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proprietà meccaniche dei materiali

1. DEFORMAZIONE ELASTICA
Il modulo E rappresenta la rigidità del materiale, cioè la resistenza che il materiale oppone alla
deformazione elastica.

Maggiore è il modulo, più rigido è il materiale, quindi minore è la deformazione elastica che risulta
dall’applicazione di un determinato carico.

A livello atomico, la deformazione elastica macroscopica si manifesta come piccole variazioni della
distanza interatomica e dello stiramento dei legami interatomici. Pertanto, il modulo elastico di un
materiale è la misura della resistenza opposta alla separazione di due atomi adiacenti, ovvero la misura
delle forze di legame interatomiche.

I valori del modulo elastico per i materiali ceramici sono circa gli stessi dei materiali metallici, mentre
quelli dei materiali polimerici sono più bassi.

Queste differenze sono attribuibili ai diversi tipi di legami atomici nei tre tipi di materiali.

Il modulo elastico diminuisce al crescere della


temperatura.

La maggior parte dei materiali presenta una componente della deformazione elastica dipendente dal
tempo. Vale a dire che dopo l’applicazione del carico la deformazione elastica continua per un certo
tempo e che anche dopo la rimozione dello sforzo il completo recupero della deformazione stessa non
è istantaneo, ma richiede tempo.
ANELASTICITA’: fenomeno per il quale il comportamento elastico di un materiale è dipendente dal
tempo.

2. DEFORMAZIONE PLASTICA

PROPRIETA’ A TRAZIONE

Da un punto di vista atomico: rottura di legami tra atomi vicini, movimento relativo di un gran numero
di atomi o di molecole e, quindi, la successiva formazione di nuovi legami tra atomi adiacenti.

Per i solidi cristallini, la deformazione si sviluppa attraverso un processo chiamato scorrimento, in cui
sono coinvolti movimenti di dislocazioni. Nei non cristallini c’è un meccanismo di flusso viscoso.

SNERVAMENTO: valore di sforzo oltre il quale inizia la deformazione plastica.

Gli sforzi di snervamento variano da 35MPa per l’alluminio a bassa resistenza fino a 1400MPa per acciai
ad alta resistenza.

Sforzo di rottura (o tensile strength) è lo sforzo massimo che può essere sostenuto da una struttura
sollecitata a trazione. In corrispondenza dello sforzo massimo, si comincia a formare un piccolo
restringimento di sezione (strizione), dove vengono localizzate tutte le deformazioni successive.

Gli sforzi di rottura posso variare tra i 50MPa dell’alluminio e i 3000MPa degli acciai ad alta resistenza.

DUTTILITA’: rappresenta la misura della deformazione plastica che il metallo può subire senza
rompersi.

Un metallo con scarsa o inesistente deformazione plastica è


definito fragile.

La duttilità si esprime come allungamento percentuale (A%)


che come riduzione percentuale della sezione (S%).

La maggior parte dei metalli presenta, a temperatura


ambiente, un certo grado di duttilità, che in genere si perde
al diminuire della temperatura; alcuni metalli diventano
fragili al di sotto di una certa temperatura (vedi transizione).

Materiali fragili: approssimativamente deformazioni a rottura < 5%

Lo sforzo di snervamento, di rottura e la duttilità dipendono sia da eventuali precedenti deformazioni


sia dalla presenza di impurezze sia da trattamenti termici a cui il metallo può essere stato sottoposto.

Il modulo elastico E, invece, è un parametro meccanico non influenzato da nessuno di questi fattori.

Determinante è l’influenza della temperatura: sia il modulo elastico, che gli sforzi di snervamento e di
rottura diminuiscono al crescere della temperatura, mentre, al contrario, la duttilità aumenta.

T aumenta  E, σs, σR diminuiscono


A% aumenta
TENACITA’: proprietà che indica la resistenza alla frattura di un materiale in presenza di intagli (o punti
di concentrazione di sforzo) oppure capacità di un materiale di assorbire energia e di deformarsi
plasticamente prima di giungere a rottura.
In condizioni di sollecitazione statica (bassa velocità di
deformazione), una misura della tenacità dei metalli è l’area
sottesa dalla curva sforzo-deformazione fino al punto di
rottura (energia/unità di volume).
Un metallo tenace mostra sia resistenza che duttilità elevate.
Vedi nella figura: metalli fragili hanno maggiori sforzi di
snervamento e di rottura, ma hanno minore tenacità
(confronta le aree).

DUREZZA
Misura della resistenza offerta da un materiale alla deformazione plastica (ovvero a un piccolo
penetratore o a un incisore).
Più larga e profonda è l’impronta lasciata dal penetratore, minore è la durezza del materiale e l’indice
di durezza ad essa associato. Le misure di durezza non sono valori assoluti, ma relativi e sono legate al
tipo di tecnica impiegata per la sua valutazione.
Le prove di durezza sono effettuate frequentemente per diversi motivi:
- Semplici e poco costose
- Prova di carattere non distruttivo (unica deformazione è piccola impronta)
- Altre proprietà meccaniche si possono spesso dedurre dalle misure di durezza (es. sforzo di rottura)

CONVERSIONE VALORI DI DUREZZA (*)

Sia lo sforzo di rottura a trazione che la durezza sono


indicatori della resistenza dei metalli alla deformazione
plastica.
Queste grandezze sono proporzionali.
La stessa relazione di proporzionalità non vale per tutti i
metalli (vedi figura).
Come regola generale:

σR (MPa) = 3.45 x HB

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