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Dizionario degli ingredienti di autoproduzione cosmetica

(in realizzazione grazie a “L'angolo di Lola”)

Premessa per chiunque legga o voglia collaborare alla stesura di queste pagine: ogni ingrediente è
stato inserito nel momento in cui è nata la necessità di studiarlo in maniera abbastanza approfondita
da poterlo usare in una preparazione. Lo studio deriva al 99% dalla lettura del forum “L'angolo di
Lola”, quindi questo file nasce grazie al contributo di ognuno abbia scritto su quelle pagine nel
corso degli anni. In particolare è da specificare che il lavoro compiuto finora, dato che io non ho
conoscenze di chimica se non poche basi elementari (che sto cercando di ampliare) e non ho ancora
accesso a testi di cosmetologia, è di pura raccolta di informazioni e di “incasellamento”, per creare
schede di veloce lettura da ripassare nel momento in cui si crea una formula. Nulla di tutto ciò è di
mio possesso intellettuale.
Annalisa

Legenda colori:

Attivi
Modificatori reologici
Oli
Tensioattivi cationici

Schema per l'inserimento di una nuova scheda:

CONSERVAZIONE:

AZIONE:

USO:

ACCORTEZZE:

Acido linoleico (vitamina F, vitageno): acido polinsaturo (con due doppi legami),
insieme di acidi grassi essenziali .

CONSERVAZIONE: normalmente liposolubile, velocemente rancescibile, se solubilizzato come


quello acquistabile da Camelis diventa idrosolubile (viene usato il Polysorbate 20). Conservare in
luogo fresco e asciutto in contenitore ben chiuso.

AZIONE: Applicato sulla pelle riduce le infiammazioni, ripara la barriera protettiva della pelle e
rende meno occlusivo il sebo. Utile in caso di scottature, piccoli disturbi dermatologici e ferite. La
Vit F ha eccezionale potere idratante. Per le sue eccezionali proprietà eudermiche la vit F viene
denominata anche vitamina della pelle. Integrità di pelle e capelli è preservata da questa vitamina.
La sua mancanza si evidenzia attraverso questi segnali dermatosi: acne, eczemi, screpolature, pelle
secca e ruvida, ed inoltre unghie fragili, forfora, capelli fragili ed opachi.
Essa mantiene la pelle nutrita e elastica e aiuta la rapida rigenerazione delle cellule.
Formulare e applicare prodotti che contengono vit F serve a migliorare l'idratazione della pelle e
l'elasticità, integrità di capelli e unghie, regolare la formazione del sebo. Si usa soprattutto come
protettivo cutaneo oltre che come fattore di idratazione, contrasta fenomeni di dermatosi e di
secchezza e aiuta a normalizzare eczemi, acne e ruvidità. Fortemente riparatrice, ottima come dopo
sole, in caso di arrossamenti da pannolino

USO: Si utilizza in fase C, a freddo. Normalmente è liposolubile e non ha limiti di uso se non quelli
derivanti dal forte odore. La versione idrosolubile si usa fino al 2% del peso totale della
preparazione.

ACCORTEZZE:

Allantoina: polvere bianca finissima ed inodore. È il prodotto finale dell'ossidazione dell'acido


urico. Viene prodotta tramite la via metabolica denominata catabolismo delle purine e, in alcune
piante (legumi di origine tropicale, come la soia) nella via metabolica che prende il nome di sintesi
delle ureidi. In queste ultime piante l'allantoina, insieme ad altre ureidi, rappresenta la via primaria
di trasporto dell'azoto nell'organismo.

CONSERVAZIONE: Polvere, praticamente eterna. Attenzione all'umidità.

AZIONE: Idratante, disarrossante, anti-irritante, cicatrizzante, antiage.

USO: Idrosolubile (acqua 20°C ca. 0.4%). Non è termolabile se non a temperature elevatissime e
può quindi essere scaldata tranquillamente fino ad almeno 80 gradi. Non ha grossi problemi di pH.
Risulta stabile nel range ph 3-8 (alcuni produttori indicano 4-8). Compatibile con praticamente
tutti gli attivi cosmetici che si usano normalmente. Per usi medici (cicatrizzazione, idratazione
intensa, rinnovamento della pelle) l'uso dell'allantoina va dallo 0.5% al 2% e per usi cosmetici
invece si arriva al massimo allo 0.5% come idratante. Più tipicamente si usa tra uno 0,1 e uno
0,3%. Mantenersi a non più dello 0.5% da aumentare fino all'1% (con i dovuti accorgimenti ) in
caso di prodotti antiage in cui vogliamo migliorare l'aspetto liscio della pelle. In linea teorica una
soluzione di acqua contenente 1% di urea potrebbe alzare la solubilità dell’allantoina a 0,7. E’
comunque molto più sicuro utilizzare allantoina + betaina (trimetilglicina ) per evitare che un
eccesso di allantoina non soluta si ricristallizzi.
Messa in fase A non ci sono grossi problemi (rispettando i valori di solubilità), è il metodo
comunemente adottato da molte schede tecniche. Il vantaggio di questo metodo è che trova subito
quasi tutta l’acqua contenuta nella crema che normalmente sta in fase A. Per la xanthana è lo stesso
che per il carbomer: si scioglie l'allantoina in acqua calda o fredda e poi si fa il gel.
Anche messa in fase C, dispersa a freddo con gli attivi, non si riscontrano di solito grossi problemi.
Se abbiamo esagerato si scioglierà solo quella che si può sciogliere a temperatura ambiente e in
quella quantità di acqua che costituisce la crema, mentre il resto rimarrà disperso
Alcuni dicono che mettendola in C non si rischia che riprecipiti sotto forma di aghi perché l'eccesso
non si scioglie (e rimane una polverina nella crema che non si percepisce).

ACCORTEZZE:
 A contatto con una base forte si decompone in acido ossalico e ammoniaca, lo si sente a
naso.
 L’allantoina inserita in eccesso, una volta raffreddata l’acqua, ricristallizzerà e precipiterà
sul fondo. In talune condizioni potrebbe creare cristalli filiformi, delle specie di capelli, duri
come il vetro.
 La polvere di allantoina non sciolta non è assorbita dalla pelle e quindi non ha alcuna
funzione cosmetica.
Allume di potassio: sale di alluminio e potassio, molto meno antitraspirante del cloroidrato;
completamente naturale, non inquinante, non particolarmente aggressivo sulla pelle integra.

CONSERVAZIONE: polverizzato in bustina chiusa e in contenitore. Valutare il colore e la


formazione di puntini marroni. In cristallo non ha problemi.

AZIONE: deodorante, astringente per pelle grassa.

USO: in un tonico astringente per pelle grassa usare in dosi inferiori allo 0.5% per abbassare il ph
fino a 4.5. Per deodorante in emulsione fluida uso previsto al 3%. Non si può pensare di metterlo a
percentuali troppo alte, non si scioglierebbe: la soluzione satura è composta da 87.80 g di acqua e
12.20g di allume.

ACCORTEZZE:
 pericoloso mettere l'allume su pelle non integra (bruciore e lento avvelenamento sebbene
minore che con uso di alluminio chloridrato). Usare in dosi ridotte.
 Non sciogliere in gel di xanthana (diventa duro e colloso).
 Non tamponare con soluzione di soda, diventa un gel denso (sali insolubili di alluminio)

Bisabolo: sostanza oleosa, incolore e inodore, tratta dall'olio essenziale di camomilla (dovrebbe,
in realtà quasi tutto quello che c'è in giro è di sintesi) dalle spiccate proprietà lenitive. Si può infilare
in tutti i cosmetici in cui abbia senso, visto il costo molto elevato

CONSERVAZIONE: si conserva fino ad un anno oltre la data di scadenza.

AZIONE: Lenitiva, purificante e blandamente antiacne (antimicotico e antibatterico ma ad alti


dosaggi, inutilizzabili perché diventa irritante- come antiacne usare dosaggi "lenitivi" es: 0,5% in
sinergia con altro, ad es: salicilico, inibitori antagonisti della 5alfa reduttase ecc.)

USO: Liposolubile. Usare lo 0,5-1% a seconda dell'effetto più o meno marcato che si vuole
ottenere. Per lenire con diverse molecole (glicirrizzinato, azulene, polisaccaridi vegetali vari quali
quelli dell'aloe della malva eccetera, saponine e flavonoidi vari) si usa uno 0,5. Stabile fino a 330°
C (si può aggiungere in B o in C)

ACCORTEZZE:
 solo quello di AZ è la forma L attiva (da AZ: Contrairement au bisabolol synthétique, qui
contient les 2 énantiomères (D)-alpha bisabolol (forme inactive) et (L)-alpha bisabolol
(forme naturelle, active), le Bisabolol végétal contient uniquement la forme active), mentre
quello di Vernile e qualsiasi altro sia a costo inferiore è il racemo, ovvero un mix al 50%
delle 2 forme L e D. Due parti di racemo corrispondono a 1 parte di forma attiva. (Racemico
economicamente vantaggioso, basta usarne l'1% al posto dello 0.5).

Caffeina: alcaloide naturale presente nelle piante di caffè, cacao, tè, cola, guaranà e mate e nelle
bevande da esse ottenute. Viene a volte citata con i suoi sinonimi guaranina e teina, chimicamente
identificabili nella stessa molecola.

CONSERVAZIONE: polvere bianca, eterna; teme l'umidita.


AZIONE: drenante; applicata localmente, la caffeina inibisce un enzima importante, la
fosfodiesterasi, che controlla la permeabilità della parete vascolare, rendendola più tonica e
riducendo l'edema, lo stravaso dei liquidi nei tessuti, che li rende gonfi e dolenti.

USO: Idrosolubile, in fase A, con gelificante acido che ne facilita la solubilizzazione (carbomer). La
caffeina può essere utilizzata in tutto il range di pH dei cosmetici, ma è consigliato da 4.5 a 5.5 per
migliorarne la solubilità (utile soprattutto ad alto dosaggio). A dosi più elevate del 1% in soluzione
acquosa senza rispettare il pH consigliato si rischia che cristallizzi. La caffeina a temperatura
ambiente è poco solubile (circa 2,2 g/100 ml). Usare al 2% come anticellulite intorno a pH 5 (si può
alzare con l'uso di alcohol) e all'1% in contorno occhi anti-borse, che deve essere a pH più alto
(intorno a 6 – 6.5).

ACCORTEZZE:
 i fattori da tener presente per evitare ricristallizzazioni sono 2: proporzioni acqua/caffeina e
temperatura
 potrebbe precipitare anche in una crema, ma la solubilità varia anche in funzione delle
sostanze presenti
 la caffeina è poco solubile in acqua fredda, pochissimo solubile in alcohol, ma molto
solubile in una miscela di etanolo/acqua 60/40. Il dato di solubilità è maggiore di circa 4,5
volte la solubilità in sola acqua.

Carbomer: famiglia di omopolimeri dell'acido acrilico. Di derivazione sintetica, è tossico per gli
organismi acquatici, ragione per cui ha pallino rosso sul biodizionario

CONSERVAZIONE: rischia l'impaccamento con l'umidità; conservare in buste di plastica ben


chiuse (magari doppio sacchetto). Se si solidifica bisogna ridurlo in polvere con mortaio e pestello.

AZIONE: gelificante; il carbomer dà un bel gel acido, da stabilizzare con una soluzione caustica in
gocce. Il gel sulla pelle si scinde e non filma come la xanthana.

USO: a percentuali inferiori all'1% (in genere da 0,3-0,5); va sparso a pioggia su tutta l'acqua (non
metterlo nel becher prima dell'acqua , si attacca al fondo e non si idrata più, non va mai mescolato
subito, si attaccherebbe alle pareti e al cucchiaino). Lasciare il carbomer a bagno più tempo
possibile, deve idratarsi con tutta calma. Quando i pallini di carbomer sono tutti idratati, prima di
tamponare, frullate bene col minipimer in modo da aprire il polimero. Se possibile non tamponarlo
con soda subito, meglio farlo a crema emulsionata ma prima dell'aggiunta della fase C. Portarlo a
pH 6 circa.
Per le creme si usa di solito in combinazione con la xantana per avere un gel più stabile e più
piacevole da spalmare (0.1% xantana 0.3% carbomer di massima, giusto per avere un’indicazione),
ma il carbomer ha qualche difficoltà a idratarsi quando nella stessa soluzione c'è anche gomma
xanthan, è meglio tenere una parte di acqua della formula a parte in cui si disperderà la xantana e
glicerina come al solito, e lavorando bene solo acqua e carbomer con la quantità di acqua più
grossa. Unire i due gel quando sono formati.
Un altro modo per usare il carbomer è quello di inserirlo dopo aver emulsionato e disperderlo in un
estere. NON in un olio vegetale, quindi via libera a dicaprylyl ether, ethylhexyl stearate e via
dicendo. Anche l'ottildodecanolo funge. Si fa una pappetta, si aggiunge dopo aver frullato A e B (io
spatolo il piattino con una spatola leccapentole per non perderne troppo) e poi si tampona. E' solo
questione di praticità, così non si deve aspettare che si idrati.
I carbomer sono una famiglia, i cui componenti hanno caratteristiche leggermente differenti tra loro:

Carbomer 341 ER: modificato e crosslinkato, regge un po’ di più degli altri variazioni di pH e
salinità. Si utilizza allo 0.5-1% Si consiglia di metterlo nell’acqua della formula almeno 3 ore
prima, altrimenti è difficile da sciogliere perché fa grumi; per velocizzare la cosa si può disperdere
in un estere o in un etere (avete presenti gli olietti sintetici tipo ottil dodecanol lattato, dicaprylyl
carbonato, dicaprylyl ether?) ma mai in un trigliceride (quindi niente olii normali) e aggiungerlo
alla crema già fatta… incrociando le dita. Ovviamente serve tamponare come al solito. Altra idea
per velocizzare, versarlo su acqua ben calda e frullare, frullare, frullare.

Tego Carbomer 140: è il carbomer classico, si disperde bene posandolo sull'acqua fredda e
frullando per qualche minuto fino a che i puntini bianchi saranno tutti spariti, poi si può tamponare.

Carbomer 840: “l'ho messo in acqua ma faceva fatica a disperdersi, quindi ho seguito il consiglio
di anto che diceva di usare acqua calda: ho scaldato nel micro, mescolato con l'aerolatte fino a che i
grumetti sono spariti (ci è voluto un po') e il tutto è diventato opaco, messa la soda e ottenuto il gel”
(trilly). “Regge poco o niente acidi e aloe” (anto).

Carbopol 940: relativamente facile da sciogliere, basta frullare con pazienza per qualche minuto,
poi tamponare.

Carbopol ultrez 20: regge gli elettroliti come il 341 ER ma si scioglie meglio (PAOC) – regge
l'aloe

Carbopol ultrez 21: E’ il carbomer più facile da utilizzare.


Basta versarlo sull’acqua della formula fredda, attendere due o tre minuti, mescolare e tamponare.
Dà un gel che regge anche una minima dose di elettroliti e ha deboli proprietà emulsionanti (fa da
emulsio-gellante): in poche parole se ci frulliamo dentro una piccola quantità di olio non
emulsionato sbianca e lo regge così senza che si separi.

“Un consiglio, dopo aver sciolto completamente la polvere in acqua, neutralizza con ¼ della soda,
mescola lentamente fino ad ottenere un gel omogeneo, in questo modo eviterai la formazione di
grumi, dopo aggiungi la rimanenza della soda (sempre mescolando) per arrivare al ph desiderato e
alla consistenza finale.
se utilizzi lo 0,5% di ultrez 21 puoi ottenere un gel denso tipo quello per capelli ..viscosita 40.000 -
50.000 cps R5/10rpm” (PAOC) – regge l'aloe

Carbopol aqua: Si usa per i detergenti, per i quali gli altri carbomer non vanno bene; inutile tentare
di addensare un bagnoschiuma col carbomer, non regge assolutamente i sali della betaina o di altri
tensioattivi. Si usa a % decisamente maggiori dei normali carbomer, intorno al 7-8% e si unisce
all’acqua subito, quindi bisogna conoscere o fare le prove per sapere quanto ce ne vuole in base ai
tensioattivi utilizzati. Se sappiamo già che la nostra formula verrà liquidissima mettiamolo pure
all’8% nell’acqua, poi aggiungiamo i tensioattivi e alla fine tamponiamo a pH 6 (non a 5.5, si
smonta tutto). Avendo anche proprietà emulsionanti regge anche un 20% di olio, che aggiungeremo
come ultimo ingrediente e mescoleremo. Il detergente si sbiancherà ma l’olio rimarrà sempre
disperso senza separarsi, dando un detergente delicato.
La percentuale minima di utilizzo è 5%, sempre e comunque altrimenti non serve.
Come si usa (Trilly):
Funziona da ph 3.5 a 10
Volendo si può aggiungere uno 0.5 di sale per aumentare la viscosità
E ora il procedimento corretto:
Versare l'acqua nel becker e aggiungere il carbopol, mescolare bene (non frullare)
Aggiungere i tensioattivi, e mescolare, a questo punto il ph dovrebbe essere intorno al 6.5-7
Se non è così tamponare a ph 7
Aggiungere eventuali condizionanti proteine, olii..
Aggiungere eventuali perlanti
Aggiungere profumo, conservanti, coloranti.
Acidificare a ph 5, 5.5 per aumentare la viscosità, si può scendere fino a ph 3.8, sotto 3.8 comincia a
liquefarsi
Se la densità non è ancora quella desiderata aggiungere 0.5 di sale. (compromette leggermente la
trasparenza)

ACCORTEZZE:
 polvere volatile: da non respirare mentre la si maneggia
 Non regge sali ed elettroliti e pH sotto il 5 e sopra il 6, quindi se serve un gel con queste
caratteristiche si usa l’idrossietilcellulosa.
 Se vogliamo mettere un po’ di attivi “smontanti” nella crema badiamo a che l’ultima fase
che aggiungiamo abbia pH compatibile. Se per ipotesi la crema è a pH 6 il mix deve essere
pH 6 . Non si può, aggiungendo gli attivi, portare la crema a 8 e poi riportarla a 6 e neppure
portarla a 4 e poi di nuovo a 6.
 Se nonostante tutta la cura la crema viene troppo liquida non si può aggiungere carbomer ad
un prodotto finito, non riesce ad idratarsi e resta a grossi grumi trasparenti impossibili da
sciogliere; l’unica cosa è aggiungere un regolatore di densità finale come il Salcare SC80
che si mescola agevolmente e si disperde benissimo, con il solito accorgimento di
tamponarne il pH a 6
 Cosa non reggono (escluso carbopol aqua): oltre al pH diverso da 6, anche i sali
smontano il carbomer. Bisogna usarne di meno, oppure, prevedendo la cosa, aumentare la
dose di carbomer fino allo 0.5% o addirittura lo 0.6%. La dose normale è 0.3% e di solito
nelle creme con pochi attivi è sufficiente. Elenco di sostanze “smontanti”
 Acido citrico
 Aloe: già a piccole percentuali smolla tutto o comunque fa il gel più liquido. Non è retto in
particolare dal carbomer 840.
 Bicarbonato: non va usato per tamponarlo; ce ne vuole una vagonata per portare a pH giusto
ed è troppo salino.
 Pantenolo: se se ne mette poco eventualmente prevedere e aumentare un po’ la % di
carbomer a inizio formulazione.
 Proteine quaternizzate
 Sodium PCA
 Sali in generale: quindi niente ammonio lattato o sodio lattato, niente sodio ascorbil fosfato
(o qualsiasi vitamina C idrosolubile), niente tensioattivi, niente potassio sorbato e sodio
benzoato.
 Umectol (è molto salino)

Guar hydroxypropyltrimonium chloride: Tensioattivo cationico, dalla lavorazione


della gomma guar idrossipropilata. Odora di pesce.

CONSERVAZIONE: polvere giallina, evitare che prenda umidità

AZIONE: Gelificante con effetto condizionante, districante e filmante. Dà gel sempre abbastanza
fluidi (bavosi).
USO: Idrosolubile. Usare da 0.15% a 0.3% per avere l'effetto districante senza appesantire il
capello. Scaldare l'acqua della ricetta in un pentolino, quando è molto calda versare a più riprese a
velo dalla cartina su cui lo abbiamo pesato il guar e mescolare ogni volta prima di versarne altro.
Mescolare, lasciare lì per qualche minuto, poi passare al minipimer il gel. Bisogna aprire il
polimero, e non basta mescolare. Deve venire un bel gel trasparente e uniforme, non un gel
biancastro puntinato. Per effetto del frullatore si formeranno delle bolle, ma a raffreddamento
spariranno. A pH 6 si ha la massima trasparenza. Per unirlo ad altri gel dividere l'acqua in due parti
e poi unire i gel.

ACCORTEZZE:
 Se usato a percentuali maggiori dello 0.3% dopo un po' che lo si usa non se ne va più via dal
capello, lo lascia sporco e pesante e dà difficoltà enormi di asciugatura.

Idrossietilcellulosa: Polvere abbastanza fine, bianco-avorio. Polimero non ionico idrofilo


ottenuto per modificazione della cellulosa con gruppi etossilici.

CONSERVAZIONE: conservare la polvere in busta e in barattolo sigillato

AZIONE: Gelificante che dovrebbe andare bene con tutti i tipi di ingredienti (anionici, cationici,
non ionici), in creme, shampoo, detergenti etc. Non è bavoso come la xanthan, non fa i fili, non è
neanche fermo come il carbomer; è un gel pesante (come peso specifico) per nulla budinoso. Forma
gel molto resistenti al pH (stabili da pH 3-12), la maggior densità/stabilità è fra pH 6.5 e 8. I gel
sono molto resistenti anche ai sali, anche in concentrazioni altissime (anche oltre il 10%), con
alcuni sali comunque c'è rischio di precipitazione. L'idrossietilcellulosa forma un film sulla pelle,
più evidente se è un gel e meno evidente se è una crema. Le schede dicono che la glicerina e il
sorbitolo funzionano da plasticizzante, dovrebbero aumentarne la flessibilità e la resistenza, ma solo
se usati dal 10 al 30%.

USO: La densità e la percentuale d'uso variano per i diversi tipi di idrossietilcellulosa e vanno
dall'1% a 5%. In deodoranti uso intorno all'1.5%. Metodi di scioglimento: 1) versare
l'idrossietilcellulosa poco alla volta nel vortice (usando l'elica) perché così si riduce la quantità di
grumi e si idrata meglio. Si continua con l'elica finché la soluzione non è completamente idratata ed
omogenea.
2) si mescola con un solvente idrosolubile prima di aggiungerlo all'acqua. I solventi adatti a questo
scopo sono l'alcool (etilico, puro), altri alcooli e alcuni glicoli (ma non il glicole propilenico perché
si gonfia).

ACCORTEZZE:
 I gel di idrossietilcellulosa a media viscosità tendono a liquefare dopo un po'.
 A volte, nonostante si frulli durante la preparazione, il gel viene a grumi lo stesso, e l'unica è
passarlo al colino. Gli eventuali grumi non spariscono nel tempo, le bolle, che nel lavorarlo
sono parecchie, nel giro di una giornata se ne vanno tutte.
 Si smolla con alcuni tensioattivi tipo la betaina e il sodium oleoamphoacetate.

Insaponificabile di avocado: frazione di un olio che rimane insolubile in una soluzione


alcalina/basica. Per ricavarla si saponifica il lipide e si estrae la parte non saponificata. L'aspetto,
come ti hanno già detto sopra, è quello di un burro più o meno cremoso in base alla temperatura
dell'ambiente.
CONSERVAZIONE: Abbastanza stabile.

AZIONE: ricco di squalene, tocoferoli, steroli ( beta-sitosterolo in primis ), carotenoidi e sostanze


di vario tipo chiamate avocatine. Viene utilizzato per le sue proprietà eudermiche, antiossidanti e
nutrienti.

USO: regge i 110°, sciogliere in fase B; occorre mescolarlo per bene prima che si solubilizzi tutto.
Uso all'1- 2%

ACCORTEZZE:
 conteggiarlo nella cascata di grassi

Inulina: polisaccaride, il cui monomero è il fruttosio, derivante dalle radici di cicoria. Polvere
bianca impalpabile.

CONSERVAZIONE: conservare in busta privata dell'aria e in barattolo ermeticamente chiuso al


riparò dall'umidità e in luogo fresco per evitare che si solidifichi; eventualmente frantumare.
Utilizzabile anche oltre la data di scadenza in quanto sostanza anidra.

AZIONE: L'azione più conosciuta (dell'inulina) è quella di stimolare la crescita di bifidobatteri e di


lattobacilli, i microorganismi della flora batterica con "health promoting activity" la cui
proliferazione impedisce lo sviluppo e l'infezione da parte di organismi patogeni. In
conseguenza di questa azione l'inulina è considerata un fattore prebiotico. In conclusione, l'uso
clinico di oligosaccaridi derivati dall'inulina ha dimostrato effetti benefici sulla flora batterica
vaginale. Uso all'1% in detergenti intimi. Condizionante per capelli fini, che tendono ad
annodarsi.

USO: Si scioglie perfettamente a bagno maria con acqua già bollente. Usare all'1% sia per
detergenti intimi sia per balsami e maschere condizionanti per capelli.

ACCORTEZZE:
 comoda per disperdere alginati, carragenine, kelp e alcuni carbomer che tendono ad
aggrumare. Li si mischia all'inulina e si disperdono sotto agitazione evitando grumi.
 Non altera il pH
 Liscia il capello, fissa e districa molto quando si è tutto asciugato, non subito
 Utilizzare la dose piena di conservante

Niacinamide (vitamina PP, nicotinamide): vitamina del gruppo B


CONSERVAZIONE: in polvere, eterna se chiusa bene.

AZIONE: Schiarente per le macchie brune poiché inibisce il transfert della melanina dai melanociti
(che la producono) agli strati superiori della pelle. Lenitiva per couperose, ustioni. Riparatrice del
derma. Seboregolarizzante ed equilibrante con effetti sulla pelle grassa e acneica (riduzione sebo e
pori dilatati). Antiage con azione anche sulle rughe di espressione.
Attiva processi enzimatici che stimolano il rinnovamento cellulare, promuove la sintesi di filaggrina
e ceramidi per cui contribuisce a che l'epidermide sia integra e compatta, ha un'azione antiossidante
e leggermente esfoliante (attività osservate applicando su pelle umana cosmetici contenenti il 4-5%
di niacinamide). Non è fotosensibilizzante.

USO: Perfettamente idrosolubile, ma termolabile, inserirla in fase C. Non va usata con prodotti
troppo acidi o troppo basici (le ammidi si idrolizzano sia in ambiente acido che basico, dando
origine all'acido corrispondente). Usare la niacinamide ad un pH compreso tra 5 e 7 per evitare
la sua idrolisi ad acido nicotinico, ad azione rubefacente (calore, rossore diffuso). Perché
schiarisca si deve stare tra il 4-5%, l'azione lenitiva si esplica già tra l'1-2% (va bene anche per
i bambini).

ACCORTEZZE:
 Inserire alla fine, dopo aver aggiustato il pH tra 5 e 7
 Tenere la crema molto fluida altrimenti viene collosa.
 Troppa niacinamide (dal 4% in su) può pizzicare. Il bruciore non è segno che funziona,
è segno che la pelle soffre.
 Se nel cosmetico è ormai presente acido nicotinico non si può usare, alzando il pH il
problema non si risolve e si deve buttare.

Pantenolo (despantenolo, acido pantotenico): forma più stabile dell'acido pantotenico


o vitamina B5. Sulla pelle il pantenolo viene trasformato in acido pantotenico.

CONSERVAZIONE:

AZIONE: favorisce una migliore umidità cutanea in quanto penetra negli strati più profondi della
pelle e vi fissa l'acqua. Una pelle secca e sensibile viene quindi mantenuta più a lungo sana, bella ed
elastica. Il pantenolo favorisce il metabolismo energetico delle cellule cutanee e la loro nutrizione
ottimale, e ne stimola la divisione. Esercita inoltre un'azione calmante e curativa, ed è quindi un
ausilio in caso di colpo di sole e di forti eritemi cutanei. Per i capelli, il pantenolo possiede
un'azione particolare: con la sua capacità di fissare l'acqua l'acido pantotenico agisce in modo
particolarmente benefico per i capelli danneggiati, spaccati e secchi. Il pantenolo è utilizzato in
molti prodotti per capelli, dando numerosi benefici (riforzo dei capelli ed effetto anti-rottura)
Idratante, lenitivo, elasticizzante.
Stimola i processi di epitelizzazione (quindi il rinnovamento della pelle e la cicatrizzazione); ottimo
per i doposole e in generale per tutti i prodotti viso e corpo

USO: stabile alla luce ma non al calore: sopra i 70 gradi racemizza quindi è opportuno introdurlo in
formula sempre per lo meno a tiepido se non a freddo.

Face creams 0.5 - 5.0


Body lotions 0.5 - 2.0
Hand cream 0.5 - 3.0
Lipsticks 1.5 (edit by Lola: non ci provate a metterlo nei prodotti per labbra, è amarissimo)
After shave lotion 1.0 – 5.0
Anti-perspirant 0.5 - 1.0
Sun protection lotion 1.0 - 5.0
After sun lotion 1.0 - 5.0
Soap and bath preparations 0.5 - 3.0

ACCORTEZZE:
 incompatibilità pantenolo - gel di sodio ialuronato: il gel si smonta se mescolato
direttamente col pantenolo, quindi aggiungerli separatamente nella crema o gel

Triethyl Citrate: estere medio (specific gravity 1,035-1,039 - spreading value 500-800)

CONSERVAZIONE: utilizzare anche oltre la scadenza finché non cambia odore

AZIONE: Deodorante e batteriostatico. Effetto deodorante: gli enzimi dei batteri presenti
sull’epidermide sono molto più attivi a pH 7 che a pH 5,5 e dunque essi
degraderanno i componenti del sudore spezzettandoli in molecole così leggere da potersi staccare
dalla pelle e raggiungere il naso sotto forma di acido caprinico e capronico (cattivo odore). A mano
a mano che il pH sale il trietil citrato si decompone e libera dell’acido citrico, riabbassando il pH
verso il 5,5. Gli enzimi lavorano poco, non metabolizzano i lipidi del sudore e si puzza meno o
nulla. Inoltre, se il trietil citrato non è efficace perché il pH rimane basso per via dell'allume, lo
rimane comunque perché attaccato dai batteri al posto della parte grassa del sudore apocrino,
evitando la scissione delle componenti del sudore. Il vantaggio è che il pH fisiologico non cambia.

USO: In emulsione usato dal 3% al 5% per effetto deodorante (insieme ad OE, urea o allume, da
solo funziona poco). In un correttore utilizzare 1.25 grammi su 7.25 totali (per stick).

ACCORTEZZE:
 in un deodorante utilizzare in accoppiata a tocoferolo all'1% (evita l'ossidazione dei lipidi
del sudore e il cattivo odore)

Ubiquinone (ubidecarenone, coenzima Q-10): molecola naturalmente presente nel


nostro corpo (nella membrana interna dei mitocondri) in quanto fa parte di quella catena di reazioni
(la catena respiratoria, usa l'ossigeno della respirazione) che permette la riossidazione dei coenzimi
che sono stati ridotti durante varie reazioni del metabolismo, coenzimi che quindi diventano di
nuovo disponibili nella forma ossidata e possono essere riutilizzati.

CONSERVAZIONE: Tenerlo al chiuso e al riparo dalla luce, utilizzarlo massimo dopo un anno
dalla scadenza.

AZIONE: Antiage. E' efficace contro l'ossidazione, aiuta in vari modi contro l'invecchiamento, a
patto che possa penetrare nella pelle; accelera il ricambio cellulare.

USO: Liposolubile. Termolabile, si deteriora a 46 gradi. Negli oli tiepidi si disperde meglio, ma è
opportuno riscaldarli poco (si disperde ma poi riprecipita e la polvere è impercettibile); la miglior
cosa è disperdere la polvere in un estere in fase C. Percentuale funzionale di Q10: 0.1%.
Percentuale massima 1%. Miglior azione tramite mix sinergico: con altri antiossidanti, fra i più
famosi la vitamina C in tutte le sue forme, l'acido lipoico (0,25% assieme ad altri antiradicalici), la
vitamina E.

ACCORTEZZE:
 Lo 0.3% può già risultare irritante.

Umectol Vegetale: fattore di idratazione cutanea, liquido. INCI: Aqua, Glucose, Sodium
Glutamate, Urea, Lactic Acid, Triticum Vulgare, Glycine, Panthenol (più sistema conservante non
buono).

CONSERVAZIONE: Pulire bene il tappo dopo ogni utilizzo, ammuffisce facilmente.

AZIONE: fattore cutaneo di idratazione ricostruito: tenta di imitare la parte idrofila del film
presente sulla pelle che si lega alla parte grassa/oleosa per garantire la massima efficienza della
giusta umidificazione. Contribuisce quindi al mantenimento e/o miglioramento dell'idratazione
cutanea.

USO: Idrosolubile (di difficile soluzione), uso previsto al 2%. Aggiungere a freddo in fase C.
Tamponare il carbomer dopo l'aggiunta.

ACCORTEZZE:
 Abbassa il pH delle preparazione e tende a smontare il carbomer. E' una questione di ph ma
anche di elettroliti, ecco perché anche tamponato l'umectol vegetale tende comunque a
smontare il polimero. Servirebbe un carbomer modificato, cross-linkato in modo da
sopportare variazioni di ph e salinità (ad esempio il tego carbomer 341 ER o il carbopol
ultrez-21 o simili)
 Alzare leggermente il carbomer, non mettere più dell'1% di umectol vegetale e mai dopo che
si è tamponato con la soda caustica.

Urea: sostanza già presente naturalmente sulla nostra pelle come componente dell'NMF (una sorta
di velo lubrificante che produciamo per mantenere idratazione).

CONSERVAZIONE: in polvere, eterna; attenzione all'umidità

AZIONE: cheratolitica (rompe la cheratina liberando acqua, cioè idratazione) e cheratoplastica


(leviga e attacca lo strato più superficiale della pelle), idratante a basse dosi. Ammorbidisce e fa
gonfiare d'acqua i cheratinociti: se in minor percentuale, riesce ad ammorbidirli il giusto, se è di più
li ammorbidisce troppo e questi si staccano, da qui la sua azione blandamente esfoliante. E'
idratante sia nel senso che è igroscopica di per sé, quindi trattiene acqua sulla superficie della pelle,
ma anche perché permette al cheratinocita superficiale di essere meno rinsecchito, quindi dà un
aspetto visivamente migliore alla pelle ed impedisce che il cheratinocita si rinsecchisca tanto da
staccarsi a scagliette - tipico esempio visivo di pelle secca. Deodorante e antibatterica.

USO: Perfettamente idrosolubile a temperatura ambiente (lo scioglimento dell'urea è un processo


endotermico, raffredda il contenitore), quindi non ci sono problemi a scioglierla anche a freddo e in
alte percentuali. Non termolabile, inseribile in fase A ma meglio in C per controllare il pH.
Inserirla mantendosi a pH mai sopra il 6, altrimenti si degrada.
La degradazione dell’urea è influenzata dal pH e dalla temperatura: in ambiente neutro o basico e
ad alte temperature, l’urea si decompone liberando idrossido di ammonio (ammoniaca). Questa
sostanza può essere responsabile di una dermatite irritativa, caratterizzata da eritema, xerosi/
desquamazione, prurito e bruciore, che si può talvolta osservare quando l’urea è applicata ad alte
concentrazioni. Per evitare che il pH cambi di molto in una soluzione, si possono usare dei sistemi
tampone (che per definizione sono dei sistemi che si oppongono alle variazione di pH quando
vengono aggiunte moderate quantità di acidi o basi). 10% Urea + 1% trietil citrato:
all'innalzamento di pH il citrato libera acido citrico che tampona il pH e impedisce all'urea di
degradarsi. 10% Urea + 2% di gluconolattone (stabilizza l'urea ma occhio all'abbassamento di pH
dopo poche ore).
L’urea si può utilizzare a concentrazioni comprese tra il 3 e il 50%; tuttavia, le concentrazioni
inferiori al 10% sono poco utilizzate perché scarsamente efficaci. L’urea è quindi attiva a
concentrazioni comprese tra il 10 e il 50%.
Al 10-15% l’urea è un idratante, perché trattiene acqua nell’epidermide, soprattutto nello strato
corneo. A concentrazioni superiori al 15%, l’urea è un cheratolitico. L’azione cheratolitica è
massima alla concentrazione del 40-50%. A queste concentrazioni l’urea può anche essere utilizzata
in occlusiva.
L’urea, a una concentrazione uguale o superiore al 10%, è anche un batteriostatico nei confronti dei
batteri Gram-positivi, soprattutto Staphylococcus sp. All’azione batteriostatica sarebbe legato il
noto effetto deodorante dell’urea. L’azione antipruriginosa e anestetica è indiretta, essendo legata
all’effetto emolliente: è noto che il prurito e il bruciore diminuiscono riducendo la xerosi e la
desquamazione.

ACCORTEZZE:
 Inserire alla fine, dopo aver aggiustato il pH tra 5 e 6
 Prima acidificare poi iniziare ad aggiungere urea, misurare il pH, riacidificare e
continuare così fino a che non si è messa tutta l'urea. Lavorare sempre a pH acido.
Infine inserire gluconolattone (se non si è aggiunto trietil citrato in B).
 Si sconsiglia l'uso prolungato perché interferirebbe con la maturazione dei cheratinociti in
corneociti, insomma farebbe restare le cellule dello strato esterno della pelle immature,
impedendo la regolare traspirazione (TEWL). Sarà sufficiente che un paio di volte l'anno si
interrompa la crema all'urea e si usi per un mese una qualsiasi molto emolliente.
 Utilizzabile in una a/o: la fase esterna impermeabilizza la pelle e il rilascio di urea è più
lento, ma questa penetra in maggiore quantità e si distribuisce più uniformemente, ma
impossibile riequilibrare il pH se questo si alza. Se si decompone in ammoniaca una a/o si
butta perché è impossibile sapere quanto acido lattico aggiungere.
 Perfetta in abbinamento ad acido lattico (formano un complesso che sulla pelle si scinde).
 L’urea è responsabile di effetti collaterali locali rarissimi, lievi e transitori. La dermatite
allergica da contatto è eccezionale. Eccezionali sono anche le dermatiti fotoallergiche e
fototossiche da contatto, a conferma del fatto che i prodotti che contengono urea possono
essere utilizzati con sicurezza anche d’estate.

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