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C Nel caso venisse eseguita la determinazione preventiva della resistenza cubica a
28 g. e questa venisse costantemente controllata durante l’esecuzione del lavoro
si potevano assumere i seguenti valori :
Ãc = 75 Kg/cm2 Ãr 28 e 225 Kg/cm2
D Per l’acciaio si adottava il carico di sicurezza:
Ãf = 1400 Kg/cm2
Nella generalità dei casi durante l’ispezione di un solaio datato siamo in presenza di
un manufatto realizzato con calcestruzzo della tipologia A o B.
All’epoca le conoscenze tecniche erano scarse ed i mezzi di produzione del
calcestruzzo erano alquanto approssimativi e si aveva poco e nessun riguardo al
fenomeno della carbonatazione.
Le barre di armatura dei travetti non sempre venivano ben protette dalla malta con
conseguente formazione di ruggine e successiva espulsione del copriferro.
Le tecnologie di rinforzo richiamate prevedono sostanzialmente il trasferimento delle
tensioni della nuova armatura “per aderenza” all’interfaccia matrice–substrato,
intendendo per matrice il collante che può essere resina epossidica bicomponente o
malta cementizia ad alta resistenza.
Appare evidente la necessità di accertare l’idoneità di ciascun travetto ad essere
rinforzato agendo esclusivamente sul lato inferiore con una nuova armatura che deve
interagire con tutta la sezione.
E’ di fondamentale importanza conoscere l’evoluzione storica delle caratteristiche dei
materiali utilizzati nell’edilizia per ottenere il migliore risultato dall’accoppiamento dei
materiali originali di scarse caratteristiche di resistenza con quelli attuali dotati di
maggiori caratteristiche di resistenza.
Il primo controllo è quello della omogeneità su tutta l’area da rinforzare per
scongiurare problemi di asportazione di un sottile strato di calcestruzzo (peeling) o il
distacco del copri ferro non precedentemente asportato.
Il secondo controllo è quello di verificare la resistenza a compressione del
calcestruzzo originale, resistenza che non dovrebbe essere mai inferiore a 150
Kg/cm2.
Nella maggior parte dei casi la superficie esterna dei travetti da ristrutturare è più o
meno ammalorata, con porzioni di calcestruzzo danneggiato o staccato dal resto e
dalle armature. Le parti staccate o in fase di distacco devono essere sempre rimosse
e ripristinate con malte idonee ad alta adesività.
Eventuali fessure devono essere ripulite e intasate di idonea malta antiritiro o
ancorante chimico in cartuccia.
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In caso contrario si possono generare sconnessioni della superficie che a loro volta
possono innescare concentrazioni di tensioni parassite.
Le figure che seguono mettono in evidenza il fenomeno per rinforzi a flessione e
taglio quando non viene assicurata la perfetta adesione del rinforzo.
Il fenomeno sarebbe facilmente evitabile in un travetto le cui facce laterali fossero ben
visibili, come avviene per una trave, e dove sarebbe possibile l’intasamento delle
fessure difficilmente aggredibili dal basso.
Nella realtà la situazione è molto più complessa perché le superfici laterali del
calcestruzzo dei travetti sono sempre nascoste alla vista dalle pareti delle pignatte
rimaste in sito.
Nel caso di solaio sfondellato si ha il distacco delle cartelle e dei diaframmi ma
rimangono sempre in sito le porzioni di laterizio a diretto contatto col calcestruzzo dei
travetti e della caldana.
Per avere la massima garanzia, prima dell’applicazione dei nuovi rinforzi, in teoria
dovrebbero essere rimosse anche queste porzioni di laterizi, operare la bonifica
completa dei travetti e procedere alla sigillatura di tutte le fessure.
L’uso dei materiali composti in genere presuppone la presenza di personale
appositamente addestrato in grado di evitare meccanismi di crisi dovuti al fatto che il
comportamento meccanico di questi materiali è molto complesso per effetto della loro
disomogeneità e anisotropia.
Deve essere curato l’allineamento delle fibre per evitare la compressione della
matrice sotto l’azione del carico.
Deve essere curata la distribuzione delle fibre in modo da non provocare il generarsi
di tensioni tangenziali tra fibre e matrice, fenomeno più noto come “taglio
intralaminare” sotto l’azione del carico.
Nel caso di matrici a base polimerica bisogna evitare che restino bolle d’aria durante
l’impregnazione o si sviluppino gas durante la polimerizzazione della resina.
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Nel caso di matrici a base cementizia è sufficiente superare eventuali difficoltà
dell’operazione di impregnazione delle fibre a causa della viscosità della malta.
Con questa tecnologia deve essere posta particolare cura a risolvere il problema
delle azioni di taglio dei travetti se molto ammalorati sia nel calcestruzzo che nelle
armature.
Non ultima devono evitarsi le matrici epossidiche nelle strutture che possono essere
soggette ad alte temperature, a meno che non si prevedano idonee protezioni al
fuoco, e optare per le matrici a base cementizia.
Tutte le tecnologie sopra richiamate, e che sostanzialmente consistono nell’incollare
alla base dei travetti fibre o reti monodirezionali ad alta resistenza, sono
particolarmente valide nei casi di solai poco o nulla degradati quando si vogliono
aumentare le loro capacità portanti.
2. LA NUOVA TECNOLOGIA
La nuova tecnologia è sempre applicabile nei casi in cui si sia verificato un principio di
sfondellamento e nei casi in cui si giudichi opportuno rimuovere fondelli e cartelle dei
blocchi di laterizio per garantirsi, in modo definitivo, dal rischio di sfondellamento nel
tempo.
È sempre applicabile qualunque sia il degrado delle armature e quello del
calcestruzzo dei travetti.
E’ particolarmente efficace nei casi in cui, dopo l ‘espulsione del copriferro e inizio del
processo di sfondellamento, si evidenziano cavità e gravi ammaloramenti dei travetti
tali da mettere in dubbio la garanzia del loro utilizzo con interventi limitati al rinforzo
del bordo inferiore.
Caratteristica essenziale di questa nuova tecnologia è quella di creare intorno a tutti o
parte dei travetti ammalorati nuovi travetti ad U di calcestruzzo armato ad alta
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resistenza tali da ripristinare o aumentare la capacità portante del solaio iniziale in
modo totalmente autonomo e quindi indipendentemente dal grado di
ammaloramento.
Viene cosi ridotta la vulnerabilità di un elemento che diventa a tutti gli effetti
strutturale con grande beneficio per la resistenza sismica dell’intero edificio.
Con semplici accorgimenti si possono sia garantire che aumentare le capacità
portanti originali con il rinforzo di un travetto ogni due ammalorati o di un travetto ogni
tre ammalorati.
Si riportano alcune tipologie di modalità operative ed il tipico traliccio elettrosaldato.
TAV. 1 – Ristrutturazione di tutti i travetti.
L’intervento viene eseguito totalmente dal basso con o senza l’ausilio di
puntelli
TAV. 2 - Ristrutturazione di un travetto su due.
Si può adottare nel caso in cui sia prevista la rimozione del pavimento e sia
possibile realizzare una nuova soletta armata al di sopra di quella originale
ed in modo particolare in casi di miglioramento o adeguamento sismico del
fabbricato interessato.
TAV. 3 – Ristrutturazione di un travetto su tre.
Procedimento analogo al caso precedente.
TAV. 4 – Traliccio elettrosaldato standard:
Nella tavola è rappresentata la tipologia del traliccio, la tabella con le
caratteristiche per le varie altezze ed un tipico di utilizzazione accoppiando
ad un traliccio due mezzi tralicci
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3. IL SISTEMA RUREDIL X BEAM
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Indicando con Ä l•azione tagliante lungo il tratto generico o di sovrapposizione di
due barre in zona di calcestruzzo compresso e adottando la trazione massima
dell’armatura si ha la seguente condizione di equilibrio:
calcestruzzo compresso
Adottando e quindi
si avrebbe
e quindi
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Con tale risultato si potrebbe operare la sovrapposizione per una sola maglia e quindi
20 cm.
Per motivi di sicurezza è opportuno adottare comunque la sovrapposizione di due
maglie.
Si tenga ancora conto che le luci libere dei solai per fabbricati di abitazioni datati sono
intorno a 5 metri.
Posizionando sulla mezzeria il traliccio di lunghezza 3,0 m i tratti di sovrapposizione
risultano posizionati dove la trazione nelle armature inferiori è ridotta e quindi con
ulteriore beneficio per la sicurezza.
La figura che segue rappresenta schematicamente il tipico di un solaio da ristrutturare
verificato cautelativamente per vincoli di incastro per i momenti agli appoggi e vincoli
di semincastro per il momento massimo in campata.
Nella sezione di sovrapposizione si ha una riduzione del 30% del momento massimo
in campata e naturalmente pari riduzione nella trazione dell’armatura inferiore del
traliccio.
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4. LE FASI OPERATIVE
Per gli interventi di messa in sicurezza e rinforzo dei solai sfondellati con la tecnologia
X Beam System si consiglia di rispettare le seguenti fasi operative già sperimentate:
Nel caso si debba realizzare una nuova soletta superiore, sia per esigenza di
miglioramento o adeguamento sismico del fabbricato e sia per ridurre il numero dei
travetti da rinforzare, è necessario inserire opportuni connettori antiscorrimento che
colleghino tra loro i nuovi travetti di malta e le due solette.
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Per l’inserimento dei connettori si consigliano le seguenti fasi operative:
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5. UN INTERVENTO REALIZZATO
Si tratta del restauro strutturale del solaio del primo livello, su vuoto tecnico sanitario,
di una palazzina “ex dipendenti INAIL” a Nuoro.
Il solaio ha la superficie di circa 120 mq ed è composto da campate di luce netta
variabile da 3,525 m a 5,675 m.
È stato realizzato in opera con pignatte forma-travi, travetti passo 40 cm, altezza
16+4 cm di caldana.
L’ambiente sottostante è al grezzo, privo di finiture, altezza modesta, poche gratte
alle pareti, accessibile con difficoltà.
La mancanza di intonaco al soffitto, la mancata manutenzione e l’umidità del vano
tecnico sono stati la causa principale del notevole degrado e conseguente
sfondellamento esteso a quasi tutta la superficie.
Alla prima visita si è avuta la sensazione che la porzione con luce maggiore fosse in
procinto di collassare e che la soluzione più idonea fosse la demolizione e successiva
ricostruzione.
Si tenga presente che l’appartamento soprastante era abitato ed era stato
ristrutturato da poco tempo per cui tale tipo di intervento avrebbe comportato sia costi
importanti che notevoli disagi.
D’accordo col Direttore dei Lavori si è comunque deciso di applicare la Nuova
Tecnologia adottando alcuni accorgimenti utili per operare in sicurezza.
Si è proceduto alla puntellatura della porzione di luce maggiore e in situazione di
pericolo interessando, alternativamente, un travetto su due.
Per maggior sicurezza si è proceduto allo sfondellamento per file di pignatte ed al
successivo intervento di rinforzo del travetto interessato.
A puro titolo esemplicativo si riporta un estratto della relazione di calcolo riferita alla
luce maggiore e nell’ipotesi del rinforzo di un travetto ogni due con passo 40 + 40 cm.
Si è ipotizzato che il calcestruzzo fosse della classe C 25/30 e si sono utilizzati tralicci
10/8/8 H = 16 cm al momento disponibili.
La verifica è stata fatta ipotizzando l’applicazione dei seguenti carichi:
- carichi fissi G = 380 daN/mq
- sovracc. accidentali Q = 200 daN/mq
Per ciascun travetto oggetto di restauro si prevede infine :
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In campata si ha:
L = 5,675 m Lc = Lx1,05 ≅ 5,90 m
Mxed = P x Lc /16 = 635 x 5,902 /16 = 1382 daNm/trav
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Risulta
MxRd = 1.769 daNm > MxEd = 1.382 daNm
Per quanto riguarda la verifica al taglio si ha:
Vy,Ed = 635 · 5,90 /2 = 1.873 daN
Si verificano i travetti come elementi privi di armature trasversali resistenti al taglio.
La resistenza al taglio si valuta in base all’art. 4.1.2.1.3.1 delle NTC 2008 :
Vrd = {0,18· k(100 · Á1 · fck)1/3/γc + 0,15 · σcp}· bw · d e (vmin + 0,15 · σcp)· bw · d
Con: k = 1+ (200/d)1/2 d 2 vmin = 0,035·k3/2·fck1/2
e dove
d altezza utile della sezione
Á1 = Asl / (bw·d) rapporto geometrico di armatura longitudinale (e 0,02)
σcp = NEd/Ac tensione media di compressione nella sezione (e 0,2 fcd)
bw larghezza della sezione (in mm)
pertanto per:
d = 200 mm; bw = 150mm; k = 1+• (200/200) = 2; vmin = 0,035 · 23/2 · • 25 = 0,495;
per:
Asl = 236 mm2 (3$ 10: chiamate tralicci ed aggiuntivi); Á1 = 236 / (150·200) = 0,0079
si ha:
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Vrd = {0,18 · 2(100·0,0079·25)1/3/1,5 + 0,15·0} · 150·200 e 0,495·150·200
Vrd = 19.462 N e 14.850 N
La resistenza al taglio è pari a
Vrd = 1.946 daN > Vy,Ed = 1.873 daN
Nei calcoli non si è tenuto conto della collaborazione dei travetti originali anche se le
armature sono state bonificate.
Le fotografie che seguono mostrano diverse fasi dell’andamento dei lavori, i travetti
rinforzati, con passo uno su due, e quelli intermedi originali con le armature bonificate
e protette da uno strato di alcuni centimetri di malta R4.
Tutto l’intervento si è sviluppato in condizioni di notevole disagio operativo dando
priorità alla sicurezza più che ai dettagli delle finiture.
I lavori di restauro si sono conclusi con notevole soddisfazione di tutti i partecipanti e
ancor più degli inquilini del piano soprastante che non hanno lamentato alcun danno
durante i lavori e che ora si sentono al sicuro.
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Foto 2 – Porzione di solaio con le armature dei travetti corrose ed in fase di distacco.
Il copriferro è stato espulso
Foto 3 – Altra porzione di solaio con le armature dei travetti fortemente corrose
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Foto 4 – Intervento di sfondellamento mirato per file di pignatte
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6. LA PLAFONATURA PIANA DI FINITURA
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PANNELLO PRIMA DEL FISSAGGIO
FASE DI INTONACATURA
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7. CONCLUSIONI
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