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Nel lavoro di tesi si sono studiati gli effetti strutturali associati alle deformazioni differite del
calcestruzzo. In particolare lo studio svolto è stato concentrato sull’analisi di strutture
complesse dotate di geometria assialsimmetrica.
Sono state analizzate alcune metodologie per la risoluzione del problema viscoelastico
applicandole ad alcuni casi pratici. Confrontando i risultati ottenuti è stato individuato quando
sia opportuno o meno applicare una specifica metodologia in base al tipo di affidabilità e
precisione richiesta dalla soluzione.
Sono stati presentati dettagliatamente due tra i modelli viscoelastici presenti in letteratura
(MC90 e MC10) e sono state determinate le funzioni di viscosità, rilassamento e ritiro del
calcestruzzo secondo il MC90 avvalendosi della piattaforma di calcolo “Visual Basic For
Applications (VBA)”.
Sono stati enunciati i Teoremi della Viscoelasticità Lineare per poi applicarli a strutture
assialsimmetriche.
Sono state trattate due tipologie strutturali caratterizzate da omogeneità e disomogeneità
reologica. Per le prime è stato possibile utilizzare i Teoremi Fondamentali della Viscoelasticità
Lineare, operando con le funzioni di viscosità e rilassamento del calcestruzzo, per le seconde,
invece, si è operato con delle analoghe funzioni opportunamente variate, ottenendo delle
equazioni disaccoppiate simili al caso di strutture omogenee.
Dopo aver richiamato le teorie elastiche per tre diverse strutture assialsimmetriche (guscio
cilindrico, trave ad anello e guscio sferico) si sono applicate, a tali strutture, azioni di natura
statica, geometrica e ritiro del materiale.
Per la risoluzione delle strutture assialsimmetriche con azioni statiche/geometriche, sono stati
riportati due diversi metodi risolutivi: “generale” ed “algebrico”. Il primo metodo impiega un
elevato onere computazionale in quanto risolve numericamente le equazioni integrali in
presenza di una determinata legge costitutiva. Il secondo metodo semplifica la scrittura delle
equazioni integrali riducendole in forme algebriche, diminuendo così il peso computazionale. Nel
i
metodo approssimato si è partiti dal modello di viscosità alla Trost fino ad arrivare alla
formulazione del Teorema Fondamentale del professor Mola.
Nel caso di materiale soggetto al ritiro sono state considerate due diverse tipologie di
risoluzione. La prima, molto complessa, consiste nel risolvere numericamente le equazioni
derivanti dal II Teorema della Viscoelasticità Lineare: occorre discretizzare l’asse temporale in N
intervalli e valutare altrettante volte le funzioni di rilassamento all’interno dell’equazione
integrale. Contrariamente, il secondo modo di procedere alleggerisce molto l’onere
computazionale discretizzando numericamente con la formula di Simpson l’equazione
governante, senza dover ricorrere alla preventiva valutazione della funzione di rilassamento.
I risultati ottenuti nel lavoro hanno mostrato che anche per strutture particolarmente complesse
gli approcci approssimati forniscono soluzioni efficienti e di buona affidabilità pertanto si
garantisce il successo di tali metodi nella pratica progettuale.
ii
1 Indice
1. Introduzione ..................................................................................................................................................... 1
2.5 I Modelli viscoelastici lineari assunti dai codici di misura della sicurezza ...................... 13
iii
4.3 Gusci sferici ............................................................................................................................................... 72
iv
6.2.4 Azioni statiche – non omogeneo ........................................................................................... 162
v
8 Conclusioni ................................................................................................................................................... 298
Appendice A……………………………………………………………………………………………………………..…300
Bibliografia…………………………………………………………………………………………………………………...307
vi
Introduzione
1. Introduzione
Per quanto riguarda gli algoritmi matematici, l’ipotesi fondamentale che viene adottata nella
viscoelasticità lineare è quella riguardante la sovrapponibilità degli effetti prodotti da cause
applicate alla struttura in tempi diversi (principio di sovrapposizione), e tale ipotesi conduce
alla formulazione matematica del problema in termini di equazioni integrali di Volterra. La
risoluzione di queste equazioni deve essere affrontata generalmente per via numerica,
approntando opportune tecniche e metodologie risolutive implementate su specifici
programmi di calcolo automatico.
Per quanto riguarda il legame costitutivo, la risposta è da ricercarsi dalle analisi degli appositi
test sperimentali che, opportunamente interpretati, possono dare luogo a rappresentazioni
analitiche affidabili delle leggi sforzi-deformazioni al variare del tempo. Si comprende
pertanto come sia necessario nell’analisi strutturale tener conto in maniera il più rigorosa
possibile di questi fatti e ciò comporta da una parte una sensibile mole di calcolo per
l’intrinseca complessità della formulazione matematica del problema, dall’altra la difficoltà di
dover trattare l’evoluzione nel tempo delle leggi sforzi-deformazioni ottenuti da dati
sperimentali che in alcuni casi non sono neppure suscettibili di una rappresentazione
analitica.
Proprio per evitare una delle due difficoltà insite nell’analisi strutturale l’approccio più spesso
adottato dai vari autori della letteratura tecnica esistente sull’argomento, è consistito
nell’assumere formulazioni semplificate della legge sforzi-deformazioni-tempo desunte da
modelli teorici o da ipotesi in parte anche confortate da dati sperimentali. In tal modo si riesce
a semplificare in maniera sostanziale il problema analitico della risoluzione delle equazioni
integrali e si può pervenire a risultati rappresentabili in forma chiusa e di facile gestione.
Questo metodo di procedere è sicuramente criticabile in quanto, seppure da un lato è
formalmente esatto (risoluzione in forma chiusa delle equazioni integrali) , dall’altro le leggi
1
Introduzione
costitutive sono in genere tali da non consentire, se non parzialmente, una previsione corretta
del comportamento del materiale.
2
Introduzione
Sulla scorta di quanto precedentemente detto, si può affermare che allo stato attuale esistono
tre metodi per l’analisi di strutture a comportamento elastoviscoso lineare e tali metodi, di
differente complessità dal punto di vista applicativo, sono in grado di soddisfare appieno o in
parte i due requisiti fondamentali che stanno alla base di una corretta analisi e consistenti
nella esatta risoluzione risoluzione delle equazioni integrali e nell’adozione di leggi costitutive
affidabili. Questi tre metodi possono essere classificati in:
metodi semplificati, che per far fronte alle difficili leggi costitutive sperimentali,
risolvono in modo matematicamente esatto le equazioni integrali, ma con formulazioni
semplificate di tali leggi che derivano sia da modelli teorici che da ipotesi sperimentali.
Tali metodi soddisfano uno solo dei requisiti dell’analisi strutturale e precisamente
quello di risolvere correttamente le equazioni integrali;
3
Il problema viscoelastico
2. Il problema viscoelastico
4
Il problema viscoelastico
ε(t,t0) [-]
7,0E-05
6,0E-05
5,0E-05
4,0E-05
3,0E-05
2,0E-05
1,0E-05
0,0E+00
0 50 100 150 200
Come illustrato in Fig.2.2 si osserva un incremento della deformazione nel tempo che può
scomporsi in una parte istantanea che si sviluppa all’istante di applicazione del
carico ed in una parte di deformazione differita di origine viscosa crescente
monotonicamente nel tempo.
Considerando i quattro provini di Fig. 2.3 caricati con carico costante applicato a diversi
istanti temporali , si ottengono le seguenti curve:
5
Il problema viscoelastico
e(t,t0) [-]
1,20E-04
1,00E-04
8,00E-05
6,00E-05
to1 = 3 gg
4,00E-05 to2 = 7 gg
to3 = 14 gg
to4 = 28 gg
2,00E-05
0,00E+00
1 10 100 t[gg] 1.000 10.000 100.000
6
Il problema viscoelastico
al crescere del tempo di carico non vi è mai intersezione tra le diverse curve;
le deformazioni istantanee diminuiscono con il crescere del tempo di carico.
Per evidenziare la dipendenza da si consideri l’esperimento illustrato Fig. 2.5 in cui si sono
sottoposti n provini a carichi costanti diversi tra loro ( )
fissato lo stesso tempo di applicazione del carico ovvero .
3,50E-04
e(t,t0)
ε(σ1)
3,00E-04 ε(σ2)
ε(σ1+σ2)
2,50E-04 ε(λ*σ1)
2,00E-04
1,50E-04
1,00E-04
5,00E-05
0,00E+00
10 100 t[gg] 1.000 10.000 100.000
allora risulta valido il Principio di Sovrapposizione degli Effetti, pertanto si può esprimere
come , esiste dunque un legame lineare tra e poiché
ed il materiale rispetta la Legge Costitutiva Viscoelastica
Lineare:
(2.1)
Raccogliendo :
(2.2)
(2.3)
che rappresenta il rapporto tra la deformazione viscosa e quella elastica, entrambe per sforzo
unitario.
(2.4)
(2.5)
8
Il problema viscoelastico
, curva monotona;
;
Si considera il caso generico in cui la tensione sia variabile nel tempo, ad esempio come quella
rappresentata in Fig. 2.7:
9
Il problema viscoelastico
In forma sintetica la Legge Costitutiva Generalizzata detta anche Legge di Viscosità Integrale
può esprimersi attraverso l’integrale di Stieltjes – Lebesgue considerando la storia tensionale
quale funzione quasi continua nel tempo:
(2.8)
termine noto;
incognita;
nucleo integrale.
10
Il problema viscoelastico
(2.11)
11
Il problema viscoelastico
(2.12)
Le relazioni (2.11) e (2.12), fra loro non indipendenti, definiscono il legame di convoluzione
tra ed .
La (2.14) può essere risolta numericamente con una procedura step-by-step che si basa
sull’approssimazione dell’integrale di sovrapposizione in una somma finita con la regola dei
trapezi.
Al tempo :
(2.16)
12
Il problema viscoelastico
(2.17)
Ponendo , la relazione (2.18) può essere espressa in scala logaritmica nella forma:
(2.19)
Vengono di seguito presentati i modelli CEB/FIP Model Code 90 (MC90) ed FIB Model Code
2010 (MC2010).
Ec,28 [MPa]
45.000
42.500
40.000
37.500
35.000
32.500
30.000
27.500
25.000
20 30 40 50 60 70 80
fcm [MPa]
Per valutare invece il modulo elastico (in MPa) ad un tempo diverso da 28 giorni, occorre
utilizzare la relazione:
(2.23)
con:
= coefficiente dimensionale che dipende dall’età del calcestruzzo, espresso in giorni,
attraverso la relazione:
con:
s = coefficiente dipendente dal tipo di cemento, in particolare assume i seguenti valori:
0.20 per calcestruzzo ad alta resistenza, rapido indurimento;
0.25 per calcestruzzo normale, indurimento rapido;
0.38 per calcestruzzo con indurimento lento.
βE(t0) [-]
1,4
1,2
1,0
s = 0.2
0,8 s = 0,25
s = 0,38
0,6
0,4
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
t0 [gg]
In base all’equazione (2.24) si osserva, in Fig. 2.10, come il modulo elastico del calcestruzzo ad
un generico tempo risulta funzione dei valori di ,s, :
15
Il problema viscoelastico
45.000
40.000
40.000
Ec(t0) [MPa]
Ec(t0) [MPa]
35.000 35.000
30.000
s = 0,2 30.000
s = 0,25 fcm = 25 MPa
25.000
s = 0,38 fcm = 35 MPa
25.000
20.000 fcm = 45 MPa
fcm = 55 MPa
15.000 20.000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
t0 [gg] t0 [gg]
(2.24)
con
= coefficiente di viscosità teorico, definito dalla relazione
= coefficiente che descrive l’andamento della viscosità dopo il tempo di carico secondo la
relazione:
Per calcolare i termini che compaiono nelle definizioni di tali coefficienti si definiscono le
seguenti quantità:
16
Il problema viscoelastico
h0 = 400 mm RH = 70 %
2,4 2,6
2,2 2,4
2,0 2,2
φRH [-]
φRH [-]
1,8 2,0
1,6 1,8
1,4 1,6
1,2 1,4
1,0 1,2
0 20 40 60 80 100 0 500 1000 1500 2000
RH [%] h0 [mm]
β(fcm) [-]
3,4
3,2
3,0
2,8
2,6
2,4
2,2
2,0
1,8
20 30 40 50 60 70 80 90
fcm [MPa]
17
Il problema viscoelastico
β(t0) [-]
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
t0 [gg]
h0 = 400 mm RH = 70 %
1.700 3.500
1.600
3.000
1.500
2.500
1.400
βH [-]
2.000
βH [-]
1.300
1.200
1.500
1.100
1.000
1.000
900 500
800
0
0 25 50 75 100
0 400 800 1200 1600
RH [%] ho [mm]
18
Il problema viscoelastico
f(t,t0) [-]
3,00
2,50
2,00
1,50
to = 3 gg
1,00 to = 7 gg
to = 14 gg
0,50 to = 28 gg
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
2.15 Andamento di per diversi istanti di carico
f(t,t0) [-]
to = 7 gg RH = 70% ho = 400 mm
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
fcm = 25 MPa
1,0
fcm = 35 MPa
0,5 fcm = 45 MPa
fcm = 55 MPa
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
19
Il problema viscoelastico
f(t,to) [-]
to = 7 gg fcm = 40 MPa ho = 400 mm
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
RH=10%
1,0
RH=40%
0,5 RH=70%
RH=90%
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
2.17 Andamento per diversi valori di RH
f(t,to) [-]
2,5
2,0
1,5
ho = 100 mm
ho = 300 mm
1,0
ho = 500 mm
0,5 ho = 700 mm
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
Dalle equazioni (2.22) e (2.24) si osserva che il modulo di elasticità cambia nel tempo
proporzionalmente ad e cresce con una velocità che dipende dal tipo di cemento
utilizzato.
intersezioni per tempi di carico differenti ed asintoticità a tempo infinito. Tale coefficiente è
inversamente proporzionale all’umidità relativa dell’ambiente RH, alla resistenza cilindrica
media ed al parametro .
Data le equazioni (2.21) e (2.17) è utile rappresentare l’andamento della funzione di viscosità
e della funzione di rilassamento per differenti tempi di carico:
4,5
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
to = 3 gg
1,5
to = 7 gg
1,0
to = 14 gg
0,5 to = 28 gg
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
2.19 Andamento di per diversi valori di
1,20
1,00
to1 = 3 gg
0,80 to2 = 7 gg
to3 = 14 gg
0,60
to4 = 28 gg
0,40
0,20
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
2.20 Andamento di per diversi valori di
21
Il problema viscoelastico
Si riporta nel seguito la legge di accrescimento della deformazione di ritiro. Tale legge si
applica solo per il calcestruzzo ordinario maturato a vapore per non più di 14 giorni ed
esposto ad con temperature comprese tra .
dove:
= tempo di inizio del ritiro;
= deformazione teorica di ritiro, avente espressione : ;
= funzione che caratterizza lo sviluppo del ritiro nel tempo secondo la relazione:
Essendo un coefficiente che varia a seconda del tipo di cemento utilizzato, ovvero:
per cementi ad indurimento lento
se
se
essendo .
22
Il problema viscoelastico
ecs(t,t0) [-]
fcm= 40 MPa RH=70% ho=200 mm
-4,50E-04
-4,00E-04
to= 10 gg
-3,50E-04 to= 28 gg
-3,00E-04
to= 90 gg
to= 300 gg
-2,50E-04 to= 1000 gg
-2,00E-04
-1,50E-04
-1,00E-04
-5,00E-05
1 10 100 1.000 10.000 100.000
0,00E+00
t[gg]
-5,00E-04
-1,00E-04
23
Il problema viscoelastico
ecs( t, to)
fck= 40 MPa to = 10 gg ho=200 mm
-7,00E-04
-6,00E-04
-5,00E-04 RH=10%
RH = 25%
-4,00E-04
RH = 50%
-3,00E-04
RH = 70%
RH=90%
-2,00E-04
-1,00E-04
1 10 100 1.000 10.000 100.000
0,00E+00
t[gg]
-4,00E-04 ho = 100 mm
-3,50E-04 ho = 200 mm
ho = 300 mm
-3,00E-04
ho = 400 mm
-2,50E-04
ho = 500 mm
-2,00E-04
-1,50E-04
-1,00E-04
-5,00E-05
1 10 100 1.000 10.000 100.000
0,00E+00
t[gg]
24
Il problema viscoelastico
dove il primo termine del secondo membro rappresenta la deformazione elastica iniziale che
si manifesta all’istante di carico , mentre il secondo rappresenta la deformazione viscosa
differita nel tempo normalizzata rispetto al modulo elastico a 28 giorni.
(2.27)
f(t,t0) [-]
fcm=40 MPa RH=70% ho=200 mm
3,0
2,5
φ_dc(t,to)
φ_bc(t,to)
2,0
φ(t,to)
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
t[gg]
con
25
Il problema viscoelastico
bbc(fcm) [-]
0,20
0,18
0,16
0,14
0,12
0,10
0,08
20 30 40 50 60 70 80 90
fcm [MPa]
bbc(t,to) [-]
18
16
14
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
to [gg]
26
Il problema viscoelastico
fbc(t,t0) [-]
3,5
fcm = 25 Mpa
3,0 fcm = 35 Mpa
fcm = 45 Mpa
2,5
fcm = 55 Mpa
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t [gg]
to = 3 gg
2,0
to = 7 gg
to = 14 gg
1,5
to = 28 gg
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t [gg]
con
27
Il problema viscoelastico
bdc (fcm)
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
20 30 40 50 60 70 80 90
fcm [MPa]
h0 = 200 mm RH = 70%
1,8 3
1,6
2,5
1,4
1,2
β(RH) [-]
2
β(RH) [-]
0,8
1,5
0,6
0,4 1
0,2
0 0,5
0 20 40 60 80 100 0 400 800 1200 1600
RH [%] ho [mm]
Dalla Fig. 2.31, possiamo osservare che diminuisce all’aumentare di RH (con un fissato)
o all’aumentare di (con un RH fissato).
28
Il problema viscoelastico
bdc(to)
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
to [gg]
con:
fdc(t,to) [-]
fcm = 40 MPa RH = 70% ho = 200 mm
1,0
0,8
0,6
0,4 to = 3 gg
to = 7 gg
0,2 to = 14 gg
to = 28 gg
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t [gg]
29
Il problema viscoelastico
fdc(t,to) [-]
to= 7 gg RH=70% ho = 200 mm
1,6
1,4
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
fdc(t,to) [-]
fcm = 40 MPa to=7 gg ho=200 mm
2,5
2,0
RH=10%
RH=40%
1,5
RH=70%
RH=90%
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
30
Il problema viscoelastico
fdc(t,to) [-]
to = 7 gg RH = 70 % fcm = 40 MPa
3,0
ho = 100 mm
2,5
ho = 300 mm
ho = 500 mm
2,0
ho = 700 mm
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
f(t,to) [-]
fcm = 40 MPa RH = 70% ho= 200 mm
3,0
to = 3 gg
2,5 to = 7 gg
to = 14 gg
2,0 to = 28 gg
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
31
Il problema viscoelastico
f(t,to) [-]
to = 7 gg RH = 70% ho = 200 mm
4,5
4,0
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
f(t,to) [-]
fcm = 40 MPa to = 7 gg ho = 200 mm
4,5
4,0
3,5
RH = 10%
3,0 RH = 40%
RH = 70%
2,5 RH = 90%
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
32
Il problema viscoelastico
f(t,to) [-]
fcm = 40 MPa to = 7 gg RH = 70%
3,5
3,0
2,5
ho = 100 mm
ho = 300 mm
2,0
ho = 500 mm
1,5 ho = 700 mm
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
Nel MC90 la funzione di viscosità è stata modellata con una funzione prodotto avente la
seguente forma:
(2.30)
Si osserva che:
Il rapido incremento della viscosità per tempi ridotti, come mostrato in Fig. 2.15, è tenuto in
conto tramite la verticalità della tangente nella curva di viscosità per . Inoltre si osserva
33
Il problema viscoelastico
Nel MC10 i due contributi, dei quali il primo legato alla viscosità di base (basic creep) ed il
secondo associato alla viscosità da essiccamento (drying creep) sono differenziati e descritti in
dettaglio. Una ulteriore importante modifica presente nel MC10 è l’assenza di un limite
asintotico per la funzione che esprime l’evolvere nel tempo della viscosità di base.
La funzione di viscosità del MC 10 è dunque:
(2.31)
to = 3 gg
2,0
to = 7 gg 0,6
to = 14 gg
1,5
to = 28 gg
0,4
1,0
to = 3 gg
0,2
to = 7 gg
0,5
to = 14 gg
to = 28 gg
0,0 0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1 10 100 1.000 10.000 100.000
t [gg] t [gg]
La Fig. 2.41 mostra che la parte di base non è limitata nel tempo in quanto risulta
, mentre per la viscosità da essiccamento si ha .
Infatti non è noto se la viscosità tende ad un valore finito, cosicché l’introduzione di un
coefficiente di viscosità espresso da un logaritmo è stata proposta al fine di predire nel miglior
modo possibile il comportamento del calcestruzzo fino a 50 anni di tempo di carico. D’altra
parte l’introduzione di una funzione di viscosità non limitata non garantisce l’esistenza e
34
Il problema viscoelastico
l’unicità della soluzione dell’eq. (2.10). In ogni caso una funzione di viscosità non limitata
porta al seguente risultato:
(2.32)
3,5
3,0
2,5
2,0
J (t, t0=14 gg ) MC 1990
1,5 J(t,t0=14 gg) MC 2010
1,0 J(t, t1=28 gg) MC 1990
J(t, t1=28 gg) MC 2010
0,5
0,0
10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
35
Il problema viscoelastico
2,5
2,0
1,5
J (t, t0=14 gg ) MC 1990
Nelle Fig. 2.44 e 2.45 sono riportate le funzioni di rilassamento per i medesimi materiali. In
questo caso si osserva che per il calcestruzzo di classe C32/40 , i valori finali della funzione di
rilassamento sono minimi per il MC 90, anche a causa del fatto che per questo modello i valori
di viscosità finali sono più alti. Al contrario per il calcestruzzo C60/75 questo andamento è
invertito e per i valori finali di sono più alti nel MC 10.
1,0
R (t, t0=14 gg ) MC 1990
0,4
0,2
0,0
10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
36
Il problema viscoelastico
0,4
0,2
0,0
10 100 1.000 10.000 100.000
t[gg]
Infine si vogliono mettere in luce altre due incongruenze presenti nel MC90, che vengono
invece superate nel MC 10.
37
Il problema viscoelastico
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
t [gg]
La seconda incogruenza del MC 90 si può osservare in Fig.2.47 dove si nota che per un
calcestruzzo classe C30/37 caricato ad un’età molto ridotta ( ) la funzione di
rilassamento può diventare negativa, violando così ancora una volta i principi della
termodinamica. Diversamente il MC 10 mostra un andamento monotonamente decrescente
della funzione di rilassamento che rimane invece positiva.
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
-0,1
t [gg]
38
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Una struttura rientra nella prima categoria se ha le stesse proprietà viscose in ciascun punto e
non presenta vincoli deformabili.
Per le normali percentuali di armatura delle sezioni, l’eterogeneità sezionale può essere
trascurata ed è dunque possibile uno studio di tali strutture considerandole omogenee in
prima approssimazione.
Le strutture miste sono invece dotate di sezioni che, dato il quantitativo e la distribuzione non
omogenea di acciaio, necessitano di considerare la presenza di due materiali differenti, uno a
comportamento elastico e l’altro a comportamento viscoso. L’omogeneità strutturale viene
39
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
meno e per lo studio di tali strutture è quindi necessaria una trattazione in grado di
considerare i contributi deformativi di materiali con leggi costitutive tra loro differenti.
Tale legge può essere estesa al caso pluriassiale di sforzo, introducendo la funzione di
deformazione trasversale e la funzione di deformazione dovuta agli sforzi tangenziali
di un materiale isotropo.
Tenendo peraltro presente che i dati sperimentali mostrano una variazione minima del
coefficiente di Poisson, è possibile, senza eccessivi errori, assumere che tale coefficiente resti
invariato nel tempo e pari al suo valore elastico :
(3.3)
40
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
In questo caso la matrice di viscosità può essere normalizzata rispetto al modulo di elasticità
del calcestruzzo a 28 giorni , presentando così la seguente forma:
41
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Per tale struttura, in virtù della (3.6) possiamo scrivere la relazione tra sforzi e deformazioni
nel tempo:
(3.8)
42
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Nella struttura viscoelastica si assume uno stato di sforzo coincidente con quello presente nel
continuo elastico, ovvero si scrive:
(3.11)
In tal caso lo stato di sforzo nella struttura viscoelastica risulta equilibrato. Introducendo
nell’equazione (3.8) l’equazione (3.10) si ottiene:
(3.12)
Tale equazione mostra che la deformazione nella struttura viscoelastica si valuta attraverso la
somma di incrementi infinitesimi di deformazione elastica moltiplicati per la funzione
. Poiché la deformazione è compatibile con i vincoli, insieme ai suoi
incrementi, lo è anche in virtù della indipendenza delle funzioni dalle coordinate
spaziali.
Nel caso particolare di azioni costanti nel tempo, è anch’esso costante, quindi
l’equazione (3.12) diventa:
(3.13)
43
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
(3.16)
Le equazioni:
44
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Per tale struttura possiamo scrivere la seguente relazione tra sforzi e deformazioni:
(3.17)
Con riferimento ad una struttura simile composta da un materiale elastico, avente modulo
elastico e coefficiente di Poisson costante nel tempo, possiamo scrivere:
(3.18)
Per la struttura viscoelastica si postuli che il campo di deformazioni coincida con quello della
struttura elastica:
(3.20)
L’eq. (3.23) mette in evidenza che per poter ottenere lo stato di sforzo è necessario
moltiplicare gli incrementi di sforzo elastico, che sono equilibrati, per il fattore comune
45
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Quando le deformazioni imposte sono costanti nel tempo, dall’equazione (3.21) si ottiene:
(3.22)
secondo l’equazione:
(3.23)
L’eq. (3.21) mostra che lo stato di sforzo nel tempo nella struttura viscoelastica è affine a
quello che si registra all’istante iniziale moltiplicato per una funzione decrescente nel tempo.
Le relazioni:
esprimono il II° Teorema della Viscoelasticità Lineare che può così enunciarsi:
“In una struttura viscoelastica omogenea soggetta ad azioni geometriche lo stato deformativo
totale si calcola come in campo elastico, mentre lo stato tensionale si ottiene sovrapponendo nel
tempo incrementi di tensione elastica attraverso l’integrale di sovrapposizione. Nel caso
particolare di azioni geometriche costanti nel tempo lo stato tensionale varia in affinità con
quello elastico ed il coefficiente di proporzionalità è pari a ”.
Nel caso di azioni geometriche impresse si deve dunque risolvere un problema di carattere
tensionale, poiché nel tempo le deformazioni restano costanti e sono calcolabili in campo
elastico.
46
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
3.2.3.1 Ritiro
Un caso particolare dell’applicazione di azioni geometriche è rappresentato dal ritiro del
materiale (Fig. 3.3), in cui si applica una deformazione variabile nel tempo.
(3.25)
Il fenomeno del ritiro è da considerarsi transiente cosicché dopo un certo intervallo di tempo
può considerarsi concluso.
La (3.25) può essere riscritta considerando lo stato di sforzo elastico come prodotto tra lo
stato di sforzo calcolato a tempo ed il parametro adimensionale :
(3.27)
La (3.27) permette di valutare lo stato di sforzo al variare del tempo causato dal ritiro del
materiale.
47
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
(3.28)
La complessità di tale relazione è dovuta alla presenza del parametro , risulta quindi
necessario assegnare a priori una famiglia di , adeguata a descrivere la maggior parte degli
stati deformativi possibili, per ottenere e corrispondenti.
L’ipotesi di base di tale metodo è quella di considerare la deformazione del calcestruzzo
come funzione lineare del coefficiente di viscosità ; in questo modo viene considerata
una famiglia di curve rappresentabili attraverso la relazione:
(3.29)
Inoltre, attraverso tali ipotesi, vengono rispettati i due teoremi fondamentali della
viscoelasticità lineare, poiché risulta possibile rappresentare correttamente sia deformazioni
costanti con e , che deformazioni variabili come essendo
.
48
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Si ricava:
(3.30)
Sostituendo la (3.30) nella (3.29) si può esprimere la deformazione del calcestruzzo come
somma di due contributi, attraverso l’applicazione del Principio di Sovrapposizione:
(3.31)
(3.32)
(3.33)
(3.34)
Sostituendo la (3.33) e la (3.34) nella (3.32) si può esprimere il legame per ogni a
e b come:
(3.35)
49
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Noto che:
La legge di viscosità del calcestruzzo secondo l’equazione (3.35) può essere riscritta in
funzione del coefficiente di viscosità e di un nuovo parametro detto Coefficiente di
Invecchiamento.
(3.42)
(3.43)
Definendo il coefficiente :
(3.45)
Esistono tre diversi metodi algebrici per la soluzione del problema viscoelastico che si basano
sulla formulazione di Trost;
Effective Modulus Method (E.M.M.), che pone , pari al limite superiore;
Mean Stress Method (M.S.M.), che pone , pari al limite inferiore;
Age-Adjusted Effective Modulus Method (A.A.E.M.M), che pone
51
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Per dimostrare la migliore accuratezza del metodo A.A.E.M.M. si utilizza il caso in cui la
variazione dello stato di sforzo risulta istantanea in :
(3.47)
52
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
In particolare l’equazione (3.51) risulta essere esatta nel caso in cui si rispetti l’ipotesi di base
del modello di Trost , cioè
la teoria approssimata di Trost vale in modo esatto se il ritiro risulta affine alla viscosità.
c( t, to)
1,0
1,0
0,9
0,9
0,8
0,8
0,7
0,7
0,6
0,6
0,5
1 10 100 1.000 10.000 100.000
to = 7 gg to = 14 gg to = 28 gg to = 90 gg
53
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
con:
= modulo elastico del materiale viscoelastico al tempo ;
= tensione presente al tempo ;
= deformazione atensionale.
Dalla relazione di Trost (3.52), per inversione, si ricava lo stato tensionale al generico tempo t:
(3.54)
elastico variato ;
, si ricava che :
Definendo:
54
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
(3.55)
si ottiene:
(3.56)
Il contributo tensionale dato dalla (3.57) può essere espresso in modo equivalente come:
(3.58)
55
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Se i carichi rimangono costanti nel tempo le ultime due soluzioni elastiche coincidono
, pertanto le tensioni calcolate al tempo t con modulo elastico variato, nello stesso
tempo t, con i carichi presenti al tempo t. Perciò in questo caso si ha:
Per le deformazioni è possibile ricavare una formulazione analoga a quella delle tensioni,
considerando i seguenti contributi:
(3.60)
Essendo
Anche la risoluzione del problema deformativo, in analogia a quello tensionale, può avvenire
attraverso il calcolo di tre soluzioni elastiche, aventi il medesimo schema visto in precedenza
per le tensioni; nel caso particolare di carichi costanti nel tempo il problema si riconduce a
sole due analisi elastiche.
μ( t, t0)
1 10 100 1.000 10.000 100.000
0,0
-0,1
-0,2
-0,3
-0,4
-0,5
-0,6
-0,7
-0,8
-0,9
-1,0
to = 7 gg to = 14 gg to = 28 gg to = 90 gg
57
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
Si considera ora un generico corpo viscoelastico, come illustrato in Fig. 3.6, soggetto ad una
forza , si vuole valutare lo spostamento prodotto da questa forza in un certo punto del
corpo, che indichiamo con . Per questo corpo si osserva che la forza genera uno stato
di sforzo secondo l’eq. (3.66) dove , sono gli sforzi prodotti al tempo e dalla forza
applicata. Lo spostamento è associato a questi sforzi e deformazioni.
Applicando al corpo una forza unitaria nel punto A (Fig. 3.7), avente la stessa direzione dello
spostamento , indichiamo con lo stato di sforzo associato.
58
Analisi viscoelastica di strutture omogenee
(3.67)
Risulta immediato notare che i due integrali nella (3.68) rappresentano rispettivamente gli
spostamenti elastici calcolati per e per . Indicando con lo spostamento elastico
al tempo e il suo analogo al tempo , si può scrivere:
(3.69)
Con procedimenti del tutto analoghi a quelli precedenti, restando sempre nel campo
pluriassiale, si può scrivere la formulazione di Trost mediante in Teorema Fondamentale, in
termini di deformazioni:
(3.70)
59
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Per gusci sottili si intendono quei solidi delimitati da due superfici curve (solitamente
parallele) la cui distanza, spessore del guscio, è piccola se confrontata con il raggio di
curvatura della superficie media. Solitamente si utilizzano superfici di forma cilindrica,
sferica, conica, ma molte altre forme possono essere utilizzate.
I gusci possono essere considerati come delle piastre curve, ma la loro resistenza ai carichi
trasversali è essenzialmente diversa, in quanto è basata sulla resistenza membranale conferita
dalla curvatura, rendendoli molto efficienti nel sopportare carichi trasversali.
Per tale ragione sono ampiamente utilizzati in ingegneria civile, meccanica ed aeronautica.
Nell’ingegneria civile sono le strutture ideali per le coperture di grandi campate o per
serbatoi.
60
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
61
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.1)
In cui il primo termine della (4.1) deriva dalla capacità portante flessionale ed il secondo
termine dalla capacità portante membranale. Maggiore è la curvatura maggiore risulta il
coefficiente e più efficiente sarà l’azione membranale nell’equilibrare i carichi esterni.
Solitamente nei gusci cilindrici la capacità membranale domina rispetto a quella flessionale.
La soluzione dell’equazione omogenea associata del problema (4.1) è data dalla somma di due
armoniche decrescenti nello spazio (Fig 4.2):
(4.2)
62
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Se la metà di tale lunghezza è minore della lunghezza del cilindro, le due oscillazioni agiscono
separatamente, pertanto i due estremi risultano indipendenti, si dice così che il tubo è lungo.
Nel caso di tubo lungo è possibile risolvere il problema svincolando le condizioni al contorno
nei due estremi, costruendo così due sistemi disaccoppiati di due equazioni in due incognite.
In cui si è utilizzata una convenzione diversa per le azioni interne che partono dall’estremo
come mostrato in Fig. 4.3c, si è fatto questo per rendere completamente simmetriche le
formulazioni sulle azioni interne e sulla rotazione.
63
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Si ricordano le proprietà sulle derivate di una funzione sinusoidale smorzata nello spazio.
(4.4)
(4.5)
(4.6)
(4.7)
Si vede che possono essere dedotte automaticamente una dall’altra mediante l’applicazione di
uno ritardo di fase di nell’argomento della funzione seno e nella moltiplicazione
dell’ampiezza della funzione di .
64
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Per impostiamo :
Da cui si ottiene:
(4.9)
(4.12)
Da cui otteniamo:
(4.13)
Da cui:
65
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.14)
(4.17)
Dal momento che l’integrale particolare nell’eq. (4.19) comporta e , per ogni
valore dell’ascissa x, vengono soddisfatte anche le condizioni al contorno per gli estremi liberi,
quindi l’integrale generale dell’equazione omogenea associata risulta nullo in quanto deve
soddisfare le condizioni al contorno omogenee. La soluzione quindi corrisponde ad uno stato
di sforzo membranale nel quale gli effetti flessionali sono rigorosamente assenti.
66
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.21)
Si assuma su di un cilindro libero dai vincoli flessionali agli estremi (Fig. 4.5).
Si considera un carico di compressione definito su unità di circonferenza, sfruttando le
equazioni di equilibrio in direzione assiale e trasversale si ottiene:
(4.22)
(4.23)
Per effetto Poisson il cilindro dovrà allargarsi in direzione radiale, quindi dalla compatibilità
risulta:
(4.24)
L’eq. (4.24) può essere sovrapposta ai casi precedenti grazie alla linearità.
67
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
a) b)
c)
(4.25)
L’azione trasmessa tra il cilindro e la trave ad anello (Fig.4.7b) è composta da una forza
radiale (che è applicata con una eccentricità ), ed un momento torcente distribuito . La
forza eccentrica può essere scomposta in una forza agente nel piano medio della trave e
da un momento torcente distribuito (Fig. 4.7c).
69
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
a) b)
70
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
c)
(4.26)
71
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Un generico punto sulla superficie media del guscio sferico sarà individuato da un sistema di
coordinate sferico costituito da un angolo meridiano e da un angolo parallelo (Fig. 4.10a).
Si consideri un elemento infinitesimo di guscio i cui lati sono sezionati lungo il lato parallelo e
meridiano. Le azioni interne risultanti (Fig. 4.10b) sono costituite dalle azioni di membrana
ed e dalle azioni flessionali , e . Così come quanto visto per i gusci cilindrici,
anche per i gusci sferici l’azione membranale e flessionale risulta accoppiata, ma a causa della
doppia curvatura della superficie media l’equazione differenziale governante risulta molto
difficile da integrare. Per tale motivo si richiama nel seguito una soluzione approssimata in cui
si sovrappone: (a) l’effetto del carico esterno quando il guscio è stato liberato dai vincoli
flessionali di estremità; (b) l’effetto dei disturbi flessionali di estremità con una versione
72
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Considero una porzione di guscio delimitata dal basso dal parallelo definito dalla coordinata
meridiana , ed indichiamo con la risultante verticale dei carichi esterni, positiva se
diretta verso il basso, con r il generico raggio del parallelo che sarà indubbiamente funzione
dell’angolo meridiano attraverso la relazione .
Da cui si può ricavare l’altra azione di membrana . Dalla (4.28) si nota come il carico
esterno è completamente equilibrato dalle azioni membranali.
73
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.29)
– (4.30)
Si ricorda che l’eq. (4.29) risulta valida anche per qualsiasi punto sulla superficie media del
guscio a patto di sostituire con il corrispondente valore dell’angolo meridiano . Mentre
risulta più complesso definire la rotazione in quanto questa viene a dipendere anche
dallo spostamento meridiano.
74
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.33)
(4.34)
75
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.35)
L’eq. (4.35) mostra che, per ogni , la risultante delle azioni interne e deve essere
orizzontale, così come accade per la forza applicata al supporto.
(4.36)
76
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
(4.37)
(4.38)
Pensando di ricercare una soluzione per angoli elevati, e quindi valori di prossimi
allo zero ( in realtà esiste un modo molto più elaborato di procedere, che benché più rigoroso,
porta alle stesse equazioni approssimate, note come “approssimazione di Geckeler”.
Mantenendo questa approssimazione si scrive la seguente equazione differenziale governante
il problema:
(4.39)
L’eq. (4.41) è del tutto analoga all’equazione già trovata per i cilindri. Quindi anche in questo
caso la soluzione sarà data dalla somma di due armoniche decrescenti:
(4.42)
77
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Se la metà di tale lunghezza è minore della dell’ascissa curvilinea della semisfera allora le
due oscillazioni agiscono separatamente e ciò che succede in un estremo non è influenzato da
quello che avviene nell’altro estremo, quindi in tal caso ci ritroviamo nella situazione di tubo
lungo.
Come già osservato nei gusci cilindrici, in presenza di tubo lungo è possibile risolvere il
problema svincolando le condizioni al contorno nei due estremi costruendo così due sistemi
disaccoppiati di due equazioni in due incognite.
Sfruttando ancora l’approssimazione di Geckeler possiamo arrivare alle stesse espressioni sui
momenti flettenti e sulla forza di taglio trovate per i cilindri:
78
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
In cui si è utilizzata una convenzione diversa per le azioni interne che partono dall’estremo
come mostrato in Fig.4.15a, si è fatto questo per rendere completamente simmetriche le
formulazioni sulle azioni interne e sulla rotazione.
Osservazioni
La sovrapposizione degli effetti del carico esterno e dei disturbi flessionali corrisponde
analiticamente a sovrapporre l’integrale particolare dell’equazione differenziale governante il
problema con l’integrale dell’omogenea associata. Tuttavia, dal momento che entrambe le
componenti della soluzione sono state determinate in maniera approssimata, occorre
effettuare alcune precisazioni.
Dal punto di vista matematico le approssimazioni introdotte sono discutibili, in quanto per
arrivare alla soluzione sono stati cancellati dei termini dall’equazione differenziale
governante il problema, invece di introdurre delle approssimazioni nella soluzione esatta
(sfortunatamente troppo complessa) della stessa equazione differenziale.
Si ricorda che lo stato di sforzo membranale si ottiene dalla somma di quello ottenuto
dall’analisi puramente membranale (cap. 4.3.1) e quello associato all’analisi flessionale
(cap.4.3.2).
Infine si osserva che l’approssimazione di Geckeler porta a dei risultati soddisfacenti nelle
cupole solo se la tangente al meridiano alla base è sufficientemente inclinata (più di 35-40°)
rispetto all’orizzontale (Fig.4.16a). Questo significa che l’approssimazione di Geckeler non si
applica ai gusci che non rispettano tale limitazione (Fig.4.16b).
79
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Si consideri una cupola sferica e si analizzano gli effetti di forze radiali (orizzontali)
applicate all’estremità alla base della cupola (Fig.4.17a). I carrelli inclinati hanno solo un ruolo
cinematico, ovvero quello di imporre degli spostamenti meridiani nulli alla base (non esistono
reazioni vincolari, che altrimenti violerebbero l’equilibrio verticale della cupola). Lo
spostamento radiale (orizzontale) dell’estremo è una conseguenza della deformazione
elastica della cupola, mentre lo spostamento verticale risulta costante in tutti i punti del
guscio sferico e corrisponde ad una traslazione rigida della cupola causata dal carrello; tale
80
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
moto rigido non deve essere preso in considerazione quando si scrivono le condizioni al
contorno sullo spostamento radiale.
La forza può essere scomposta in una forza di membrana ed in una
forza di taglio (si è eliminato, per semplicità di scrittura, l’asterisco
dalla coordinata e dalla forza di taglio ).
(4.45)
Dove è diretto come l’asse z (ma positivo in direzione opposta) ed ha una componente in
direzione orizzontale data da:
(4.46)
(4.48)
(4.49)
(4.51)
In cui e sono espresse dalle eq. (4.29) e (4.30) , mentre e sono calcolate con le
eq. (4.46) e (4.45).
a) b)
c)
d)
4.18 Guscio sferico preso ad esempio
82
L’applicazione dei principi della viscoelasticità lineare ai gusci assialsimmetrici
Imponendo la compatibilità alla base del guscio sferico mediante il metodo delle forze, risulta:
(4.52)
Nella (4.52) compaiono i coefficienti e valutati rispettivamente con le eq. (4.46) e (4.45)
ed i coefficienti e valutati con le eq. (4.48) e (4.49).
83
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
Applicando il I Teorema della Viscoelasticità Lineare in presenza di azioni statiche costanti nel
tempo si ottiene:
(5.1)
con:
vettore delle incognite iperstatiche della struttura viscoelastica al tempo t
vettore delle incognite iperstatiche della struttura elastica al tempo
spostamento della struttura viscoelastica al tempo t
spostamento della struttura elastica al tempo
La (5.1) mostra che il valore delle iperstatiche risulta invariato nel tempo e pari al valore che
si otterrebbe effettuando un analisi elastica al tempo , mentre gli spostamenti sono
proporzionali al valore elastico e sono crescenti nel tempo secondo il fattore
.
84
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.2)
La (5.2) mostra che il valore delle iperstatiche è inizialmente pari al valore elastico che si
otterrebbe al tempo per poi decrescere nel tempo proporzionalmente al fattore
. Gli spostamenti invece risultano costanti e pari a gli spostamenti ottenuti in
campo elastico all’istante iniziale.
5.1.3 Ritiro
Si consideri una generica struttura viscoelastica omogenea, iperstatica, assialsimmetrica,
soggetta a partire dall’istante al ritiro del materiale che risulta variabile nel tempo.
(5.3)
Considerando il fenomeno transitorio del ritiro, si può riscrivere la (5.3) mettendo in evidenza
il coefficiente che rappresenta il rapporto tra una grandezza misurata al tempo e la
stessa grandezza misurata a tempo , cioè a ritiro terminato.
85
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.4)
con:
Grazie alla (5.4) è possibile risalire attraverso la sovrapposizione integrale al vettore delle
iperstatiche . Lo svantaggio della soluzione (5.4) consiste nella sua complessità: occorre
infatti risolvere numericamente un’equazione integrale discretizzando l’asse temporale in N
intervalli e valutare altrettante volte le funzioni di rilassamento.
La trattazione di strutture omogenee con più vincoli elastici è basata sul metodo delle forze. In
tal modo si ottengono soluzioni generali del problema viscoelastico, valide per qualunque
legge costitutiva del calcestruzzo e per qualsiasi situazione connessa all’analisi di strutture
eterogenee, per le quali è necessario introdurre le funzioni di viscosità variate e le funzioni di
rilassamento ridotte.
Si analizzano i casi in cui si applicano dei carichi di natura statica, di natura geometrica ed in
presenza di ritiro del materiale.
86
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
dove:
vettore delle incognite, reazioni dei vincoli elastici iperstatici;
matrice di flessibilità della parte viscoelastica, valutata al tempo di applicazione
delle azioni;
matrice di flessibilità dei vincoli elastici;
(5.7)
87
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.10)
(5.13)
Il sistema lineare di eq. (5.12) può essere scritto come n equazioni disaccoppiate:
(5.14)
con i=1,… , n
88
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.17)
(5.19)
89
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
Con un procedimento analogo a quello esposto prima per le azioni di natura statica, si
perviene, con i passaggi elencati, ad un sistema di n equazioni disaccoppiate:
(5.26)
(5.27)
(5.28)
(5.29)
(5.32)
90
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
5.2.1.3 Ritiro
Definito il vettore come il vettore degli spostamenti causati dal ritiro nella direzione
delle azioni iperstatiche , l’equazione di congruenza al tempo risulta:
(5.33)
con (5.34)
(5.35)
Definendo le relazioni:
(5.36)
(5.37)
(5.38)
(5.39)
91
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.40)
Ottenendo:
(5.42)
92
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
Una volta determinate le variabili modali è possibile ritornare alle variabili di partenza
attraverso la relazione (5.43).
La procedura appena descritta risulta esatta dal punto di vista analitico, ma particolarmente
complessa da realizzare in quanto occorre dividere in N intervalli l’asse temporale e valutare
altrettante volte le funzioni di rilassamento . Per alleggerire i calcoli, è possibile
procedere con un diverso tipo di approccio: discretizzare numericamente l’equazione
risolvente (5.48) piuttosto che la soluzione (5.49) del problema.
discretizzando in :
(5.51)
(5.52)
93
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
Definendo:
94
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.57)
e ricordando che:
(5.58)
(5.59)
Analogamente, nel caso in cui siano applicate alla struttura delle azioni geometriche, lo
spostamento nel tempo risulta:
(5.61)
(5.62)
95
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.63)
Dalla (5.63) si evince che è necessario risolvere due problemi elastici per ottenere la
soluzione approssimata del problema.
Ricordando le relazioni con la soluzione che si avrebbe in presenza dei vincoli rigidi e la
definizione della matrice di accoppiamento:
(5.66)
(5.67)
96
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.72)
(5.73)
Occorre sostituire le eq. (5.68) e (5.76) all’interno della (5.63) per ricavare il valore delle
iperstatiche al generico tempo t.
97
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.77)
Nella (5.79) il secondo termine nella parentesi risulta positivo, quindi si conclude che le
iperstatiche modali crescono nel tempo. Tale proprietà si può osservare in (Fig. 5.1) dove si è
rappresentato l’andamento delle iperstatiche modali al variare di e al passare del tempo t.
98
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
Si determina la soluzione :
(5.81)
Ricordando la relazione con il vettore delle reazioni in presenza dei vincoli rigidi e la
definizione di matrice di accoppiamento:
(5.82)
(5.83)
Si afferma che:
(5.84)
Ripetendo dei passaggi analoghi visti nel cap. (5.3.1) si giunge al vettore soluzione :
(5.87)
Sostituendo i valori delle iperstatiche modali trovati dalle espressioni (5.85) e (5.88) nella
(5.77) e operando alcuni semplici passaggi algebrici, si ottiene:
99
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
(5.89)
Dal momento che il secondo addendo nella (5.89) è negativo, è chiaro che le iperstatiche
modali risultano decrescenti nel tempo.
Y (t) / Yer(to)
1,0
0,9
t = 7 gg
0,8
t = 20 gg
0,7 t = 100 gg
0,6 t = 100000 gg
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1,0
w
5.2 Andamento delle iperstatiche modali
Si nota come (Fig. 5.2), fissato un valore di , le iperstatiche decrescono nel tempo.
Inoltre, se si ritrova il II Teorema della Viscoelasticità Lineare, infatti, il vincolo si
comporta come rigido facendo rilassare la soluzione. Mentre se il valore
dell’iperstatica resta nullo per ogni istante di tempo, infatti, significa che la struttura diventa
isostatica.
(5.90)
Dove:
valore dello spostamento al tempo t con modulo elastico variato
valore dello spostamento al tempo con modulo elastico iniziale
valore dello spostamento al generico tempo t
100
Il problema viscoelastico per i gusci assialsimmetrici
L’espressione (5.90) risulta valida sempre, per qualunque tipologia di azione che si mantiene
costante nel tempo, sia essa di natura statica o geometrica.
Ad esempio nel caso di azioni statiche, per valutare lo spostamento si devono applicare
sulla struttura con modulo elastico variato, al generico tempo , le corrispondenti reazioni
iperstatiche determinate con la (5.76); analogamente occorre applicare le reazioni
iperstatiche alla struttura elastica per valutare lo spostamento . Successivamente si
combinano tali soluzioni attraverso la (5.63) per ottenere il generico valore di spostamento al
tempo t .
Nel caso invece di carichi di natura geometrica si effettua lo stesso procedimento,
semplicemente andando a modificare opportunamente i valori di e .
101
Applicazioni
6 Applicazioni
In questo capitolo si studiano alcuni esempi di strutture assialsimmetriche costituite prima da
materiale reologicamente omogeneo e successivamente disomogeneo. Per disomogeneità si
intende la presenza contemporanea di materiale calcestruzzo e vincoli elastici.
In particolare si sono analizzate le seguenti strutture assialsimmetriche: guscio cilindrico,
trave ad anello, guscio sferico.
Per ognuna di queste si sono presi in considerazione diverse tipologie di azioni applicate:
statiche, geometrica e ritiro del materiale.
102
Applicazioni
Si svincola la struttura rendendola isostatica e, mettendo in evidenza gli effetti di ogni singolo
contributo, si scrive la compatibilità nella direzione delle iperstatiche, attraverso il metodo
delle forze. Per semplicità di disegno rappresenta solo metà della struttura grazie
all’assialsimmetria (Fig.6.3).
103
Applicazioni
X1 (t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
X2(t) [KNm/m]
45
40
35
30
25
20
15
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Come mostrato dalle Fig. 6.4-6.5 il valore delle iperstatiche resta costante nel tempo in quanto
vige il I Teorema della Viscoelasticità Lineare.
104
Applicazioni
Si rappresentano gli andamenti delle azioni interne lungo l’ascissa della parete del cilindro.
Per ogni azione interna è stata effettuata la sovrapposizione degli effetti, rappresentando il
contributo di ogni singolo effetto. Inoltre essendo le azioni iperstatiche invariate nel tempo,
anche le azioni interne saranno costanti nel tempo e pari al valore assunto all’istante iniziale.
Mx (x,t) [KNm/m]
-40
-30
-20
-10
0 1 2 3 4 5 6 λ/2
0
M1
M2
10
M
20
30
40
50
Qx (x,t) [KN/m]
-120
-100
-80
-60
λ/2
Q1
-40
Q2
Q
-20
0 1 2 3 4 5 6
0
20
40
105
Applicazioni
Nf (x,t) [KN/m]
-1.000
-800
-600
-400 λ/2
N1
-200 N2
0 1 2 3 4 5 6 N idro
0 N
200
400
600
Si rappresentano gli spostamenti nel tempo, che per il I Teorema, saranno pari al valore
elastico, calcolato all’istante , moltiplicato per il coefficiente .
w (x,to) [mm]
-0,3
-0,2
-0,1
0 1 2 3 4 5 6
0 λ/2
w1
0,1 w2
w idro
0,2 w
0,3
0,4
0,5
w (x,t) [mm]
-0,7
-0,6
-0,5 λ/2
t = 7 gg
-0,4 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,3 t = 100 gg
t = 1000
-0,2 t = 100000
-0,1
0 1 2 3 4 5 6
0
g(x,to) [°]
-0,04
-0,03
-0,02
λ/2
-0,01 ϒ1
ϒ2
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4
0,00 ϒ idro
ϒ
0,01
0,02
0,03
107
Applicazioni
g(x,t) [°]
-0,03
-0,025
-0,02
λ/2
-0,015 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,01 t = 20 gg
t = 100 gg
-0,005 t = 1000 gg
0 1 2 3 4 5 6 t = 100000 gg
0
0,005
0,01
Si ricorda che in tutti i grafici appena esposti, sono stati riportati gli andamenti di azioni
interne e spostamenti solo per i primi sei metri di ascissa ,infatti, essendo in presenza di un
tubo lungo , gli effetti di bordo tendono ad annullarsi dopo un’ascissa . Per meglio
comprendere questo fenomeno su ogni grafico è stato riportato tale limite e si osserva che i
contributi di bordo assumono un ruolo importante solo per , mentre quando questo
viene superato tutti gli andamenti si confondono con l’integrale particolare dell’equazione
governante il problema, ovvero la soluzione provocata dai carichi esterni.
108
Applicazioni
Si procede con l’applicazione del metodo delle forze, quindi si svincola la struttura rendendola
isostatica, applicando uno alla volta i singoli contributi.
109
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
900
800
700
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-100
-200
-300
-400
-500
-600
110
Applicazioni
Mx (x,t0) [KNm/m]
-600
-500
-400
-300
λ/2
-200
M1
M2
-100
0 1 2 3 4 5 6 M
0
100
200
300
Mx (x,t) [KNm/m]
-600
-500
-400 λ/2
t = 7 gg
-300 t = 10 gg
t = 20 gg
-200 t = 100 gg
t = 1000 gg
-100 t = 100000 gg
0 1 2 3 4 5 6
0
100
111
Applicazioni
Qx(x,t0) [KN/m]
-400
-200
0 1 2 3 4 5 6
0
λ/2
200
Q1
Q2
400
Q
600
800
1.000
Qx (x,t) [KN/m]
-200
0 1 2 3 4 5 6
0
λ/2
200
t = 7 gg
t = 10 gg
400 t = 20 gg
t = 100 gg
t = 1000 gg
600
t = 100000 gg
800
1.000
112
Applicazioni
Nf (x,t0) [KN/m]
-8.000
-6.000
-4.000
-2.000
0 1 2 3 4 5 6 λ/2
0
N1
N2
2.000
N
4.000
6.000
8.000
10.000
Nf (x,t) [KN/m]
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
500 λ/2
t = 7 gg
1.000 t = 10 gg
t = 20 gg
1.500 t = 100 gg
t = 1000 gg
2.000 t = 100000 gg
2.500
3.000
Si riportano gli andamenti dello spostamento e della rotazione che per il II Teorema della
Viscoelasticità Lineare risultano costanti nel tempo.
113
Applicazioni
w(x,t) [mm]
-4
-3
-2
λ/2
-1
w1
0 1 2 3 4 5 6 w2
0
w
g(x,t) [°]
-0,4
-0,3
-0,2
λ/2
-0,1
ϒ1
0 1 2 3 4 5 6 ϒ2
0
ϒ
0,1
0,2
0,3
114
Applicazioni
Sh(t) [-]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Impostando la congruenza con il metodo delle forze per un materiale viscoelastico omogeneo
(vedi cap.5.1.3 ) si ricava l’equazione risolvente del problema:
X1 (t) [KN/m]
700
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
116
Applicazioni
Dalle Fig. 6.27-6.28 si osserva che le iperstatiche crescono nel tempo, coerentemente con la
deformazione imposta dal ritiro.
Si rappresentano le azioni interne e lo spostamento del guscio cilindrico al variare del tempo.
Mx(x,t) [KNm/m]
-300
-250
-200
λ/2
-150 t = 7 gg
t = 10 gg
-100 t = 20 gg
t = 100 gg
-50 t = 1000 gg
0 1 2 3 4 5 6 t = 100000 gg
0
50
100
Qx(x,t) [KN/m]
-100
0 1 2 3 4 5 6
0
100
λ/2
200 t = 7 gg
t = 10 gg
300 t = 20 gg
t = 100 gg
400 t = 1000 gg
t = 100000 gg
500
600
700
117
Applicazioni
Nf(x,t) [KN/m]
-3.500
-3.000
-2.500
t = 7 gg
t = 10 gg
-2.000
t = 20 gg
t = 100 gg
-1.500
t = 1000 gg
t = 100000 gg
-1.000
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
w(x,t) [mm]
0 1 2 3 4 5 6
0
0,2
0,4 t = 7 gg
t = 10 gg
0,6 t = 20 gg
t = 100 gg
0,8 t = 1000 gg
t = 100000 gg
1
1,2
1,4
118
Applicazioni
Si riporta il confronto delle iperstatiche risolventi ottenute con i due diversi approcci.
X1 (t) [KN/m]
700
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
119
Applicazioni
Dalle Fig. 6.33-6.34 si evince come le due soluzioni, pur presentando lo stesso andamento
crescente, non sono sovrapponibili.
Si effettua il confronto delle azioni interne e dello spostamento del guscio cilindrico
nell’istante di tempo valutati con i due approcci.
Mx(x,t∞) [KNm/m]
-300
-250
-200
-150
-100
-50
0 1 2 3 4 5 6
0
50
100
M M con Simpson
Qx(x,t∞) [KN/m]
-100
0 1 2 3 4 5 6
0
100
200
300
400
500
600
700
Q Q con Simpson
120
Applicazioni
Nf(x,t∞) [KN/m]
-3.500
-3.000
-2.500
-2.000
-1.500
-1.000
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
N N con Simpson
w(x,t∞) [mm]
0 1 2 3 4 5 6
0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,2
1,4
w w con Simpson
Si evince che gli andamenti di spostamento e azioni interne ottenuti con Simpson mostrano la
stessa forma della soluzione precedente, discostandosi leggermente in intensità.
121
Applicazioni
Si considerano come iperstatiche le forze e agenti nei vincoli elastici (Fig. 6.40), pertanto
la soluzione si ricava dall’equazione (5.19):
122
Applicazioni
Avendo ipotizzato dei valori per e per , è possibile calcolare la matrice di accoppiamento
e le matrici , .
Si riportano gli andamenti delle due iperstatiche trovate al variare del tempo.
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
-80
-90
-100
X2(t) [KNm/m]
40
35
30
25
20
15
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Si rappresentano gli andamenti delle azioni interne lungo l’ascissa della parete del cilindro.
Tali grandezze sono state rappresentate in corrispondenza dell’istante di tempo iniziale
e poi al variare del tempo .
Mx (x,t0) [KNm/m]
-20
-15
-10
-5
0 1 2 3 4 5 6 λ/2
0
M1
M2
5
M
10
15
20
25
Mx (x,t) [KNm/m]
-15
-10
-5
0 1 2 3 4 5 6
0
5
λ/2
10 t = 7 gg
15 t = 10 gg
t = 100000 gg
20
25
30
35
40
124
Applicazioni
Qx (x,t0) [KN/m]
-70
-60
-50
-40
λ/2
-30
Q1
Q2
-20
Q
-10
0 1 2 3 4 5 6
0
10
20
Qx (x,t) [KN/m]
-100
-80
-60
λ/2
t = 7 gg
-40
t = 10 gg
t = 100000 gg
-20
0 1 2 3 4 5 6
0
20
125
Applicazioni
Nf(x,t0) [KN/m]
-800
-600
-400
λ/2
-200 N1
0 1 2 3 4 5 6 N2
0 N idro
N
200
400
600
Nf (x,t) [KN/m]
0 1 2 3 4 5 6
0
200
λ/2
400
t = 7 gg
t = 10 gg
600
t = 20 gg
800 t = 100 gg
t = 1000 gg
1.000 t = 100000 gg
1.200
1.400
126
Applicazioni
w (x,t0) [mm]
-0,30
-0,20
-0,10
λ/2
w1
0 1 2 3 4 5 6
0,00 w2
w idro
w
0,10
0,20
0,30
w(x,t) [mm]
-0,7
-0,6
-0,5 λ/2
t = 7 gg
-0,4 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,3 t = 100 gg
t = 1000 gg
-0,2 t = 100000 gg
-0,1
0 1 2 3 4 5 6
0
127
Applicazioni
g(x,t0) [°]
-0,020
-0,015
-0,010
-0,005 λ/2
ϒ1
0 1 2 3 4 5 6
0,000 ϒ2
ϒ idro
0,005 ϒ
0,010
0,015
0,020
g(x,t) [°]
-0,025
-0,02
-0,015 λ/2
t = 7 gg
-0,01 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,005 t = 100 gg
t = 1000 gg
0 1 2 3 4 5 6
0 t = 100000 gg
0,005
0,01
128
Applicazioni
X1 [KN/m]
0
-10 1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-30
-40
-50
-60
-70
-80
-90
-100
X1 X1 con Trost
X2 [KNm/m]
40
35
30
25
20
15
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2 X2 con trost
129
Applicazioni
Mx (x,t) [KNm/m]
-15
-10
-5
0 1 2 3 4 5 6
0
5
λ/2
10 t = 7 gg
15 t = 10 gg
t = 100000 gg
20
25
30
35
40
Qx (x,t) [KN/m]
-140
-120
-100
-80
λ/2
-60 t = 7 gg
t = 10 gg
-40 t = 100 gg
t = 100000 gg
-20
0 1 2 3 4 5 6
0
20
40
130
Applicazioni
Nf (x,t) [KN/m]
0 1 2 3 4 5 6
0
200
400
λ/2
t = 7 gg
600
t = 10 gg
t = 100 gg
800
t = 100000 gg
1.000
1.200
1.400
w(x,t) [mm]
-0,70
-0,60
-0,50
λ/2
-0,40 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,30 t = 100 gg
t = 100000 gg
-0,20
-0,10
0 1 2 3 4 5 6
0,00
131
Applicazioni
g(x,t) [°]
-0,025
-0,02
-0,015
λ/2
-0,01 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,005 t = 100 gg
t = 100000 gg
0 1 2 3 4 5 6
0
0,005
0,01
Come si evince dai grafici precedenti, la soluzione ottenuta con il Teorema Fondamentale
approssima molto bene la soluzione esatta, sia in termini di azioni interne che in termini di
spostamento.
132
Applicazioni
Si svincola la struttura rendendola isostatica, e si considerano uno alla volta i vari contributi.
Si considerano come iperstatiche le forze e agenti nei vincoli elastici (Fig. 6.61), pertanto
la soluzione si ricava dall’equazione (5.32):
133
Applicazioni
Si riportano gli andamenti delle due iperstatiche trovate al variare del tempo.
X1 [KN/m]
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
X2 [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
-350
134
Applicazioni
Si rappresentano gli andamenti delle azioni interne lungo l’ascissa della parete del cilindro.
Tali grandezze sono state rappresentate in corrispondenza dell’istante di tempo iniziale
e poi al variare del tempo .
Mx (x,t0) [KNm/m]
-350
-300
-250
-200
-150
λ/2
-100 M1
-50 M2
0 1 2 3 4 5 6 M
0
50
100
150
200
Mx (x,t) [KNm/m]
-350
-300
-250
λ/2
-200 t = 7 gg
t = 10 gg
-150 t = 20 gg
t = 100 gg
-100 t = 1000 gg
t = 100000 gg
-50
0 1 2 3 4 5 6
0
50
135
Applicazioni
Qx (x,t0) [KN/m]
-200
-100
0 1 2 3 4 5 6
0
100
λ/2
Q1
200
Q2
Q
300
400
500
600
Qx (x,t) [KN/m]
-100
0 1 2 3 4 5 6
0
100 λ/2
t = 7 gg
200 t = 10 gg
t = 20 gg
300 t = 100 gg
t = 1000 gg
400 t = 100000 gg
500
600
136
Applicazioni
Nf (x,t0) [KN/m]
-5.000
-4.000
-3.000
-2.000
-1.000
0 1 2 3 4 5 6 λ/2
0 N1
1.000 N2
N
2.000
3.000
4.000
5.000
6.000
Nf (x,t) [KN/m]
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
500 λ/2
t = 7 gg
1.000 t = 10 gg
t = 20 gg
1.500 t = 100 gg
t = 1000 gg
2.000 t = 100000 gg
2.500
3.000
137
Applicazioni
w(x,t0 ) [mm]
-2,5
-2,0
-1,5
-1,0
λ/2
-0,5
w1
0 1 2 3 4 5 6
w2
0,0
w
0,5
1,0
1,5
2,0
w(x,t) [mm]
-1,2
-1
-0,8 λ/2
t = 7 gg
-0,6 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,4 t = 100 gg
t = 1000 gg
-0,2 t = 100000 gg
0 1 2 3 4 5 6
0
0,2
138
Applicazioni
g(x,t0) [°]
-0,25
-0,2
-0,15
-0,1
ϒ1
-0,05
ϒ2
0 1 2 3 4 5 6
ϒ
0
λ/2
0,05
0,1
0,15
0,2
g(x,t) [°]
-0,12
-0,10
-0,08
λ/2
-0,06
t = 7 gg
-0,04 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,02 t = 100 gg
0 1 2 3 4 5 6
t = 1000 gg
0,00
t = 100000 gg
0,02
0,04
0,06
139
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X1 X1 con Trost
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
-350
X2 X2 con Trost
Mx (x,t) [KNm/m]
-350
-300
-250
-200 λ/2
t = 7 gg
-150 t = 10 gg
t = 100 gg
-100 t = 100000 gg
-50
0 1 2 3 4 5 6
0
50
Qx (x,t) [KN/m]
-100
0 1 2 3 4 5 6
0
100
λ/2
200 t = 7 gg
t = 10 gg
300 t = 100 gg
t = 100000 gg
400
500
600
141
Applicazioni
Nf(x,t) [KN/m]
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
500
λ/2
1.000 t = 7 gg
t = 10 gg
1.500 t = 100 gg
t = 100000 gg
2.000
2.500
3.000
w(x,t) [mm]
-1,2
-1
-0,8
λ/2
-0,6 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,4 t = 100 gg
t = 100000 gg
-0,2
0 1 2 3 4 5 6
0
0,2
142
Applicazioni
g(x,t) [°]
-0,12
-0,10
-0,08
-0,06
λ/2
-0,04 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,02 t = 100 gg
0 1 2 3 4 5 6
t = 100000 gg
0,00
0,02
0,04
0,06
143
Applicazioni
Sh(t) [-]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
144
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
-180
145
Applicazioni
Mx (x,t) [KNm/m]
-200
-150
λ/2
t = 7 gg
-100
t = 10 gg
t = 20 gg
t = 100 gg
-50
t = 1000 gg
t = 100000 gg
0 1 2 3 4 5 6
0
50
Qx (x,t) [KN/m]
-100
-50
0 1 2 3 4 5 6
0
50 λ/2
100 t = 7 gg
t = 10 gg
150
t = 20 gg
200
t = 100 gg
250 t = 1000 gg
300 t = 100000 gg
350
400
450
146
Applicazioni
Nf(x,t) [KN/m]
-4.500
-4.000
-3.500
-3.000 t = 7 gg
t = 10 gg
-2.500
t = 20 gg
t = 100 gg
-2.000
t = 1000 gg
-1.500 t = 100000 gg
-1.000
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
Dalle Fig. 6.85-6.86-6.87 si noti come le azioni interne risultano più gravose con il passare del
tempo, coerentemente con la deformazione da ritiro.
w(x,t) [mm]
0 1 2 3 4 5 6
0,0
0,2
0,4
t = 7 gg
0,6
t = 10 gg
0,8 t = 20 gg
t = 100 gg
1,0
t = 1000 gg
1,2 t = 100000 gg
1,4
1,6
1,8
Come già osservato nel cap.(6.1.3), la soluzione mostrata ha richiesto un notevole sforzo
computazionale. Si confronta la soluzione precedente con la soluzione ottenuta
approssimando l’equazione governante il problema con una procedura alla Simpson.
Si riporta il confronto delle reazioni iperstatiche ottenute con i due diversi approcci.
X1(t) [KN/m]
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X1 X1 con Simpson
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
-180
X2 X2 con Simpson
Si osserva dalle Fig. 6.89-6.90 che le soluzioni non sono perfettamente sovrapponibili.
Si confrontano anche le azioni interne e lo spostamento ottenuti con i due differenti approcci
nell’istante di tempo .
148
Applicazioni
Mx (x,t∞) [KNm/m]
-200
-150
-100
-50
0 1 2 3 4 5 6
0
50
M M con Simpson
Qx (x,t∞) [KN/m]
-50
0 1 2 3 4 5 6
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
Q Q con Simpson
149
Applicazioni
Nf(x,t∞) [KN/m]
-4.500
-4.000
-3.500
-3.000
-2.500
-2.000
-1.500
-1.000
-500
0 1 2 3 4 5 6
0
N N con Simpson
w(x,t∞) [mm]
0 1 2 3 4 5 6
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
1,2
1,4
1,6
1,8
w w con Simpson
150
Applicazioni
b) non omogeneo
a) omogeneo
151
Applicazioni
Attraverso l’applicazione del metodo delle forze, mettendo in evidenza gli effetti di ogni
singolo contributo (Fig. 6.98), si scrive la compatibilità nella direzione delle iperstatiche.
152
Applicazioni
con:
X1(t) [KN/m]
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
16
14
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Dalle Fig. 6.99-6.100 si evince che il valore delle iperstatiche risulta pari alle azioni esterne,
ovvero la reazione iperstatica è pari ad , mentre l’iperstatica è pari alla somma di
ed . Quest’ultima osservazione ci porta a concludere che sia le azioni interne e sia gli
spostamenti sono nulli.
153
Applicazioni
Si procede con l’applicazione del metodo delle forze svincolando la struttura rendendola
isostatica e si applicano uno alla volta i singoli contributi.
Per la risoluzione di tale struttura si sfrutta il II Teorema della Viscoelasticità Lineare, dal
momento che siamo in presenza di un materiale omogeneo sottoposto ad geometriche, per
questo si determina dapprima la soluzione elastica:
con:
154
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
-350
-400
-450
-500
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
-80
-90
Si riportano quindi gli andamenti delle azioni interne ed al variare del tempo.
155
Applicazioni
N(t) [KN]
2.000
1.800
1.600
1.400
1.200
1.000
800
600
400
200
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
W(t) [KNm]
45
40
35
30
25
20
15
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Come osservato dalle Fig. 6.105-6.106 si evince che anche le azioni interne variano secondo la
funzione di rilassamento, questo è corretto in quanto ci troviamo in presenza di un materiale
omogeneo soggetto ad azioni geometriche pertanto vige il II Teorema della Viscoelasticità
Lineare.
Lo spostamento della trave ad anello sarà costante nel tempo e pari a quello imposto dai
cedimenti vincolari, come mostrato in Fig. 6.107.
156
Applicazioni
157
Applicazioni
Sh(t) [-]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Per determinare le reazioni che si hanno alla base della trave occorre rendere isostatica la
struttura ed applicare la sovrapposizione degli effetti:
Impostando la congruenza con il metodo delle forze per un materiale viscoelastico omogeneo
(cap.5.1.3), si ricava l’equazione risolvente scritta in forma matriciale del problema:
158
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-100
-200
-300
-400
-500
-600
-700
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
159
Applicazioni
N(t) [KNm]
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Dalla Fig. 6.112 si osserva come anche l’azione assiale cresce nel tempo come diretta
conseguenza della modellazione del ritiro, anch’esso crescente. Per quanto riguarda il
momento flettente esso risulta nullo per ogni istante di tempo, infatti l’azione iperstatica
,dotata di eccentricità, si dovrà equilibrare alla rotazione con l’azione iperstatica .
Come già osservato nel cap.(6.1.3), la soluzione mostrata ha richiesto un notevole sforzo
computazionale. Si confronta la soluzione precedente con la soluzione ottenuta
approssimando l’equazione governante il problema con una procedura alla Simpson.
Si riporta il confronto delle iperstatiche risolventi ottenute con i due diversi approcci.
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-100
-200
-300
-400
-500
-600
-700
X1 X1 con Simpson
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
X2 X2 con Simpson
Dalle Fig. 6.113-6.114 si evince come le due soluzioni, pur presentando lo stesso andamento
crescente nel tempo, non sono sovrapponibili.
Si effettua il confronto dell’azione assiale nel tempo, valutata con i due approcci.
N(t) [KNm]
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
N N con Simpson
Si evince che l’azione assiale ottenuta con Simpson mostra la stessa forma della soluzione
precedente, ma si discosta leggermente in intensità.
161
Applicazioni
Si procede con l’applicazione del metodo delle forze, quindi si svincola la struttura rendendola
isostatica, applicando uno alla volta i singoli contributi.
Si considerano come iperstatiche le forze e agenti nei vincoli elastici (Fig. 6.117),
pertanto la soluzione si ricava dall’equazione (5.19):
con:
162
Applicazioni
, .
Si riportano gli andamenti delle due iperstatiche trovate al variare del tempo.
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-8
X2(t) [KNm/m]
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
163
Applicazioni
N(t) [KN]
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
W(t) [KNm]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-8
-9
164
Applicazioni
Δ(t) [mm]
0,40
0,35
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
g(t) [°]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,02
-0,04
-0,06
-0,08
-0,10
-0,12
Si schematizza in Fig. 6.124 l’andamento della deformata della trave ad anello al variare del
tempo.
165
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-8
166
Applicazioni
X2(t) [KNm/m]
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Come si evince dai grafici appena riportati, la soluzione approssimata ottenuta mediante il
Teorema Fondamentale segue praticamente lo stesso andamento della soluzione esatta.
N(t) [KN]
80
70
60
50
40
30
20
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
167
Applicazioni
W(t) [KNm]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1
-2
-3
-4
-5
-6
-7
-8
-9
Δ(t) [mm]
0,40
0,35
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
168
Applicazioni
g(t) [°]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,02
-0,04
-0,06
-0,08
-0,10
-0,12
Come si evince dai grafici precedenti, la soluzione ottenuta con il Teorema Fondamentale
approssima molto bene la soluzione esatta, sia in termini di azioni interne che in termini di
spostamento.
169
Applicazioni
Si procede con l’applicazione del metodo delle forze, quindi si svincola la struttura rendendola
isostatica, applicando uno alla volta i singoli contributi.
Si considerano come iperstatiche le forze e agenti nei vincoli elastici (Fig. 6.132),
pertanto la soluzione si ricava dall’equazione (5.32):
con:
170
Applicazioni
Si riportano gli andamenti delle due iperstatiche trovate al variare del tempo.
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-2
-4
-6
-8
-10
-12
-14
-16
171
Applicazioni
N(t) [KN]
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
W(t) [KNm]
60
50
40
30
20
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
172
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-2
-4
-6
-8
-10
-12
-14
-16
Come si evince dai grafici appena riportati, la soluzione approssimata ottenuta mediante il
Teorema Fondamentale segue praticamente lo stesso andamento della soluzione esatta.
173
Applicazioni
N(t) [KN]
600
500
400
300
200
100
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
W(t) [KNm]
60
50
40
30
20
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Dalle Fig. 6.139-6.140 si evince come i due tipi di approccio, esatto ed approssimato, portano
praticamente alla stessa soluzione.
174
Applicazioni
Sh(t) [-]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
175
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
X2(t) [KNm/m]
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,5
-1,0
-1,5
-2,0
-2,5
-3,0
-3,5
-4,0
-4,5
-5,0
Si rappresentano le azioni interne della trave ad anello al variare del tempo di osservazione. Si
riportano di seguito gli andamenti dell’azione assiale e del momento flettente nel corso del
tempo.
176
Applicazioni
N(t) [KN]
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
W(t) [KNm]
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Si evince dalle Fig. 6.145-6.146 che le azioni interne alla trave crescono in maniera monotona
nel tempo, coerentemente con la deformazione da ritiro imposta alla struttura.
Si riportano gli andamenti dello spostamento e della rotazione della sezione al variare del
tempo.
177
Applicazioni
Δ(t) [mm]
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,2
-0,4
-0,6
-0,8
-1,0
-1,2
-1,4
-1,6
-1,8
g(t) [°]
0,009
0,008
0,007
0,006
0,005
0,004
0,003
0,002
0,001
0,000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Come già osservato nel cap.(6.1.3), la soluzione mostrata ha richiesto un notevole sforzo
computazionale. Si confronta la soluzione precedente con la soluzione ottenuta
approssimando l’equazione governante il problema con una procedura alla Simpson.
La soluzione cercata del problema disaccoppiato è data dalla seguente discretizzazione:
178
Applicazioni
Si riporta il confronto delle reazioni iperstatiche ottenute con i due diversi approcci.
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
X1 X1 con Simpson
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1
-2
-3
-4
-5
-6
X2 X2 con Simpson
Si osserva dalle Fig. 6.149-6.150 che la soluzione alla Simpson segue lo stesso andamento
della soluzione precedente, registrando però delle leggere incongruenze dal punto di vista
della precisione.
179
Applicazioni
N(t) [KN]
250
200
150
100
50
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
W(t) [KNm]
35
30
25
20
15
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Si riportano gli andamenti dello spostamento e della rotazione della sezione, ottenuti con i
due diversi approcci.
180
Applicazioni
Δ(t) [mm]
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,2
-0,4
-0,6
-0,8
-1,0
-1,2
-1,4
-1,6
-1,8
Δ Δ con Simpson
g(t) [°]
0,08
0,07
0,06
0,05
0,04
0,03
0,02
0,01
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
ϒ ϒ con Simpson
Dai grafici precedenti si evince come i due approcci portano a risultati differenti, pur
presentando lo stesso andamento nel tempo. Infatti procedendo con la soluzione
approssimata alla Simpson si avranno nel complesso delle soluzioni che si discostano con la
soluzione precedente.
181
Applicazioni
182
Applicazioni
183
Applicazioni
Essendo l’angolo occorre trattare con attenzione l’effetto del carico esterno.
Indicando con V la reazione verticale del carrello dovuta al peso proprio, si scompone in una
forza H orizzontale ed una forza S diretta come il lembo di guscio sferico alla base (vedi Fig.
6.159).
Si applicano tali forze al guscio sferico, che grazie all’assialsimmetria può essere
rappresentato con una sola metà.
Si evince in Fig. 6.160 che il contributo dato da S è puramente membranale, mentre H genera
un comportamento flessionale. Entrambe le forze S ed H sono note in quanto derivanti dalla
reazione V del carrello che può essere subito determinata dall’equilibrio verticale del guscio
sferico.
A questo punto è possibile imporre la congruenza su spostamenti e rotazioni alla base del
guscio per poter determinare le azioni iperstatiche. Essendo in presenza di un materiale
viscoelastico omogeneo sottoposto ad azioni statiche, si utilizza il I Teorema della
Viscoelasticità Lineare; si valuta quindi la soluzione elastica:
con:
184
Applicazioni
Dove si è indicato con e lo spostamento e la rotazione dovuti all’azione S alla base del
guscio, mentre con e gli spostamenti dovuti all’azione H. Tali coefficienti hanno le
seguenti espressioni:
X1 (t) [KN/m]
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
185
Applicazioni
Si rappresentano gli andamenti delle azioni interne lungo l’ascissa curvilinea del guscio
sferico, che ha origine in corrispondenza del vincolo. Essendo le azioni iperstatiche invariate
nel tempo, anche le azioni interne saranno costanti e pari al valore che assumono nell’istante
di tempo iniziale con un analisi elastica.
Mf(s,t) [KNm/m]
-8
-6
-4
λ/2
-2 M1
M2
0 2 4 6 8 10
0 MH
M
2
Qf (s,t) [KN/m]
-20
-15
-10
λ/2
-5 Q1
Q2
0 2 4 6 8 10
0 QH
Q
5
10
15
186
Applicazioni
Nf(s,t) [KN/m]
-50
-40
-30 λ/2
N1
N2
-20
NH
Nq
-10 N
0 2 4 6 8 10
0
10
Nq [KN/m]
-250
-200
-150
-100 λ/2
N1
-50
N2
0 2 4 6 8 10
NH
0
Nq
50 N
100
150
200
Secondo il I Teorema della Viscoelasticità Lineare, gli spostamenti nel tempo saranno pari al
loro valore elastico, valutato all’istante moltiplicati per il coefficiente .
187
Applicazioni
x(s,t0) [mm]
0,15
0,1
0,05
λ/2
0 ξ1
0 2 4 6 8 10
ξ2
-0,05
ξH
-0,1 ξq
ξ
-0,15
-0,2
-0,25
x(s,t) [mm]
0,05
0,04
0,03
λ/2
0,02 t = 7 gg
t = 10 gg
0,01 t = 20 gg
t = 100 gg
0 t = 1000
0 2 4 6 8 10
t = 100000
-0,01
-0,02
-0,03
188
Applicazioni
189
Applicazioni
Dal momento che non sono presenti carichi di natura statica, dall’equilibrio del guscio sferico
in verticale, risulta , quindi in questo caso non è necessario scomporre la reazione del
carrello in ed in quanto entrambe risulterebbero nulle. Gli unici contributi che abbiamo
nel caso in cui si applicano delle azioni geometriche risultano di natura flessionale.
con:
X1 (t) [KN/m]
400
350
300
250
200
150
100
50
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
190
Applicazioni
X2(t) [KNm/m]
350
300
250
200
150
100
50
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Per le azioni interne si riportano inizialmente gli andamenti ottenuti all’istante iniziale
, ottenuti con la sovrapposizione degli effetti, successivamente al variare nel tempo.
Mf(s,t0) [KNm/m]
-200
-150
-100
-50
0 2 4 6 8 10
0
λ/2
50 M1
100 M2
M
150
200
250
300
350
191
Applicazioni
Mf(s,t) [KNm/m]
-50
0 2 4 6 8 10
0
50
λ/2
100 t = 7 gg
t = 10 gg
150 t = 20 gg
t = 100 gg
200 t = 1000
t = 100000
250
300
350
Qf(s,t0) [KN/m]
-400
-350
-300
-250
-200
λ/2
-150 Q1
-100 Q2
Q
-50
0 2 4 6 8 10
0
50
100
150
192
Applicazioni
Qf(s,t) [KN/m]
-400
-350
-300
λ/2
-250
t = 7 gg
-200 t = 10 gg
t = 20 gg
-150 t = 100 gg
t = 1000 gg
-100
t = 100000 gg
-50
0 2 4 6 8 10
0
50
Nf(s,t0) [KN/m]
-100
-80
-60
-40 λ/2
N1
-20
N2
0 2 4 6 8 10
0 N
20
40
60
193
Applicazioni
Nf(s,t) [KN/m]
-100
-80
λ/2
-60
t = 7 gg
t = 10 gg
-40 t = 20 gg
t = 100 gg
t = 1000 gg
-20
t = 100000 gg
0 2 4 6 8 10
0
20
Nq(s,t0) [KN/m]
-6.000
-5.000
-4.000
-3.000
-2.000 λ/2
N1
-1.000
0 2 4 6 8 10 N2
0 N
1.000
2.000
3.000
4.000
194
Applicazioni
Nq(s,t) [KN/m]
-1.800
-1.600
-1.400
-1.200 λ/2
t = 7 gg
-1.000
t = 10 gg
-800 t = 20 gg
t = 100 gg
-600
t = 1000 gg
-400 t = 100000 gg
-200
0 2 4 6 8 10
0
200
Si riporta l’andamento dello spostamento che per il II Teorema della Viscoelasticità Lineare
risulta costante nel tempo.
x(s,t0) [mm]
4
1
λ/2
0
ξ1
0 2 4 6 8 10
ξ2
-1
ξ
-2
-3
-4
-5
195
Applicazioni
Sh(t) [-]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Nel caso di struttura isostatica il ritiro provocherebbe un accorciamento radiale del guscio
(Fig. 6.184).
Per determinare le reazioni vincolari del guscio sferico dovute al ritiro occorre rendere
isostatica la struttura ed applicare la sovrapposizione degli effetti:
196
Applicazioni
Impostando la congruenza con il metodo delle forze per un materiale viscoelastico omogeneo
(vedi cap.5.1.3 ), si ricava l’equazione risolvente scritta in forma matriciale del problema:
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
-350
-400
-450
-500
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
197
Applicazioni
Si rappresentano le azioni interne del guscio sferico in funzione dell’ascissa curvilinea allo
scorrere del tempo.
Mf (s,t) [KNm/m]
-300
-250
-200 λ/2
t = 7 gg
-150
t = 10 gg
-100 t = 20 gg
t = 100 gg
-50
t = 1000 gg
0 2 4 6 8 10
0 t = 100000 gg
50
100
Qf(s,t) [KN/m]
-100
-50
0 2 4 6 8 10
0
50 λ/2
100 t = 7 gg
t = 10 gg
150
t = 20 gg
200
t = 100 gg
250 t = 1000 gg
300 t = 100000 gg
350
400
450
198
Applicazioni
Nf(s,t) [KN/m]
-40
-20
0 2 4 6 8 10
0
λ/2
20 t = 7 gg
t = 10 gg
40 t = 20 gg
t = 100 gg
60 t = 1000 gg
t = 100000 gg
80
100
120
Nq (s,t) [KN/m]
-500
0 2 4 6 8 10
0
500 λ/2
t = 7 gg
1.000 t = 10 gg
t = 20 gg
1.500 t = 100 gg
t = 1000 gg
2.000 t = 100000 gg
2.500
3.000
199
Applicazioni
x(s,t) [mm]
0,00
0 2 4 6 8 10
-0,50
-1,00 t = 7 gg
t = 10 gg
t = 20 gg
-1,50
t = 100 gg
t = 1000 gg
-2,00 t = 100000 gg
-2,50
-3,00
La deformazione imposta dal ritiro aumenta allo scorrere del tempo, infatti si osserva come
anche le azioni interne del guscio sferico crescono di intensità nel tempo.
La soluzione appena mostrata ha richiesto un notevole dispendio di energie dal punto di vista
del calcolo numerico, in quanto, è stato necessario discretizzare l’asse temporale in N
intervalli di tempo e calcolare altrettante funzioni di rilassamento . Si opera un
confronto tra la soluzione precedente e la soluzione ottenuta approssimando l’equazione
governante il problema con una procedura numerica alla Simpson.
Si riporta il confronto delle iperstatiche risolventi ottenute con i due diversi approcci.
200
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
-50 1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-100
-150
-200
-250
-300
-350
-400
-450
-500
X1 X1 con Simpson
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-50
-100
-150
-200
-250
-300
X2 X2 con Simpson
Dalle Fig.6.193-6.194 si evince come la soluzione alla Simpson presenta lo stesso andamento
della soluzione precedente, non ottenendo però risultati sovrapponibili.
Si effettua il confronto delle azioni interne e dello spostamento del guscio sferico nell’istante
di tempo valutati con i due approcci.
201
Applicazioni
Mf (s,t∞) [KNm/m]
-300
-250
-200
-150
-100
-50
0 1 2 3 4 5 6 7 8
0
50
100
M M con Simpson
Qf(s,t∞) [KN/m]
-100
-50
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
50
100
150
200
250
300
350
400
450
Q Q con Simpson
202
Applicazioni
Nf(s,t∞) [KN/m]
-40
-20
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
20
40
60
80
100
120
N N con Simpson
Nϑ (s,t∞) [KN/m]
-500
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
N N con Simpson
203
Applicazioni
x(s,t∞) [mm]
0,0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0,5
-1,0
-1,5
-2,0
-2,5
-3,0
ξ ξ con Simpson
Si evince che gli andamenti di spostamento e azioni interne ottenuti con Simpson mostrano la
stessa forma della soluzione precedente, ma si discostano leggermente in intensità.
204
Applicazioni
Si procede con l’applicazione del metodo delle forze, quindi si svincola la struttura rendendola
isostatica.
205
Applicazioni
con:
Dove si è indicato con e lo spostamento e la rotazione dovuti all’azione S alla base del
guscio, mentre con e gli spostamenti dovuti all’azione H. Tali coefficienti hanno le
seguenti espressioni:
matrici , .
Si riportano gli andamenti delle due iperstatiche trovate al variare del tempo.
206
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,50
-1,00
-1,50
-2,00
-2,50
-3,00
-3,50
-4,00
-4,50
Si rappresentano gli andamenti delle azioni interne lungo l’ascissa curvilinea del guscio
sferico. Tali grandezze sono state rappresentate prima in corrispondenza dell’istante di tempo
in modo da vedere la sovrapposizione degli effetti e poi al variare del tempo .
207
Applicazioni
Mf(s,t0) [KNm/m]
-5
-4
-3
-2
λ/2
-1
M1
0 2 4 6 8 10
0 M2
MH
1
M
2
Mf (s,t) [KNm/m]
-5
-4
λ/2
-3
t = 7 gg
t = 10 gg
-2 t = 20 gg
t = 100 gg
t = 1000 gg
-1
t = 100000 gg
0 2 4 6 8 10
0
208
Applicazioni
Qf(s,t0) [KN/m]
-8
-6
-4
-2
0 2 4 6 8 10
0 λ/2
Q1
2
Q2
4
QH
6 Q
10
12
14
Qf(s,t) [KN/m]
-1
0 2 4 6 8 10
0
1
λ/2
2 t = 7 gg
t = 10 gg
3 t = 20 gg
t = 100 gg
4 t = 1000 gg
t = 100000 gg
5
209
Applicazioni
Nf(s,t0) [KN/m]
-50
-40
-30
λ/2
N1
-20
N2
NH
-10
Nq
0 2 4 6 8 10 N
0
10
20
Nf(s,t) [KN/m]
-50
-45
λ/2
t = 7 gg
-40
t = 10 gg
t = 20 gg
t = 100 gg
-35
t = 1000 gg
t = 100000 gg
-30
0 2 4 6 8 10
-25
210
Applicazioni
Nϑ(s,t0) [KN/m]
-100
-50
0 2 4 6 8 10 λ/2
0
N1
N2
50
NH
Nq
100
N
150
200
Nϑ (s,t) [KN/m]
-40
-20
λ/2
0 2 4 6 8 10
0 t = 7 gg
t = 10 gg
20 t = 20 gg
t = 100 gg
40 t = 1000 gg
t = 100000 gg
60
80
211
Applicazioni
x(s,t0) [mm]
0,15
0,1
λ/2
0,05 ξ1
ξ2
ξH
0 ξq
0 2 4 6 8 10
ξ
-0,05
-0,1
x(s,t) [mm]
0,14
0,12
0,1
λ/2
0,08
t = 7 gg
0,06 t = 10 gg
t = 20 gg
0,04 t = 100 gg
t = 1000 gg
0,02
t = 100000 gg
0
0 2 4 6 8 10
-0,02
-0,04
212
Applicazioni
X1 [KN/m]
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X1 X1 con Trost
X2 [KNm/m]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1,00
-2,00
-3,00
-4,00
-5,00
X2 X2 con trost
Come si evince dai grafici riportati, le due soluzioni sono praticamente sovrapponibili.
213
Applicazioni
Mf(s,t) [KNm/m]
-5
-4
-3
λ/2
t = 7 gg
-2 t = 10 gg
t = 100 gg
t = 100000 gg
-1
0 2 4 6 8 10
0
Qf(s,t) [KN/m]
-1
0 2 4 6 8 10
0
2 λ/2
t = 7 gg
3 t = 10 gg
t = 100 gg
4 t = 100000 gg
Nf(s,t) [KN/m]
-50
-45
λ/2
-40
t = 7 gg
t = 10 gg
t = 100 gg
-35
t = 100000 gg
-30
0 2 4 6 8 10
-25
Nq (x,t) [KN/m]
-40
-20
0 2 4 6 8 10
0
λ/2
t = 7 gg
20 t = 10 gg
t = 100 gg
t = 100000 gg
40
60
80
215
Applicazioni
x(s,t) [mm]
0,14
0,12
0,1
0,08
λ/2
0,06 t = 7 gg
t = 10 gg
0,04 t = 100 gg
t = 100000 gg
0,02
0
0 2 4 6 8 10
-0,02
-0,04
Come si evince dai grafici precedenti, la soluzione ottenuta con il Teorema Fondamentale
approssima molto bene la soluzione esatta, sia in termini di azioni interne che in termini di
spostamento. Quest’osservazione consente di affermare che, nel caso in cui non si voglia
spendere un elevato onere computazionale, si può utilizzare la soluzione approssimata in
quanto permette di arrivare a risultati di buona affidabilità e precisione..
216
Applicazioni
Si procede con l’applicazione del metodo delle forze svincolando la struttura in modo da
renderla isostatica.
con:
Si riportano gli andamenti delle due iperstatiche trovate al variare del tempo.
X1(t) [KN/m]
120
100
80
60
40
20
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Si rappresentano gli andamenti delle azioni interne lungo l’ascissa curvilinea del guscio
sferico. Tali grandezze sono state rappresentate prima nell’istante e successivamente
al variare del tempo .
Mf(s,t0) [KNm/m]
-100
-50
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
λ/2
M1
50
M2
M
100
150
200
Mf(s,t) [KNm/m]
-20
0 2 4 6 8 10
0
20
40 λ/2
t = 7 gg
60
t = 10 gg
80 t = 20 gg
t = 100 gg
100
t = 1000 gg
120 t = 100000 gg
140
160
180
219
Applicazioni
Qf(s,t0) [KN/m]
-120
-100
-80
-60 λ/2
Q1
-40
Q2
-20 Q
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
20
40
Qf(s,t) [KN/m]
-120
-100
-80 λ/2
t = 7 gg
-60 t = 10 gg
t = 20 gg
-40 t = 100 gg
t = 1000 gg
-20 t = 100000 gg
0 2 4 6 8 10
0
20
220
Applicazioni
Nf(s,t0) [KN/m]
-40
-30
-20
λ/2
N1
-10
N2
0 2 4 6 8 10 N
0
10
20
Nf(s,t) [KN/m]
-45
-35
λ/2
-25
t = 7 gg
t = 10 gg
-15 t = 20 gg
t = 100 gg
t = 1000 gg
-5
0 2 4 6 8 10 t = 100000 gg
15
221
Applicazioni
Nq(s,t0) [KN/m]
-2.000
-1.500
-1.000
-500 λ/2
0 2 4 6 8 10 N1
0
N2
500 N
1.000
1.500
2.000
Nq(s,t) [KN/m]
-600
-500
-400
λ/2
-300
t = 7 gg
-200
t = 10 gg
-100 t = 20 gg
0 2 4 6 8 10
t = 100 gg
0
t = 1000 gg
100
t = 100000 gg
200
300
400
222
Applicazioni
Si riportano quindi gli andamento dello spostamento valutato nell’istante iniziale e allo
scorrere del tempo.
x(s,t0) [mm]
2
1,5
λ/2
0,5
ξ1
ξ2
0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 ξ
-0,5
-1
-1,5
x(s,t) [mm]
0,4
0,2
0 λ/2
0 2 4 6 8 10
t = 7 gg
-0,2 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,4 t = 100 gg
t = 1000 gg
-0,6 t = 100000 gg
-0,8
-1
223
Applicazioni
Si riporta in Fig. 6.237- 6.238 il confronto tra le iperstatiche esatte (curve continue) e le
iperstatiche approssimate (curve tratteggiate).
X1(t) [KN/m]
120
100
80
60
40
20
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X1 X1 con Trost
X2(t) [KNm/m]
180
160
140
120
100
80
60
40
20
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2 X2 con trost
Come si evince dai grafici appena riportati, la soluzione approssimata ottenuta mediante il
Teorema Fondamentale segue praticamente lo stesso andamento della soluzione esatta. Si
confronta la soluzione approssimata (Trost) e soluzione esatta anche in termini di azioni
224
Applicazioni
interne. Nei grafici seguenti sono riportati con curve continue gli andamenti delle azioni
interne esatte, mentre le curve tratteggiate le corrispondenti approssimate.
Mf(s,t) [KNm/m]
-20
0 2 4 6 8 10
0
20
40
λ/2
60
t = 7 gg
80 t = 10 gg
t = 100 gg
100
t = 100000 gg
120
140
160
180
Qf(s,t) [KN/m]
-120
-100
-80
λ/2
-60 t = 7 gg
t = 10 gg
-40 t = 100 gg
t = 100000 gg
-20
0 2 4 6 8 10
0
20
225
Applicazioni
Nf(s,t) [KN/m]
-40
-35
-30
-25
λ/2
-20
t = 7 gg
-15 t = 10 gg
t = 100 gg
-10
t = 100000 gg
-5
0 2 4 6 8 10
0
10
Nq(s,t) [KN/m]
-600
-500
-400
-300
λ/2
-200
t = 7 gg
-100 t = 10 gg
0 2 4 6 8 10 t = 100 gg
0
t = 100000 gg
100
200
300
400
226
Applicazioni
Si effettua anche il confronto sulla proiezione orizzontale dello spostamento del guscio sferico.
x(s,t) [mm]
0,4
0,2
0
0 2 4 6 8 10
λ/2
-0,2 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,4 t = 100 gg
t = 100000 gg
-0,6
-0,8
-1
Dai grafici sopra riportati si evince che la soluzione approssimata ottenuta con il Teorema
Fondamentale è molto vicina alla soluzione esatta con un ottimo livello di precisione.
227
Applicazioni
Sh(t) [-]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
228
Applicazioni
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
-180
X2(t) [KNm/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-10
-20
-30
-40
-50
-60
-70
-80
-90
-100
229
Applicazioni
Si procede rappresentando i diagrammi delle azioni interne sul guscio sferico in funzione
dell’ascissa curvilinea allo scorrere del tempo.
Mf (s,t) [KNm/m]
-110
-90
-70 λ/2
t = 7 gg
-50 t = 10 gg
t = 20 gg
-30 t = 100 gg
t = 1000 gg
-10 t = 100000 gg
0 2 4 6 8 10
10
30
Qf(s,t) [KN/m]
-40
-20
0 2 4 6 8 10
0
20 λ/2
40 t = 7 gg
t = 10 gg
60
t = 20 gg
80
t = 100 gg
100 t = 1000 gg
120 t = 100000 gg
140
160
180
230
Applicazioni
Nf(s,t) [KN/m]
-20
-10
0 2 4 6 8 10
0 λ/2
t = 7 gg
10 t = 10 gg
t = 20 gg
20 t = 100 gg
t = 1000 gg
30 t = 100000 gg
40
50
Nq (s,t) [KN/m]
-200
0 2 4 6 8 10
0
200
λ/2
400 t = 7 gg
t = 10 gg
600 t = 20 gg
t = 100 gg
800 t = 1000 gg
t = 100000 gg
1.000
1.200
1.400
Si rappresenta anche lo spostamento orizzontale di ogni punto del guscio sferico, allo scorrere
del tempo di osservazione.
231
Applicazioni
x(s,t) [mm]
0,0
0 2 4 6 8 10
-0,5
-1,0
t = 7 gg
t = 10 gg
-1,5
t = 20 gg
t = 100 gg
-2,0
t = 1000 gg
t = 100000 gg
-2,5
-3,0
-3,5
Come già osservato nel cap.(6.3.3), la soluzione mostrata ha richiesto un notevole sforzo
computazionale. Si confronta la soluzione precedente con la soluzione ottenuta
approssimando l’equazione governante il problema con una procedura alla Simpson.
Si riporta il confronto delle reazioni iperstatiche ottenute con i due diversi approcci.
X1(t) [KN/m]
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-40
-60
-80
-100
-120
-140
-160
-180
X1 X1 con Simpson
232
Applicazioni
X2(t) [KNm/m]
0
-10 1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-20
-30
-40
-50
-60
-70
-80
-90
-100
X2 X2 con Simpson
Si osserva dalle Fig. 6.253-6.254 che la soluzione alla Simpson segue lo stesso andamento
della soluzione precedente, registrando però dei risultati non completamente sovrapponibili.
Si confrontano anche le azioni interne e lo spostamento ottenuti con i due differenti approcci
nell’istante di tempo .
Mf (s,t∞) [KNm/m]
-100
-80
-60
-40
-20
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
20
40
M M con Simpson
233
Applicazioni
Qf(s,t∞) [KN/m]
-40
-20
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
20
40
60
80
100
120
140
160
180
Q Q con Simpson
Nf(s,t∞) [KN/m]
-20
-10
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
10
20
30
40
50
N N con Simpson
234
Applicazioni
Nϑ (s,t∞) [KN/m]
-200
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
200
400
600
800
1.000
1.200
1.400
N N con Simpson
Si riporta il confronto dello spostamento orizzontale di ogni punto del guscio sferico, valutato
con i due differenti approcci.
x(s,t∞) [mm]
0,0
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
-0,5
-1,0
-1,5
-2,0
-2,5
-3,0
-3,5
ξ ξ con Simpson
235
Complesso strutturale
7 Complesso strutturale
Si prende in considerazione una struttura complessa viscoelastica, formata da tutte le
sottostrutture assialsimmetriche viste in precedenza, ovvero: guscio cilindrico, trave ad anello
e guscio sferico. Il guscio cilindrico è il responsabile dello sviluppo verticale di tutta la
struttura, mentre il guscio sferico ha il ruolo di copertura. Infine la trave ad anello consente la
ripartizione dei carichi tra i due gusci e permette di irrigidire gli estremi di entrambi.
In particolare si considerano due casi differenti: nel primo si considera come azione esterna
solo il peso proprio del guscio sferico (Fig. 7.1a), mentre nel secondo caso oltre a tale peso si
aggiunge la precompressione nella trave ad anello (Fig. 7.1b).
236
Complesso strutturale
237
Complesso strutturale
Dal momento che vi sono sei reazioni iperstatiche incognite, si devono cercare altrettante
equazioni per bilanciare il problema. Tali equazioni vanno cercate impostando la congruenza
tra gli estremi delle sottostrutture nei loro punti di attacco. Risulta inoltre importante notare
che, essendo ogni struttura composta da materiale viscoelastico omogeneo, è possibile
sfruttare il I Teorema della Viscoelasticità Lineare, che nella fattispecie comporta che le azioni
iperstatiche e le azioni interne non variano nel tempo e sono pari ai risultati ottenuti
mediante un analisi elastica. Per tale motivo si scrive la congruenza immaginando l’intero
complesso strutturale come se fosse costituito da materiale elastico.
(7.1)
(7.2)
(7.3)
(7.4)
(7.5)
(7.6)
Nelle equazioni sopra riportate, si è indicato ad esempio con lo somma degli spostamenti
dati da tutti i contributi presi separatamente nel punto A del guscio sferico. Occorre dunque
analizzare ogni singolo effetto per capire cosa inserire all’interno degli spostamenti e delle
rotazioni totali in corrispondenza di ogni punto di attacco tra le sottostrutture.
Prima di analizzare nel dettaglio gli spostamenti, si vuole considerare un particolare aspetto
dato dall’assialsimmetria del sistema. Infatti, grazie alla sua geometria, tutte le reazioni
verticali agenti in corrispondenza dei punti di attacco tra le varie sottostrutture risultano note
e si possono determinare procedendo con l’equilibrio verticale delle sottostrutture.
238
Complesso strutturale
(7.7)
Procedendo con l’equilibrio in verticale del guscio sferico (Fig. 7.3b) si ottiene:
(7.8)
(7.9)
239
Complesso strutturale
Dalla Fig. 7.4 si evince che la reazione incognita risulta pari a quella determinata in
precedenza agente all’estremità del guscio sferico, pertanto risulta:
(7.10)
Ai fini degli spostamenti sulla trave ad anello, la reazione appena determinata non è rilavante,
ma è necessario tenerla in considerazione in quanto essa sarà bilanciata da un’altra forza sul
guscio cilindrico, provocando in quest’ultima, uno spostamento per effetto Poisson.
(7.11)
240
Complesso strutturale
Comportamento membranale
Dal momento che l’angolo occorre trattare con attenzione l’effetto del carico
esterno. Indicando con V la reazione verticale del carrello al peso proprio, è possibile
suddividere tale reazione in una forza orizzontale ed una forza
diretta come il lembo di guscio sferico alla base (vedi Fig.7.7).
241
Complesso strutturale
(7.12)
(7.13)
(7.14)
(7.15)
Comportamento flessionale
Si studiano gli effetti dati dalle iperstatiche ed applicate al guscio sferico (Fig.7.11). Tali
forze, essendo applicate all’estremo della struttura, provocheranno solo dei contributi
flessionali.
243
Complesso strutturale
(7.16)
(7.17)
(7.18)
(7.19)
Trovati tutti i contributi necessari alla congruenza del punto A, si scrivono gli spostamenti
totali secondo la convenzione di Fig. 7.2b :
(7.20)
(7.21)
244
Complesso strutturale
245
Complesso strutturale
246
Complesso strutturale
(7.22)
(7.23)
(7.24)
(7.25)
Si considerano gli effetti dovuti al carico di compressione verticale . In tal caso il guscio
cilindrico risulta compresso tendendo ad espandersi lateralmente per effetto Poisson. Tale
spostamento è valido per tutti i punti del guscio e quindi sia il punto D che il punto E lo
subiranno.
247
Complesso strutturale
Gli spostamenti del guscio cilindrico dovuti alla compressione quindi risultano:
(7.26)
(7.27)
Essendo il guscio cilindrico considerato un tubo lungo si studiano separatamente i due estremi.
(7.28)
(7.29)
248
Complesso strutturale
(7.30)
(7.31)
(7.32)
(7.33)
(7.34)
(7.35)
249
Complesso strutturale
(7.36)
(7.37)
(7.38)
(7.39)
Esprimendo gli spostamenti totali come somma dei vari contributi si ottiene:
Portando tutto al primo membro e sostituendo i coefficienti con i valori trovati in precedenza
si ottiene:
250
Complesso strutturale
Esprimendo gli spostamenti totali come somma dei vari contributi si ha:
7.1.3.3 Compatibilità in E
Si impone la compatibilità degli spostamenti e rotazioni nel punto E. Quindi si riscrivono le eq.
(7.5) e (7.6):
Esprimendo gli spostamenti totali come somma dei vari contributi si ottiene:
251
Complesso strutturale
Si è ottenuto un sistema di sei equazioni in sei incognite. Si osserva che le prime quattro
equazioni risultano accoppiate, mentre le ultime due possono essere risolte
indipendentemente dalle altre. Questo rispecchia la natura della struttura, in quanto le prime
quattro equazioni rappresentano l’interazione tra i due gusci e la trave ad anello, quindi
ovviamente risulteranno accoppiate. Le ultime due equazioni invece sono quelle relative al
bordo inferiore del guscio cilindrico che, essendo un tubo lungo, possono essere risolte
separatamente.
con:
252
Complesso strutturale
X1 (t) [KN/m]
5,0
4,5
4,0
3,5
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X2(t) [KNm/m]
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,2
-0,4
-0,6
-0,8
-1,0
-1,2
-1,4
-1,6
253
Complesso strutturale
X3(t) [KN/m]
1,6
1,4
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X4(t) [KNm/m]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,05
-0,10
-0,15
-0,20
-0,25
-0,30
-0,35
X5 (t) [KN/m]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
X6(t) [KNm/m]
0,45
0,40
0,35
0,30
0,25
0,20
0,15
0,10
0,05
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
255
Complesso strutturale
Si riportano i grafici delle azioni interne in funzione dell’ascissa curvilinea originata nel
punto A.
-1,5
-1
-0,5 λ/2
M1
0 1 2 3 4 5
0 M2
MH
0,5 M
1,5
256
Complesso strutturale
-4
-2
λ/2
0 1 2 3 4 5
0 Q1
Q2
2 QH
Q
4
N*f(s*, t) [KN/m]
-30
-25
-20
λ/2
-15 N1
N2
-10
NH
-5 Nq
N
0 1 2 3 4 5
0
10
257
Complesso strutturale
-40
-20
λ/2
0 1 2 3 4 5 N1
0
N2
NH
20
Nq
N
40
60
80
Nei grafici soprastanti si può osservare che i disturbi flessionali avente origine nel punto A
possono essere trascurati dopo , infatti da questo valore di ascissa curvilinea in poi la
soluzione totale si può sovrapporre con quella derivante dall’analisi membranale.
Si riportano i grafici di momento flettente e azione assiale presenti all’interno della trave ad
anello.
258
Complesso strutturale
W(t) [KNm]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,01
-0,02
-0,03
-0,04
-0,05
-0,06
-0,07
-0,08
-0,09
N(t) [KN]
14
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Essendo le reazioni iperstatiche costanti nel tempo, anche le azioni interne della trave ad
anello resteranno invariate allo scorrere del tempo di osservazione.
259
Complesso strutturale
Parte superiore
Si riportano gli andamenti delle azioni interne sulla parte superiore del cilindro al variare
dell’ascissa originata in D. Nei grafici riportati è possibile identificare chiaramente gli effetti
di ogni singolo contributo, per poi considerare l’effetto globale dato dalla somma di tutte le
azioni.
-0,3
-0,2
-0,1
0 1 2 3 4 5 λ/2
0
M3
M4
0,1
M
0,2
0,3
0,4
0,5
260
Complesso strutturale
-0,2
0 1 2 3 4 5
0
0,2
0,4 λ/2
Q3
0,6
Q4
0,8 Q
1,2
1,4
1,6
-4
-2
0 1 2 3 4 5
0
2 λ/2
N3
4
N4
6
NP
8 N
10
12
14
16
Parte inferiore
Si riportano gli andamenti delle azioni interne sulla parte inferiore del cilindro al variare
dell’ascissa x avente origine nel punto E.
261
Complesso strutturale
Mx (x, t) [KNm/m]
-0,1
0 1 2 3 4 5
0
0,1
λ/2
0,2
M5
M6
0,3
M
0,4
0,5
0,6
Qx (x, t) [KN/m]
-0,6
-0,4
-0,2
0 1 2 3 4 5
0
λ/2
0,2
Q5
Q6
0,4
Q
0,6
0,8
1,2
262
Complesso strutturale
Nf (x, t) [KN/m]
-10
-8
-6
λ/2
-4
N5
-2 N6
0 1 2 3 4 5 NP
0
N
Intero cilindro
Si sommano le azioni interne derivanti dai due estremi rappresentandole in un unico
diagramma. Nei grafici seguenti, muovendosi da sinistra verso destra si percorre l’ascissa
originata in E, mentre muovendosi da destra a sinistra si considera l’ascissa originata in D.
Mx (x, t) [KNm/m]
-0,4
-0,3
-0,2
-0,1
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
0,1
0,2
0,3
0,4
0,5
0,6
0,7
263
Complesso strutturale
Qx (x, t) [KN/m]
-1
-0,5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
0,5
1,5
Nf (x, t) [KN/m]
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
10
12
14
16
264
Complesso strutturale
Nx (x, t) [KN/m]
-25
-20
-15
-10
-5
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
Dalle figure appena riportate, si evince come il guscio cilindrico preso si comporta come tubo
lungo in quanto i disturbi flessionali decadono dopo una certa distanza dal bordo, creando
quindi l’indipendenza tra i due estremi.
7.1.5 Spostamenti
Determinate le iperstatiche e le azioni interne, si procede nel calcolo degli spostamenti. Si
riportano nel seguito gli spostamenti derivanti da ogni sottostruttura presa singolarmente,
valutati prima nell’istante iniziale del carico, facendo distinzione tra i vari effetti, poi valutati
allo scorrere del tempo di osservazione.
0,025
0,020
0,015
λ/2
0,010
ξ1
0,005 ξ2
0,000 ξH
0 1 2 3 4 5 ξq
-0,005
ξ
-0,010
-0,015
-0,020
-0,025
x(s,t) [mm]
0,030
0,025
0,020
λ/2
0,015 t = 7 gg
t = 10 gg
0,010 t = 20 gg
t = 100 gg
0,005 t = 1000
t = 100000
0,000
0 1 2 3 4 5
-0,005
-0,010
Si osservi come lo spostamento nel tempo risulti omotetico con lo spostamento iniziale,
coerentemente con il I Teorema della Viscoelasticità Lineare.
266
Complesso strutturale
Si rappresentano gli spostamenti dei punti B e C e la rotazione della sezione nel tempo.
ΔB(t) [mm]
0,030
0,025
0,020
0,015
0,010
0,005
0,000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
ΔC(t) [mm]
0,025
0,020
0,015
0,010
0,005
0,000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
267
Complesso strutturale
g(t) [°]
0,00E+00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1,00E-04
-2,00E-04
-3,00E-04
-4,00E-04
-5,00E-04
-6,00E-04
-7,00E-04
Parte superiore
Si rappresentano gli spostamenti e rotazioni dapprima nel loro istante iniziale e
successivamente allo scorrere del tempo di osservazione.
268
Complesso strutturale
-0,006
-0,005
-0,004
λ/2
-0,003 w3
w4
-0,002 wP
w
-0,001
0 1 2 3 4 5
0
0,001
0,002
w* (x*, t) [mm]
-0,025
-0,02
λ/2
t = 7 gg
-0,015
t = 10 gg
t = 20 gg
t = 100 gg
-0,01
t = 1000
t = 100000
-0,005
0 1 2 3 4 5
0
269
Complesso strutturale
-2,00E-04
-1,00E-04
0 1 2 3 4 5
0,00E+00 λ/2
ϒ3
1,00E-04
ϒ4
2,00E-04 ϒ
3,00E-04
4,00E-04
5,00E-04
g* (x*, t) [°]
-1,00E-04
0 1 2 3 4 5
0,00E+00
1,00E-04
λ/2
2,00E-04
t = 7 gg
3,00E-04 t = 10 gg
t = 20 gg
4,00E-04 t = 100 gg
t = 1000 gg
5,00E-04
t = 100000 gg
6,00E-04
7,00E-04
8,00E-04
270
Complesso strutturale
Parte inferiore
Si rappresentano gli spostamenti e rotazioni dapprima nel loro istante iniziale e
successivamente allo scorrere del tempo di osservazione.
-0,003
-0,002
-0,001
w5
0 1 2 3 4 5
0,000 w6
wP
0,001 w
λ/2
0,002
0,003
0,004
0,005
w (x, t) [mm]
-0,008
-0,007
-0,006
λ/2
-0,005 t = 7 gg
t = 10 gg
-0,004 t = 20 gg
t = 100 gg
-0,003 t = 1000
t = 100000
-0,002
-0,001
0 1 2 3 4 5
0
271
Complesso strutturale
-3,00E-04
-2,00E-04
-1,00E-04 ϒ5
0 1 2 3 4 5 ϒ6
0,00E+00
ϒ
1,00E-04 λ/2
2,00E-04
3,00E-04
4,00E-04
g(x, t) [°]
-3,50E-04
-3,00E-04
-2,50E-04
λ/2
-2,00E-04
t = 7 gg
-1,50E-04 t = 10 gg
t = 20 gg
-1,00E-04 t = 100 gg
t = 1000 gg
-5,00E-05
0 1 2 3 4 5 t = 100000 gg
0,00E+00
5,00E-05
1,00E-04
272
Complesso strutturale
Intero cilindro
Si rappresentano gli spostamenti e rotazioni sull’intero cilindro. Muovendosi da sinistra a
destra si percorre l’asse x, in caso contrario l’asse considerato sarà .
-0,006
-0,005
-0,004
-0,003
-0,002
-0,001
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0
w (x, t) [mm]
-0,025
-0,020
λ/2
t = 7 gg
-0,015
t = 10 gg
t = 20 gg
t = 100 gg
-0,010
t = 1000 gg
t = 100000 gg
-0,005
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0,000
273
Complesso strutturale
-1,00E-04
-5,00E-05
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0,00E+00
5,00E-05
1,00E-04
1,50E-04
2,00E-04
2,50E-04
g(x, t) [°]
-4,00E-04
-2,00E-04
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 λ/2
0,00E+00
t = 7 gg
t = 10 gg
2,00E-04 t = 20 gg
t = 100 gg
t = 1000 gg
4,00E-04
t = 100000 gg
6,00E-04
8,00E-04
274
Complesso strutturale
Per passare dall’azione di precompressione alla forza distribuita sulla trave si deve dividere
per il raggio della trave ad anello:
(7.41)
L’effetto di tale pressione sulla trave, provocherà una diminuzione del raggio e quindi una
deformazione negativa che risulta essere:
(7.42)
7.2.1.3 Congruenza
Valutate le deformazioni dei materiali presi singolarmente, si esprime la deformazione
relativa all’istante iniziale :
(7.43)
Tale deformazione relativa per congruenza resta invariata nel tempo, quindi deve valere:
(7.44)
276
Complesso strutturale
(7.46)
277
Complesso strutturale
w=0
1,00
w = 0.1
w = 0.2
0,80 w = 0.3
w = 0.4
0,60 w = 0.5
w = 0.6
w = 0.7
0,40
w = 0.8
w = 0.9
0,20 w=1
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000
L’eq. (7.51) può essere anche espressa in termini di pressione gravante sulla trave ad anello:
(7.52)
278
Complesso strutturale
Possiamo a questo punto esplicitare il valore , quindi dalla formulazione precedente risulta:
Nel caso in esame si è considerata una trave con sezione quindi l’area del
calcestruzzo risulta e conseguentemente l’area di acciaio da precompressione
sarà pari ad . Assumendo come sforzo massimo di precompressione
(ovvero ), si ottiene un tiro iniziale pari a:
Questo implica assumere una pressione iniziale sulla trave ad anello pari a:
279
Complesso strutturale
p(t) [KN/m]
12
10
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
Dalla Fig. 7.71 si osserva che il valore nel tempo della precompressione risulta praticamente
costante. Questo andamento è da considerarsi figlio della scelta di un coefficiente molto
basso.
280
Complesso strutturale
Ricordando le convenzioni adottate in Fig. 7.2b si esprimono i nuovi spostamenti dei punti B e
C della trave ad anello.
(7.53)
(7.54)
281
Complesso strutturale
X1(t) [KN/m]
9
0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
X2(t) [KNm/m]
0,02
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000
-0,02
-0,04
-0,06
-0,08
-0,10
-0,12
-0,14
282
Complesso strutturale
X3(t) [KN/m]
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
-0,2
-0,4
-0,6
-0,8
-1,0
-1,2
-1,4
-1,6
-1,8
-2,0
X4(t) [KNm/m]
1,2
1,0
0,8
0,6
0,4
0,2
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000
Dalle figure appena riportate si osserva come le reazioni iperstatiche risultano praticamente
costanti nel tempo, questa è una diretta conseguenza dell’andamento del carico esterno ,
anch’esso assunto quasi costante.
Guscio sferico
Si riportano i grafici delle azioni interne in funzione dell’ascissa curvilinea originata in A.
-2
-1,5
-1 λ/2
M1
-0,5
0 1 2 3 4 5 M2
0
MH
0,5 M
1,5
-8
-6
-4 λ/2
Q1
-2
0 1 2 3 4 5 Q2
0
QH
2 Q
-25
-20
λ/2
N1
-15
N2
NH
-10
Nq
N
-5
0 1 2 3 4 5
0
-80
-60
-40 λ/2
N1
-20
N2
0 1 2 3 4 5
NH
0
Nq
20 N
40
60
80
Nelle figure appena esposte, si osserva come il guscio serico si comporta da tubo lungo, in
quanto i disturbi flessionali tendono a decadere dopo una certa distanza dal bordo.
285
Complesso strutturale
Si rappresentano gli andamenti del momento flettente e dell’azione assiale nel tempo.
W(t) [KNm]
0,00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,01
-0,02
-0,03
-0,04
-0,05
-0,06
-0,07
-0,08
-0,09
N(t) [KN]
0,8
0,7
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0,0
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
Parte superiore
Si rappresentano le azioni interne al variare dell’ascissa che ha origine nel punto D. Si
rappresenta l’andamento di ogni grandezza nell’istante iniziale, effettuando la
sovrapposizione degli effetti.
-0,4
-0,2
0 1 2 3 4 5
0
λ/2
0,2 M3
0,4 M4
M
0,6
0,8
1,2
-1,5
-1
λ/2
Q3
-0,5
Q4
0 1 2 3 4 5 Q
0
0,5
N*f(x*, t) [KN/m]
-20
-15
-10
λ/2
-5
N3
0 1 2 3 4 5 N4
0
N
10
15
Parte inferiore
Essendo le azioni iperstatiche in E invariate rispetto al caso A), anche le azioni interne
risultano le medesime, quindi per valutare le azioni interne della parte inferiore del guscio
cilindrico nel caso B) si rimanda al cap. 7.1.4.3.
7.2.5 Spostamenti
Determinate le iperstatiche e le azioni interne, si procede nel calcolo degli spostamenti. In
particolare occorre utilizzare la formula di sovrapposizione integrale valida nel I Teorema
della Viscoelasticità Lineare in quanto, perchè questa volta, a differenza del caso A), i carichi
esterni risultano variabili nel tempo. Ad esempio se indichiamo con il generico
spostamento orizzontale al variare del tempo, esso sarà valutato con la formula:
(7.55)
Dove si è indicato con il generico spostamento elastico prodotto dalle azioni esterne
applicate nell’istante .
288
Complesso strutturale
Portando fuori dall’integrale il contributo dato dallo spostamento iniziale, si riscrivere l’eq.
(7.55) nella forma:
(7.56)
L’eq. (7.56) risulta di difficile valutazione in forma chiusa, pertanto si procede per
integrazione numerica, discretizzando l’asse temporale in N intervalli finiti, pertanto il
generico spostamento valutato al tempo sarà dato da:
(7.57)
0,02
0,01
λ/2
0 ξ1
0 1 2 3 4 5
ξ2
-0,01 ξH
ξ
-0,02
-0,03
-0,04
289
Complesso strutturale
0,010
0,008
0,006 t = 7 gg
t = 10 gg
0,004
t = 20 gg
t = 100 gg
0,002
t = 1000
0,000 t = 100000
0 1 2 3 4 5
-0,002
-0,004
-0,006
ΔB(t) [mm]
0,0040
0,0035
0,0030
0,0025
0,0020
0,0015
0,0010
0,0005
0,0000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
290
Complesso strutturale
ΔC(t) [mm]
0,0000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-0,0002
-0,0004
-0,0006
-0,0008
-0,0010
-0,0012
g(t) [°]
0,00E+00
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
-1,00E-04
-2,00E-04
-3,00E-04
-4,00E-04
-5,00E-04
-6,00E-04
-7,00E-04
291
Complesso strutturale
Parte superiore
Si riportano gli andamenti di spostamento orizzontale e rotazione di ogni punto appartenente
al guscio, prima valutati nell’istante iniziale, e successivamente allo scorrere del tempo di
osservazione.
-0,006
-0,004
-0,002
λ/2
0 1 2 3 4 5
0 w3
w4
0,002 wP
w
0,004
0,006
0,008
0,01
w* (x*, t) [mm]
-0,01
-0,008
-0,006 λ/2
t = 7 gg
-0,004 t = 10 gg
t = 20 gg
-0,002 t = 100 gg
t = 1000
0 1 2 3 4 5
0 t = 100000
0,002
0,004
292
Complesso strutturale
-4,00E-04
-2,00E-04
0 1 2 3 4 5 λ/2
0,00E+00
ϒ3
ϒ4
2,00E-04
ϒ
4,00E-04
6,00E-04
8,00E-04
g* (x*, t) [°]
-6,00E-04
-4,00E-04
-2,00E-04 λ/2
t = 7 gg
0 1 2 3 4 5
0,00E+00 t = 10 gg
t = 20 gg
2,00E-04 t = 100 gg
t = 1000 gg
4,00E-04 t = 100000 gg
6,00E-04
8,00E-04
Parte inferiore
Gli andamenti di spostamento e rotazione della parte inferiore del guscio cilindrico sono
invariati rispetto al caso A) , pertanto per la loro consultazione si rimanda al cap. 7.1.5.3.
293
Complesso strutturale
7.3 Considerazioni
L’effetto visibile della precompressione è stato di diminuire gli spostamenti verso l’esterno
della struttura. Per tale motivo si effettua un confronto, tra il caso A) e caso B), degli
spostamenti orizzontali del complesso strutturale.
-0,025 -0,008
-0,006
-0,020
-0,004
-0,015
-0,002
-0,010 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0,000
-0,005
0,002
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
0,000 0,004
a) Caso A) b) Caso B)
294
Complesso strutturale
0,030 0,004
0,025
0,003
0,020
0,015 0,002
0,010
0,001
0,005
0,000 0,000
1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000 1 10 100 1.000 10.000 100.000 1.000.000
a) Caso A) b) Caso B)
7.98 Confronto spostamenti trave ad anello
Dalla Fig. 7.98 si evince che nel caso A) la trave ad anello si sposta verso l’esterno così come
accade nel caso B), riducendo però di un ordine di grandezza gli spostamenti.
0,030 0,012
0,025 0,010
0,008
0,020
0,006
0,015
0,004
0,010
0,002
0,005
0,000
0,000 0 1 2 3 4 5
-0,002
0 1 2 3 4 5
-0,005 -0,004
-0,010 -0,006
a) Caso A) b) Caso B)
7.99 Confronto spostamenti guscio sferico
Nella Fig. 7.99 l’effetto della precompressione è visibile nel punto A, in corrispondenza
dell’ascissa curvilinea . Nel caso A) lo spostamento è positivo, quindi diretto verso
l’esterno. Nel caso B), grazie alla precompressione, lo spostamento resta comunque positivo
ma si è ridotto di un ordine di grandezza.
295
Complesso strutturale
I risultati sugli spostamenti ottenuti nel caso A) si riportano direttamente sul complesso
strutturale. Si osserva come (Fig. 7.100) il carico esterno comporta dei significativi
spostamenti trasversali verso l’esterno. Inoltre si osserva come spostamenti e rotazioni
relative dei punti di contatto delle sottostrutture sono nulli.
296
Complesso strutturale
Si rappresentano gli spostamenti ottenuti nel caso B) sul complesso strutturale (Fig. 7.101).
Differentemente dal caso precedente, lo spostamento del punto di contatto guscio sferico-
trave ad anello è stato drasticamente ridotto: la precompressione imposta ha ottenuto i
risultati desiderati.
297
Conclusioni
8 Conclusioni
Nell’elaborato di tesi appena presentato sono state trattate alcune procedure per il calcolo di
strutture viscoelastiche con vincoli elastici.
Sono stati, dapprima, introdotti i Teoremi Fondamentali della Viscoelasticità Lineare con
riferimento a stati di tensione pluriassiale per poi applicarli alle strutture viscoelastiche
assialsimmetriche.
Nel caso in cui la struttura considerata è soggetta al ritiro del materiale, il problema
viscoelastico è stato analizzato con due differenti approcci.
298
Conclusioni
299
Appendice A
Si riportano di seguito le funzioni e le subroutine implementate per il calcolo numerico delle
funzioni di viscosità, di rilassamento, di viscosità variata e di rilassamento ridotto. Si è
implementato il MC90 con il software “Visual Basic for Applications” (VBA).
300
b_t0 = 1 / (0.1 + T_0 ^ (0.2))
End Function
301
k=2
t_k_meno_1 = T_0 + dt_2
t_k = T_0 + q * dt_2
t_disc(1) = T_0
t_disc(2) = t_k_meno_1
num_el = k
‘creo l’array contenente la funzione di viscosità istante per istante’
Dim i As Integer
Dim creep(N) As Single
End Sub
302
t_disc(3) = t_k_meno_1
num_el = k
'creo l’array contenente la funzione di rilassamento nel tempo, usando il metodo trapezoidale alla Simpson’
Dim Rt(N) As Single
Dim dRt(N) As Single
Dim w As Integer ‘indice che scorre il tempo’
Dim i As Integer ‘indice necessario alla regola del trapezio’
Rt(1) = Ec(t_disc(1))
dRt(1) = Rt(1)
For w = 2 To num_el
For i = 1 To w - 1
If i = 1 Then
dRt(w) = -dRt(1) * (j(t_disc(w), t_disc(2)) + j(t_disc(w), t_disc(1)) - j(t_disc(w - 1), t_disc(2)) - j(t_disc(w
-1), t_disc(1))) / (j(t_disc(w), t_disc(w)) + j(t_disc(w), t_disc(w - 1)))
Else
dRt(w) = dRt(w) - dRt(i) * (j(t_disc(w), t_disc(i)) + j(t_disc(w), t_disc(i - 1)) - j(t_disc(w - 1), t_disc(i)) -
j(t_disc(w - 1), t_disc(i - 1))) / (j(t_disc(w), t_disc(w)) + j(t_disc(w), t_disc(w - 1)))
End If
Next i
Next w
End Sub
303
‘Si introduce la subroutine che calcola la funzione di viscosità variata ’
num_el = k
For i = 1 To num_el
304
Next i
End Sub
num_el = k
'creo l’array contenente la funzione di rilassamento ridotto usando il metodo trapezoidale alla Simpson’
Dim Rt(N) As Single
Dim dRt(N) As Single
Dim y As Integer ‘indice che scorre il tempo’
Dim i As Integer ‘indice necessario alla regola del trapezio’
Rt(1) = Ec(t_disc(1))
305
dRt(1) = Rt(1)
For y = 2 To num_el
For i = 1 To y - 1
If i = 1 Then
dRt(y) = -dRt(1) * (j_star(t_disc(y), t_disc(2), w) + j_star(t_disc(y), t_disc(1), w) - j_star(t_disc(y
-1),t_disc(2), w) - j_star(t_disc(y - 1), t_disc(1), w))/(j_star(t_disc(y), t_disc(y),w)+
j_star(t_disc(y), t_disc(y - 1), w))
Else
dRt(y) = dRt(y) - dRt(i) * (j_star(t_disc(y), t_disc(i), w) + j_star(t_disc(y), t_disc(i - 1), w) -
j_star(t_disc(y - 1), t_disc(i), w) - j_star(t_disc(y - 1), t_disc(i - 1), w)) / (j_star(t_disc(y), t_disc(y),
w) + j_star(t_disc(y), t_disc(y - 1), w))
End If
Next i
Next y
End Sub
306
Bibliografia
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7. Mola F. Il Metodo delle Funzioni di Rilassamento Ridotte nella Risoluzione di Strutture Elasto-Viscose non
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8. Ghali A., Favre R. Concrete Structures - Stresses and Deformations (Second Edition). 1994.
9. Mola, F. Metodi di Analisi di Strutture in C.A. e C.A.P. a comportamento Elasto-Viscoso Lineare. Bergamo : Studi e
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10. Mola F. Analisi generale in fase viscoelastica lineare di strutture e sezioni a comportamento reologico non
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11. Mola F. Applicazione del Metodo delle Funzioni di Rilassamento Ridotte all'Analisi di Strutture Viscoelastiche
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307
Indice delle Figure
317