𝐹 𝑆
𝜎= ; 𝜏=
𝐴 𝐴
I bordi di grano alle basse temperature rafforzano i metalli, costituendo una barriera
allo scorrimento delle dislocazioni. In condizioni di alta temperatura invece, questi
diventano regioni deboli, favorendo lo scorrimento.
Possiamo distinguere due tipi di lavorazioni, la lavorazione a freddo, effettuata sotto
la temperatura di ricristallizzazione, e la lavorazione a caldo, effettuata sopra tale
temperatura.
Quando un metallo viene deformato plasticamente a freddo si incrudisce, aumentando
la sua resistenza e diminuendo la duttilità. L’incrudimento viene rimosso con
trattamenti termici di ricottura, dove il metallo incrudito viene riscaldato lentamente
(ad una temperatura sempre inferiore a quella di fusione). Grazie a questo processo
avvengono fenomeni di ricristallizzazione e ingrossamento dei grani, addolcendo il
metallo. La combinazione di trattamenti di incrudimento e ricottura consente di
ottenere grosse riduzioni di spessore sei semilavorati metallici, senza rottura.
Prove Meccaniche
I metalli e le leghe sono lavorati in diverse forme con varie tecniche di produzione.
Alcuni dei processi industriali più importanti sono le lavorazioni di fonderia per
ottenere getti, la laminazione, l’estrusione, la trafilatura, la forgiatura e l’imbutitura.
Le prove effettuate sui metalli e sulle leghe più importanti sono:
Prova di Trazione: Ad un provino viene applicato uno sforzo assiale, abbiamo
un’iniziale deformazione elastica, seguita subito dopo da una plastica
permanente. Le caratteristiche più importanti ottenute sono il carico di
snervamento, il carico di rottura, l’allungamento percentuale e l’indice di
duttilità. Tutte queste grandezze sono relazionate nel diagramma sforzo-
deformazione.
Nel caso di tempra (raffreddamento veloce), la struttura della lega sarà martensitica,
cioè formata di martensite. La martensite è una struttura metastabile, soluzione solida
interstiziale di carbonio e ferro. Il carbonio è posto nel reticolo CFC dell’austenite,
quando il raffreddamento è rapido, non c’è possibilità che cambi posizione (assenza
di fenomeni diffusivi) per cui rimane incastrato nella struttura CCC formata,
deformandola ad una struttura TCC, tetragonale a corpo centrato. La struttura della
martensite dipende molto dalla concentrazione di carbonio, per tenori inferiori allo
0,2% sarà a listelli, cioè aghi ordinati e sottili, per tenori maggiori all’1% sarà a
placchette, dove gli aghi sono più sparsi e grossolani, per concentrazioni intermedie
la struttura sarà mista.
Abbiamo dunque visto che una lega ferro-carburo di ferro, per raffreddamento lento
assume una struttura perlitica, per raffreddamento veloce una martensitica. Per
raffreddamento abbiamo sempre considerato come temperatura iniziale quella in cui
la struttura è austenitica, analizziamo ora cosa succede in caso di raffreddamento
veloce a partire da temperature diverse, cioè in caso di raffreddamento isotermo.
Prendiamo un provino in temperatura austenitica, e raffreddiamolo velocemente a
temperature di poco inferiore a quella eutettodica, circa 700° e poi tempriamolo.
Notiamo che la struttura risultante è perlite, ripetendo l’esperimento, fino a 550° il
risultato sarà lo stesso, possiamo dunque creare un diagramma di raffreddamento
isotermo (TTT), che sarà composto da due curve ad “S”, la prima dirà il tempo
necessario all’inizio della trasformazione, la seconda il tempo necessario al
completamento.
Per temperature inferiori a 550°, ma maggiori di 250°, la struttura risultante sarà un
misto fra quella martensitica e quella perlitica, chiamata bainitica, cioè bainite, una
struttura eutettodica non lamellare, che a sua volta si divide in superiore per
temperature fra i 550° e 350° gradi, caratterizzata da larghi aghetti di cementite (per
via della buona diffusione) e inferiore, per temperature fra i 250° e i 350°.
I diagrammi TTT sono stati determinati anche per leghe non eutettodiche, queste
presentano due differenze: le curve “S” sono traslate (non si può temprare e ottenere
martensite) e c’è una line superiore di trasformazione proeutettodica (cementite o
ferrite).
Analizziamo ora altri processi termici industriali atti a migliorare le proprietà dei
metalli:
Ricottura: La ricottura è un processo termico che porta l’acciaio a riscaldarsi
sopra una certa temperatura, con lo scopo di eliminare le fasi metastabili e
disciogliere le tensioni acquisite per deformazione a freddo. Può essere
completa, se il raffreddamento avviene nella regione di austenite, di
distensione se sotto questa, omogeneizzazione se avviene ad altissima
temperatura (elimina le micro-segregazioni), di rigenerazione per
riscaldamenti non prolungati, e per sferoidizzazione, per temperature
oscillanti.
Ghise
Sono leghe ferro carbonio dove il tenore di carbonio supera il 2,11%, non sono in
generale deformabili, ed hanno un’ottima attitudine a colare. Si dividono in varie
categorie
Ghise Bianche: Si ottengono quando nella solidificazione non precipita grafite,
ma carburo di ferro, che sarà inserito nella matrice perlitica.
Ghise Grigie: Si formano quando la quantità di carbonio presente è maggiore
di quella discioglibile nell’austenite, per cui precipita grafite.
Ghise Malleabili: Si ottengono dalle ghise bianche per malleabilizzaizone, si
trasformano i carburi di ferro in grafite, che assumono forma di noduli di
ricottura, tramite prima ricottura di grafitizzaizone, e poi raffreddamento
veloce.
Ghise Sferoidali: Sono molto diffuse perché presentano vantaggi mischiati, sia
di acciai che delle ghise, la struttura sferoidale della grafite porta ad una certa
tolleranza di scorrimento.
Alluminio
L’alluminio è un materiale leggero, economico e antiossidante, per cui ampiamente
utilizzato, anche come lega.
Si produce a partire dalla bauxite, minerale contente ossidi idrati di alluminio, che
viene fatta reagire con idrossido di sodio, si eliminano i fanghi rossi prodotti, e si
lascia il tetra-idrossido di sodio, che viene calcinato per produrre allumina.
L’allumina viene disciolta in criolite per produrre alluminio metallico, trattato con
cloro gassoso per rimuovere l’ossigeno residuo.
Si classificano con codici a quattro numeri, il primo indica la serie, il secondo i limiti
delle impurità, e gli ultimi due la superficie.
Se preceduti dalla lettera P possono subire lavorazioni platiche, se dalla G sono
ottenuti come processo di fonderia. Le serie 1,3,5 non sono induribili per
precipitazione. L’indurimento per precipitazione crea un inter-metallo che impedisce
lo scorrimento, si forma in tre passaggi:
Si uniformizza l’alluminio in una temperatura compresa fra la line di solidus e quella
di solvus, poi si tempra e successivamente lo si lascia invecchiare. La precipitazione è
proprio effettuata dal lavoro guadagnato nel diminuire il livello energetico dallo stato
precedente. Durante l’invecchiamento, se l’energia è sufficiente si formano zono GP,
poi un precipitato metastabile ed infine un precipitato stabile. Bisogna però stare
attenti a non incorrere in sovrainvecchiamento.
L’alluminio non ossida grazie ad un processo chiamato anodizzazione, tramite anodo
e catodo di carbonio, nel pezzo viene fatta scorrere corrente, che attira ioni di
alluminio in superficie, che ossidano costruendo uno strato protettivo.
L’alluminio è anche uno dei materiali più riciclabili, gli scarti vengono eliminati
tramite macchine apposite, chiamate separatori ad induzione, poiché funzionano
tramite induttori di campo magnetico rotante, e poi trattati termicamente per
rimuovere altre impurità.
Rame
Il rame è ampiamente utilizzato per l’industria elettrica ed elettronica, grazie alla
conducibilità alta, viene estratto da minerali contenenti solfuro di rame e solfuro di
ferro.
Il rame può essere
Rame non legato: Spesso ha impurità di ossigeno trascurabili, ma che possono
eventualmente essere rimosse per vaporizzazione, fosforizzazione o riduzione.
Ottoni: Lege rame-zinco, con tenore di zinco alto e piccole percentuali di
piombo
Bronzi: Leghe rame-stagno, con maggiore resistenza meccanica degli ottoni
Leghe rame-berillio: Con aggiunte di cobalto, sono molto resistenti a trazione
1.5 Materiali Polimerici
Un polimero è una sostanza composta da molecole elementari, dette monomeri, che si
ripetono in una catena, formando il materiale.
A questa famiglia appartengono la gomma vulcanizzata, bakelite, polivinilcloruro,
poliestere, polietilene, poliammide, politetrafluoroetilene e polipropilene.
Si classificano in base alla natura, alla struttura (omopolimeri, copolimeri e
eteropolimeri), in base al tipo di polimerizzazione e in base alle proprietà termiche
(termoelastici, termoindurenti e elastomeri).
Processo di Polimerizzazione
Il processo di polimerizzazione è il processo di crescita della catena polimerica da i
monomeri, può essere di vario tipo:
Polimerizzazione per Addizione: La molecola di etilene si attiva, e il doppio
legame fra i due atomi di carbonio produce due legami singoli, il prodotto
risultante è chiamato polietilene. Il processo ha inizio tramite dei catalizzatori,
come radicali liberi, e una volta propagato, termina grazie ad agenti esterni. A
questa famiglia appartengono PVC, PP e Teflon.
Proprietà Termiche
Analizziamo le classi di polimeri:
Termoplastici: Richiedono calore per essere plasmati, postumo il
raffreddamento mantengono la forma ed il processo può essere iterato un certo
numero di volte. Sono formati da lunghe catene libere non reticolate.
Possono solidificare come cristallini, semicristallini o amorfi. Per i cristallini,
al diminuire della temperatura non c’è una significativa riduzione del volume
specifico. Continuando il raffreddamento si nota una brusca variazione di
pendenza nella curva. In tale punto identifichiamo la temperatura di transizione
vetrosa, indice di un cambiamento de comportamento da duttile a viscoso. Se
solidifica come parzialmente cristallino la diminuzione del volume specifico è
più evidente e la struttura risultante è una distribuzione di reticoli cristallini in
una matrice amorfa, proseguendo si incontra sempre la temperatura di
transizione vetrosa. I fattori che influenzano la solidificazione cristallina sono:
velocità di raffreddamento, complessità della molecola e grado di
polimerizzazione.