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Edifici storici: la verifica al fuoco delle volte in muratura

Ing. Giuseppe Stivala, CDM Dolmen e Prof. Ing. Alessandro Fantilli, Politecnico di Torino
Le strutture in muratura, i cui elementi orizzontali erano tradizionalmente realizzati in legno o con archi e
volte, rappresentano la tipologia edilizia costruttiva più antica e diffusa.
La volta è il tipico esempio di copertura architettonica storica, soprattutto nel panorama edilizio italiano.
Gran parte di questi edifici in muratura è degna di interesse culturale e pertanto va conservata e preservata,
anche con l’uso di tecniche di consolidamento, di cui è possibile reperibire una buona quantità di
informazioni sia tecnico-scientifiche che normative.

Una problematica particolarmente attuale di queste strutture è quella legata alla verifica al fuoco. Anche per
archi e volte la valutazione del rischio di incendio va effettuata come per tutte le costruzioni,
indipendentemente dal fatto che siano o meno soggette al controllo dei VVF. Spetta al progettista stabilire il
livello di sicurezza strutturale e decidere il grado di approfondimento delle analisi. Nel caso specifico
l’incendio è un’azione eccezionale (Eurocodici e NTC 2008) e la struttura è chiamata a soddisfare il criterio
di resistenza “R”, ossia conservare la sua capacità portante per un tempo prestabilito.

Nonostante le volte in muratura rappresentino una tipologia costruttiva piuttosto ricorrente nell’ambito del
panorama edilizio italiano, non sono facilmente reperibili indicazioni su come eseguire la verifica al fuoco né
in Normativa né in bibliografia. Al momento può essere impiegato solo il metodo analitico, come indicato
dalla circolare DCPREV 12979 del 16/09/2010 e dalla successiva circolare DCPREV 4638 del 5/04/2013.
CDM DOLMEN aveva già trattato questo argomento all’inizio del 2015 in una pubblicazione intitolata “CDM
DOLMEN: soluzioni vere progetti veri” nel paragrafo “Strumento di calcolo d'avanguardia per volte in
muratura portante anche soggette a incendio” (Maggioli Editore). CDM DOLMEN ritiene questo argomento
molto importante e ha instaurato un rapporto di collaborazione e di studio con il Prof. Alessandro Fantilli del
Politecnico di Torino, che da tempo si occupa della resistenza al fuoco di archi e volte nella sua attività di
ricerca.

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CDM DOLMEN srl - Via Drovetti, 9/F 10138 TORINO - Tel. 011/4470755 - Fax 011/4348458
e.mail: dolmen@cdmdolmen.it - web: www.cdmdolmen.it 1
Recentemente la circolare DCPREV 4638 del 5/04/2013 consente di impiegare il metodo semplificato
dell’Annesso C dell’Eurocodice 6 parte 1-2, “ponendo cautelativamente pari a zero il parametro f d2 relativo
alla resistenza della muratura nella zona a temperatura intermedia”. Il metodo prevede l’individuazione di tre
zone nella sezione intera, in funzione delle temperature raggiunte. Per gli elementi in laterizio con malta di
composizione generica, l’EC6 prevede 600°C e 100°C come valori della temperatura limite, come riportato in
Figura 1. Al di sotto dei 100°C il materiale può essere considerato completamente resistente, al di sopra dei
600°C il materiale non offre resistenza meccanica, mentre tra i 100°C ed i 600°C il materiale ha una
resistenza intermedia in funzione di un coefficiente “c”. Il valore di tale coefficiente, non essendo specificato
dagli Annessi Nazionali degli Eurocodici, è posto pari a zero in virtù della suddetta circolare DCPREV 4638.

2. Isoterma per  = 2
3. Isoterma per  = 1

Figura 1

Infine, con un’interessante prova ufficiale di resistenza al fuoco su una volta a botte in muratura, effettuata
dalla Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica dei Vigili del Fuoco, sembra essere stata
verificata l’affidabilità del suddetto metodo di calcolo strutturale semplificato, pensato per altri elementi
costruttivi quali pareti e colonne murarie e solo adattato all’analisi delle volte.

Nell’ambiente grafico tridimensionale CAD 3D Struttura di DOLMEN è possibile modellare volte in qualsiasi
materiale tramite la discretizzazione con elementi guscio. Assegnando i lati alla base e definendo 9 punti
notevoli, viene generata una mesh tridimensionale con una procedura automatica. L’inserimento dei carichi
(peso proprio, permanenti e variabili) avviene come per ogni altro elemento strutturale in DOLMEN,
utilizzando in particolare i carichi su gusci (Figura 2).

Figura 2

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Utilizzando il software IS Fuoco di CDM DOLMEN,
che esegue le verifiche REI di elementi in C.A., in
C.A.P., in acciaio ed in muratura in condizioni di
incendio secondo gli Eurocodici e le NTC 2008, è
possibile analizzare una sezione di forma
rettangolare, avente spessore pari a quello della volta
(Figura 3). Alla sezione oggetto di analisi possono
essere assegnate le caratteristiche termiche (calore
specifico, conducibilità termica e densità relativa) del
laterizio, secondo quanto indicato dall’Eurocodice 6, o
di qualsiasi altro materiale.
Figura 3
Dopo aver generato automaticamente la mesh si avvia il calcolo termico agli elementi finiti che integra su
tutto il dominio e, nel tempo, l'equazione di Fourier.
Grazie al software IS Fuoco si ricava la mappatura termica della sezione ed è possibile leggere la
temperatura raggiunta, ai tempi richiesti, in ogni elemento finito. Si possono in tal modo ricavare le isoterme,
che determinano gli spessori di sezione che non offrono resistenza meccanica a caldo (Vedi Figura 1).

Entrando nuovamente nel CAD 3D Struttura di DOLMEN si può modificare lo spessore dei gusci che
costituiscono la volta, sottraendo la parte non collaborante dal punto di vista strutturale. I carichi ed il peso
proprio rimangono invariati, da combinare in condizioni eccezionali a SLU, come previsto per l’incendio (NTC
2008).

Figura 4: fattori di sicurezza a freddo: Fs min = 1.12 Figura 5: fattori di sicurezza a 60 minuti: Fs min = 0.53

La Figura 4 e la Figura 5, che riguardano l’analisi di una volta con caratteristiche abbastanza comuni e
spessore del laterizio pari a 12 cm, indicano che la verifica a freddo risulta soddisfatta (Fs min > 1 in Figura
4), mentre la verifica a caldo, a soli 60 minuti di esposizione all’incendio, considerando l’isoterma 100°C
raggiunge un fattore di sicurezza minore dell’unità (Figura 5).

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Si rileva quindi che porre c = 0 semplica le procedure di verifica di pareti e colonne senza particolari
conseguenze, mentre può determinare la mancata verifica delle strutture murarie più sottili come le volte.

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