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CHIMICA

STATO SOLIDO
Come ben sappiamo lo stato liquido e quello gassoso sono caratterizzati dal disordine, mentre
quello che andremo ora a vedere è lo stato con un livello molto elevato di ordine: lo stato solido.
In un corpo solido quindi le particelle occupano posti fissi creando una struttura detta cristallo, una
struttura molto organizzata. Al caso contrario possiamo trovare i solidi amorfi, come per esempio il
vetro, in cui le particelle sono passate molto velocemente dallo stato liquido a quello solido e
dunque non riuscendo ad organizzarsi in modo ordinato.
Atomi, ioni e molecole di un solido possono compiere i moti vibrazionali, dunque oscillare fra loro
e vibrare intorno a determinati punti, e a differenza degli altri due stati, i corpi allo stato solido non
possono compiere i moti rotazionali e i moti traslazionali.
Riscaldando un solido, le sue particelle assorbono energia e i moti delle particelle (atomi, molecole
e ioni) vengono amplificati. Dunque il riscaldamento di qualunque sostanza determina un aumento
dell’intensità dei moti delle particelle, che noi vediamo come un aumento della temperatura che
definiamo come l’indice dell’energia cinetica delle sue particelle.
Se riscaldiamo un solido fino ad una certa temperatura, detta temperatura di fusione o punto di
fusione, il solido si trasforma in liquido perdendo la sua forma e si può identificare la sostanza di
cui è costituito; Questo passaggio di stato è detto FUSIONE. Aumentando ancora la temperatura
dallo stato liquido passiamo ad uno aeriforme.
Nel processo inverso abbiamo invece il raffreddamento di un liquido, cioè una diminuzione
dell’energia cinetica delle particelle. In questo caso la temperatura in cui un liquido diventa solido
è detta temperatura o punto di solidificazione, dunque abbiamo un passaggio di stato detto
SOLIDIFICAZIONE.
Abbiamo poi il passaggio diretto da stato solido all’aeriforme che si chiama SUBLIMAZIONE (ex.
Iodio di sodio, canfora e naftalina), il passaggio inverso invece è il BRINAMENTO. (ex. Brina e
galaverna).
La sublimazione dei solidi dipende anche dalla pressione: ricordiamo che a solidi che a pressione
ordinaria non sublimano possono farlo se la pressione viene ridotta. Per esempio il ghiaccio può
sublimare se abbassiamo in modo evidente la sua pressione dunque non ci sarà un passaggio dallo
stato solido a liquido, bensì dal ghiaccio si passa direttamente al vapore acqueo. Questo fenomeno
viene sfruttato nelle industrie ambientali e farmaceutiche tramite al processo di liofilizzazione.

I TIPI DI SOLIDI
Come sappiamo i solidi hanno una forma e volume propri, ma abbiamo una differenza principali
per cui si distinguono due gruppi di solidi: i solidi cristallini e solidi amorfi. Se il raffreddamento del
liquido è avvenuto lentamente le particelle hanno avuto tempo a sufficienza per disporsi nello
stabilito ordine geometrico creando quello che è chiamato un solido cristallino, mentre nel caso in
cui il corpo dallo stato liquido a quello solido è passato troppo velocemente, dunque non
riuscendo a far disporre le particelle in modo organizzato e dunque è una struttura “disordinata” a
differenza di un cristallo. (ex. Vetro)
Tra lo stato solido e quello liquido abbiamo uno stato intermedio costituito dai cristalli liquidi,
formati da alcuni composti, di natura piuttosto complessa, e dato che sono caratterizzati da una
forma allungata, vengono rappresentati come dei bastoncini. Possono esser disposti in modo
ordinato e dunque creare una struttura ordinata oppure disordinata se distribuiti casuale. Sono
utilizzati nell’ambito elettronico, quindi per TV, pc, cellulari.

PROPRIETA’ DI SOLIDI
-MALLEABILITA’: è la capacità di un solido di lasciarsi ridurre in fogli sottili. Esempi di metalli
malleabili sono l’oro, l’alluminio e lo stagno.
-DUTTILITA’: è la capacità dei solidi di lasciarsi ridurre in fili sottili, un esempio di metallo duttile
può essere il rame o l’argento.
-DUREZZA: è la capacità di una sostanza di non farti scalfire, cioè di non farsi portare via delle
particelle dalla propria superficie. Un solido ha una durezza elevata quando i legami che uniscono
le particelle sono molto forti. Per la misura della durezza dei vari solidi viene utilizzata la scala di
Mohs, che ha 10 minerali come riferimento. Il primo ovvero il talco è il più tenero mentre
all'ultimo posto troviamo il diamante che è il più duro: un solido viene scalfito da quelli che hanno
grado superiore mentre scalfisce tutti quelli che hanno un grado di durezza inferiore. Alla durezza
si collega un'altra proprietà dei solidi che è la FRAGILITÀ, cioè la caratteristica di non resistere agli
urti. Quindi possiamo dire che sostanze molto dure possono essere dette anche molto fragili per
esempio il vetro si scalfisce con molta difficoltà però si rompe molto facilmente.

I POLIMERI
I polimeri sono composti macromolecolari ottenuti dall’unione in catena di molecole più piccole.
Queste molecole quindi si uniscono per creare più catene e a loro volta più catene unite insieme
formano i polimeri. Possono essere naturali oppure sintetici: naturali ovviamente si trovano in
natura, gomma di caucciù, resine come l’ambra, i polisaccaridi cioè amido e cellulosa, proteine e
acidi nucleici, DNA e RNA. I polimeri sintetici invece sono quelli creati dall’uomo ed il più utilizzato
è il polietilene: una sua molecola è semplicemente una catena di atomi di carbonio, con due atomi
di idrogeno legati a ciascun atomo di carbonio.

IL CALORE SPECIFICO
Il calore specifico è la quantità di calore che bisogna fornire a un grammo della sostanza per
aumentare la sua temperatura di un grado centigrado. Per esempio se noi prendiamo un kg di
acqua e un kg di etanolo alla stessa temperatura, li mettiamo all'interno di due contenitori e
iniziamo a riscaldare vediamo che, passato un po' di tempo, la temperatura dell'acqua è
aumentata di 10 gradi centigradi mentre quella dell'etanolo è aumentata del doppio, cioè 20 gradi
centigradi. Nel sistema internazionale il calore specifico si misura in joule per kg per kelvin, ma è
usato comunemente anche joule per grammo per grado centigrado. Tra tutti i componenti naturali
vediamo che l'acqua è quella con un calore specifico più elevato Infatti il suo calore specifico è
4,18. Prendendo invece in considerazione l'etanolo il cui calore specifico equivale a 2,43 possiamo
dire che l'acqua ha bisogno di una quantità di calore specifico inferiore rispetto all'etanolo per
passare ad un grado centigrado maggiore.

IL CALORE LATENTE
Il calore latente riguarda il processo di fusione e il processo di vaporizzazione, quindi parleremo di
calore latente di fusione e calore latente di vaporizzazione. Se noi forniamo calore a un
determinato corpo che si trova allo stato solido, la temperatura di quel solido aumenterà in base
al suo calore specifico fino a quando non si raggiunge la temperatura di fusione. Una volta
raggiunta questa temperatura il solido passa dallo stato solido allo stato liquido. Allo stesso tempo
una volta raggiunta la temperatura di fusione la temperatura resterà costante per tutto il processo
del passaggio dallo stato solido allo stato liquido quindi non aumenterà né diminuirà. Questo
processo prende il nome di stasi termica che avviene per un motivo: prima della fusione l'energia
termica, cioè il calore che noi forniamo, naturalmente serve per far aumentare quella che ha
l'energia cinetica delle particelle e con aumento del movimento ci sarà un aumento anche della
temperatura. Prima della fusione, il calore che noi forniamo, quindi l'energia termica, serve per far
aumentare la temperatura. Una volta raggiunta quella che è la temperatura di fusione il calore che
noi forniamo non serve per far aumentare la temperatura, ma serve per permettere alle particelle
di passare in questo caso dallo stato solido allo stato liquido quindi appunto c'è la stasi termica.
Parliamo dunque adesso di calore latente di fusione, cioè la quantità di calore che bisogna fornire
a un grammo di un solido alla temperatura di fusione per farlo fondere.
Si chiama invece il calore latente di vaporizzazione la quantità di calore che bisogna fornire a un
grammo di un liquido alla temperatura di ebollizione per farlo passare allo stato di vapore. Questo
processo può essere spiegato attraverso un grafico che è detto curva di riscaldamento di una
sostanza pura: riscaldiamo quindi una sostanza pura solida e riportiamo sul grafico i valori che
abbiamo ottenuto con x che indica il calore fornito mentre con y la temperatura e si verrà a creare
come detto questa curva che prende il nome di curva di riscaldamento di una sostanza.
Osservando il grafico dal punto A al punto B avviene un aumento della temperatura fino quando si
raggiunge il punto B. Dal punto B una volta raggiunta la temperatura di fusione questa resterà
costante fino a quando tutto il corpo allo stato solido è fuso quindi possiamo dire che dal punto B
al punto C avviene il passaggio del corpo dallo stato solido allo stato liquido. Poi viene fornito
dell'altro calore e naturalmente assumendo dell'altro calore, la temperatura aumenterà
nuovamente fino a quando non si raggiunge invece quella che ha la temperatura di ebollizione e
anche qui la temperatura resterà costante fino a quando tutto il corpo allo stato liquido è passata
quello che allo stato di vapore quindi dal punto D al punto e possiamo dire che avviene il passaggio
del corpo dallo stato liquido allo stato di vapore e una volta raggiunto il punto E, dato che viene
fornito dell'altro calore, dal punto E al punto F un punto ci sarà un costante aumento della
temperatura.

LE SOLUZIONI
La maggior parte dei corpi naturali è formata dai miscugli. I miscugli possono essere di due tipi
principali: miscugli eterogenei e miscugli omogenei. I miscugli omogenei prendono anche nome di
soluzioni e miscugli eterogenei mostrano delle proprietà diverse nelle differenti parti costituenti
quindi possiamo dire che i miscugli eterogenei sono facilmente separabili in quanto difatti due
costituenti e componenti non si uniranno mai ma appunto rimarranno sempre separati. Abbiamo
diversi esempi di miscugli eterogenei: le rocce che sono due o più aggregati cristallini differenti, le
emulsioni ovvero liquidi dispersi negli uni e negli altri come ad esempio l'olio e l'acqua, le
dispersioni colloidali, le sospensioni che presentano una fase solida e una fase liquida, infine le
schiume ovvero le bollicine di gas con il liquido, come il bagnoschiuma. Invece abbiamo quelli che
sono miscugli omogenei, le cosiddette soluzioni, che invece mostrano le stesse proprietà intensive
in ogni sua parte. Quindi i miscugli omogenei o soluzioni possono essere definite e considerate
delle miscele omogenee di due o più sostanze che dopo esser state unite e mescolate tra di loro
non possono più essere separate o meglio non è più possibile osservare ad occhio nudo i singoli
componenti di partenza. Un esempio molto semplice potrebbe appunto essere lo zucchero
disciolto all'interno dell'acqua. Le soluzioni sono molto diffusi in natura e possono essere solide
liquide e gassose. Un altro esempio di soluzione potrebbe essere il solfato rameico disciolto
all’interno dell'acqua altri esempi di miscugli eterogenei potrebbero essere il sangue ancora al
granito.

SOLVENTE, SOLUTO E SOLUZIONE


Prendiamo un bicchiere d'acqua e all'interno inseriamo una goccia di inchiostro blu. Vediamo che
pian piano l'inchiostro inizierà a sciogliersi all'interno dell'acqua che è diventata blu colorandosi
soltanto nelle immediate vicinanze della goccia di inchiostro che abbiamo messo all'interno
dell'acqua. Passato del tempo l'inchiostro andrà a occupare un volume sempre più ampio fino a
quando il liquido avrà una colorazione omogenea, quindi possiamo affermare che la quantità di
particelle di acqua presenti è uguale rispetto alla quantità di molecole di inchiostro presenti. Infatti
noi preleviamo volumi uguali di acqua e di inchiostro all'interno avremo la stessa quantità di
particelle, quindi la stessa quantità di molecole. Possiamo quindi dire che volumi uguali di una
soluzione costituita da quantità definite di due sostanze contengono la stessa quantità di due
componenti e hanno le stesse caratteristiche fisiche e chimiche. Una soluzione può essere definita
come una sostanza costituita da solvente e soluto: il solvente è la componente più abbondante
quindi maggiore mentre il soluto e la componente meno abbondanti ovvero la componente
minore. Prendendo in considerazione l’esempio dell'inchiostro disciolto all'interno dell'acqua, il
solvente sarà l'acqua mentre l'inchiostro sarà il soluto. Un altro esempio di soluzione è quello del
vino infatti presenta in ogni sua parte le stesse caratteristiche fisiche e chimiche. Poi abbiamo
anche la solubilità: la solubilità è la quantità massima di una sostanza che si scioglie all'interno di
una quantità stabilita di un dato liquido ad una temperatura prefissata. Altri esempi di soluzioni
sono quella dell'aria infatti essa è formata per l’80% da azoto e quindi può essere considerato
come solvente e poi abbiamo le componenti meno abbondanti cioè vapore acqueo, l'ossigeno,
l’anidride carbonica e altri gas, definiti come soluti. Abbiamo anche l'acquamarina che in un certo
senso può essere considerata come una soluzione Infatti come sappiamo l'acqua marina è
costituita per la maggior parte dall'acqua, il solvente, e poi abbiamo i sali disciolti, in particolare il
cloruro di sodio e il cloruro di potassio ed altri sali disciolti, i soluti.
Le soluzioni sono molto sviluppati in natura possono essere solide, Liquide e gassose. Possono
anche essere creato dall'uomo. Infine una soluzione è definita se si conosce sia la natura del
solvente che quella del soluto e se si conosce anche la quantità del soluto. Parleremo dunque di
concentrazione che in una soluzione esprime la quantità relativa al solvente la quantità relativa al
soluto presente appunto all’interno di una soluzione. La concentrazione può essere espressa da
diverse grandezze che vengono utilizzate. Quelle più utilizzate per esprimere la concentrazione
sono:
-la composizione percentuale massa a massa indica quanti grammi di soluto sono presenti
all'interno di 100 g di soluzione
-la composizione percentuale massa a volume e invece indica quanti grammi di soluto sono
presenti all'interno di 100 c3 di soluzione
-la composizione percentuale volume a volume che invece indica quanti c3 di soluto sono presenti
all'interno di 100 c3 di soluzione
-parti per milione (ppm) che invece di fatto indica quanti mg di soluto sono presenti all'interno di
1000 g di soluzione
-molarità: quante moli di soluto sono presenti all'interno di un decimetro cubo oppure all'interno
di un litro di soluzione.
BIOLOGIA
LA NASCITA DELL'UNIVERSO
Se noi durante la notte ci allontaniamo dalla fonti di luce e alziamo gli occhi al cielo, possiamo
notare una striscia luminosa che attraversa tutta la volta celeste da una parte all'altra: essa è la Via
Lattea, cioè la galassia in cui si trova il nostro sistema solare. Inoltre nella Via Lattea sono presenti
miliardi di stelle disposte in 100 mila anni luce di diametro. Ricordiamo due discipline molto
importanti che sono l'astronomia (scienza che studia le stelle e i pianeti e i fenomeni che accadono
in cielo) e la cosmologia (branca che riguardo lo studio dell'universo). Queste due scienze sono
importanti dato che portarono alla scoperta della nascita di tutto, cioè alla nascita dell'universo.
Esso si è creato all'incirca 13,8 miliardi di anni fa in seguito ad un'esplosione iniziale chiamata BIG
BANG. Attraverso il big bang si è liberata molta energia e molta materia compressa in un punto
molto piccolo e molto denso. Dunque ha portato ad una vera e propria espansione di quello che è
l'universo e tuttora esso è in continua espansione. Durante questa esplosione la temperatura
raggiunse i 100 miliardi di gradi celsius e la materia si presentava come particelle piccolissime:
neutroni, protoni ed elettroni. Quando la temperatura si è abbassata ai 2500 gradi celsius, queste
piccole particelle si sono aggregate fra di loro andando a costituire gli atomi. Unendosi tra loro gli
atomi andarono a formare i primi pianeti, le prime stelle e i primi corpi celesti e molto più in là i
primi esseri viventi.

SISTEMA SOLARE
Spesso ci si confonde tra quelli che sono i concetti di universo o sistema solare. Essi però sono
concetti molto diversi dato che il sistema solare si è originato in seguito ad un'evoluzione, quindi
un'espansione. L'universo poi presenta dimensioni maggiori rispetto al sistema solare,
quest'ultimo presenta una minima parte di quello che è l'universo. Inoltre ricordiamo che il
sistema solare presenta al suo centro una stella, il sole. Il sole è una stella originata circa 4,6
miliardi di anni fa e come tutte le stelle si è formata tramite un'aggregazione di nubi cosmiche e
gas; i gas presenti erano due: idrogeno ed elio. Il Sole non si è formato molto rapidamente bensì si
è condensato attraverso un percorso graduale man mano che gli atomi di elio venivano attirati
verso il centro dalla forza di gravità. Man mano che questa nube diventava più intensa, gli atomi si
scontravano fra loro in maniera sempre più veloce e rapida entrando in collisione fra di loro. Con
un aumento di temperatura, queste collisioni sono diventate talmente tanto forti che gli atomi di
idrogeno si sono scontrati fra loro con tale forza da fondere i loro nuclei e originando nuovi atomi
di elio. Quindi queste reazioni termonucleari hanno permesso al Sole di accendersi e sono loro che
attualmente mantengono il Sole in vita e non lo fanno spegnere. Il materiale che ruotava intorno al
Sole si sono uniti fra di loro e quindi hanno originato i primi pianeti. Quando la terra ha iniziato a
raffreddarsi, si è venuta a creare una crosta esterna solida. Inizialmente sul nostro pianeta era
presente un'atmosfera primitiva e questa atmosfera era costituita da due gas: idrogeno ed elio.
Questi due gas erano molto leggeri e riuscirono a vincere la forza di gravità terrestre. In seguito
alle emissioni dei vulcani si è venuta a creare un secondo tipo di atmosfera: non conoscono la
composizione di questo tipo di atmosfera, però era priva di ossigeno e ricca di vapore acqueo,
creata dai gayser, che saliva verso l'alto, condensava e andò a creare i primi bacini oceanici, dove si
originò la vita.

IL PRECAMBRIANO
Il precambiarno è un eone, cioè un arco temporale che va da 4,6 mlrd di anni fa (quando nasce la
Terra) fino a circa 541 milioni di anni fa. Non si hanno delle testimonianze relative alla presenza di
esseri viventi sul nostro pianeta, però ricordiamo che intorno ai 3,8 miliardi di anni fa sul nostro
pianeta sono apparse le prime forme di vita nei bacini oceanici, dove abbiamo i primi organismi
unicellulari, ovvero costituiti da una sola cellula. Del precambiano quindi i fossili sono scarsi. Del
cambriano, cioè l'eone che segue il precambiano, abbiamo molti più reperti fossili. Poi abbiamo il
fanerozoico che comprende 3 ere geologiche: paleozoico, mesozoico e il cenozoico. Sempre
durante il cambriano avvenne un'esplosione che ricordiamo con il nome di "esplosione cambriana"
che avvenne circa 530 milioni di anni fa e ha portato alla rapida comparsa di tutti gli organismi
viventi che sono gli antenati delle odierne forme di vita.
Abbiamo quindi il paleozoico (541 milioni di anni fa - 245 milioni di anni fa), dove sono stati
ritrovati fossili nelle montagne del Canada occidentale, cioè primi reperti ritrovati appartenenti a
530 milioni di anni fa, dotati sia di un corpo molle che di una conchiglia esterna, quindi un
esoscheletro (uno scheletro esterno). Nel paleozoico si moltiplicarono le forme di vita marina e
aumentarono le piante terrestri e i primi vertebrati. Avverrà la colonizzazione delle terre emerse
da parte degli insetti e anfibi e infine comparvero le forme di vita rettili. Il paleozoico terminò in
seguito ad un avvenimento catastrofico e le cause sono ancora discusse fra gli scienziati di oggi che
però hanno ipotizzato 3 possibili cause:
1 causa-cambiamento climatico, cioè una glaciazione che ha portato ad un abbassamento del
livello dei mari e oceani
2 ipotesi- l'esplosione di un vulcano in Siberia
3 ipotesi - caduta di un meteorite nell'attuale Cina Meridionale
Questo ha portato ad un'estinzione dell'85/90% di tutti gli organismi ed esseri viventi che durante
quel periodo popolavano il nostro pianeta, colpendo soprattutto le forme di vita marine.
Il mesozoico è la seconda era geologica che fa patye del fanerozoico e va da 245 mln a 65 mln di
anni fa. Può essere diviso in tre lunghi periodi: triassico, giurassico e cretaceo.
Nel mesozoico abbiamo un clima molto più caldo e più secco senza umidità e le terre sono
popolate sia da piante (conifere) e dai rettili. Dal giurassico poi comparvero i primi dinosauri e i
primi rettili volanti, le specie più dominanti. Successivamente apparvero i primi piccoli mammiferi
e uccelli; riguardo a questi sono stati ritrovati reperti dell'archeopteryx. Il mesozoico, come il
paleozoico, è terminato in seguito ad un evento catastrofico avvenuto circa 65 milioni di anni fa
che determinò l'estinzione dei dinosauri. Si pensò che ci sia stato un cambiamento climatico e di
conseguenza ha portato ad un abbassamento della temperatura per un lungo lasso di tempo.
Questa catastrofe ambientale è stata causata da due eventi: caduta di un meteorite, che ha
generato un cratere nell'attuale Yucatan, in Messico e poi si pensa che ci siano state molte
eruzioni vulcaniche nella regione del Decan, in India.
Il cenozoico, che è la terza era geologica del fanerozoico, va da 65 milioni di anni fa fino ad oggi. Di
questa era sono stato rinvenuti molti reperti fossili. Il cenozoico può essere suddiviso in 2 lunghi
periodi: il paleogene e il neogene, ma anche in diverse epoche: dal paleocene all'olecene. A
differenza del mesozoico, in cui il clima era molto caldo, nel cenozoico abbiamo un clima molto più
freddo che porterà alla nascita di nuovi ambienti naturali. In questo periodo si diffusero le
angiosperme, ovvero le piante con i fiori, comparvero poi nuovi tipi di insetti, pesci e uccelli.
Sempre nel cenozoico abbiamo la diversificazione dei mammiferi e in seguito alle numerose
glaciazioni si estinsero molti di loro, soprattutto quelli di grandi dimensioni.

L'IPOTESI SULL'ORIGINE DELLA VITA


La prima ipotesi sull'origine della vita fu elaborata da un biochimico russo che fu Oparin. Egli
sostenne che la vita sulla Terra fu preceduta da una lunga serie di eventi che prende il nome di
evoluzione chimica. Inizialmente gli scienziati non sapevano quali gas fossero presenti
nell'atmosfera primitiva e nei mari. Grazie allo studio delle rocce possiamo dire però la terra era
costituita prevalentemente da azoto e diossido di carbonio, quindi l'ossigeno era quasi totalmente
assente. I quattro elementi che costituiscono circa il 95% degli organismi viventi, cioè idrogeno,
azoto, ossigeno e carbonio, erano presenti sia nell'atmosfera che nelle acque e si presentavano
come elementi isolati o come composti. L'ossigeno era presente non come elemento isolato, bensì
come composto, ed era unito insieme all'idrogeno formando l'acqua (H2O) ed era presente
insieme al carbonio per formare il diossido di carbonio, andride carbonica (CO2).
Sul nostro pianeta oltre a questi elementi vi era anche una buona quantità energia che si
manifestava sotto forma di scariche elettriche. Oparin in queste determinate condizioni ipotizzò
che dai gas dell'atmosfera si sarebbero venuti ad originare piccole molecole organiche, raccolte
all'interno dei mari e dei laghi, generando un primo brodo primordiale. Successivamente queste
piccole molecole organiche avrebbero reagito fra di loro formando delle molecole più grandi che
presero il nome di biomolecole.
Oparin pubblicò le sue ipotesi nel 1922 e la comunità scientifica non era d'accordo con le sue
teorie e proprio per questo motivo le sue ipotesi vennero abbandonate. Poi vennero riprese e
confermate successivamente negli anni '50 da due ricercatori: Miller e Urey. Loro riuscirono a
confermare le ipotesi di Oparin tramite un esperimento effettuato in laboratorio: loro cercarono di
simulare le condizioni ambientali ritenute probabili su questa Terra primitiva. Presero due
ampolle: una rappresentava l'oceano e dunque all'interno venne posta dell'acqua e più in basso,
poi venne presa un'altra ampolla che simulava quella che era l'atmosfera, posta sopra all'altra
ampolla. A questo punto l'acqua venne fatta evaporare e il vapore quindi arrivava nell'atmosfera e
qui erano presenti come sappiamo delle scariche elettriche che simulavano le azioni dei fulmini.
Dopodiché questo vapore passava tramite un sistema di raffreddamento e condensamento e si
veniva a formare un liquido, formato da delle gocce che contenevano queste piccole molecole
organiche. Dopo una settimana di attività, Miller e Urey andarono ad osservare il liquido che
avevano ottenuto e quest'ultimo otteneva sia gli amminoacidi (componenti strutturali del DNA e
RNA) e queste piccole molecole organiche. Quindi tramite questo esperimento loro riuscirono a
confermare le ipotesi di Oparin. In seguito altri scienziati hanno presentato e portato avanti altre
ipotesi: Wächterschauser, uno scienziato tedesco, sostenne che la vita si fosse originata in altri
ambienti, cioè nei fondali oceanici, dove sono presenti dei piccoli crateri, piccoli camini idrotermali
da cui fuoriusciva dell'acqua calda proveniente dal centro della Terra. Quindi egli afferma che la
vita si sarebbe originata in questi piccoli ambienti, sfruttando quella che era la disponibilità sia di
calore che di composti che contenevano ferro e zolfo. La sua ipotesi venì presto abbandonata in
quanto le biomolecole a queste elevate temperature sarebbero state danneggiate. In disaccordo
alle idee di Oparin, altri scienziati nel corso del tempo hanno avanzato un'altra lunga serie di
ipotesi, raccolta sotto un'unica teoria, la teoria della panspermia.

EVOLUZIONE PREBIOLOGICA
Secondo Oparin poi queste biomolecole sarebbero via via diventate più numerose all'interno dei
mari e degli oceani e si sarebbero quindi avvicinate e combinate, portando alla formazione e alla
nascita di piccoli sistemi. Quindi da un'evoluzione chimica si passa ad un'evoluzione prebiologica.
Questi sistemi complessi non erano del tutto viventi e presero il nome di coacerbati, formati da
sostanze oleose che non si disperdevano in acqua. Nel 1956 lo statunitense Fox presentò l'ipotesi
dei proteinoidi, aggregati proteici che si formavano spontaneamente tramite riscaldamento e
questi aggregati proteici avrebbero potuto mostrare un primo esempio di quello che è il
metabolismo, che può essere definito come l'insieme di tutte le reazioni che avvengono all'interno
delle cellule. Grazie a questo metabolismo Fox riuscì a spiegare come i primi organismi viventi
ottenessero sia l'energia che i materiali per crescere, in quanto come sappiamo queste reazioni
che avvengono nelle cellule portano ad una crescita del corpo. Lui non riuscì a spiegarsi come
questi organismi si riproducevano e le proteine possono essere considerate come i mattoncini del
metabolismo. Quindi le cellule hanno bisogno di un "libretto delle istruzioni" che li guidi, cioè il
DNA. Possiamo dire che proteine e DNA sono sostanze indissolubili, ovvero una componente ha
bisogno dell'altra. La soluzione a questo dilemma fu presentata nel 1967 e nel 1968, rielaborata
poi in seguito, ed è l'ipotesi del mondo a RNA. Questa ipotesi prevedeva che i sistemi chimici da
dove si era originata la vita fossero basati su quella che era la molecola di RNA. L'RNA è l'acido
ribonucleico, uno dei due acidi nucleici presenti all'interno delle cellule. L'altro come è il DNA,
l'acido desossiribonucleico. La molecola di RNA si sarebbe formata per via non biologica nella terra
primordiale e avrebbe svolto due funzioni: la funzione di catalizzatore e di memoria genetica. Le
proteine e il DNA svolgono queste funzioni nelle cellule attuali. Le proteine fungono da
catalizzatore e il DNA da memoria genetica. Le proteine e il DNA avrebbero avuto origine nella fase
successiva, l'evoluzione biochimica. Essa comprende due ipotesi: l'ipotesi del mondo a RNA e
l'ipotesi del mondo a DNA, ovvero le cellule. Intorno a 3,5 miliardi sono apparse le prime cellule
procariotiche che sono molto più semplici rispetto a quelle eucariotiche apparse circa due miliardi
di anni dopo, molto più complesse.

ESSERI VIVENTI O ESSERI NON VIVENTI


Gli esseri possono essere distinti in essere viventi ed esseri non viventi. Prendendo per esempio
una roccia essa è classificata nel gruppo dei "non viventi". Prendendo invece in considerazione i
licheni o i coralli questi si classificano come esseri viventi. Gli esseri viventi sono costituiti da
cellule, abbiamo quindi organismi unicellulari, quindi costituiti da una sola cellula come un
batterio, o pluricellulari, costituiti da più cellule, un esempio è l'uomo. Possiamo avere organismi
pluricellulari di grandissime dimensioni come una balena o di piccole dimensioni come le spugne.
Gli organismi prelevano l'energia dall'ambiente per svolgere i processi chimici. Queste molecole
sono delle biomolecole, ovvero composti di carbonio, e fanno parte di questo gruppo gli acidi
nucleici (RNA e DNA), le proteine, i grassi o lipidi e gli zuccheri che sono i carboidrati. Tutti gli esseri
viventi sono in grado di riprodursi, cioè trasmettere il proprio materiale genetico alla propria prole.
Loro si adattano all'ambiente in cui vivono e quindi dove abitano. Reagiscono agli stimoli che
provengono dall'esterno: per esempio il cactus, che si trova nel deserto, aprirà i propri fiori
solamente di notte per proteggerli dal caldo diurno. Tutta la vita presente sulla terra occupa una
striscia della terra denominata BIOSFERA (sfera della vita) e si estende per 8-10 km nelle
profondità oceaniche sia nell'atmosfera. Tutti gli organismi possono essere costituiti da due tipi di
cellule: procariotiche o eucariotiche. Le prime sono le cellule più semplici e sono tipiche degli
organismi unicellulari quindi prenderanno il nome di "organismi procarioti"; lo stesso vale per le
cellule eucariotiche, cellule molto più grandi e più complesse, che sono tipiche sia degli organismi
unicellulari che degli organismi pluricellulari. Gli organismi costituiti da cellule eucariotiche
prenderanno il nome di "organismi eucarioti".

CARATTERISTICHE DI UNA CELLULA


In seguito all'osservazione fatte grazie al microscopio, Robert Hook utilizzò il termine "cellula" per
indicare quelle piccole cellule di sughero che aveva osservato al microscopio. Il termine di cellula
otterrà maggior importanza all'inizio del 1800.
Uno dei principi fondamentali della biologia è che tutti gli esseri viventi sono formati da una o più
cellule che sono molto simili fra di loro. Gli esseri viventi sono accomunati da un'unitarietà di base,
rappresentata dalla cellula, definita l'unità base di tutti gli esseri viventi.
Le caratteristiche che quindi distinguono una cellula dagli altri sistemi chimici sono:
-innanzitutto la presenza di 4 composti organici: le biomolecole che sono i carboidrati, i lipidi, gli
acidi nucleici e le proteine;
-poi abbiamo la presenza della membrana plasmatica, definita come il contorno della cellula che
separa l'interno della cellula dall'esterno;
-poi abbiamo il citoplasma che si trova all'interno della membrana plasmatica ed è un materiale
semifluido (sia allo stato solido che allo stato liquido) nella quale avviene il metabolismo, l'insieme
delle reazioni chimiche in una cellula
-abbiamo la presenza degli enzimi, delle proteine particolari. queste sono importantissime sia per
il controllo che per l'attivazione delle reazioni chimiche e per i processi chimici. Un esempio è
quello della digestione: essa avviene solo con la presenza degli enzimi
-la capacità di dividersi e riunirsi, dando origine a nuove cellule
-capacità di evolversi grazie alle variazioni che si compiono durante il corso delle generazioni
future.

IL MICROSCOPIO
Nel 1600 in seguito all'invenzione dei microscopi, grazie a Galileo Galilei e a Cartesio, ci si rese
conto dell'esistenza di piccoli microorganismi che erano invisibili ad occhio nudo. Le prime
osservazioni sono state effettuate da un matematico, fisico e naturalista inglese che è stato Hook.
Robert Hook è stato l'autore nel 1665 del trattato di microscopia che prende il nome di micrografia
nella quale erano presenti diversi tipi di cellule. Robert Hook si interessò soprattutto allo studio
delle cellule di sughero. I primi microscopi causavano delle alterazioni alle immagini che venivano
presentate all'occhio, infatti le lenti ebbero uno sviluppo più elevato alle fine del 1700. Senza
l'utilizzo di uno strumento ottico il nostro occhio è in grado di distinguere due oggetti distanti tra
loro non meno distanti di 1/10 di millimetro. 1/10 di millimetro corrisponde a 100 micrometri. La
capacità di mostrare come separare due oggetti vicini prende il nome di potere di risoluzione. Per
esempio se noi abbiamo due punti o due linee distanti fra loro di 0,1 millimetro noi ad occhio nudo
non riusciremo a distinguere le due linee o i due punti, bensì ci appariranno o come una linea più
spessa o come un unico punto. Mentre se questi si presentano ad una distanza di 120 millimetri,
anche ad occhio nudo saranno facilmente distinguibili.
Le cellule eucariotiche presentano un diametro dai 10 ai 30 micrometri, circa 3 volte al di sotto del
potere di risoluzione dell'occhio umano. Dato che le cellule procariotiche sono più semplici e più
piccole, per studiare la cellula e il suo interno, abbiamo bisogno di strumenti che aumentino il
potere di risoluzione del nostro occhio.

LE CELLULE HANNO TUTTE PICCOLE DIMENSIONI


Il limite principale alle dimensioni di una cellula è determinato dal rapporto tra superficie e volume
della cellula. Il volume coincide con la quantità di citoplasma, ovvero la quantità di attività chimica
che avviene all'interno di una cellula. La superficie di una cellula corrisponde invece alla lunghezza,
quindi all'estensione della membrana plasmatica. La superficie influisce sulla quantità di sostanza
che entra ed esce da una cellula, ovvero maggiore è la superficie, maggiore risulterà la quantità di
sostanza che viene scambiata. Le cellule prelevano dall'ambiente i nutrienti e riversano all'esterno
i prodotti di scarto, compiono ciò grazie alla membrana plasmatica. Possiamo affermare che le
cellule più piccole sono quelle metabolicamente più attive e dato che hanno una superficie
maggiore, maggiore ovviamente è la sostanza che entra o esce, dunque anche il metabolismo è
molto più attivo. Quindi le cellule più piccole sono le più attive metabolicamente. Infatti se noi
prendiamo un determinato cubo con un determinato volume oppure tanti piccoli cubi che uniti fra
di loro presentano lo stesso volume della prima figura, nonostante entrambe i cubi presentino lo
stesso volume, vediamo che la seconda figura presenterà una superficie maggiore e di
conseguenza anche il rapporto fra superficie e volume sarà maggiore. Queste piccole unità
possono essere paragonati a tante piccole cellule, quindi possiamo dire che le cellule più piccole
presenteranno un rapporto tra superficie e volume maggiore rispetto alle cellule più grandi e
quindi in un determinato periodo di tempo la quantità di sostanza che entra ed esce sarà maggiore
e quindi le cellule più piccole sono metabolicamente più attive.

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