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LEZIONE MONITORAGGIO 29/09

Il monitoraggio ambientale è una diagnostica, le analisi che compio mi consentono di eseguire una
diagnosi dell'ambiente in base ai parametri misurati, proprio come una diagnosi medica.
Si utilizzano per esempio le sonde multiparametriche, dotate di sensori che misurano diversi
parametri, elaborano dati e li trasmettono. Al termine del monitoraggio ho dei risultati tramite cui
posso elaborare una diagnosi. Dopo aver diagnosticato una diagnosi nell'ambiente posso provvedere
al miglioramento, modificazione per “curare” questa diagnosi.
Definizione della European Environment Agency (EEA) definisce il monitoraggio come:
“Misurazione di variabili ambientali e dei livelli di inquinamento; queste misurazioni devono essere
periodiche, effettuate con periodicità nel tempo, con periodi ci campionamento più o meno lunghi,
devono poter permettere di capire nel tempo quali sono le variazioni di una variabile. Ci sono situa
in cui i campionamenti sono effettuati in continuo oppure in maniera periodica. Questo
monitoraggio ci consente di definire lo stato dell'ambiente e di intervenire su di esso. Si prevengono
effetti pericolosi o dannosi sull'ambiente.”
Il problema è che il monitoraggio è un processo molto complesso di indagine; il tempo è molto
importante e va rispettato; altro fattore importante è che l'ambiente è formato da tanti comparti, il
monitoraggio si occupa di un unicum, di tutte le relazioni che si creano all'interno di un ambiente. E'
importante programmare dall'inizio le strategie di campionamento e di raccolta dei dati.
Un altro aspetto che dobbiamo prendere in considerazione è quello AMMINISTRATIVO. Bisogna
comunicare i dati agli enti di amministrazione per rendere possibili degli effettivi cambiamenti
dell'ecosistema. Tutto si lega all'aspetto amministrativo, chi fa il monitoraggio può dare indicazioni
su come migliorare ma sono gli amministratori che mettono in atto i provvedimenti per migliorare
la situazione.
La ricerca scientifica è utile perché ci informa su cosa effettuare i monitoraggi, in che zone sono
presenti maggiori cambiamenti dell'ecosistema e dove è necessario raccogliere dati in maniera
continuativa. La ricerca scientifica cerca di capire a che cosa porta il cambiamento delle variabili,
serve per identificare le variabili da valutare. Il monitoraggio analizza queste variabili sul campo.
Permette di raccogliere dati nel tempo molto utili, contribuisce alla formazione delle serie storiche,
raccoglie le anomalie che si verificano nel tempo.
I dati raccolti vengono in aiuto agli amministratori.
Le leggi ci dicono dove come e quando monitorare, è il legislatore che ha emanato leggi che gli
amministratori devono rispettare nell'ambito del monitoraggio.
Questa attività individuata da una legge è continuamente aggiornato; ci sono delle implementazioni
perché la ricerca scientifica modifica i valori soglia, i parametri misurati, e dovrebbero cambiare
anche le leggi riguardo il monitoraggio ma ciò non accade. Una delle info più importanti è di
disegnare molto bene il programma di acquisizione dei dati in modo da capire al meglio lo stato di
salute. E' importante non danneggiare l'ambiente tramite il monitoraggio ed acquisire i dati nel
modo giusto, bisogna capire molto bene come campionare.
E' importante unire tutti i comparti (chimico, fisico e biologico) dell'ecosistema che sto prendendo
in esame. Un altro fattore fondamentale è la scelta degli indicatori per verificare lo stato di salute di
un ambiente. L'ecosistema è molto complesso per cui a volte l'uso degli indicatori è errato. La
ricerca dà indicazioni per cui vengono attuate delle leggi, il monitoraggio viene compiuto ed il
sistema dovrebbe essere efficiente.
Avvengono degli intoppi, come il cambio di un indicatore (a livello di legge il cambio di un
indicatore è piuttosto lungo, ci vuole tanto tempo).
Il tempo è un elemento fondamentale da tenere presente: i diversi parametri analizzati tramite
matrici differenti richiedono tempi di campionamento diversi:
• evoluzione termica di un bacino intermedio: campionamento mensile
• Successione specifica fitoplanctonica è necessario un rilevamento settimanale.
• Valutare l'evoluzione del bacino verso condizioni di anossia a causa di una crisi distrofica
ho bisogno di misure in intervalli di poche ore.
Oltre al tempo è molto importante il luogo di campionamento, vicino a costa o lontano ecc. Si
possono utilizzare strumenti statici o in movimento per campionare in più luoghi nello stesso
giorno. A volte si fotografa con il satellite un punto e nello stesso momento viene prelevato un
campione da quel luogo, per poter avere una mole di info per calibrare i dati, in modoo da
comparare i dati acquisiti da due strutture differenti.
Campionamenti con strumenti elettronici come le sonde multi parametriche che vengono calate
nella colonna d'acqua, durante la discesa acquisisce dati e raccoglie anche campioni di acqua marina
durante la discesa per una successiva analisi in laboratorio.
Si possono utilizzare anche i muri, strutture con un peso sul fondo che analizzano l'intera colonna
d'acqua, pongo dei sensori lungo il cavo che misurano diversi parametri. Decidiamo la frequenza di
campionamento, è uno strumento statico in mare. Campionando con questo strumento bisogna
attuare manutenzione su di esso (danneggiato da salinità, biofouling ecc).
Molto efficaci sono gli strumenti che si possono muovere in mare: boe che si muovono tramite
correnti, robot sottomarino con sensori sulla testa, non è necessario l'intervento dell'uomo perchè il
cilindro si muove autonomamente grazie ai computer che contiene al suo interno. Sono strumenti
molto costosi.
Non esiste un sistema ottimale, si utilizzano sistemi multipli per avere dati di diverso tipo. Tutto ciò
ha bisogno di sistemi evoluti di data base.

LEZIONE 30/09
Politica dell'acqua dell'Unione Europea = 3 fasi
Deve dare guide comuni per il monitoraggio dell'acqua che tutti gli stati devono rispettare, in
questo modo si possono comparare i risultati nei diversi luoghi, ovviamente i processi di
monitoraggio devono seguire gli stessi protocolli, le metodiche devono essere identiche, devono
essere calibrate tra di loro in modo che i dati siano confrontabili.
• Negli anni '70 l'UE si è focalizzata sullo stato dell'acqua per uniformare la raccolta dei dati
sull'acqua (acque superficiali, di balneazione, acque destinate al consumo umano).
• Negli anni '90 l'UE ha emanato direttive su valori limiti di emissione e si è iniziato a parlare
delle direttive su inquinanti, su acque reflue
• Nel 2000 si è introdotto l'approccio integrato, combinando i valori limite di emissione e gli
obiettivi di qualità ambientale. Si aumenta lo spettro di analisi effettuati negli ambienti in
ottica della qualità ambientale. Nel 2000 esce la direttiva sulle acque, si tengono conto della
flora e della fauna che indicano lo stato di qualità delle acque. Cambia la direttiva e si studia
di più l'ambiente per esempio acque di balneazione, si valuta tutto nell'insieme.
• Nel 2008 la Marine Strategy (2008/56/CE) studio integrato dell'ecosistema nell'ottica di
qualità ambientale.

Dunque in 30 anni ci sono state diverse evoluzioni, adesso l'attenzione è sull'intero ecosistema, si
cerca di capire come funziona e quali sono i danni che affliggono l'ecosistema. Abbiamo
valutazione reale dello stato di salute per esempio di un corpo idrico, non si analizza più un solo
parametro ma si integrano diversi tipi di misure per migliorare la prevenzione e la gestione
dell'ambiente.

UNEP
Il motore di questo nuovo approccio è stato quello delle Nazioni Unite con il Programma
sull'Ambiente (l'UNEP) che ha definito l'approccio ecosistemico (promuove la conservazione e
l'uso sostenibile delle risorse ambientali)
Cerca di coordinare lo sviluppo delle politiche ambientali di ogni stato, cerca di unire e rendere
comuni i dati ed il tipo digestione e prevenzione dell'ambiente tra i diversi governi. Fa da tramite tra
gli Stati. E' un ente che nel 1974 lancia l'idea del programma MARI REGIONALI: programma che
si inserisce all'interno di un sistema globale.
Il programma si impone si studiare lo stato delle zone costiere ed il degrado degli oceani, è una
azione che coinvolge paesi confinanti. Dice che è necessario un coordinamento amministrativo e
bisogna creare un piano di azione per gestire al meglio l'ambiente. Sarà una gestione comune della
risorsa.
143 paesi aderiscono a questo progetto e vengono individuati 18 programmi: i programmi
funzionano attraverso un Piano d'azione (action plan) che deve essere sostenuto da un valido piano
giuridico nella forma di una convenzione regionale ed associato a protocolli su problemi comuni.
Di queste 18 regioni alcune hanno dei piani regionali che sfruttano l'UNEP come amministratore.
Ci sono mari regionali che non sono amministrati dall'UNEP come il Mar Nero.
Altri mari si gestiscono in maniera indipendente, come l'Antartico.
Il piano di azione del Mediterraneo ha dei centri regionali localizzati nel Mediterraneo che hanno
delle specificità nella gestione delle aree.
I piani di azione necessitano di una convenzione, si usano protocolli specifici per le varie
problematiche di quel mare regionale. Le convenzioni devono essere rispettate dagli stati che ne
aderiscono.
La convenzione di Barcellona è la prima di un mare regionale, avviene nel '75. Inizia ad essere
operativa questa idea.

Nella convenzione si parla della struttura dei piani di azione:


• -valutare stato ambiente:
• -monitorare lo stato di salute per arrivare ad avere info sulla gestione con sostenibilità.
• -Servono ovviamente finanziamenti per portare avanti questo tipo di attività.
• Bisogna capire dove effettuare e su che cosa fare i monitoraggi, bisogna individuare gli
indicatori di problematiche.
Una zona che necessita di monitoraggio è la zona costiera poiché è un'area molto impattata e su cui
vivono moltissime persone che portano a problematiche di inquinamento (scarichi urbani, rifiuti).
Un altro aspetto importante è lo studio della Biodiversità, importante per conoscere lo stato di salute
di un ambiente; focalizzandosi sulle aree protette perchè sono indicatori importanti per lo stato
dell'ecosistema.
Sono stati introdotti protocolli su specifici impatti come la plastica, in particolare l'attenzione è
rivolta alla plastica e la sua evoluzione negli anni; un altro aspetto è tutto ciò che è lo shipping,
inquinamento marino dovuto a mezzi nautici di grande dimensioni.

Mar Baltico: mare confinato, ha un progetto mare regionale che si chiama HELTON (dalla
convenzione di Helsinky). Si è integrato anche con indicazioni fornite dall'UE. I partecipanti sono
la Danimarca, l'Estonia, l'UE ( che fa da link), Germania, Finlandia, Russia e Svezia.
Nel '74 si comincia a parlare di inquinamento in queste aree, si inizia una convenzione che entrerà
in vigore soltanto 6 anni dopo (tempi molto lunghi).
Soltanto nel 2000 viene messa in atto definitivamente, vengono introdotti nuovi protocolli.
Gli obiettivi di questa convenzione erano di enfatizzare la sensibilità di una gestione corretta
dell'ambiente marino, principio di precauzione, cercare di usare sistemi che riducono l'impatto,
utilizzare nuove tecnologie, vengono messe a regime il concetto chi inquina paga, chiedere
risarcimenti per i danni, mettere in atto sistemi di monitoraggio più efficienti, cercare di evitare
rischi per gli impatti nell'ambiente marino.
Questi principi devono essere focalizzati su delle problematiche effettive: le problematiche sono
l'eutrofizzazione (a causa dello sversamento di sostanze ricche di sali nutritivi derivanti dal settore
agricolo); immissione di sostanze pericolose, immesse da zone industriali come il nord della
Germania; trasporto marittimo di merci e passeggeri che comportano la necessità della messa in atto
di monitoraggio; attività della gestione della pesca (allevamento e prelievo diretto dal mare).
Questi obiettivi hanno portato già dei risultati che derivano da leggi ed accordi tra gli Stati e l'UE,
un monitoraggio efficiente.
LEZIONE 5/10
Sviluppo Mare Regionale del Mar Nero: la struttura è sempre una convenzione finalizzata alla
gestione di un'area di mare che interessa diverse nazioni. E' importante abbinare il piano di azione
ad un piano politico (piano di azione). Ne fanno parte 6 nazioni, inizia nel 1992. Nel 2002 c'è stato
un ulteriore aggiornamento dei protocolli (tempi lunghi dal punto di vista politico amministrativo).
Richiede dei tempi l'elaborazione di strategie di gestione e miglioramento per i monitoraggi.
Tutto diventa operativo soltanto nel 2009, viene messa in piedi una collaborazione tra gli stati
membri di questa convenzione.
Il primo protocollo ha obiettivi generici come controllo inquinamento che deriva da terra, incidenti
di navi, ed altri obiettivi classici.
Vengono studiati tutti gli input che arrivano da terra, soprattutto dal comparto agricolo (che provoca
eutrofizzazione) che in un mare così chiuso provoca grandi problemi.
L'altro aspetto è l'utilizzo di sistemi informatici che permettono di monitorare gli spostamenti dei
mezzi nautici all'interno del mare per capire dove si concentra l'impatto provocato da queste
imbarcazioni; bisogna tenere conto degli inquinanti che vengono versati normalmente o dovuti ad
incidenti extra-ordinari.

Mar Mediterrraneo: parte dalla convenzione di Barcellona.


Questo mare è stato oggetto di un piano di azione che si chiama MAP (Meditterranean Action
Plan), sviluppato all'interno di UNEP, la parte amministrativa è la convenzione di Barcellona.
Dobbiamo aggiungere un forte interesse della Comunità Europea.
La parte di acque costiere fa parte della direttiva acque, la Marine Srategy subentra nel 2008.
Tra le Nazioni Unite e l'UE, l'Italia inserisce le sue normative ambientali che hanno recepito le linee
generali date dalla comunità europea. Legge 978/82: dove come e quando effettuare i
campionamenti, con quali strumenti effettuarli. Ci sono normative che hanno indicazioni specifiche
per diverse situazioni, per esempio per l'ambiente marino, quello costiero ecc.
Le indicazioni date portano all'APPROCCIO ECOSISTEMICO, si richiede questo approccio,
aumentare il monitoraggio con studi che non si fermino ad individuare un inquinante ma che diano
info su come il sistema stia rispondendo ad un impatto.
Si enfatizza la componente biologica e dei link che ha con la componente abiotica.
E' un percorso durato molti anni, è entrata in regime da poco tempo.
Il MAP comincia con l'obiettivo di salvare il Mar Mediterraneo, ne fanno parte 16 paesi nel '75
sviluppano questo piano di azione e la convenzione di Barcellona. I paesi sono quelli che si
affacciano nel Mediterraneo, sono 21 paesi, 3 contintenti; la popolazione è molto densa sulle fasce
costiere, la costa è molto estesa ed un tasso di crescita molto elevato nella parte sud-est. E' un'area
che subisce forti pressioni turistiche, pressione che si ha sul bacino.
Presenta un'elevata biodiversità ma è un mare semichiuso e dunque molto vulnerabile, se impattato
fortemente può collassare. I tempi medi di permanenza delle acque è di circa 80 anni.
La grossa pressione sulla costa ha fatto si che si sia creato un piano di azione e convenzione con
degli obiettivi:
 valutare e controllare l'inquinamento.
 garantire gestione sostenibile delle risorse naturali marine e costiere.
 integrare l'ambiente nello sviluppo economico e sociale.
 proteggere ambiente marino e zone costiere attraverso azioni volte a prevenire e ridurre
l'inquinamento, ed eliminarlo per quanto sia possibile.
 proteggere patrimonio culturale e naturale.
 rafforzare solidarietà tra i paesi della riviera e del Mediterraneo e contribuire al
miglioramento dell'ambiente e della vita.
L'inquinamento proviene sia dalle zone costiere che da quelle più interne, ma anche da zone a largo
come piattaforme petrolifere, ecc.
Il piano di azione mette in atto operazioni che verificano gli input di inquinamento, capire quali
sono gli indicatori significativi per trattare gli impatti sull'ambiente.
Il link che si deve creare tra Paesi è la condivisione dell'informazione, poter confrontare set di dati
tra le diverse nazioni.
Dopo la convenzione di Barcellona sono stati emanati dei Protocolli. All'inizio non ci sono stati
grandi miglioramenti; nel '95 la convenzione è stata emendata per farlo diventare uno strumento più
utile nella salvaguardia e protezione dell'ambiente. Le modifiche principali sono state una maggiore
attenzione alle zone litorali; il principio di precauzione, l'applicazione del principio chi inquina
paga.
Un altro aspetto è una maggiore attenzione al mantenimento della biodiversità, attenzione al
trasporto nautico di rifiuti pericolosi; altro aspetto importante è l'accesso alle informazioni e la
partecipazione del pubblico, i dati devono essere accessibili a tutte le persone.
La decisione 77/5857CEE consente alla Comunità Europea di aderire alla convenzione per la
protezione del Mare Mediterraneo dall'inquinamento.
Le convenzioni portano a protocolli, che danno indicazioni su quale argomento focalizzare le
informazioni, danno indicazioni sui gruppi di lavoro, dove come e quando effettuare il
monitoraggio, ecc.
Un protocollo sul Dumping: rilascio di impattanti da attività di navi e areomobili, include anche la
gestione dei rifiuti tramite incenerimento
Nuovo protocollo Emergency: sistemi di cooperazione tra le varie nazioni per prevenire danni
provocati da situazioni di emergenza. Collaborare per proteggere l'ambiente marino da possibili
incidenti. Piani di intervento in seguito a disastri ed incidenti. Diffusione e scambio di informazioni,
molto importante per la coordinazione tra stati per rimediare ad un danno (per esempio incidente ad
una grossa petroliera). Il protocollo comprende anche azioni da svolgere a bordo delle navi.
Un protocollo sulla Protezione dall'inquinamento di origine terrestre: Sorveglianza continua
dell'input di azoto (in generale sali nutritivi) da parte del comparto terrestre soprattutto da attività
agricole, aree con urbanizzazione priva di controllo e senza sistemi importanti di depurazione.
Individuare sostanze come PCB ed altri composti chimici pericolosi che si stabilizzano nei
sedimenti più superficiali. Modifica della gestione delle aree a terra.
Protocollo SPA/BIO: per il controllo delle aree protette e della biodiversità, per proteggere queste
aree e vengano mantenute con uno stato elevato. Mira alla conservazione e gestione della
biodiversità, individuazione di aree protette o zone specialmente protette (interessanti per la
protezione e conservazione della biodiversità). In queste zone bisogna seguire norme specifiche e
restrittive, non introdurre specie aliene, inquinamento e rifiuti. Tutela di specie faunistiche e di flora
in queste zone.
OffShore (altro protocollo): protezione da inquinamento derivante dallo sfruttamento
dell'esplorazione dello sfruttamento della piattaforma continentale sottomarino e del sottosuolo.
Protocollo delle sostanze pericolose.

LEZIONE 6/10
L'ente nazionale italiano è l'ISPRA mentre a livello regionale (Liguria) è l'ARPAL
Questo sistema a cascata è utile per coordinare tutte le normative e rispettare le regole per
migliorare la gestione e la conservazione dell'ambiente.
• Acque Territoriali: zona di mare adiacente dalla costa e lo Stato esercita la propria sovranità
territoriale, il mare è un'estensione della sovranità del territorio italiano. Le imbarcazioni
possono transitarvi ma senza danneggiarlo in nessun modo, sono permesse soltanto azioni
inoffensive.
• Un'altra zone è quella contigua che si estende fino a 24 miglia dalla costa in cui le navi che
transitano devono rispettare tutte le norme in vigore.
• Un'altra delimitazione è quella della piattaforma continentale (citato nell'articolo 76 nella
convenzione di Monte Gobey ) e viene definita come zona di mare sino ad un limite che è
rimarcato dalla profondità massima di 200 m circa. E' importante definirla perché lo stato
costiero ha diritto di sfruttare tutta la piattaforma (fondale, sedimenti). Ciò permette allo
Stato di svolgere azioni di controllo in queste zone. Solo lo Stato che si affaccia su quel
mare può sfruttarlo.
• La zona economica esclusiva è un limite calcolato a partire dalla costa, lo Stato costiero può
controllare tutte le risorse della zona (biologiche e minerali). Lo Stato, per esempio, può
fissare la quantità delle risorse ittiche sfruttabili in questa zona.
• Zona di protezione ecologica: con una legge nel 2006, oltre il limite delle acque territoriali.
Questa zona permette allo Stato di avere dei poteri finalizzati alla tutela dell'ambiente
marino ma NON hanno competenze per esempio sulle risorse ittiche.
• Nel Mediterraneo le coste distano 400 o più miglia dalle coste di un altro Stato, ci sono
quindi sovrapposizioni di sovranità per tratte di mare che aprono grandi conflitti tra gli Stati.
Il Ministero crea un sistema di protezione mare come per esempio la lotta agli idrocarburi.

Bonifica da idrocarburi: convenzione MARPOL del '73 è un accordo tra Stati che ha come obiettivo
la prevenzione di inquinamento derivato da navi. Il campo di applicazione sono navi che transitano
nelle nostre acque territoriali che trasportano sostanze nocive ed inquinanti, si parla di sostanze
liquide ma anche imballaggi.
La nave impatta sull'ambiente in 3 fasi:
• Durante la costruzione: soggetta a molti controlli, vengono messe in gioco innovazioni per
rendere minore l'impatto provocato dalla nave successivamente .
• Durante l'esercizio: si è cercato di capire quali sono gli esercizi più pericolosi (le navi da
cisterna) in generale quelli che trasportano petrolio.
• Durante la demolizione: problema sempre sottovalutato, prima erano portate in paesi in via
di sviluppo senza alcun tipo di controllo. Adesso anche per la demolizione ci sono delle
regole coniate dall'IMO e dalla Comunità Europea.

MARPOL: 73/78, è la convenzione internazionale per la prevenzione dell'inquinamento da navi, è


la combinazione tra due trattati internazionali: il Protocollo 1973 (che inglobava la normativa
OILPOL) e la conferenza TSPP '78 tenutasi a seguito di gravi disastri ambientali che avevano
coinvolto petroliere tra il 75 ed il 78.
I PAESI DEVONO RECEPIRE E FIRMARE QUESTI ACCORDI DI MARPOL.
I partners di Marpol sono presenti in tutto il mondo; gli obiettivi sono relativi sia a navi cisterne sia
ad altre tipologie di navi.
La Marpol si dedica allo scarico di idrocarburi, scarico sostanze nocive, prevenzione inquinamento
da trasporto di sostanze nocive e pericolose; scarico acque nere, scarico di rifiuti da bordo delle
navi, prevenzione dell'inquinamento atmosferico da Sox ed NO x da scarichi dei motori marini.
Marpol presenta 6 annessi e piano piano entrano in vigore le norme e diventano operative nel
tempo.
Le navi devono rispettare gli annessi di Marpol per essere in regola.
Dagli anni '60 si sono susseguiti molti incidenti di navi petrolifere e non, per questo la popolazione
si è sensibilizzata notevolmente e sono stati messi in atto protocolli e norme di indicazione per
prevenire questi incidenti. Gli stati hanno spinto sul fatto che convenzioni come Marpol entrassero
in vigore in modo da prevenire queste situazioni. Si deve intervenire sulle costruzioni delle navi
aumentandone la sicurezza.
Importante incidente in Alaska nel 1989 si disperdono 40 mila tonnellate di greggio; da qui gli
States emettono una norma (OPA 90) secondo cui le navi che non superano i requisiti minimi come
avere meno di 25 anni, navi con doppio scafo, ecc non potevano entrare le petroliere sub standard.
Ovviamente gli incidenti sono continuati nel resto del mondo ed in base a questi sono state portare
correzioni ai diversi annessi per arrivare a definire calendari di disarmo delle navi.

LEZIONE MONITORAGGIO 07/10


Un problema che si è visto era legato alle attività da mettere in atto post-incidente.
Esistono norme, indicazioni, pratiche per prevenire disastri ambientali (perdita petrolio, scarico di
liquami).
Dal punto di vista del danno ambientale si è osservato che può esserci un ulteriore danno alle azioni
di bonifica non coordinate. Si può sbagliare anche se si cerca di rimediare.
E' nata così una convenzione che si è sviluppata parallelamente alle altre (come Murple) che
prevede che navi ecc debbano avere piani di emergenza anti inquinamento e relazioni strette con le
autorità costiere a livello nazionale e regionale, le parti si devono coordinare, l'azione post incidente
può raggiungere una gestione dell'incidente più corretto.
L'evoluzione dagli anni 80 ha portato dei risultati?? Non ha portato a risultati concreti, nessun
miglioramento di gestione dell'ecosistema marino che risente di una scorretta gestione di attività
(navi di trasporto e di passeggeri).

ISOTPF: associazione ….. tutti i mari ed oceani sono solcate da tantissime rotte di trasporto di
idrocarburi a livello mondiale, in tutti i mari transitano queste navi, maggiori sono le tratte maggiori
sono i rischi di incidente.
Per questo sono stabilite delle norme e convenzioni per la prevenzione di questi danni ambientali.
I movimenti di queste navi che trasportano idrocarburi, passeggeri e merci portano potenziali
impatti, tutto ciò provoca inquinamento.
Inquinamento sistematico: Immissione continua di inquinanti (scarichi fognari, reflui industriali
come i PCB, dilavamento dei terreni che rilasciano sali azotati e fosfati che in mare possono portare
a problemi di atrofizzazione.)
Inquinamento operativo: causato da navi, lavaggio cisterne, scarico di acque di zavorra, vernici anti-
vegetative possono essere un problema per l'ambiente, uccidono le larve e si disperdono in mare. Si
cerca di bandire queste vernici sostituendole con altre non dannose per gli organismi. La tecnologia
cerca di risolvere problemi.
Inquinamento accidentale: causato da incidenti come naufragi, operazioni ai terminali, rottura
condotte.
La maggior parte dell'inquinamento è dovuto allo sversamento di impattanti dovuto ad operazioni di
carico e scarico, operazioni di routine, bunkeraggio(operazioni di rifornimento di carburante nelle
navi).
Ciò avviene nelle aree portuali e si cerca di confinare al massimo queste aree (dragaggio di un
porto).
Il petrolio può anche depositarsi sul fondale, l'idrocarburo poi sparisce, c'è un accumulo, possono
entrare nei cicli eco-sistemici oppure possono sedimentare. Il primo punto di arrivo è la colonna
d'acqua, può impattare la componente vivente, ma devo prendere in considerazione anche la
componente sedimenti che sono caratterizzati dagli organismi che vivono in prossimità del
sedimento.
Fore-casting:(significa previsione) le info raccolte dal satellite, raccolte tramite vari tipi di
monitoraggio vengono gestite da algoritmi che ci permettono di ipotizzare delle situazioni in mare.
Le informazioni sono raccolte continuamente, i dati devono essere inseriti in un data base in modo
che si possano prelevare se utili per qualche studio.
I risultati del monitoraggio devono essere comunicati a tutta l'utenza. La raccolta del dato è
fondamentale, lo è anche il sistema di raccolta del dato, come viene gestito il campione, quali
analisi si faranno. Sono tutti elementi fondamentali per svolgere un monitoraggio valido.
Se questi sistemi sono svolti nella maniera giusta si possono prevenire gravi danni ambientali, posso
mettere in atto azioni che diminuiscono l'impatto dei danni, cerco di confinare la zona di incidente.

Intervengo in diversi modi:


• Confinare agente inquinante, trasferire idrocarburi su altre navi, eliminare la causa
dell'inquinamento.
• Azione di contenimento: contengo la dispersione dell'idrocarburo. Creo delle barriere
meccaniche o assorbenti. Limito l'espansione dell'inquinante oleoso, posso usare sostanze
assorbenti nelle aree confinate come i porti, in cui il livello di qualità ambientale è molto
bassa, aggravo quella zona per cercare di prevenire le altre.
• Dispersione: cerca di aumentare i processi di biodegradazione dell'olio minerale
(idrocarburi). Vengono usati batteri che accelerano i processi di degradazione (batteri
mangia petrolio).
.
Si è lavorato molto su come determinare i responsabili di un danno ambientale tramite sempre
convenzioni ed accordi: Chi inquina paga!!! bisogna capire il danno, la gravità del danno quanto ha
danneggiato l'ecosistema, devo sapere come era lo stato prima del danneggiamento (necessita che
siano stati fatti studi pre-incidente, il monitoraggio serve anche a monitorare lo stato di salute di un
ecosistema). Posso dunque capire quanto sarà il risarcimento del danno.
Acque di zavorra
Un altro impatto che è stato evidenziato in relazione al trasporto con navi è stato l'impatto che
deriva dallo sversamento di acque di zavorra che possono introdurre specie aliene (come specie
esotiche) che danneggiano la catena trofica del luogo preso in analisi.
Le acque da zavorra aiutano per la stabilizzazione dell'imbarcazione, quando vengono recuperate
contengono organismi di piccole dimensioni, e quando vengono rilasciate nel porto di arrivo
possono immettere specie invasive che possono trovare condizioni ideali ed entrano in
competizione con le specie indigene danneggiandole e cambiando il loro ecosistema.
E' un problema molto grave e molto diffuso dovuto anche all'innalzamento delle temperature dei
mari . Si possono diffondere anche alghe tossiche che portano tossine.
L'IMO (organizzazione internazionale marittima)ha cercato di gestire tramite linee guida le acque di
zavorra, esistono convenzioni anche per questo problema. Si cerca di prevenire l'invasioni di specie
invasive ed aliene.
Anche nei nostri mari ci sono specie aliene come la zanzara tigre che è arrivata tramite navi
mercantili sotto forma di uova presenti nei copertoni. Adesso è una specie indigena. Altri organismi
sono stati trasportati. Le acque devono essere trattate con biocidi, eliminano gli organismi nelle
acque di zavorra ma i biocidi rilasciati danneggiavano l'ecosistema in cui giungevano. Anche la
salute umana risente dello sversamento delle acque di zavorra, anche a livello economico c'è un
danno quindi è sicuramente meglio prevenire questo tipo di danno.

LEZIONE 12/10
E' importante identificare il danno dal punto di vista economico tramite indicazioni nazionali e
regionali.
Il coordinamento e l'innovazione tecnologica da mettere in gioco nei monitoraggi si è sviluppata
anche in Italia dagli anni 80 in poi, il ministero ha creato un sistema di monitoraggio per seguire lo
sviluppo degli ecosistemi marini, soprattutto la fascia costiera.
L'Italia in questo ambito ha messo insieme dei programmi di monitoraggio, che si rifanno ad
indicazioni ricevute dall'ente nazionale, si rifà per esempio alla convenzione di Barcellona, a
Marpol.
Il programma di monitoraggio italiano è attivo da decine di anni; ha come area di interesse le 12
miglia al largo (=acque territoriali) ma sono 8000 km di coste, il ministero dell'ambiente ha cercato
di coinvolgere le realtà regionali, le università per creare un sistema migliore per capire dove e
quando fare misure per rispondere alle richieste internazionali.
Nel tempo si ha avuto bisogno di un sistema di gestione dei dati di monitoraggio, cioè di una banca
dati in cui coinvolgono i risultati dei monitoraggi. Ci sono dei protocolli che li regolano, e che
vengono aggiornati periodicamente.
-Nella legge 979/1982 sulla Viglianza in mare:
Si istituisce un sistema di sorveglianza costiera. Il ministero deve mettere in atto azioni per
prevenire gli inquinamenti del mare tramite sorveglianza e vigilanza da parte delle capitanerie di
porto. Inoltre un sistema di vigilanza sulle attività marittime ed economiche compresa la pesca.

In Emilia Romagna c'era il problema dell'eutrofizzazione (bacini chiusi) con sviluppo di micro-
alghe. Si cambiano le risposte dell'ecosistema, grossi input di azoto e di fosforo portate da grosse
precipitazioni, porta ad un aumento della clorofilla verde, quindi sviluppo di microalghe (presente
clorofilla A).
Questo surplus di alghe modifica la risposta dell'ecosistema e parte del materiale si deposita sul
fondo consumando ossigeno che può portare a problemi di anossia,modificazioni dell'ecosistema
marino-costiero.
Influisce anche sul turismo perché l'acqua è verde e provoca odori sgradevoli portando un danno
economico non di poco conto. Dunque l'Emilia ha istituito un sistema di monitoraggio formato da
42 stazione in modo da capire l'evoluzione dell'eutrofizzazione per capire meglio il funzionamento
dell'ecosistema, per dare indicazioni finalizzate a ridurre gli input che arrivavano da terra di
questi sali nutritivi e provocavano questo fenomeno.
Un problema ambientale necessita di mettere in atto sistemi di controllo per capire le cause di
questi cambiamenti, per intervenire a livello gestionale per prevenire e curare questi problemi.
Seguono protocolli ed indicazioni dal '96, nel 2001 i dati sono resi visibili.
Se posiziono le stazioni di campionamento molto vicino tra di loro lungo 8000 km.
Dal 2001 il numero delle stazioni diminuisce, a cui si affiancano altri siti di campionamento
individuati dalle regioni.
La Sicilia non partecipa a questa fase di monitoraggio nel '96 Vedi slides in cui si spiega il
programma di gestione e monitoraggio delle acque...

Controllo dell'eutrofizzazione:(troppi sali nutritivi come azoto che provengono da attività agricole
o industriali) la Comunità Europea ha battuto molti protocolli su questa problematica e quindi si
decide dove: in area costiera, 20 km tra una stazione e l'altra, una stazione sotto costa ed una al
largo a 3000 m di distanza.
Il campionamento diventa mensile o ogni 15 giorni, quindi molto più frequente per monitorare per
esempio la concentrazione dei sali nutritivi, risposta del comparto fito-planctonico, necessità di
effettuare campionamenti più di una volta a stagione.
La frequenza del campionamento dipende da cosa voglio monitorare e da dove voglio monitorare.
-Monitoraggio dei molluschi bivalvi: L'organismo filtra per un lungo periodo ed accumula bio-
sostanze all'interno dei tessuti. L'organismo viene analizzato e si capisce se ci sono impattanti che
sono stati accumulati. E' un tipo di campionamento biologico, si utilizza un organismo che vive in
quelle acque. Come si mette in atto? Raccogliendo informazione oceanografiche, chimiche e
biologiche, temperatura, salinità, l'ossigeno disciolto (sovra-saturazione o sotto-saturazione),
clorofilla A, nitriti, nitrati, fosfati, residui catramosi, fenoli, residui oleosi, componente
microbiologica. Queste sono le variabili richieste per monitoraggio stagionale degli ecosistemi
marini. Se devo capire il funzionamento dell'ecosistema devo tenere conto di diverse variabili. La
componente biologica non è poi tanto sviluppata in queste variabili.
Per l'eutrofizzazione le variabili sono minori ma la frequenza di campionamento è molto più
elevata.
Le variabili sono i sali nutritivi, analisi della clorofilla A, studio del fito plancton; si analizza di più
la componente qualitativa del fitoplancton per vedere quali sono le specie più sviluppate (comparto
vegetale). Ad un aumento di N che componente vegetale aumenta? E così via, si analizza la qualità
ma anche la quantità (ovvero il peso che è un elemento molto importante).
Già negli anni 90 si fanno questo tipo di analisi, quantitativa e qualitativa.
Monitoraggio dei bivalvi: vengono analizzati per trovare Cadmio, alluminio ecc. Si analizzano i
tessuti dei molluschi, ci sono stazioni su cui si fa monitoraggio stagionale e si effettua una analisi
anche sull'acqua per non creare ridondanza tra i dati (?)
Questi protocolli hanno portato dopo 3 anni ad avere la possibilità di effettuare una prima analisi sui
risultati ottenuti ed è stato pubblicato un volume riguardo questi dati raccolti nel tempo.
Anche in Liguria si è fatto, si notano i 3 tipi di monitoraggio (bivalvi,sali nutritivi, componente
algale)in stazioni diverse (transetti che interessano tutta la costa ligure). I risultati riguardo i
nutrienti sono collegati all'eutrofizzazione e si comincia a relazionare i nutrienti principali che
vengono analizzati ovvero azoto e fosforo; si cerca un valore del rapporto ottimale tra azoto e
fosforo e si verifica se il valore è maggiore o minore di quel rapporto; ci permette di capire se c'è
una limitazione di fosforo o di azoto (in questo caso il valore ottimale è 16), può essere favorevole
per l'ecosistema oppure limitante.
Devo capire i rapporti che ci sono nelle diverse aree per capire lo sviluppo e lo stato
dell'ecosistema.

LEZIONE 13/10
TRIX: indice di livello trofico. Valuta le acque marine costiere in funzione del loro stato trofico
cioè le condizioni di nutrimento dell'ecosistema. Considera variabili: clorofilla A, fosforo, ossigeno
disciolto ed azoto e suoi componenti.
Il TRIX darà un risultato compreso tra 2 e 8 in base allo stato dell'ecosistema marino-costiero.
Permette di avere in modo rapido la situazione di atrofia tramite i dati derivanti dal monitoraggio.
-Quando il valore è tra 2 e 4 l'acqua è trasparente, è uno stato elevato
-tra 4 e 5 è uno stato buono
-tra 6 ed 8 diffusa anossia, moria degli organismi bentonici e modificazione dell'ecosistema ma
anche delle strutture degli organismi, prevalenza di organismi che vivono in condizioni più estreme.
Stato pessimo e scadente dell'ambiente marino-costiero. Presenti molte attività umane.
• Il TRIX mette insieme analisi derivate da variabili diverse, posso metterle in relazione
spaziale evidenziando le condizioni trofiche delle zone, anche in base alla variabile tempo
paragonando lo stesso mese ma di anni diversi. Ho a disposizione molte informazioni
diverse.
Tramite un campionamento frequente posso notare i cambiamenti nel tempo anche durante svariati
anni; posso notare un miglioramento in relazione alle regole poste dai piani di monitoraggio.
Questa attività ha consentito il modellamento del monitoraggio in tutto il territorio italiano.
Si analizza nel tempo l'evoluzione di una determinata variabile che può essere legata alla
stagionalità, a fenomeni naturali come un maggiore apporto di input di acque da parte di un fiume
che altera l'ecosistema dell'ambiente marino.

Il monitoraggio in Italia ha subito diversi cambiamenti:


Prima del 2001 le stazioni a livello spaziale erano molto più distribuite sul territorio (tranne in
Sicilia), per quanto riguarda l'analisi dell'eutrofizzazione i campionamenti avvenivano una volta al
mese o ogni 15 giorni (molto frequente).
Dal 2001 in poi il ministero ha deciso di ridurre il numero di stazioni sulle coste italiane (anche
Sicilia), il ministero prende in esame i programmi precedenti di monitoraggio ed elabora un
programma di 3 anni dal 2001 che dovrà osservare l'Italia. Il piano è discusso con gli enti di ricerca
regionali e nazionali, al termine dell'analisi parte il nuovo programma di monitoraggio dal giugno
del 2001 (nel '99 usciva il programma di monitoraggio delle acque).
Il nuovo piano di monitoraggio dal 2001 aveva come obiettivo di valutare lo stato di qualità
ambientali dei mari associati all'effetto antropico, attenzione ad aree particolarmente di pregio, poco
impattate o che presentano condizioni elevate di naturalità.
Ma bisogna introdurre e testare nuovi parametri analitici per le diverse analisi.
Lavorare la convalidazione dei dati e renderli pubblici inserendoli su data base.
Si indagano zone antropizzate e naturali in modo da poterle comparare, confrontare ed interpretare
meglio i dati.
Le analisi dei dati precedenti hanno consentito di valutare se ci fossero aree critiche o zone poche
compromesse utilizzate come bianchi (siti di riferimento).
Per esempio in Liguria ci sono 5 stazioni: 4 sono zone critiche ed una è una zona di controllo.
In Italia 63 siti critici e 18 siti di campione.
Le stazioni sono diminuite ma c'è un modo diverso di organizzarle ed interpretarle. C'è più
organizzazione ed una strategia di campionamento ed analisi.
Non è dunque detto che i siti di controllo siano totalmente incontaminati perché possono trovarsi in
prossimità di zone critiche, le quali riversano sostanze che modificano lo stato del sito di controllo
(per esempio il sito di controllo ligure è molto vicino ad un altro sito critico, dunque rimane una
zona antropizzata su cui però gli effetti dell'uomo sono meno dannosi).
Un altro passo avanti nel monitoraggio è quello di analizzare comparti diversi, non soltanto le alghe
per esempio ma anche il benthos marino, lo stato dell'acqua marina, lo stato dei sedimenti.
Sono state introdotte nuove variabili per avere una migliore interpretazione dello stato di salute
delle zone marine costiere.
In Liguria il sito di controllo sono le 5 terre (che sono una zona protetta, per cui la qualità
dell'ambiente è molto elevata).

Parametri indagati nella colonna d'acqua:


Frequenza ogni 15 giorni (prima e terza settimana dei mesi); salinità, silicati, azoto, nitrati, nitriti,
fosfati, ossigeno, clorofilla A, pH, temperatura e ortofosfati. (vedi slide)
Per il benthos si campiona ogni 6 mesi.
Analisi dei sedimenti: gli elementi che vengono presi in considerazione nell'analisi sono la
granulometria, la composizione (metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici=IPA). Si cerca di
determinare le risposte del comparto biologico in base alle condizioni dei sedimenti indagati.

Anche per i molluschi il campionamento avviene ogni 6 mesi, si misurano i composti


organoclorurati, i metalli pesanti, gli IPAe i composti organostannici (TBT).

Comunità benthonica: sono analizzate la posidonia oceanica ed il benthos della aree con sabbie
fini ben calibrate: L'analisi avviene semestralmente e si misurano diverse variabili come il numero
di specie, il numero di individui, l'indice di dominanza.

Ma ci sono anche obiettivi prioritari del programma di monitoraggio come metodologie analitiche
uniformi, formazione degli operatori, coordinamento ed intercalibrazione fra laboratori. Il tutto
doveva essere coordinato da un sistema centrale.
Le metodologie sono state individuate ed emanate sotto forma di protocolli da seguire dai laboratori
che eseguono queste analisi; sono stati fatti corsi di formazione per cercare di superare le
problematiche della collaborazione ed inoltre intercalibrare i laboratori in modo che potessero
essere coordinati tra di loro, per ottimizzare le analisi, renderle comparabili tra di loro ed evitare
ridondanze tra i dati.

Tutte queste attività hanno costi molto elevati, soprattutto per quanto riguarda il campionamento sul
sito per cui servirebbero finanziamenti maggiori.
Sono stati fatti accordi con tra Ministero e le Regioni in modo che i finanziamenti siano sufficienti
(su carta è molto valido ma nella realtà non funziona...come al solito).

LEZIONE 21/10
Il monitoraggio compie un percorso verso l'approccio ecosistemico.
Nel 2000 la comunità europea dà vita alla Direttiva Acque, che consiste nell'analisi delle acque e si
comincia a ragionare in un'ottica di stato ecologico. Si inizia a parlare di sistema e delle sue
componenti.
Anche le singole nazioni emanano nuovi decreti legislativi in riguardo alla risorsa acqua. Alle
disposizioni precedenti (legge 979) recependo la direttiva acqua viene emanato un nuovo decreto
legislativo 152/06: prevede che i corpi idrici devono raggiungere uno stato di salute buono.
Il monitoraggio cambia sistema: cambiano le linee guida per la salute dell'ambiente.
La filosofia di questa direttiva (entra in vigore nel 2000) è la sostenibilità ambientale per mettere in
atto politiche sostenibili (in questo caso parliamo di acqua). Precauzione, azione preventiva, misure
sanzionatorie (chi inquina paga).
Questa direttiva interessa acque sotterranee e superficiali , le quali comprendono acque costiere,
acque dolci ed acque di transizione.
INTRODUCE APPROCCI INNOVATIVI PER LA GESTIONE DELL'ACQUA
Gli altri obiettivi principali sono:
• prevenire il deterioramento di qualità e quantità di acqua
• sostenibilità come utilizzo di questa risorsa (sistema più razionale nella gestione di questa
risorsa, diminuzione degli sprechi, si evita la dispersione)
• ampliare la protezioni delle acque
• raggiungere lo stato buono per tutte le acque con una scadenza di tempo (31 dicembre 2015)
• viene utilizzato il concetto di bacino idrografico (struttura che può interessare anche diverse
amministrazioni)
• si cerca di unire limite di emissioni standard di qualità
• si introducono altre metodologie analitiche per raggiungere lo standard di qualità

Bacino idrografico: è inserito all'interno del distretto idrografico costituito da bacini idrografici
limitrofi, acque sotterranee e superficiali.
Si è cercato di caratterizzare questo distretto idrografico, quali sono gli impatti antropici in queste
zone. Analisi economica per quanto riguarda l'utilizzo idrico all'interno del bacino.

Le acque costiere sono acque superficiali, sono il limite delle acque territoriali, comprendono la
fascia costiera in prossimità della costa/litorale.
Definito il distretto ed i bacini, è importante che venga predisposto un programma di misura che
permetta di ottenere info e dati che determinino lo stato di salute di queste acque.
Queste misure sono inserite nei Piani di Gestione dove si inseriscono le linee guida per raggiungere
l'obiettivo di “stato buono”.
Il Piano di Gestione è un ulteriore passo avanti, diversi input sono arrivate per realizzare questi
piani per poter migliorare gli standard di qualità delle aree prese in esame.
L'Unione Europea ha determinato cosa dovesse comprendere il piano di gestione: piano idrografico,
elenco delle aree protette come aree da preservare (come biodiversità), la sintesi delle caratteristiche
della zona presa in analisi (distretto), elencare obiettivi ambientali per tutti i corpi idrici, bisogna
introdurre anche la componente economica, includere la partecipazione pubblica.
Inoltre vanno inserite sintesi delle pressioni su quel determinato distretto. Si consiglia di utilizzare
anche strumenti cartografici per individuare la aree protette ma anche per identificare le biocenosi
che richiedono azioni differenti per la loro conservazione.
Devo seguire l'evoluzione di alcune variabili in queste aree protette per capire anche quanto incide
il fatto di trovarsi in zone antropizzate dunque lavoro su una rete di monitoraggio!!
Viene fatta una sintesi delle misure finalizzate al raggiungimento dello stato ottimale.
Mettendo anche in atto azioni di prevenzione per ridurre episodi di inquinamento accidentale.
Ogni 6 anni si fa una revisione del piano.
In Italia il decreto è entrato in vigore nel 2006, divide l'Italia in 8 distretti idrografici.
Ogni distretto doveva realizzare il Piano di Gestione seguendo i vari punti da inserire.
Questo nuovo decreto amplia molto la composizione del piano di gestione, la quantità di info
necessarie, si danno nuove indicazioni di strategie di monitoraggio.
Viene richiesta dall'UE la partecipazione pubblica nella gestione delle acque, è previsto nel
decreto dei Piani di Gestione: necessità di avere accesso all'informazione, legata alla necessità di
gestione del dato in relazione a protocolli dettagliati per la raccolta del dato stesso.
Il dato ha bisogno di essere un dato confrontabile per la validazione del dato.
Si analizzano i set di dati per verificare la presenza di dati anomali e capire come si è arrivati ad
ottenere quell'anomalia e verificare dove sta il problema!!
C'è necessità di sistemi che permettono di immagazzinare il dato in modo che sia possibile
un'estrazione veloce, in modo da ridurre la mole di dati in relazione alla mia analisi.
Questa razionalizzazione della gestione del dato negli ultimi anni è migliorato molto grazie
all'innovazione tecnologica.
Avere questo sistema ci permette di trasmettere più facilmente il dato all'esterno.
Come definisco lo stato buono? Che cosa devo controllare? Che tipo di analisi e come devo trattare
i campioni?? Definire “buono” significa sintetizzare molto.
Per esempio con il TRIX posso inserire nello stesso contenitore tante variabili diverse per
raggiungere una sintesi.
Con il CAM sono introdotti i silicati come variabile, si introduce anche la salinità, inoltre il CAM
prevede diversificazioni per regioni per non avere un dato di sintesi che può fuorviare per alcune
regioni.
La Comunità Europea dice che lo stato è determinato dallo stato chimico e da quello ecologico. Ma
come calcolo lo stato ecologico? E lo stato chimico?
Lo stato chimico è più semplice, sono un elenco di sostanze impattanti che devono essere
riscontrate in analisi sul campo.
Lo stato ecologico si compone di altri elementi: qualità biologica, elementi chimici e fisici a
sostegno, inquinanti ad un livello di pericolosità inferiore, qualità biologica e EQB.
Quali sono che mi permettono di valutare la qualità biologica (EQB)?
Sono il fitoplacton, la clorofilla ”A” presente nei vegetali, le macrofite (alghe presenti in mare),
posidonia oceanica (pianta superiore), componente non vegetale che è il macrozoobenthos che ci
permette di avere un'info utile per l'indice di qualità. (schema slides).
Da qui otteniamo una tabella per capire lo stato della zona analizzando tutte queste variabili.

LEZIONE 26/10
Monitoraggio: aspetto importante per verificare lo stato di salute dell'acqua (marino costiero). Si
sviluppa in modi diversi (di indagine, nel tempo), serve per stabilire se lo stato di salute dell'area
può soddisfare le leggi della normativa acqua.
Il monitoraggio avviene nel tempo, si valutano modifiche avvenute nel tempo in un ecosistema. Il
monitoraggio è competenza delle regioni, che seguono indicazioni dal Ministero e le hanno fatte
proprie, seguono anche guide nazionali ma cmq adattate alla zona in esame.
Le Regioni possono mettere i gioco competenze di enti pubblici di ricerca per il monitoraggio ed
elaborazione dei dati.
Il monitoraggio operativo deve verificare he lo stato dei corpi idrici danneggiati torni ad essere
buona, cercano un miglioramento.
Il monitoraggio di indagine indaga su impatti dovuti ad inquinamento continuo come gli scarichi
fognari o accidentali come incidenti che provocano inquinamento.

Nel nuovo decreto legislativo 152/06 rispetto quello precedente ovvero il 152/99 ci sono alcune
novità:
• Un nuovo sistema di caratterizzazione dei corpi idrici significativi
• Nuovi criteri per individuare corpi idrici che devono essere sottoposti a monitoraggio
• Monitoraggio è basato su parametri biologici, idromorfologici e chimico-fisici dando
importanza soprattutto ai parametri biologici. Finalizzato ad ottenere lo stato della zona.
• Definire con precisione le frequenze di campionamento, lavorare sui tempi significativi tra
un monitoraggio e l'altro in relazione alla matrice ed alla variabile che prendo in esame.
• Importante poter confrontare i siti critici con siti di riferimento migliori a livello di salute.
• Definizione di nuovi sistemi di classificazione
• Si lavora molto a livello cartografico per restituire info di qualità ambientale (per esempio
cartografia delle biocenosi che danno subito un'idea della distribuzioni di biocenosi
differenti).
• Richiesta di raggiungere lo stato buono per i corpi idrici entro il 2015, oppure indicare le
difficoltà che possono essere messe in gioco al fin di chiedere una proroga di
raggiungimento dello stato buono fissato per il 2015.
Tipizzazione ed individuazione dei corpi idrici: viene effettuata sulla base di caratteristiche
geomorfologiche ed idrodinamiche che identificano il tratto costiero, utilizzando alcuni macro-
descrittori.
Come descrittore abbiamo la stabilità della colonna d'acqua, se la stabilità è media è debolmente
influenzata, se è bassa (stabilità) è influenzata da apporti continuativi di acqua dolce.
Sono stati definiti descrittori geomorfologici come la pianura alluvionale, rilievi montuosi, ecc (vedi
slide con elenco).
A loro volta i descrittori possono essere suddivisi per esempio i rilievi montuosi possono essere
divisi in costa di falesia ecc.
La tipizzazione consente di avere info sulla stabilità della colonna d'acqua.

Individuare un corpo idrico significa anche lavorare sui dati derivanti da altre analisi dei corpi
idrici; vedere le pressioni esistenti sul territorio, andare a vedere se nei corpi idrici ci sono forte
modificazioni dovute all'intervento dell'uomo; non vengono inserite le aree portuali (individuate
come sorgenti di inquinamento, non fanno parte dei corpi idrici).

Per la delimitazione dei corpi idrici è importante l'info che è stata ricavata dall'atlante delle
biocenosi (presenza di flora e fauna nei fondali); è stato possibile da un'azione che regione Liguria
che ha realizzato un atlante delle biocenosi, sulle carte vengono segnate anche le fognature che
danneggiano l'ambiente, e quindi in questo caso la biocenosi.

I siti caratterizzati per la Liguria, escluse le aree portuali, sono di 26 corpi idrici marine e costiere.
Successivamente si sono messi appunto i criteri per il monitoraggio (decreto ministeriale 56:
gazzetta): arrivare a definizione di uno stato ecologico-l'indice di qualità biologica che si abbina
agli elementi chimici-morfologici.
Nello stato ecologico è importante definire anche quando deve avvenire il campionamento e con
quali frequenze. Il fitoplancton incide sulla produzione primaria in mare, sono organismi
unicellulari, hanno come strategia la riproduzione asessuata (molto veloce) quindi è necessario
campionarlo almeno 6 volte l'anno.
Per la parte fisico chimica basta il campionamento una volta l'anno. L'acqua viene campionata
molto frequentemente perché è un comparto che dà risposte molto veloci. Le sostanze chimiche in
colonna d'acqua necessitano campionamenti trimestrali ed i sedimenti annuali.
Per lo stato chimico le frequenze sono semestrali per quelle prioritarie ed annuali per le altre. Si
ricercano sostanze molto pericolose (benzene, metalli pesanti, ecc). Le analisi vengono svolte anche
su sedimenti. Esistono procedure a cascata per arrivare ad un risultato riguardo lo stato chimico.

LEZIONE 27/10
La direttiva 2000/60/CE entrata in vigore nel 2000 afferma che gli Stati Membri devono recepire la
direttiva entro la fine del 2003; l'Italia l'ha recepita nel 2006.
EQB (indice di qualità biologica) come può essere calcolato: lo stato ecologico delle acque
superficiali che determina la qualità ambientale.
Si danno indicazioni di quali sono i parametri da analizzare; si aggiunge anche considerare
l'ecosistema in base alle condizioni specifiche, dobbiamo mettere in atto azioni che prendano in atto
condizioni di riferimento specifiche come i siti bianchi ovvero per esempio le aree marine protette.
Il sistema è analizzato al fine di portare ad avere un risultato che si può inserire nel box buono.
Come elementi di qualità biologica verifico lo stato del fitoplancton, micro-alghe ed angiosperme.
Si parla di fioriture del fitoplancton, ogni quanto avvengono confrontandole con fioriture di
riferimento. Le macro-alghe ed angiosperme sono quelle sensibili alle alterazioni, maggiore è la
composizione del sistema di macro-alghe, e più elevato sarà lo stato che noi osserviamo.
Abbiamo bisogno di determinare attentamente la componente di riferimento; dobbiamo mettere in
gioco le componenti tecnico scientifiche per identificare una condizione di riferimento che sia la più
precisa possibile, capire quali sono le condizioni che determinano una cattiva, media, buona qualità.
Le condizioni di riferimento sono determinate dal giudizio degli esperti, supportandolo con dati e
modelli.
Gli elementi di qualità biologica interessano l'intero sistema.
E' importante stabilire quello che era il valore che differenziava il livello buono da quello
sufficiente che è il rapporto di qualità biologica, compreso tra 0 ed 1.
Se è più basso del valore di riferimento mi avvicino allo zero. Ma quale è il valore che fa scattare da
sufficiente al buono da 0 ad 1?
Valori di 0,81 soddisfano per esempio la nostra richiesta, è una condizione buona, abbiamo
raggiunto l'obiettivo prefissato. Se il valore è più basso devo intervenire tramite strategie in modo
che le variabili rientrino in un range che implica una situazione buona di qualità.
Per poter definire questo limite devo mettere in gioco un'attività di studio/ intercalibrazione per
definire questo limite in relazione ai diversi siti che analizzerò. Ho dunque bisogno di un giudizio
esperto, per capire quale valore dare alla zona.
Le macroalghe per esempio sono indicatori di qualità ambientale perchè sono organismi molto
sensibili al cambiamento del loro ecosistema, se la situazione è più impattata queste alghe si
adatteranno meno facilmente, se invece la qualità è buona le macro alghe trovano un ambiente
favorevole al loro sviluppo. Nei monitoraggi è necessario che vengano utilizzati esperti in grado di
riconoscere le macro alghe lungo coste rocciose, in modo che possano fotografare la situazione,
riportare i dati e confrontarli con quelli già ottenuti.
Possiamo fare alcune considerazioni:
-Coste rocciose: è un limite per questo tipo di indice. Le macro alghe sono una memoria spaziale e
temporale della qualità dell'ambiente. Un vantaggio di studiare questa componente è che se studio la
fascia superficiale la studio in relazione allo strato più superficiale della colonna d'acqua.
Inoltre monitorare significa seguire nel tempo aree estese, poter campionare in modo facile poiché
si ferma solo ad una fascia ed ha costi molto minori.
Esistono vari indici come il CARLIT per le coste rocciose e l'EEI che è un altro indice che sfrutta le
strategie delle macro alghe all'interno dell'ecosistema (la strategia K o R) che permette di
determinare se la condizione che osservo è ottimale o meno. Più individui K significa che il sistema
è impattato ed alterato perchè si adattano facilmente a condizioni instabili.

CARLIT: sistema che utilizza anche il gis che è una cartografia, che permette di rappresentare dal
punto di vista cartografico situazioni. Si struttura sull'analisi di presenza di alcuni organismi in un
certo sito. Gli organismi sono caratterizzati da un certo livello di sensibilità, si passa da organismi
più sensibili fino ad organismi a sensibilità inferiore.
Io analizzo la costa rocciosa ed analizzo la struttura dello sviluppo della comunità macro-algale,
valuto la presenza degli organismi in quella zona.
Calcolo il valore di qualità ecologica (EQV) e lo confronto con l'osservazione finale fatta in un sito
di riferimento dove ho effettuato misure e posso affermare il livello di qualità ambientale in quel
luogo. Quindi confronto EQV con il mio valore di riferimento e trovo l'EQR=(EQV calcolato/EQV
di riferimento). In base al valore devo mettere in atto azioni di miglioramento.
Quando fotografo il sistema devo determinare il tipo di costa, la sua composizione, l'origine del
substrato, l'idrodinamismo che sono fattori che incidono sullo sviluppo delle comunità microalgali.
E' una metodologia che offre dati immediatamente, è un'osservazione (non è distruttivo), è
economico e molto rapido MA può essere applicate solo alle coste rocciose.

Esempio Liguria slides: analisi su Genova in cui si sono analizzate zone più o meno urbanizzate
(Quarto, Pontetto, Cala Oro). Un indice biotico può darci info sui livelli di urbanizzazione sulla
costa ligure?
Cala Oro è la zona meno impattata a livello antropico, Pontetto un po' meno e Quarto è molto
urbanizzata. Hanno analizzato anche le 5 Terre e l'isola di Bergeggi. L'approccio del progetto era:
caratterizzare questi siti con il CARLIT e con altri indici per caratterizzare le stazioni dal punto di
vista trofico e microbiologico. E' stato calcolato anche il TRIX. Sono stati stabiliti criteri di analisi
per esempio riguardo le reti fognarie. Mettendo a confronto i dati rinvenuti dalle varie stazioni, il
risultato è un numero tra 0 ed 1. A Portofino valore intorno a 0,8, Pontetto circa 0,6, mentre Quarto
tra 0,4 e 0,6. Confronto delle AMP: non esiste antropizzazione a Cala Oro, non esiste impatto
diretto marcato. Il CARLIT evidenzia molto bene questo aspetto, ovvero l'impatto antropico. Le 5
Terre arrivano al limite inferiore dello stato buono, presenta una situazione meno soddisfaciente
(ma soltanto per quanto riguarda il CARLIT). E' dunque confrontare i risultati con altri indici. (1 h e
24 min)
L'EQR tra Quarto e Portofino corrisponde all'IQB(impatti legati ad input di prodotti fecali), da
Portofino a Quarto si passa da una situa incontaminata ad una molto contaminata. Le 5 Terre
presenta un IQB molto basso (paragonabile a quello di Portofino) rispetto all'EQB.
Queste differenze ci permettono di evidenziare certe cose: Indice Trix, EQB; IQB. Le zone
risentono la vicinanza con aree marine protette o con zone fortemente antropizzate. Il CARLIT è un
valido strumento, ci permette di confermare risposte che ho tramite altre analisi ed indici.
Altri indici importanti sono: l'AMBI ed il BENTIX che testano la presenza di organismi bentonici
nell'ambiente marino costiero.
(Anche la Posidonia Oceanica è molto studiata, soprattutto nel Mediterraneo)

LEZIONE 28/10
Monitoraggio delle acque di balneazione: é sempre gestito da un'agenzia regionale. E' una
problematica di tutti i paesi dell'UE che hanno attività legate al turismo balneare, raccolgono dati,
hanno sistemi di monitoraggio perché balneazione significa offrire un'ambiente sicuro per l'uomo,
che non contenga o trasmetta patogeni.

Anche le acque dolci di laghi sono comprese nelle zone di balneazione. La Comunità Europea è
interessata a raccogliere info su questo monitoraggio al fine di creare una raccolta dati e un punto di
riferimento per tutti.
L'obiettivo è la tutela della salute pubblica (Ministero della Salute). Il monitoraggio serve per
conoscere la salute delle acque e le istituzioni una volta ottenuti i risultati dai monitoraggi devono
provvedere alla chiusura di tratti di costa in cui non è compatibile la balneazione.
La stagione balneare va dal 01/05 al 30/09, si lavora molto vicino alla costa. Le variabili principali
prese in esame sono: la componente microbiologica, soprattutto organismi che possono essere
indicatori di inquinamento. Se una zona non è conforme allora è necessario prendere dei
provvedimenti. La raccolta di dati segue: campionare vaste aree, con indicazione di dove e quando,
questo campionamento ha una frequenza molto elevata, le metodologie sono comuni al territorio
nazionale, questi monitoraggi sono iniziati negli anni '80.
Questo tipo di monitoraggio può aiutare gli altri monitoraggi, poiché i dati comprendono anche la
zona costiera (al limite della costa).
I soggetti componenti nella balneazione sono: le Regioni, l'ARPAL (agenzia regionale), le agenzie
sanitarie locali, Comuni e Ministero della Salute. Esiste una banca dati anche per questo
monitoraggio. I Comuni devono emettere provvedimenti di chiusura di un tratto di mare per bassa
qualità, e devono intervenire per poter migliorare. Dunque il comune ha un ruolo chiave in questo
monitoraggio.
I parametri controllati sono più o meno sempre gli stessi ma con l'aggiunta di coliformi fecali,
coliformi totali, streptococchi fecali (batteri) e salmonella. Esistono dei valori guida e valori soglia,
i risultati dei monitoraggi vengono confrontati con i valori guida.
Due volte al mese venivano fatte analisi routinarie. Se un campione non è favorevole (non si trova
una situazione che riscontravano campionamenti)vi era bisogno di analisi supplementari, perchè
chiudere un tratto di mare è una decisione molto importante, prima di chiudere si fanno analisi
favorevoli per tutti i parametri, o per lo meno si cerca di svolgerle e sperare che siano favorevoli.
I campioni in Italia sono su un totale di 5600 per il mare, 700 per il lago; l'attività balneare è
soprattutto nel mare; il comparto microbiologico sono streptococchi e coliformi (presenti nel nostro
intestino), quanto ci sono tanti di quei batteri significa che c'è stato uno scarico fognario civile o
agrozootecnici, all'interno di questi scarichi possiamo avere presenza i altri batteri e virus patogeni
pericolosi.
Questi batteri durano 48 ore circa, per cui se sono presenti significa che lo scarico fognario è
continuativo nel tempo.
Queste acque contengono anche parti organiche o altre sostanze che vanno ad alterare il sistema
marino-costiero. In Italia la maggior parte dei punti non idonei è legata alla componente
microbiologica, il superamento dei valori guida è dei coliformi fecali (i origine civile) che incidono
molto ovvero circa il 90 %.
L'applicazione dell'IQB (Indice di Qualità Batteriologica) è stato fatto tenendo conto di
streptococchi e coliformi fecali, questo indice dà un'info finale di sintesi (buono, pessimo,
mediocre); viene valutato il numero di campioni con assenza di coliformi e streptococchi
rapportandolo con i campioni in cui invece sono presenti. Quando ho assenza tra lo 0 ed il 20%
considero pessima la mia area di indagine.
In Liguria sono presenti giudizi di sintesi: per esempio Genova negli anni è migliorata la situazione
dal 2003. Questo indice si avvicina molto al TRIX, sono entrambi indici molto semplici e
sintetizzano i risultati delle analisi. E' molto utile confrontare il TRIX e l'IQB per conoscere meglio
l'impatto su una determinata zona. L'IQB è importante anche per misurare l'impatto degli input
inquinanti provenienti dalla costa tramite fiumi, oppure l'impatto del traffico marittimo e lo
sfruttamento tramite la pesca.

Nel Decreto Legislativo 94/2007 …


La direttiva 2006/7/CE :
inquadra meglio i siti ovvero le aree di balneazione anche con info di contorno che spieghino
meglio il funzionamento del sistema preso in esame, per poter ipotizzare meglio misure di gestione
finalizzati al miglioramento; si individuano due indicatori che misurano la presenza di residui fecali
come escherichia coli e enterococchi. Nella direttiva precedenti gli indicatori erano 19!!
Adesso soltanto 2 indici determinano se un tratto di costa rimane chiuso per l'inquinamento e la
salute.
Sono state fissate 4 classi di giudizio, da eccellente ad insufficiente.
Sono scarse se nelle ultime 4 stagioni balneari sono state riscontrate qualità basse e presenza di
batteri.
Nel caso si evidenzi una situazione scarsa le regioni per la stagione successiva devono mettere in
atto misure di intervento per ridurre gli impatti e devono comunicare con precisione i dati che hanno
portato alla chiusura della zona.
I punti di balneazione devono essere definiti molti parametri come le caratteristiche chimico-fisiche,
le fonti di inquinanti, la presenza di fitoplancton, la zona in cui avviene il monitoraggio, l'estensione
e la posizione dell'area, classificazione dai risultati ottenuti duranti gli anni. Se esistono situa
anomale vengono evidenziati.
Si misura la prolificazione di ceppi algali potenzialmente tossiche come i cianobatteri, che
diventano un problema per la salute umana.
Come sta funzionando a livello delle Regioni questo metodo?? I siti di campionamento sono
tantissimi, vengono raccolte info su ogni sito che determinano la possibilità di dire se è idoneo alla
balneazione. Alcuni siti sono gestiti dalle agenzie regionali (come l'ARPAL).
I dati sono recepiti dal Ministero dell'Ambiente che a sua volta comunica alla Comunità Europea
che poi pubblicherà dati con grafici di sintesi in modo che siano accessibili a tutti le info sui dati
delle zone balneari.

LEZIONE 2/11
Marine strategy: obiettivo è di arrivare a capire meglio lo stato dell'ecosistema marino, all'interno
di questa nuova direttiva confluiscono protocolli già emanati di altre nazioni che contribuiscono ad
un miglioramento dell'ambiente marino.
Questa direttiva è una continuazione, pone in gioco nuovi protocolli in relazione a quella che era
l'evoluzione tecnico scientifica. La marine strategy è stata adottata nel giugno 2008, è un insieme di
norme con l'obiettivo di proteggere l'ambiente marino nel suo insieme. Per proteggere bisogna
prima conoscere il funzionamento di questo sistema.
Viene trasferita alla legislazione delle singole nazioni nel 2010, vengono date indicazioni precise di
quando e come fare monitoraggio, verificare la salute dell'ambiente e la sua evoluzione nel tempo.
Proteggere significa vietare, modificare la gestione al fine di mantenere il sistema funzionale ed in
uno stato buono. Ma bisogna analizzare gli studi precedenti per avere tutte le info su quell'ambiente.
La marine strategy è divisa in 3 gruppi di lavoro, si avvalgono anche di esperti e ricercatori in
ambito ambientale, economico e sociale.
Poiché si parla di sostenibilità si parla anche di strategie economiche.
L'obiettivo è lo stato ambientale buono, è raggiungibile se c'è cooperazione tra i vari Stati, ogni
Stato deve gestire nel modo giusto il sistema che può interessare anche più regioni, interessando
realtà amministrative diverse. Bisogna mantenere un ecosistema nel modo più naturale possibile,
usando per esempio in modo sostenibile le risorse marine. E' necessario che vengano date
indicazioni precise sui sistemi, tramite monitoraggi continui per capire lo stato del sistema.
La marine strategy mette in gioco obiettivi legati ad una data che è il 2020, vengono date delle
scalette con operazioni che devono essere svolte ed i risultati dovrebbero essere evidenti nel 2020.
L'Europa viene diviso in aree marine regionali, vengono recepite ed inserite le nuove indicazioni e
la marine strategy inserisce le convenzioni dei mari regionali, quindi uniscono tutte le altre
procedure ed informazioni che derivano da norme sulla gestione della pesca.
Già in Murple si parlava della gestione dei rifiuti, per la fonte rifiuti in mare da navi questo
problema era uscito. I rifiuti sono un problema uscito in questi anni, la marine strategy lo inserisce
come descrittore importante per testare la qualità dell'ecosistema marino. I rifiuti arrivano
dall'ecosistema terrestre o da grandi navi.
Introduzione di energia: fonti sonore sottomarine, possono diventare una risorsa. Una maggiore
caratterizzazione aumentando i descrittori che ci permettono di capire il funzionamento del sistema.
La Comunità ha creato gruppi di lavoro che crearono dei report per ogni descrittore, elaborati da
esperti, che danno indicazioni base che serviranno a fare esplodere meglio queste indicazione al fine
di creare dei protocolli che facilitino il raggiungimento di uno stato migliore dell'ambiente.
I report sono stati mandati alle singole nazioni.

Alcuni obiettivi:
• Specie non indigene: in particolare delle specie invasive, devo capire l'abbonzanza di specie
non indigene invasive; se voglio capire abbondanza devo conoscere distribuzione spaziale
della specie. Pongo la mia attenzione alle specie indigene in relazione anche ai vettori come
le navi (sistemi per la gestione delle acque di zavorra)
• Impatto ambientale di specie invasive non indigene: calcolo il peso delle indigene e delle
non indigene, per capire meglio gli impatti delle specie invasive.
• Posso valutare anche l'impatto sull'intero ecosistema dalla presenza di specie invasive non
indigene.
• Come mettere in atto questa azione spetta alle singole nazioni.
• L'eutrofizzazione è stata evidenziata scomponendola in: cause (deposizione atmosferica,
input di nutrienti come P ed N dalla costa che si evidenziano studiando la concentrazione di
questi due elementi e creando il rapporto tra N e P che ci permette di capire se nell'ambiente
c'è una limitazione di N o P, si verifica anche la quantità di P in relazione ai sedimenti),
effetto diretto, sono info rilevate.

La Marine Strategy non rende a compartimenti chiusi lo studio dei vari settori, non divide per
esempio il benthos, l'acqua, le specie indigene, ecc.I link che si vengono a creare tra un descrittore e
l'altro sono molto stretti nell'ecosistema.
Se modifico il sistema eliminando predatori tramite pesca non sostenibile, aumentano i meso-
consumatori facendo diminuire lo zooplancton. Studiare le relazioni trofiche è molto importante in
un ecosistema. Ciò influenza lo stato ambientale, il sistema si modifica ma positivamente o
negativamente? Con il monitoraggio siamo in grado di capirlo.
L'introduzione di specie tossiche può modificare l'ecosistema oppure una pesca elevata di sgombro
ha portato ad una possibilità di maggior sviluppo di meduse nel Mar Nero, questo aumento si è
riflesso su altre risorse ittiche, modificando il predatore delle meduse ho avuto il boom delle
meduse che hanno cambiato il sistema, con una diminuzione di altre risorse ittiche. Idem per il
collasso di un livello trofico inferiore, diminuzione di pesce azzurro porta a meno delfino nel
Mediterraneo. La venuta meno di certe risorse hanno creato danni anche all'economia.
Un altro descrittore è l'integrità dei fondali.
Marine litter: quantità di rifiuti rilasciati da navi e da fiumi in area costiera. Quando analizziamo i
rifiuti dobbiamo conoscere la composizione. La plastica è il materiale più presente, i rifiuti urbani
sono legati all'imballaggio, rifiuti che derivano dal fumo, che hanno una vita molto lunga e
diventano un problema nel sistema.
Anche la macro-plastiche creano molti danni, raccolte tramite rete a strascico.
Anche il rumore delle eliche ed impianti che permettono la navigazione può impattare determinati
comparti del regno animale marino.

LEZIONE 03/11
Lo sviluppo di nuove tecniche di indagini ha reso possibili nuovi tipi di monitoraggio per un
sistema.
Il monitoraggio tradizionale implica un tipo di campionamento costante nel tempo, per esempio
ogni 15 giorni, che comporta problemi logistici ed economici.
L'informazione che otteniamo da una campagna in mare ci permette di fotografare il sistema e
capire il suo funzionamento ma non riusciamo a seguirne l'evoluzione.
Con le nuove tecnologie riesco a raccogliere campioni con continuità conoscendone anche
l'evoluzione (come un termometro).
Le nuove tecnologie hanno il potere di ottenere info in tempo reale sull'ambiente preso in analisi. Se
ho un sensore collegato ad uno strumento di telecomunicazione (sistemi di trasmissione) ho i dati in
tempo reale e posso prevenire determinate situazioni per gestire meglio l'ambiente.
Un altro aspetto a pro della tecnologia è quello di usare lo strumento giusto in base a ciò che voglio
valutare e calcolare (variabile).
E' importante focalizzarsi sugli utilizzi di sistemi automatici di campionamento, che riducano
l'intervento dell'uomo nel tempo, riducendo problematiche logistiche ed economiche.
I sistemi di monitoraggio possono essere:
1. Passivi: sistemi fissi nel mare, possono essere piattaforme o boe. Postazioni fisse installate
in mare che hanno funzione diversa da monitoraggio come piattaforme per estrazione di
petrolio. Il sistema più classico è quello dell'ancoraggio: boa in superficie ed un cavo tenuto
sul fondo da un peso morto come un'ancora. Sul cavo posizioniamo a diverse profondità
strumenti che gestiscono sensori che sono programmabili per acquisire dati secondo un
periodo deciso dall'installatore (persona).Possono avere anche sistemi di trasmissione dei
dati, un sistema di comunicazione collegato a sensori, in questo modo possiamo ottenere
dati in tempo reale. E' necessario fare anche manutenzione agli strumenti, che vengono
recuperati tramite un gancio che si apre quando riceve dalla superficie un segnale sonoro e
recupero boa e cavo lasciando il corpo morto in mare. Queste boe sono in zone molto
profonde, quando sono in superficie un sub può attuare la manutenzione.
Inoltre su una struttura di monitoraggio oceanografica posso collegare un altro strumento
come un rilevatore sismico posizionato sui fondali e collegato al peso morto. Le info
arrivano ai centri di raccolta che fanno una sintesi dei dati totali. Sono sistemi costosi ed
implicano sempre una manutenzione.
Può manifestarsi il fauling in cui gli organismi come microalghe si instaurano nel substrato
degli strumenti per cui è necessaria una progressiva manutenzione per mantenere puliti e
nello stato ottimale i sensori. Esistono strumenti che puliscono i sistemi, oppure gli
strumenti devono essere ripuliti dopo essere stati recuperati dal fondale. Esistono anche
sistemi che utilizzano organismi filtratori, in base a quanto filtrano in relazione alla qualità
dell'acqua.
2. Attivi: i sensori sono utilizzati su un mezzo nautico, il quale si muove. Riesco a campionare
in diversi punti, sia in superficie che sul fondo. Se collego gli strumenti ad una barca posso
raccogliere dati durante il movimento. Si raccoglie dunque in modo attivo. Ma posso anche
mettere strumenti elettronici e sensori su navi non di monitoraggio, sfrutto navi che hanno
altri scopi come per esempio traghetti che compiono diverse rotte. Ottengo quindi una
mappatura molto ampia ed avrò più informazioni e dati a disposizione.

MODELLIZZAZIONE
Tutti i dati ottenuti messi in relazioni con funzioni matematiche consentono di prevedere risposte da
parte dell'ecosistema, grazie alla modellizzazione. I modelli possono essere utilizzati come sistemi
per decidere su come intervenire su un ecosistema danneggiato.
Problema decisionale: raggiungimento di un obiettivo, bisogna capire come raggiungerlo! Per
raggiungere lo stato desiderato esistono le cosiddette soluzioni alternative, che vanno valutate per
scegliere la più efficace.Entrano in gioco i decisori (esperti) e coloro che risentono della decisione
presa. La sfera economica, sociale ed ambientale si completano tra loro. L'ambiente è alla base delle
altre due sfere, senza ambiente non avremo tutto il resto, è un link continuo. (slides problema
decisionale).

LEZIONE 23/11
Come compilare il foglio excel con i dati relativi all'analisi dell'acqua: abbiamo degli errori che ci
dà excel, per esempio troviamo molti 0,00. dovranno essere sostituiti con altri valori … vediamo
dopo con il TRIX.
La prima cosa che abbiamo fatto è vedere se c'è limitazione di fosforo o azoto, si alternano in base
alle condizioni del nostro sistema. Dopo aver calcolato il TRIX lo calcoliamo con la scala
cromatica..il calcolo del trix è log in base 10 che restituisce il log in base 10 del numero. Il nostro
numero viene inserito in un'equazione abbastanza complicata che determina l'indice di TRIX.
Si utilizza la formula arrotonda per esprimere il valore come un numero intero senza decimali.
Per la scala cromatica si colora la cella scegliendo il colore di riempimento della cella, lo scelgo in
base ai miei valori (valori alti di un colore, medi di un altro e così via) se la cella contiene un errore
gli diamo colore viola. Gli errori sono dovuti alla presenza di valori pari a 0,00 e per questo il log
non è calcolabile e per questo è marcato come un errore.
Nitriti, fosfati, ecc devono sempre essere maggiori di zero. Se non ho il numero in questione Quali
strategie posso utilizzare? Questa lezione è praticamente un tutorial di come utilizzare il foglio di
calcolo..quando lo faccio lo guardo.
Dall'indice TRIX evidenziato in Liguria ed in Emilia Romagna (Mare Adriatico) notiamo che i
valori per quest'ultimo sono più elevati, il chè indica un TRIX non buono, i due mari hanno livelli
trofici molto differenti.
OUTLIERS (ANOMALIE)
L'ultimo tipo di analisi è quella dei dati anomali che discostano dalla media di valori del resto della
matrice.
La prima cosa da analizzare sono i “Quartili” ovvero valori che ripartiscono un insieme di
osservazioni in quattro parti di uguale numerosità.
Partendo dai diversi quartili si può calcolare lo Scarto Interquartile.
Gli Outliers sono anomalie nelle osservazioni. Queste anomalie possono essere di due tipi: Outliers
Bassi (anomalia quindi dati più bassi rispetto alla media) oppure Outliers Alti (anomalia quindi dati
più alti rispetto alla media).
Come si calcolano??
Quelli bassi Q1-1,5 x IQR ( sono i valori che si trovano nella parte più bassa del grafico)
Quelli alti Q3+1,5 x IQR
Quindi per calcolarli si parte dai diversi quartili
dopo averli calcolati devo capire se nella matrice ho Outliers minimi o massimi

LEZIONE 1/12
Verificare se ci sono degli outliers nei nostri dati. Se ci sono valori che superano outliers massimi o
minimi.
LEZIONE 7/12
INTERPOLAZIONE: ricerca di una funzione matematica che approssima al meglio l'andamento di
un insieme di punti. Si tratta di una stima sull'andamento di una variabile.
I dati possono essere visualizzati in diversi modi tramite l'utilizzo di diversi assi ed attribuendo agli
assi diversi parametri. Si possono anche invertire gli assi ed arrivare ad ottenere curve di isodensità.
Si possono utilizzare anche scale di colore per esempio per evidenziare la fluorescenza.
Si possono fare grafici a sezione ; dobbiamo definire il transetto che andiamo ad analizzare; a
seconda di come realizziamo il transetto avremo sulla parte sinistra del grafico il primo dato. Sul
grafico è specificata la stazione corrente a cui si riferiscono i dati.
I picchi grigi sono i rilievi sul fondale (andamento del fondale) infatti i parametri misurati si
fermano quando c'è il fondale.
Grafico SURFACE che presenta latitudine e longitudine, viene fatta un'interpolazione scegliendo
una variabile ed una profondità (quota). Ci sono curve di iso-concentrazione.
Il progetto ARGO raccoglie informazioni da boe lanciate in mare che trasmettono i dati a dei
satelliti, i dati poi vengono resi disponibili

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