A partire dal primo 400, l’Italia fu il centro che vede la nascita dell’umanesimo-rinascimento,
una grande stagione culturale e artistica.
Il centro in cui nasce questa nuova cultura sono le CORTI SIGNORILI
Caratteristico della signoria fu l’accentramento del potere, (ad una famiglia
particolarmente influente e autorevole), e l’ereditarietà di tale potere (della carica).
La corte di Firenze è il simbolo di questa trasformazione, qui il potere fu conquistato dalla ricca
famiglia dei MEDICI, che nel 1434 prendono definitivamente il potere con a capo della signoria
cittadina COSIMO DE’ MEDICI IL VECCHIO;
FASE DI GRANDE RINNOVAMENTO ARTISTICO, CULTURALE E URBANISTICO.
Firenze fu la culla del Rinascimento.
Una caratteristica molto importante era il CARATTERE MECENATICO delle signorie, perché i
signori, i sovrani chiamavano a Corte importanti letterati e artisti con l’unico scopo di
ampliare, abbellire e rinnovare la città per celebrare il loro potere.
Viene recuperata la dignità dell’uomo e viene ripresa la sua autonomia, dopo un periodo
“oscuro” nel quale il medioevo aveva privato l’uomo della sua libertà
La nuova centralità dell’uomo viene detta ANTROPOCENTRISMO.
Maturò perciò una CONCEZIONE LAICA della vita, del sapere e dell’agire umano
esponente ERASMO DA ROTTERDAM
GIORGIO VASARI
Nella sua opera “vite de più eccellenti, pittori, scultori et architettori”
formulò il concetto di RINASCITA
intesa come una frattura tra l’arte dell’età medioevale, ritenuta “rozza” e “priva di cultura”,
e quella del suo tempo.
L’opera si presenta con lo scopo di nominare i primi grandi personaggi del rinascimento,
il primo è Brunelleschi per la sua architettura, e poi Michelangelo Buonarroti che viene posto come
personaggio culminante, e la sua opera viene considerata insuperabile.
Per partecipare a questo concorso gli artisti dovevano realizzare una formella a cornice MISTILINEA-
TRILOBATA, che doveva raffigurare un episodio dell’Antico Testamento…il Sacrificio di Isacco.
Si richiedeva all’artista di raffigurare, in uno spazio ristretto, una composizione complessa, con una serie di
elementi vari: un vecchio, un angelo in volo, un asinello, un giovane nudo, due inservienti, e infine un ariete
al pascolo…
e la raffigurazione doveva essere fatta attraverso la tecnica della FUSIONE A CERA PERSA.
GHIBERTI BRUNELLESCHI
la scena è composta e solenne, Si distingue dall’altra per la sua drammaticità e
l’immagine è costruita con armonia ed per i movimenti improvvisi e scomposti dei
equilibrio, personaggi,
Isacco ha un’espressione inconsapevole Abramo tiene il collo del figlio e dio irrompe nella
sul volto mentre il padre Abramo ha la scena con un gesto impetuoso,
lama vicino al suo collo, la scena esprime una forte tensione drammatica,
utilizza la diagonale per disporre i Pathos
personaggi nello spazio. utilizza schema triangolare per disporre i
personaggi nello spazio.
A vincere il concorso è GHIBERTI , il quale inizia a decorare la porta settentrionale del battistero che
finisce solo nel 1424:
Si può notare che GHIBERTI si ispira fortemente alla porta meridionale realizzata da Andrea Pisano
Riprende il motivo delle 28 cornici (tardogotiche)
I rilievi superiori rappresentano episodi della vita di Cristo e in quelli inferiori sono rappresentati i
padri della chiesa e gli evangelisti.
GHIBERTI QUI Dà PROVA DELLA SUA ECCEZIONALI ABILITÀ TECNICA NELLA LAVORAZIONE DEL
BRONZO, decora il bronzo in maniera morbida ed elegante.
Il portico è concepito come un loggiato, con delle esili colonne che riprendono le forme e le
proporzioni dell’ordine corinzio.
Le colonne reggono arcate a tutto sesto, che con la loro ampiezza alleggeriscono e rendono
elegante il prospetto
Sopra il doppio cornicione si susseguono finestre con TIMPANI TRILOBATI, poste in
corrispondenza con il centro di ciascun arco.
Le arcate aperte sono 9, cosi come 9 sono gli scalini.
MODULO, è il diametro della colonna come nei templi antichi, l’unità di misura.
Altra caratteristica importante è la BICROMATICA DELLE SUPERFICI, il colore grigio scuro
della pietra crea un netto contrasto cromatico con l’intonaco chiaro delle pareti.
I lavori erano iniziati nel 1296 sotto la guida di Arnolfo di Cambio, ma i lavori si erano
interrotti dopo la sua morte nel 1302
Nel 1367, vennero ripresi e venne realizzata una TRIBUNA OTTOGONALE TRILOBATA
(la sua forma ricorda il GIGLIO fiore emblematico di Firenze) la tribuna è la parte in cui
appoggia la cupola.
Vennero realizzati anche dei piloni che dovevano reggere il TAMBURO e la CUPOLA,
il Tamburo è la parte di accordo tra tribuna e cupola, in cui la cupola scarica il suo peso.
I lavori si bloccarono poi di nuovo, a causa di problemi tecnici;
l’impalcatura chiedeva una grande quantità di legno, che però non avrebbe retto.
Il concorso venne vinto a pari merito da GHIBERTI e da BRUNELLESCHI
Si deve solo a BRUNELLESCHI l’ideazione del procedimento tecnico per risolvere i problemi della
notevole grandezza e delle impalcature:
Per rendere la cupola più ampia, ideò una struttura con un doppio involucro, fatto di
DUE CALOTTE DISTANZIATE DA UN’INTERCAPEDINE PROGRESSIVAMENTE PIÙ LARGA
BRUNELLESCHI mantenne la misura dell’altezza già impostata a 144 braccia (60m circa)
che richiamavano la Gerusalemme celeste ossia il regno dei cieli descritto
nell’apocalisse, in cui l’estensione era stabilita a 144 cubiti
CUPOLA EMBLEMA DI FIRENZE E SIMBOLO DELLA PROTEZIONE DELLA MADONNA SULLA CITTÀ
SAGRESTIA VECCHIA:
Nel 1422 BRUNELLESCHI cominciò i lavori per la cappella funeraria per Giovanni de MEDICI e la moglie,
lo concepì come un vero e proprio MAUSOLEO ISOLATO:
La cappella, che racchiude il sarcofago con le spoglie della coppia, oggi è detta SAGRESTIA VECCHIA
per distinguerla dalla SAGRESTIA NUOVA, costruita da Michelangelo.
Lo spazio della cappella presenta una forma geometrica perfetta.
La cappella è un volume perfettamente cubico, coperta da una cupola a pianta circolare.
Essa è divisa in 12 spicchi e da 12 costoloni che le danno un aspetto a ombrello.
Ogni lato del vasto quadrato è diviso a metà altezza da un fregio con cherubini e serafini in
terracotta colorata impostato su PARASTE CORINZIE, pilastri incastrati in una parete, leggermente
sporgenti.
L’uso dell’ordine corinzio costituisce un esplicito riferimento all’architettura antica, evidente anche
nell’ingresso alla piccola abside che richiama un arco di trionfo romano
Si presenta ancora il contrasto tra la pietra serena di colore grigio scuro e l’intonaco bianco delle
pareti.
La cappella fu costruita all’interno del chiostro della Chiesa di Santa Croce di Firenze.
Presenta una cupola ad ombrello con piccole finestre circolari e costoloni grigi (come
nella Sagrestia vecchia)
Nella parte di fondo si trova un vano a pianta quadrata (come nella sagrestia vecchia)
Contrasto tra la pietra serena di colore grigio scuro con le pareti bianche (come nella
sagrestia vecchia)
Lo spazio è ritmato da proporzioni geometriche e dalla ripetizione di forme
geometriche (CERCHIO, QUADRATO, RETTANGOLO) uguale alla sagrestia vecchia.
Nel 1445 decorò i 12 medaglioni circolari tra una parasta e l’altra in cui sono raffigurati
raffinate figure dei 12 apostoli,
eseguiti con la TECNICA DELLA TERRACOTTA INVETRIATA , inventata da lui.
L’invetriatura consiste nell’immersione dell’oggetto in terracotta in una speciale vernice
trasparente e lucida, ottenuta mescolando ossido di piombo e silice, l’oggetto deve poi
essere cotto in forno a temperatura elevata e costante (800-1100 gradi)
CORNICE QUADRILOBATA, munita di quattro parti sporgenti di forma tondeggiante, mistilinea , cioè
formata sia da profili retti sia da profili curvi.