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Associazione Velica Alto Sebino - Appunti del corso primo comando

Appunti del corso Primo Comando


Questa piccola dispensa ti servirà per ricordare le cose essenziali viste durante il corso,
nel caso qualche cosa non ti dovesse risultare chiaro non esitare a contattare il tuo
istruttore.

Nel nostro sport, l’elemento naturale più condizionante è indubbiamente il vento…

Ma cosa è innanzitutto il vento?


II vento è un movimento di masse d’aria generato dalla differenza di valori di pressione
tra diverse aree geografiche la cui intensità risulta direttamente proporzionale alla
differenza di pressione tra le due aree quindi:

MAGGIORE LA DIFFERENZA DI PRESSIONE


MAGGIORE è L’INTENSITA’ DEL VENTO

I venti hanno nomi diversi a seconda della direzione dominante e talvolta anche in
relazione alla zona geografica considerata.
Il vento essendo un vettore si misura
descrivendone intensità e direzione.
La direzione si esprime come angolo rispetto al
nord, mentre la velocità si esprime in m/s.
Nella nautica le velocità del si esprimono
generalmente in nodi.
Il nodo è un’unità di misura delle velocità
corrispondente ad un miglio marino orario.

Pertanto:
1 nodo = 1 miglio m./h = 1,852 Km/h

Per convertire i NODI in Km/h


Km/h = nodi per 2 – 10%.

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I venti termici o brezze


Il vento termico è il movimento di masse d’aria da zone di alta pressione a zone di
bassa pressione, cioè da zone in cui la superficie (terra od acqua) è più fredda verso
zone in cui la superficie è più calda.

MAGGIORE LA DIFFERENZA DI TEMPERATURA


MAGGIORE è L’INTENSITA’ DEL VENTO

Nelle giornate limpide il sole scalda più in fretta e maggiormente la terra che il mare,
quindi dalle 10 circa del mattino cominceranno a spirare i venti dal mare verso terra che
aumenteranno di intensità nelle ore più calde.
L’opposto succede dopo il tramonto del sole, quando l’acqua mantiene più a lungo il
calore rispetto alla terra e quindi la direzione del vento sarà opposta.

Queste brezze non sono mai intense e raramente superano la velocità di 8-10 m/s.
Di giorno la direzione di questi venti segue più o meno lo spostamento del sole
sull’orizzonte.

Scoperti i principi elementari che governano gli spostamenti di masse d’aria passiamo
ora in rassegna i principali venti che potrete trovare navigando sul lago d’Iseo.

Quando navigherete in autonomia pensate sempre alle condizioni meteo ed alle


loro possibili evoluzioni, in riferimento alle variazioni di temperatura che queste
sono in grado di provocare.

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I venti sul lago d’Iseo


Avete ormai imparato che durante le giornate
‘normali’ durante il giorno regna l’ORA il vento
da SUD. Questo vento è un fenomeno tipico di
tutte le valli ed è praticamente un recupero d’aria
generato dalle termiche che si formano sulle
pendici delle montagne a monte del lago (l’aria
calda che sale genera una depressione che
richiama aria dalla pianura). L’ora non ha la
stessa intensità su tutta la superficie del lago, in
quanto aumenta in prossimità dei punti più stretti
del bacino (canale di Tavernola e Corno del
Trentapassi) per il conosciutissimo effetto
Venturi.
Durante la notte si assiste al fenomeno inverso
in quanto l’aria che si raffredda sulle montagne
precipita a valle provocando il vento di
discendenza (sul Garda è il famoso PELER) .
Sul lago questo fenomeno raggiunge la sua
intensità massima dalle 04.00 alle 07.00 in
prossimità del corno di Predore nel basso lago.
Se dopo questa breve spiegazione il concetto
non vi è chiaro, per capire dove c’è più vento guardate dove sono i surfisti e sarete
illuminati!

Prima o poi navigando sul lago vi capiterà di imbattervi in condizioni meteo proibitive, il
tempo al lago può cambiare rapidamente ed in un batter d’occhio vi potrete trovare nel
settimo girone dell’Inferno:
Tramontana e Phon (A) di solito questi due venti
non arrivano improvvisamente quindi se deciderete di
uscire ad affrontarli, quanto meno non vi
sorprenderanno, entrambi provengono da Nord e si
incanalano nella Valle Camonica con grande
violenza.
Essendo la Valle orientata leggermente ad Est il
disassamento provoca in alcune zone dei violenti
rotori e venti di caduta da non sottovalutare.
Riducete la velatura in modo opportuno fino ad
armare se necessario una tormentina. Fate molta
attenzione all’uscita dal porto perché se la vostra
bolina non sarà efficace andrete irrimediabilmente a
scogli contro la punta dello stabilimento!!

Vento di Valle (B) questo vento si genera per il


collassamento di un temporale in alta o media Valle
Camonica, arriva improvvisamente ma è segnalato
dall’improvviso calare dell’ORA. Quando vedete
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quindi tagliare completamente l’ORA prima delle 17.00 e vedete un cumulonembo in


Valle preparatevi al peggio.
Ricordatevi che alla furia del vento si scappa in poppa o al lasco se non avete un
equipaggio preparato evitate la bolina per cercare di guadagnare il porto. Fate rotta a
Sud e riparate a Castro, nell’orrido di Riva (Bogn), nel porto di Tavernola, dietro Monte
Isola oppure arrivate a Sarnico e prendete un gelato (occhio ai bassifondi).

Vento dalla Val Borlezza (C) anche questo vento si genera per il collassamento di un
temporale che però si trova in Valle Seriana o in Valle Borlezza (Cerete Basso, Piazze
di Sovere).
I suggerimenti sono uguali a quelli dati per il vento di Valle salvo il fatto di non riparare a
Castro in quanto proprio davanti a Castro ci sono dei venti di caduta mostruosi (se vi
capita di essere a terra durante questo evento andate alla chiesina di San Lorenzo
sopra Castro e osservate il fenomeno dall’alto)

Sarneghera (D) Questo vento mitico può arrivare una o più volte nell’arco di tre anni
ed è generato da un complesso sistema di temporali.
Solitamente non si genera in condizioni standard, in quanto le condizioni sono già
parecchio instabili con un ORA molto forte.
Il preavviso varia dai 30 secondi ai due minuti, dalla direzione di Sarnico si vede
avanzare una striscia di schiuma inconfondibile alta circa un metro. Questo è il fronte
del vento a 50 nodi che investirà la vostra barca. Preparatevi quindi a riceverlo:
indossate tutti il salvagente, disarmate tutte le vele e serratele a ferro, se avete la costa
sottovento armate un ancora galleggiante alla bitta di prua e calatela in acqua, se
invece avete acque libere sottovento cercate di limitare i danni assecondando la furia
degli elementi. Passata la prima botta che dura circa due minuti il vento si stabilizzerà
intorno ai 35-40 nodi per circa 15 minuti se avete la costa sottovento è questo il
momento di armare una tormentina e scappare dal naufragio partendo al lasco e
cercando quindi di stringere il vento per quanto vi è possibile.

Maroso (E) Quest’ultimo fenomeno temporalesco è il più raro infatti si verifica ogni 5/10
anni.
Per la sua direzione ed intensità è il più pericoloso in quanto provenendo dalla valle
sopra Pisogne investe in pieno il porto turistico creando notevole disagio anche alle
imbarcazioni all’ormeggio. Nel caso veniste coinvolti in questo fenomeno prediligete la
fuga verso Sud piuttosto che cercare un incauto rientro in porto.

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Bene anche il corso di PRIMO COMANDO è finito spero che vi siate


divertiti perché altrimenti è meglio che cambiate sport!!!
Come avete potuto vedere in questo corso, orza/poggia, cazza/lasca e
tutte quelle fregnacce che all’inizio vi sembravano arabo, adesso devono
per forza di cose diventare un gesto naturale in quanto altri sono gli
orizzonti che si sono aperti in queste giornate:

(premetto sempre che la nostra scuola si impegna ad insegnarvi ad


andare in barca sui laghi conoscendone i pericoli e la bellezza, andar per
mare ha delle problematiche diverse che se vorrete potremo
approfondire…
...ma questa è un’altra storia)

-Avete imparato che la navigazione inizia in banchina, prima di lasciare


l’ormeggio bisogna già avere un idea della durata della navigazione e delle
condizioni che presumibilmente incontrerete.

-Prima di lasciare l’ormeggio vanno sistemate tutte le cose che sotto


coperta potrebbero cadere o rovesciarsi durante il rollio, va svuotata
l’acqua che troverete in sentina e controllato che le prese a mare siano
chiuse.

-Controllate le vele ed il materiale di rispetto e non dimenticate di portare


un numero di salvagenti adeguato all’equipaggio.

-Durante la navigazione se la barca risulta essere troppo sbandata riducete


la velatura, sarete più veloci e l’atrezzatura vi ringrazierà. Con tanto vento
preferite quindi un fiocco e disarmate il genoa, se la barca chiederà un
ulteriore riduzione prendete una o più mani di terzaroli sulla randa.

-Almeno una volta ogni quattro uscite, provate la simulazione del recupero
dell’uomo a mare (o per meglio dire ….a lago), forse il giorno che vi
capiterà davvero, potrete evitare la tragedia.

-Imparerete a vostre spese che il bello della vela sono proprio le


regolazioni, affinarle però sarà praticamente impossibile senza confrontarvi
con altre barche simili alla vostra.

Buon vento…

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