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Le soluzioni:

Una soluzione è un miscuglio omogeneo può suddividersi in: soluto e solvente.


il soluto è la sostanza presente in proporzione minore, il solvente è la sostanza presente in
proporzione maggiore.

Le soluzioni possono essere, a seconda del solvente, solide liquide o gassose.


 Le soluzioni solide sono le soluzioni con un solvente solido e un soluto che può
essere solido o liquido.
 Le soluzioni possono essere Liquide con un solvente liquido e con un soluto solido
liquido o aeriforme.
 Le soluzioni gassose hanno un solvente aeriforme e un soluto aeriforme oppure
liquido.
Quando nelle soluzioni il solvente è l’acqua la soluzione si dice acquosa.

Si dice Satura, una soluzione in cui è disciolta la massima quantità di soluto, se


aggiungiamo un altro elemento alla soluzione satura otteniamo un corpo di fondo, il corpo
di fondo è il soluto non disciolto.

L'equilibrio dinamico che si instaura è dato dal continuo passaggio delle particelle tra corpo
di fondo e soluto disciolto.

Si definisce solubilità la quantità massima in cui una sostanza viene sciolta, per creare una
soluzione satura, la solubilità di una soluzione è correlata anche alla temperatura del
solvente.
La solubilità è espressa in grammi di soluto * 100 g di solvente
es. 36 g di Cl si sciolgono in 100 g di H2O (36g/100 g di H2O)

Per le soluzioni liquido-liquido si utilizza come terminologia la miscibilità.


Quando ci sono dei liquidi che non si mescolano tra loro si parla di immiscibilità.

In una soluzione gassosa non si forma il corpo di fondo, ma esiste un massimo range in cui
il soluto può disciogliersi nel solvente.
Come sappiamo, la solubilità è influenzata dalla temperatura del solvente, difatti un liquido
o un solido tenderà a sciogliersi più facilmente e a rientrare con più capienza in una
soluzione.
Cosa ben diversa con i gas, difatti questi ultimi all'aumentare della T produrranno effetto
inverso, in quanto, l'energia cinetica delle particelle tende a creare distanze ben evidenti dal
liquido in cui sono disciolte (evaporazione/ebollizione).
Una bottiglia di coca cola chiusa ermeticamente conterrà piu' solubilità del gas rispetto a
quanto quest’ultima verrà aperta. Questo perchè il sistema, in cui è presente il gas, cerca di
raggiungere un equilibrio con l'ambiente esterno.

Questo è ciò che esprime la Legge di Henry


a una data temperatura, la quantità di gas che si scioglie in un liquido è
direttamente
proporzionale alla pressione che il gas esercita sul liquido.
– esempio dei Sub
il nostro corpo è in equilibrio tra pressione esterna e pressione interna, quando cerchiamo di
raggiungere profondità marine elevate dobbiamo sapere che per ogni 10 m di profondità
raggiunta, la pressione aumenta di 1 atm.
La pressione che aumenta fa sì che si sciolgano nel liquido più quantità di gas. Quindi ci
ritroveremo nel nostro organismo una quantità maggiore di gas disciolta.
Quando il sub cerca di risalire in superficie, ritornando ad una pressione iniziale di 1 atm, il
gas tende a non essere così solubile come prima nel sangue, così cerca di uscire grazie ai
polmoni.
– Se ciò avviene lentamente non abbiamo alcun rischio per il nostro organismo, se
invece il sub tenderà a risalire in superficie velocemente questo potrà portare ad un
caso di embolia polmonare poiché si creeranno delle vere e proprie bolle nel sangue
perchè lo scambio con i polmoni non ha avuto modo di avvenire per ristabilire
lentamente l'equilibrio esterno/interno.

Le soluzioni possono essere perciò diluite o concentrare rispetto al soluto disciolto nel
solvente.
Se la soluzione è soprasatura è perchè in essa, ad alte temperature, è stata disciolta una
quantità maggiore di soluto non producendo il corpo di fondo. Quando si abbassa la
temperatura di una soluzione soprasatura, quest’ultima, se agitata, porta alla cristallizzazione
del soluto in eccesso.

Le soluzioni liquide si distinguono tra polari e apolari.


I solventi apolari (lipofili o idrofobi) hanno legami intermolecolari molto deboli (dipolo
indotto Forze di London) che non sono in grado di portare alla rottura legami più forti, come
quelli polari. Ecco perchè in essi si disciolgono solo sostante non polari come cere, gli olii
ecc

I solventi polari (idrofili o lipofobi) sono molecole costituite da legami secondari forti
(idrogeno, dipolo-dipolo), questi solventi sono in grado di solubilizzare sostanze polari
(idrossidi o acidi) oppure ionici (come sali) perchè con essi formano legami secondari
(dipolo-ione).
La polarità di un solvente può essere misurata a mezzo di una costante dielettrica o del
momento del dipolo.
I solventi non miscibili tendono sempre ad essere di densità minore rispetto all’acqua,
durante la separazione delle due fasi noteremo ad esempio che l’olio sarà adagiato sulla
superficie dell’acqua. I solventi alogenati invece, come il cloroformio, si separeranno sul
fondo.
Il processo di solvatazione o meglio di idratazione (quando il solvente è l'acqua) avviene
quando si introduce alla soluzione un soluto ionico. Gli ioni tenderanno a dissociarsi dalla
molecola introdotta per andarsi poi a legare a quella del solvente (ioni idratati). Infatti questa
reazione è ancor meglio definita come reazione di dissociazione ionica.

Esistono due tipi di interazione con l'acqua, per i soluti molecolari polari.
– SOLUBILIZZAZIONE
– IONIZZAZIONE
- la solubilizzazione avviene quando l'acqua provoca la rottura dei legami
intermolecolari, le molecole si disperdono in acqua senza diventare ioni. Ad esempio lo
zucchero, l'alcol etilico o l'acetone, posti in acqua contribuiscono al processo di
solubilizzazione. - non abbiamo un passaggio di corrente elettrica.

– ionizzazione
consiste in una reazione di scissione della molecola che provoca la creazione di ioni
nel solvente.
Ad esempio nel caso di HCL avremo la dissociazione di H+ e Cl-, H+ si legherà con la
molecola
d'acqua creando lo ione idronio H3O+.
Le sostanze, che in soluzione acquosa conducono corrente elettrica, sono chiamate
elettroliti.

Differenza tra dissociazione ionica e ionizzazione:


– la dissociazione ionica avviene per la scissione di una molecola in ioni, un esempio
deriva da NaCl da cui si ottiene uno ione Na e uno ione Cl.
– La ionizzazione è il comportamento della molecola che da neutra acquisisce ioni e
diventa anch'essa ione.

Si suddividono in ionici e covalenti, gli ionici conducono corrente elettrica in soluzione ma


anche alo stato fuso perchè gli ioni presenti nel reticolo cristallino sono liberi di muoversi.

I covalenti, conducono corrente elettrica solo se disciolti in soluzione perchè la molecola si


ionizza solo a contatto con l'acqua. La dissociazione di questi ultimi può essere parziale o
totale. La dissociazione parziale o totale porta a distinguerli da elettroliti forti o deboli.

Il processo di solubilizzazione può essere sia endotermico che esotermico, endotermico


quando la molecola subisce la dissociazione delle sue parti ed esotermico quando avviene
l'idratazione di essa (solvatazione).

PROPRIETA' COLLIGATIVE
Sono delle proprietà delle soluzioni che dipendono dalla concentrazione delle particelle e
non dalla natura del soluto.
Vengono influenzate in base all'introduzione del soluto, variando la concentrazione della
soluzione.

– abbassamento della pressione vapore saturo


– innalzamento della temperatura di ebollizione
– abbassamento della temperatura di congelamento
– pressione osmotica
Abbassamento della pressione di vapore
La volalità è la tendenza di un liquido a passare alla fase vapore, quanto più è volatile tanto
più maggiore è la sua tensione di vapore.
La tensione di vapore è la pressione che è esercitata dalle molecole che evaporano in
contenitore chiuso una volta che la velocità di evaporazione e condensazione diventa uguale.
La pressione di vapore della soluzione viene influenzata dall'introduzione del soluto non
volatile, il soluto non volatile ha più difficoltà ad evaporare e, miscelato al solvente, abbassa
la sua pressione a vapore.
Es. soluzione + soluto non volatile < pressione vapore acqua pura
Quindi:
𝝙p la variazione di pressione di vapore di un solvente è direttamente proporzionale al
numero relativo di particelle del soluto (frazione molare del solvente).

Legge di Raout: 𝝙psoluzione = x soluto * p solvente puro


Frazione molare del solvente

Innalzamento del punto di ebollizione


Aggiungere del sale in acqua modifica il suo punto di ebollizione
L’aggiunta di un soluto non volatile provoca l’innalzamento della temperatura al punto di
ebollizione.
L’innalzamento del punto di ebollizione  abbassa la pressione a vapore  che ha piu’
difficoltà a raggiungere la pressione atmosferica e “Bollire”.

𝝙Teb= Keb * m
m= n/ kg
𝝙Teb= Keb * m * i [per soluzioni con elettroliti forti]

Keb è una costante ed è riportata in tabella.

Abbassamento del punto di congelamento


La presenza di un soluto non volatile in una soluzione influenza anche l'abbassamento
crioscopico, il punto di congelamento diminuisce.
Ecco perchè le strade, durante temperature critiche, si cospargono di sale. Proprio per evitare
la formazione di lastre di ghiaccio.
- Da 0° a -20°
𝝙Tcr = Kcr * m

𝝙Tcr = Kcr * m * i  per soluzioni elettrolitiche

PRESSIONE OSMOTICA (π)


Osmosi è il passaggio del solvente attraverso una membrana semipermeabile.
Il fenomeno di diffusione avviene sempre dalla soluzione meno concentrata a quella più
concentrata.
Per esempio l’acqua pura sarà attratta dal compartimento contenente acqua e sale.

Un esempio è l'acqua posta nel sottovaso di una pianta, quest'ultima tenderà a raggiungere la
terra che è la “soluzione” piu concentrata di soluti.
Per riequilibrare il dislivello che si creerebbe durante il passaggio delle soluzioni si introduce
la pressione osmotica.
La pressione osmotica è la pressione esercitata dal soluto contro la m.p., serve a
mantenerla in equilibrio con il suo solvente (soluzione/solvente).

La legge che esprime la relazione esistente tra pressione osmotica e concentrazione del
soluto è molto simile a quella dei gas ideali, difatti le sue variabili sono temperatura e
concentrazione del soluto:
π
V
¿
n
R
T

o
n R T
V

n/V  concentrazione molare del soluto (M)


 π = iMRT
R= 0,082 se il volume è in litri
Se la pressione delle due soluzione diviene differente, la soluzione che esercita maggior
pressione viene detta Ipertonica, quella con minor pressione esercitata ipotonica.

OSMOMOLARITA’ [Grandezza Fisica]

L’osmole (Osm) è l’unità di misura utilizzata per esprimere il numero di particelle che
contribuiscono alla pressione osmotica di una soluzione.
O = n. di osmoli * L di soluzione O= M * i
Per osmole si intende una quantità di soluto pari a n. di avogadro in particelle

Per il calcolo delle osmoli si considera il grado di dissociazione delle molecole

1 mole di C6H12O6 in soluzione acquosa corrisponde ad 1 osm poiché non reagisce con
l’acqua.

1 mole di NaCl  Na+ + Cl- corrisponde a 2 osm

Ad esempio:
Nacl O,15 M
NaCl Na+ + Cl- = 2 osm
0,15 * 2 = 0,3 Osm

COEFFICIENTE DI VAN’T HOFF


- fattore di dissociazione
utilizzato per calcolare il numero di particelle in una soluzione contenente elettroliti (acidi;
basi; Sali)
Coefficiente di Van’t Hoff (i)  i = 1 + a ( v - 1)
v= numero di ioni portati in soluzione
a= grado di dissociazione
la variabile del coefficiente di van’t hoff è il grado di dissociazione (a) influenzato a sua
volta da concentrazione, pressione e temperatura.

Elettroliti forti, il coefficiente di van’t hoff coincide con (v)


i = 2 per il cloruro di sodio NaCl  Na+ + Cl-
i = 3 per l’acido solforico H2SO4  2H+ + SO4-

Non elettroliti sostanze molecolari che non rilasciano ioni, ad esempio saccarosio e glucosio
non reagendo in acqua corrisponderanno a i = 1

Acidi deboli
i= 1 e v

COLLOIDI
sono definiti colloidi le soluzioni che presentano soluti di dimensioni compresi da 1 nm e
1um.
Nei colloidi il soluto si definisce fase dispersa e il solvente fase disperdente.
L'albume d'uovo è un colloide, le creme o la maionese sono dei colloidi.
Una caratteristica importante è l'effetto Tyndall, è il fenomeno grazie al quale un fascio di
luce attraversa il colloide ed è chiaramente visibile (un laser sarà visibile nel colloide, mentre
in una soluzione no).
Moto browniano è un movimento disordinato delle particelle del soluto che, grazie al
continuo urtare tra molecole, non favorisce la sedimentazione.

Esistono i colloidi liofili, nei quali le particelle di soluto sono molto affini alla fase
disperdente. Sono sistemi contenenti proteine disperse in acqua, chiamati anche colloidi
idrofili.
Colloidi liofobi nei quali l'aggregazione è impedita per l'uguale carica elettrica, e quindi le
particelle di entrambe le fasi si respingono tra loro. Per renderle stabili a volte si utilizzano
agenti emulsionanti, ad esempio per la formazione della maionese l'agente emulsionante che
crea stabilità è la lecitina presente nel tuorlo d'uovo.

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