BILANCIA DI MOHR-WESTPHAL
Studente: Andrea Cipria Anno accademico: 2010-2011 Matricola: MO5/000133 Esperimento: Bilancia di Mohr-Westphal E-mail: billymetal@gmail.com
La densit di un corpo definita come il rapporto tra la massa del corpo ed il volume del medesimo. L'esperienza effettuata in laboratorio ha come scopo la misurazione indiretta della stessa, basandosi sul principio di Archimede. Nel nostro caso specifico, il fluido preso in esame l'alcool, la cui densit sperimentale verr confrontata con il valore di densit tabulato. La densit:
In generale, la densit dipende dalla temperatura in quanto il volume di una sostanza varia al variare della temperatura. Un esperimento didattico, per verificare ci anche nel caso dei solidi, consiste nel prendere una sfera metallica, di massa (quantit di materia) nota m , che passi appena attraverso un anello metallico; questa sfera avr un volume V 1 e densit d 1 Se la sfera viene scaldata sufficientemente, non passer pi attraverso lanello poich con il riscaldamento ha subito un aumento di volume e quindi di raggio, senza che la sua massa abbia subito variazione. Quindi, sapendo che m non ha subito cambiamenti, e che V 1V 2 , allora sar: m m =d 1 d 2 V1 V2 Questo comportamento caratteristico di moltissime sostanze, indipendentemente dallo stato fisico in cui si trovano: si ha pertanto una diminuzione della densit quando la temperatura aumenta.
Il fenomeno, a livello atomico, si spiega con la variazione dell'oscillazione degli atomi attorno ad un punto di equilibrio, dato dalla maggiore temperatura (e quindi da una maggiore energia). L'oscillazione non simmetrica, ma aumenta l'allontanamento dal punto di equilibrio. A livello macroscopico, si traduce in un aumento del volume del materiale con l'aumento della temperatura.
Il nostro apparato: la Bilancia di Mohr-Westphal Il principio di Archimede dice che un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l'alto, uguale per intensit al peso del volume del fluido spostato. La bilancia di Mohr-Westphal uno strumento utilizzato per misurare la densit in maniera indiretta basandosi, per l'appunto, su tale principio. costituita da un piedistallo in metallo con alla base tre piedi fissi ed uno regolabile in altezza, per poter posizionare centralmente la punta di controllo all'estremo di un braccio della bilancia. Sull'altro braccio, pi lungo, sono presenti dieci pioli dove verranno appesi tre pesi, detti cavalieri, con rispettivo valore di densit 0.1, 0.01 e 0.001. Il galleggiante all'estremo del braccio lungo della bilancia viene immerso nel liquido, e i bracci della bilancia vengono equilibrati con i cavalieri, il cui valore corrisponde alla densit relativa del liquido.
Esempio:
La lettura del valore finale si effettua sommando i valori relativi dei cavalieri, moltiplicati per il numero del posto in cui si trovano. Quindi, dato che: il cavaliere grande vale 0.1 il cavaliere medio vale 0.01 il cavaliere piccolo vale 0.001
Esempio descritto in fig. 1:
Il momento della spinta dei cavalieri corrisponde al momento della spinta idrostatica: Mg 9 M M g 2 g 4= d x Vg 10 10 100 3
Un'occhiata attenta alla formula ci permette di capire facilmente che, se il valore cercato d x , le uniche misure dirette possibili si effettuano tramite i cavalieri. Nel nostro caso stato utilizzato anche un termometro, con il quale stata misurata la temperatura ambiente, e del liquido preso in esame. La raccolta dei dati si svolta nel seguente modo: in primis, si riempito il cilindro con alcool fino a circa 3/4 della capacit totale; tale cilindro stato accuratamente posizionato inferiormente al galleggiante, in una posizione che fosse pi centrale possibile. Subito dopo, con attenzione e in maniera costante, il galleggiante stato calato interamente nel liquido (o meglio, il cilindro stato sollevato con un sostegno regolabile fino a far immergere il galleggiante [fig. 2]). A questo punto, la misura vera e propria: i cavalierini sono stati piazzati di volta in volta in posizioni diverse, fino a trovare quelle grazie alle quali l'ago si fosse fermato sulla tacca centrale, come mostrato in figura 3. L'operazione stata ripetuta varie volte, ed eseguita (misurazione singola, solo come riferimento) anche con acqua e acetone. Di seguito, la tabella delle misure: Misura 1 2 3 4 5 6 7 Alcool 0,834 0,834 0,832 0,833 0,834 0,834 0,834 4 Acqua distillata 0,993 Acetone 0,777
Figura 3: L'ago che oscilla attorno alla posizione centrale Figura 2: Il galleggiante
Di seguito si riportano le temperature corrispondenti per ogni misurazione: Misura 1 2 3 4 5 6 7 Alcool 29,5 29,0 30,0 29,5 29,0 29,0 29,0 Acqua distillata 29,0 Acetone 29,5
La temperatura media rilevata in laboratorio era di 30C, mentre la temperatura dei liquidi in esame ha subito lievi oscillazioni comprese tra 29C e 30C. Il cilindro, dopo ogni singola misurazione, stato lavato ed asciugato (cos come il galleggiante), in modo da evitare eventuali miscele di liquidi, che avrebbero potuto influenzare negativamente il corretto svolgimento dell'esperienza.
bene fare attenzione alle misure prese, in quanto (come facilmente si nota) sono state prese molte pi misure dell'alcool rispetto agli altri liquidi. Questo perch, invece di un confronto sterile fra densit relative, si preferito focalizzare su un unico soggetto, in modo da evidenziare particolarmente il rapporto tra densit e temperatura. Siamo infatti in possesso di alcuni dati precedenti alla nostra esperienza, ottenuti con lo stesso apparato, a differente temperatura. L'errore massimo a priori stato considerato pari a 0.001, dato che tale valore corrisponde alla variazione minima effettuabile tramite il cavaliere pi piccolo. Si riportano i valori medi: Alcool 0,852 0.001 Temperatura 24,5
Un lettore attento avr gi notato l'evidente aumento di densit con una differenza di circa 5C. Di seguito, un grafico di tutti dati in nostro possesso, visivamente molto utile: 5
Si osserva facilmente che il grafico sembra mancante di una parte; questo inconveniente dovuto alla relativamente ampia escursione di temperatura fra i dati attuali e quelli precedenti alla nostra esperienza. In questo caso si preferito analizzare esclusivamente i dati provenienti dal nostro strumento, perch, nonostante ci fossero dei valori tabulati intermedi a cui fare riferimento, non se ne conosce la provenienza, quindi potrebbero anche essere errati, o, nel migliore dei casi, soggetti a incertezze di cui non conosciamo l'entit. Tuttavia, la mancanza dei dati intermedi non un vero e proprio inconveniente, in quanto ci permette di osservare una sostanziale variazione di densit. Analisi dei dati
0,86 0,85 0,85 0,84 0,84 0,83 0,83 0,82 25,0C 29,0 C 29,0 C 29.5 C 30.0 C 24.5 C 25,0C 29,0 C 29.0 C 29,5C Densit
Al fine di fornire una spiegazione pi accurata, si allega un grafico di dati tabulati, che si mostrano piuttosto in accordo con i nostri dati sperimentali. Nonostante le lievi differenze, i valori della curva si mostrano molto simili ai nostri dati sperimentali. Sono state prese in considerazione solo le prime tre cifre decimali, in quanto corrispondono alla massima precisione ottenibile con il nostro apparato. Questo significa che la deviazione standard risulta numericamente uguale all'errore massimo a priori. un caso particolare, ma giustificato dalla scarsa presenza di errori sulle misure, che presentano fluttuazioni trascurabili. Per calcolarla, ci si serviti della formula canonica, assumendo come media la media pesata fra le temperature: 29 C x i x2 = n 6
0,87 0,86 0,86 0,85 0,85 0,84 0,84 0,83 0,83 0,82 5 10 15 20 25 30 35
0,836 0,848 0,861 0,856
Densit
Considerazioni
Il criterio di Chauvenet, in questo caso, risulta inefficace e, per essere precisi, probabilmente anche inappropriato, perch i dati oscillano all'interno di due errori massimi, e, dato il confronto positivo con i dati tabulati, non c' nessun dato che possa essere considerato sospetto. Questo fenomeno anche da ricondursi all'esiguo numero di cause di errori in questa esperienza, combinato dal lungo tempo di attesa affinch l'ago raggiunga il punto di equilibrio. Per calcolare l'errore totale ci si serviti della formula classica: X = 2 2 Come si era previsto, l'errore totale (approssimato) risulta 0.001, valore che rientra perfettamente nei dati che abbiamo raccolto, confermandoci la bont delle misure effettuate. Tuttavia, non conoscendo l'esatta provenienza dei valori tabulati, si invita il lettore a prendere i dati con le pinze, nonostante siano stati utilizzati come riferimento per i nostri dati sperimentali. Per ripetere l'esperienza con efficacia, si consiglia di lavare ed asciugare accuratamente il cilindro e il galleggiante, e di non attendere troppo a lungo durante la presa delle misure, visto che liquidi come acetone ed alcool sono soggetti ad una facile evaporazione. Si consiglia inoltre di tenere costantemente sott'occhio la temperatura, sia dell'ambiente, sia del liquido. NOTE: Si ringraziano il prof. Foti e la prof. Simone per la loro disponibilit nel periodo in cui si svolta l'esperienza, e Davide Fallara per aver fornito le sue precedenti misure sul medesimo apparato.
BIBLIOGRAFIA: Elementi di analisi dei dati sperimentali, A. Foti, C. Gianino, Liguori Editore Lange's Handbook of Chemistry, 10th ed. Siti web per ricerche