nel caso delle saldature sollecitate principalmente da modo I, si è visto, che
la tensione principale massima è la scelta più efficiente nel definire la tensione responsabile del
danneggiamento. Dal punto di vista fisico, di fatto, la tensione efficace rappresenta la media tensionale
di nell’intorno del punto P pesata con una funzione peso che dipende dalla sola distanza ‖ ‖ (Q
rappresenta il generico punto del volume V). Nel caso in cui si presentino sollecitazioni di tipo
multiassiale si può far ricorso a criteri più complessi che pesino, in modo opportuno, le componenti
idrostatiche e deviatoriche del tensore di Cauchy [3, 14].
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Risolvendo la (1) si calcola la tensione efficace in tutto il corpo individuando il punto di maggiore
criticità senza imporlo a priori. Tuttavia, se il progettista assume che la posizione del punto critico
coincida con l’apice dell’intaglio, come avviene nel caso delle saldature, il calcolo della tensione
efficace in tutto il corpo, può essere limitato all’apice dell’intaglio sostituendo la (1) comune integrale
di volume centrato proprio un singolo punto [15]. La figura 1 mostra una mesh adeguata al calcolo della
(1) e l’andamento della tensione efficace in un provino assialsimmetrico intagliato e sollecitata a
trazione.

2.2. Materiale non-lineare

Nei precedenti lavori [1,2], per analizzare diverse tipologie di saldature sollecitate da carichi affaticanti,
l’analisi tensionale è stata affrontata con uno schema di materiale di tipo lineare elastico poiché, per le
giunzioni saldate, la pendenza della curva di Woehler si mantiene sostanzialmente costante
indipendentemente dalla gravosità dell’intaglio [16]. Se il materiale presenta un comportamento non-
lineare ciò non altera la validità della (1). Basterà rettificare l’analisi FEM preliminare alla risoluzione
della (1) per considerare i valori della tensione efficace derivante dai gradienti elasto-plastici.
In accordo con la teoria della fatica oligociclica, è sicuramente più significativo prendere in
considerazione la variazione della deformazione principale massima come parametro responsabile del
danneggiamento a fatica valutata con una analisi assestante. Inoltre, in generale, la tensione media del
ciclo di isteresi stabilizzato a cui è sollecitato il materiale, sarà diversa da zero. Perciò, è necessario usare
un criterio di resistenza che consideri il valore medio della tensione come del resto fatto nella fatica
classica con i diagrammi di Goodman-Smith o di High.
Per il calcolo della deformazione efficace ε ritenuta responsabile del danneggiamento a fatica, si
dovrà sostituire nella (1) al posto della tensione principale massima σ1 i valori della deformazione
principale massima ε calcolata con una analisi FEM in ipotesi di materiale non-lineare

ε − ∇ ε = ε (2)

Per il calcolo del parametro c da inserire nella (2), il materiale è pensato a comportamento non-lineare
anche nelle prove di caratterizzazione. Senza entrare nel merito della procedure di calcolo, tale valore
di c risulta comunque molto prossimo a quello che verrebbe calcolato con un approccio non-lineare
pensato applicato alla tensione principale. In via esemplificativa, si può ritenere, che in campo plastico
valga la coincidenza di c da inserire nella (1) e nella (2). Ipotizzando, invece, un comportamento lineare
elastico del materiale, il valore di c si calcola direttamente se è noto il limite di fatica del materiale senza
intaglio σ0 e lo stress intensity factor di soglia ∆ del materiale. Il valore di c è ricavabile dalla
relazione (3), che lega in modo univoco c alla lunghezza intrinseca a0 di El Haddad et al. [17].

= (3)

dove il parametro è dato da:

1 ∆
= ! (4)
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∙ 0
P
Q

a) b)

Figura 1: a) Discretizzazione del modello usato per l’analisi FEM di un provino assialsimmetrico e
condizione al contorno di Neumann sollecitato a trazione;
b) Tensione efficace calcolata per una sollecitazione di trazione

3. VITA A FATICA A TERMINE DI PROVINI INTAGLIATI

Per i provini intagliati, per la stima della vita a fatica del componente, è necessario il calcolo della
tensione efficace dato dalla (1) e della deformazione efficace dato dalla (2) ottenuti entrambi con ipotesi
di comportamento non-lineare del materiale.
Con il modello di resistenza a fatica di Walker [18-20] è possibile tenere in considerazione il rapporto
di sollecitazione R attraverso l’introduzione di un parametro adimensionale γ. L’equazione di Walker
modifica la rispettiva equazione della durata di Manson-Coffin nel seguente modo:

/( )*+
$
1 & ( )*+
1 & -
"# = ! (2, +- . " $
! (2, +/ (5)
% 2 2

Nella (5) i parametri σ’f, ε’f, b e c, che definiscono il comportamento di Manson-Coffin, ora, devono
essere ricalcolati tenendo in considerazione serie di dati relativi a differenti rapporti di ciclo nominale
R per provini lisci. Ovviamente, se R=-1, la curva di Walker coincide esattamente con il modello di
Manson-Coffin. La figura 2 mostra l’interpolazione con la (5) di un set di dati sperimentali caratterizzati
da due livelli di rapporto di ciclo nominale R.

untitled fit 1
y1 vs. x1, x2

10

6
log (2 Nf)

0
2.4 0
2.5 −0.1
2.6
2.7 −0.2
2.8 −0.3
log ((1−R)/2)
log Sigma max

Figura 2: Interpolazione dati di resistenza a fatica con il modello di Walker [18].


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Originariamente, l’equazione (5) è stata applicata a provini lisci sollecitati a fatica oligociclica
contraddistinti da un diverso rapporto di sollecitazione R. In questa sede invece, si vuole estendere la
(5) ai componenti intagliati. Perciò si ipotizza che l’equazione (5) continui ad essere valida previa
sostituzione di "# con l’ampiezza della deformazione efficace "#,
efficace &0,
e di R con il rapporto di ciclo
. Le grandezze efficaci sono calcolate con l’ausilio del metodo del gradiente implicito
risolvendo riepettivamente l’equazione (1) e (2). Dunque:

& &
/( )*+
( )*+
$ 1 ,233 1 ,233
-
"#, 1 4 (2, +- . " $ 1 4 (2, +/ (6)
% 2 2

Stimare la vita a fatica significa risolvere la (6) in , . Il rapporto di ciclo efficace è stato definito nel
seguente modo:

,567
&0, (7)
,5#8

Figura 3: Modello di calcolo tensinale

La valutazione dei parametri incogniti "#, ,∆ e ∆" viene effettuata con l’ausilio del metodo
del gradiente implicito che prevede tre differenti analisi agli elementi finiti. Una prima analisi simula la
prima rampa di carico, seguendo la curva di trazione monotona in modo da ottenere la tensione efficace
massima 5#8, del ciclo di fatica (vedere figura 3). La seconda analisi, invece, mira alla valutazione
della variazione massima di tensione efficace ∆ durante il carico ciclico con l’ausilio dell’equazione
1. Tale analisi impone una curva σ-ε del materiale non più relativa alla trazione monotona ma alla curva
ciclica stabilizzata con l’ipotesi di Masing (raddoppio della curva ciclica stabilizzata). La terza analisi è
simile alla seconda, ma come termine noto si impone la deformazione principale massima (vedere
equazione 2).
Infine, sfruttando le tensioni calcolate con il metodo del gradiente implicito, l’ampiezza di tensione e la
tensione media efficace risultano così definite:
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567, = 5#8, −∆ (8)

∆"#,
"#, =
2
(9)

L’equazione (7) di Walker, sebbene contenga al suo interno l’effetto del rapporto di ciclo, può essere
formalmente fatta coincidere con la classica equazione di Manson-Coffin se al posto di Nf si inserisce il
numero di cicli a fatica di Walker Nf,w definito nel seguente modo:

1 − & ,233
( )*)
-
, = , 1 4 (10)
,9
2

4 VERIFICHE SPERIMENTALI

La procedura di calcolo descritta al paragrafo precedente viene applicata a provini assialsimmetrici


indeboliti da intagli a V ed ad U analizzati nel dettaglio in [7] e provini piani con intagli laterali ad U
realizzati in acciaio da profondo stampaggio FeP04 [21]. Le figure 4-7 riportano le geometrie analizzate.
Nelle didascalie sono inoltre riportati i coefficienti di concentrazione delle tensioni (valutati rispetto alla
tensione nominale netta) calcolati con modelli FEM realizzati in materiale a comportamento lineare
elastico.
Le analisi dei provini assial-simmetrici sono state realizzate con modelli FEM tridimensionali mentre
per i provini ottenuti da lamierini sottili in FeP04 l’analisi FEM è stata limitata al bidimensionale in
condizioni di stato piano di tensione.
Per quanto riguarda i provini di figura 4-6, la definizione della curva oligociclica e di quella di Manson-
Coffin è stata ulteriormente definita rispetto al lavoro precedente [7] portando a rottura i nuovi provini
sollecitati a fatica oligociclica con rapporto di cicli pari ad -1 (vedere tabella 1), mentre, i coefficienti
che compaiono nell’equazione di Walker sono riportati in tabella 2. Il valore del parametro c usato per
risolvere le equazioni (1) e (2) è risultato di 0.15 mm.
Le figure 8 e 9 riassumono il comportamento a fatica dei provini assial-simmetrici sollecitati con
rapporto di ciclo nominale R=-1 e R=0 in tensione nominale 7:5 . La figura 10, sfruttando il modello
di calcolo presentato al capitolo 2, riesce a portare tutti i punti sperimentali delle figure 8 ed 9, sopra ad
una stessa curva di resistenza sia a basso che ad alto numero di cicli.

Figura 4: Geometria provino liscio


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Dettaglio A

Figura 5: Geometria provino con intaglio a V (Kt =5.8 riferito alla sezione netta)
=

Figura 6: Geometria provino con intaglio semicircolare(Kt =1.55 riferito alla sezione
netta)

σ nom σ nom
10
W ρ
L


σ nom σnom
10
W ρ
L

Figura 7: Geometria provini di spessore 2 mm realizzati in FeP04 (W=60 mm, L= 220 mm)

Il metodo di calcolo proposto per i provini assial-simmetrici è stato ulteriormente validato estendendolo
ai provini piani di figura 7 realizzati in materiale duttile ed analizzati in condizioni di stato piano di
tensione. La tabella 3 indica le dimensioni geometriche indicate in figura 7. Le caratteristiche statiche
del materiale analizzato, nonché le sue proprietà oligocicliche, sono riportate in [21]. La figura 11 mostra
la grande dispersione dei dati sperimentali in termini di tensione nominale. Facendo riferimento alla
deformazione efficace data dal gradiente implicito, la dispersione dei dati si riduce notevolmente come
appare evidente in figura 12 dove sono riportate anche le prove condotte a rapporto di ciclo R=-1 sul
provino liscio.
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Tabella 1: Caratteristiche del materiale provini assial-simmetrici


E Rp 0,1% Ru K’ n’
[MPa] [MPa] [MPa] [MPa]
197000 314 552 502 0.068

Tabella 2: Coefficienti Curva di Walker per provini assial-simmetrici


;$< =$< b’ $ γ
[MPa] [mm/mm]
697 33.7 -0.0779 -1.04 0.88

Tabella 3: Provini analizzati in FeP04 [21]


Serie 2α ρ
[deg]
1 0 1.25
2 0 2.5
3 0 10
4 70 0.2
5 90 0.2

700 • Liscio

• Intagliato a V

• Intaglio semicircolare
σ nom [MPa]

70
1,00E+04 1,00E+05 n° cicli 1,00E+06 1,00E+07
Figura 8: Curve di Woehler per provini sollecitati a trazione con rapporto di ciclo R=-1 [7]

700
• Intagliato a V

• Liscio
σ nom [MPa]

• Intaglio circolare

70
1,00E+04 1,00E+05 1,00E+06 1,00E+07
n° cicli
Figura 9: Curve di Woehler per provini sollecitati a trazione con rapporto di ciclo R=0 [7]
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• Liscio R=0
0,006 • Intagliato a V R=0
• Intaglio semicircolare R=0
εa, eff

• Liscio R=-1
• Intagliato a V R=-1
• Intaglio semicircolare R=-1
Liscio R=-1 Controllo di deformazione
Liscio R=0 Controllo di deformazione

0,0006
1,00E+01 1,00E+02 1,00E+03 1,00E+04 1,00E+05 1,00E+06 1,00E+07
Nf, w
Figura 10: Prove sperimentali in termini di ampiezza di deformazione efficace in funzione del numero
di cicli a fatica di Walker. La curva continua fa riferimento ai dati sperimentali del provino liscio
sollecitato ad R=-1.

160
Tensione nominale [MPa]

120 R 10
R 2.5
R 1.25
80
LISCIO
90°
70°

40
1,E+04 1,E+05 1,E+06 N (cicli) 1,E+07

Figura 11: Prove sperimentali per rapporto di sollecitazione R=0.1 provini in FeP04 [21]
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5,E-03 Mason Coffin


Liscio R=-1
Liscio R=0.1
90°
70°
R 10
εa, eff

R 2.5
R 1.25

5,E-04
1,E+04 1,E+05 Nf,w 1,E+06 1,E+07

Figura 12: Sintesi delle prove sperimentali di figura 7 in termini di ampiezza di deformazione efficace
per i provini in FeP04

5 CONCLUSIONI

Nel presente lavoro è stato messo a punto, con l’ausilio del metodo del gradiente implicito, una
procedura capace di prevedere la resistenza a fatica, nel campo della vita a termine, di componenti
intagliati e realizzati in materiale duttile. L’impiego del modello di Walker ha permesso di valutare
l’influenza delle tensioni medie sulla vita a fatica in funzione della plasticizzazione più o meno estesa
dovuta alla variazione del carico applicato. Il metodo risulta particolarmente adatto ad analisi
tridimensionali come pure ad analisi bidimensionali senza introdurre esemplificazioni geometriche o
imporre a priori il punto critico di probabile innesco della cricca. La deformazione massima principale,
associata al valore della tensione media, è risultata il parametro capace di sintetizzare diversi casi
sperimentali di resistenza a fatica a basso e ad alto numeri di cicli.

Ringraziamenti: lavoro ottenuto con il finanziamento del MIUR Anno 2009 - prot. 009Z55NWC_002
43° CONVEGNO NAZIONALE – RIMINI, 9-12 SETTEMBRE 2014

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