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La velocità di reazione

Presentazione di Stefania Perdichizzi rivisitazione di Valitutti Amadori


Falasca ed. Zanichelli. Immagini Zanichelli e pixabay.com
Cos’è la velocità d una reazione

Ca(HCO3)2(aq) CaCO3(s)+ H2O(l) + CO2(g) 2NaN3(s) 2Na(s)+ 3N2(g)

La branca della chimica che si occupa di tutti gli aspetti relativi alla velocità delle reazioni è
la cinetica chimica
Usain Bolt 100m/9’58’’ Berlino 2009
Così come V= m/s

quantità di reagente trasformato


V (di reazione)=
tempo impiegato per la trasformazione

∆[R] ∆[P]
V (di reazione)= - =
∆t ∆t
[] la parentesi indica la concentrazione molare per cui l’unità di misura della
velocità è mol/L . s
Sperimentalmente misuro la
variazione nel tempo di pressione,
numero di moli, volume, colore
della soluzione….qualsiasi proprietà
da cui possa calcolare la
concentrazione
Esempio:

Man mano che N2O5 si decompone,


aumenta il numero di molecole allo
stato gassoso. La pressione è
proporzionale al numero di moli
gassose per cui dalla misura
dell’aumento di pressione
all’interno del contenitore, è
possibile calcolare quanto reagente
si è trasformato
La velocità di reazione non
è costante, ma decresce
nel tempo, poiché si
riduce via via anche la
quantità di reagente che si
trasforma
Velocità media

Velocità istantanea: misurando un


brevissimo intervallo di tempo
Poiché nella reazione considerata 2 mol di N2O5 si decompongono per
formare 4 mol di NO2 e 1 mol di O2, la velocità di formazione di NO2 sarà
doppia rispetto alla velocità di scomparsa di N2O5 e la specie O2 si formerà
con una velocità dimezzata.

∆[R] ∆[P]
V (di reazione)= - =
∆t ∆t
L’equazione cinetica
L’equazione cinetica è una relazione matematica che lega la velocità, v, di una data
reazione alla concentrazione molare dei reagenti. Per la generica reazione:

si può scrivere la seguente espressione:

dove gli esponenti n ed m sono spesso numeri interi che devono essere determinati
sperimentalmente e nella maggior parte dei casi, sono diversi dai coefficienti
stechiometrici.
La costante specifica di velocità, k, è caratteristica di ciascuna reazione e
corrisponde, di fatto, alla velocità della reazione quando la
concentrazione dei reagenti è 1 M.

L’ordine di reazione corrisponde alla somma degli esponenti a cui sono


elevate le concentrazioni dei reagenti che compaiono nell’equazione
cinetica. Gli esponenti possono essere determinati soltanto per via
sperimentale.
Reazioni di ordine zero: la velocità è indipendente dalla concentrazione del
reagente (la diminuzione della concentrazione del reagente nell’unità di
tempo è sempre della stessa entità e la velocità è costante); la loro
equazione cinetica è:
Reazioni di primo ordine: la velocità è direttamente proporzionale
alla concentrazione del reagente, perciò al dimezzare della sua
concentrazione si dimezza anche la velocità con cui esso scompare.

V = k [A]

V = k [N2O5]
Reazioni di secondo ordine: la velocità è proporzionale al quadrato della
concentrazione, per cui se la concentrazione si dimezza, la velocità di
scomparsa del reagente si riduce a un quarto di quella iniziale.

V = k [A]2

V = k [HI] 2

V = k [A] [B]

Reazioni di ordine superiore al secondo non sono frequenti.


Fattori che influenzano la velocità di reazione oltre alla
concentrazione

1. la natura dei reagenti;


2. la temperatura a cui essa si svolge;
3. la superficie di contatto fra i reagenti in fase eterogenea;
4. l’eventuale presenza di catalizzatori.
1. La natura dei reagenti:
l’attitudine di ogni sostanza a
trasformarsi dipende dalle sue
particolari proprietà chimiche
e fisiche; per esempio, calcio,
zinco e rame sono metalli, ma
la loro reattività con HCl è
molto diversa.
2. La temperatura: in generale,
un abbassamento della
temperatura rallenta le reazioni;
un innalzamento le accelera.
3. La superficie di contatto:
due sostanze reagiscono tra
loro tanto più velocemente
quanto più estesa è la loro
superficie di contatto.
4. La presenza dei catalizzatori: i
catalizzatori sono sostanze che
accelerano le reazioni chimiche
senza consumarsi durante la
trasformazione
I catalizzatori
A differenza della temperatura i catalizzatori sono in genere
altamente specifici, cioè accelerano solo la reazione prescelta.

Gli enzimi, sostanze di natura proteica capaci di catalizzare le reazioni


che avvengono nelle cellule degli organismi, presentano la massima
specificità.
Inquinamento delle acque marine
Quiz
La teoria degli urti

Le molecole possono
reagire solo se
entrano in contatto
tra di loro (teoria
degli urti)

CO(g) + NO2(g) CO2(g) + NO(g)


Microscopicamente la teoria degli urti
spiega la velocità di reazione

Incrementando la concentrazione aumenta il numero di molecole e di urti. Si spiega


l’incremento della velocità di reazione all’incrementare della concentrazione. Infatti,
raddoppiando o triplicando la concentrazione di uno dei due reagenti, raddoppia o
triplica anche il numero degli urti con il conseguente aumento della velocità.

In fase eterogenea, l’aumento della superficie di contatto espone un maggior numero di


molecole all’ambiente di reazione; si ha quindi un aumento del numero degli urti.
Non tutti gli urti sono efficaci ai fini della formazione dei prodotti. Affinché un urto sia reattivo:
1. le collisioni devono avere un’orientazione appropriata;
2. l’energia dell’urto deve essere sufficiente a effettuare la trasformazione.
Energia di attivazione

CO(g) + NO2(g) CO2(g) + NO(g)

Quando NO2(g) viene colpita da un’altra molecola gli


atomi si avvicinano incrementando notevolmente
l’energia potenziale a causa delle forze repulsive (vi
ricordate il grafico della molecola di H2???). L’energia
potenziale raggiunta che si manifesta con le forze
repulsive o è così elevata da staccare un atomo di O o
se non si raggiungono certi valori di energia si ha un
urto elastico
In generale, le molecole possono reagire soltanto in seguito a uno
specifico aumento della loro energia potenziale, definito energia di
attivazione, Ea, da Svante Arrhenius nel 1888.

L’energia di attivazione, Ea, è la quota di energia potenziale in


eccesso che occorre ai reagenti per rompere alcuni dei loro legami
e iniziare una reazione.

A temperatura ambiente, procedono a velocità apprezzabile le


reazioni con Ea < 80 kJ/mol.
Lo stato energetico raggiunto dalle molecole dei reagenti a seguito di un
urto efficace è detto stato di transizione.

L’energia di attivazione corrisponde alla differenza di energia tra il livello


dei reagenti e lo stato di transizione.
Profilo energetico di reazione , ovverosia andamento dell’energia potenziale
della reazione tra NO2(g) e CO(g).

Parametro che indica


l’avanzamento della reazione
L’equazione di Arrhenius
L’energia cinetica media delle
molecole aumenta
proporzionalmente con la
temperatura quindi aumenta il
numero di particelle che
assume determinati valori di
energia. Aumentano anche gli
urti efficaci e di conseguenza la
velocità di reazione.
Emin rappresenta l’energia
cinetica minima necessaria per
la reazione.
L’equazione di Arrhenius descrive l’effetto della temperatura sulla velocità di
reazione:

A è una costante specifica per ogni reazione, e è la base dei logaritmi naturali e
vale 2,718… e R è la costante universale dei gas (8,31 J/mol · K).
Poiché in questa relazione T compare all’esponente, a un modesto aumento di
temperatura corrisponde un grande aumento di k, e quindi della velocità di
reazione.
Il meccanismo di reazione
Una trasformazione chimica avviene avviene per successione degli stadi, o
reazioni elementari, poiché è improbabile che un urto interessi più di tre
molecole contemporaneamente. Secondo la successione i reagenti si
trasformano in prodotti. Tale successione costituisce il meccanismo di
reazione.

Valitutti et al., Chimica: concetti e modelli 2ed © Zanichelli editore 2018


La decomposizione del pentossido di diazoto:

è in realtà il risultato di tre reazioni elementari:


Nel primo stadio, la molecola reagente, N2O5, è
una sola; la reazione viene detta
monomolecolare. La seconda e la terza reazione,
che hanno due reagenti, sono bimolecolari.

La molecolarità di una reazione elementare


indica il numero delle molecole di reagenti che vi
partecipano.

Lo stadio con la più alta energia di attivazione è il


più lento; esso viene detto stadio limitante della
velocità perché limita la velocità con cui procede
la reazione nel suo complesso.
Lo stadio limitante determina l’equazione cinetica, che
consente di ricavare informazioni sul meccanismo di
reazione.
Gli esponenti delle concentrazioni corrispondono ai
coefficienti stechiometrici presenti nell’equazione della
reazione elementare che avviene in tale stadio.
Accelerare una reazione: catalizzatore
Per accelerare una trasformazione chimica si può aumentare la velocità
dello stadio limitante diminuendo la sua energia di attivazione
mediante l’utilizzo di un catalizzatore.

∆H rimane
invariato
Un catalizzatore accelera una reazione chimica
perché la fa avvenire lungo un percorso
alternativo, la cui energia di attivazione è
inferiore a quella del percorso non catalizzato
I catalizzatori omogenei operano nella stessa fase dei reagenti.

I catalizzatori eterogenei operano in una fase diversa da quella dei


reagenti e dei prodotti. Sono spesso costituiti da superfici solide che
bloccano le molecole dei reagenti indebolendo i legami

Sono catalizzatori eterogenei catalizzatori presenti nelle marmitte


catalitiche delle automobili
Il platino, il rodio e il palladio sono depositati su microscopici canali in una
struttura di ceramica a nido d’ape. Una volta completata la trasformazione
degli ossidi di azoto (NOx) e degli idrocarburi incombusti, le particelle di
prodotto si staccano dalla superficie e il catalizzatore si rigenera.

Marmitta
catalitica.

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