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Introduzione 287
Il modello meccanico 291
La legge fondamentale dei laminati 298
I tensori normalizzati 317
Inversione della legge fondamentale dei laminati 321
Laminati accoppiati e disaccoppiati 325
I moduli elastici del monostrato equivalente 330
Il comportamento igro-termo-elastico 334
Il caso dei laminati a strati identici 350
L’utilizzo del metodo polare 355
286
1
Introduzione
289
2
Introduzione
3
Il modello meccanico
A’ β
z
P’ β
A
z w B’
h/2 P w0
z
C’
x B
h/2 u
u0
C
293
4
Il modello meccanico
294
∂w 0 ( x, y )
u0 ( x, y ) − z ∂x
∂w 0 ( x, y )
u = v 0 ( x, y ) − z .
∂y
w 0 ( x, y )
Da notare che il campo di spostamenti è lineare in z.
Le deformazioni si calcolano facilmente: dall’ipotesi che queste sono
infinitesime si trae per il campo di deformazioni
∂u( x, y , z ) ∂u0 ( x, y ) ∂ 2w 0 ( x, y )
ε xx = = −z ,
∂x ∂x ∂x 2
1 ∂u( x, y , z ) ∂v ( x, y , z ) 1 ∂u0 ( x, y ) ∂v 0 ( x, y ) ∂ 2w 0 ( x, y )
ε xy = + =
2 ∂y + − z ,
2 ∂y ∂x ∂x ∂x∂y
1 ∂u( x, y , z ) ∂w ( x, y , z ) 1 ∂w 0 ( x, y ) ∂w 0 ( x, y )
ε xz = + = 2 − + = 0,
2 ∂z ∂x ∂x ∂x
295
5
Il modello meccanico
6
La legge fondamentale dei laminati
7
La legge fondamentale dei laminati
La prima linea qui sopra è vera anche per il caso più generale di
lamina ortotropa con asse x3 di ortotropia.
Ne consegue
σ 3′ ≠ 0, σ 4′ = σ 5′ = 0.
In altre parole, mentre lo stato di deformazione è piano, quello di
tensione non lo è; in generale infatti
( ) ( )
σ 3′ = C12c 2 + C23s 2 ε1′ + C12s 2 + C23c 2 ε2′ − sc (C12 − C23 )ε6′ .
300
301
8
La legge fondamentale dei laminati
302
Questo fatto è ben noto anche nella teoria classica delle piastre e si
sana in quel caso con il ricorso alle equazioni di equilibrio.
La seconda, si osserva direttamente dall’ultima equazione: la
tensione σ’3 è discontinua all’interfaccia degli strati. Questo è un
paradosso che deriva dal modello cinematico adottato e che rende
in principio più delicata l’ammissibilità dell’ipotesi che sia σ’3
trascurabile.
Entrambi questi paradossi sono risolti, per i laminati, facendo ricorso
a teorie di ordine superiore.
Queste indicazioni servono, insieme ad altre, a meglio comprendere
il campo di applicazione della teoria classica dei laminati, che come
già detto va vista soprattutto come uno strumento in grado di predire
il comportamento elastico globale del laminato, piuttosto che come
una teoria capace di calcolare con finezza appropriata i veri campi
di sforzo e deformazione nel continuo stratificato.
303
9
La legge fondamentale dei laminati
σ1 Q11 Q12 0 ε1
Q Q
{σ } = [Q ]{ε} → σ 2 = 0 ε 2 ,
12 22
σ 0 0 Q66 ε 6
6
{σ }′ = [Q ]′ {ε}′ ,
con le componenti della matrice [Q]’ date a pagina 161.
Da ricordarsi che in un riferimento qualunque, la matrice [Q]’ non è
in generale ortotropa, in altre parole, la lamina si comporta come un
materiale anisotropo.
304
305
10
La legge fondamentale dei laminati
11
La legge fondamentale dei laminati
308
z Nx z Ms Mx
Ns My
Ns y My Ms y
Ny Ms
Ny Ms
Mx
Ns
Ns
Nx
x x
309
12
La legge fondamentale dei laminati
h 2 σ dz h 2 σ z dz
x
N ∫− h 2 x x ∫− h 2
M x
h 2 h 2
N y = ∫− h 2 σ y dz , M y = ∫− h 2 σ y z dz .
N h 2 M h 2
s s
∫−h 2 s ∫−h 2 s
σ dz σ z dz
Il carattere tensoriale, di tensori del secondo ordine, di N e M
discende direttamente dalla loro definizione.
Il legame tra le azioni interne e le deformazioni del laminato si
ottiene inserendo nelle relazioni sopra il legame costitutivo discusso
in precedenza, e svolgendo l’integrazione. Nel far questo, si deve
tener conto, ed è un punto essenziale, del fatto che il laminato è
composto da più strati, in generale differenti e diversamente orientati
rispetto al riferimento globale {x,y,z}.
L’integrazione deve essere quindi spezzata in tante parti distinte
quanti sono gli strati che compongono il laminato e in ciascuna di
queste parti si deve prendere in considerazione la rigidezza propria
allo strato e alla sua orientazione, che chiameremo δ. 311
13
La legge fondamentale dei laminati
M = ∑k =1 ∫
n zk
zk −1
σ k zdz =∑k =1 ∫
n zk
zk −1
[ ]
Q k (δ k )z ε o + z κ dz =
zk −1 zk −1
Nelle equazioni sopra, Qk(δk) indica la matrice [Q] dello strato k che
è ruotato di δk in senso trigonometrico rispetto al riferimento globale
{x,y,z}.
312
zk z
A = ∑k =1 ∫
n
Q k (δ k )dz, n
zn
zk −1 h/2
zk zk
B = ∑k =1 ∫
n k
Q k (δ k )zdz, zk-1
zk −1
h/2 2
zk z1
D=∑
n
∫
2 1
Q (δ k
k =1 zk −1 k
)z dz. z0
313
14
La legge fondamentale dei laminati
A = ∑k =1( zk − zk −1 )Q k (δ k ),
n
1 n
B=
2
∑ k =1
( zk2 − zk2−1 )Q k (δ k ),
1 n
D = ∑k =1( zk3 − zk3−1 )Q k (δ k ).
3
Si ottiene dunque quella che è la legge fondamentale dei laminati,
che scritta in forma matriciale simbolica è
N A B ε o
= B D
M κ
Questa è una vera e propria legge costitutiva, che nel quadro delle
ipotesi assunte lega le azioni interne al campo di deformazione.
314
e che
M = Bε o + Dκ.
Quindi, le azioni di lastra sono legate non solo alle deformazioni del
piano medio, ma anche alle curvature di questo; allo stesso modo, i
momenti flettenti e torcenti sono legati non solo alle curvature del
piano medio, ma anche alle deformazioni di questo.
In altre parole vi è un accoppiamento tra azioni di lastra e curvature
e tra momenti e deformazioni del piano medio e questi
accoppiamenti sono descritti dal medesimo tensore B, che è
appunto denominato tensore di accoppiamento lastra-piastra (o
membrana-flessione).
315
15
La legge fondamentale dei laminati
316
[A] = [F / L] (N/m),
[B] = [F] (N),
[D] = [FL] (N m).
Di conseguenza, i tre tensori non sono direttamente confrontabili.
Inoltre, questi tre tensori sono dei tensori di rigidezza che
descrivono la risposta elastica di un laminato avente uno spessore
totale h.
Ora, lo scopo principale, già annunciato, della teoria classica, è
quello di dare una legge capace di simulare il comportamento del
laminato multistrato come se questo fosse costituito da un solo
strato, avente lo spessore totale del laminato (è una teoria
monostrato).
317
16
I tensori normalizzati
319
17
I tensori normalizzati
M = Bε o + Dκ → Dκ = M − Bε o → κ = D −1 M − Bε o ( )
o
N = Aε + Bκ = Aε + BD o
(M − Bε ) = (A − BD B)ε
−1 o −1 o
+ BD −1M →
ε o = (A − BD −1B) N − (A − BD −1B) BD −1M.
−1 −1
Analogamente,
N = Aε o + Bκ → Aε o = N − Bκ → ε o = A −1(N − Bκ )
M = Bε o + Dκ = BA −1(N − Bκ ) + Dκ = BA −1N + D − BA −1B κ ( ) →
(
κ = − D − BA −1B )
−1
(
BA −1N + D − BA −1B ) −1
M.
321
18
Inversione della legge fondamentale dei laminati
(
d = D − BA −1B )−1
,
(
b 2 = − D − BA −1B ) −1
BA −1 = −dBA −1,
( ) ( )
−1 T −1
a T = A − BD −1B = A − BD −1B
T
=
( ) ( )
−1 −1 −1
= A T − BT DT BT = A − BD −1B = a.
322
(
b1T = − aBD −1 ) T
( )
= − DT
−1
B T a T = −D −1Ba ≠ b1,
b T2 = (− dBA ) −1 T
= −(A ) T −1
B T dT = − A −1Bd ≠ b 2 .
Tuttavia,
(b ) = −(D
T −1
1
−1
Ba )−1
( )
= −a −1B −1D = − A − BD −1B B −1D = − AB −1D + B,
= (− dBA )
−1 −1
(D − BA B) = −AB ( ) −1
b 2−1 = − AB −1d −1 = − AB −1 −1 −1
D + B = b1T ,
19
Inversione della legge fondamentale dei laminati
324
ε o a b N
= b T d O → ε o = aN, κ = b TN.
κ
A seguito dell'accoppiamento, le azioni membranali provocano nel
laminato non solo una deformazione del piano medio, ma anche
una curvatura. Se per esempio il laminato è sottoposto soltanto ad
una forza membranale monoassiale, sia Nx, allora
κ x bxx
κ = κ y = N x bxy .
κ b
s xs
In altre parole, il laminato si incurva nelle due direzioni e si torce.
325
20
Laminati accoppiati e disaccoppiati
a = A −1,
b = O,
d = D −1.
Allora, in questo caso, ed in generale solo in questo caso, c’è
corrispondenza di simmetria elastica tra i tensori diretti ed inversi.
In altre parole, per un laminato disaccoppiato a ed A hanno le
stesse simmetrie elastiche, e così pure d e D.
Ad esempio, se A è ortotropo, a lo è ancora e con gli stessi assi di
ortotropia.
327
21
Laminati accoppiati e disaccoppiati
22
I moduli elastici del monostrato equivalente
d* =
h3
12
(
d = D * −3 B * A * −1 B * )
−1
.
330
* * *
1 1 1 a xy a xs ays
E xm = *
, E m
y = *
, G m
xy = *
, ν m
xy = − *
, η m
xy , x = *
, η m
xy , y = *
;
a xx ayy ass a xx a xx ayy
* * *
1 1 1 d xy d xs d ys
E xf = *
, E f
y = *
, G f
xy = *
, ν f
xy = − *
, η f
xy , x = *
, η f
xy ,y = *
.
d xx d yy d ss d xx d xx d yy
23
I moduli elastici del monostrato equivalente
333
24
Il comportamento igro-termo-elastico
25
Il comportamento igro-termo-elastico
σ = E(ε − ε t − ε c ) = E ε − t E α − c E β. to, co k zk
zk-1
Consideriamo dunque il caso di un laminato. 2 z
1 z1
L'ipotesi classica che si fa è che il laminato ti, ci 0
[ ] ∆t
σ k = Q k (δ k ) ε o + z κ − t o + z Q k (δ k )α k (δ k ) − c o +
h
∆c
z Q k (δ k )β k (δ k ).
h
Con ovvio significato dei simboli, αk(δk) e βk(δk) indicano
rispettivamente il tensore dei coefficienti di dilatazione termica e
igroscopica dello strato numero k, ruotato dell'angolo δk .
Se adesso questa relazione si usa nel calcolo delle azioni interne N
e M, con le formule già impiegate nella teoria classica, accanto ai
termini già visti, che conducono ai tensori A, B e D, si hanno altri
termini, che tengono conto dell'apporto delle variazioni termiche e
igroscopiche:
N A B ε o U ∆t V F ∆c G
= B D − t o V − h W − c o G − h H ,
M κ
dove i tensori del secondo ordine U, V e W descrivono
rispettivamente, in rigidezza, il comportamento termoelastico di
membrana, l'accoppiamento termoelastico membrana-flessione ed il
337
26
Il comportamento igro-termo-elastico
338
In modo analogo si ha
zk
F = ∑k =1 ∫ λ k (δk ) dz = ∑k =1(zk − zk −1)λ k (δk ) ,
n n
zk −1
zk 1 n
G = ∑k =1 ∫ ∑ (zk2 − zk2−1)λk (δk ),
n
z λ k (δk ) dz =
zk −1 2 k =1
zk 1 n
H = ∑k =1∫ z 2 λ k (δk ) dz = ∑k =1(zk3 − zk3−1)λ k (δk ),
n
zk −1 3
dove λ k (δk ) = Qk (δk )βk (δk ).
La legge di pagina 337 generalizza la legge fondamentale dei
laminati nel caso in cui si abbiano effetti igro-termici. L'inversione di
questa legge può farsi nel seguente modo: si pone
N * U ∆t V F ∆c G
= to + + co + ,
M * V h W G h H
e si ottiene
339
27
Il comportamento igro-termo-elastico
ε o a b N + N *
= b T d M + M * .
κ
ε o a b N u ∆t v1 f ∆c g1
= b T d M + t o v + h w + c o g + h h ,
κ 2 2
dove
340
[ ] (
u = aU + bV = a U − BD −1V = A − BD −1B )−1(U − BD−1V ),
v1 = aV + bW = a[V − BD −1W ] = (A − BD −1B ) (V − BD −1W ),
−1
e analogamente
[ ] (
f = aF + bG = a F − BD −1G = A − BD −1B )−1(F − BD−1G),
g1 = aG + bH = a[G − BD −1H] = (A − BD −1B) (G − BD −1H),
−1
341
28
Il comportamento igro-termo-elastico
[
v1 = a V − BD −1W ] [ ( )]
= a d −1v 2 + B A −1U − D −1W .
[ ] [ (
g1 = a G − BD −1H = a d −1g2 + B A −1F − D −1H . )]
E' utile fare alcune osservazioni sui risultati trovati.
Innanzitutto, si conferma che i laminati sono continui "complessi" per
il fatto che ancora una volta il comportamento igro-termo-elastico in
cedevolezza non è retto da leggi del tutto "simmetriche" rispetto a
quelle in rigidezza.
342
29
Il comportamento igro-termo-elastico
344
30
Il comportamento igro-termo-elastico
U = −(D − BA B) BA
−1
v 2 = b TU = −dBA −1 −1 −1
U.
In altre parole, possono esistere laminati accoppiati elasticamente
(B≠O), ed accoppiati termo-elasticamente in cedevolezza (v1, v2≠O),
ma disaccoppiati termoelasticamente in rigidezza (V=O).
Se però, oltre a V=O è anche B=O, allora il disaccoppiamento è
totale (v1=v2=O).
Una situazione analoga si ha ovviamente per il caso igro-elastico.
U x′ c 2 s 2 2sc U x u ′x c2 s2 sc u x
2 2 2 2
U y′ = s c − 2sc U y , u ′y = s c − sc u y .
U ′ − sc sc c 2 − s 2 U s u ′ − 2sc 2sc c 2 − s 2 us
s s
Come già nel caso dei tensori elastici, anche stavolta si deve fare
attenzione al fatto che quando le suddette formule di rotazione si
usano per ruotare nel riferimento globale del laminato le proprietà di
uno strato descritte nel suo riferimento materiale, si devono
cambiare di segno le potenze dispari di sinθ.
347
31
Il comportamento igro-termo-elastico
U x c 2 s 2 − 2sc U1 u x c2 s2 − sc u1
2 2 2 2
U y = s c 2sc U 2 , u y = s c sc u 2 .
U 2 2 u 2 2
s sc − sc c − s U 6 s 2sc − 2sc c − s u 6
Ovviamente, per gli altri tensori si applicano le stesse
trasformazioni.
32
Il caso dei laminati a strati identici
350
bk = 2k − n − 1,
d k = 12k (k − n − 1) + 4 + 3n(n + 2).
Da notare che la somma dei bk è nulla mentre quella dei dk vale n3.
351
33
Il caso dei laminati a strati identici
352
z z
p
p
h/2 k h/2
zk k zk
1 zk-1 zk-1
1
0 -1
-1 h/2
h/2 -k
-k -p
-p
n=2p+1 n=2p
2k + 1 h 2k − 1 h
zk = , zk −1 = , per n = 2 p + 1,
2 n 2 n
h h
zk = k , zk −1 = (k − 1) se k > 0,
n n per n = 2 p.
h h
zk = (k + 1) , zk −1 = k se k < 0,
n n
353
34
Il caso dei laminati a strati identici
2k se n = 2 p + 1,
12k 2 + 1 se n = 2 p + 1,
bk = dk = 2
k 12k − 12 k + 4 , d 0 = 0 se n = 2 p.
2k − , b0 = 0 se n = 2 p;
k
354
Si fa qui cenno all'utilizzo del metodo polare nella teoria classica dei
laminati, in quanto questo permette di meglio evidenziare alcune
proprietà e risultati generali concernenti i laminati a strati identici.
Le leggi di composizione dei tensori che descrivono il
comportamento dei laminati (A, B, D, U etc.) si applicano a una
qualunque rappresentazione tensoriale, non solo quindi alle
componenti cartesiane, ma anche a quelle polari (del resto, basta un
rapido esame delle relazioni di pagina 170 per convincersene).
Questa osservazione ci offre immediatamente le componenti polari
dei tensori propri al laminato. Si deve inoltre ricordare che la
rotazione da far subire alle componenti tensoriali è –δk, se δk è
l'angolo di cui è ruotato in senso trigonometrico lo strato k rispetto al
riferimento globale del laminato.
Se i simboli −, ^ e ~ apposti sopra una quantità si riferiscono
rispettivamente al comportamento di membrana, di accoppiamento
e di flessione, allora si ha, per il caso di laminati a strati identici,
355
35
L’utilizzo del metodo polare
tensore D :
~ h T0
3 tensore D* :
T0 = , ~
3 4 T0* = T0 ,
~ h T1
3 ~
T1 = , T1* = T1,
3 4 ~ ~ 1
R0* e 4iΦ 0 = 3 R0 e 4iΦ 0 ∑k =1d k e 4iδk ,
n
~ ~ 1 h3
R0 e 4iΦ 0 ∑k =1d k e 4iδ k ,
n
R0 e 4iΦ 0 = n
12 n 3 ~ * 2iΦ~1 1
= 3 R1 e 2iΦ1 ∑k =1d k e 2iδk .
n
R1 e
~ ~ 1 h3 n
R1 e 2iΦ1 ∑k =1d k e 2iδ k .
n
R1 e 2iΦ1 = 3
12 n
357
36
L’utilizzo del metodo polare
358
tensore U : tensore U* :
T = h T, T * = T,
h 1
R e 2iΦ ∑k = − p e 2iδk ; R e 2iΦ ∑k = − p e 2iδ k ;
p p
R e 2iΦ = R * e 2iΦ =
n n
tensore V : tensore V * :
Tˆ = 0, Tˆ * = 0,
1 h2 1
R e 2iΦ ∑k = − p bk e 2iδk ; Rˆ * e 2iΦ = 2 R e 2iΦ ∑k = − p bk e 2iδk ;
p ˆ p
Rˆ e 2iΦ =
ˆ
2n 2
n
tensore W :
tensore W * :
3
~ h T ~
T * = T,
T = ,
3 4
~ ~ 1
R * e 2iΦ = 3 R e 2iΦ ∑k = − p d k e 2iδk .
p
~ ~ 1 h3
∑k = − p k
p
R e 2iΦ = R e 2iΦ
d e 2iδ k
; n
12 n 3
359
37
L’utilizzo del metodo polare
361
38