ESSENZIALI LEZIONE 4
Memoria di forma (leghe nicheltitanio e simili)
Applicazioni dell'isteresi Memoria di forma nei polimeri
Funzionamento in regime vetroso e gommoso
Biotribologia
Leading edge vortex
Aspetti superficiali Colore strutturale
Camuffamento
Ottici (superlente)
Metamateriali Elettrici (materiali schermanti)
Nanotubi di carbonio
Significato dell'ibridazione
Diagrammi di Ashby Diagrammi di Ashby con variabili meccaniche
Diagrammi di Ashby con altre variabili (es., termiche)
Diagrammi di Ashby e costi
TECNICHE DI LAVORAZIONE
(processi tecnologici di produzione)
Per ottenere un semilavorato da un materiale si può:
Deformarlo
Deformarlo Laminazione, forgiatura,
(tirarlo, comprimerlo)
(tirarlo, comprimerlo) trafilatura, estrusione
Stamparlo Stampaggio ad iniezione,
a compressione, sotto vuoto
Colarlo In sabbia, a pressione, a cera persa
Prototipazione rapida
Stratificarlo
(laser, stereolitografia)
TIPI DI STAMPO E PROBLEMI CONNESSI
Tutti i processi, tranne la stratificazione, richiedono la
presenza di stampi. Gli stampi possono essere
provvisori, in quanto rimossi o distrutti al momento
della produzione del materiale, come tipicamente
avviene per i ceramici ed i metalli, a meno che non
si utilizzino forme aperte (lingottiere), oppure
riutilizzati ripetutamente (e progettati
esplicitamente per la produzione di un certo
pezzo), come nel caso dello stampaggio dei
polimeri e dei compositi.
Negli stampi da riutilizzare, sono essenziali, oltre alla
chiusura il più possibile perfetta delle facce,
alcune proprietà, come l'assoluta planarità delle Stampo per plastiche per
facce dello stampo, la loro non contaminazione, e, stampaggio ad iniezione
specie nel caso di stampaggio di resine
termoplastiche, il riscaldamento uniforme dello
stampo, ottenuto di solito con resistenze elettriche
o con un bruciatore di gas su una delle due facce.
COME PROCEDE INVECE LA NATURA...
• Processi di divisione cellulare (mitosi per cellule non riproduttive con
conservazione del DNA e meiosi per cellule riproduttive con raddoppio del
DNA), quindi autoassemblaggio
• Il processo prediletto per l'autoassemblaggio è l'estrusione, che è in accordo
col principio della “tensegrity” (tensione senza deformazione plastica).
• In determinati casi, quando è richiesta una particolare rapidità del processo,
la natura utilizza anche lo stampaggio ad iniezione.
Mitosi Meiosi
METODI DI DEFORMAZIONE (plastica)
La scelta del metodo di deformazione dipende
. essenzialmente dalla forma dell'oggetto che
si vuole produrre (anche parzialmente dal
materiale, p.es. l'imbutitura viene effettuata solo
su metalli sufficientemente duttili). Di solito più
processi vengono utilizzati per ottenere un pezzo.
Esempio
I metodi di deformazione plastica possono dividersi in a freddo (ad una
temperatura di meno del 35% della temperatura di fusione del metallo
utilizzato), a tiepido (tra il 35 ed il 55%) ed a caldo (oltre il 55%)
METODI DI COLATA
Nel caso dei metalli, si utilizzano linee di colata,
in cui metallo liquido attraversa per gravità
una forma permanente a fondo aperto (lingottiera),
solitamente in rame e e raffreddata esternamente
con acqua, cosicché il metallo solidifica in superficie,
mentre rimane prevalentemente liquido all'interno.
Questa pelle solidificata fornisce abbastanza stabilità
all'intero pezzo colato da farlo scendere attraverso
un percorso curvo, nel quale continua ad essere
raffreddato forzatamente attraverso degli spruzzi
d'acqua diretti. Giunto in orizzontale,
il pezzo colato è pronto per ulteriori lavorazioni
(es. laminazione, forgiatura).
Una soluzione frequentemente adottata nell'estrusione è la miscelazione di diversi
materiali nell'estruso, detta coestrusione.
Nella tramoggia d'alimentazione vanno immessi tutti i componenti desiderati nel
prodotto finale, per es. antiinfiammanti, coloranti, ecc., i quali modificano il flusso
lungo l'estrusore.
Questo
fa sì che sia difficile cambiare
linea di prodotto senza modificare
radicalmente l'estrusore.
DETTAGLIO DEL SISTEMA DI ESTRUSIONE
DELLE PLASTICHE
Lungo la vite di estrusione, ci sono diversi settori di flusso, in particolare
(nell'ordine) alimentazione, fusione, pressurizzazione (dove il flusso diventa
più o meno uniforme), decompressione (dispersione dei gas disciolti),
e mescolamento (rottura delle particelle più grosse)
SECREZIONE DELLA SETA
Filiera della seta
(struttura della ghiandola)
Testa di una larva di baco da seta
Il baco da seta, come tutte le larve di
lepidotteri, possiede due ghiandole
salivari modificate, responsabili della
produzione della seta, che viene
estrusa attraverso un ugello durante
il movimento della testa.
Nei ragni il sistema di estrusione è
più complesso, per adattabilità della
seta a diverse funzioni.
SETA DEI RAGNI: ESTRUSIONE E PROPRIETA'
TIPI DI GHIANDOLE E SETA PRODOTTA
Cicli di isteresi di due sete
Proprietà di trazione diversi materiali di ragno con funzione diversa
(ed alcune sete di ragno): ci sono enormi
variazioni biologiche tra i diversi ragni (v. sotto):
Vedova nera
(Latrodectus mactans)
Ragno crociato
(Araneus diadematus)
PROPRIETA' MECCANICHE DELLA SETA
Proprietà dei materiali con densità simile alla seta (circa 11.1)
Stampaggio con soffiatura
Formatura
(ac sono termiche,
d è meccanica) Profili di temperatura
nei vari casi
Lo stampaggio semplicemente per gravità o a pressione si basa
sul presupposto che lo stampo si riempia sufficientemente
ed in modo abbastanza uniforme. E' ideale per plastiche abbastanza reticolate
(intermedie tra termoplastiche e termoindurenti)
LEGGE DELLA VISCOSITA' DI NEWTON
Dimensionalmente la viscosità
è data da una pressione per un
tempo, generalmente in Pa*s
(pascal al secondo)
La legge della viscosità di Newton fornisce il valore della viscosità,
indicata con la lettera µ (mu) come: µ =F*h/(A*v)
In pratica, per mantenere una velocità costante v contro la forza
ritardante data dalla viscosità del liquido, si richiede una forza di
spinta F quando la separazione tra le due superfici è uguale ad h.
In altre parole, la legge di Newton dice che la forza da applicare ad un fluido
per farlo scorrere contrastando l'attrito dato dalla viscosità
non dipende da quanto rapidamente viene applicata la forza.
I fluidi che si comportano in questo modo
(es., acqua, mercurio, olio, etanolo, benzene) si dicono newtoniani.
VISCOSITA' NEI POLIMERI
I polimeri e le loro soluzioni non sono fluidi newtoniani: non possono esserlo
perché il comportamento dei polimeri, essendo viscoelastici, dipende per
definizione dal tempo.
In un materiale viscoelastico il modulo longitudinale o trasversale è un modulo
complesso, p.es. G (ω) = G1 (ω) + i G2 (ω) che può essere ottenuto risolvendo
l'equazione differenziale del moto di un sistema oscillante (ω si legge “oméga”).
G1 è anche riferito come "funzione memoria" (storage modulus), in quanto è la
parte elastica del modulo e i materiali immagazzinano energia durante la
deformazione e la rilasciano durante lo scarico, con delle perdite (isteresi)
che sono espresse dal modulo di sfasamento G2 (loss modulus).
La tangente dell'angolo formato dalla curva sforzo
deformazione è detta, a somiglianza di quanto si fa
in Elettrotecnica, dove indica la percentuale di
potenza reattiva, da tan δ= G2/G1
Più l'angolo delta è grande, più si può considerare
che il fluido ha proprietà “solide”, più è piccolo, più
ha proprietà “liquide”.
MODULO COMPLESSO E VISCOSITA' COMPLESSA
(misura in modulazione di frequenza)
La viscosità si misura applicando una forza di taglio su un provino
a diverse frequenze (almeno tra 1 e 1000 Hertz) e misurandone
la deformazione nel tempo
ANDAMENTI FUNZIONE MEMORIA E PERDITE
(qui per esempio sul polipropilene)
Il livello di picco delle perdite con la temperatura, indicate con tan delta,
rappresenta un limite di utilizzo più restrittivo della temperatura di
rammollimento, e d'altro canto suggerisce la difficoltà dello stampaggio
per semplice termoformatura per molti polimeri (recentemente, specie sui
biodegradabili)
CURVA FUNZIONE MEMORIA
VS. CONTENUTO DI STABILIZZANTE
(olio di ricino: castor bean)
L'aumento del modulo elastico con l'aumento della quantità di plastificante
può anche estendere l'intervallo di temperatura di utilizzo
nelle plastiche termoindurenti (qui biodegradabili)
C'è spesso però una penalità da pagare in termini ambientali: p.es.,
uno degli stabilizzanti più diffusi è lo stirene, monomero del polistirene,
che riduce la biodegradabilità del materiale.
FLUIDI NONNEWTONIANI
Fluido plastico (o di Bingham)
Incomincia a fluire all'improvviso quando la forza applicata supera un certo valore detto di
snervamento (p.es., dentifricio, maionese)
Pseudoplastico
Fluido per il quale la viscosità decresce quando la velocità di applicazione della forza aumenta
(p.es., nella maggior parte delle vernici e delle resine, nel ketchup o nell'amido di mais); più
alta è la forza applicata, meglio il fluido scorre
Dilatante
Fluido per il quale la viscosità aumenta all'aumentare della velocità di applicazione della forza
(p.es. sospensioni molto dense di sabbia, o gel “magici”)
Tixotropico
Dipendente dal tempo: applicando una forza costante (per esempio agitando la soluzione), la
viscosità gradatamente diminuisce e dopo un certo tempo inizia lo scorrimento (p. es., nella
panna montata, nella marmellata o nel sangue)
Materiale tipo
Silly putty “slime”
(gel di silicone) (gel di polisaccaridi).
questo è un esempio
ottenuto da alghe.
Silly putty e slime sono due esempi di fluidi dilatanti
MODELLI REOLOGICI POLIMERI
Yield point (tau) =
Snervamento
Shear thinning = pseudoplastico
Shear thickening = dilatante
PSEUDOPLASTICITA'
E STAMPAGGIO AD INIEZIONE
Il principio dello stampaggio ad iniezione è che il polimero, sotto forma di
granuli, cade per gravità da una tramoggia in un cilindro, dove viene spinto
attraverso una vite senza fine rotante in una sezione riscaldata
elettricamente, cosicché si ammorbidisce e scorre.
Quando il cilindro contiene abbastanza materiale da riempire lo stampo, l'azione
della vite senza fine si arresta. Nello stadio finale, la vite si muove
assialmente, spingendo il materiale attraverso un piccolo ugello, e giù entro
canali, fino ad una cavità che lo spinge in uno stampo raffreddato.
L'iniezione si rende necessaria per molti polimeri, perché la maggior parte dei
polimeri si degrada prima di raggiungere una temperatura sufficiente a
riempire uno stampo adeguatamente sotto il solo effetto della gravità.
Lo stampaggio ad iniezione dà delle alte velocità di flusso, nel momento in cui il
polimero è compresso per entrare nello stampo. La pseudoplasticità
consente con questa forza crescente di aumentare sostanzialmente la fluidità
del polimero. Questo spiega anche perché è preferibile usare alte pressioni
(la fluidità cresce ulteriormente).
DIAGRAMMA E TEMPI STAMPAGGIO AD INIEZIONE
I tre tempi del processo di stampaggio ad iniezione
sono il riempimento dello stampo, il processo di applicazione
della pressione ed il raffreddamento del pezzo stampato
I tempi di processo sono determinati dalla velocità
di riempimento dello stampo e dal raffreddamento
e consolidamento del pezzo nello stampo (in questo
caso naturale), che può essere anche accelerato
per insufflamento di aria fredda, però potrebbe
produrre tensioni meccaniche nel pezzo
Tre fasi: iniezione, serraggio e stampaggio
E' essenziale il buon funzionamento del sistema di chiusura dello stampo (che può
essere idraulico o meccanico) che sia non soltanto ermetica, ma consenta di dare
spessori il più possibile uniformi
STAMPAGGIO AD INIEZIONE IN NATURA: BISSO
Seta di ragno Seta da molluschi
Diametro delle fibre (μm) 5 100
Il filo bissale dei molluschi (a sinistra), è un tipico sistema ad elasticità
variabile (al centro), che viene creato nel giro di pochi minuti da cristalli
liquidi polimerici smectici, cioè con molecole allineate in strati distinti,
all'interno dei quali hanno una struttura simile alla tripla elica del
collagene (a destra). Hanno in questo modo il vantaggio che la loro
struttura può essere predetta, conoscendo la sequenza degli aminoacidi
che li forma.
RIASSUMENDO: CASI DI BIOISPIRAZIONE
Con necessità di un microscopio:
Microispirazione p.es., geco, foglia di loto, pelle dello squalo
Comprensibile anche ad occhio nudo:
Macroispirazione p.es., Velcro, sistema di traspirazione del
termitaio (v.sotto)
In cui la forma evidenzia la funzione: p.es,
Ispirazione morfologica serbatoi ispirati alla calla, aerodinamica Boxfish
Vettura Daimler
ispirata al boxfish
(sopra) per migliore
aerodinamica
Centro commerciale ad Harare ispirato al termitaio