Sei sulla pagina 1di 7

La Francia di Luigi XIV

L’assolutismo del re sole


Il cardinale Richelieu, morto nel 1642, lasciò il suo posto a un suo stretto collaboratore: Giulio
Mazzarino, italiano e anche lui cardinale. Fu propri Mazzarino a condurre la Francia verso la pace
di Westfalia, nonostante l’essere straniero si guadagnò il sostegno della regina Anna d’Austria.
Mazzarino impose una ferrea politica fiscale: le finanze del regno erano messe a dura prova dalle
spese militari visto che la guerra si prolungò con la spagna che non aveva firmato il trattato di
Westfalia. Si fecero quindi sentire le proteste dei contadini fomentati dai nobili e dalla fame.

Motivo di scontro fu anche la questione delle cariche pubbliche: Mazzarino alimentava la vendita
degli uffici e stabilì che per 4 anni gli stipendi legati alle cariche venali non venissero pagati ->
Protesta del parlamento di Parigi che nel 1648 sfociò in una ribellione detta fronda. Purtroppo, i
parlamentari non avevano nessuna forza militare neanche un grande peso politico come il
parlamento inglese -> marzo 1649 venne ristabilito l’ordine grazie alle truppe del principe Condè.

A quel punto la grande nobiltà decide di sfruttare la situazione complicata in cui si trovava la
corona e insorse ma Mazzarino agì con decisione e arrestò il principe Condè perché troppo
pericoloso e minaccioso nel 1650. Ci furono altre ribellioni in diverse zone francesi ma tutte
avevano uno scopo dietro: i principi cercavano l’appoggio della Spagna per cacciare il ministro;
dopo tre anni di scontri le truppe del re riuscirono a domare la situazione. Senza ostacoli interni
Mazzarino riuscì a far firmare la pace die Pirenei alla Spagna.

Alla morte di Mazzarino iniziò il governo di Luigi XIV con il quale il regime assolutistico
raggiunse il suo punto più alto; era stato cresciuto con i principi della monarchia per diritto divino
secondo i quali il potere del re derivava direttamente da Dio -> sovranità non influenzata da altre
istituzioni o poteri. Scelse come emblema il sole perché rappresentava la sua idea politica: il
sovrano era l’unica testa del corpo dello stato, l’unica fonte di vitalità e intorno alla sua autorità
giravano tutti gli altri. L’affermazione del potere assoluto e la gloria erano l’obbiettivo del regno dli
Luigi -> politica estera espansionistica + imposizione dell’unità religiosa + accentramento
amministrativo.

Il governo del re voleva metter sotto la sua autorità tutti i poteri tradizionali che fino a quel
momento avevano l’indipendenza -> non tiene conto delle istituzioni che avrebbe dovuto rispettare
come il parlamento. Questo per due motivi:
- Tenere sotto controllo ogni parte dello stato
- Convogliare maggiori entrate verso la corona
Inizialmente dovette fare i conti con i privilegi dei singoli signori (esenzioni fiscali, diritti sulle
terre, riscossione tasse, amministrazione giustizia). Tutto ciò che ostacolava il processo di
centralizzazione andava eliminato perché lasciava fuori dal controllo del sovrano molte risorse.

Luigi non si servì di un primo ministro ma solo ministri devoti completamente a lui e li scelse
soprattutto dalla nobiltà di toga; si occupavano delle più importanti competenze dello stato (finanze
o guerra). Vennero nominati anche dal re i governatori delle provincie e i capi dei municipi la cui
carica durava tre anni. Il sovrano, quindi, formò un sistema amministrativo composto da cariche
revocabili. Un ruolo importante era svolto dagli intendenti (già utilizzati da Richelieu e Mazzarino)
erano inviati nelle provincie per esercitare i compiti del governo: controllo entrate, amministrazione
giustizia + scrivere resoconti. Questa organizzazione aveva grandi costi che portarono a ricolte
popolari soppresse nel sangue.
A causa dell’importanza delle finanze il ministro delle finanze Colbert divenne il collaboratore più
stretto di Luigi, era di origini borghesi. Diede grande prova della sua abilità nel suo compito
razionalizzando i meccanismi del prelievo fiscale.

Le entrate dello stato erano di tre tipi:


1) Quelle derivanti dagli affitti
2) Le imposte dirette su persone e immobili dette “taille” che gravavano sui non nobili e
costituivano la maggior parte delle entrate
3) Le imposte indirette (tassa popolare sul sale) che colpivano soprattutto i ceti popolari
Il ministro creò un sistema più efficiente che ridusse di un terzo la taille e aumentò le entrate: con
gli intendenti riuscì a debellare le pratiche illecite nella riscossione dei tributi, ridurre i costi
eccessivi nelle operazioni di prelievo, cancellare le illegittime esenzioni di falsi nobili.

Colbert pensava che una buona economia stesse alla base di un buon governo. Stabilì un nuovo
ordinamento sulle attività produttive e commerciali= mercantilismo di stato -> misure
protezionistiche per favorire le esportazioni e limitando le importazioni -> incoraggio
l’imprenditoria francese a migliorare la produzione dei beni di lusso che facevano entrare nelle
casse reali valute straniere.
Sul modello inglese e olandese Colbert promosse anche la nascita delle compagnie mercantili (indie
occ. e ori.) ma non riuscirono mai a batter la concorrenza. Infine, promosse anche l’espansione
coloniale.

La politica assolutistica dio Luigi si poteva notare anche dal punto di vista religioso -> non
sopportava la minoranza ugonotta -> impone ulteriori restrizioni all’editto di Nantes (aveva posto
fine alle guerre di religione in Francia); le resistenze furono soffocate nel sangue con il corpo
militare dei dragoni.
Nel 1685 revocò l’editto di Nantes e promulgò l’editto di Fontainebleau che bandì l’esercizio del
culto protestante in Francia -> molte persone abbandonano il paese e trovano rifugio in Olanda e
Inghilterra = esodo degli Ugonotti -> erano per la maggior parte artigiani e mercanti -> paese privo
di forze che andarono a irrobustire gli altri paesi. Le insurrezioni di quelli rimasti vennero soffocate
nel sangue

Sotto il regno di Luigi anche il cattolicesimo subì dei fermenti -> prende piede una corrente ispirata
al teologo Giansenio detta giansenismo che promuoveva una religiosità molto più ferrea; avevano il
loro monastero a Port-Royal fra i loro seguaci c’erano molte famiglie nobili e anche il filosofo
Pascal. I giansenisti erano visti con sospetto perché c’erano aspetti che sfioravano l’eresia -> Luigi
anche se non era tanto infastidito non poteva tollerare alcun dissenso sotto il suo regno.
Proibì quindi ai monaci di accettare novizi e convinse il papa a condannare il giansenismo ma
ancora prima rase al suolo il monastero.
Anche con Roma c’erano molte tensioni, infatti, l’assolutismo del re sole entrava in competizione
con il Papa, Luigi rafforza le basi del gallica Nesi non vero l’autonomia del clero francese da Roma,
le gerarchie ecclesiastiche francesi accettarono degli articoli detti gallicani riconosceva la
supremazia del sovrano indipendenza al Papa. Questo porta a una crisi che si conclude solo quando
Luigi abrogò gli articoli gallicani.

L’Inghilterra delle rivoluzioni


Dalla rivoluzione inglese alla repubblica di Cromwell
I tentativi dei sovrani di rafforzare il loro potere assolutistico, all’inizio del Seicento, incontrano
l’opposizione dei sudditi in particolare del parlamento che giunse a rovesciare il sovrano e a dar vita a una
Repubblica per affermarsi come protagonista della vita politica nel quadro di una monarchia costituzionale.

Nel 1603 alla morte senza eredi di Elisabetta I, il trono inglese era passato alla famiglia Stuart con Giacomo
I, già re di Scozia. I primi anni di regno attua iniziative legate alla sua concezione assolutistica: riaffermò e
potenziò la chiesa anglicana per controllare direttamente le nomine dei vescovi. Questo inasprisce i dissidi
religiosi che laceravano l’Inghilterra: sbarrava il passo ai puritani che chiedevano l’eliminazione del potere
civile nelle questioni religiose; e deludeva le aspettative della minoranza cattolica che organizzò un
complotto per far saltare in aria il sovrano e il parlamento a Westminster = congiura delle polveri.
Fu a questo punto che iniziarono le persecuzioni contro i cattolici e i puritani che costrinsero molti di loro a
emigrare. Così avviene per i padri Pellegrini che erano un gruppo di puritani, salpati nel 1620, dal porto di
Plymouth, approdano nel Massachusetts dove fondano una delle prime colonie inglesi.

Durante il regno di Giacomo I si aggravano i problemi economici poiché non si preoccupò di rafforzare gli
interessi commerciali inglesi, non appoggiò la borghesia e la piccola e media nobiltà che erano la parte più
vitale della società; infatti, favoriva i membri della sua corte dandogli vari privilegi che contribuivano ad
aumentare le spese e di conseguenza dovette far ricorso a nuove tasse.
Secondo la prassi di governo per qualsiasi genere di decisione finanziaria bisognava avere il consenso del
parlamento che era formato da: la camera dei Lord che rappresentava gli interessi della grande nobiltà e del
clero, la camera dei comuni che era formata da delegati di contee città che era eletti su base censita aria dalle
classi borghesi.
Il parlamento dopo aver soddisfatto più volte le richieste di Giacomo I rifiutò di finanziare ulteriori spese; il
sovrano tentò di scavalcare gli organi rappresentativi affidandosi a funzionari nominati da lui. Questo portò a
uno scontro aperto tra re e parlamento.

I contrasti politici aumentano durante il regno del figlio Carlo I che riprese l’indirizzo assolutistico e impose
nuove tasse senza l’autorizzazione del parlamento che sciolse due volte appena salito al trono. Ma le guerre
in corso imposero nuove spese finanziarie e quindi il re fu costretto a riconvocare il parlamento; l’assemblea
gli rivolse la petizione dei diritti con cui chiedeva di desistere dall’imporre tasse senza il consenso
parlamentare e di abolire gli arresti arbitrari a cui numerosi sudditi erano stati sottoposti a causa del loro
rifiuto di pagare le imposte.

Venne anche contestato il nuovo arcivescovo di Canterbury accusato di voler restaurare forme rituali simili a
quelle in uso a Roma ed aiutare il re nel suo tentativo di far valere il potere assoluto. Carlo I firmò la
petizione ma l’anno dopo sciolse il parlamento, negli undici anni che il sovrano governò autonomamente al
fine di accentrare sotto il suo diretto contro l’amministrazione della giustizia e quello dell’esercito. Tuttavia,
gli indebitamenti portarono a estendere a tutto il regno una tassa per l’organizzazione della flotta navale
chiamata Ship money ovvero un tributo prima previsto solo in tempo di guerra ed esclusivamente a carico
delle città costiere. Fu così che in cominciò una protesta che sfociò in un rifiuto di pagare le imposte.

La tensione esplose anche in Scozia per motivi religiosi, infatti, Carlo I e l’arcivescovo cercarono di
sostituire alla locale chiesa presbiteriana quella anglicana con l’intento di esercitare un maggiore controllo
con la presenza di vescovi subordinati al re. Gli scozzesi reagirono prendendo le armi contro il sovrano e
contro arcivescovo.

Avendo bisogno di denaro per domare la ribellione riconvocò di colpo il parlamento ma si si trova a dover
fronteggiare l’opposizione dei puritani che avevano acquisito maggiore forza all’interno dell’assemblea e che
erano rappresentati tra molti da Oliver Cromwell. Gli presentarono una lista di richieste molto più lunga di
quella della petizione dei diritti ma solo dopo tre settimane Carlo decise di sciogliere il parlamento chiamato
anche “parlamento breve” e fece arrestare alcuni membri.

I continui successi delle ribellioni scozzesi costrinsero il re a riconvocare il parlamento e per i successivi 13
anni l’assemblea non subì più alcun’interruzione nella propria attività, infatti, venne chiamato “lungo
parlamento”. Il suo potere era cresciuto a tal punto che vennero aboliti molti provvedimenti introdotti da gli
Stewart, inoltre, in parlamento avanzò una petizione affinché fosse soppresso l’episcopato e il re fosse
obbligato a sceglier degli uomini graditi all’assemblea (grande rimostranza).
Il conflitto iniziava diventare cruento: il parlamento fece imprigionare l’arcivescovo e il Primo Ministro che
fu decapitato come traditore. Tuttavia, intorno alle richieste avanzate in questo documento, che venne
approvato, si potevano notare le fratture che avrebbero portato alla guerra civile. Nonostante ciò, la
prevalenza dei puritani aveva infatti idee più moderate e restava legata la tradizione anglicana.

In contemporanea scoppia una rivolta in Irlanda, infatti, mentre in Inghilterra regnava lo scompiglio alcuni
contadini e proprietari terrieri irlandesi erano insorti massacrando i coloni che avevano sottratto le loro terre.
Carlo I cercò di sfruttare la rivolta per arruolare un nuovo esercito e riportare il parlamento che prese anche
esso le armi.
Ebbe così inizio la guerra civile: il nord e l’ovest dove si trovavano le componenti conservatrici sostennero il
re; l’est e il sud dove era maggiore il peso della borghesia si schierarono dalla parte del parlamento. I
partigiani del sovrano vennero chiamati cavalieri mentre quelli del parlamento teste rotonde per l’uso
puritano di portare i capelli corti senza parrucca.

Nei primi due anni di guerra le forze dal parlamento erano meno organizzate e inferiori ma riuscirono a
prevalere nella battaglia di Marston Moore grazie all’alleanza con gli scozzesi e ai nuovi squadroni di
cavalleria reclutati da Oliver Cromwell chiamati IRON SIDES. In seguito a questa vittoria le forze
parlamentari affidarono il comando militare a Cromwell che creò un nuovo esercito formato da volontari
pagati e provenienti da ceti artigiani e piccoli proprietari terrieri questo esercito chiamato new model Army
aver sconfitto i cavalieri a Naseby e conseguì altre vittorie nell’ovest del paese. Carlo I cercò all’ora di
negoziare una pace con gli scozzesi ma si rifiutarono e lo imprigionarono per poi consegnarlo nelle mani del
parlamento.

A quel punto all’interno del parlamento insorsero dissidi religiosi. La maggioranza del fronte puritano era
formata dai presbiteriani che intendevano sostituire la chiesa anglicana con una chiesa nazionale calvinista;
una parte minoritaria chiamata indipendenti proponeva un modello ecclesiastico più democratico basato su
libere congregazioni che era condiviso dai più umili, dagli agiati e da Cromwell.
Tra gli indipendenti avevano preso una forma di corrente più radicale i Levellers. Questo dissidio religioso
aveva anche risvolti politici, infatti, la loro richiesta di più ampia libertà religiosa si coniugava a un modello
politico più aperto e radicale in contrasto con i presbiteriani.
Il conflitto venne a maturazione quando i presbiteriani cercarono di smobilitare il new model Army. I soldati
presero allora le armi contro il parlamento mentre i Levellers enunciarono un programma politico
estremamente avanzato basato sulla sovranità del popolo e la formazione di un parlamento eletto a suffragio
universale.

Carlo I vuole approfittare dei contrasti all’interno del parlamento per impossessarsi del potere. Perciò cercò
di accordarsi con i presbiteriani, con Cromwell e con i Levellers. Di fronte a questi tentativi il parlamento e
l’esercito si ricompattarono. Carlo raccolse un nuovo esercito con l’appoggio degli scozzesi e riprese così la
guerra civile che si concluse con la sconfitta dei sostenitori del re nella battaglia di Preston nel 1648.
Dopo la vittoria gli esponenti radicali chiesero che Carlo I pagasse per le vittime le distruzioni che la guerra
civile aveva causato. Cromwell si rese conto che per mantenere sotto controllo le truppe era necessario
accogliere alcune richieste politiche e quindi appoggiò la decisione di processare e condannare a morte il
sovrano. Il parlamento però prima doveva essere depurato dai membri indecisi o contrari, infatti, la metà dei
deputati della camera dei comuni fu eliminata e questo venne chiamato parlamento tronco. Nel 1649 venne
quindi decapitato Carlo I. La sentenza di condanna a morte del re colpiva l’idea di sovranità per diritto divino
e il principio di inviolabilità del re. Subito dopo venne abolita la monarchia e proclamata la Repubblica
(Commonwealth).

Fu Cromwell a prendere la guida del nuovo Stato assumendo il compito di ristabilire l’ordine. Questo
significava eliminare i gruppi più radicali come Levellers. Dopo aver soffocato varie rivolte scoppiate
nell’esercito domò anche la rivolta di Irlanda; infatti, le terre confiscate ribelli sarebbero state distribuite agli
inglesi. Sconfisse poi anche gli scozzesi che erano favorevoli alla restaurazione degli Stewart con Carlo II. In
campo economico attuò una politica protezionistica per la difesa del mercato interno: con il cosiddetto atto di
navigazione con cui veniva proibito alle navi straniere di caricare e scaricare merci nei porti inglesi (questo
danneggiava soprattutto la marina e l’economia olandese e ciò portò a un conflitto fra i due paesi).

I provvedimenti di Cromwell incontrano l’approvazione dei grandi mercanti ma il rincaro dei prezzi fu a
danno soprattutto dei ceti meno agiati. Nel paese crebbe quindi un’ondata di agitazioni sociali con nuovi
gruppi religiosi ancora più radicali. Tra queste sette c’erano i quaccheri che si astenevano ad ogni forma di
violenza e praticavano una sorta di comunione dei beni. Per sottrarsi alle persecuzioni fuggirono nelle
colonie nordamericane dove fondarono uno Stato libero chiamato Pennsylvania.

Al governo forte autoritario di Cromwell si opponeva un’incertezza istituzionale, si cercò una soluzione
tramite “L’instrument of governament” che prevedeva un parlamento o una sola camera eletta a suffragio
ristretto, sulla base del censo, istituiva un nuovo esercito e garantiva il pieno esercizio dei diritti religiosi. A
Cromwell venne affidata la carica di Lord protettore che gli dava ampi poteri personali in campo politico e
militare. Persisteva l’agitazione tra le sette più radicali e tra le file del vecchio esercito quindi Cromwell
sciolse il nuovo parlamento e trasformò il suo governo in una dittatura militare.

Quando il Lord protettore morì tutte le contraddizioni emerse si accentuarono ed erano ben lontane da
trovare una soluzione. L’esercito riprese forza e si sbarazza del figlio di Cromwell, Richard, che gli
succedette nella carica di Lord protettore. L’ascesa dell’esercito rischiava di riportare il radicalismo
religioso; fu quindi richiamato sul trono Carlo II Stuart. La Repubblica cedette il posto alla rinata monarchia.
Da allora non poté mai più essere ristabilito l’assolutismo regio e ciò grazie al potere che il parlamento era
riuscito ad acquisire sia contro la politica di accentramento sia contro la forzata uniformità religiosa, tant’è
che il popolo inglese non si sarebbe mai più riunito sotto l’unica chiesa.

Dalla restaurazione della monarchia alla gloriosa


rivoluzione
In un’atmosfera di caos il parlamento votò per la restaurazione della monarchia con Carlo II Stuart che
rispettò i diritti del parlamento e la tolleranza religiosa. La monarchia fu restaurata nella continuità dinastica
e furono stabiliti la camera dei pari e la chiesa anglicana.

All’inizio il compromesso tra il re e il parlamento sembra funzionare. Il sovrano mostrava moderazione nei
confronti degli avversari politici; favorì la ricca borghesia mercantile: stipula dei trattati commerciali e altri
due atti di navigazione che ribadivano la politica protezionistica. Il re attuò una politica di intolleranza
religiosa sancita dall’atto di uniformità, che era stato accettato dalla maggioranza anglicana della camera dei
comuni. Le editto imponeva un libro unico di preghiere il “book of Common prayers” delle misure contro
chi non partecipava ai riti anglicani.
A inasprire il clima negli anni seguenti contribuirono gli esiti altalenanti dei conflitti con l’Olanda. Il
dissenso nei confronti del sovrano crebbe sempre di più anche per la scelta di Carlo II di avvicinarsi a Luigi
XIV, alleato con le province unite, e per la sospetta apertura verso il cattolicesimo. Fu così che il parlamento
promulgò il test act un decreto che escludeva i cattolici dalle cariche pubbliche con l’eccezione dei pari.

A preoccupare il parlamento era la successione: Carlo II non aveva figli c’era infatti il rischio che l’erede
fosse suo fratello Giacomo, il quale si era convertito al cattolicesimo. Per questo motivo una parte della
camera dei comuni propose di ratificare l’esclusione di quest’ultimo dalla corona con l’exclusion Bill. La
proposta però non ebbe successo e riapre una nuova ostilità tra il parlamento e il monarca che reagisce
sciogliendo l’assemblea.

Poco prima e il parlamento era riuscito a emettere un atto di importanza cruciale l’habeas corpus act sulla
base della norma già sostenuta nella Magna carta: vietava ogni arresto arbitrario e stabiliva il diritto del
detenuto a conoscere i motivi della propria imputazione e ottenere un regolare processo.

Alla morte di Carlo II il regno passò al fratello Giacomo II e il solco tra corona e parlamento si allargò. Sulla
questione della successione si trovavano due correnti contrapposte:
- I Whigs sostenitori della libertà parlamentare della tolleranza religiosa, erano soprattutto
presbiteriani e indipendenti
- I toirse filomonarchici e anglicani.
Ma quando il nuovo sovrano tentò di abolire il test act e di sospendere l’habeas corpus e di avviare relazioni
diplomatiche col Papa i due gruppi si ricompattarono e il parlamento si pronunciò protettore del suo ruolo dei
diritti civili e delle norme religiose.

La nascita di un erede maschio a Giacomo II fece temere che la corona d’Inghilterra rimanesse mano
cattolica. Il parlamento sollecita l’intervento di Guglielmo III d’Orange sposato con Maria II Stuart figlia di
Giacomo. Guglielmo entrò a Londra con 15.000 soldati e fu accolto trionfalmente dalla popolazione.
Nel 1689 il parlamento dichiarò deceduto Giacomo II che si era rifugiato alla corte di Luigi XIV. Guglielmo
III e Maria II furono proclamati sovrani d’Inghilterra, Scozia e Irlanda. Visto che si era conclusa senza
spargimenti di sangue nei territori inglesi questo evento prese il nome di gloriosa rivoluzione. Dure
repressioni però si ebbero in Scozia e Irlanda che non riconoscevano i nuovi sovrani.

Una nuova immagine dell’universo


Da Copernico a Keplero
Nel Seicento ci fu una svolta culturale che cambiò l’immagine dell’universo, la concezione della natura e
ruolo dell’uomo prende il nome di rivoluzione scientifica. Il punto di inizio furono le tesi astronomiche dello
scienziato polacco Niccolò Copernico che decretava l’abbandono della fisica aristotelica e delle dottrine
cosmologiche della scolastica. Infatti, divenne comune parlare di rivoluzione copernicana per indicare la
nascita di una nuova epoca culturale più attenta alla realtà della natura.
L’universo copernicano aveva il suo centro la terra: anche l’uomo perdeva la sua centralità e si trovava
spinto alla periferia del cosmo; la teoria copernicana poneva interrogativi filosofici e teologici sul posto e sul
ruolo dell’uomo nell’universo. Eliminò vecchie certezze creando una netta distinzione tra il sapere
scientifico e l’esperienza del senso comune per questo la sua affermazione fu molto lenta e avversata dei
teologi cattolici e protestanti fedeli alle sacre scritture.

A screditare la cosmologia aristotelica contribuirono lo scienziato danese Tycho Brahe e l’astronomo


Giovanni Keplero. Brahe non accettava la teoria di Copernico e demolì uno dei dogmi centrali della
cosmologia tradizionale, quello dell’incorruttibilità e immutabilità dei cieli. Keplero descrisse con formule
geometriche le leggi che regolano il movimento dei pianeti, indicandone l’ellisse la forma delle orbite. Le
loro teorie introdussero i primi elementi della fisica meccanicistica ovvero una concezione della natura
basata sulle leggi di causa effetto, misurabili e universalmente valide, che si affermò ulteriormente grazie a
Galileo Galilei.

Galileo e la nuova scienza


Galileo rifiutò le speculazioni metafisiche e puntò sullo studio delle proprietà fisiche dei corpi, giungendo ad
affermare che nessun corpo ha un fine spirituale; il libro della natura era scritto con l’alfabeto geometrico e
matematico e deve essere letto attraverso un’analisi diretta matematica e sperimentale: il sapere scientifico
sarebbe stato in grado di distinguere i fenomeni reali oggettivi da quelli immaginari e soggettivi. La fisica
sperimentale si fondava su ipotesi che dovevano essere sottoposte a controlli severi ripetuti, in questo modo
dalla massa di dati raccolti, attraverso l’esperienza si formulano ipotesi sottoposte a un ulteriore verifica
sperimentale, ricavando infine una legge generale valida universalmente.
La nuova fisica Galileiana si fondava dunque su un processo di rigorosa astrazione di ogni elemento
sensibile e qualitativo.

La scienza di Galileo si avvaleva di nuovi strumenti come il cannocchiale da lui realizzato, che gli diede la
possibilità di osservare per la prima volta la superficie della luna e di dichiarare che era diseguale, piena di
cavità e sporgenze. La terra non possedeva caratteristiche uniche nell’universo e i corpi celesti non avevano
la perfezione che la tradizione aveva attribuito. Con questa scoperta crollava la concezione aristotelica
dell’universo fondata sul dualismo tra sfera terrestre e sfera celeste.
Le sue osservazioni astronomiche produssero altre scoperte come il numero di stelle e l’esistenza dei satelliti
di Giove. Queste osservazioni fecero cadere molte obiezioni contro il sistema copernicano in particolare la
scoperta di satelliti di Giove confermava la teoria secondo cui la luna gira intorno alla terra ed entrambe
ruotano intorno al sole.

Le osservazioni astronomiche e le teorie di Galileo avevano un carattere rivoluzionario ed erano in contrasto


con le teorie scientifiche e filosofiche e la Bibbia. Consapevole di questo problema Galileo scrisse una lettera
in cui affermava che i decreti della scrittura sono veri ma possono errare i suoi interpreti. Lo scopo della
Bibbia consisteva nella persuasione delle verità necessarie alla salvezza dell’uomini e non nella conoscenza.
Perché la natura è governata da leggi matematiche, l’analisi dei fenomeni naturali non poteva essere messa in
dubbio da passi biblici contrastanti. Entrambe create da Dio non potevano contraddirsi: il compito dei teologi
era la ricerca dei veri sensi dei luoghi sacri.
La battaglia di Galileo per la separazione tra le verità di fede e la verità di ragione non ebbe fortuna. Dopo
numerose denunce di eresia venne convocato un processo che si concluse nel 1633: minacciato di tortura il
vecchio abiurò pubblicamente e fu confinato, sotto sorveglianza, nella sua villa nei pressi di Firenze.
La condanna di Galileo provocò una frattura tra scienza e teologia che caratterizzò l’intera età moderna e le
cui implicazioni culturali continuano ad agire tuttora nel mondo contemporaneo.

Newton: il ruolo della fisica


La rivoluzione scientifica giunse a compimento con Isaak Newton. Newton condivise con un
filosofo tedesco lo sviluppo del calcolo infinitesimale. Formula leggi fisiche importanti come il
principio di inerzia e la legge della gravitazione universale. Si occupa di ottica e arrivò a dimostrare
la natura composita della luce bianca attraverso la scomposizione per mezzo di un prisma. In
campo astronomico approfondì le intuizioni di Keplero studiando le orbite dei pianeti; Newton
riformò la fisica e la cosmologia a partire da una reinterpretazione delle leggi naturali: attraverso
linguaggio matematico e la verifica sperimentale delle ipotesi scientifiche giunse a disegnare
un’immagine del mondo secondo cui la terra deve essere pensata come un piccolo villaggio in un
universo caratterizzato da un’uniformità matematica.

Con le leggi della gravitazione universale Newton offre un quadro unitario dell’universo attraverso
l’individuazione di una forza in grado di spiegare i fenomeni fisici diversi. Tale forza regola
l’attrazione tra due corpi in un punto qualsiasi dell’universo ed è direttamente proporzionale al
prodotto delle loro masse e inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa.
Questa formula abbatteva la distinzione tra fisica terrestre e fisica celeste, tra meccanica e
astronomia su cui si basava la fisica aristotelica.

Potrebbero piacerti anche