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Il ciclo dell’acqua si svolge in 

quattro fasi: evaporazione, condensazione, precipitazione e infiltrazione..

Grazie all’energia dell’sole l’acqua dei fiumi e dei mari entra a far parte dell’atmosfera, oltre a quest’acqua
si aggiunge anche una parte che viene assorbita e poi rilascuiata tramite la traspirazione dalle piante.
(evaporazione) Poi i venti trasportano l’aria e la sua umidità finche le condizioni non diventano favorevoli
alla condesazione del vapore d’acqua, che subisce una nuova trasformazione ritornando allo stato
liquido(condensazione) In questo modo l’acqua ritorna negli oceani e sulle terre emerse sotto forma di
pioggia grandine o neve, a seconda della temperatura che cè nell’aria.(precipitazione). Quando ritorna sulla
terra l’acqua va a depositarsi nei fiumi, nei laghi, nei mari e negli oceani.. Un altra parte precipita sul
terreno, dove viene assorbita fino a grandi profondita, infiltrandosi e scorrendo così nel sottosuolo e tra le
rocce. Poi il processo ricomincia.

Come si forma la grandine? Un primo piccolissimo nucleo di ghiaccio viene trasportato in su e in giù
nella nube, proprio grazie alle correnti ascensionali del cumolonembo, dove si fonde con altri piccoli
aggregati di ghiaccio e gocce d’acqua sopraffusa;dopo la fusione, si congela nuovamente (le temperature
negli strati alti del temporale sono sempre negative)e si accresce sempre di più. Quando le correnti non
riescono più a sostenere i pezzi di ghiaccio, a causa del loro peso , cadono a terra.

Come si forma la neve? E’ acqua allo stato solido. Il procedimento che permette la formazione
della neve, è uguale a quello che origina la pioggia anzi, il più delle volte, la stessa pioggia
originariamente nasce come neve. Sorvolando, in questa sede, sul procedimenti di formazione
delle nubi, la neve, come la pioggia, è frutto di una trasformazione dell’umidità, dalle nubi stesse
contenuta. Nel caso della neve, essa si forma per il passaggio diretto dallo stato di vapore allo
stato solido (sublimazione) del vapore acqueo presente nell’atmosfera, quando la temperatura è
inferiore a zero gradi centigradi. Si tratta, quindi, di piccoli cristalli di ghiaccio che, in mancanza di
turbolenza nella nube restano sospesi, se, invece, nella nube si creano sali e scendi di correnti,
segno di instabilità, i cristalli di ghiaccio si aggregano tra di loro, ingrossandosi. Quando il loro peso
è tale da non essere più in grado di essere tenuti sospesi dalla forza della turbolenza, precipitano
verso il basso sotto forma di neve. Ovviamente, affinché il fiocco raggiunga il suolo, intatto, è
necessario che lungo il suo tragitt o la temperatura si mantenga costantemente intorno allo zero o
al più di 1-2° superiore allo zero, ma solo nell’ultimo tratto prima dell’impatto col suolo, diciamo
negli ultimi 100/200 m. Talvolta, quando il fiocco proviene da temperature molto fredde in quota, e
in presenza di una particolare turbolenza, può arrivare fino al suolo anche se con temperature
superiori allo zero negli ultimi 300/500 m. Il più delle volte, il fiocco di neve, che rimane tale fino a
quando, nella sua caduta, la temperatura è inferiore o intorno allo zero, raggiunge il suolo sotto
forma di pioggia poiché si scioglie negli ultimi tratti dell’atmosfera, dove la temperatura spesso è
sopra lo zero.

   

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