Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La solubilità
La solubilità è la quantità massima di soluto che si può sciogliere in una certa quantità di solvente a una
determinata temperatura (varia da sostanza a sostanza e dipende sia dal soluto che dal solvente). A causa
dell’agitazione termica delle particelle, in una soluzione satura, il depositato sul fondo continua a sciogliersi
mentre il soluto continua a depositarsi come corpo di fondo; i due processi avvengo alla stessa velocità e
quindi la sua concentrazione resta costante nel tempo. Tra il soluto disciolto e quello indisciolto si instaura
un equilibrio; poiché è caratterizzato da un incessante movimento le particelle, lo si definisce equilibrio
dinamico.
Se aumenta la pressione del gas di sopra della soluzione, aumenta il numero degli urti che le molecole del
gas effettuano sulla superficie di conseguenza aumenta la velocità con cui esse formano una soluzione.
La termochimica
L’energia nelle reazioni chimiche
Una reazione chimica è un processo in cui avviene una trasformazione di materia e una trasformazione di
energia. L’energia a livello molecolare si presenta sottoforma di energia cinetica ed energia potenziale.
L’energia cinetica (EC), in una singola molecola, è legata ai movimenti di vibrazione, rotazione e
traslazione. L’energia cinetica in un sistema di molecole è il risultato complessivo di questi tre tipi di
movimenti e si chiama energia termica.
L’energia potenziale (EP), in una singola molecola, dipende dalle forze di legami tra gli atomi. L’energia
potenziale in un sistema di molecole dipende anche dalle forze attrattive tra le molecole stesse e si chiama
energia chimica. Un elevato valore di energia chimica indica legami chimici deboli (instabile), un basso
valore di energia chimica indica legami forti (stabili).
L’energia totale di un sistema è definita energia interna (U)= energia chimica + energia termica.
Sei prodotti di una reazione hanno l’energia chimica inferiore ai reagenti, il sistema cede energia
all’ambiente. Se l’energia chimica dei prodotti è superiore a quella dei reagenti e sistema assorbe energia
dall’ambiente.
Primo principio della termodinamica e sistemi chimici
Uno degli aspetti più importanti delle reazioni chimiche riguarda gli scambi energetici ad esse collegati. La
termochimica studia gli scambi di calore che avvengono durante le reazioni chimiche; la termodinamica è la
scienza che studia i trasferimenti di energia in un sistema.
Il PRIMO PRINCIPIO DELLA TERMODINAMICA: in una trasformazione chimica l’energia totale del
sistema e dell’ambiente si conserva, ma può essere convertita da una forma all’altra.
Sistemi chimici
In una trasformazione chimica viene definito sistema l’insieme delle sostanze che partecipano alla reazione,
mentre recipiente di reazione, l’aria circostante e lo spazio fisico in cui si opera costituiscono l’ambiente. Il
sistema e l’ambiente formano l’universo.
I sistemi aperti scambi energia e materia con l’ambiente.
I sistemi chiusi scambiano con l’ambiente soltanto energia ma non materia.
I sistemi isolati non scambiano con l’ambiente energia né materia
Entalpia
Il concetto di entalpia è molto importante per l’analisi e la valutazione dei parametri termodinamici di una
reazione chimica, perché definisce la quantità di energia che il sistema può scambiare con l’ambiente e
viceversa. L’entalpia è un valore teorico, poiché non è direttamente misurabile., Tuttavia, nella pratica
scientifica comune, è abbastanza agevole calcolare la variazione di entalpia (H).
La velocità di reazione
Cos’è la velocità di reazione
Lo studio di tutti gli aspetti relativi alla velocità delle trasformazioni chimiche è affrontato dalla parte la
chimica detta cinetica chimica. Una reazione chimica è tanto più rapida quanto più reagente si consuma, o
quanto più prodotto si forma, nell’unità di tempo. La velocità di reazione, V, in prima approssimazione può
essere definita così:
q . tà direagente trasformato
v=
tempoimpiegato per trasformazione
Molto spesso, le reazioni avvengono in fase gassosa in soluzione, per cui la quantità dei reagenti introdotti
nel recipiente espressa come concentrazione.quando precede la trasformazione diminuisce la loro
concentrazione mentre aumenta quella dei prodotti; la velocità di reazione si esprime in funzione della
variazione di concentrazione dei reagenti e dei prodotti:
−∆ [ R ] ∆ [ P ]
v= =
∆t ∆t
La velocità di reazione è determinabile sperimentalmente misurando la variazione del tempo di una
qualunque proprietà dei reagenti e dei prodotti che possono essere messi in relazione con la loro
concentrazione. E la velocità calcolata in ciascun intervallo è una velocità media.
L’equazione cinetica
La relazione matematica che descrive come varia la velocità di reazione, al variare della concentrazione è
detta equazione cinetica. Il modo con cui ciascuna reazione risponde all’aumento della concentrazione è del
tutto particolare. Per questo non è individuabile un’unica relazione tra velocità e concentrazione che spieghi
tutti i casi. Per la generica reazione:
aA +bB → prodotti
n m
v=k ∙ [ A ] ∙ [ B ]
Dove n ed m sono numeri interi che devono essere determinati sperimentalmente e di solito sono diversi dai
coefficienti stechiometrici. Il fattore k è detto costante specifica di velocità: è caratteristica di ciascuna
reazione e corrisponde alla velocità della reazione quando la concentrazione dei reagenti e 1M. Se
l’esponente della concentrazione è 1 -> primo ordine.
L’ordine di reazione corrisponde alla somma degli esponenti a cui sono elevate le concentrazioni dei reagenti
che compaiono nell’equazione cinetica. Esistono reazioni di ordine zero in cui la velocità è indipendente
dalla concentrazione del reagente, allora equazione cinetica è:
v=k -> velocità costante fino alla scomparsa del reagente
Nelle reazioni di primo ordine è costante il tempo necessario a ridurre della metà la concentrazione del
reagente. Poiché in una reazione di primo ordine la velocità è direttamente proporzionale alla concentrazione
del reagente, al dimezzare della sua concentrazione si dimezza anche la velocità con cui esso scompare.
Nelle reazioni secondo ordine la concentrazione del reagente decresce meno rapidamente al tempo. La
velocità infatti è più sensibile al fattore concentrazione perché è proporzionale al suo quadrato.
LA TEMPERATURA
Maggior parte delle reazioni lente a temperatura ambiente è molto sensibile all’innalzamento della
temperatura: in molti casi un aumento di 10 Celsius provoca all’incirca il raddoppio della velocità di
reazione. (pentola a pressione frigo conservare)
LA SUPERFICIE DI CONTATTO
Due sostanze reagiscono tra loro tanto più velocemente quanto più estesa la loro superficie di contatto
(zucchero nel te, centrali termiche)
Nel caso delle reazioni in fase eterogenea invece l’aumento della superficie di contatto espone un maggior
numero di molecole all’ambiente di reazione; la conseguenza è un amento del numero degli urti.
Tutti gli urti sono efficaci alla formazione dei prodotti, quelli efficaci rappresentano soltanto una piccola una
piccola percentuale degli urti totali. Cosa rende efficace un urto:
1) Che le collisioni abbiano un’orientazione appropriata
2) Che l’energia dell’urto sia sufficiente effettuare la trasformazione.
Se una di queste condizioni non c’è, la reazione non procede. L’energia di ogni collisione varia quindi di
volta in volta, la fase iniziale delle trasformazioni chimiche richiede energia, perché il processo di lettura dei
legami è endotermico; se l’energia non è sufficiente, anche un urto nella direzione corretta può concludersi
con un semplice rimbalzo.
Il meccanismo di reazione
La maggior parte delle trasformazioni chimiche avviene attraverso una successione di stadi. La successione
degli stadi, o reazioni elementari, attraverso cui i reagenti si trasformano in prodotti, costituisce un
meccanismo di reazione.
La molecolarità di una reazione elementare indica il numero delle molecole di reagenti che vi partecipano.
Per passare dei reagenti e prodotti in una reazione a più stadi si devono superare più barriere energetiche.
Lo stadio con più alta energia di attivazione in più lento; esso viene detto stadio limitante della velocità
perché limita la velocità con cui procede la reazione nel suo complesso. Poiché lo stadio più lento del
meccanismo di reazione determina la velocità dell’intero processo, determina anche la sua equazione
cinetica. Quando una reazione procede attraverso una successione di stadi, quindi, la sua equazione cinetica
corrisponde a quella dello stadio più lento. Gli esponenti e le concentrazioni che in essa compaiono
corrispondono ai coefficienti stechiometrici presenti nell’equazione della reazione elementare in tale stadio.
La maggior parte dei casi, però, il meccanismo di reazione è complesso.