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Le lavorazioni per deformazione plastica sfruttano la capacità dei metalli di sopportare deformazioni
permanenti senza un deterioramento e, in molti casi addirittura con un miglioramento delle proprietà
meccaniche.
Il comportamento di materiali metallici duttili (leghe leggere) è in generale elastoplastico con l’incrudimento.
Minima tensione σ E
Alcuni procedimenti vengono effettuati ad alta temperatura; in questo caso si parla di lavorazioni a caldo.
Tali tecniche vengono utilizzate data una diminuzione della tensione di snervamento e quindi una
diminuzione della forza necessaria per produrre una deformazione permanente, unitamente ad un aumento
dell’allungamento a rottura, con la temperatura.
Non volendo intervenire con ulteriori lavorazioni sul pezzo, una volta deformato plasticamente, una
deformazione a freddo (temperature molto minori della temperatura di ricristallizzazione) permette di
mantenere buone finiture superficiali (non permesso dalle deformazioni a caldo). Lavorazioni a freddo non
consentono però di imporre ingenti deformazioni al corpo.
Tipicamente, sia per le leghe di alluminio che per gli acciai, nella lavorazione plastica a caldo (450 °C per
alluminio, 1200°C per acciaio) si osservano tensioni di snervamento comprese tra 10 e 40 MPa.
Estrusione: Il materiale viene spinto e obbligato a passare attraverso un foro che conferisce la
forma al prodotto; la lavorazione è tipicamente effettuata ad alta temperatura. La sollecitazione che
produce la deformazione è quella di compressione.
Trafilatura: Simile all’estrusione, in realtà molto diversa per la tipologia di prodotti. In questo
caso il materiale viene tirato, invece che spinto, attraverso un foro. La lavorazione è tipicamente
effettuata a temperatura ambiente; la sollecitazione che produce deformazione è la trazione.
Stampaggio: Il materiale, compresso fra due gusci cavi (stampi), prende la forma del vuoto
lasciato fra i due stampi. La sollecitazione prevalente è quella di compressione; la lavorazione viene
effettuata prevalentemente ad alta temperatura.
Tranciatura: Permette il taglio di lamiera in varie forme. È possibile effettuare tagli diritti con
cesoie oppure sagomati con apposite attrezzature. La sollecitazione prevalente è quella di taglio; la
lavorazione viene effettuata a temperatura ambiente.
Piegatura: La lamiera viene piegata con uno stampo o altre attrezzature; la deformazione riguarda
una sola direzione. La sollecitazione che produce la deformazione è la flessione. La lavorazione viene
effettuata a temperatura ambiente.
Imbutitura: Simile alla piegatura, ma in questo caso si produce una superficie a doppia curvatura,
quindi non sviluppabile. La lavorazione avviene con stampi. Le sollecitazioni agenti sono flessione in
più direzioni, e anche trazione e compressione. La lavorazione viene effettuata a temperatura
ambiente.
1. Laminazione
Processo tecnologico con il quale si definisce lo spessore, o la forma della sezione, di masselli, piastre o barre
di assegnato materiale obbligandoli a passare attraverso cilindri lisci o sagomati.
La laminazione può essere effettuata ad alta temperatura per ottenere forti riduzioni di spessore, ma anche a
temperatura ambiente come operazione di finitura superficiale; in questo caso i rulli possono essere
lubrificati.
Mediante cilindri sagomati vengono prodotti profilati con sezioni a L, I, Z, C, doppio T, binari ferroviari, ecc.
Le industrie aeronautiche non hanno un interesse diretto per questi processi ma utilizzano molti semilavorati
ottenuti con questa tecnologia utilizzati in lavorazioni diverse (stampaggio, asportazione di truciolo).
Blumo: elemento di grandi dimensioni a sezione quadrata (lato > 130 mm)
Barra: elemento con sezione circolare (ma anche semitonda, esagonale, quadrata o ottagonale) di
lunghezza 6 m.
Brama: elemento con sezione rettangolare con 100 mm < lato minore < ¼ lato maggiore.
Se si assume f ~0.5 si ha a max~25° quindi si può ritenere che a regime sia a~20°. La massima riduzione
di spessore ottenibile con un passaggio dipende dal diametro dei rulli D, secondo la relazione:
W =M∗w=T∗r∗w
Schema Laminatoio
Treno di Laminazione
La laminazione avviene facendo passare il massello attraverso diverse coppie di cilindri; l’insieme prende il
nome prende il nome di “treno di laminazione”.
Durante ciascun passaggio si ha una riduzione della sezione ed un aumento della lunghezza del prodotto; è
quindi necessaria la sincronizzazione della velocità dei cilindri per evitare accumulo di materiale fra coppie di
cilindri successivi o una trazione eccessiva sul laminato.
Risulta necessario utilizzare più laminatoi semplici data la relazione tra la diminuzione di spessore
dell’oggetto e il diametro dei rulli.
La riduzione di sezione è mediamente del 20% ad ogni passaggio. Nel caso di laminazione a caldo si impone
una maggiore riduzione di sezione nei primi passaggi rispetto agli ultimi a causa del raffreddamento a cui il
materiale è soggetto mentre avanza nel treno di laminazione.
I cilindri del laminatoio possono essere lisci per la produzione delle lamiere, oppure sagomati per la
produzione di profilati.
La saldatura è un elemento debole dal punto di vista della resistenza, per cui in certe applicazioni, ad
esempio il trasporto di sostanze pericolose in pressione, si realizzano tubi senza saldatura. Per ottenere un
tubo seamless si usa il laminatoio Mannesmann:
Il materiale di partenza è una barra circolare piena. La barra viene messa in rotazione da due cilindri, con
assi quasi coassiali alla barra, che esercitano una forte pressione sulla barra stessa. Per evitare che la barra
venga espulsa lateralmente, questa viene sostenuta da due cilindri laterali.
Sollecitando il materiale, che si trova ad una temperatura simile a quella di ricristallizzazione, in modo
opportuno si genera una rottura al centro di una billetta circolare. Spostando il materiale dal centro alla
periferia si origina quindi un tubo. All’interno di questa fessura centrale trova posto un mandrino
“perforatore”, la cui funzione è quella di regolarizzare il foro prodotto.
L’inclinazione dei cilindri produce una componente di forza nella direzione dell’asse della barra che consente
il movimento di avanzamento.
Per poter funzionare correttamente il laminatoio è ovviamente molto più complicato; i cilindri hanno un
profilo complesso costituito da:
I cilindri, in continua rotazione, presentano una parte di profilo piano; quando la parte piana è in
corrispondenza del tubo, questo viene spinto verso destra e avanza nel laminatoio (a). Continuando la
rotazione i cilindri afferrano il tubo e ne riducono progressivamente lo spessore del diametro mentre lo
spostano avviene verso sinistra (b).
2. Estrusione
L’estrusione è un processo tecnologico nel quale un materiale viene obbligato a passare attraverso un foro
sagomato che conferisce la forma al prodotto finale. La lavorazione avviene in alta temperatura:
1200-1300°C acciai
Nel caso diretto la forza di estrusione è molto elevata e, per ottenere un profilato cavo, il processo richiede
una billetta pre-forata.
Nello schema inverso, la billetta non si muove rispetto al contenitore, per cui la forza necessaria per
l’estrusione è minore rispetto allo schema diretto, la fuoriuscita dell’estruso dallo stelo del pistone complica
comunque l’impianto.
Le leghe di alluminio si prestano molto bene a questo processo, anche in virtù della temperatura
relativamente bassa alla quale possono essere estruse.
È possibile estrudere metalli a temperatura ambiente, ma le forze necessarie sono molto più elevate per cui in
pratica tale lavorazione riguarda solo stagno e piombo.
spigoli vivi
Per la realizzazione di profili con molte cavità oppure cavità piccole, per le quali non è praticabile l’utilizzo di
un mandrino, si ricorre a filiere costruite da due elementi,“filiere a stella”, che sono una specializzazione della
filiera con inserto a “siluro” (torpedos). Nella cavità della filiera viene inserito un corpo centrale (siluro),
sostenuto in modo da lasciare un’area libera per la fuoriuscita del metallo. Il metallo fluisce attraverso le
aperture laterali e si risalda a valle del sostegno per effetto della elevata temperatura e pressione. L’oggetto
costruito con lo schema di fig. 9a è un tubo a sezione circolare.
Nella filiera a stella il “sostegno” è una seconda filiera, posta a monte della prima e il corpo centrale è
sostenuto da diversi raggi (stella). Questa ha lo scopo di eseguire una prima estrusione del materiale; a valle
grazie alla seconda matrice viene poi eseguita una giusta calibrazione del materiale. Un esempio è mostrato
nella fig. 9b, unitamente al profilo realizzato con tale filiera.
Gli spessori minimi ottenibili per estrusione sono dell’ordine di 1-3 mm, in
funzione della dimensione della sezione. Spessori molto piccoli sono difficili da
ottenere a causa del raffreddamento del materiale e di fenomeni di incrudimento
L’estrusione di elementi non simmetrici richiede sempre particolari accorgimenti poiché la minor resistenza
offerta in alcune zone alla fuoriuscita del metallo produce una curvatura dell’estruso. Un esempio di tale
problematica è dato dall’estrusione di un profilo a T con anima (segmento verticale) più sottile dell’ala
(segmento orizzontale).
Il materiale incontra più resistenza nel fuoriuscire dall’ala e questo comporta un eccesso di
materiale con una conseguente curvatura del profilo verso l’alto. L’effetto può essere
compensato aumentando la lunghezza del tratto del calibratore nelle zone in cui il metallo
incontra minore resistenza, producendo così un estruso dritto.
È possibile costruire filiere con fori multipli in modo da estrudere contemporaneamente diversi profili, non
necessariamente tutti uguali. Questo è particolarmente consigliabile nel caso di estrusi di dimensioni piccole
rispetto alla dimensione della billetta di partenza; altrimenti si produrrebbero sollecitazioni elevate su tutta
la macchina.
La pressione di estrusione delle leghe di alluminio è dell’ordine di 100-300 MPa. Al crescere delle dimensioni
dell’estruso, la forza necessaria per l’estrusione può essere molto elevata. La forza necessaria per l’estrusione
può essere ridotta lubrificando la matrice. La lubrificazione aumenta anche la qualità del prodotto. Per le
leghe di alluminio si usano grafite o solfuro di molibdeno. Per gli acciai si ricorre al vetro fuso.
Il fenomeno può inoltre essere mitigato andando a disegnare in modo opportuno la matrice:
Esempi
In campo aeronautico l’estrusione riguarda tipicamente la produzione di irrigidimenti con sezioni di varie
forme.
Gli estrusi di grandi dimensioni trovano impiego nel settore ferroviario per la costruzione delle casse dei
vagoni; l’estrusione consente elevata rigidezza flessionale e quindi prestazioni meccaniche elevate.
3. Trafilatura
La trafilatura è un processo simile all’estrusione, ma in questo caso il materiale viene tirato invece che spinto,
attraverso un foro.
Esiste un valore limite alla riduzione di sezione per singolo passaggio legato alla forza che il filo può
sostenere senza rompersi.
Il processo di trafilatura viene effettuato con un carico intermedio tra il carico di snervamento e il carico
di rottura della sezione già trafilata.
In questo caso la matrice prende il nome di filiera. Nelle trafilatrici esistono diverse filiere, ciascuna riduce
leggermente il diametro del filo. Dopo alcuni passaggi, in funzione del materiale lavorato, si ha incrudimento
del materiale, con un conseguente aumento della forza necessaria per
la trafilatura e la possibile rottura del filo; è quindi necessario
interrompere il processo ed effettuare una ricottura.
Lo stampo, elemento fondamentale in questa tecnologia, è quasi sempre costruito da due elementi
(denominati stampo e controstampo) che accoppiati formano il negativo del pezzo da realizzare.
Ogni lega ha una sua temperatura ottimale di stampaggio e la tolleranza intorno a questa temperatura è
relativamente stretta, dell’ordine di qualche decina di gradi. Nel caso delle leghe di alluminio la temperatura
di stampaggio è di 420-500°C, mentre gli acciai si stampano tipicamente fra 850 e 1150°C.
Molti altri materiali si prestano allo stampaggio, come: rame, zinco, titanio, superleghe. Materiali fragili,
come ad esempio le ghise, non sono lavorabili per stampaggio.
Maglio Presse
Fasi Lavorazioni per Stampaggio
La compressione sugli stampi causa una espansione laterale del massello
che permette il riempimento dello stampo. Parallelamente il materiale
risale verticalmente per riempire la parte alta dello stampo.
Fasi Stampaggio
Le fibre non sono altro che i grani che sono stati allungati durante la deformazione plastica
Vediamo in questa immagine come andando a deformare per stampaggio il cilindro, vari la disposizione delle
fibre. Ciò implica una maggiore resistenza per sollecitazioni normali all’asse del cilindro in corrispondenza
della testa. Volendo ottenere lo stesso pezzo finale ricorrendo a lavorazioni alle macchine utensili
(asportando parte del materiale) non andremmo a variale la disposizione delle fibre, che resterebbero
parallele all’asse del cilindro. Ciò implicherebbe una scarsa resistenza della testa per sforzi normali all’asse
del cilindro.
Teste di bulloni vengono infatti realizzate tutte con processi di deformazione a caldo.
In campo automobilistico, elementi molto sollecitati come le bielle e gli alberi a gomito, sono sempre ottenuti
per stampaggio.
Esistono diverse tecniche di stampaggio che si differenziano principalmente per il tipo di attrezzi
utilizzati e per la qualità dell’oggetto prodotto. Le fasi di stampaggio possono essere multiple, le operazioni
che comportano un flusso di materiale hanno infatti facilità di essere eseguite se sono di entità modesta e se il
materiale durante queste lavorazioni non si raffredda eccessivamente. Solitamente la lavorazione viene divisa
in più fasi successive:
Semilavorato di partenza
Sbozzatura
Dettaglio
Stampaggio di sbozzatura
(blocker-typer forging) produce pezzi sbozzati che saranno poi
lavorati alle macchine utensili. Lo sbozzato viene ottenuto con
un solo stampo; la pressione richiesta per uno stampo di
questo tipo su lega di alluminio è di 1.5-2.5 toc/cm^2. Questi
forgiati devono presentare ampi raggi di raccordo e
necessariamente forti spessori.
Normalmente gli spessori vengono successivamente ridotti per asportazione di materiale. Nonostante il
risultato sia di scarsa qualità geometrica, comunque avrò raggiuto l’obbiettivo di direzionare il flusso di
materiale durante il processo ed ottenere quindi una struttura fibrosa nel materiale.
Stampaggio convenzionale
Stampaggio di precisione
Ricalcatura e elettroricalcatura
Più è sofisticato lo stampaggio, minori sono le successive lavorazioni alle macchine utensili,
ma occorre un maggior numero di stampi. La scelta finale si basa su considerazioni di
carattere economico, che devono tener conto del numero di elementi da costruire.
Il primo aspetto importante da valutare nel disegno di un elemento stampato è la posizione della
superficie di separazione dello stampo. La sua posizione influenza:
il costo
Linee di flusso: definiscono l’andamento della grana e delle fibrosità che lo stampaggio lascia all’interno del
materiale.
Andando a modificare la locazione della linea di separazione degli stampi stiamo modificando quindi:
Geometria stampo e geometria del pezzo ottenuto: dovranno essere previsti in basa alla locazione
della linea di separazione degli angoli di sformo e raggi di raccordo adeguati.
Flusso metallo: il metallo situato in prossimità della linea di separazione compirà degli spostamenti
piccoli.
Nel caso di un forgiato che presenti anime a quote diverse è opportuno che la linea di separazione segua il
piano dell’anima, per facilitare il deflusso del materiale dall’anima al canale di bava.
La posizione e la forma della linea di separazione dello stampo modificano anche il comportamento del
forgiato.
Vi sono però cavità profonde e quindi notiamo anche la presenza di angoli di sformo e raggi di raccordo
adeguati che successivamente dovranno essere lavorati alle macchine utensili. La soluzione è inoltre
asimmetrica, saranno quindi presenti delle forze laterali che tenderanno a disallineare gli stampi.
Una seconda soluzione potrebbe vedere la linea di separazione lungo il contorno del pezzo.
Soluzione simmetrica, non vi sono forze che tendono a disallineare gli stampi.
Nella scelta del piano di separazione è opportuno considerare le eventuali forze laterali che si sviluppano
sugli stampi al momento della chiusura, a causa della non simmetria del pezzo da realizzare.
Forze laterali sono azioni che agiscono sugli
organi meccanici della pressa; durante la
chiusura posso avere disallineamenti degli
stampi che producono una variazione di
geometria del pezzo.
Angoli di spoglia
Per poter estrarre un pezzo da uno stampo è necessario che il pezzo presenti opportuni angoli di spoglia.
Generalmente si adottano angoli di 5 gradi, misurati rispetto al piano di stampaggio. Angoli inferiori (3,1 fino
a 0 gradi), sono possibili ma complicano l’estrazione del componente dallo stampo, per cui bisogna ricorrere
ad estrattori che indeboliscono gli stampi e ne aumentano i costi.
Sottosquadri
Non sono possibili sottosquadri che impedirebbero l’apertura dello stampo.
Raggi di raccordo
I raggi di raccordo nel disegno dei pezzi forgiati dipendono dal tipo di stampaggio (sbozzato, convenzionale o
di precisione).
Nelle lavorazioni per stampaggio non è possibile ricercare geometrie troppo vicine a quelle ottenute nello
stampaggio di precisione in un singolo stampaggio (stampaggio di precisione è eseguito in tre passaggi).
Spessori minimi
Lo spessore delle anime dei pezzi forgiati deve aumentare con le dimensioni. Le dimensioni infatti danno
un’idea dell’area che è esposta alla lavorazione (a contatto con lo stampo) e quindi della velocità con cui il
sistema si raffredda. Se possibile, un’anima a spessore variabile è preferibile ad un’anima a spessore costante
poiché consente un maggior deflusso del metallo.
Costruzione stampi
Per costruire gli stampi si utilizzano acciai ad elevata resistenza quali acciai al NiCrMo.
In generale gli stampi sono molto sovradimensionati, sia per resistere alle elevate sollecitazioni, sia per
consentire una nuova lavorazione dello stampo.
Vengono previste delle zone coniche, utili per il centraggio dello stampo.
Gli stampi vengono realizzati principalmente in due modi:
Fresatura a controllo numerico: in tal caso, a valle della lavorazione abbiamo una finitura e
successivamente vi sono dei trattamenti superficiali che vanno ad incrementare la durezza
superficiale e la resistenza ad usura dello stampo.
Elettroerosione: Viene usato un elettrodo (grafite), il metallo viene inserito in un bagno di olio
elettrolita. Viene realizzata successivamente una grande differenza di potenziale tra il pezzo e
l’elettrodo. Vengono ad instaurarsi quindi delle scintille che vanno a erodere il pezzo e l’elettrodo.
Con una giusta scelta dell’elettrodo l’erosione sarà concentrata sul pezzo.
Riscaldare stampi
Nel Hot Isothermal Forging lo stampo viene riscaldato alla stessa temperatura del pezzo (400-450 per leghe
di alluminio, fra 900 e 1250 °C per acciaio, titanio e leghe base nickel).
A queste temperature per poter effettuare l’Hot Isothermal Forging sono necessari stampi costruiti con
materiali costosi e difficili da lavorare; pezzo e stampo devono essere protetti con vuoto o gas inerte per
prevenire l’ossidazione.
Con l’Hot Isothermal Forming si possono ottenere forme molto complesse con minori passaggi.
La figura mostra un componente stampato in modo convenzionale (sx) e con Hot Isothermal Forging (dx).
Nel primo caso è evidente il canale di bava. Nel secondo caso si realizza un componente che ha già la forma
finale (net shape).
Stampaggio Varianti: Ricalcatura a Caldo/Freddo
Con questa tecnica si fabbricano rivetti e bulloni a partire da vergelle e fili (lega di alluminio, titanio, acciaio).
Alloy 2214-T6.54
Aircraft Wheels