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I fluidi

La meccanica dei fluidi: una scienza nata per ragioni pratiche

Agli inizi del Seicento, il problema della distruzione delle risorse idriche della città, alimentò in tutta Europa
un vivace dibattito scientifico. Numerosi problemi furono chiariti e risolti quando, fu misurata una
grandezza fisica che fino ad allora era stata ignorata ovvero la pressione esercitata su ogni cosa
dall’atmosfera terrestre.

Galileo disse che nessuna pompa aspirante, per quanto stretto o largo fosse il condotto, era in grado di
tirare l’acqua verso l’alto per un dislivello superiore a un determinato limite, pari a 10 metri. La colonna
d’acqua aspirata, una volta raggiunta quell’altezza, si fermava senza potere andare oltre. L’acqua veniva
tirata su come una lunga corda che si spezzava sotto il proprio peso una volta superata la lunghezza limite.
Il peso dell’acqua contenuta in 10 m di tubo costituiva, la resistenza del vuoto. Galileo ipotizzava che nella
parte superiore del condotto si formasse il vuoto, perché il peso della colonna d’acqua vinceva la resistenza
opposta dalla natura alla sua produzione.

La spiegazione di Galileo non era soddisfacente, infatti egli realizzò la prima misura della pressione
atmosferica, mostrando che essa è capace di bilanciare una colonna d’acqua alta proprio 10 m. Il fenomeno
descritto da Galileo era dunque simile a quello che accade quando beviamo con la cannuccia da un
bicchiere: la pressione atmosferica agisce sulla superficie dell’acqua nella cisterna (bicchiere), spingendo
verso l’alto la colonna di liquido nel condotto (cannuccia), dove la pompa aspirante ha creato una
depressione; ma la pressione esercitata dall’atmosfera può bilanciare al massimo 10 m d’acqua. Nella parte
superiore del condotto si produce effettivamente il vuoto, come ipotizzava Galileo: ciò accade non perché è
stata vinta la resistenza del vuoto, ma perché la pompa aspirante ha sottratto l’aria dal tubo.

SOLIDI, LIQUIDI E GAS


-Possiamo dire che un solido conserva forma e volume;

-Un liquido assume la forma del recipiente che lo contiene, ma conserva il proprio volume;

-Un gas occupa tutto il volume disponibile nel recipiente che lo contiene.

È molto difficile comprimere un liquido in un volume più piccolo. Ad esempio se si riempie una siringa priva
di ago con dell’acqua e mantenendo chiuso l’ugello, non si riesce ad abbassare il pistone.

I gas invece sono facilmente comprimibili, come si può verificare con la stessa siringa, questa volta senza
acqua: il pistone si abbassa comprimendo l’aria.

A questi liquidi e gas diamo il nome di fluidi.

In natura, l’acqua può essere solida liquida o aeriforme a seconda delle condizioni in cui si trova. Dato che
possono trovarsi in uno di questi tre stati di aggregazione, ciò dimostra che il fatto di essere in uno dei tre
stati non è una proprietà assoluta delle sostanze.

LA PRESSIONE
La pressione è una grandezza scalare definita come il rapporto tra il modulo della forza perpendicolare alla
superficie e l’area della superficie.
P = F/S (la pressione è uguale alla forza perpendicolare alla superficie fratto l’area della superficie)

Una forza può avere effetti diversi a seconda di come agisce su una superficie. Ad esempio una persona che
cammina sulla neve fresca con le racchette affonda poco, perché il suo peso si distribuisce sulla superficie
delle racchette; invece se si cammina solo con le scarpe affonda di più perché la superficie di appoggio è
decisamente minore.

Possiamo quindi dire che;

-data una superficie fissata, se la forza aumenta la pressione aumenta;

-data una forza fissata, se aumenta la superficie su cui si distribuisce tale forza, la pressione diminuisce.

Per esempio, quando premiamo una puntina contro la parete d’un muro, la pressione esercitata è molto
grande perché la forza esercitata si concentra su una superficie molto ristretta. Mentre ad esempio un
fachiro riesce a sdraiarsi su un letto di chiodi perché il peso del suo corpo è distribuito su tutti i chiodi, e la
pressione esercitata è tanto minore quanto più numerosi sono i chiodi a contatto con il suo corpo.

Nel sistema internazionale l’unità di misura della misura è pari al pascal (Pa). Esso è definito come la
pressione che si ottiene quando una forza di intensità pari a 1 N agisce in direzione perpendicolare a una
superficie di area 1 m2:

1 Pa = 1 N/ 1 m2

LA PRESSIONE NEI LIQUIDI


La pressione esercitata su una superficie qualsiasi si un liquido si trasmette, con lo stesso valore, su ogni
altra superficie a contatto con il liquido.

Se mettiamo un palloncino gonfiato con l’aria all’interno di un recipiente pieno d’acqua e con un pistone
scorrevole, non appena premiamo sul pistone, il palloncino diventa più piccolo per effetto della pressione
esercitata dal pistone sull’acqua, tuttavia conserva la sua forma sferica. Ciò significa che il palloncino
subisce la stessa pressione dappertutto e la forza è perpendicolare alla sua superficie.

Questo fenomeno è descritto dalla legge di Pascal.

Se premiamo un tubetto di dentifricio dal fondo, la pasta esce dall’imboccatura, e anche questo
comportamento è spiegato dalla legge di Pascal.

Il torchio idraulico

Freni a disco

I freni a disco delle automobili e delle motociclette sfruttano un circuito oleodinamico che collega il pedale
dal freno alle ruote. La pressione esercitata del pedale si trasmette lungo i tubi pieni di liquido e fa stringere
le due pastiglie che per attrito rallentano il disco collegato alla ruota.

LA PRESSIONE DELLA FORZA-PESO NEI LIQUIDI


La pressione dovuta al peso di un liquido è direttamente proporzionale sia alla densità del liquido sia alla
sua profondità.
Ogni liquido che si trova sulla superficie della terra è soggetto alla forza-peso. La pressione che un liquido
con densità d esercita su una superficie piena posta a una profondità h è data dalla legge di Stevino:

p1 = gdh (la pressione esercitata da un liquido [Pa] è uguale alla costante g [N/kg] per la profondità del

liquido [m] per la densità del liquido [kg/m2]) dove g è la costante che vale circa 9,8 N/kg.

I VASI COMUNICANTI
Si chiamano vasi comunicanti due o più recipienti uniti da un tubo di comunicazione. Un liquido versato in
un sistema di vasi comunicanti raggiunge lo stesso livello in tutti i recipienti.

Ad esempio se consideriamo due vasi comunicanti riempiti con lo stesso liquido ed esaminiamo cosa
accade su una sezione trasversale S di liquido nel tubo di collegamento.

Vasi comunicanti con due liquidi

Se consideriamo un caso più generale in cui i casi comunicanti contengono due liquidi diversi come ad
esempio acqua e mercurio, possiamo vedere che all’equilibrio il mercurio, che ha una densità maggiore
dell’acqua, raggiunge un’altezza minore. Trascuriamo il mercurio che è sotto la superficie di separazione
con l’acqua perché è in equilibrio di per sé. Possiamo dire che il sistema è in equilibrio se le due colonne di
liquido sono uguali.

Le altezze a cui si portano due liquidi in un tubo a U sono inversamente proporzionali alla loro densità.

LA SPINTA DI ARCHIMEDE
Se in contenitore pieno d’acqua immergiamo un sottile palloncino riempito d’acqua e chiuso in modo da
non inglobare l’aria, il palloncino è in equilibrio poiché la forza- peso è controbilanciata da una forza di
uguale intensità e verso opposto; la forza equilibrante è data dalla somma di tutte le forze di superficie,
dovute all’acqua circostante, che agiscono sul palloncino.

La legge di Archimede dice che un corpo immerso in un liquido subisce una forza, diretta verso l’alto, di
intensità uguale al peso del liquido spostato.

FA = gdV (la spinta di Archimede è uguale alla costante g, che vale circa 9,8 N/kg per il volume del liquido

Spostato [m3] per la densità del liquido [kg/m3])

Il prodotto dV è la massa del liquido spostato che, moltiplicata per g, dà il suo peso.

Quanto più grande è il volume del corpo immerso tanto più è maggiore la spinta verso l’alto, perché è più
grande il volume dell’acqua che è stato spostato. Ad esempio, quando si vara una nave, lo scafo entra in
acqua e sposta una grande quantità d’acqua. Questo volume di acqua è rimpiazzato da ciò che è contenuto
nella parte immersa della nave; la nave galleggia perché la forza-peso che agisce sullo scafo di ferro è
compensata dalla spinta di Archimede che, è rivola verso l’alto.

La legge di Archimede vale anche per i gas, infatti è essa a far salire una mongolfiera o un palloncino pieno
di elio.

IL GALLEGIAMENTO DEI CORPI


Una nave in mare non scende e non sale , perché il suo peso ha la stessa intensità della spinta di
Archimede.

-se il peso è maggiore della spinta di Archimede, il corpo affonda: è ciò che accade ad un’ancora in acqua.

-se invece il peso è minore della spinta di Archimede il corpo sale, come succede ai palloni di aria, a cui gli
archeologi subacquei attaccano i reperti trovati in fondo al mare per riportarli in superficie.

Ad esempio se immergiamo in un contenitore pieno d’acqua tre bottigliette:

-la prima riempita di sabbia, che ha una densità maggiore dell’acqua, per questo la bottiglia affonda.

-la seconda con del latte, che ha una densità uguale a quella dell’acqua, la bottiglia non va né su né giù.

-la terza con dell’olio, che ha una densità minore dell’acqua, per questo la bottiglia galleggia.

Un corpo affonda, rimane fermo o galleggia quando hanno la loro densità è rispettivamente maggiore,
uguale o minore di quella del liquido in cui è immerso.

I sommergibili in immersione, quando si muovono in orizzontale, hanno densità media uguale a quella
dell’acqua che li circonda.

Per immergersi, il sommergibile imbarca acqua in appositi cassoni stagni. In questo modo la sua densità
media aumenta.

Per riemergere, nei cassoni viene pompata aria compromessa che spinge fuori l’aria. Così la densità media
del sommergibile diminuisce.

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