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MANUALE OPERATIVO
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Indice
Presentazione
APPENDICE
A1 - Le basi ecologiche della scelta delle piante
(dott. Ing. Nat. Paolo Cornellini – per gentile concessione dell’autore)
A2 - Normativa tecnica di riferimento
A3 - Bibliografia
Ecocrib
Gli Autori
Antonio Bruzzese
Ingegnere Civile
Svolge attività di libera professione in particolare nel campo dell’idraulica e dell’ingegneria
naturalistica. Dal maggio 1999 è Direttore tecnico della società I.N. Verde S.r.l.
Produzione e distribuzione
I.N. Verde S.r.l..
Via 11 Settembre - 84030 Montesano S/M fraz. Scalo (SA)
Tel. e fax 0975 863674
Web www.inverde.it
E-mail info@inverde.it
3
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Premessa
I problemi della difesa del suolo sono all’ordine del giorno nel nostro Paese e alle continue emergenze con
conseguenze anche dolorose, la risposta deve essere comune e deve coinvolgere tutti coloro che hanno un ruolo nel
settore. La sfera Politica deve assicurare gli strumenti finanziari ed amministrativi, il mondo Accademico con la ricerca
nel settore fornisce i fondamenti teorici per l’attività progettuale, il mondo dell’Associazionismo con l’entusiasmo del
volontariato è capace di aggregare le categorie professionali e favorire la diffusione di principi e tecniche che sappiano
coniugare l’esigenza di “difesa” con l’altrettanto giustificata esigenza di tutela dell’ambiente. Tra le associazioni
impegnate nel settore della difesa del suolo senz’altro un ruolo chiave è svolto dall’AIPIN (Associazione Italiana per
l’Ingegneria Naturalistica). L’AIPIN ha saputo coniugare la volontà di diffusione dei principi dell’Ingegneria
Naturalistica con l’esigenza di fornire supporti tecnico-scientifici per i progettisti di settore.
Alla prima fase di divulgazione dell’Ingegneria Naturalistica, che ha visto l’approccio di numerosi
professionisti di varie categorie professionali, in uno spirito interdisciplinare, e di numerose Amministrazioni Pubbliche,
sta seguendo ora una fase di revisione ed approfondimento delle tematiche dell’Ingegneria Naturalistica. Si avverte forte
l’esigenza di avere metodi e strumenti per la schematizzazione, il dimensionamento ed il calcolo delle opere eseguite
con tali tecniche.
E’ proprio per questa esigenza che è abbiamo condotto studi, ricerche e verifiche su alcune opere, in particolare
le palificate vive. L’esame della letteratura di settore, di diverse progettazioni e l’osservazione nel tempo di alcune
opere, alfine di valutare la risposta di lunga durate, ci ha indotto a trasferire tale esperienza e tale lavoro in un supporto
moderno e valido per i progettisti e per coloro che molto spesso hanno il compito di verificare la bontà di certe
progettazioni, che sicuramente richiedono fondati elementi di calcolo e di verifica.
Tale lavoro si è concluso con la produzione di ECOCRIB.
Il risultato conseguito, le schematizzazioni che ECOCRIB ci ha consentito di impostare ci ripagano
dell’impegno profuso.
Un ringraziamento è rivolto al Comitato Tecnico Geotecnica-Idraulica dell’AIPIN Nazionale che ha esaminato
il lavoro svolto e ha fornito preziosissimi suggerimenti per la stesura definitiva di ECOCRIB, in particolare il dott. nat.
Giuliano Sauli e il dott. ing. nat. Paolo Cornelini hanno fornito le indicazioni botaniche e consentito di individuare lo
schema generale per la scelta delle piante e talee da utilizzare nella realizzazione delle palificate, mentre il dott. for.
Fabio Palmeri ha fornito preziose indicazioni per le incidenza di materiali e noli per la formazione dello schema di
analisi prezzi.
Un ringraziamento particolare alla Phaenomena s.a.s., la software-house che ha ritenuto di produrre
ECOCRIB; ad Angelo Arato, direttore della divisione software della Phaenomena va la nostra più totale gratitudine per
la competenza e la pazienza dimostrata in questi due anni di lavoro.
Da parte nostra la soddisfazione sarà maggiore se ECOCRIB riuscirà a suscitare ulteriori iniziative che vadano
nel senso di fornire valide e collaudate schematizzazioni per la scelta, il dimensionamento ed il calcolo di opere di
Ingegneria Naturalistica.
Gli autori
Antonio Bruzzese - Mariano Lucio Alliegro
Ecocrib
La prima versione del software ECOCRIB nasce nel 1998, sotto la spinta di un ritrovato impegno ambientale,
testimoniato dal proliferale di una legislazione, specialmente regionale, che tra la fine degli anni 90 e l’inizio del
secondo millennio, ha rivoluzionato il modo di pensare e progettare il territorio. In particolare una nuova sensibilità
verso l’impatto sul territorio di opere sicuramente necessarie ma spesso devastanti sul piano naturalistico, ha portato ad
utilizzare, o quantomeno a prendere in considerazione, tecniche che determinano un minore impatto sul territorio e
l’ambientale in cui sono inserite.
Dopo un decennio di intenso utilizzo e sperimentazione su tutto il territorio nazionale delle tecniche di
Ingegneria Naturalistica, grazie soprattutto ai finanziamenti dei fondi POR 2000-2006, risulta ora necessario passare alla
seconda fase e cioè superare l’approccio pratico-sperimentale, ricorrente nei progetti e negli interventi realizzati in
questi anni, per puntare ad maggiore valenza tecnico-scientifica, cercando quelle metodologie di analisi e di calcolo che
fanno di una proposta di intervento, un progetto vero e proprio supportato scientificamente.
In quest’ottica la società I.N. Verde S.r.l. (Ingegneria Naturalistica e Sistemi Integrati per l’ambiente) presenta
la Versione 2.0 di ECOCRIB, l’unico software per la progettazione di opere di Ingegneria naturalistica. Il programma è
finalizzato alla verifica e al calcolo di palificate vive in legno e dei muri cellulari tipo cribbwalss. Esso consente di
effettuare, le verifiche geotecniche (anche in zona sismica), il disegno esecutivo, la contabilità (con distinta materiali,
computo, voce di capitolato ed analisi prezzo unitario) e la relazione tecnica dell’opera organizzata con i riferimenti
normativi, la descrizione del tipo di opera, il dimensionamento strutturale, la spinta delle terre, i dati progettuali, i
risultati delle verifiche, le indicazioni circa la realizzazione dell’opera.
Il software è dotato di numerose tabelle preimpostate organizzate in database, che è possibile ampliare e
modificare secondo le esigenze del progettista. Fra queste segnaliamo: la tabella riguardante il materiale costituente
l’ossatura, c’è facoltà di scegliere tra i valori preimpostati (larice, castagno) o di inserirne di nuovi; la tabella per il
materiale di riempimento dell’opera (si va dai detriti, all’argilla, dalle sabbie al terreno vegetale), per il quale sono
preimpostate le caratteristiche geotecniche (che pure possono essere modificate); inoltre sono presenti: una tabella circa
le chiodature, una per le dimensioni dei pali (circolari o rettangolari) complete di caratteristiche geometriche e di
resistenza, ecc.
Nel calcolo il software fa ricorso alla teoria di Coulomb, per la determinazione della spinta delle terre ed
effettua le classiche verifiche geotecniche: al ribaltamento, allo scorrimento, allo schiacciamento del terreno di
fondazione.
La versione 2,00 del software, oltre ad una rinnovata e più moderna veste grafica, adegua i calcoli alle recenti
normative (Norme Tecniche per le costruzioni D.M. LL.PP. 14/01/2008), in particolare per quanto riguarda il calcolo
del contributo sismico alla spinta, che è possibile effettuare sia secondo la vecchia normativa (D.M. LL.PP. 16/01/96)
che secondo la nuova. Infine nell’aggiornamento è stato completamente rivista la parte riguardante l’analisi economica e
computazionale dell’opera progettata.
I.N. Verde S.r.l.
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Palificate vive in legno e Muri cellulari
industrializzazione, ecc.. Il risultato prodotto è una radicale trasformazione dell’uso del suolo, a cui
si associa un sensibile aumento dell’impatto sullo stesso che porta inevitabilmente a situazioni di
La corsa forsennata allo sviluppo a tutti i costi ha innescato intensi processi di degrado
ambientale con tutte le conseguenze che questo comporta sugli equilibri ecologici e sulla qualità
della vita, fatti questi che devono stimolare in tutti noi una profonda riflessione. Partendo da questi
presupposti si presenta la necessità di un nuovo approccio che porti ad una politica di intervento
tendente al recupero degli ambienti naturali degradati, ma soprattutto che miri al raggiungimento di
conto gli aspetti estetici e quelli naturalistici ma che non possono trascurare la valenza tecnica
dell’opera, essenziale per il raggiungimento del risultato che ci si prefigge. E’ evidente in questi
ambiti la difficoltà dei progettisti, che si trovano a dover formulare ipotesi e ad operare scelte in
campi in cui l’approccio fisico-matematico deve essere integrato da conoscenze ecologiche e
naturalistiche.
realizzare con quelle ambientali, cercando di realizzare una nuova metodologia di progettazione che
prenda le mosse dalla collaborazione tra varie figure professionali (ingegneri, architetti, geologi,
biologi, agronomi, naturalisti, forestali, ecc.) e che utilizzi tecniche e metodologie ancora
sottovalutate dagli operatori del settore.
Lo stato di degrado in cui versano preziosi e rari ambienti naturali del nostro pianeta, come
ad esempio molti eco-sistemi fluviali e numerose zone umide, sia dal punto di vista di quantità delle
acque (deflussi sempre più scarsi -di magra-, o eccessivi -di piena-) che di qualità (inquinamento
urbano, industriale, agricolo), ha portato negli ultimi anni ad una politica sempre più forte di
Ecocrib
recupero e protezione di queste zone con la creazione di vaste aree protette quali parchi, riserve
naturali, ecc..
In questa nuova ottica gli interventi di rinaturazione sono visti come strumenti essenziali per
sicuramente necessarie ed utili, ma che inevitabilmente producono un forte impatto sul territorio.
Questi interventi prevedono l’utilizzo di tecniche di diverso tipo, per lo più note come “Tecniche di
ingegneria naturalistica” o “Bioingegneria”.
proprie dell’ingegneria e sulla base di criteri meccanici, biologici ed ecologici, utilizza come
materiale da costruzione piante vive o parti di esse in abbinamento con altri materiali, quali:
pietrame, legno, terra, biostuoie, geotessili, ecc.. Le origini di queste tecniche affondano lontano
nella storia, ai tempi dell’Impero Romano e forse ancora prima; Schiechtl, uno dei massimi studiosi
e progettista di opere di I.N., in un suo scritto accenna all’utilizzo di viminate a sostegno di fossi per
la recinzione degli accampamenti e la fortificazione di villaggi, da parte dei popoli Celtici ed Illirici.
Le piante vive risultano estremamente efficaci per il consolidamento di strati superficiali di
ecologico, grazie alla funzione biologica che esplicano. Alcune piante hanno una naturale
predisposizione a soddisfare i requisisti richiesti dalle tecniche di I.N., queste caratteristiche,
indicate come attitudini biotecniche delle piante, sono ad esempio: la capacità di resistenza allo
strappo o al taglio da parte delle radici (ad esempio la Medicago sativa ha una resistenza allo
2 2
strappo delle radici che può arrivare fino a 665 kg/cm ,e fino a 262 kg/cm come resistenza al
taglio), la capacità di resistere ad elevate sollecitazioni meccaniche, la capacità di consolidare il
terreno permeandolo con le 1radici. Tutte queste caratteristiche rendono le piante particolarmente
seconda della specie vegetale cui la pianta appartiene, come ad esempio la capacità di colonizzare
terreni grezzi (piante pioniere) rendendo possibile l’attecchimento ad altre specie; la capacità di
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Palificate vive in legno e Muri cellulari
depurazione delle acque, trattenendo gli inquinanti (fitodepurazione, sistemi filtro) o ancora la
l’utilizzo di materiali vegetali vivi, basta sottolineare che una buona copertura vegetale: protegge il
suolo dagli agenti atmosferici, rinnova il suolo mantenendo il giusto grado di umidità, migliora le
caratteristiche geomeccaniche del terreno grazie all’apparato radicale contribuendo alla compattezza
e all’adesione tra le particelle di terreno, favorisce la diversificazione floro-faunistica dell’ambiente
Il limite principale nell’utilizzo di piante vive è il tempo necessario alle stesse per sviluppare
un adeguato apparato radicale, per cui è necessario nel transitorio assicurare la resistenza dell’opera
a carico di strutture da realizzare con elementi inerti (pali in legno, massi, o altro), per poi nel
tempo, man mano che le radici permeano il terreno, poter assolvere pienamente al compito
ovviamente non sempre la loro applicazione è possibile (es. in frane di un certo rilievo o nei tratti
montani dei fiumi in cui la corrente è a carattere torrentizio), e quando ciò accade non bisogna
escludere a priori il ricorso ad interventi a più forte impatto, cercando in questi casi i materiali ed i
procedimenti costruttivi più idonei in modo da attenuare il più possibile tale impatto.
Materiali vegetali vivi - Sono essenzialmente i semi di specie vegetali con alta capacità vegetativa,
vengono utilizzati in tutti gli interventi di rinaturazione grazie alla capacità di creare piantine. Molto
utilizzati, nel recupero dei versanti e lungo i corsi d’acqua, sono i semenzali e trapianti di specie
arbustive ed arboree, acquistabili a radice nuda o protetta da terra o anche in fitocella con apparato
radicale in vaso. Molto efficaci nella protezione dall’erosione sono: i rizomi, le radici, le piote
erbose o zolle (insieme di radici e fusti erbacei), i tappeti erbosi a rotoli. Infine le talee di specie
arbustive o arboree, sono segmenti di fusto capaci di produrre radici e di attecchire rapidamente;
molto utilizzate sono quelle specie vegetali con forti e profondi apparati radicali come salici e
pioppi. .
Materiali organici inerti - Sono quei materiali che non hanno capacità vegetativa, come: legno, reti
di juta o fibra di cocco o di altri vegetali, stuoie in fibra di paglia o di cocco o di altri vegetali,
paglia o fieno fissati al suolo con picchetti e fili, compost a base di cellulosa, concimi organici.
Vengono utilizzati in abbinamento con i materiali vivi e in molte tecniche ad essi viene affidata la
tenuta dell’opera nel transitorio, nell’attesa che le piante crescano e contribuiscano, attraverso
l’apparato radicale alla resistenza complessiva.
Materiali di sintesi - Sono: griglie, reti o tessuti di materiale sintetico, come poliammide,
polietilene, poliestere, ecc.; particolarmente utili per il rivestimento di terreni soggetti ad erosione e
tipo ingegneristico, come: muri a gravità in pietrame o massi; strutture di sostegno con elementi in
legno (palificate, graticciate, ecc.); terre rinforzate con reti in acciaio collaborante; ecc..
Gli ambiti di intervento sono quelli finalizzati per lo più alla difesa del suolo, con riguardo
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Palificate vive in legno e Muri cellulari
- manutenzione nel primo anno, per controllare l’attecchimento delle piante e prevenire
fenomeni di scalzamento al piede.
1.3 I muri cellulari
I muri cellulari (crib-walls) sono opere di contenimento del terreno simili come concezione e
realizzazione alle palificate in legno ma che a differenza di queste ultime utilizzano in alternativa ai
pali di legno elementi prefabbricati in c.a. vibrato.
Risulta evidente quindi che pur avendo un impatto ambientale molto più basso di altre opere
di contenimento realizzate in c.a., non possono essere considerate interventi di Ingegneria
Naturalistica in senso stretto, in quanto la parte viva dell’opera, cioè le piante, non ha una funzione
strutturale importante ma solo quella di attutire l’impatto visivo dell’opera sull’ambiente
circostante.
Ad ogni modo sono comunque da preferirsi a strutture composte solo da c.a., e in special
modo quando la realizzazione di opere di Ingegneria Naturalistica vere e proprie non è praticabile
per motivi strutturali o pedoclimatici. I muri cellulari garantiscono una durata praticamente
illimitata, una facilità e velocità di montaggio, economicità e inserimento armonico nel paesaggio
esistente.
1.3.1 Caratteristiche ed ambiti di applicazione
Gli ambiti di applicazione dei muri cellulari sono gli stessi delle palificate in legno, fermo
restando quanto già detto circa i materiali utilizzati dalle due tecniche e l’impatto ambientale, buono
per i muri cellulari, quasi nullo per le palificate.
I muri cellulari come le palificate sono opere a gravità con paramento a vista rinverdito, che
può essere verticale o inclinato. Essi vengono realizzati assemblando, mediante semplici incastri,
elementi in c.a. vibrato, prefabbricati in stabilimento, in modo da costituire una gabbia, questa viene
poi riempita con materiale di scavo e opportunamente rinverdita con la messa a dimora di piantine
sulla parete a vista.
La caratteristica sostanziale che rende la struttura ecologica è la presenza del paramento
esterno rinverdito.
1.3.2 Posa in opera muri cellulari
La posa in opera degli elementi prefabbricati prevede la realizzazione del piano di posa (in
cls magro o pietrisco o appoggi in elementi prefabbricati), per poi procedere alla posa degli elementi
prefabbricati costituenti le gabbie. Circa il materiale di riempimento, è possibile fare ricorso a
qualsiasi materiale disponibile in sito, purché in grado di assicurare l’attecchimento della
vegetazione, il drenaggio delle acque, impedire il dilavamento per effetto delle acque drenate e
Ecocrib
garantire il necessario peso, in modo che la struttura nel suo complesso agisca come muro a gravità.
E’ preferibile fare ricorso a materiale misto di cava con una percentuale di argilla-limosa di circa il
10% di volume, in modo da evitare, nelle zone particolarmente esposte all’irraggiamento solare, che
possano verificarsi problemi allo sviluppo delle radici a causa dalle elevate temperature che si
determinano tra gli elementi di calcestruzzo. Si provvede infine al completamento dell’opera con la
messa a dimora delle piantine. La potenzialità di realizzare svariate soluzioni progettuali, grazie alle
diverse dimensioni e possibilità di incastro degli elementi prefabbricati, conferisce a questo tipo di
opere una notevole flessibilità di impiego, rendendo possibile la realizzazione di muri adattabili a
diverse condizioni morfologiche e geotecniche nonché la realizzazione di curve planimetriche senza
l’impiego di pezzi speciali.
13
Palificate vive in legno e Muri cellulari
2.1 Dimensionamento
Questo tipo di opere, sia le palificate vive in legno che i muri cellulari in c.a. vibrato, sono
strutture di contenimento schematizzabili come muri a gravità, il loro dimensionamento statico può
quindi ottenersi attraverso le teorie classiche della geotecnica.
In fig.2.1 sono schematizzate le forze agenti su una generica struttura di contenimento del
terreno che agisce a gravità, esse sono essenzialmente:
- la risultante S delle sollecitazioni esercitate sul paramento interno della struttura di
contenimento dal terreno retrostante;
- il peso proprio Pb della struttura legno-terreno;
- il peso proprio Pa del terreno sormontante la struttura;
- la risultante R esercitate dal terreno sulla struttura di contenimento.
Per quanto riguarda la determinazione delle forze peso Pa e Pb esse sono note una volta
fissata la geometria e le dimensioni dell’opera di sostegno, nonché i materiali e il terreno
interessati.. La determinazione dell’intensità e della retta di applicazione della spinta S viene
effettuata invece attraverso i classici metodi della geotecnica.
Ecocrib
Le dimensioni necessarie che scaturiscono dal calcolo possono essere realizzate scegliendo
gli elementi di dimensioni (diametro e lunghezza dei pali) più opportune e assemblandoli in modo
da realizzare la struttura più consona alle esigenze specifiche.
ECOCRIB assume, come dimensionamento di prima approssimazione, per il calcolo
dell’altezza e della base della palificata, valori pari a:
ϕ
h pal = 1 − 0.7tg ( ) ; e b = 0.7 hpal; (1)
2
in modo da far dipendere l’altezza dell’opera di sostegno dall’angolo di attrito interno del
terreno e la base assumerla come aliquota dall’altezza hpal.
Com’è noto non è possibile realizzare un vero e proprio progetto in forma chiusa per questo
tipo di opere, troppi sono i parametri incogniti che intervengono, può accadere quindi che i valori di
primo tentativo non soddisfino tutte le verifiche, rendendosi necessario un aggiustamento dei dati in
input. Numerose esperienze hanno portato i progettisti del software a ritenere questa impostazione
dei dati piuttosto plausibile per un dimensionamento di prima approssimazione e, per i casi più
ricorrenti nella pratica tecnica, dove le altezze dei versanti sono contenute nei 5 m, sufficientemente
cautelativi e ampiamente verificati.
Si tenga conto che le dimensioni della palificata scaturenti dal progetto rispondono alle
condizioni di stabilità, sono, pertanto, lasciate all’esperienza del progettista eventuali adeguamenti
dimensionali in funzione delle caratteristiche biotecniche delle piante utilizzate e delle
caratteristiche commerciali dei materiali utilizzati.
Tecnologicamente è possibile realizzare palificate vive con struttura monogabbia a cella
singola fino ad altezze di 5-6 m, anche se solo per altezze di 1.5 - 2.00 m queste strutture possono
considerarsi vere e proprie opere di ingegneria naturalistica di durata illimitata. Per altezze maggiori
sono determinanti le caratteristiche pedoclimatiche del sito di realizzazione, che incide
sensibilmente sull’attecchimento e lo sviluppo più o meno efficace dell’apparato radicale delle
piante messe a dimora e quindi sul contributo che queste possono dare alla resistenza a lungo
termine.
15
Palificate vive in legno e Muri cellulari
- le condizioni di drenaggio.
Per la determinazione della spinta viene adottato il metodo dell’equilibrio limite, il quale
ipotizza che la superficie di rottura abbia in generale forma cilindrica, che su di essa si mobiliti tutta
la resistenza a taglio del terreno e che per l’equilibrio del concio di spinta si considerano solo
spostamenti di tipo rigido.
Le teorie della geotecnica classica sulla spinta delle terre: Rankine (1857), Coulomb (1776)
e loro generalizzazioni, si riferiscono al problema piano, mettendo in relazione la spinta con la
geometria del problema, il peso specifico e la resistenza a rottura del terreno retrostante la struttura
di contenimento.
Nel caso in esame sarà utilizzata la teoria di Coulomb, in quanto più generale rispetto alla
teoria di Rankine e applicabile a svariate condizione geometriche, inoltre a differenza di questa,
considera una condizione di equilibrio limite globale e non puntuale.
La teoria di Rankine, di contro, si farebbe preferire in quanto nel caso delle palificate in
legno la superficie di separazione tra terreno retrostante e opera di contenimento, grazie all’azione
dell’acqua percolante e alle radici delle piante, può essere considerata solo come una superficie di
riferimento, e non già una vera e propria superficie di separazione, quale invece viene considerata
nella teoria di coulomb attraverso l’angolo di attrito terra-muro. A parziale giustificazione può dirsi
che tale parametro, l’angolo di attrito terra-muro che in genere si assume pari a 1/3-2/3 dell’angolo
di attrito interno del terreno interessato, non influenza sostanzialmente la determinazione del
coefficiente di spinta attiva, inoltre durante l’esecuzione dell’opera e nel periodo immediatamente
successivo, cioè prima che le piante possano svolgere il compito di resistenza loro assegnato, la
separazione tra opera di sostegno e terreno retrostante e abbastanza marcata.
Coulomb ha ricavato analiticamente questo massimo per una superficie limite del terrapieno
retrostante orizzontale e per parete di contenimento verticale, esso è dato da:
1
S= γ t H 2 Ka ; Spinta attiva (2)
2
dove γt è il peso specifico del terreno e Ka è il coefficiente di spinta attiva che, per parete di
contenimento AB verticale e senza attrito e con inclinazione del pendio retrostante AC orizzontale,
vale:
π ϕ
K a = tg 2 ( − ); (3)
2 2
coincidente con la teoria di Rankine, mentre più in generale può assumersi pari a:
sen 2 ( χ + ϕ )
Ka = 2 ; (4)
sen(ϕ + δ ) sen(ϕ − β )
sen χ sen( χ − δ ) 1 +
2
sen( χ − δ ) sen( χ + β )
17
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Nel caso invece di terreno retrostante orizzontale è possibile sommare il contributo dato alla
spinta del terreno dal sovraccarico, la somma è rappresentabile con una legge di distribuzione di
tipo trapezia con punto di applicazione della risultante nel baricentro del trapezio. In questo caso
può essere utile trasformare il sovraccarico in altezza fittizia di terreno con peso equivalente al
sovraccarico q:
q= h1γ1; → h1=q/γ1; (6)
La spinta complessiva data dall’area del diagramma delle pressioni vale in questo caso:
1 2h
S= γ t H 2 Ka 1 + 1 ; (7)
2 H
che degenera nella (2) nel caso sia h1 nullo, e cioè quando non è presente alcun sovraccarico.
Il punto di applicazione della spinta è dato da:
H H + 3h1
y= ; (8)
3 H + 2h1
Zona sismica C ξ
I 0.10 5.71
II 0.07 4.00
bassa sismicità 0.04 2.29
L’ordinanza n°3274 della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 20 marzo 2003 “Norme
tecniche per il progetto sismico delle opere di fondazione e di sostegno dei terreni” sia
nell’Eurocodice 8 – parte 5 (UNI EN 1998 – 5 gennaio 2005) applica il metodo di Mononobe-
Okabe (1929).
Questo metodo può essere considerato come un’estensione in campo dinamico del criterio di
Coulomb precedentemente illustrato, quindi ne assume sostanzialmente le ipotesi, in più si
considera che il cuneo di terreno compreso tra la superficie di rottura e la parete del muro si
comporta come un corpo rigido soggetto all’accelerazione orizzontale ah e verticale av uniformi
all’interno del cuneo, così espresse:
ah = k h ⋅ g av = k v ⋅ g
in cui kh è il coefficiente di intensità sismica orizzontale;
kv è il coefficiente di intensità sismica verticale;
g è l’accelerazione di gravità.
La normativa vigente impone che, in assenza di studi specifici, i coefficienti d’intensità
sismica orizzontale (kh) e verticale (kv) siano i seguenti:
kh = S ⋅ ag / g / r k v = 0,5k h
Il valore di ag/g è assegnato in base alla classificazione sismica del sito secondo la seguente
tabella:
S>= 1,2 per siti in prossimità del ciglio superiore di pendii scoscesi isolati;
S>=1,4 per siti prossimi alla sommità di profili topografici aventi larghezza in cresta molto
inferiore alla larghezza alla base e pendenza >30°;
S=1,2 per siti dello stesso tipo di 2 ma con pendenza media inferiore.
Il fattore r dipende dallo spostamento ammissibile del muro. L’ordinanza n°3274 indica:
r = 2 per i muri che ammettono spostamenti (muri a gravità o sufficientemente flessibili)
r = 1 negli altri casi ed anche in assenza di terreni non coesivi saturi.
21
Palificate vive in legno e Muri cellulari
23
Palificate vive in legno e Muri cellulari
-se il centro di pressione è interno al nocciolo centrale di inerzia, il diagramma delle pressioni è
trapezoidale, per cui il terreno sottostante il piano di posa sarà tutto reagente e la tensione massima
riferita ad un metro di fondazione sarà data da:
N 6e
per u>b/3 ed e<b/6 σ max = 1 + ; (15)
b b
- se il centro di pressione è interno al nocciolo centrale di inerzia, il diagramma delle
pressioni è triangolare e la tensione massima riferita ad un metro di fondazione sarà data da:
2N
per u=b/3 ed e=b/6 σ max = ; (16)
b
- se il centro di pressione è esterno al nocciolo centrale di inerzia, il diagramma delle pressioni è
triangolare e solo una parte di terreno è reagente, in questo caso la tensione massima, sempre riferita
ad un metro di fondazione sarà data da:
2N
per u<b/3 ed e>b/6 σ max = ; (17)
3u
La verifica allo schiacciamento si effettua confrontando la tensione massima (σmax) sul piano
di posa della fondazione con la tensione del terreno al limite di rottura (σt,lim).
σ t ,lim
> 2.0 ; dove σt,lim=3σt,amm (18)
σ max
Ecocrib contiene, tra le altre, una tabella in cui sono inserite le caratteristiche di vari tipi di
terreni con inclusi anche i valori della σt,amm, va sottolineato però che questi valori sono da
considerarsi solo indicativi, in quanto, come già detto, la tensione ammissibile dipende oltre che dal
tipo di terreno anche da altri fattori, quali: la geometria dell’opera, la profondità del piano di posa,
ecc. Rigorosamente la σt,amm deve essere correttamente calcolata utilizzando ad esempio il metodo
di Terzaghi, se non inclusa nella relazione geologica o geotecnica fornita al progettista dal
committente.
Ecocrib
Altra importante precisazione và fatta circa la presenza di eccentricità, specie con terreni
compressibili o poco addensati, in questi casi infatti è preferibile che la risultante delle forze agenti
sull’opera di contenimento sia interna al nocciolo centrale di inerzia, il più vicino possibile al
baricentro della fondazione, in modo da evitare rotazioni instabilizzanti.
La spinta esercitata dal materiale insilato è controbilanciata dalla presenza degli elementi
trasversali, che fungono da tiranti ed impediscono ai due paramenti di allontanarsi l’uno dall’altro.
All’interno del silo sono da considerare agenti le seguenti pressioni:
• pfz pressione verticale del materiale di riempimento agente sulla base;
• phz pressione orizzontale del materiale di riempimento agente sulle pareti;
• pvz pressione verticale che si esercita lungo le pareti.
La pressione verticale pfz non ha alcuna influenza sulla stabilità interna.
La pressione orizzontale phz, quando agisce direttamente sui traversi non induce alcuno stato
di sollecitazione; quando invece si scarica sugli elementi longitudinali tende ad infletterli e richiede
la reazione di trazione dei tiranti (traversi) ad essi collegati.
La pressione pvz tende ad indurre uno stato flessionale sia sugli elementi longitudinali sia sui
traversi; su questi ultimi l’azione viene raddoppiata poiché ciascuna parete dei traversi è comune a
due silos attigui. La sollecitazione flessionale dei traversi è però inferiore a quella teorica, in quanto
la presenza del materiale di riempimento al di sotto dei traversi ne riduce di fatto la luce
d’inflessione.
La pressione unitaria agente orizzontalmente contro le pareti del silo cresce con la profondità
(zmax) in corrispondenza alla quale il peso proprio di uno strato di materiale uguaglia la forza di
attrito che si genera sulla parete del cassone. Considerando i seguenti parametri:
dz altezza dello strato (m);
A sezione trasversale della cella (m2);
γ il peso specifico del materiale di riempimento (N m-3);
il peso proprio P’ dello strato considerato può essere definito così:
P’ = γ*A*dz (19)
Indicando invece con
U il perimetro della sezione trasversale della cella del cassone (m);
tan δ il coefficiente d’attrito tra pareti e materiale di riempimento;
phzmax la pressione unitaria orizzontale massima;
si ricava la forza d’attrito R:
R = phzmax* tan δ* (20)
dove U dz rappresenta l’intera superficie laterale che racchiude la strato considerato.
Uguagliando la (19) e la (20) si ottiene il valore
A ⋅ dz ⋅ γ A⋅γ
p hz max = = (21)
U ⋅ dz ⋅ tan δ U ⋅ tan δ
Ecocrib
p hz max =
(a ⋅ b ) ⋅ γ (22)
2(a + b ) ⋅ tan δ
Noto il valore di phzmax si può ottenere anche il corrispondente valore della pressione
verticale all’interno del silo attraverso la relazione
p vz max = p hzmah ⋅ tan δ (23)
Di tutte le sollecitazioni che si originano per l’azione delle pressioni pvzmax e phzmax
quella che risulta più gravosa per l’opera è relativa allo stato flessionale su di un piano orizzontale
degli elementi longitudinali. Ipotizzando questi elementi longitudinali come semplicemente
appoggiati agli estremi su di loro può considerarsi agente un carico uniforme:
q = p hz max ⋅ (D + i ) (24)
essendo
i la distanza verticale tra gli elementi longitudinali di due corsi contigui;
D il diametro degli elementi longitudinali.
Se si utilizza tondame di un unico diametro sia per gli elementi trasversali che per quelli
longitudinali, risulta anche i = D l’equazione (24) si semplifica nella:
q = 2 ⋅ p hz max ⋅ D (25)
Si può infine determinare la tensione massima nella mezzeria degli elementi longitudinali,
pensati, semplicemente appoggiati ai traversi.
Il momento flettente (M) in mezzeria risulta:
q * (a + D ) (a + D )
2 2
M = = 2 * p hz max * D *
8 8
Il modulo di resistenza (W) nel caso della sezione circolare è pari a
π * D3
W =
32
mentre per la sezione rettangolare è pari a
b * h2
W =
6
quindi la tensione massima (σmax) può esprimersi con la relazione:
2
M 8a
σ max =± = ± + 1 * p hz max
W π D
27
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Tale tensione massima deve risultare minore della tensione massima ammissibile del
legname utilizzato.
Ecocrib
29
Palificate vive in legno e Muri cellulari
arricchito da pietrame per favorire il drenaggio della palificata. Circa il drenaggio va detto che lo
stesso va opportunamente progettato in funzione delle condizioni geotecniche del versante e delle
specie vegetali utilizzate; infatti possono presentarsi casi in cui è prevalente l'esigenza di drenare
particolarmente l'opera alfine di controllare le spinte delle terre, in altri casi un drenaggio spinto può
creare condizioni non ideali per l'attecchimento della vegetazione.
- Terreno soprastante: Ecocrib determina in automatico il terreno necessario a profilare il versante in
congiunzione con il vertice anteriore della palificata secondo un angolo assunto pari a 2/3
dell'angolo di attrito interno del materiale;
- Il numero e dimensione dei chiodi: i pali costituenti la palificata vanno opportunamente collegati
in modo da garantire la necessaria coesione degli elementi strutturali. Tali collegamenti avvengono
a mezzo di chiodi per cui si consiglia di utilizzare tondo sagomato di diametro non inferiore ai 12
mm, più spesso si utilizza il diametro 14 mm, e la cui lunghezza è determinata pari alla somma dei
diametri dei pali ridotta di cm 5 alfine di assicurare il collegamento di un palo trasversale con un
longitudinale ed impedire la fuoriuscita del chiodo. Considerando che ciascun palo trasversale viene
inchiodato prima al sottostante palo longitudinale e poi al longitudinale superiore, il numero dei
chiodi è determinato pari a n. 4 per ciascun palo trasversale. Determinato il numero dei chiodi e la
loro lunghezza, sulla scorta del diametro stabilito viene calcolato il peso del ferro.
- Il numero delle grappe: il collegamento dei pali longitudinali testa a testa avviene a mezzo di
grappe (ad U) di dimensioni cm 30 e cm 10. Il numero delle grappe è determinato in ragione di circa
due grappe a metro cubo. Tale valore è ricavato dall'esperienza costruttiva.
Cm 30
Cm 10
- Il numero delle piante: è determinato in ragione di circa una pianta per ogni campo (spazio definito
tra due pali trasversali consecutivi e due pali longitudinali sovrapposti)
- Il numero delle talee: è determinato considerando per ogni strato (spazio compreso tra due
longidutinali) 5 talee a metro. La lunghezza delle talee è determinata pari alla larghezza della
palificata maggiorata di cm 50.
- Superfci di semina :vengono determinate le superficie del paramento a valle della palificata e della
zona di riporto sopra la palificata su cui è possibile prevedere una semina.
- La distinta è completata dal numero e peso dei pali di ancoraggio nel casi sia necessario o si decida
di utilizzarli al fine di contribuire al controllo dello scorrimento.
31
Palificate vive in legno e Muri cellulari
L'analisi dei prezzi unitari è condotta ricavando in automatico i quantitativi dei materiali
necessari per la costruzione dell'opera così come progettata, mentre per l'incidenza a metro cubo di
palificata dei noli e della manodopera si è fatto ricorso in particolare alle preziose indicazioni
fornite da soci esperti AIPIN (Associazione Italiana per l'Ingegneria Naturalistica).
Circa i costi unitari Ecocrib non ha alcun valore preimpostato, in quanto ogni Regione, ed ogni
realtà locale ha tabelle ufficiali a cui il progettista potrà riferirsi per la definizione del prezzo di
applicazione, a cui peraltro si perviene aggiungendo ai costi basi una percentuale per spese generali
ed una percentuale per utile d'impresa. I valori dei materiali, noli e manodopera, riportati nello
schema di analisi di Ecocrib hanno valore assolutamente indicativo, pertanto è lasciata
all’esperienza e competenza del progettista la loro definizione.
Requisiti minimi:
- Personal Computer basato su processore Pentium o superiore.
- Disco rigido con almeno 10 Mb di spazio libero.
- Mouse Microsoft o altra periferica di puntamento compatibile.
- Monitor VGA o di categoria superiore.
- 16 Mb di memoria RAM.
- Sistema operativo Windows 06 o Vista.
Per una migliore visualizzazione del programma consigliamo di utilizzare una risoluzione
minima di 800x600 caratteri piccoli.
4.2 Installazione
Per installare Ecocrib:
Da Cd-rom:
- Inserire il Cd-rom nell’apposito lettore.
- Scegliere il comando esegui dal menù Avvio/Start.
- Nella casella “Riga di comando” digitare D:SETUP.EXE (dove D: è la lettera che identifica
l’unità Cd-rom) e confermare con INVIO.
- Seguire le istruzioni di installazione visualizzate.
4.3 Esecuzione
Avvio del programma:
- Aprire il gruppo Programmi di Windows contenente l’icona di Ecocrib.
- Fare doppio click sull’icona di Ecocrib
Viene avviato il programma e da questo momento è possibile eseguire con facilità e in modo
intuitivo tutte le operazioni riguardanti il calcolo delle palificate vive in legno ed i muri cellulari.
4.4.2 Tabelle
Premendo il tasto “Palificata viva in legno”, dopo la visualizzazione del messaggio che spiega la
necessarietà di eseguire le verifiche di stabilità per Palificate di altezza superiore a m 2, premendo il
tasto “OK” verrà visualizzata la seguente schermata:
37
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Premendo il tasto “Progetto” verrà visualizzata una schermata che permetterà di scegliere o meno di
assegnare manualmente l’altezza della palificata nei dati geometrici.
Ecocrib
- “Dati geometrici palificata (ALT + D)”, si accederà alla schermata per l’immissione dei dati
geometrici della palificata;
- “Ritorna alla schermata precedente (ALT + R)”, per ritornare alla schermata precedente.
39
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Con il tasto “Inserisci (ALT + I)” sarà possibile inserire il grado di pendenza desiderato nei
dati, mentre con il tasto “Chiudi (ALT + C)”, si chiuderà la schermata.
- “Angolo Alfa”, premendo con il tasto destro del mouse si avrà la possibilità di accedere
alla tabella di “Contropendenza palificata”, grazie alla quale si hanno a disposizione valori
che vanno da 0° a 15° con il calcolo della contropendenza in % già eseguito.
- “Altezza scavo”;
se avessimo scelto di assegnare l’altezza della palificata avremmo anche:
- “Altezza palificata”, si consigliano valori che vanno fino a un massimo di 5 m ;
se, invece del progetto, era una Verifica, oltre alle voci sopra elencate, avremmo anche:
- “Base palificata”, valori consigliati da 0 a 4 m.
41
Palificate vive in legno e Muri cellulari
- “Diametro chiodi”, premendo con il tasto destro del mouse si avrà la possibilità di accedere
alla tabella di “Diametro chiodi”, grazie alla quale si hanno a disposizione diametri che
vanno da 10 a 16 mm.
I tasti sono:
- “Tabella terreno (ALT + T)”, visualizza una tabella contenente il tipo di terreno con le sue
caratteristiche (Peso specifico, angolo di attrito, tang. angolo di attrito e la tensione
ammissibile);
- “Tabella materiale (ALT + A)”, mostra una tabella contenente il tipo di legno utilizzato con
le sue caratteristiche (specie, tipo, peso specifico, flessione, taglio, compress. ass., compress.
trasv. e trazione ass.);
- “Tabella chiodi (ALT + E)”, apre una tabella contenente il diametro dei chiodi;
- “Visualizza elenco Talee – Piante (ALT + V)”, mostra una schermata nella quale è possibile
inserire cinque tipi di Piante e cinque specie di Talee;
43
Palificate vive in legno e Muri cellulari
- Con i tasti “Tabella Piante (ALT + P)” e “Tabella Talee (ALT + T)” compariranno
delle tabelle le quali mostrano il nome latino e quello italiano di varie specie di piante
e talee da utilizzare nella realizzazione della palificata:
selezionando nelle tabelle il tipo di talea o pianta desiderata e la posizione della voce in cui
dovranno essere poste (Tipo1, Tipo2, Tipo3, Tipo4 e Tipo5), premendo il tasto “Inserisci (ALT +
I)” e di conseguenza il tasto “Chiudi (ALT + C)”, verranno inserite nel nostro progetto i tipi di
piante e talee che vorremo utilizzare.
lunghezza o l’interasse da rettificare e sul valore di Delta; sarà possibile cambiare il valore
del Delta, che per default è uguale a 2/3 di ϕ:
nel campo associato si dovrà inserire il valore del Delta, e contemporaneamente il programma
mostrerà il risultato della moltiplicazione del numero immesso con la ϕ . Il programma consiglia tre
valori predefiniti (0.7, 0.75, 0.8), mentre sconsiglia valori superiori a 0.8 di ϕ.
Una volta definito il valore del Delta si passerà alla maschera degli schemi:
nel caso della palificata abbiamo la possibilità di scegliere fra quattro schemi di calcolo: Schema A,
Schema A1, Schema B e Schema B1.
Schema B: si differenzia dallo schema A per la disposizione a scacchiera dei pali trasversali
Schema B1: si differenzia dallo schema A1 per la disposizione a scacchiera dei pali trasversali
Selezionando lo schema desiderato, se nell’immissione dei dati geometrici alla domanda “Zona
sismica?” è stato selezionato “SI”, comparirà una tabella contenente il tipo di zona sismica in cui
verrà realizzata la palificata, I Categoria – S12, II Categoria - S9 e Bassa sismicità – S6 nel caso del
D.M./96 e I-II-III-IV zona nel caso delle NTC:
a questo punto l’utente potrà selezionare il tipo di zona sismica e poi premendo il tasto “Accetta
(ALT + A)” verranno visualizzati i risultati di calcolo specificando se le verifiche di stabilità
saranno state soddisfatte.
Ecocrib
47
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Compilando le voci contenenti notizie inerenti all’ ubicazione dell’opera, dei dati del progettista e
del committente sarà possibile visualizzare la relazione di calcolo grazie all’apposito tasto “Mostra
relazione (ALT + M)”. Sarà, inoltre, possibile stampare la relazione (modificabile a piacimento) con
il tasto “Stampa Relazione (ALT + S)”.
Ecocrib
4.4.3.3 Contabilità
49
Palificate vive in legno e Muri cellulari
A questo punto abbiamo l’elenco dei materiali utilizzati per la realizzazione della palificata
con la Descrizione, l’unità di misura e la quantità. Premendo il tasto “Da dati (ALT + D)”, il
programma, automaticamente, calcolerà le quantità e le dimensioni dei materiali. Di seguito si
potrà stampare la distinta materiali con il tasto “Stampa (ALT + S)”.
Ecocrib
In questa finestra vengono mostrati la Descrizione, l’unità di misura, la quantità, il prezzo unitario e
la voce di costo dei lavori e dei materiali necessari al conseguimento della palificata.
Con il tasto “Da Dati (ALT + D)” il programma inserirà automaticamente le quantità dei
materiali, mentre i prezzi unitari dovranno essere inseriti dall’utente. Per consentire un più
rapido inserimento dei prezzi l’utente potrà spostarsi da una voce all’atra delle colonne delle
quantità e dei prezzi unitari tramite il tasto “INVIO”.
Con il tasto “Visualizza Totali (ALT + I)” verranno calcolate le voci di costo moltiplicando
le quantità per i prezzi unitari e verrà visualizzato un riepilogo dei costi:
51
Palificate vive in legno e Muri cellulari
nelle voci:
- SOMMANO: viene determinata la somma dei costi;
- SPESE GENERALI: è preimpostato il valore del 15%;
- UTILI DI IMPRESA: è preimpostato il valore del 10%;
- TOTALE: è la somma delle voci di costo, delle spese generali e dell’utile d’impresa;
- PREZZO DI APPLICAZIONE IN ct: viene effettuato un arrotondamento alle cento lire
inferiori.
Con il tasto “Stampa (ALT + S)” sarà possibile stampare l’analisi dei prezzi, mentre con il tasto
“Totali (ALT + T)” il programma calcolerà i totali automaticamente.
Ecocrib
Computo
Con il tasto “Computo (ALT + C)” Ecocrib calcolerà l’importo complessivo dei lavori, in più sarà
possibile inserire altri due computi metrici. Infine con il tasto “Stampa (ALT + S)” si potrà stampare
l’elenco dei computi metrici.
53
Palificate vive in legno e Muri cellulari
DISEGNI
- “Salva come BMP (F1)”, permette di salvare il disegno selezionato come immagine Bitmap;
- “Salva come DXF (F2)”, permette di salvare l’immagine selezionata come disegno autocad in
formato DXF;
- “Stampa disegno (F3)”, stampa il disegno a video.
Ecocrib
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Palificate vive in legno e Muri cellulari
APPENDICE
A1 - Le basi ecologiche della scelta delle piante
(dott. ing. Nat. Paolo Cornellini - per gentile concessione dell'autore)
L’ingegneria naturalistica utilizza piante vive, la cui scelta richiede uno studio di natura
floristica e vegetazionale che individui, a livello microstazionale (quel versante in frana, quella
sponda in erosione, quella cava, etc.), i parametri ecologici di cui tenere conto nella definizione
delle tipologie vegetazionali di progetto e la serie dinamica di evoluzione della vegetazione, con
l'obiettivo di aumentare la biodiversità del territorio.
Le piante, i materiali da costruzione delle tecniche di I. N. possono essere impiegate in varie forme:
semi piante radicate, zolle, rizomi talee, etc. I salici ad esempio, che si riproducono per talea,
risultano utilissimi in molti interventi anche se, in molti casi, costituiscono solo uno stadio
transitorio verso le tipologie vegetazionali di progetto, in quanto, con idonei interventi di
manutenzione, vanno favorite le specie legnose autoctone ongin8namente messe a dimora insieme
ad essi.
Nella scelta delle specie da utilizzare, tra quelle appartenenti alla serie climatica, coerenti
del punto di vista floristico, vegetazionale ed ecologico con l'ambiente circostante, vanno
individuate quelle che presentano le migliori caratteristiche biotecniche, cioè con un apparato
radicale profondo ed esteso, che crescano più velocemente e garantiscano nel tempo la protezione
ed il consolidamento del suolo, ma anche una resistenza agli stress derivanti dalle condizioni limite
della stazione d'intervento, quali ad esempio l'inghiaiamento.
Tra ì parametri biotecnici è importante il rapporto tra il volume dell'apparato radicale e della
parte aerea delle piante che è assai variabile: per Salix eleagnos ad esempio è 1,8, mentre nel caso
di Salix alba 0,5; esiste anche una sia pur limitata casistica di prove di resistenza all’estirpazione
che, per quanto riguarda le specie erbacee, fornisce ad esempio il valore di 5 N per Lolium perenne
e di 3250 N per Medicago sativa (Florineth, 1995).
I materiali da costruzione vivi utilizzati nelle tecniche di I. N., sono chiamati a operare in
stazioni con caratteristiche ecologiche difficili, quali un versante in frana, con notevoli pendenze,
su suoli poco evoluti o assenti, privi di sostanza organica, instabili e quindi poco adatti
all'impianto di alberi; questi, in genere, richiedono stazioni più favorevoli e comunque,
porterebbero ad un peggioramento delle caratteristiche geomeccaniche della scarpata per l’effetto
destabilizzante del peso proprio e del vento, unitamente alla presenza di radici grandi e spesso,
non abbastanza profonde da legare lo strato alterato del pendio alla roccia stabile sottostante.
Ecocrib
Le specie vegetali più adatte sono, quindi, in tali situazioni gli arbusti pionieri autoctoni che
possiedono apparati radicali con radici di dimensioni minori degli alberi e quindi meno invasive,
ma estesi e ramificati da consolidare uno spessore medio di circa 2 metri di substrato, con un reale
miglioramento dei parametri geotecnici quali l'angolo di attrito e la coesione; a tale azione
puntuale o lineare di consolidamento va unita un'azione di protezione antierosiva areale del pendio
ad opera delle specie erbacee che operano tipicamente anche un consolidamento dei primi
decimetri di suolo.
L'effetto combinato del prato e del cespuglieto pioniero, realizzati con le tecniche di I. N.,
comporta anche il miglioramento del bilancio idrico del suolo, garantendo con interventi semplici,
ma estesi a livello territoriale nelle aree instabili e con un'azione soprattutto preventiva, una
significativa riduzione percentuale dei fenomeni erosivi e franosi.
Nel caso della palificata viva si opera con tecniche aventi lo scopo di garantire il
raggiungimento dell'obiettivo progettuale del consolidamento del piede di una scarpata con
un'opera a gravità che risulti alternativa al muro di sostegno.
A causa dei parametri morfologici ed ecologici stazionali in tale situazione, le piante vive
da sole non sono in grado, da subito, di garantire la stabilità della scarpata, per cui vengono
utilizzati tronchi in legno chiodati per ricostruire un fronte di circa 60% di pendenza. Con il tempo
il legno si decomporrà e le piante vive cresciute sia nella parte aerea che nell’apparato radicale
raggiungeranno l’obiettivo progettuale del consolidamento unitamente alle altre finalità ecologiche
e paesaggistiche tipiche delle tecniche di ingegneria naturalistica.
Nella palificata viva verranno quindi messi a dimora talee ed arbusti pionieri autoctoni da
scegliere secondo i principi precedentemente esposti con l'obiettivo di realizzare nel tempo un
cespuglieto, con riferimento alle specie del mantello del bosco nelle situazioni terrestri e a quelle
degli alvei dei corsi d'acqua nelle stazioni igrofile. I salici sono utilissimi in molte situazioni, anche
se, nel tempo, nelle stazioni non igrofile, sono destinati a costituire solo uno stadio transitorio di
consolidamento, in attesa della crescita degli arbusti coerenti con le caratteristiche ecologiche
della stazione.
57
Palificate vive in legno e Muri cellulari
Le verifiche di stabilità sono state effettuate nel pieno rispetto della normativa vigente, in
particolare sono state considerate le seguenti Leggi, Decreti ed Istruzioni Ministeriali:
- D.M. 20 agosto 1912 (Norme per la redazione di progetti di sistemazione idraulico-
forestale nei bacini montani)
- D.M. 30 ottobre 1912 (Norme e condizione per l’accettazione dei legnami)
- Legge 5 novembre 1971 n.1086 (Norme per la disciplina delle opere in conglomerato
cementizio armato);
- Legge 2 febbraio 1974 n.64 (Provvedimenti per le costruzioni con particolare
prescrizioni per le zone sismiche);
- D.M. LL.PP. 11 marzo 1988 (Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle
rocce, la stabilità dei pendii naturali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni
per la progettazione, l’esecuzione e il collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle
opere di fondazione);
- D.P.R. del 14 aprile 1993 (atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni recante criteri
e modalità per la redazione dei programmi di manutenzione idraulico-forestale);
- D.M. LL.PP. 9 gennaio 1996 (Norme tecniche per il calcolo, l’esecuzione ed il collaudo
delle strutture in c.a., normale e precompresso e per le strutture metalliche);
- D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996 (Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica
di sicurezza delle costruzione e dei carichi e sovraccarichi);
- D.M. LL.PP. 16 gennaio 1996 (Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche);
- Circolare 24 settembre 1988 n.30483;
- Circolare 14 aprile 1997 n.65/AA.GG.;
- Ordinanza 12 giugno 1998 n.2788 (elenco località sismiche);
- D.M. LL.PP. 14/01/2008 Norme Tecniche per le costruzioni.
All’interno del C.D., nella directory (Unità CD-Rom)\ Leggi\Leggi.exe, sono presenti gli stralci di
alcune delle Leggi, Decreti e Circolari citate.
Ecocrib
A3 – Bibliografia
59