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ANIDIS 2017

PISTOIA

L’efficacia della modellazione a puntone delle fasce di piano degli edifici in


muratura soggetti a forze orizzontali
Bruno Calderonia, Emilia Angela Cordascoa, Gaetana Pacellaa, Christian Musellaa, Antonio Sandolia
a
Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Piazzale Tecchio 80, 80125 Napoli

Keywords: Modellazione strutturale, telaio equivalente, fascia di piano, meccanismo a puntone

ABSTRACT
La modellazione degli edifici in muratura soggetti ad azioni sismiche rappresenta ancora oggi uno dei problemi
aperti nel campo dell’ingegneria strutturale. In effetti, allo stato attuale numerosi sono i modelli di calcolo proposti
in letteratura per l’analisi del comportamento sismico delle pareti murarie; tra questi quello maggiormente
utilizzato è il modello a telaio equivalente. Tale modello è tuttavia ancora affetto da numerose incertezze, tra le
quali: la schematizzazione delle pareti irregolari, l’estensione dei tratti rigidi nei pannelli di nodo e la
parzializzazione dei maschi murari e delle fasce di piano per effetto delle forze orizzontali.
Tradizionalmente le fasce di piano vengono schematizzate come elementi “trave” collegati ai maschi (ritti)
adiacenti, dotati di rigidezza elastica, flessionale e tagliante. In questo articolo viene proposto un modello
alternativo per la schematizzazione delle fasce di piano (modello a puntone) attraverso un sistema di tiranti e
puntoni che seguono la direzione del flusso delle tensioni principali di compressione e trazione all’interno della
fascia muraria. In particolare sono state analizzate due diverse tipologie di pareti (una simmetrica e l'altra
asimmetrica) adottando sia il “modello a puntone" che quello "a trave" e sono stati messi a confronto i risultati
ottenuti evidenziando analogie e differenze tra le due diverse modellazioni della fascia di piano.

fascia "puntone", e la fascia “trave”.


Le corrispondenti capacità resistenti e
1 INTRODUZIONE deformative di tali tipologie influenzano in modo
La capacità sismica degli edifici in muratura determinante i risultati delle valutazioni di
non armata, una volta impedito il collasso delle vulnerabilità sismica, soprattutto nel caso in cui
pareti fuori dal piano, è strettamente connessa alla esse siano condotte con un’analisi statica non
deformabilità e alla resistenza delle pareti nel lineare su uno schema a telaio equivalente (Betti et
proprio piano. Quindi le caratteristiche strutturali al. 2008, Calderoni et al. 2007, Cattari et al. 2008,
dei maschi murari e delle fasce di piano, che Corrêa et al., 2006).
costituiscono gli elementi componenti della parete, Pertanto per una corretta valutazione della
ne determinano il suo comportamento strutturale. vulnerabilità sismica delle pareti nei confronti
Mentre i maschi murari sono definiti solamente delle azioni sismiche è necessario definire un
dalla loro geometria, le fasce di piano possono modello di calcolo che riesca a tener conto del
presentarsi con differenti configurazioni reale comportamento delle fasce di piano.
tipologiche alle quali corrispondono differenti I metodi attualmente proposti per l’analisi delle
capacità di accoppiamento tra i maschi stessi, strutture murarie sono numerosi, tra cui si citano
condizionando in modo sostanziale le prestazioni in particolare quelli più noti agli elementi finiti e
della parete stessa e quindi dell’intero edificio. quelli a telaio equivalente, che trovano oggi
A questo proposito, le fasce riscontrabili nelle sempre più larga applicazione grazie alla loro
pareti murarie degli edifici esistenti si possono semplicità ed alla sempre maggior accuratezza nei
raggruppare in almeno tre tipologie strutturali risultati dimostrata con l’avanzare della ricerca. In
(Calderoni et al. 2007): la fascia “debole”; la effetti negli ultimi anni gli autori hanno svolto

SG06-40
numerose analisi in tal senso (Calderoni et al.
2009a, Calderoni et al. 2016) e da esse è emerso
che anche la schematizzazione della parete
secondo un modello a telaio equivalente, non
risulta estranea a problemi di modellazione, in
particolare per quanto riguarda la configurazione
dei pannelli di fascia, che influenzano in maniera
sostanziale il comportamento dell’intera parete.
Tradizionalmente la fascia di piano è
schematizzata con un elemento trave che, secondo Figura 1: Schema con catena aderente
le NTC08, può essere considerato nel modello
solo se è possibile confidare in una resistenza
orizzontale a trazione, anche se limitata, in modo
tale che si possa instaurare un meccanismo a
puntone nel pannello di fascia. Pertanto, qualora
sia presente una catena all'interno della fascia di
piano se ne tiene conto, così come indicato dalle
NTC08, mediante le formulazioni adottate per
valutare la resistenza a flessione e a taglio della
fascia di piano. La prima è associata al valore
minimo tra la rottura a compressione del puntone e
quella a trazione della catena (che consente
l'attivazione del puntone). La seconda formula è
relativa alla rottura per trazione del pannello di Figura 2: Schema con catena scorrevole
fascia.
Nella classica definizione dello schema della solo a trazione, posto nella sua posizione effettiva
fascia di piano ("modello-trave") non si tiene e con la sua deformabilità.
conto né della posizione della catena all’interno Con questo tipo di modellazione, inoltre, è
della fascia di piano né della sua deformabilità ed possibile effettuare una distinzione tra catena
interazione con gli elementi murari. L’obiettivo aderente e scorrevole. Infatti, nel primo caso,
del presente lavoro è la definizione di una variante essendo la catena connessa puntualmente alla
del modello classico a telaio equivalente, che parete e visto che il comportamento del pannello
risulti maggiormente interpretativo dei fenomeni di nodo viene schematizzato nel modello a telaio
che interessano i pannelli di fascia. Nel seguito equivalente con un elemento rigido, la catena può
con il termine “modello a trave” si indicherà la essere modellata con un pendolo per ciascun
modellazione classica della fascia mentre con pannello di fascia (Fig. 1). Nel secondo caso,
“modello a puntone” il modello alternativo ivi invece, essendo la catena connessa alla parete solo
proposto. mediante i capochiavi essa è modellata con un
pendolo che collega i pannelli di nodo di estremità
2 MODELLO DI FASCIA A PUNTONE (Fig. 2).
Già da questa schematizzazione si evince come
la catena aderente rende il sistema più ridondante,
2.1 Definizione del modello
in quanto ad ogni pannello di fascia corrisponde
Nel modello della fascia di piano proposto il un tirante proprio, per cui la crisi della catena in
pannello di muratura è schematizzato mediante una sezione comporta il raggiungimento della
puntoni diagonali resistenti solo a compressione massima resistenza in uno solo dei pannelli di
(only compression) che seguono l’andamento delle fascia. Invece, nel caso in cui la catena scorrevole
tensioni principali. Qualora sia presente una catena raggiunge il limite di resistenza, esso viene attinto
o un cordolo, si considera un pendolo resistente contemporaneamente in tutti i pannelli di fascia

SG06-41
provini in scala 1:10 sia in materiale omogeneo
(malta) che in muratura, con tre diversi rapporti di
snellezza.
Più in dettaglio le analisi numeriche sono state
condotte discretizzando il pannello di fascia
mediante elementi shell bidimensionali. Per le
diverse snellezze analizzate è stata ricavata la
configurazione effettivamente "attiva" del puntone
Figura 3: Lunghezza deformabile della catena (Fig. 4).
collegati attraverso la medesima catena. I risultati delle analisi svolte hanno condotto
Si precisa inoltre che la deformabilità della alle seguenti considerazioni:
catena dipende dal rapporto EA/L. Mentre nello - all’interno del pannello si individua sempre
schema con catena aderente la lunghezza un puntone compresso a sezione variabile, nel
deformabile considerata è quella reale, in quello quale l’estensione della zona soggetta a tensioni di
con catena scorrevole la lunghezza effettiva risulta compressione significative risulta essere quasi
maggiore di quella considerata nel modello, in costante lungo la diagonale del pannello;
quanto le aste dei maschi murari a cui essa è - la larghezza efficace del puntone risulta
ancorata sono poste in posizione baricentrica sostanzialmente invariante all’aumentare delle
rispetto agli stessi, e non alle estremità (Fig. 3). azioni esterne agenti sul pannello;
Pertanto, al fine di tenere conto dell’effettiva - le caratteristiche meccaniche del materiale
deformabilità della catena, nel caso in cui essa sia non comportano variazioni della configurazione
scorrevole è necessario considerare nel modello reagente del pannello;
una sezione trasversale fittizia A’ minore di quella - l’estensione della zona “attiva” della fascia di
effettiva A, in modo tale che rimanga inalterato il piano (e quindi della zona reagente alle estremità
rapporto: del provino) è funzione solo del rapporto di
snellezza (H/L), per cui essa può essere definita a
priori indipendentemente dalle caratteristiche della
(1)
sollecitazione esterna; quest’ultima considerazione
è molto importante nel caso in cui si adottano gli
dove L e L’ sono indicate in figura 3. schemi a telaio equivalente per la modellazione
delle pareti murarie, in quanto, è possibile
2.2 Geometria del puntone assegnare direttamente all’inizio della procedura
Più complessa risulta invece la definizione di calcolo una rigidezza ridotta all’elemento trave
della sezione trasversale dei puntoni. In passato gli che rappresenta il pannello di fascia, senza doverla
autori hanno realizzato un’ampia campagna di ulteriormente modificare. Dalle analisi numeriche
prove sperimentali (Calderoni et al. 2010) e analisi si è determinato che il rapporto tra la rigidezza
numeriche (Calderoni et al. 2009b, Calderoni et effettiva del pannello parzializzato e quella del
al., 2011) al fine di studiare il comportamento pannello interamente reagente varia tra 0,4 (per il
delle fasce di piano negli edifici in muratura pannello tozzo) e 0,5 (per il pannello intermedio)
soggetti ad azioni sismiche. Sono stati realizzati (Calderoni et al. 2009b).
L’invariabilità dell’estensione della zona
reagente all’estremità del puntone all’aumentare
della rotazione applicata agli estremi, cioè
all’aumentare delle caratteristiche delle
sollecitazioni esterne, è spiegabile se si considera
che, a differenza del maschio murario nel quale lo
sforzo normale è una forza esterna nota, nella
H/L=0.50 H/L=0.70 H/L=1.10 fascia di piano lo sforzo normale è nullo in
Figura 4: Configurazioni del puntone reagente (materiale
omogeneo) assenza di taglio e varia al variare del taglio
agente, con il quale si mantiene in un rapporto

SG06-42
praticamente costante definito dall’inclinazione
dell’asse del corrispondente puntone compresso.
Tale inclinazione dipende, d’altronde, dalla stessa
estensione della zona reagente alle estremità del
pannello o, meglio, dal punto di applicazione della
risultante degli sforzi di compressione e quindi
dalla sua eccentricità rispetto all’asse del pannello.
In realtà, anche se la zona reagente risulta
inalterata anche per livelli di carico molto bassi, la
distribuzione delle tensioni e quindi l'eccentricità,
varia. In effetti, mentre inizialmente essa è Figura 6: Eccentricità (e) dello sforzo normale sulla sezione di
triangolare o trapezoidale, all’aumentare dei estremità del pannello

carichi essa tende a divenire costante. Tuttavia la


retta di interpolazione dei risultati ottenuti
distanza tra le risultanti degli sforzi nelle due
numericamente, la cui equazione è:
condizioni limite è piuttosto ridotta in quanto, per
e H
qualunque rapporto di snellezza, la lunghezza 2  0.90  0.10 (4)
L L
della zona efficace è piccola in confronto allo
Poiché tale espressione restituisce quasi
spessore della fascia.
esattamente i punti ricavati numericamente, essa
In ogni caso da semplici considerazioni di
può quindi essere adottata per determinare
equilibrio si può ricavare la relazione tra il taglio
direttamente l’eccentricità della forza assiale nel
agente, lo sforzo normale e l’inclinazione del
puntone allo stato limite ultimo (distribuzione
puntone:
uniforme). Pertanto, la corrispondente inclinazione
2e
V  N   N  tg (2) dell’asse del puntone (tgα) e l’estensione della
L zona reagente (c) possono essere ottenute
dove (e) rappresenta l’eccentricità dello sforzo mediante le equazioni (2) e (3).
normale rispetto all’asse longitudinale del Nel modello adottato i puntoni sono
pannello (vedi Fig. 5). schematizzati con pendoli disposti secondo
L’estensione della zona reagente (c) può essere l'inclinazione del puntone corrispondente alla
ricavata direttamente dall'eccentricità, ipotizzando snellezza del pannello di fascia e le cui estremità
al limite ultimo una distribuzione costante delle sono posizionate al centro della zona reagente
tensioni di compressione nella zona reagente. Si della fascia (Fig. 5).
ha quindi: Per definire la sezione da assegnare al pendolo
H  si suppone che la porzione di pannello attiva sia
c  2    e (3)
2  quella riportata in figura 5 e si definisce
In figura 6 viene rappresentata l’eccentricità un’opportuna altezza efficace costante heff pari alla
(e), nel caso di distribuzione uniforme delle media pesata tra l'estensione della minima sezione
tensioni di compressione, in funzione del rapporto reagente (c) agli estremi del pannello di fascia e
di snellezza (H/L), in forma adimensionale, e la l’altezza totale del pannello (H). Per cui
considerando che:

(5)

(6)

Si ricava la lunghezza d:

(7)
Figura 5: Sagoma del puntone attivo

SG06-43
ed infine: Il taglio agente sul pannello in condizione di
plasticizzazione risulta quindi pari a:

(8) (12)

Per la valutazione della resistenza a taglio per


L’altezza così definita è misurata nella
fessurazione diagonale è stata adottata la
direzione verticale; per ottenere l’altezza del
formulazione indicata Circolare Ministeriale n.
puntone deve essere calcolata la componente di heff
617 (C8.7.1.5 – Eq. C8.7.1.1)
nella direzione ortogonale a quella dell’asse del
puntone, ottenendo heff,α:
(9) (13)

essendo α l’inclinazione del puntone. Assegnando


in cui σ0 viene assunta pari a 0.
al puntone la sezione, così come appena illustrato,
Definiti i valori del taglio che inducono la crisi del
si tiene conto direttamente della parzializzazione
pannello, è possibile ottenere i massimi sforzi
della fascia di piano e pertanto non è necessario
normali da assegnare al puntone secondo la
assegnare un modulo elastico ridotto (Calderoni et
seguente relazione:
al., 2009b).
(14)
2.3 Criteri di resistenza
Per la catena la resistenza sarà data dal massimo
Sulla base dei risultati ottenuti dalle prove
sforzo di trazione sopportabile, pari a:
sperimentali e dalle analisi numeriche gli autori
hanno messo a punto criteri di resistenza che (15)
tengono conto dei fenomeni di crisi per Per quanto riguarda invece i limiti deformativi, in
schiacciamento alle estremità del pannello per mancanza di formulazioni più accurate sono stati
compressione e della rottura per lacerazione
adottati gli stessi limiti previsti per i pannelli di
diagonale del pannello per effetto delle tensioni di
maschio dalle NTC08, anche se in realtà risultano
trazione ortogonale (Calderoni et al. 2010,
Calderoni et al 2011). In tale lavoro, tuttavia, per inferiori rispetto alla reale capacità deformativa
determinare i valori di resistenza da utilizzare nel dei pannelli di fascia. È stato valutato dunque
modello di “fascia a puntone”, sono state l’accorciamento che subisce il puntone quando
considerate, al momento, le formulazioni di viene raggiunto il drift massimo Δ, cui corrisponde
normativa (NTC08). I valori massimi di sforzo una rotazione alla corda θ come indicato in
normale da assegnare ai puntoni sono definiti figura 7 (Calderoni et al., 2007).
considerando la rottura a presso-flessione e a
taglio del pannello di fascia. Pertanto con
riferimento alla crisi per presso-flessione, in
accordo con le indicazioni fornite nel capitolo
7.8.2.2.1 delle NTC2008 (eq. 7.8.2) il valore del
momento ultimo è stato considerato pari a:

(10)

dove Hp è il massimo sforzo sopportabile in


relazione allo schiacciamento per compressione
del pannello:
(11) Figura 7: Deformazione del pannello di fascia

SG06-44
Il drift sarà dunque pari a: solaio pari a 1,95 m. É stata considerata la
presenza di catene metalliche, disposte lungo l'asse
(16)
baricentrico delle fasce di piano ed è stato
Proiettando lo spostamento Δ nella direzione della esaminato sia il caso in cui la catena ha una
diagonale si calcola l’accorciamento del puntone: sezione ridotta (1Φ10 - acciaio S235) sia quello in
(17) cui la sezione è maggiore (4Φ16 - acciaio B450C).
Entrambe le pareti sono state modellate
Lo spostamento subito invece al limite elastico adottando sia il modello a trave che quello a
sarà pari a puntone. In quest'ultimo caso è stata considerata la
(18) configurazione di catena aderente e quella
scorrevole. Inoltre nell'ipotesi di catena aderente è
essendo Aeff,α l’area della sezione efficace inclinata stato valutato anche l'effetto di una diversa
ed LP la lunghezza del puntone. disposizione della stessa. Nel modello a trave è
Per effettuare le analisi non lineari vengono stato considerato il vincolo di inestensibilità
assegnate le cerniere plastiche come indicato in assiale alla quota degli impalcati, mentre nel caso
figura 8. del modello a puntone tale vincolo non è stato
adottato.
Nella definizione dei modelli strutturali,
inoltre, con riferimento ai maschi murari sono stati
assegnati i moduli elastici senza alcuna riduzione,
non essendo nota a priori l’entità della loro
parzializzazione. Invece, per quanto riguarda la
fascia di piano nella schematizzazione "a trave" è
stata adottata una riduzione dei moduli elastici pari
al 50%, visto che la porzione "attiva" della fascia
rimane costante al crescere della forza agente sulla
stessa, così come illustrato nel paragrafo 2; mentre
Figura 8: Disposizione delle cerniere plastiche
per il modello a puntone i moduli elastici non sono
ridotti, poiché si tiene conto della parzializzazione
3 APPLICAZIONI NUMERICHE DEL della fascia di piano nell'assegnazione della
MODELLO A PUNTONE sezione del puntone.
Al fine di valutare l'influenza della È stata effettuata un'analisi statica non lineare
modellazione della fascia di piano con il modello a adottando una distribuzione delle forze
puntone vengono riportati i primi risultati ottenuti proporzionali alle masse; i primi risultati ottenuti
dall'analisi di due pareti regolari (Fig.9): una vengono riportati in termini di curva push-over,
simmetrica (parete A) e l'altra asimmetrica (parete dove lo spostamento diagrammato è la media degli
B). Esse presentano uno spessore costante pari a
25 cm e sono caratterizzate dai seguenti parametri
meccanici:
 Resistenza a compressione fm = 6,2 MPa
 Resistenza a taglio puro τ0 = 0,163 MPa
 Modulo elastico normale E = 1800 MPa
 Modulo elastico tangenziale G = 600 MPa
 Peso specifico W = 17,5 kN/m3
È stato ipotizzato, inoltre, un carico agente
Figura 9: Configurazione geometrica pareti A e B
sulle pareti pari a 10 kN/m2 per una larghezza di

SG06-45
spostamenti dei ritti all’ultimo impalcato.

3.1 Parete A (configurazione simmetrica)


I modelli strutturali adottati per l’analisi
sismica della parete A secondo le indicazioni
fornite nei paragrafi 2 e 3 sono riportati in
figura 10.
Sono state ricavate dunque le curve push-over
per il modello a puntone sia nel caso di catena Figura 12: Parete A con catena 1Φ10 (acciaio S235)
aderente che di quella scorrevole ed entrambe
Tabella 2: Parete A con catena 1Φ10 (acciaio S235)
sono state confrontate con quella ottenuta per
Kel Fmax 
l’ipotesi di modello a trave (Fig. 11 e 12). MODELLO
kN/m kN cm
Nelle tabelle 1 e 2 sono riportate le
Puntone - cat. aderente 35446.9 131.3 1.74
caratteristiche fondamentali delle curve push-over,
Puntone - cat. scorrevole 29942.2 129.9 1.78
ovvero la rigidezza elastica iniziale (valutata al
Trave 38321.0 118.2 1.85
primo step di carico), il taglio massimo raggiunto
e lo spostamento ultimo.
modello a trave ed il modello a puntone con catena
Dal confronto delle curve push-over ottenute nel
aderente registrano uno scarto di circa il 4%,
caso di catena pari a 4Φ16 (Fig. 11) è possibile
mentre tra il modello a puntone con catena
osservare che esse hanno un andamento piuttosto
scorrevole e quello a trave lo scarto è pari a circa il
simile. Nel dettaglio, le rigidezze elastiche con il
13% (Tab. 1).
Per la parete con catena pari ad 1Φ10 si
riscontra che la rigidezza elastica delle curve push-
over ottenute con il modello a "puntone" è
inferiore rispetto a quella valutata mediante il
modello a trave. Infatti, essendo la catena di
dimensioni ridotte, non è in grado di garantire
a) b) c) l’uguaglianza degli spostamenti orizzontali dei ritti
Figura 10: Modelli strutturali parete A: a) modello a a quota dell’impalcato, e pertanto, nel caso di
“puntone” con catena aderente; b) modello a “puntone” con
catena scorrevole; c) modello a “trave”
modello "a puntone" (per il quale la catena viene
modellata con la sua effettiva rigidezza) la parete
risulta essere più deformabile, soprattutto nel caso
di catena scorrevole, per il quale si è riscontrata
una rigidezza inferiore di circa il 20% rispetto alle
analisi condotte con il modello a trave. Con
riferimento al taglio ultimo si osserva che esso nel
caso di modello a trave è superiore di circa il 10%
rispetto all’analisi effettuata con il modello a
puntone.
È interessante notare che il taglio massimo
Figura 11: Parete A con catena 4Φ16 (acciaio B450C)
sopportabile dalla parete con catena pari a 4Φ16 è
Tabella 1: Parete A con catena 4Φ16 (acciaio B450C) superiore di circa il 30% rispetto a quello ottenuto
Kel Fmax max per la parete con catena pari a 1Φ10. Ciò è dovuto
MODELLO
kN/m kN cm al fatto che in quest’ultimo caso si raggiunge
Puntone - cat. aderente 36874.8 159.6 1.96 prima la rottura nella fascia di piano.
Puntone - cat. scorrevole 33161.1 180.1 2.17
Trave 38325.3 177.7 2.10
Successivamente è stata valutata l’influenza

SG06-46
Figura 13: Parete A con catena 4Φ16 (acciaio B450C) Figura 15: Parete B con catena 4Φ16 (acciaio B450C)

della posizione della catena sulla risposta sismica


della parete considerando la stessa disposta
all’interno della fascia: nel baricentro, in sommità,
nella parte inferiore e come “bicatena” (sia nella
posizione superiore che in quella inferiore della
fascia) con area e resistenza dimezzati. È stato
inoltre considerato il caso in cui essa è del tutto
assente.
Dall’analisi delle curve push-over (Fig. 13) è Figura 16: Parete B con catena 1Φ10 (acciaio S235)

possibile osservare che la posizione della catena Tabella 3: Parete B con catena 4Φ16 in direzione +X
non modifica in maniera significativa il Parete B (+X)
comportamento della parete, mentre la presenza o MODELLO Kel Fmax max
meno della catena incide notevolmente sul kN/m kN cm
comportamento sismico. In assenza di catena Puntone - cat. aderente 63879.7 201.1 1.44
infatti, si ha una riduzione di rigidezza e resistenza Puntone - cat. scorrevole 63601.7 199.5 1.65
pari a circa il 66%. I risultati mettono in evidenza Trave 72321.1 255.3 2.09
l’importante ruolo della catena nelle pareti
Tabella 4: Parete B con catena 4Φ16 in direzione –X
murarie, il cui beneficio è maggiore all’aumentare
Parete B (-X)
della resistenza e della rigidezza della catena.
MODELLO Kel Fmax max
kN/m kN cm
3.2 Parete B (configurazione asimmetrica)
Puntone - cat. aderente 56216.0 214.2 1.83
Ancora più interessante è l’analisi sismica Puntone - cat. scorrevole 16082.0 209.4 4.88
della parete B, i cui schemi strutturali considerati Trave 72317.1 225.9 2.01
sono riportatati in figura 14.
Tabella 5: Parete B con catena 1Φ10 in direzione +X
Nelle figure 15 e 16 sono diagrammate le curve
Parete B (+X)
push-over rispettivamente per la configurazione
MODELLO Kel Fmax max
con catena pari a 4 Φ 16 ed 1 Φ 10.
kN/m kN cm
Catena aderente 68437.2 199.9 1.37
Catena scorrevole 63601.7 199.5 1.65
Fascia - Trave 72317.7 204.6 1.82

Nelle tabelle 3, 4, 5 e 6 sono riportati i risultati


ottenuti in termini di rigidezza elastica, taglio
a) b) c)
Figura 14: Modelli strutturali parete B (a: modello a “puntone”
massimo e spostamento massimo considerando la
con catena aderente; b: modello a “puntone” con catena forza sismica applicata lungo le due direzioni +X e
scorrevole; c: modello a “trave”)

SG06-47
Tabella 6: Parete B con catena 1Φ10 in direzione -X
Parete B (-X)
che influisce nella valutazione della resistenza
MODELLO Kel Fmax max degli stessi.
kN/m kN cm Per le forze applicate in direzione –X dalla
Puntone - cat. aderente 29801.2 130.2 2.89 figura 15 si evince che nel caso di catena pari a
Puntone - cat. scorrevole 5881.3 122.8 5.01 4 Φ 16 il modello a puntone con catena aderente
Trave 72317.7 160.9 2.13 mostra un comportamento piuttosto simile a quello
della parete analizzata con il modello a “trave”;
–X e per le due ipotesi di catena con 4 Φ 16 e con inoltre anche il quadro di danno è analogo e infatti
1 Φ 10. per entrambe i modelli all’ultimo step di carico si
Dall’analisi delle curve push-over per la forza osserva la plasticizzazione a taglio della fascia al
applicata in direzione +X è possibile osservare che primo livello e la rottura a taglio del maschio di
qualunque sia la dimensione della catena i tre dimensioni inferiori al piano terra.
modelli adottati per la schematizzazione della Invece, nel caso in cui la catena è più
parete B mostrano una rigidezza elastica piuttosto deformabile (catena scorrevole o catena aderente
simile, registrando al massimo uno scarto del 12% Φ 10) la rigidezza elastica della parete varia
per il “modello a puntone” con catena scorrevole. notevolmente in relazione al modello adottato per
In relazione al taglio massimo, invece, i tre la schematizzazione della fascia di piano. Più in
modelli hanno mostrato quasi lo stesso valore nel dettaglio, per la catena pari a 4 Φ 16 la riduzione
caso di parete con catena pari ad 1 Φ 10 ed uno di rigidezza per il modello a puntone con catena
scarto di circa il 20% nel caso di catena scorrevole è pari a circa il 78 % rispetto al caso di
equivalente a 4 Φ 16. modello a trave; tale riduzione è ancora maggiore
Ad ogni modo dall’esame del quadro del nel caso di catena di dimensione ridotta.
danno in direzione +X è possibile notare che i Anche in relazione al taglio è possibile
meccanismi di rottura sono analoghi nei tre osservare nella configurazione di catena
modelli considerati e che la capacità della parete è scorrevole una variazione della resistenza,
governata in tutti i casi dalla rottura a presso- soprattutto quando è caratterizzata da una sezione
flessione dei maschi decompressi. ridotta. In quest’ultimo caso la capacità della
La differenza in termini di taglio può essere struttura è determinata dalla rottura a trazione
dovuta al fatto che, nel modello a “puntone” la della catena.
fascia di piano è schematizzata con due pendoli in Anche nel caso della parete B con catena pari
corrispondenza dei quali lo sforzo normale è 1Φ10 (acciaio S235) è stata analizzata la
costante; pertanto anche il momento flettente variazione della capacità sismica in relazione alla
agente ai due estremi è uguale a parità di braccio posizione della stessa e nel caso in cui essa non sia
della coppia interna (Fig. 17), diversamente da presente. Dall’analisi delle curve push-over è
quanto accade nel modello a “trave”, nel quale possibile osservare, anche in questo caso, risultati
generalmente i momenti flettenti agli estremi sono estremamente differenti nelle due direzioni di
diversi. Inoltre, non essendo stato applicato il applicazione della forza sismica (Fig. 18).
vincolo di inestensibilità assiale nello schema a In direzione +X tutte le schematizzazioni
“puntone” della fascia, nel modello si tiene conto hanno fornito la stessa curva push-over, ivi
dello sforzo normale agente nei pannelli di fascia, compresa la configurazione in cui la catena è del
tutto assente, da cui si evince che essa non
influisce sul comportamento della parete. Le forze
sismiche, infatti, confluiscono verso il maschio
murario più rigido (Fig. 19) ed anche più
resistente, per cui il maschio murario più debole
Figura 17: Momento flettente agente alle estremità del pannello tende ad “appoggiarsi” a quello più resistente.

SG06-48
sistema più complesso. Oggetto di analisi in
questo caso è stata la valutazione del grado di
accoppiamento che le fasce di piano riescono a
garantire ai maschi murari in funzione delle
dimensioni e della resistenza della catena. A tal
fine è stata analizzata la parete riportata in
figura 21 sia nel caso in cui sia presente ad ogni
piano una catena aderente di diametro pari a
Figura 18: Parete B con catena 1Φ10 (acciaio S235) 4 Φ 16 che nel caso di catena aderente con sezione
pari a 100 cm2. Nelle figure 22 e 23 è riportata la
distribuzione degli sforzi normali per un fissato
+X step di carico in campo elastico, rispettivamente
per la parete con catena pari a 4 Φ 16 ed a
100 cm2.
Dalla figura 22 è possibile osservare che nella
configurazione con catena aderente pari a 4Φ16 i
pannelli di fascia maggiormente sollecitati sono
quelli disposti nel “triangolo inferiore” della
parete.
Nel caso di catena di sezione molto maggiore
Figura 19: Parete B sollecitata in direzione +X (100 cm2), invece, il maggior impegno in termini
di resistenza e di rigidezza della catena stessa
In direzione –X, invece, la catena gioca un ruolo consente ai pannelli di fascia di essere sollecitati
fondamentale, e la sua disposizione incide in in maniera più o meno uniforme a ciascun livello
maniera rilevante sulla valutazione del taglio (Fig. 23).
massimo. Si noti che in assenza di catena la parete
tende a disarticolarsi già per livelli di carico molto
bassi (Fig. 20). Ciò conferma, ancora una volta, il
ruolo fondamentale della catena all’interno delle
pareti murarie.

3.3 Sistema complesso


Il “modello a puntone” della fascia di piano è
stato adottato anche per la schematizzazione di un
Figura 21: Configurazione geometrica parete P2

-X

Figura 20: Parete B sollecitata in direzione -X

Figura 22: Distribuzione degli sforzi normali (catena 4Φ16)

SG06-49
Figura 23: Distribuzione degli sforzi normali (catena 100 cm2)
Figura 24: Puntoni attivi in assenza di catena

Le analisi sopra descritte rappresentano dunque


un’ulteriore prova delle considerazioni che sono
state alla base del metodo delle diagonali
imbrigliate (Calderoni et al., 1984). Tra gli schemi
parziali tipici del metodo si riportano i due casi
limite, il primo corrispondente all’assenza di
elementi tenso-resistenti nelle fasce di piano
(Fig. 24), ed il secondo, al contrario, alla presenza
di cordoli a ciascun piano in corrispondenza dei
solai (Fig. 25). Nel primo caso, in particolare,
sono considerati reagenti i soli puntoni evidenziati
nello schema riportato in figura 24. Nel secondo
Figura 25: Puntoni attivi nella parete in presenza di catena
caso, invece, grazie alla presenza dei cordoli in
grado di trasferire gli sforzi di trazione, tutti i
sismica la parzializzazione della fascia di piano,
pannelli di fascia sono sollecitati dalle azioni
orizzontali, incrementando la capacità portante l’influenza delle differenti tipologie di catena
della parete rispetto al caso precedente. In effetti la (aderente o scorrevole) e della posizione della
maggiore iperstaticità della struttura consente la stessa all’interno della fascia di piano.
distribuzione delle sollecitazioni su un numero Sono state analizzate due diverse tipologie di
maggiore di elementi, evitando di sovraccaricarne pareti (una simmetrica e l'altra asimmetrica)
alcuni in particolare. adottando sia il “modello a puntone" che quello "a
trave" e sono stati messi a confronto i risultati
ottenuti evidenziando analogie e differenze tra le
4 CONCLUSIONI
due diverse modellazioni della fascia di piano.
Nel presente lavoro viene illustrato un modo Dall’analisi delle curve push-over è emerso per
alternativo per la schematizzazione della fascia di la parete simmetrica un comportamento sismico
piano. In particolare si considerano due puntoni piuttosto simile e la scarsa incidenza della
diagonali resistenti solo a compressione ed un posizione della catena e della tipologia della
tirante orizzontale (resistente solo a trazione), nel stessa. Invece, nel caso della parete asimmetrica è
caso in cui sia presente un elemento tenso- stato osservato che il comportamento della fascia
resistente. di piano non è ben definito a priori ma risulta
Il modello a puntone proposto è stato definito fortemente influenzato dalla geometria e dalla
sulla base delle campagne sperimentali e disposizione dei maschi murari, nonché dal verso
numeriche condotte dagli stessi autori sulla fascia di applicazione delle forze sismiche. Inoltre la
di piano. Nel dettaglio tale modello consente di tipologia della catena, la sua deformabilità e la
considerare nella valutazione della capacità

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disposizione all’interno della fascia di piano Materials and Structural Integrity, Vol. 5, Nos. 2/3,
pp.192–214.
influenzano notevolmente la risposta sismica. Calderoni, B., Cordasco, E.A., Lenza, P., Pacella G. 2013.
La schematizzazione della fascia di piano con Nuovi sviluppi del modello di “puntone ad arco” per la
definizione dei limiti di capacità delle fasce murarie - Atti
il modello a puntone consente di evidenziare la del XV Convegno ANIDIS “L’ingegneria Sismica in
maggiore deformabilità delle pareti con maschi di Italia”, Padova 2013.
estremità di dimensioni inferiori rispetto a quelli Calderoni, B., Cordasco, E.A., Pacella G., Onotri, V., 2016.
Critical issues in the assessment of seismic vulnerability
centrali e che la capacità sismica può essere of historical masonry buildings: a study case. -
migliorata solo inserendo in corrispondenza delle Proceedings of 16th International Brick and Block
Masonry Conference in Padova, 26-30 June 2016.
fasce di piano un elemento tenso-resistente Cattari, S., Lagomarsino, S., 2008. A strength criterion for
sufficientemente rigido e resistente. Ciò consente the flexural behaviour of spandrel in un-reinforced
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da un lato la ripartizione delle azioni tra tutti gli 2008, Bejing, Cina, pp.13-18.
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meccanismo a puntone nella fascia di piano e Experimental and theoretical study of the shear
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quindi il raggiungimento di una maggiore International, Vol. 19, No. 1, pp.1–14.
resistenza della parete muraria.

RINGRAZIAMENTI
Questo studio è stato sviluppato con il sostegno
finanziario del Consorzio ReLUIS, nell'ambito del
programma di ricerca (2017) che si sta realizzando
per il D.P.C.

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Analisi numerica su base sperimentale del
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