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Sassoferrato

decennale

mia
A cura dell’Associazione “Sassoferratesi nel mondo” n°9 - luglio 2015

Marche
disperse a Brera
Corso F.lli Rosselli:
la via del commercio Bartolo tra
gli immortali

Il tempio La Chiesa di
di Civitalba Sant’Angelo

Premio Monte Strega 2015 Sagrato Chiesa di San Francesco 8 agosto ore 21:00
Sassoferrato mia n° 9, luglio 2015 DIRETTORE RESPONSABILE
A cura dell’Associazione “Sassoferratesi nel mondo” Paolo Mastri
Rivista annuale fondata nel 2006. VICE DIRETTORE
Pubblicazione distribuita ai soci. Stefano Troiani
La riproduzione degli articoli, anche parziale, è consentita citando la fonte. REDAZIONE
Gli articoli pubbliocati testimoniano soltanto il pensiero degli autori e non Umberto Comodi Ballanti
comportano responsabilità della direzione. Ivana Jachetti
Biagio Marini
www.sassoferratomia.it
Raniero Massoli-Novelli
info@sassoferratomia.it
Mara Silvestrini
Vittorio Toni
Grafica e stampa: Tipografia Garofoli - Sassoferrato
In copertina: Chiesa di San Francesco, sec XIII, foto di Franco Brescini. HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Veronique Angeletti
Il comitato di redazione di “Sassoferrato mia” ringrazia Angela Bru- Nazzareno Azzerri
schi e Luigi Garofoli per la preziosa collaborazione. Umberto Comodi Ballanti
Sandro Boccadoro
In collaborazione con: Galliano Crinella
Floriana Crinella
WWW.SASSOFERRATO.TV Rita Ferri
Renzo Franciolini
Ivana Jachetti
Luca Mancioli
Biagio Marini
Raniero Massoli-Novelli
Paolo Mastri
Vincenzo Moroni
Alessandra Pacheco
Franco Pagliarini
Anna Maria Pambianchi
Giovanni Pesciarelli
Ugo Pesciarelli
Euro Puletti
COMUNE DI Rita Sacco Ballanti
SASSOFERRATO Francesco Tosoni Gradenigo
Stefano Troiani
Mara Silvestrini
Virginio Villani
Giuseppe Vitaletti
Vittorio Toni
Federico Uncini
L’EDITORIALE
Dieci anni da rileggere
Paolo Mastri

Dieci anni cominciano a essere un passo importante passa a Ivana Jachetti, eletta presidente dell’associazio-
per l’uomo, anche per l’umanità. Figurarsi per un’as- ne. Ivana è un’operatrice culturale di primissimo piano
sociazione di donne e di uomini appassionati che si nelle Marche, formatasi, tra l’altro, in quella straordina-
carica sulle spalle il compito di coltivare la memoria ria palestra che furono le strutture di programmazione
di una comunità. “Sassoferratesi nel mondo”, e questa regionale della Rai. Ma soprattutto una sassoferratese
rivista che ne rappresenta la voce, festeggia quest’anno di grande competenza e generosità che saprà dare mol-
la prima candelina importante. Pensavamo, all’inizio, to al luogo delle sue radici. Mara Silvestrini, presidente
di arrivare fin qui con energie ed entusiasmo sufficien- uscente, non le cede soltanto il testimone: la accompa-
ti per affrontare il resto del cammino? Sicuramente sì gna attivamente come vice (leggere il prezioso articolo
con quel pizzico di incoscienza che caratterizza le belle su Civitalba per credere) marcando nei fatti l’affiata-
imprese. mento del team.
Come abbiamo speso il nostro tempo? L’occasione è Niente bilanci e tantomeno pistolotti. In due parole, il
troppo gradevole per appesantirla con bilanci detta- senso di tutto è scavare nel passato per renderlo cosa
gliati. Abbiamo fatto cose, mostre, convegni, un Pre- viva, un antefatto utile per decifrare il presente e le
mio che ogni anno ricollega alla memoria collettiva sue complessità, una per tutte il declino di un modello
facce e storie importanti di sassoferratesi nel mondo. industriale che ha segnato mezzo secolo di sviluppo,
Alcuni nomi, però vanno fatti: Gianni Pesciarelli e che senza profondità di veduta resterebbero ermeti-
Francesco Iacobini, ai quali si deve l’intuizione; padre che. Parlare, insomma, a tutti: ai sassoferratesi di ieri e
Stefano Troiani, a cui si deve la benedizione, in tutti i a quelli di oggi, quelli nel mondo e quelli felicemente
sensi, dell’idea; Timoteo Benedetti, il primo presidente rimasti intra moenia. E perché no, ai sempre più nume-
che va ricordato per ricordarli idealmente tutti; Vitto- rosi, curiosi frequentatori di una terra sentinate ricca di
rio Toni, che a prescindere dalle cariche è uno di quei memoria e di presente.
soggetti pronti a tutto grazie ai quali ogni cammino ten- Buona lettura.
de ad apparire più pianeggiante. Abbiamo raccontato
infine su “Sassoferrato mia”, storie, fatti, volti e opinio-
ni del passato e del presente. Un po’ più del presente da
un paio di numeri, con una scelta che speriamo incontri
il gradimento dei più, così come la traduzione di alcuni
articoli in lingua inglese, per meglio raggiungere i sas-
soferratesi più lontani nel mondo. La rivista che avete
in mano ve ne offre un assaggio, il più recente, dun-
que il più gustoso. A partire dalla chicca che riguarda,
nell’anno di Expo, le Marche disperse a Brera. Prose-
guendo con tutti gli altri importanti contributi. Difficile
indicarne alcuni, dunque leggete e magari fateci sapere.
Abbiamo anche un sito, che apre su Sassoferrato una
finestra planetaria e che deve crescere di più. È un im-
pegno.
Ma “Sassoferratesi nel mondo” è soprattutto una squa-
dra che sa vincere, o comunque competere, anche cam-
biando ruoli e formazione. Lasciando aperta la porta
dello spogliatoio. Da quest’anno la fascia di capitano

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Il saluto del Sindaco
COSE D’OGGI

Ugo Pesciarelli

te: dieci anni di attività, di presenza Desidero rivolgere il mio ricono-


viva e stimolante nella nostra co- scente saluto alla dott.ssa Mara
munità. Una presenza che fin dai Silvestrini che ha guidato negli ul-
primi anni si è caratterizzata come timi cinque anni l’associazione e
propositiva e che si è costantemen- ringraziarla per l’opera svolta con
te arricchita nel tempo di nuove professionalità e passione, sempre
iniziative le quali hanno sicuramen- in stretta e proficua collaborazione
te contribuito a rafforzare quel le- con l’Amministrazione comunale.
game indissolubile con le proprie Al nuovo presidente, la dott.ssa
radici dei concittadini residenti in Ivana Jachetti, auguro buon lavoro
altri comuni o all’estero. per continuare l’opera portata avan-
Un ruolo fondamentale, a questo ti dai suoi predecessori, che grazie
proposito, è stato svolto dalla rivi- alle sue qualità professionali ed
Carissimi amici dell’Associazione sta Sassoferrato mia che con il suo umane sarà sicuramente arricchita
“Sassoferratesi nel mondo”, ci ri- alto profilo culturale è stato negli e valorizzata. A Voi tutti un grazie
troviamo ancora una volta insieme anni un “luogo” di confronto e di di cuore per la collaborazione for-
per l’annuale appuntamento con la approfondimento ed uno straor- nita nell’organizzazione di iniziati-
vostra rivista Sassoferrato mia attra- dinario ed efficace strumento di ve di grande spessore culturale che
verso la quale rivolgo a Voi tutti il comunicazione verso i soci e all’e- hanno consentito di valorizzare e
mio più cordiale ed affettuoso salu- sterno, promuovendo sempre più la promuovere il territorio sentinate e
to. La vostra associazione raggiunge conoscenza e l’immagine di Sasso- fatto crescere ancora di più la nostra
quest’anno un traguardo importan- ferrato e del suo territorio. bella Sassoferrato.

La parola al Presidente onorario


Padre Stefano Troiani

Quest’anno l’Associazione ha un nuovo direttivo con


nuovo presidente, dopo i cinque anni ricoperti da
Mara Silvestrini; cinque anni di prezioso contribu-
to, anche sotto il profilo umano, che ha dato e che
continuerà a dare come vicepresidente. Con il rag-
giungimento del decennale, è sistematico ormai l’av-
vicendamento del gruppo all’interno del direttivo;
rinnovarsi è aprirsi al cambiamento, generare nuova
linfa e quindi maggiore forza per continuare.
Un decennio è già un risultato di cui andare fieri, so-
prattutto quando chi ci lavora ritaglia spazi e tempo
all’interno della propria vita e impegni lavorativi. E
questo va detto per tributare un meritatissimo rico-
noscimento a quanti, fin dall’inizio, si sono prodigati
con passione e competenza per affermare le finalità

Padre Stefano mentre esce dal suo ufficio di corso don Minzoni (Foto Ciocci)

2
che l’Associazione si proponeva e si propone, ovvero sette…’ che informa e promuove gli appuntamenti

COSE D’OGGI
“promuovere iniziative per la conoscenza, la conser- culturali e artistici sul territorio delle Marche.
vazione, la diffusione dei valori tradizionali, culturali, Dal luglio 1979 entra nella Regione Marche, presso
la Presidenza del Consiglio
Regionale, poi successiva-
mente con apposito con-
corso diventa funzionaria
del Servizio Cultura della
Giunta; qui dal 1991 è re-
sponsabile delle settore
Attività Culturali (Mostre,
Eventi, Convegni) e Spetta-
colo dal vivo e Cinema.
Tantissime le iniziative lega-
te a questi ambiti lavorativi,
che la portano a conoscere
ogni aspetto culturale della
regione e a collaborare con
i principali eventi, tra cui
ovviamente quelli promossi
da Sassoferrato: dal Premio
Salvi all’ attività dell’Isti-
tuto Internazionale di Stu-
di Piceni, alla nascita del
MAM’S.
Ha promosso importanti
La presidente Ivana Iachetti
Mostre anche a livello na-
turistico – ambientali della città di Sassoferrato e del zionale e all’estero, tra cui ricordiamo:
territorio sentinate”. L’arte italiana del XX secolo attraverso i grandi mar-
Tante e importanti sono state le iniziative che hanno chigiani - Mosca, Museo Tzereteli, autunno 2006.
fatto da cornice al riconoscimento del Premio Monte LIV Biennale d’arte. Padiglione Italia - Marche (a cura
Strega – Bartolo da Sassoferrato. L’essere “ricono- di Vittorio Sgarbi).
sciuto” dal proprio luogo di origine è un po’ come Mostre Ancona e Urbino e Venezia; giugno - novem-
avere la dimostrazione d’essere amati dalla propria bre 2011.
madre, significa sentire ancora pulsante il cordone Mostra Meraviglie delle Marche. Roma Braccio di
ombelicale che ci collega alla parte più intima e antica Carlo Magno. Vaticano maggio - giugno 2012 poi
di noi. Succede - dicevamo - a Mara Silvestrini, Iva- portata a Buenos Aires nel sett. - dic. 2012.
na Jachetti, nata a Sassoferrato nel 1952, ma vissuta Mostra Meraviglie delle Marche 2. Buenos Aires 18
per buona parte della vita altrove, pur mantenendo sett. - 30 nov. 2014 Museo de Arte e Decoration.
sempre fortissimo il legame con le proprie origini: in Numerosi anche gli interventi scritti in pubblicazio-
Sicilia dove suo padre minatore di Cabernardi andò ni e riviste e le relazioni in Convegni regionali e na-
a cercare lavoro e poi gli anni dell’Università a Pisa, zionali. L’Associazione trarrà sicuramente beneficio
dove si è laureata in Lettere nel 1976, e infine ad ed arricchimento dall’esperienza e la professionalità
Ancona dove risiede e lavora dal 1978. Tutto il suo accumulata in tutti questi anni dalla nuova Presiden-
curriculum vitae è intriso di costante impegno per te, che è persona molto attiva e dinamica; sappiamo
l’affermazione della cultura e la valorizzazione del anche che cercherà di portare avanti il rinnovamento
territorio attraverso la promozione delle attività cul- nella gestione dell’Associazione e in un auspicabile
turali. Nel 1978 partecipa al (primo) Concorso per futuro ricambio generazionale all’interno di essa.
programmisti-registi della sede regionale Rai ed arri- A lei e a tutto il Direttivo vanno i nostri migliori au-
va terza, prima degli idonei; per circa un anno inau- guri di buon lavoro e l’auspicio che i segnali di rinno-
gura e conduce il programma in diretta ‘Questo di vamento possano essere pienamente accolti.

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1 Dieci anni da rileggere...
Marche
IINDICE

2 Il saluto del sindaco


disperse a Brera La parola al presidente onorario

5 10 Faber e Indesit, due casi


12 Il balcone di Sasso
14 L’uomo e la miniera
Bartolo 15
16
Quei morti di un secolo fa
Sei sassoferratese se...
tra gli immortali La pasta Sabatino

8 17 Fondazione CARIFAC
un sassoferratese al timone
18 In ricordo di...
20 Premio Monte Strega - Bartolo da
Sassoferrato 2014 - Report
La via
del commercio 22 I premiati del 2015

39 25 L’Azione, la voce del territorio


26 Memorie a futura memoria
28 I deportati di Coldellanoce
30 Una nascita a San Polo
34 Il “Maggio”che non passa mai
Il tempio 36 Frazioni in cammino e strade
di Civitalba ferme... al passato

42
38 Il travajo di Alfredo Pandolfi

43 Sassoferrato nel medioevo


La chiesa 48 Il restauro della Chiesa di S. Pietro
de Agiglioni
di sant’Angelo 52 Il triangolo di Rondinella

45 54 La Via Romea della Marca


55 Recensioni: idee impresse sulla carta...
60 Ci è giunto
62 C’è da vedere

4
Marche disperse a Brera

COSE D’OGGI
Progetto di promozione in tempo di Expo
Anche un prezioso nucleo di opere provengono da Sassoferrato
Ivana Jachetti

La Regione Marche ha organiz- stabilisce che le opere d’arte pos- sono Parigi e Francoforte) come
zato un numero considerevole di sono essere requisite come bottino capitali dell’Impero. Dominique
iniziative per presentarsi all’Expo di guerra. Napoleone pensa ad una Vivan Denon fu lo stratega della
di Milano, tutte ovviamente lega- sistematica conservazione ed espo- più colossale trasmigrazione di pa-
te al tema centrale del cibo e del- sizione di questi tesori d’arte e con- trimonio artistico della storia suc-
le bio-diversità, ma includendovi cepisce i musei così come li cono- cessiva al Trattato di Tolentino: un
anche un interessante ‘spaccato’ sciamo oggi. La grande arte come consulente, diremmo oggi, che gui-
sulla presenza di importan- dava un team di specia-
ti opere d’arte provenienti listi (i Commissari delle
dalle Marche, in seguito alle Arti) che stilavano gli
spoliazioni napoleoniche e elenchi delle confische
presenti perlopiù nella Pi- da effettuare.
nacoteca di Brera. In fondo, Così confluirono su
il buon cibo e l’arte sono Milano opere di artisti
elementi fondamentali per eccellenti da tutta la
quella qualità della vita che regione: Gentile da Fa-
viene riconosciuta dall’esse- briano, Carlo e Vittore
re anche la regione più lon- Crivelli, Luca Signo-
geva d’Italia e d’Europa. relli, Piero della Fran-
Il progetto chiamato ‘Le cesca, per citare i più
Marche disperse a Brera’, cu- famosi, e anche da Sas-
rato dalla sottoscritta e da soferrato vennero por-
Costanza Costanzi, storica tate via opere eccellenti
dell’arte che ha anche pub- che appartenevano alla
blicato nel 2005 un impor- storia e all’identità del
tante volume sulle Marche territorio. In meno di
disperse, si propone di valo- un decennio il patrimo-
rizzare e promuovere, all’in- nio culturale dell’Italia
terno del percorso museale e delle Marche fu qua-
della Pinacoteca di Brera, le si dimezzato, asportato
opere di provenienza mar- in modo indiscriminato
chigiana attraverso una sorta e a volte brutale; una
di sub-itinerario: che ne in- parte di quello, non
dichi, con brevi note dida- essendo Brera capace
scaliche, i luoghi e le sedi di Chiesa di San Marco a Milano di accoglierlo tutto, fu
originaria appartenenza nelle Mar- simbolo della grandeur francese si donato alle chiese milanesi, dove
che. Sarà fatto anche un apposito esprimerà nel Museo del Louvre ed in parte si trova tutt’ora. Dopo la
depliant e un video con le medesi- in quello di Brera, allora chiamata caduta dell’astro napoleonico, le
me finalità. Accademia Braidense, fondata da opere migrate al Louvre furono in
Con il Trattato di Tolentino del Maria Teresa d’Austria con finalità parte restituite, anche per l’interes-
1797 Napoleone non solo sottrae didattiche educative, essendo Mila- samento di Antonio Canova. Ma
territori allo Stato Pontificio, ma no una delle città designate (le altre esse non tornarono più nelle Mar-

5
che, confluirono a Roma e costituiscono ancora oggi il presenza del pittore di Fossombrone nella Chiesa di
COSE D’OGGI

nucleo fondamentale della Pinacoteca Vaticana, men- San Francesco di Sassoferrato, dove in quegli anni
tre le opere portate a Brera non furono mai restituite dipinse la Circoncisione, tuttora in loco. Nel 1814, da
dal Governo Austriaco: quei dipinti - fu risposto – ap- Brera il dipinto fu spostato nella Chiesa di San Marco,
partenevano a Napoleone; essendo egli stato sconfitto, Cappella della Pietà.
essi erano ormai legittimo patrimonio dei vincitori. La
logica della guerra e della forza, lo vediamo tristemente
anche in questi giorni, vince su quella della cultura e
dell’identità territoriale.
Le opere d’arte appartengono alla comunità per le quali
sono state concepite e realizzate, sono intessute alle
vicende storiche, alle stagioni, agli umori e agli odori
degli ambienti che le ha viste nascere e, nel caso di
immagini sacre, anche dall’essere oggetto di devozione,
di preghiera: portarle in altri contesti significa renderle
orfane, svuotarle della loro storia e privare il territorio
originario di significativi processi identitari.
Ma torniamo ai dipinti provenienti da Sassoferrato:
sono quattro se, ovviamente, ci riferiamo a quelli
trafugati a seguito della spoliazione napoleonica; due
sono conservati nella Pinacoteca di Brera, uno nella
vicina Chiesa di san Marco e uno nella Quadreria
dell’Arcivescovado:
La Madonna del Velo, (sec. XVII), copia del dipinto
raffaellesco della Chiesa di Piazza del Popolo a Roma,
attribuita a Giovan Battista Salvi o suo epigono,
proveniva dalla chiesa dei Cappuccini, dove i fratelli
Bentivoglio, che l’avevano avuta in eredità, l’avevano
depositata in attesa che una sentenza arbitrale risolvesse
la controversia (Quadreria Arcivescovado, Milano).
San Sebastiano, (inizio XVI sec.) proveniente dalla
Chiesa di San Francesco; il dipinto ha avuto varie
attribuzioni: Antonio da Faenza, romagnolo attivo
nelle Marche a Loreto e Montelupone, Antonio da
Fabriano, Vincenzo Pagani.
Madonna col Bambino, (inizio sec. XVI) proveniente
dalla Chiesa di San Francesco, è una delle tante copie
di Giulio Romano, a sua volta in parte desunta da
Raffaello e va posta in relazione con l’attività di copista
del pittore sentinate Giovan Battista Salvi – detto il
Sassoferrato – che dal prototipo raffaellesco trasse
numerose versioni.
Deposizione di Cristo nel sepolcro (1611 circa),
proveniente dalla Chiesa di San Francesco, attribuito
a Giovan Francesco Guerrieri. Il dipinto è una copia
dell’originale di Caravaggio, eseguito per S. Maria in
Vallicella a Roma (oggi nella Pinacoteca Vaticana).
L’attribuzione al Guerrieri si basa soprattutto sulla

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Following the Treaty of Tolentino in 1797,

COSE D’OGGI
Napoleon having defeated the State of the
Church declared that artworks could be confi-
scated as war spoils and brought to Museums,
where they should be exhibited as symbols
of his grandeur; first of all, the Louvre in Pa-
ris and Brera Academy in Milano, the latter
founded by the Austrian Empress Maria The-
resia. Hence, masterpieces such as works of
Gentile da Fabriano, Carlo and Vittore Crivelli,
Luca Signorelli, Piero della Francesca from all
parts of Le Marche, including Sassoferrato,
were put on display in Milano, not only at Bre-
ra but also in Churches. Consequently, the art
heritage of Le Marche was virtually halved.
After the defeat of Napoleon, some of the art-
works at the Louvre, thanks to the interven-
tion of Antonio Canova were returned; unfor-
tunately not to Le Marche, but to the Vatican,
where they still are. Soon after, Milano came
back under the rule of the Austrians, who for
an unreasonable logic of war that the winners
have got the right to keep the spoils did not
return the stolen artworks in the Brera Aca-
demy to Le Marche. However, the artworks
belong to the community for which they had
been created, and in case of sacred images
they have also a devotional value for the pe-
ople.
Let’s go back to the four paintings from Sas-
soferrato, confiscated by Napoleon:
Madonna with the veil, XVII Century – copy
Excerpt of the Raphael’s painting in the Church of Piazza del Popolo in

”D
Rome, attributed to Giovan Battista Salvi “il Sassoferrato”. It
ispersed Marche at Brera”, a promotion project in was taken away from the Church of the Capuchins in Sasso-
times of EXPO. A valuable collection of works in the Museum ferrato, deposited there by the Bentivoglio Brothers, waiting
came from Sassoferrato. The Region Marche, in addition to for an arbitration on a heritage dispute. It is now placed in the
the core promotion linked with Food and Biodiversity at the Picture Gallery of the Archibishop in Milano.
Milano EXPO, has also included an interesting insight of the Saint Sebastian, (beginning XVI cent.), from the Saint Francis
presence in Milano of relevant artworks from Le Marche, Church of Sassoferrato: the attribution is uncertain: Antonio da
following the Napoleonic pillage, that are mainly displayed in Faenza, Antonio da Fabriano, Vincenzo Pagani
the Gallery of the Brera Academy. After all, good food and art Madonna and Child, beginning XVI Century, from Saint Francis
are fundamental for the quality of life accorded to Le Marche, Church of Sassoferrato – one of the many copies by Giovan
which is the longest-lived region of Italy and Europe. Battista Salvi “il Sassoferrato” of Giulio Romano’s painting,
The project named “Dispersed Marche at Brera”, realized by who in turn had copied Raphael.
the Author and Costanza Costanzi - art historian who publi- Deposition of Christ in the Sepulchre, 1611, attributed to Gio-
shed an important book on the “Dispersed Marche” in 2005 van Francesco Guerrieri - copy from the Caravaggio’s painting
- aims to enhance and promote the art heritage of Le Marche in the Vatican Art Gallery. Guerrieri worked in Sassoferrato: for
in the museum of Brera, with a kind of sub-route illustrating the Saint Francis Church he painted also the Circumcision that
the places of origin of the artworks. A special brochure and a is still there. The Deposition was moved in 1814 from Brera to
video will also be done. the Church of St. Marc in Milano.

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Bartolo tra gli immortali
COSE D’OGGI

Il ritratto del giurista tra i ventotto grandi


nello studiolo di Federico da Montefeltro
Galliano Crinella

C’è anche Bartolo da Sassoferrato tra gli uomini illu- razioni per l’intera Europa. La presenza di Bartolo tra
stri presenti nel ricostruito Studiolo di Federico da i più grandi e apprezzati personaggi dell’Occidente è
Montefeltro, oggetto di una preziosissima mostra che una prova ulteriore della rilevanza intellettuale del no-
ricostruisce, all’interno del Palazzo Ducale di Urbino, stro, e della profonda considerazione di cui godeva la
una delle testimonianze più rare e significative del Ri- sua imperitura opera di interprete e “costruttore” del
nascimento italiano. Nel prestigioso e particolarissimo diritto.
‘spazio espositivo’ sono collocati, in gruppi di quattro Nella ricorrenza centenaria della sua nascita (1313–
su due piani, i ritratti di ventotto grandi personaggi, dai 1354), la città di Sassoferrato non ha esitato a ripropor-
volti solenni: Aristotele, Bartolo, Bessarione, Boezio, re aspetti della sua magistrale attività, spesa non solo
Cicerone, Dante, Euclide, Ippocrate, Mosè, Omero, sul piano prettamente teorico e dottrinale. In collabo-
Petrarca, Pietro d’Abano, Pio II, Platone, Salomone, razione con il Comune di Sassoferrato e con il patroci-
Sant’Agostino, Sant’Ambrogio, Sant’Alberto, San Gi- nio dell’American Academy in Rome, dell’Accademia
rolamo, San Gregorio, San Tommaso, Scoto, Seneca, di Danimarca, dell’Università degli Studi di Urbino
Sisto IV, Solone, Tolomeo, Virgilio, Vittorino da Feltre. “Carlo Bo” e della Regione Marche, l’Istituto interna-
L’evento è stato inserito nel programma Expo 2015. zionale di Studi Piceni ha promosso e organizzato due
Dei ventotto ritratti, quattordici erano già conservati edizioni del Congresso internazionale di Studi Umani-
nel Palazzo Ducale, mentre le restanti quattordici ta- stici, il XXXIV, nel 2013, sul tema: Bartolo da Sasso-
vole, collocate nel Museo del Louvre dal 1863, sono ferrato e il pensiero giuridico e politico tra Medioevo e
state eccezionalmente fornite per l’evento dal Museo Rinascimento, e il XXXV, nel 2014, sul tema: Bartolo
francese. Non erano mai tornate, prima d’ora, in Italia. da Sassoferrato e Niccolò Perotti: due grandi marchigia-
Il ritratto di Bartolo (dipinto su tavola, 95 x 57 cm), è ni nella cultura europea tra Medioevo e Rinascimento.
opera del pittore fiammingo quattrocentesco Giusto di Ai due Congressi hanno partecipato studiosi e ricerca-
Gand, che lavorò per qualche anno, attorno al 1473, tori provenienti dalle maggiori università italiane. Un
alla corte di Federico da Montefeltro. precedente storico importante: il 4 aprile 1959 si era
La mostra rivela, al tempo stesso, un tratto importante tenuta a Sassoferrato una delle giornate del Convegno
della storia di Urbino, delle Marche e delle sue più note commemorativo organizzato dall’Università degli Studi
tradizioni culturali. Inaugurata il 12 marzo ed aperta di Perugia nel sesto centenario della morte di Bartolo,
fino al 5 luglio 2015, è curata da Carlo Bertelli, Ales- le altre due giornate di studio a Perugia e Todi.
sandro Marchi e Maria Rosaria Valazzi. Lo Studiolo, Pure molto importante, sul piano della riconsiderazio-
spiegano i curatori, ‘’è un ambiente voluto da Federico ne del pensiero e dell’impegno civile bartoliano è stato
di Montefeltro come una sorta di autobiografia idea- il cinquantesimo Convegno storico internazionale del
le, esempio di una tipologia che conta pochi esemplari Centro italiano di studi sul Basso Medioevo, organizzato
superstiti, e oggetti rari’’. Realizzato da artisti italiani e dall’Accademia Tudertina con il patrocinio dell’Univer-
fiamminghi, rappresenta un ambiente privato ma dal sità degli Studi di Perugia, sul tema: Bartolo da Sassofer-
fascino universale e senza tempo, uno spazio per lo stu- rato nel settimo centenario della nascita. Diritto, politica,
dio e la meditazione, dall’architettura e dagli elementi società, tenutosi a Todi e Perugia 13-16 ottobre 2013.
originali, impreziosito, per l’appunto, dai ritratti dei sa- A Todi, Bartolo fu giudice criminale e all’Università
pienti con i quali Federico, all’apice del suo prestigio degli Studi di Perugia insegnò per quasi tutta la sua
politico, amava confrontarsi. Il Duca Federico, valoro- breve vita. Il Convegno, coordinato da Ferdinando
so condottiero e raffinato uomo di cultura, fu una delle Treggiari ha approfondito alcuni temi cruciali, quali i
personalità più importanti di una straordinaria stagione commentari di diritto romano, i trattati politici sulla ci-
culturale, fautrice di grandi cambiamenti e nuove ispi- vitas medievale, le vicende istituzionali e politiche che

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COSE D’OGGI
bonus jurista nisi sit bartolista” designa una tradizione
plurisecolare. Bartolo è un giurista epocale, una di quelle
figure capaci di contenere in loro la forza, le identità, le
contraddizioni di un’epoca. Come può esserlo un Dante
o un Giotto. Non c’è praticamente questione cruciale del
proprio tempo che Bartolo non affronti nella sua opera.
Dalle opere legate all’insegnamento fino ai trattati e ai
consilia emerge sempre uno spaccato del diritto vivente
che contrassegna una civiltà urbana vitalissima e ori-
ginale. Nessuno meglio di Bartolo ha saputo cogliere e
ricostruire le potenzialità e le contraddizioni insite nel
rapporto tra diritto e politica nel Medioevo maturo. Il
linguaggio giuridico dà forma al politico, e da questo in-
contro nascono idee e concetti nuovi, sul limitare della
modernità precorritrice di nuove sensibilità”.
Gli studiosi hanno fatto rilevare, tuttavia, che all’ec-
cezionale statura scientifica di Bartolo non ha corri-
sposto, nel tempo, un adeguato fervore di studi da
parte della storiografia giuridica e ancora oggi non
abbiamo una conoscenza del tutto esauriente del suo
pensiero. Tale studio sarebbe certamente importante
anche per dare impulso alla storia degli istituti e in
generale della scienza giuridica entro l’esperienza del
diritto comune, cui Bartolo ha fornito un contributo
rilevantissimo.
La vicinanza di Bartolo ai frati minori francescani, direi
il suo stesso spirito francescano, la devozione per frate
Pietro d’Assisi, il primo maestro di studi giuridici che lo
avviò successivamente all’Università degli Studi di Pe-
rugia, sono stati sottratti alla ‘memoria pigra’ con la la-
pide collocata nel Convento francescano, a fianco della
Immagine di Bartolo, attualmente al Louvre, proveniente dallo
Chiesa di San Francesco in Piazza San Francesco, con
studiolo del Duca.
il seguente testo: “Qui, alla scuola di fra’ Pietro d’Assi-
lo coinvolsero come giudice e diplomatico in una fase si,/Bartolo insigne assertore/di concordi leggi tra popoli,/
cruciale della vita dei comuni cittadini, la luminosa e iniziò il luminoso cammino/verso le somme vette/del
secolare tradizione che l’opera bartoliana inaugurò in sapere giuridico/Amministrazione comunale e città di
Italia e in Europa. Sassoferrato/3 luglio 2013”.
La ricognizione sull’imponente opera e dottrina giuri- è opportuno ricordare, per ricondurci alla riconoscen-
dica di Bartolo era iniziata a Sassoferrato, nel 2011, con za di Bartolo nei confronti di Sassoferrato e dell’Ordine
il XXXII Congresso internazionale di Studi Umanisti- dei Frati Minori, che nel suo testamento egli stabilì che
ci. In quella occasione Luigi Lacchè, giurista e Rettore qualora fosse morto fuori della città di Perugia avreb-
dell’Università degli Studi di Macerata, confermando le be dovuto essere seppellito proprio nella Chiesa di San
ragioni per le quali lo studioso sentinate era stato rico- Francesco di Sassoferrato.
nosciuto da Federico come uno dei grandi protagonisti Un’ultima annotazione: facendo seguito alle iniziative
della cultura occidentale, affermava: “Bartolo non man- promosse per il settimo centenario della nascita, e per
cherebbe mai in un’ideale quadreria dei giuristi europei conservare una sua presenza viva nella città che gli ha
del millennio appena trascorso. Il profilo intellettuale e il dato i natali dopo la chiusura dell’Istituto Giuridico
profilo della sua opera sono talmente smisurati che diven- “Bartolo da Sassoferrato”, l’Istituto internazionale
ta difficile coglierli in tutta la loro complessità. Iuris mo- di Studi Piceni ha modificato la sua denominazione
narcha, Lucerna juris, Apollinis oraculus, i titoli e le iper- in Istituto internazionale di Studi Piceni “Bartolo da
bole accumulate nel corso dei tempi. Il brocardo “nemo Sassoferrato”.

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Faber e Indesit, due casi
COSE D’OGGI

Economia e territorio: esperienze a confronto


Giuseppe Vitaletti *

Faber e Indesit sono due casi di industria che coinvolgo- a) in corrispondenza di quantità basse nessuna impresa
no direttamente Sassoferrato e Fabriano. In questo pe- opera. Infatti a tali quantità i costi per unità di prodotto
riodo sono salite alla ribalta nazionale: numerosi articoli sono talmente elevati da rendere le imprese non com-
della grande stampa se ne sono infatti occupati, specie petitive rispetto ad imprese con quantità prodotte mag-
della seconda. Il termine industria viene usato qui in ma- giori. Ciò salvo che si operi in un settore nuovo, e fino a
niera specifica, per separarlo da quello dell’agricoltura e quando la “novità” permane. La conseguenza è che nei
dell’edilizia, nonché dei servizi privati e pubblici. mercati di norma non v’è concorrenza sul fondamenta-
Va innanzitutto fatta un’osservazione. In termini di Va- le lato dell’entrata. Ciò perché normalmente le imprese
lore Aggiunto, agricoltura ed edilizia assorbono il 6,6% nuove all’inizio debbono passare per una fase, che può
del totale del Valore; l’industria assorbe il 18,4% del to- essere lunga, di bassa produzione, che comporterebbe
tale; i servizi ne assorbono ben il 75%. È vero che tra i perdite assai elevate;
servizi vi sono quelli pubblici, che assorbono all’incirca b) tutte le imprese dei mercati maturi sono ad alta pro-
il 20-25% del totale. Ma resta vero che i servizi privati duzione. La loro redditività è però strutturalmente di-
coprono all’incirca il 50-55% del totale, e dunque sono versa, e dipende in primo luogo dalle quantità prodotte:
nettamente superiori alla somma di agricoltura, edilizia a quantità più elevate sono connesse redditività più ele-
ed industria (fonte: Relazione annuale della Banca d’I- vate. Ne consegue un’intrinseca instabilità della struttu-
talia, Appendice, pag. 39). Se, d’altro canto, si mettono ra produttiva, con aggregazioni che riducono il numero
a raffronto i modelli di attività privati, il confronto vero delle imprese, e che comportano un elevato valore di
è tra agricoltura, edilizia e servizi privati da un lato ed mercato anche per le imprese a redditività zero: queste
industria dall’altro lato. infatti, aggregandosi, ottengono buoni guadagni;
Nei primi prevale nettamente la piccola dimensione, c) il credito è essenziale, sia come finanziamento del ca-
ovvero ogni unità produttiva, intesa in senso giuridico, pitale, sia perché permette di crescere, e dunque di gua-
comprende pochi occupati. Nell’industria prevale la dagnare posizioni e redditività al lordo degli interessi.
grande dimensione, ovvero ogni unità giuridica presen- Nel settore dei servizi i rendimenti per unità di prodotto
ta notevoli gruppi di occupati. Oltre a ciò, nell’industria sono pure crescenti, ma assai di meno, e soprattutto è
prevalgono le interrelazioni societarie, cioè la maggior possibile iniziare con un basso capitale, anche nei settori
parte delle unità giuridiche è connessa con le altre. maturi. Inoltre la seconda caratteristica è presente, ma
Esaminiamo più a fondo quest’ultima caratteristica, ov- non dipende in maniera diretta dalle dimensioni, bensì
vero le grandi dimensioni e le connessioni azionarie tra da altre caratteristiche: una buona posizione, la simpatia
industrie. Il fatto che c’è molto capitale suggerisce che del titolare nel vendere, caratteristiche tecniche, abilità
le unità con poco capitale di fatto non sopravvivono. di esecuzione, ed altre. Il ricorso al credito può esserci,
La ragione di ciò è che i rendimenti dell’industria sono ma normalmente non è essenziale.
crescenti: questo significa, in particolare, che al crescere Una gelateria, una pizzeria, una lavanderia, e molte al-
delle quantità prodotte, e dei volumi delle vendite, i costi tre attività, possono iniziare con poco capitale, in par-
per unità di prodotto decrescono. Se a quantità prodotte ticolare senza ricorso al credito. Il loro valore dipende
di 100 il costo per unità di prodotto (dovuto a salari, ma- dalla redditività, che non può essere tuttavia struttural-
terie prime acquistate, ammortamenti, spese di distribu- mente troppo elevata, perché c’è concorrenza all’entrata.
zione del prodotto, ed altro) è, supponiamo, 50, quando In caso di redditività nulla o negativa, il valore scende
le quantità passano a 200, i costi per unità di prodotto di molto o si azzera, perché è assai tenue il vantaggio
salgono sì, ma meno che proporzionalmente, ad esempio dell’aggregazione delle strutture produttive.
ad 80. Le cose continuano così man mano che la quantità Queste sono le caratteristiche essenziali e generali dei
prodotta cresce. mercati dell’industria e dei servizi. Poi ci sono altri fatto-
Questo fatto, apparentemente ovvio, ha tre implicazioni ri, che possono essere illustrati specificamente, e variano
profonde: da situazione a situazione. Con riferimento all’industria

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sassoferratese e fabrianese, prendiamo gli esempi di Fa- abilità, caratteristiche in particolare del sassoferratese.

COSE D’OGGI
ber e Indesit. Un’altra è la presenza di fornitori continui ed affidabili,
La Faber è un’industria relativamente giovane, che nasce a costi contenuti.
a Fabriano, negli anni cinquanta del secolo scorso. La Storia diversa è quella della Indesit. L’impresa nasce a
produzione è artigianale, il prodotto è nuovo: le cappe Torino negli anni Cinquanta e si sviluppa rapidamente,
per cucina, trasformate in un elettrodomestico unico e penetrando un mercato in forte espansione. L’acquisi-
sicuro, rispetto ad un complemento dell’arredamen- zione di Merloni è nel 1987, quando il settore è ormai
to, spesso sporco. Un professore dell’Istituto Tecnico, in concentrazione crescente, con forti economie di sca-
Abramo Galassi, crea il brevetto. Sul brevetto l’impresa la connesse alle grandi dimensioni. La Merloni punta a
cresce così tanto da diventare presto leader nazionale nel prezzi contenuti, ottenuti in primo luogo attraverso bas-
settore, e subito dopo mondiale. Si crea in questa fase la si salari. Il mercato diventa poi stagnante, ed arriva la
Business Unit Hoods, ovvero una conglomerata dei pro- concorrenza a bassissimo prezzo dei cinesi. Alla Merloni
duttori di cappe. Nel 2005, per acquisire potenza com- subentra la Whirpool, che è costretta ad una politica
merciale a livello mondiale, la Business Unit Hoods si di riduzioni del personale, ed ultimamente, anche delle
ingloba nella Franke, la grande multinazionale svizzera unità produttive in Italia. In questo caso i bassi salari e
delle cucine. Così si è costituito un gruppo che occupa il la prontezza dei fornitori salvano le unità del fabrianese,
secondo posto a livello mondiale. ma la Whirpool gioca, o comunque è costretta a gioca-
La produzione si è ramificata, posizionandosi in maniera re, sulla difensiva. Entra, cioè, tra il ristretto gruppo dei
importante a Sassoferrato. A Sassoferrato oggi ci sono concorrenti a livello globale, nel segmento di coda, con
270 occupati operativi, ed a Fabriano 120, principal- bassa redditività. Non ci sono pericoli di scomparsa, ma
mente impiegatizi: i ricavi corrispondenti della Società di restrizione. Abbiamo esaminato due colossi del mon-
madre, la Business Unit Hoods, sono pari all’incirca a do industriale, e le loro differenti situazioni. Va ricordato
120 milioni di euro. Recentemente, sono stati festeggiati che la loro storia riguarda meno del 20% del valore ag-
più cinque anni senza infortuni: un primato di assoluto giunto in Italia, che è la seconda in Europa, dopo la Ger-
valore (settimanale L’Azione, 5 giugno 2015, pag.18). mania, quanto ad industria manifatturiera. Un mondo
A livello di industria, ci sono tutti gli ingredienti che ab- assai difficile, ma pieno di situazioni privilegiate, a livel-
biamo descritto. All’inizio, quando nasce, le produzioni lo di proprietari, e anche di dirigenti ed impiegati. Esso
sono basse: il settore è nuovo, e con il brevetto la concor- è, ribadiamo, sulla stampa. Non è sulla stampa, o lo è
renza è scarsa. Successivamente, quando le dimensioni molto di meno, l’altro mondo, che riguarda tuttavia più
crescono, si costituiscono gruppi (la Business e la Fran- dell’80% della produzione di valore aggiunto (agricol-
ke), per acquisire potenza commerciale. Senza i grup- tura, edilizia, servizi privati e pubblici).
pi, il finanziamento tramite azioni e l’accesso al credito Il perché di questa situazione, strana e paradossale, lo
sarebbero più difficili. Valgono a questo punto in pieno affronteremo, se possibile, in un articolo del prossimo
le caratteristiche descritte, ovvero la concorrenza all’en- anno. Ovviamente su Sassoferratomia.
trata risulta pressoché impossibile, e la lotta si ha solo tra
i concorrenti presenti. Una delle fortune della Faber è *Ringrazio Riccardo Remedi e Katriina Kostiainen, che hanno
la presenza di brevetti. Altre fortune sono il basso costo collaborato per la parte Faber, nonché Vittorio Vitaletti. Alcune
complessivo della manodopera, e la sua disponibilità ed informazioni sulla Indesit sono tratte dalla rete web.

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Il balcone di Sasso
Raniero Massoli - Novelli
COSE D’OGGI

Cingoli è famosa a livello regionale e nazionale per il noi le case di Sassoferrato. Senza dimenticare che il bel
suo “Balcone”, ossia per il bel paesaggio ai suoi piedi, monte è anche l’emblema della nostra Associazione.
con i terreni agricoli che man mano degradano verso Sotto la ripida montagna si vede bene l’abitato di Val-
l’azzurro dell’Adriatico. Su questo “Balcone” la citta- dolmo, sulla destra ecco le vette minori della dorsale,
dina ha saputo giocare con sapienza la carta di un fio- con sotto gli abitati di Castiglioni e di Venatura, poi il
rente turismo. profilo dei monti si perde verso Serra S. Abbondio e
A ben pensarci, ritengo che anche Sassoferrato abbia il verso la grande catena del Monte Catria.
suo piccolo ma notevole “Balcone”, dato dal Belvedere A sinistra invece si notano i piccoli rilievi (conici per-
adiacente alla splendida, antica Rocca di Albornoz. Da ché arrotondati dall’erosione) sotto lo Strega, degra-
questo luogo si gode uno stupendo panorama su monti danti verso la piana; poi, partendo dalla bella chiesa
e colline, un paesaggio vario ed interessante per alcuni di S. Maria, si nota la strada verso Fabriano, e nelle
versi non inferiore a quello di altri “balconi” marchi- giornate terse si può anche notare il bianco dell’area
giani. Al Belvedere della Rocca è meglio recarsi di mat- archeologica di Sentinum ed in lontananza le case di
tina con il sole laterale, mentre di pomeriggio inoltrato Gaville e di Coldellanoce. In tanti anni ho avuto modo
contro sole gli elementi del panorama si distinguono di mostrare questo vario paesaggio dal Belvedere della
male. Anche se il tardo tramonto in talune serate, quan- Rocca Albornoz a non pochi amici e colleghi che veni-
do il sole che va scendendo dietro ai Monti Cucco e vano a Sasso per la prima volta, in diverse stagioni, e
Strega tinge di rosa intenso tutto il cielo, può recare quasi tutti sono rimasti incantati dallo spettacolo.
notevoli emozioni. Proprio con loro a volte ho concentrato l’attenzione
Tutti i paesaggi naturali sono il risultato di una lenta ma non solo sulla “anticlinale” dello Strega, frutto di inten-
continua evoluzione: dalle rocce di base che formano se pressioni e corrugamenti al tempo del sollevamento
l’ossatura dei monti, alle sovrapposte vicende geolo- degli Appennini, e sulle caratteristiche geologiche e
giche, poi il clima, infine l’uomo, l’uomo agricoltore, strutturali della stessa, ma anche sui campi coltivati da-
l’uomo costruttore, l’uomo industriale: ecco i principali vanti a noi. Infatti la particolarità di questo paesaggio è
agenti che hanno plasmato il paesaggio che oggi godia- che più di altrove si notano importanti caratteristiche:
mo.Vediamo alcuni elementi di questo panorama. Sullo ad esempio le tenere rocce arenaceo-argillose esistenti
sfondo avanti a noi, invece dell’azzurro mare Adriatico, nel substrato della piana inclinata che degrada lenta-
troneggia la bella dorsale del Monte Strega, con la vetta mente verso Sassoferrato, con il loro humus hanno fa-
di calcare maiolica che raggiunge 1.276 m sul livello vorito lo sviluppo dei campi coltivati, pur essendo sta-
del mare, poi i due ripidi valloni che scendono dalle te facilmente e fortemente incise dalle acque piovane.
creste, frutto dell’intensa erosione del passato; sotto la Formando così nei secoli un fitto reticolo orografico,
catena montuosa ecco un paesaggio tipico dei territori ed ogni campo, diviso da fossi e siepi presenta un tipo
montani della nostra regione, le colline che man mano di agricoltura diverso, cereali, girasoli, erbai, incolti,
degradano verso la pianura fino a raggiungere sotto di insomma un tipico paesaggio che vorrei qui definire

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“a riquadri”, e che tra l’altro muta continuamente di i dati della FAO l’agricoltura tradizionale nutre ogni
colore con le stagioni. Questo “a riquadri” risulta un giorno circa due miliardi di persone. In altre parole,
paesaggio tipico della fascia collinare marchigiana, raro quasi un terzo della popolazione mondiale dipende da
in altre regioni ed anche in altri Paesi europei, dove sta tecniche agricole antiche, tramandate da un miliardo e
purtroppo scomparendo in omaggio alle coltivazioni mezzo di piccoli coltivatori, sparsi in tutti i continenti.

COSE D’OGGI
Foto L. Garofoli

intensive, alla meccanizzazione ed ai contributi elargi- Un apprezzamento importante per i nostri piccoli col-
ti dalla UE per tale tipo di agricoltura. Qui, per ora, tivatori sassoferratesi, che ho sempre conosciuto molto
siepi, fossi e filari di alberi, assieme alla pendenza del legati alla continuità delle tradizioni, e che tra non po-
suolo ed all’antico frazionamento della proprietà ter- che difficoltà continuano la loro faticosa ma appassio-
riera, resistono alla globalizzazione che ci pervade ed nante attività.
impediscono in gran parte i progetti di accorpamento e Certamente sotto di noi, nella parte bassa del paesaggio
le estese, monotone colture di un solo tipo. ora descritto, a parte l’antica ferrovia con la sua bella
D’altra parte è stato recentemente scritto (Giorgio Zer- stazione, vi è troppo cemento, alcune costruzioni po-
binati, su “Exponet”, il magazine del sito internet di tevano essere risparmiate proprio per rispetto al ma-
Expo 2015 (www.expo2015.org),) che “Un paesaggio gnifico paesaggio in cui si trovano inserite. Un discorso
agricolo antico è come un monumento che racchiude in sé difficile poiché anche in questo caso occorre coniugare
secoli di storia.” Questa importante definizione sottoli- economia e conservazione ambientale, un’operazione
nea come l’agricoltura tradizionale sia fondamentale spesso non facile. Comunque nel paesaggio di cui par-
per l’identità delle persone e per e la varietà del loro liamo c’è ancora molto di naturale, e quindi un paesag-
regime alimentare. Talmente fondamentale che la gio che, analogamente all’agricoltura tradizionale della
FAO ha messo a punto un piano per lasciarla in eredità FAO, sarebbe opportuno lasciare quanto più integro
alle generazioni future, dando vita ai “GIAHS – Glo- possibile in eredità ai nostri figli e, perché no, anche ai
bally Important Agriculture Heritage Systems”. Pun- nipoti.
to di incontro tra cultura e natura, oltre alla bellezza i
paesaggi rurali producono parecchia sostanza: secondo Antico paesaggio agricolo “a riquadri” sotto il monte Strega

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L’uomo e la miniera
COSE D’OGGI

Euro Puletti

L’estrazione mineraria di (insieme a quella degli scisti


metalli dal sottosuolo è una bituminosi) sino ai primi del
delle attività più antiche del Novecento, quando fu in-
genere umano. Nel Sud Afri- terrotta per la sua intrinseca
ca, infatti, esiste la miniera antieconomicità, dovuta sia
forse più antica al mondo, alla limitatezza quantitati-
miniera risalente nientemeno va ed allo scarso valore del
a 40.000 anni fa. Nell’Au- materiale estratto, sia alla
stralia, inoltre, se ne conosce distanza dalle principali vie
un’altra, vecchia di 30.000 e di comunicazioni e centri di
in Grecia di 15.000 anni. La trasformazione del minerale.
miniera di ferro più antica Un’altra interessante grotta-
d’America, invece, secondo miniera di ferro del Cucco è
il giornale El Mercurio del “Grotta Ferrata”, nella quale
lunedì 10 Gennaio 2011, è è stato altresì rinvenuto un
stata scoperta nel 2008 all’in- rarissimo minerale: la fibro-
terno della gola di San Ra- ferrite. I metalli del Cucco,
mon, nel nord del Cile, da un tuttavia, ancorché scarsa-
gruppo di archeologi. Diego mente presenti, dovettero es-
Salazar, Professore all’ Uni- sere anche sfruttati per le ne-
versità del Cile, ha spiegato cessità locali dei vari opifici a
come tale arcaica miniera forza idraulica - “ramiera”,
fosse stata aperta e sfruttata Vecchia miniera scisto “zecchiera” e “ferriera” -che
dalla cultura Huentelauquen si succedettero ininterrotta-
(identificata soltanto nel 1961), per scopi religiosi, mente sotto il governo dei Duchi di Urbino, prima, e
in quanto l’ossido di ferro estrattovi trovava impiego dello Stato Pontificio, poi, nel paese di Villa Scirca.
come pigmento colorante, per tingere le mummie (cfr.
http://www.antkitera.net/news.asp?id=9759&tT=2).
Grotte-miniere molto antiche esistono anche sul nostro
Appennino Umbro-Marchigiano. A Sefro di Macerata,
infatti, nel 2009 ne è stata rinvenuta casualmente una,
ad opera degli speleologi dell’ALVAP. Un’ipotesi sug-
gestiva, ma per nulla confermata, vuole che tale miniera
sia di origine addirittura fenicia e risalga fino a verso
il 700 a.C. Anche sul Monte Cucco, un gruppo spe-
leologico, quello di Gualdo Tadino, reperì casualmen-
te, negli anni Novanta del secolo scorso, una grotta-
miniera (“Buca del Ferro”), ritenuta la più elevata in
quota dell’intera Regione Umbria (ca. 1.400 m. s.l.m.).
I numerosi frammenti ceramici rinvenuti internamen-
te ne hanno fissato la prima frequentazione umana alla
tarda Età del Bronzo, ma la cavità, naturale ed artifi- Panoramica appenninica con veduta del Monte Cucco
ciale insieme, ha continuato ad essere visitata sino al-
meno a tutto il Medioevo. L’estrazione di minerali fer- Da “Vite parallele per l’emancipazione”
rosi al Cucco è poi continuata quasi ininterrottamente Edizioni Accademia dei Romiti

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Quei morti di un secolo fa

COSE D’OGGI
Inaugurata la Stele alla memoria
dei naufraghi della Empress of Ireland
Rita Sacco Ballanti

Il 25 aprile 2015, in occasione


della commemorazione dei ca-
duti della lotta di Liberazione
è stata posta nel Parco della
Rimembranza la stele alla me-
moria dei sassoferratesi periti
nel naufragio del piroscafo Em-
press of Ireland avvenuto il 29
maggio 1914. La breve cerimo-
nia si è svolta alla presenza del
Sindaco ing. Ugo Pesciarelli,
del Sindaco dei ragazzi Mattia
Cesauri, delle autorità cittadi-
ne, dei rappresentanti delle As-
sociazioni partigiane, di nostri
soci e di un pubblico nume-
roso. Biagio Marini ha letto la
motivazione della stele, che era
stata realizzata nell’agosto 2014
per il Premio Monte Strega alla Il sindaco dei ragazzi Mattia Cesauri e il sindaco Ugo Pesciarelli
memoria dei dieci sassoferrate-
si e cinque costacciaroli vittime
di quel tragico evento; essa era
stata posta provvisoriamente
sul piazzale antistante la Chiesa
di San Pietro, in attesa di tro-
vare, in accordo con l’ammini-
strazione comunale, una collo-
cazione consona. Ora quell’an-
golo di pace accumuna la loro
memoria a quella di tanti figli
di Sassoferrato periti lontano
dalla patria per la ferocia delle
armi o per un destino crudele.
A chi passando davanti alla
stele leggerà quei nomi, essa
ricorderà che ciascuno di essi
è stato una vita recisa nel fiore
degli anni, una speranza stron-
cata inabissatasi nell’oceano. Biagio Marini saluta il sindaco Ugo Pesciarelli

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Sei sassoferratese
La pasta
COSE D’OGGI

se conosci almeno...
Le sette benedizioni
1. Arco de Minne Giovanni Pesciarelli
2. Pincetto
3. Verso il Castello e verso Genga Sassoferrato vanta un’antica tradizione
per la produzione di pasta. Tutto ebbe
4. Corso Rosselli
inizio negli anni ‘20 con il Pastificio
5. All’inizio di Via Cavour di Romolo Porfiri e di Dina Oberdan,
6. Sulla porta della chiesa in corso Rosselli. In seguito fu creato
7. Dentro la chiesa. il Pastificio Sadori, divenuto poi
Al termine della prima messa del giorno di Pasqua, dalla chiesa di S. Giacani.
Facondino parte una processione durante la quale vengono cantati Per la produzione della pasta è
inni in lingua latina. Non si porta la statua di Gesù, ma Gesù vivo fondamentale la qualità dell’acqua,
nell’ostensorio, il Gesù Risorto, ecco perché ha un significato straor- che a Sassoferrato proviene dal
dinario. La prima benedizione è data nella piazza degli Scalzi, in pros- Monte Strega; la trafila in bronzo e
simità dell’antico arco ed è diretta alla vallata di Fabriano e Scheggia. l’essiccazione naturale garantiscono
Il sacerdote e tutta la gente si fermano e si inginocchiano. Poi si sale l’alta qualità del prodotto.
in piazza e si va al “Pincetto” dove si benedice il paese e la vallata Circa 20 anni fa la ditta Monterosso
verso Genga e Arcevia. Il prete, successivamente, si volge al Castello e di Lea Luzi e, in seguito, quella dei
all’ospedale, perché è un luogo di sofferenza. Poi si ritorna in piazza Fratelli Luzi iniziarono a produrre
e davanti a corso Rosselli viene impartita un’altra benedizione. Ci si pasta di Farro. Oggi l’azienda agricola
dirige, quindi, in Via Cavour per lo stesso rituale. Si entra, infine, in Sabatino di Dino Paoletti e di Bruno
chiesa e, prima di mettere Gesù nel tabernacolo viene data l’ultima be- Vitaletti ha iniziato la produzione
nedizione. Tutta la cerimonia è accompagnata dal suono festoso di una di pasta con grano Saragolla,
campanella in testa alla processione, il suono della campanella si inter- un’antichissima varietà di frumento
rompeva solo quando, ad ogni “stazione” della benedizione, regolar- proveniente dall’Egitto (frumento
mente rintoccava, dal campanile della chiesa degli Scalzi, il suono di orientale) con caratteristiche specifiche
una campana, che faceva proprio così… ammè me duole attè te duole, (coltivazione biologica, colore scuro,
ammè me duole, attè te duole, e così via. È forse questa la processione sapore marcato, digeribilità, ricco di
più antica e strettamente legata alle tradizioni di Sassoferrato. (vt) proteine e basso contenuto di glutine).
Tratto dal calendario 2000 “Sfogliando i ricordi” La lavorazione viene eseguita con
Istituto Comprensivo Sassoferrato – Scuola Media. essiccazione naturale e con trafila
in bronzo. La pasta è denominata
“Sabatino”, dal nome del nonno del
proprietario.
Il 7 giugno si è svolta a Sassoferrato
la manifestazione “Spaghetti & Food
Festival”, ispirata alla vecchia Sagra
degli Spaghetti. In quell’occasione, il
numeroso pubblico intervenuto alla
manifestazione ha potuto gustare la
pasta Sabatino che ha riscosso un
grande successo, grazie anche alla
cucina del Ristorante “IL BORGO”
di Giuseppe Sadori

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Fondazione CARIFAC, un sassoferratese al timone

COSE D’OGGI
Biagio Marini

Di recente abbiamo appreso che il nostro socio


Marco Ottaviani il 19 maggio scorso è stato
nominato Presidente della fondazione CA.RI.
FA.C. (a 54 anni il più giovane a ricoprire
questo ruolo). Seppure con la “rotativa” in
avvio di stampa, abbiamo trovato uno spazio e
sentito lo slancio di scambiare due parole con
lui per complimentarci per il prestigioso quanto
impegnativo incarico che lo vedrà nei prossimi
anni alla guida di questa istituzione da sempre
attenta al nostro territorio, e di raccontarci
in breve la sua storia iniziata a Sassoferrato.
Proprio da qui siamo partiti sulle tracce della
sua famiglia originaria di Murazzano (ci tiene a
sottolinearlo) una frazione del nostro Comune
da cui mosse i primi passi suo padre Ugo,
apprezzato veterinario coniugato poi con la
maestra Lea “importata” dal pesarese. Marco
ha voluto evidenziare quanto fondamentali
per lui siano state le basi ricevute nei cinque
anni delle scuole elementari sotto la guida
del maestro Renato Ottaviani apprezzato da
tutti i sassoferratesi. Curiosa la coincidenza
di questo cognome senza legami di parentela
ma che lo mette ancor più in risalto. In sintesi
il suo profilo: laurea in medicina e chirurgia
con specializzazione in Dermatologia e
Venereologia, dal 2006 responsabile della
qualità della “Banca degli Occhi della regione
Marche”. Ha intrecciato poi la sua attività
professionale di medico ospedaliero con
impegni socio-politico-culturali oltre a master
e laurea breve in Economia e Commercio.
Proprio sulla traccia di quanto sopra Marco
ha detto:“se un uomo crede nelle proprie idee
le persegue in ogni campo dove è chiamato ad
operare dalla vita familiare a quella lavorativa
e pubblica rifuggendo dall’autoreferenzialità”.
Infine, nel rinnovare i rallegramenti e auguri
dell’associazione “Sassoferratesi nel Mondo”
per questo ulteriore ruolo che, ne siamo certi,
svolgerà con la stessa capacità e professionalità
che lo contraddistingue in quello professionale,
chiediamo a Marco Ottaviani di porre uno
sguardo più attento alla nostra e sua Sassoferrato.
Marco Ottaviani

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Ugo Papi
IN RICORDO DI ...

Nasce a Sassoferrato il 20 agosto 1929, figlio di Giuseppe e Maria Guerri.


Rimane molto presto orfano di padre; essendo primogenito e con un
grande senso di responsabilità sente il dovere di lasciare la scuola e
provvedere al mantenimento del piccolo nucleo familiare. Nel 1943 entra
a far parte del Pastificio Giacani. Giovane volenteroso, apprende con
interesse il suo lavoro, appassionandosi all’antico processo di lavorazione
della pasta che passa attraverso precise e ferree fasi: la scelta del grano, la
produzione della pasta, il grado di umidità, le trafile, la lenta essiccazione,
il raffreddamento e il confezionamento che determineranno la qualità del
prodotto.
Nel 1955 decide di trasferirsi a Roma, il primo anno trova lavoro presso il
Molino Centrale di via della Longara e successivamente presso il Pastificio
Bettini. La sua esperienza lavorativa ben presto lo porta ad assumere
l’incarico di Responsabile della linea produttiva dell’importante azienda
romana, dove presterà la sua opera fino all’età pensionabile.
Nel 1979 realizza il suo sogno di aprire un pastificio a suo nome:
PASTA PAPI. Oggi, sotto la conduzione di suo figlio Mauro la “PASTA
ALL’UOVO PAPI” è una realtà nel settore alimentare della capitale con un prodotto artigianale di alta qualità
e successo, retaggio di un patrimonio di saggezza e competenza lavorativa trasmessa da suo padre. (vt)

Francesco Garofoli
Nasce a Sassoferrato nel 1928. Nel 1947 si iscrive alla Scuola d’Arte di Ur-
bino, specializzandosi in litografia. Termina gli studi nel 1952. Nel 1953
l’Accademia Raffaello di Urbino gli conferisce il diploma di merito. Nel
1951 è tra i tre fondatori della Rassegna d’Arte “G. B. Salvi”. Nel 1988 viene
nominato Cavaliere al Merito della Repubblica dall’allora presidente Fran-
cesco Cossiga. Per molti anni insegna disegno e storia dell’arte nelle scuole
superiori, coltivando contemporaneamente la produzione artistica nel cam-
po grafico e pittorico. Giornali, riviste e molte pubblicazioni hanno seguito
la sua attività. Ha tenuto numerose mostre personali in Italia e all’estero,
ricevendo consensi e premi; sue opere sono state esposte, oltre che nelle
maggiori città italiane anche Parigi, Tokio, Hong Kong, Città del Messico,
Guadalajara, Cracovia, Zaragozza. La sua carriera di artista ci è stata rias-
sunta in poche righe dal suo amico e critico Fabio Ciceroni: “Quell’angolo
di universo che si svela per una delicatezza sospesa, e che può risultare im-
prendibile all’osservatore frettoloso dell’oggi, e che si ha quasi il pudore di
rivelare per paura di non trovarne la misura espressiva, Francesco Garofoli
lo ha fatto affiorare lungo tutta la sua sensibile fatica d’artista”.
Sempre attento alle emozioni visive e ben poco alle tendenze, prosegue il suo percorso artistico in un ricercato
isolamento, nel silenzio, in una sorta di purezza intellettuale e spirituale.
Il 24 agosto del 2014 Francesco, “uno degli allievi più bravi dell’Istituto d’Arte di Urbino”, così come soleva de-
finirlo Carlo Ceci, suo docente e artista raffinato, ci ha lasciato. Con lui se ne va gran parte della ragione di vita di
sua moglie Maria, sua compagna per settanta anni.
La sua vita e la sua smisurata ricerca della bellezza del segno e dell’armonia delle cose ci rimangono in eredità
attraverso le sue opere.
L’ultimo giorno della sua vita, io, accanto al suo letto, lo ascoltavo mentre ancora parlava di arte; l’ultimo giorno…
Caro splendido padre, vorrei che tu fossi qui, e parlarti, io, quasi sessantenne, ora che tolleranza e tranquillità
hanno soffiato via la mia anima ribelle. E sentire ancora il suono delle tue parole d’amore per l’antica Sentinum,
come in quel giorno del 24 di agosto. (lg)

18
Giuseppe Bianchi

IN RICORDO DI ...
Nasce a Valdolmo il 10 agosto 1927, dove frequenta le scuole elementa-
ri. Sono anni difficili, ma Giuseppe desidera ardentemente proseguire gli
studi, anche se questo comporta recarsi a piedi a Sassoferrato, fin su al
Castello, per frequentare le scuole medie; nonostante ciò, il ricordo di quel
periodo felice lo accompagnerà per tutta la vita. A quel tempo, a Sassofer-
rato l’istruzione media veniva assicurata soprattutto da strutture religiose:
presso il Vescovado, sotto la guida di don Domenico Becchetti, che si avva-
leva dell’aiuto di insegnanti sassoferratesi, e presso i Francescani del Con-
vento della Pace, tra i quali padre Antonio Alessandrini - il futuro grande
predicatore - per le materie letterarie, e padre Pettinelli, famoso professore
di pianoforte ed organo, originario di Murazzano, che trasmette al giovane
allievo l’amore per la musica e dal quale Giuseppe riceve il prezioso dono
di un vecchio pianoforte. Giuseppe coltiverà in seguito questa sua passione
per la musica approfondendo lo studio del pianoforte e, come autodidatta,
quello di strumenti quali il violino, la tromba e la fisarmonica. Da padre
Pettinelli, ormai cieco, Giuseppe apprende anche l’abilità di riconoscere
con il fiuto le erbe aromatiche ed i metodi per la loro essiccazione e con-
servazione. Seguono gli anni del liceo a Fabriano, che Giuseppe è costretto spesso a raggiungere in bicicletta.
Finita la guerra, Giuseppe si trasferisce con la sua famiglia a Costacciaro, portando con sé il ricordo della sua
bella terra sotto il monte Strega, che conserverà per tutta sua vita, e quello degli amici più cari, Ruggero Rossi,
Marino Vitaletti e tanti altri. Prende la laurea in Veterinaria presso l’Università di Perugia, dove conosce la sua
futura sposa, laureata in farmacia. A Roma ottiene il suo primo impiego come veterinario presso l’Ufficio d’Igiene.
In prossimità degli anni ’60 la sua famiglia si trasferisce definitivamente a Sigillo, dove apre una farmacia, tuttora
esistente; Giuseppe, oltre ad esercitare la professione di veterinario insegna matematica e scienze alle scuole medie
presso istituti del circondario. Sempre fortemente impegnato nel sociale, è promotore della sede AVIS di Sigillo,
ricoprendone la carica di Presidente. Ci lascia il 19 giugno 2013 all’età di 86 anni. (vt)

Benito Porfiri
Nato a Sassoferrato il 9 febbraio 1933, figlio di Vincenzo Porfiri e Maria
Gubbiotti che, purtroppo, perderà all’età di 9 anni. Ha avuto due sorelle,
Rosetta, la più grande dei tre, e Paola che vive a Sassoferrato. Benito
trascorse la sua infanzia e giovinezza a Sassoferrato dove frequentò i suoi
studi. Bravo ragazzo, di carattere aperto, socializzava facilmente con tutti.
Quando era ancora giovane la parrocchia di San Pietro costituiva il punto di
maggiore aggregazione per tanti ragazzi come lui. Faceva parte degli scout.
Le iniziative che si intraprendevano con il parroco mons. Don Domenico
Becchetti erano moltissime e certamente formative e occupavano gran parte
del tempo libero in quel periodo post-bellico. Fino agli anni ’60, i giovani
come lui che non intendevano proseguire gli studi erano in attesa di una
prima occupazione. La sua occupazione non si fece attendere: conobbe
Rina Gubbiotti, quella ragazza del Borgo di Sassoferrato che diventerà poi
la sua sposa e compagna di vita e con i suoi familiari iniziò il suo impegno
lavorativo. Negli anni ’60, la famiglia Gubbiotti per dare maggiore impulso
alla propria attività si trasferisce a Roma, continuando presso la capitale la
professione commerciale. Ben presto Benito acquisirà con passione l’attività nel commercio dei mobili, prima
come venditore-responsabile del negozio del suocero Mario Gubbiotti, poi come rappresentante di ditte primarie
del settore dell’arredamento. Infine, nel 1991, insieme ai suoi due figli Gianni e Massimiliano aprirà un’attività di
commercio di articoli per la casa e complementi di arredo in via Boccea, nel quartiere Aurelio a nord-ovest della
città, dove visse fino al 5 gennaio 2015, giorno in cui venne a mancare all’affetto dei suoi cari e dei tanti amici
sassoferratesi. Era molto legato alla nostra associazione; ultimamente, si commuoveva facilmente quando seguiva
i fatti, le vicende, i racconti e gli aneddoti della sua Sassoferrato anche attraverso questa rivista. (vt)

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“Le due facce della luna”, e la serata
Premio Monte Strega
PREMIO MONTE STREGA 2014

del 10 agosto legata all’esibizione del


jazzista Alberto Severini.
Bartolo da Sassoferrato 2014 La seconda parte della serata è dedi-
cata alla rievocazione della tragedia
REPORT del naufragio del piroscafo Empress
of Ireland, avvenuta il 29 maggio
Rita Sacco Ballanti È la volta di Giuseppe Toni. Il suo 1914, in cui perirono 10 Sassoferra-
temperamento forte e deciso nascon- tesi e 5 costacciaroli. Dopo la proie-
de, senza volerlo, la sua età anagrafi- zione di un filmato molto significati-
La nona edizione del Premio si è ca. Lo hanno definito “l’uomo d’ac- vo, lo storico Euro Puletti commenta
tenuta sabato sera 9 agosto 2014 di ciaio”. Sono tutte in acciaio, infatti, l’accaduto. Sono presenti alla ceri-
nuovo sul sagrato della Chiesa di San le sue opere artistiche, anche impo- monia il sindaco di Costacciaro, An-
Pietro, dato il gradimento ottenuto nenti, realizzate nel corso della sua drea Capponi, ed alcuni parenti delle
nell’edizione precedente. L’inizio lunga vita, che lo vede ancora curvo vittime sassoferratesi: uno di questi,
della cerimonia è stato preceduto da sulla forgia con la stessa passione di Antonio Dellamorte, proveniente da
una originale proiezione di presenta- sempre. Ferrara, viene invitato sul palco per
zione dell’Associazione. Cinzia elenca brevemente le sue ope- una breve rievocazione del fatto ed il
Dopo il benvenuto al pubblico ed i re più significative mentre un video ritiro di una pergamena commemo-
ringraziamenti agli sponsor, la prof. della RAI lo riprende più volte nella rativa, consegnatagli dal prof. Euro
ssa Cinzia Vitaletti, presentatrice sua officina, alla periferia di Roma. Puletti. Vittorio Toni, dopo aver rin-
della serata, dà inizio alla cerimonia, Giuseppe si rivolge deciso al Sinda- graziato il prof. Puletti e il dott. An-
invitando sul palco la dott.ssa Mara co, come istituzione, affinché pro- tonio Bellucci per i lavori di ricerca
Silvestrini, presidente dell’Associa- muova iniziative artigianali di for- effettuati, mette in evidenza la Stele
zione per un breve saluto al pubbli- mazione a favore dei giovani. Il prof. in memoria dei naufraghi che l’Asso-
co presente, anche quest’anno assai Raniero Massoli-Novelli gli consegna ciazione ha commissionato, provvi-
numeroso. Il sindaco ing. Ugo Pe- il meritato premio. soriamente lì collocata, da collocare
sciarelli porta il saluto suo e dell’Am- Il terzo premiato è il prof. Francesco successivamente con il benestare del
ministrazione comunale ai presenti e Garofoli, nostro amato concittadino, Comune presso il Parco della rimem-
un ringraziamento e apprezzamento attento insegnante, grande incisore, branza.
all’Associazione per l’impegno e per pittore prolifico e sempre origina- Sulle note della mitica Mina, buona
i risultati raggiunti. le. Ha ritratto la sua Sassoferrato in notte, buona notte, la serata volge al
Dopo uno stacco musicale con un ogni suo aspetto con la tecnica dei termine con un arrivederci al 2015
brano del cantautore Vecchioni, ha suoi tratti e la dolcezza dei suoi colo- e un drink di saluto, gentilmente
inizio la consegna dei premi, sculture ri pastellati. A fatica, e visibilmente offerto dalla CIA (Confederazione
bronzee, ideate e create dal maestro commosso, Francesco saluta i suoi italiana agricoltori della provincia di
anconetano Mauro Graziani. La pro- concittadini e la nostra presidente Ancona). L’Associazione ha il piace-
fessoressa Vitaliana Vitaletti Bianchi- Mara Silvestrini affettuosamente gli re di ringraziare inoltre: Don Pietro
ni, di origini sassoferratesi, avvocato consegna del premio. Fedeli per l’accoglienza e la disponi-
giuslavorista e docente universitaria Lo stacco musicale del maestro Mar- bilità, Cinzia Vitaletti per la condu-
a Macerata è il primo personaggio a co Agostinelli, con la sua performan- zione della manifestazione, Domeni-
salire sul palco. Cinzia si intrattiene ce fatta con strumentazioni assoluta- co Baldoni per la regia e i montaggi
con lei brevemente dando lettura poi mente non usuali, allieta la platea in dei filmati, Franco Brescini per la
del suo profilo tecnico. La clip pro- quel contesto socio-culturale, con- fotografia e Massimo Possanza per le
iettata la ritrae in diversi momenti si- tornato dal piacevole scenario natu- riprese filmate. I curriculum dei pre-
gnificativi della sua vita privata e pro- rale della piazza. È il momento in cui miati sono pubblicati nel sito www.
fessionale. Vitaliana Vitaletti, si lascia Cinzia Vitaletti ricorda al pubblico le Sassoferratomia.it, l’intera cerimonia
simpaticamente andare a ricordi e manifestazioni in corso, in concomi- della premiazione può essere visiona-
aneddoti legati alla sua infanzia tra- tanza con il premio: la mostra dell’ar- ta sempre nel sito dell’associazione
scorsa nella sua amata terra, Valdol- tista Ugo Gubbiotti, la presentazione nonché su Sassoferrato TV, Premio
mo. Il Sindaco le consegna il premio. del libro del prof. Giuseppe Vitaletti, Monte Strega 2014.

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20
PREMIO MONTE STREGA 2014

2121
Decennale del Premio Monte Strega
PREMIO MONTE STREGA 2015

I premiati del 2015 italiana, la Italsider SpA (poi dive- persone che mi sono state accanto
nuta Ilva SpA), dove per dieci anni durante l’iter professionale e umano,
Chi è Nazzareno Azzerri è responsabile della qualità e dello con il sostegno, gli stimoli, i consigli,
sviluppo dei prodotti, con interessi l’amicizia, la fiducia.”
professionali ampliatisi progressiva-
mente dai materiali rivestiti alla in-
tera gamma dei prodotti di acciaio Chi è Luca Mancioli
laminati piani, operando sempre a
livello di Direttore.
In questo periodo dirige progetti
aziendali per lo sviluppo tecnologico
di nuovi prodotti e delle loro appli-
cazioni in stretta collaborazione con
gli utilizzatori finali in settori strate-
gici. Viene chiamato come consulen-
te e supervisore di progetti da im-
portanti Gruppi industriali italiani
ed europei per progetti di ricerca e
Nazzareno Azzerri nasce a Sassofer- sviluppo tecnologico.
rato il 10 aprile 1946, ove in prati- Nella fase finale della sua attività la-
ca trascorre i suoi primi venti anni vorativa ha collaborato in qualità di
dedicati all’istruzione di base e se- consulente con un Gruppo Siderur-
condaria, conseguendo il diploma di gico leader europeo, con stabilimen-
Perito Chimico all’Istituto Tecnico ti in Belgio, Francia e Italia, per il
Industriale di Fabriano. Quindi si supporto alla innovazione tecnologi-
trasferisce a Roma dove conclude ca e di prodotto e per la promozione PALMARÈS
gli studi universitari presso la Facol- del mercato dei nuovi acciai nel set- È il 2010 quando la prof. Patrizia
tà di Scienze Naturali, ottenendo la tore auto, con la responsabilità delle Paleco, insegnante di educazione
laurea in Fisica. Parla correttamen- relazioni tecniche con i principali fisica al Vivarelli di Fabriano dice di
te cinque lingue: inglese, francese, fabbricanti europei di automobili e avere in classe un ragazzo fortissimo
tedesco, spagnolo e italiano. La sua di componenti auto in Francia, Ger- nei 100 metri piani. Di lì a poco
attività di ricerca scientifica e tecno- mania, Spagna e Italia. Luca entra a far parte della PO. di F.
logica prende il via presso il Centro Dice di se stesso ‘Ora, sulla soglia Mirasole di Fabriano e sarà il primo
Sperimentale Metallurgico SpA (poi della settantina, se guardo indietro atleta nell’Atletica leggera - Fisdir.
divenuto Centro Sviluppo Materiali la strada percorsa fin qui da quan- Lo seguiranno in pista Massimiliano
SpA), focalizzandosi sulle discipline do ero un bambino della campagna Poeta dell’Atletica Fabriano e Eros
inerenti la chimica-fisica, l’elettro- sassoferratese, senza falsa modestia, Biagioli dello Sterlino Weliness
chimica e la metallurgia. devo ammettere di essere soddisfat- Club per la preparazione fisica.
La collaborazione tecnico-scientifica to dei traguardi raggiunti e di tutte le Questi i risultati conseguiti:
con questo Istituto di Ricerca, legato scelte fatte per arrivarvi. Rifarei tut-
all’industria siderurgica nazionale, to esattamente allo stesso modo, con Stagione 2010/2011 – Ancona
dura venti anni nel corso dei quali un desiderio privato ancora da rea- Campionati italiani, medaglia d’oro
ricopre posizioni che lo hanno vi- lizzare. Con altrettanta onestà devo nei 60 metri piani juniores in 9”71.
sto crescere professionalmente fino anche dire che non ho incontrato Successivamente, a Cagliari si
a Dirigente del Dipartimento “Ma- grossi ostacoli sul mio percorso, ho laurea Campione italiano junores
teriali Resistenti alla Corrosione”. sempre trovato il generoso suppor- nei 100 metri piani in 14”88. Viene
Successivamente passa nelle file to in ambito familiare e lavorativo: convocato in nazionale ai primi
della maggiore industria siderurgica sono sinceramente grato a tutte le Campionati Europei IAADES
22
22
(Federazione dedicata ad atleti sue prestazioni a livello nazionale In qualità di docente, ha partecipa-

PREMIO MONTE STREGA 2015


con la sindrome di Down) dove l’U.S.S.I. (Unione Stampa Sportiva to a corsi di formazione bancaria
conquista la medaglia d’argento nei Italiana) conferirà a Luca Mancioli per nuovi assunti, nonché a corsi
100 metri con 14”67. il Premio Speciale della Stampa di addestramento per Commissari
“Sportivo dell’Anno USSI Marche di Pubblica Sicurezza.
Stagione 2011/2012 - Campionati
2014”. Dal 1987 al ‘92 assume l’incarico di:
italiani, medaglia d’oro nei 60 metri
- Consigliere di Amministrazione
piani con 9”34; Campionati mondiali Stagione 2014/2015 – Campionati
della Multifactor Spa di Milano;
IAADS Azzorre/Portogallo – 100 italiani Indoor Ancona (Categoria
metri piani (quarto posto). Nella - Amministratore Delegato della CR
Tf21): 60 metri piani vede primo il
staffetta 4x100 sarà medaglia d’oro Roma Factoring Spa di Roma;
Mancio che la spunta in 8”83 come
e record mondiale con 1’00”80. - Consigliere di Amministrazione e
pure nei 200 metri ha la meglio l’atleta
Nella 4x400 il Mancio conquista componente del Comitato Esecu-
sassoferratese con il tempo di 30”65,
il titolo mondiale ed il record. tivo del Banco di Santo Spirito di
titolo sempre più nelle sue mani a
Macerata Campionati Assoluti livello nazionale. Con questa ultima Roma. Nel 1990, in occasione del
outdoor campione italiano juniores prestazione per il secondo anno Cinquantenario della fondazione
nei 100 e 200 metri; nei 200 metri consecutivo Luca viene insignito dell’Istituto d’Istruzione Quintino
(è la sua specialità) conquisterà il del 3° Trofeo FISDIR PIETRO Sella di Roma, Franco Pagliarini
titolo italiano assoluto con il tempo MENNEA. Appuntamento dal 12 viene premiato, insieme con alcuni
di 31”37. al 14 giugno per il 7° campionato studenti di quell’Istituto, per aver
Italiano di Atletica FISDIR. raggiunto posizione di rilievo nel
Stagione 2012/2013 - Campionati campo dell’attività lavorativa. La
Italiani Indoor Ancona: medaglia cerimonia ha avuto luogo presso il
d’oro in 8”76 conquistando il Teatro Argentina di Roma, alla pre-
titolo di campione italiano nei 60 Chi è Franco Pagliarini
senza del Ministro della Pubblica
metri piani e nuovo record italiano. Istruzione e di altre celebrità della
Nei 200 metri sarà pure medaglia capitale. Al di là dell’aspetto profes-
d’oro e nuovo record italiano con sionale il nostro concittadino sarà
30”85. Nei 200 metri piani si laurea ricordato nel tempo per la preziosa
campione italiano ritoccando il donazione fatta al Comune di Sas-
proprio record in 29”25 e stacca il soferrato nel 2009; una raccolta di
biglietto per i campionati Europei incisioni di artisti marchigiani che è
IAADS che si svolgeranno a Roma. andata ad arricchire la già copiosa
Nella giornata conclusiva Luca è il raccolta d’arte del Museo Civico di
primo a far suonare l’inno di Mameli Palazzo Oliva. Si tratta di una raf-
conquistando la medaglia d’oro e il finata collezione composta da una
record del mondo sui 200 metri con prima donazione di 387 fogli incisi
il tempo di 29”37, record tolto al e da 17 disegni. Antologia che oggi
portoghese Goncalves. (a breve), grazie alla squisita gene-
Stagione 2013/2014 - Ancona rosità della famiglia Pagliarini, si
Campionati italiani Indoor: argento amplierà ancor di più con altri 253
nei 60 metri in 8”82. Nei 200 metri È nato a Sassoferrato il 5 ottobre fogli e 6 disegni, per un totale di 663
piani conquista il titolo italiano 1929 e risiede a Roma. Si è diplo- opere composte da 286 artisti, ri-
e nuovo record indoor in 30”44. mato in Ragioneria ed ha una laurea partite in 640 incisioni e 23 disegni.
Con questa affermazione riceve in Giurisprudenza. Nel 1951 viene Tutte le opere raccolte sono state re-
l’attribuzione del 2° Trofeo FISDIR assunto presso la Cassa di Risparmio alizzate da artisti marchigiani o che
PIETRO MENNEA. Nella prima di Roma; dal 1974, in qualità di diri- sono stati attivi nella regione.
edizione conquista due medaglie: gente ricopre cariche via via sempre
100 metri piani 13”86 nuovo record più importanti: Capo Servizio Ispet-
mondiale. Nella staffetta 4x100 torato, Capo Servizio Contabilità DIRETTA WEB SU
l’Italia e il nostro Mancio sono Generale, Ragioniere Capo ed infine WWW.SASSOFERRATO.TV
d’argento. A fine stagione, viste le Direttore Centrale – Area Affari.

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Chi è Francesco Tosoni e del conoscere, lo spinsero a scri- scorsi, e quindi mai avrei pensato
PREMIO MONTE STREGA

vere e così si cimentò con l’essere di poter essere preso in considera-


Gradenigo poeta e narratore. zione al pari di loro. Poi, gradual-
Vengono dati alla stampa numero- mente, la mia “sassoferratesità”
si volumi, tra cui quattro dedicati subconscia che ho portato in me
a Sassoferrato. È stato finalista in per tutta la mia esistenza ha preval-
quattro concorsi politico letterari. so, quietando le mie perplessità. La
Così ci scrive: “La notizia della mia sagoma verde-azzurra del Monte
individuazione quale meritevole del Strega magico e sibillino, assieme
prestigioso Premio Monte Strega – al suono del dolce rumore suadente
Bartolo da Sassoferrato ha suscita- dell’amato Sanguerone, che nel pro-
to in me un’esplosione di emozioni fondo del mio animo mi sono stati
contrastanti. Innanzitutto perché sempre da sprone e supporto specie
ritenevo di non essere in grado di nei momenti più duri della mia mi-
reggere il confronto con i più degni lizia di vita, hanno prevalso su tutti
e benemerenti premiati degli anni i dubbi’.

Francesco Tosoni Gradenigo è nato


a Udine il 29/01/1926; per dolorose
vicende familiari, all’età di quattro
anni si trasferì con sua madre Alida
Boldrini a Sassoferrato, sua città na-
tale, e vi visse tredici anni e cioè l’e-
tà dell’infanzia e dell’adolescenza,
la più fertile, pervasiva d’impressio-
ni e d’imprinting.
Nel 1943 la sua famiglia si riunì nuo-
vamente a Venezia. Qui completò
gli studi classici e professionalmen-
te s’intrise di cultura veneziana e
veneta, ritrovando forse dentro di
sé le sue origini, come dopo l’esi-
lio. Tuttavia i ricordi, le emozioni,
le esperienze sassoferratesi rimase-
ro forti ed indelebili nel suo animo
poiché quel luogo era stato sicura-
mente la sua prima Patria. Si laureò
in Medicina e Chirurgia a Padova
con il massimo dei voti ed ivi acqui-
sì in seguito le specializzazioni di
Chirurgia Generale, in Urologia ed
Consegna del Premio Montestrega
in Anestesia e Rianimazione. Iniziò Bartolo da Sassoferrato
il suo iter ospedaliero che si conclu-
se con 25 anni di Primariato chirur-
gico. Ha prodotto 39 pubblicazioni 8 agosto 2015 - ore 21:00
scientifiche. Dopo il pensionamen-
to, gli interessi culturali accumulati
Chiesa S. Francesco
in vari campi del sapere, del sentire buffet
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L’Azione, la voce del territorio

COSE D’OGGI
Un foglio espressione della comunità
Floriana Crinella
nella vita concreta della gente, nel- traguardi (dall’ aumento delle pa-
la cronaca politica, sociale, econo- gine al colore, dagli inserti tematici
mica, sportiva dei nostri Comuni e allo sbarco in internet col sito www.
dei nostri paesi: Fabriano, Matelica, lazione.com).
Sassoferrato, Cerreto d’Esi, le fra- L’Azione è stata ed è anche un pre-
zioni più piccole, i loro eventi belli e zioso collegamento con la terra d’o-
meno belli, le tradizioni, i problemi, rigine per persone e famiglie che
le novità, le ricorrenze principali. sono andate a vivere fuori, magari
Tutto è stato raccontato da L’Azio- da decenni. Tra i suoi cinquemila
ne, che è riuscita ad essere così, in abbonati, infatti, ve ne sono tanti
oltre cento anni di vita, un esempio che la ricevono in varie parti d’Italia
di giornalismo al servizio delle per- e all’estero.
sone, in presa diretta con quell’Italia E proprio come le mille persone che
profonda e reale in genere poco rap- ogni settimana lo acquistano in edi-
presentata dai grandi media. cola nei diversi centri della Diocesi,
Questo cammino si è potuto com- gli abbonati trovano nel giornale un
piere grazie a un lavoro redazionale affresco vivo, attuale della realtà del-
che nel tempo si è fatto sempre più le nostre zone, un coinvolgimento
accurato. Dopo le lunghe direzioni sul presente.
di sacerdoti che sono stati anche Si tratta, insomma, di un’esperienza
Il nostro territorio è profondamen- editoriale molto interessante, che è
grandi educatori (due su tutti, Don
te legato a L’Azione, il settimanale
Giuseppe Riganelli e Don Pietro stata capace di tenere insieme aspetti
della Diocesi di Fabriano-Matelica
Ragni), dal 1995, sotto la guida viva- differenti con risultati positivi.
fondato nel 1911. Una storia lunga
ce e coraggiosa di un laico cristiano Un’esperienza, quella de L’Azione,
e importante, che si è sviluppata at-
come Carlo Cammoranesi, il gior- che anche i Sassoferratesi nel mon-
traverso tappe e vicissitudini tutte
nale ha raggiunto nuovi significativi do possono valorizzare, come parte
significative.
di una storia comune che deve pro-
Dalla Prima Guerra mondiale al pe-
seguire, con nuove pagine di vita vis-
riodo del fascismo (con la chiusura
suta e raccontata.
imposta dal regime), dalla ripresa
delle pubblicazioni nel ’45 alle fasi
della ricostruzione e dello svilup-
po, dagli anni ’70 ai nostri giorni,
L’Azione è stata insieme interprete
e ispiratrice del cammino di questo
entroterra, della sua crescita e delle
sue trasformazioni.
Il settimanale ha sempre avuto una
linea editoriale molto chiara, come
voce ufficiale della Chiesa, ma non
è mai stato un bollettino diocesano,
concentrato solo sulle tematiche ec-
clesiali ed ecclesiastiche. Si è affer-
mato, piuttosto, come espressione di
un’esperienza di popolo, incarnata

25
Memorie a futura memoria
COSE DI IERI

Biagio Marini
Tutte le comunità hanno nascoste nel “cassetto” storie, Stiamo inoltre valutando la possibilità di organizzare in-
tradizioni, leggende del territorio in cui vivono che, pur contri con alcuni dei nostri “pazienti” concittadini con
avendo oggi a disposizione le più sofisticate tecnologie, la visione del proprio “DVD” impreziosito dai loro com-
rischiano di andar perdute troncando quella continuità menti. Per brevità di spazio nella rivista viene riportato
dei percorsi di vita, spesso preziosi punti di riferimen- un primo pacchetto di personaggi con l’impegno di inse-
to tra passato, presente e futuro per le generazioni che rire tutti gli altri nella prossima edizione.
avanzano. La “nostra” Sassoferrato non fa eccezione ed
è per questo, che in sintonia con l’amico Franco Bresci- Claudio Amori (il Paggetto)
ni, ci siamo avventurati nella giungla delle memorie alla classe 1935. Claudio è il “ba-
ricerca di origini e tradizioni locali attraverso le testimo- luardo” di piazza Bartolo. Po-
nianze di persone tra loro molto diverse per cultura, stile chi come lui hanno intensamen-
di vita, condizione sociale. Uno spaccato che emble- te vissuto il Borgo con i suoi
maticamente rappresenta il carattere di una comunità. personaggi. Soprannominato
In questo caso sì che il supporto tecnologico ci è stato “il Paggetto” per il costume indossato durante la pro-
di grande aiuto specialmente per l’impegno dell’instan- cessione del “Cristo Risorto”, ha fatto una lunga carrel-
cabile Franco. Come si è soliti scherzare sui carabinieri lata della sua vita: dall’oratorio al biliardo del caffè della
che viaggiano in coppia, ci siamo messi sulle tracce di “Cognacca” all’osteria “de Biscottino” e via via episodi
alcune persone per “carpire” la loro storia fatta di tante di guerra, le feste in Rocca e i veglioni. Poi professore di
tessere di un mosaico a loro volta tessera di un mosaico matematica e fisica al Liceo nonché presidente dal 1976
più grande e complesso legato inconsapevolmente da vi- dell’ospedale di Sassoferrato prima dell’avvento delle
cende spesso comuni tra i nostri protagonisti imprimen- ASL /ASUR, ma anche esperto di tessuti nello storico
do le loro voci e immagini su supporti digitali “DVD”. negozio di c.so Rosselli gestito dalla figlia Claudia.
Dopo questo preambolo entriamo dunque nel percorso
non solo figurato delle case dei nostri testimoni (tra 80 Elisabetta Capitanelli (Betta)
e gli oltre 100 anni…) percorrendo gran parte dei 135 classe 1920. Inossidabile custo-
kmq del comune di Sassoferrato. Per ragioni di spazio de di tante vicende. Memoria
mi limiterò a riportare i passaggi più significativi delle straordinaria. La sua vita si è
loro spontanee testimonianze, uscite a volte con note- svolta tra l’area dell’ex conven-
vole sforzo dallo scrigno della loro memoria, che attra- to S. Bartolomeo, la “chiesa”,
versano un vasto arco di tempo, partendo da fine Otto- l’ex Cinema parrocchiale in c.so Rosselli come “biglietta-
cento, per far meglio comprendere “chi eravamo” fino ai ia” per 20 anni fiduciaria di don Renato. Donna schietta
giorni nostri; che cambiamento repentino! Le doman- senza peli sulla lingua. Ricordi da bambina: gioco della
de, poste sotto forma di una chiacchierata tra amici…, “mazzica” (battere un bastone contro l’altro per chi lo
agli emozionati protagonisti per la prima volta davanti lanciava più lontano). La sera del 5 gennaio passavano “i
ad una cinepresa, vertevano sulle origini proprie e della tamburlani” (barattoli) per le vie del paese per annuncia-
famiglia, l’infanzia, percorsi scolastici, di lavoro e di vita, re il passaggio della Befana con i regali. Ricorda il fischio
le guerre, il primo amore… (ma su questo sorvolerò..) e delle bombe sulla ferrovia. Dice che “S. Ugo ha salvato
infine consigli per le nuove generazioni. Ecco finalmente la città dalle bombe degli aerei. “Romoletto” faceva i
un breve profilo con le più significative risposte dei pro- dolci per il paese. Dice infine: “non avevamo niente ma
tagonisti con le loro foto, cui va il più sentito ringrazia- eravamo sereni”.
mento per la loro spontanea e preziosa collaborazione.
Per i “curiosi” che vorranno approfondire passaggi che Gina Diotallevi classe 1927.
possono averli coinvolti direttamente o per conto dei Una romantica Signora amata
propri familiari, suggeriamo di contattare i nostri “eroi” e “coccolata” dai Sassoferratesi,
attraverso l’indirizzo di posta elettronica dell’Associazio- presente in tutti gli eventi. Per
ne “Sassoferratesi nel mondo”: 16 anni ha messo in comuni-
info@sassoferratomia.it cazione le persone nel mondo

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tramite il centralino dei telefoni pubblici. Quante sto- sei anni accudiva la cavalla (il camion di allora) con la

COSE DI IERI
rie di amori, affari, dolori, custoditi da Gina. Ricordi di quale il padre trasportava pietre per il cementificio Stella
bambina e adolescente: al fiume i bagni, gioco del bat- e la pasta del pastificio “Giacani”. Da giovane “saltava”
timuro, ricamo dalle suore nell’ex convento Montanari la chiusa del Sentino con Nello detto Rubisti.l Dal fiume
(Paravento), poi sfollata si dormiva in 10 persone in una con la carriola caricava e rivendeva la rena ai muratori. A
stanza… Lavorò nella stazione ferroviaria dove incontrò 13 anni andava a “scontare le strade” (lavoro gratis per
i soldati tedeschi e ancora, i l balli al palazzo degli Scalzi il Comune). Dosio cantautore e suonatore di chitarra
con “Giombo” alla fisarmonica e i veglioni con gli emo- con sobria ironia. Sempre di buon umore e ottimista.
zionanti ”flirt” dove incontrò Franco Ragni uomo della Ai giovani.” Onestà e fare il proprio dovere a testa alta”.
sua vita per l’epoca affermato calciatore con il Palermo.
Ai giovani ricorda: “il troppo fa male…”. Sandro Sadori classe 1937.
“Pasionario” e figura contro-
Annunziata Galli classe 1913. Donna corrente con grande “amore”
Centenaria (102!) nata negli USA in per Sassoferrato. Custode, e
Pennsylvania. Lucidissima nei ricordi archivio vivente di tanti do-
lontani in America dove ha fatto anche cumenti vecchi di secoli che
la pasticcera. Oggi vive a Coldellanoce hanno scandito la storia d’Italia. Da un suo documento
di Sassoferrato amorevolmente attor- inizio ‘900 testuale “Sassoferrato dopo Urbino dette il
niata da figlio e nipoti. Ci ha mostrato la maggior numero di Uomini Illustri…”. Famiglia “Re-
“mattera” un tempo prezioso (nel sen- pubblicana” da sempre nonché di mugnai e pastai, con
so di utile) mobile per impastare farina, molti intrecci con il pastificio Giacani. Organizzatore
uova, lievito per fare pasta, dolci i cui sapori sono anco- e protagonista di: veglioni, motoraduni d’epoca e feste,
ra custoditi al suo interno ma oggi adibito a supporto per su tutte la “Sagra degli spaghetti” dal 1958. Come diri-
un televisore moderno. Che strano… chi poteva pensare gente (soprannominato Allodi) del calcio sassoferratese,
solo 50 anni fa a questo connubio… 70 anni vissuti con all’inizio insieme a Nubola (Birilletto) ha dedicato molti
il “suo” Virgilio fino al 2000. Un esempio per tutti sui cui anni con successo. Ai giovani: “avete tutto ma la vita oggi
riflettere prima di separarsi. è piena di insidie”.

Danilo Montecchiani classe Mario Toni (Sentinate) classe


1935. Famiglia originaria di 1930, Castellano doc vissuto
Cagli da 5 generazioni. Gran- nella casa del ns. celebre Perot-
di sacrifici dei genitori Cesare ti. Origini famiglia nel ‘500 da
e Adele per far studiare 4 figli Tonio Toni capitano nella guer-
con l’aiuto della storica edicola ra delle Fiandre sotto Carlo V.
di giornali, fatta dal mitico Elvio Toni. Ha menziona- Andava a scuola a Fabriano in bici guadando i fiumi
to personaggi di Sassoferrato: Rolando Razzi, Alberto con i ponti rotti dai bombardamenti. Ricordi: da sfolla-
Fata, Checco Garofoli, Raul Lunardi. In un breve collo- to nel 1944 nei sotterranei del monastero di S. Chiara e
quio nel 1979 lui laico, ha “solo” stretto la mano a papa le “sassaiole” tra Castellani e Borghegiani rivali da sem-
Giovanni Paolo II. Medico “di famiglia” apprezzato per pre... Bravo odontotecnico in simbiosi professionale con
40 anni, ha continuato ad esercitare volontariamente il dr. M. Vitaletti; è solito dire: “Ho sempre mangiato
nell’isola di Lampedusa dove sua moglie Nadina ha rac- con la bocca degli altri”. Per 30 anni presidente dell’A-
contato l’incontro sorprendente di Danilo con il re del VIS locale. Mario sin da piccolo ha amato la pittura e da
Belgio Baldovino e il salvataggio di un bambino. Sulla “grande” nel 1991 il suo primo quadro. Molte sue opere
guerra ci ha raccontato di luci e ombre in entrambi gli esposte in varie chiese sono magistralmente copiate dal
schieramenti. Assessore comunale negli anni ’70. ns. famoso pittore G. B. Salvi.

Eudosio Poiani (Dosio) classe


1926. Una vita difficile piena
di ostacoli sin dall’infanzia per L’iniziativa, alla ricerca nella giungla del tempo andato, proseguirà con
sbarcare il lunario inventando altri personaggi nei prossimi mesi con l’impegno verso i lettori della no-
mestieri. Grande altruista con stra rivista, poiché le finalità sulle storie appena narrate ben si sposano
tutti. Quinta elementare con le con i Sassoferratesi nel mondo, di darci di nuovo appuntamento su que-
“raccomandazioni” (testuale). Fratello di altri 8 figli, a ste pagine. Arrivederci dunque alla prossima puntata nel 2016…

27
I deportati di Coldellanoce
COSE DI IERI

in Germania
Renzo Franciolini

Lo scorso anno su questa rivista ho trattato la vicenda fosse capitato qualcosa ad un soldato tedesco, alcuni di
dei deportati di Montelago, che assieme a quelli di Mo- loro sarebbero stati uccisi (la giovane Rina Romitelli, che
rello costituiscono due delle tre situazioni che hanno in- oppone una fiera resistenza, viene trascinata a fatica tra
teressato il comune di Sassoferrato negli ultimi giorni di gli ostaggi da due soldati tedeschi). L’altro gruppo era
occupazione tedesca del nostro territorio. Completo ora formato da uomini, giovani e anziani, sospetti partigiani
il racconto dei deportati con la terza vicenda, quella di e non, radunati lungo la strada per Sassoferrato. Nella
Coldellanoce. perquisizione delle case più
Gli arresti di Coldellanoce si lontane del paese venivano
verificarono il 15 luglio 1944 solo arrestati gli uomini e ra-
ed ebbero dei risvolti più dunati nel punto di raccolta,
drammatici rispetto agli altri lasciando stare donne, anzia-
due (di Morello e Montela- ni e bambini. L’operazione
go), perché avvennero nella durò tutta la notte ed il primo
notte, quando gli abitanti del mattino. Ci fu un momento
luogo erano rientrati tutti nel- di grave apprensione quando,
le proprie case, sollevati per- ancora buio, si udì uno sparo.
ché sembrava ormai vicina la I tedeschi che controllavano
liberazione. gli ostaggi si fecero minaccio-
si, accorse immediatamente il
Il rastrellamento loro comandante, pensando
La sera prima del rastrella- ad un conflitto a fuoco con
mento (il 14 luglio), lungo la un partigiano. Giulia Gio-
strada che da l’Aspro scende a vannini stringe a sé i due fi-
Coldellanoce una jeep di sol- gli Tino e Girolamo di dieci
dati inglesi aveva incontrato anni e li rincuora. Solo dopo
il giovane Sirio Tinti il quale, alcuni minuti si seppe che era
dopo il colloquio, si era affret- stato un soldato tedesco a
tato a ritornare in paese a rin- sparare ad un giovane di Col-
cuorare gli abitanti; in questo dellanoce che tentava la fuga
modo, dando l’impressione (probabilmente Piersante
che ormai non c’era più da Strampelli), il clima si rasse-
temere dai Tedeschi. Quindi, renò ed i soldati tedeschi smi-
l’episodio del rastrellamento Dario Armezzani e famiglia sero di minacciare gli ostaggi
si verificò proprio quando la ed impaurirli.
popolazione era meno preoccupata di nascondersi. Si fece giorno, l’operazione di perquisizione delle case
Alle 3,30 di notte del 15 luglio 1944, giunge in paese (che non toccò la località Camorri) era ormai comple-
un piccolo nucleo di soldati tedeschi, stimati intorno ai tata. Gli ostaggi furono liberati mentre il gruppo degli
10/15, intenzionati a trovare i partigiani. Alcuni sono arrestati venne incolonnato e sotto scorta armata marciò
dislocati in vari punti come sentinelle; altri impiegati fino a Cave dove si aggiunsero gli uomini lì requisiti. Da
a bussare ad ogni porta, e a far uscire tutti gli abitanti quest’ultima località proseguirono per Felcioni e Rondi-
della casa, al fine di dividerli in due gruppi: un grup- nella, con dietro le donne, madri e fidanzate a implorar-
po composto da alcune famiglie che abitavano vicino ne la liberazione. Il passaggio del fiume Sentino avvenne
alla chiesa, formato da donne, anziani e bambini, sotto utilizzando una passerella tra le abitazioni di Moregi e
la minaccia di una mitragliatrice puntata. I componen- quella di Vitaioli.
ti di questo gruppo dovevano servire come ostaggio: se Qualche parola ora per alcuni che riuscirono ad evita-

28
re la cattura. Il caso più clamoroso Elenco alfabetico dei deportati con loro le vacche

COSE DI IERI
è quello di Augusto Garofoli che, MARIANI Galliano (ritornato a casa da
ALBERTINI Devo – lavorava al mulino Pergola)
già arrestato dai tedeschi ma ancora annesso al pastificio di Giacani & C., insieme
dentro casa, chiede di poter salire di ad Enzo. Fugge a Piobbico con gli Urbani
MENGARELLI Pierino
sopra a finire di vestirsi; i militari ac- ALBERTINI Alfonso di Cave (fuggito a
MERCANTI Ettore di Domenico
consentono, ma Augusto ridiscende Piobbico, appena dopo la fuga dell’ing.
(muratore), di Cave
e approfittando di un momento di Ubaldo Urbani) MERCANTI Fernando di Domenico,
disattenzione dei Tedeschi fugge dal- di Cave. Reduce della Marina Militare,
ALBERTINI Sebastiano di Alfonso di Cave
la porta della cantina sul retro dell’a- scampato all’affondamento della sua nave
(fuggito a Piobbico assieme al padre Alfonso)
colpita da un siluro, deceduto in Germania
bitazione, supera una recinzione e ALBERTINI Raffaele, figlio di Alfonso di
va a rifugiarsi a casa Pierpaoli pres- MERCANTI Duilio di David (sarto), di Cave
Cave. Non volle fuggire a Piobbico assieme al
so sua cugina Maria. E qui Augusto padre ed al fratello, nonostante le insistenze MERCANTI Roberto di Alfredo, di Cave
compie un capolavoro di fantasia: del genitore che lo invitava a “marcare” visita, NATALONI Ernesto di Egidio
prevedendo già la possibilità di fuga nella
sale dentro la cappa del camino fino PIERPAOLI Lorenzo (rimandato indietro a
giornata, come poi avvenne. Ha preferito Sassoferrato perché anziano)
alla barra dove si aggancia il calda- anche quella mattina di rimanere con il suo
io e vi rimane per un po’ di tempo. amico Piersimoni di Fabriano e andare a fare PIERPAOLI Giovanni di Lorenzo
Solo quando da voci concitate che buche per minare la strada, senza marcare PIERSIMONI(…), capostazione a Fabriano,
gli giungono da fuori parlano di bru- visita. Ritornato dalla Germania, impiegato sfollato con la moglie a Cave
ciare il paese, un momento di paura presso le FF.SS. a Fabriano, morì in un PORFIRI Tullio (la moglie Pierina era di
lo assale, scende dal camino ed esce incidente stradale con la sua Guzzi. Fabriano)
dalla casa, si precipita verso il torren- APOLLONI Natale PORFIRI Domenico di Fabriano (cognato
te che scorre a valle e sale sempre di ARMEZZANI Dario di Tito (deportato, di Tullio)
corsa su per il monte Gallo, sfiora- lascia la moglie con le figlie Ivana e Vanda. ROMITELLI Remo di Lorenzo
Deceduto in Germania, a Breslau, il 2
to dai colpi della sentinella tedesca ROMITELLI Dino di Lorenzo
aprile del 1945, non potè conoscere suo
che tenta di fermarlo. Continua a figlio Sergio, nato quattro mesi dopo il suo STELLA Aldo, arrestato a Coldellanoce,
correre, sentendo con terrore di es- arresto.) (Foto a sinistra) ma rilasciato a Morello, perché malato e
sere seguito da qualcuno e pensando impossibilitato a proseguire
BALDONI Giovanni di Giuseppe
che sia un Tedesco: era invece Dino TINTI Paolo di Valentino
BALLANTI Mario di Antonio
Carovana, fuggito anche lui, e final- TINTI Sirio di Giovanni (nipote di Paolo)
BELARDINELLI Ugo di Beniamino di
mente possono fermarsi insieme a Sassoferrato, sfollato a Coldellanoce a casa URBANI ing. Ubaldo, socio del Pastificio
ripigliar fiato. della nonna di Tino Giovannini Giacani & C. sfollato a Coldellanoce in casa
di Augusto Garofoli
CAROVANA Giuseppe
Incendiato il paese URBANI Settimio detto “Nini”, figlio
GAROFOLI Sabatino dell’ing. Ubaldo, (lavorava al pastificio di
Intanto, i soldati tedeschi dettero
GIACONI Sante Sassoferrato, ed al pastificio di Castelplanio
alle fiamme con bombe incendiarie o Moie, dove aveva casa). Sfollato anche lui
LUZI Enzo, di Dionisio e di Domenica
tre capanne, dove essi probabilmen- Nataloni (originaria di Coldellanoce), a Coldellanoce in casa di Augusto Garofoli.
te sospettavano che fossero nascoste abitante a Felcioni, sfollato a Coldellanoce
delle armi. Appena andati via i solda- _______________
CECCARELLI Arnaldo (detto “Cigoletto”).
ti tedeschi, di buon mattino, gli abi- Sfollato a Coldellanoce con la moglie Ermen- Il trasferimento dei deportati da Sassofer-
tanti si precipitarono a spegnere gli garda Cianca, la figlia Dinora ed il genero rato fino in Germania ed il loro ritorno è
incendi; riuscirono a spegnere due dentista dr. Mario Stella, con il fratello Stelio. raccontato da Enzo Luzi di Felcioni, lucido
capanne (quelle di Mencotti Tancre- Secondo il racconto di Sandro Sadori, riuscì novantenne, unico superstite del gruppo, ed
do e Porfiri Tullio), mentre la terza di a sfuggire alla cattura. è riportato sul mio saggio “Deportati sasso-
Carovana, piena di fieno, continuò a MAGAGNINI Attilio, di Cave, con il fratello ferratesi in Germania” di recente pubblicato,
bruciare per due-tre giorni. MAGAGNINI Igino, costretti a portar via menzionato nella presente rivista.

Sassoferrato con tutte le sue news, i suoi appuntamenti, le storie della sua
gente, per raccontare il paese, evidenziare i suoi problemi, intercettare i
suoi bisogni. Una informazione che cerca di contestualizzare e di appro-
fondire con dirette, interviste, tante immagini ed analisi. Sassoferrato.tv è
tutto questo ed ancora di più. Perché non mira solo a parlare del paese di
Bartolo, ma allarga l’informazione oltre i confini comunali. Sassoferrato.tv
è informazione in via d’estinzione...

29
Una nascita a San Polo negli anni ‘50
COSE DI IERI

Una storia di vita vera nelle campagne di Sassoferrato


Anna Maria Pambianchi

Dalla strada principale del fondovalle il calesse imboc- Il cavallo intanto si era ripreso e trottava lesto giù per
cò la stradina imbrecciata che portava verso le colline. la discesa che portava al ponte di Ciccolino da dove la
Soltanto un paio di chilometri ormai le rimanevano, ma strada si acciambellava in volute erte su per il fianco del-
il ronzino su per quel viottolo ripido e sconnesso sbuf- la collina. Il pendio, tutto protuberanze e depressioni,
fava ansimando. La donna greppi e forre, macchie
lo incitava con insofferen- estese e boschi cedui,
za, sibilando maledizioni qua e là era stato do-
tra i denti per lo strapazzo mato, rosicchiato e tra-
cui era ancora costretta alla sformato in reticoli a
sua età e per la calura della trama larga dentro cui
giornata estiva che le pesa- spiccavano la regolari-
va sul capo e le martellava tà dei filari, il giallo dei
le tempie. Non vedeva che campi di granoturco, i
la strada, occupata com’era verdi appezzamenti di
a controllare che le ruote lupinella e di trifoglio,
del mezzo non finissero nei il nudo maggese. Die-
fossati laterali, da dove ne- tro una delle ultime
anche il padreterno l’avreb- curve della salita, il pa-
be più tirata fuori. Certo norama si liberava dal-
non alzava gli occhi, né su- la ingombrante cresta
gli uomini intenti ad arare o del poggio, permetten-
a falciare l’ultimo fieno del- do all’occhio di vagare
la stagione, né tanto meno sul paesaggio, ove il
sui colori della campagna tono del colore vibra-
che declinavano dolcemen- va in sfumature di in-
te verso l’autunno. Le aveva tensità crescente man
messo addosso una fretta mano che lo sguardo si
indiavolata quel contadi- avvicinava alla sagoma
no un po’ stralunato che scura del monte Strega
all’alba l’aveva tirata giù dal di sentinella sull’oriz-
letto senza sentir ragioni, zonte, del Cucco dal
quasi con fare minaccioso, profilo azzurro e rego-
come se la moglie fosse la lare, del Catria che li
prima donna al mondo a congiungeva. Il paese
partorire. Li conosceva lei era ormai tanto vicino
quei pezzenti, con le toppe Tre famiglie di contadini all’inizio degli anni ‘50 che si poteva distin-
sul sedere, sempre pronti a guere la prima delle
pianger miseria quando si trattava di onorare il lavo- case sgangherate affacciata proprio sull’orlo del diru-
ro degli altri. Parevano timidi e impacciati solo quan- po, da dove prendeva avvio una sorta di altopiano a
do mettevano piede in città a vender bazzecole, ma al forma di catino su cui sorgeva l’abitato.
paese, dove si sentivano spalleggiati, riprendevano la Chi saliva gli ultimi meandri della strada era investito
scorza della ruvidezza, si muovevano come fossero i pa- da folate di odori sconosciuti all’olfatto delicato dei cit-
droni ed erano capaci di attaccar briga, alzando la testa tadini, per niente abituati ai fumi del forno impregnati
e bestemmiando. degli umori del bosco e mescolati ai vapori esalati dallo

30
COSE D’OGGI
stabbio dei letamai. Al solo avvicinarsi a San Polo, chi tutto, e non solo frumento, ma orzo e avena, patate e
veniva dalla città si convinceva di essere arrivato nel meliga, seme di foraggi insieme a cacio e lana di sta-
paese degli zotici, dove il tempo con una sorprendente gione. Il sottile tramezzo che separava la loro intimità
capriola era rotolato all’indietro di diversi secoli come non impediva a quegli odori forti di penetrare persino
in un’allucinazione dotata d’una cornice realistica. La sotto le lenzuola. La levatrice, visitata la partoriente da
sensazione si traduceva perciò in un impietoso giudizio lunghe ore in travaglio, accigliandosi tutta, bofonchiò
di ripulsa che appariva obiettivo, confortato com’era qualcosa e poi, volgendosi alla suocera ritta ai piedi del
dalle circostanze. letto, lentamente, con voce aspra e carica di disprezzo,
Il calesse, tirato da un animale ormai sconciato dalla fa- proruppe in una sfilza di improperi contro l’ignoranza
tica, sbucò nello spiazzo tra le case. La levatrice smon- e la grettezza dei contadini: “Il parto si presenta podali-
tò lentamente dirigendosi verso l’abitazione ove era co. Se non faccio qualcosa subito - che Dio me la mandi
attesa. L’uscio, che dava direttamente sulla cucina, era buona - se ne vanno al creatore tutti e due. E ora fate
spalancato, come a non poter contenere l’effervescente largo e mandatemi le donne con acqua e biancheria.
movimento del folto gruppo delle donne. Urtando tre Presto!”
o quattro mocciosi appoggiati al battente, si fece stra- Non fece una grinza la faccia della vecchia che non ab-
da, senza chiedere permesso. Dentro faceva fatica ad bozzò risposta. Solo, nell’andarsene, il suo passo parve
orientarsi, ché nello stanzone col soffitto basso e le pa- meno risoluto. Di là, nello stanzone surriscaldato dai
reti annerite dal fumo penetrava poca luce e per giun- vapori entro cui navigavano nuvoli di mosche, seduta
ta nell’aria stazionava una foschia - non molto diversa sulla sedia, con il gomito appoggiato sulla tavola, Maria
dalla nebbiolina invernale nel fondovalle - alimentata controllava il via vai e ogni tanto rispondeva, quasi di
dai vapori dell’acqua che bolliva da ore nel caldaio. Tre traverso, quando si rendeva necessario interpellarla. A
o quattro donne di età diversa, ma con le stesse facce lei bisognava chiedere e lei accordava o meno il consen-
cotte dal sole, si avvicinarono alla levatrice e le sussur- so per una faccenda o l’altra. Neanche le figlie osavano
rarono qualcosa. Le altre erano indaffarate ad attizzare muoversi di testa propria. Il tempo quella mattina scor-
il fuoco e ad esaminare teli di canapa grezza. La Turca, reva lentamente, segnato da un evento che si andava
a voce alta e con l’aria di chi ha cognizione delle cose facendo straordinario e si rifletteva sul ritmo accelerato
del mondo, sentenziò: “Tocca fa’ de prescia se volemo dei movimenti: una specie di disagio collettivo per un
salvalli tutti e due - e, volgendosi alle cognate della par- rito che, troppo lungo rispetto all’ordinario, minaccia-
toriente, concluse: “Bisognaria gi’a dillo a Annetta che a va, come un’improvvisa grandinata, di precipitare il
sua fija nun ié va bene pè gnente“. raccolto. Il silenzio oscuro di Maria, carico di umori
In quel momento sull’arco della porta, con la canestra risentiti, non sembrava contagiare il chiacchierio delle
in testa, comparve Maria di ritorno dai campi, dove donne di casa e delle vicine. Ognuna si interrogava sul-
aveva portato la colazione agli uomini che aravano dal- la durata sospetta di quel parto o si sforzava di rispolve-
le prime luci dell’alba. rare accidenti simili, traendoli dal polveroso magazzino
“Me pare de senti’ ‘n mucchio de frescacce. Nun se va ‘n della memoria.
velle e chi ce potria gi’ fin a lassù che ce vole ‘n’ora pè annà Al rintocco del mezzogiorno solo Maria aveva fatto
e una pè veni’ co’ la bicicletta? E po’, a che fa’? A perde’ ‘l caso, preparandosi a partire con i fiaschi dell’acqua e
tempo? Se semo sgravate tutte, se sgravarà anca lia“. del vino, la pagnotta e la lonza da portare agli uomini
Nessuna delle donne rispose. La vecchia contadina che avrebbero fatto sosta sotto qualche ombra, senza
depose la cesta con gesti decisi e, rivolta alla levatrice, sprecare tempo nel ritorno. In cucina le donne dipa-
l’apostrofò: “Nun ce n’era bisogno, ma mo’ che v’hanno navano l’attesa con il filo del racconto. Qualcuna, mo-
chiamato, gite a vedella, almanco sarete venuta pè qualco’. strandosi impaziente e pessimista, veniva ripresa con
Se sa che pel primo fijo ce vole de più, no? E allora no’ fare bonario e deciso e qualche altra, prevedendo una
stateve a ‘mpressiona’. Gimo, va, che ve ce porto io de là”. conclusione fulminea, veniva rimbeccata, ma senza al-
Uscirono insieme, Maria davanti a far strada e, dietro, cuna asprezza.
la levatrice. Nell’edificio, che a pianterreno conteneva L’ansia, che pure a momenti sembrava prendere forma,
la cucina e il locale dove si impastava il pane con diversi si diluiva in cascate e gorghi di parole ove una voce
altri vani al piano superiore dove dormivano quasi una rincorreva le altre in una cantilena circolare.
trentina di persone, non aveva trovato posto l’ultima Il pomeriggio distillava goccia a goccia il peso del tem-
coppia formatasi due anni prima. Gli sposi si erano do- po. Il frinire delle cicale intanto era scemato d’inten-
vuti accomodare nel granaio dove era ammucchiato di sità, seguendo d’istinto la curva discendente del sole.

31
D’improvviso, nello spazio ingombro e brulicante della
COSE DI IERI

cucina irruppe la voce della Barnicchiola: “Ie l’ha fatta.


È nata. Ma quant’ha tribbolato, poraccia e po’, me sa, pè
gnente”. Si mise a sedere. Un silenzio di pochi attimi
parve troppo lungo.
“Bisogna gi’ subbito a battezzalla che nun campa. Cuscì
ha detto la levatrice. La monella cià pure ‘na gamba rot-
ta”. La Turca, in piedi con le mani sui fianchi, approfit-
tò del silenzio che nessuna si sentiva di rompere e, quasi
sillabando, con lo spirito di chi non ammette repliche,
mise fine all’incertezza: “Se à da campa’ pè disgrazia, è
meio che ‘l Signore se l’arpija. È meio pè lia, e è meio pè
tutti”.
Era una conclusione degna e come tale fu accolta. Del
resto occorreva affrettarsi gareggiando con il tempo
perché alla creatura fosse assicurato l’ingresso nella vita
eterna. Nessuna menzionò medici o ospedali. Solo il
prete, possedendo le chiavi di quell’altra esistenza, pote-
va far qualcosa di utile. In un batter d’occhio, il vortico-
so andirivieni delle donne confezionò il fagotto affidato
con lapidaria ingiunzione ad una coppia di vicini che
proprio allora, arnesi in spalla, tornavano dai campi.
Mugugni non ce ne furono, anche se c’erano svariati chi-
lometri da percorrere fino alla parrocchia, con tutta la
fatica della giornata sulle spalle e nelle gambe. Nessuno
si sarebbe mai arrischiato a mettere a repentaglio il de-
stino di un’anima.
I padrini tornarono al calar della notte. Il dovere era sta-
to felicemente compiuto.
Foto di famiglia
Ma forse era stato inutile, ché la bambina si era ripresa
e nella battaglia ingaggiata con la morte pareva deci-
sa a non arretrare. Per questo gli improvvisati padrini Excerpt
apparivano sconcertati e un’ombra di delusione mista
ad un indefinibile imbarazzo trascorreva sui loro volti
contadini poco avvezzi a filosofare sulle ragioni della
T his is a true story, the birth of a baby girl in a village out
of reach perched on a hill. The pains of the childbirth were
vita e della morte. Attraversarono l’aia prospiciente le arousing concern and a dazed husband had biked out of breath
case. to town at dawn to call the midwife.
Seduti per terra, o in piedi, a gruppetti, gli uomini del The woman agreed reluctantly to climb up there with her bug-
paese discorrevano con aria assai mesta. Di traverso gy, knowing the poor condition of the gravel road that would
sullo spiazzo giaceva inutile un lunghissimo fusto di put too much strain on the cart’s wheels and on the poor nag.
pioppo, scortecciato, coronato in cima da una ghir- On the way the midwife was cursing and urging the panting
landa intrecciata con le sue foglie. E proprio del ‘mag- horse. She was paying no attention to the men scattered in
gio’ gli uomini commentavano la triste sorte, insieme a the fields to cut the last hay nor to the surrounding landscape
quella del padre novello. Il maschio tanto atteso, con- with the bright colors of ripening corn and grapes, of mea-
tro ogni augurale previsione - già anticipata con bat- dows of green sainfoin and clover; with the peaks and ridges
tute salaci e oscene - non era nato. Toccava rinunciare of Monte Strega, Monte Cucco and Catria in the background.
a innalzare il simbolo della virilità trionfante. Toccava At last she reached the village and its ramshackle houses
rimandare la festa. Inutili le braccia e i dorsi vigorosi. where time seemed having stopped centuries earlier. After
Nessun ballo sull’aia. Chiusa la cantina e sigillata la stepping down she headed towards the house where they
botte del vino migliore. L’allegria fu cacciata. Non se were waiting for her.
ne sentiva il bisogno; ma sarebbe tornata, alla prossi- Women were gathering near a big boiling pot, preparing pie-
ma, più benvenuta nascita. ces of row hemp. One of them, “Turca”, went near the midwi-

32
fe and sentenced “we must be quick, if we want to save both, poor soul, albeit for nothing, I fear”. No one spoke. After a

COSE DI IERI
because things go wrong”. Maria, the mother-in-law, returning while the midwife said that they must rush and have the baby
from the fields where she had taken breakfast to the men wor- christened, for she had got also a broken leg.
king since dawn, entered the room and said in a hard voice “Turca” hissed that if the baby was to live miserable, better
that all that turmoil was an unnecessary waste of time, since God take her soon, so much better for her and for all. This jud-
all the women there had relieved without such a fuss. Then gement was accepted without any reaction, no mention was
addressing the midwife she spoke: “But now that you are here, made of doctors nor hospital, only a priest could do something
you might as well make yourself useful and visit her. Let’s go. useful.
No need to worry, we all know that the first child takes longer”. The child was bundled and given to a couple of neighbors just
The house was shabby, a big kitchen on the ground floor for all returning home from the field. Taken by surprise, all the same
uses, also to knead bread. Several rooms upstairs where up to they did no protest although the way to the church was long,
thirty people slept crowded. The newly married couple had to but no one would risk the destiny of a soul.
accommodate in the barn where wheat, corn, oats, seeds and The godparents returned home at sunset, the duty having been
other stuff were heaped and only a slim partition protected accomplished, although the haste proved unnecessary, becau-
their intimacy. se on the way back the baby seemed having recovered and she
The midwife spoke to Maria harshly, cursing their ignorance was willing to fight for survival. A hint of embarrassment and
and backwardness: “It is a breech birth, God help me, if we perhaps even of disappointment was on their faces, as they
don’t act quickly we’ll lose both of them. And now make way, were not used to explore the reasons and philosophy of life
let the women bring me hot water and linen, quickly” and death.
Time passed slowly. Maria was sitting in the steam heated Men were sitting down in the yard in small groups, com-
room and she answered annoyed whenever it was necessa- menting on the event and on the sad fate of the “Maggio”
ry to get her consent, since no one dared, not even her dau- (meant for the first baby son), the long peeled poplar trunk with
ghters, to do anything without asking her. Outside the gossips a leaves’ crown on top, laying now on the ground, useless.
prattled. At the sound of the bell at noon, Maria stood up and The disappointment was on the face of the new father, for the
prepared the lunch for the men out in the fields, wine, water, long waited son was not born. No shouts of joy, no dance, no
bread and a piece of loin. salacious jokes. The barrel of the best wine was sealed again,
In the afternoon, the “Barnicchiola” came down shouting: joy would eventually come back, maybe next year, with a new
“she’s made it at last, a baby girl! How awfully she pained, welcome birth.

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Il “Maggio” che non passa mai
COSE DI IERI

Un’antica tradizione popolare legata alla primogenitura


Francesco Tosoni Gradenigo

Nel Sentinate è ancora oggi abbastanza viva la folclori- prosciutto, anch’essa ritagliata da un’asse, quale augu-
stica usanza del “Maggio”. Allorché nascono primoge- rio d’abbondanza; le due bocce di legno, inequivocabile
niti maschi, perpetuatori del nome della stirpe, si fa festa riferimento al dannunziano “carnal segno delle maschie
grande e dall’oscurità dei secoli riemerge il rito rimasto possa”. Poi, l’alto sostegno viene imbragato da tre gruppi
indenne da sincretizzazioni cristiane. Trainato da can- di funi traenti: due per ogni lato ed uno mediano. Pun-
didi buoi di razza marchigiana, tolleranti le sciocchezze tato nella buca - predisposta e scavata nel terreno, pros-
e le fantasie degli umani, un lunghissimo pioppo (il be- sima alla casa fortunata e che serve da fulcro - esso viene
dollo) tagliato alla base dall’ascia manovrata da robuste lentamente innalzato da tre gruppi di uomini guidati da
braccia, privato dei rami e raschiato, ha lasciato laggiù un esperto, che tirano a comando le corde ritorte com-
lungo il fiume l’ultimo rabbrividito luccichìo tremulo pensando gli sbandamenti. A poco a poco esso s’innalza
dell’argenteo suo fogliame. È ridotto ad un prolungato maestoso: i tiratori si scostano ad ogni passo all’indietro
pilone di legno lucido che ha, appunto, lo scopo di glo- affinché, così sapientemente guidato, possa cadere nella
rificare il neonato e nel contempo, auspicare per lui vita fossa, dapprima ondeggiando, poi sempre più saldo e
lunga, doviziosa e felice. fermo, perché bloccato da terra e pietrame che colmano
La sua cima viene fornita di un cerchio di legno con in- ben pressati la buca. Dall’alto, forse lui guarda, rivede e
fissi o pendenti i simboli arcaici dell’uomo feroce e viri- chiama il fiume; lui, figlio di Elio (il Sole) e di Climene,
le: il fuciletto di legno, augurio d’ardimento, di caccia e fratello di Fetonte e delle sorelle Eliadi, rimaste lungo la
di forza nelle lotte contro i nemici; la sagoma lignea del frescura fluviale piangendo la caduta dell’incauto fratel-
fiasco di vino che doni ristoro ed allegria; la forma di un lo e tramutate, appunto, in pioppi.

Preparazione del Maggio


34
Tutta l’opera deve essere compiuta dalla mano dell’uo-

COSE DI IERI
mo con i suoi attrezzi di lavoro; nessun meccanismo,
né argano, né gru deve essere impiegato. Il Maggio
svetta ora alto con i suoi simboli appesi, con i nastri
colorati che sbandierano al vento e le bocce che don-
dolano tra gli evviva augurali. Circola abbondante il
vino paglierino-verdognolo dai boccali ai bicchieri, alle

La Conocchia... è nata Rachele...

gole! Copioso e ricco banchetto attende: questo era il


rito del Maggio prima dell’infelice ultima guerra. Poi
la tradizione fu modificata erigendo Maggi anche per
le figlie primogenite, usando, quali patetici succedanei, Il Maggio... e Alessandro
salici scortecciati ornati da nastri.
La festa dell’albero, nelle sue varie forme, è antica ed entrava in comunicazione con il mondo infero: “simili
arcaica. Mircea Eliade, l’incantatore interprete dei miti ai semi sepolti nella matrice tellurica, i morti aspettano
e dei simboli, distingue sette spiegazioni ermeneutiche di tornare alla vita sotto nuove forme”.
dell’emblema dell’albero: folle sarebbe riassumerle In Tirolo si pone ancor oggi un albero di bosco, de-
qui. È d’origine celtico-indoeuropea e tuttora, nei pa- privato di rami e foglie, nella piazza del paese. Esso si
esi del Nord Europa come pure tra gli Slavi essa vie- chiama Maibaum (albero di maggio). In Francia si eri-
ne rispettata. Spesso il concetto della divinità è stato gono “maggi” sfrondati adornati di corone e ghirlande
identificato negli alberi. Alfredo Cattabiani ricorda sotto i quali si fa la festa; talvolta sulle corone vengono
l’albero cosmico, rappresentante la manifestazione di- appese cibarie (gli alberi della cuccagna).
vina nel cosmo stesso. L’Upanishad indù lo descrive Dopo queste rapide e parzialissime rassegne di aspet-
così: “Questo Asvatta eterno le cui radici vanno in alto ti del mito, dobbiamo concludere tornando al nostro
è la Non Morte”. Nella mitologia proto germanica si caro Sentino. Questo fiume era l’incerto confine tra i
chiama l’Yggdrasil, simboleggiato dalla quercia. Nella Celto-Galli Senoni ed i Piceni. I primi lasciarono te-
concezione vetero-testamentaria si chiama Albero del- stimonianze nei ricchi sepolcreti e nei toponimi: Ging
la Vita, piantato nel centro dell’Eden e del quale Ada- = altura = Genga, il Monte Gallo. Vivevano nell’Ager
mo ed Eva possono nutrirsi, onde poi gli apologisti lo gallicus, che dopo dieci anni dalla famosa battaglia co-
identificarono con il Cristo, assimilandolo anche alla siddetta “delle Nazioni” i Romani distrussero con un
Croce. L’albero fa da tramite tra il mondo ctonio ed vero e proprio genocidio della popolazione. Lasciarono
il cielo. Sempre Mircea Eliade, ci dice che appunto i i miti: tra questi, appunto, il nostro Maggio con la sua
Celti a maggio, mese di rinascita di vita, nelle solennità forte valenza simbolica legata alla rinascita della vita.
di Beltane appendevano una corona primaverile ad un E poi il pioppo è sacro a Persefone, regina dell’Ade,
tronco sfrondato. Come in ogni periodo di passaggio, si figlia di Demetra, protettrice delle messi...

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Frazioni in cammino e strade ferme... al passato
COSE DI IERI

Percorsi buoni per un futuro di speranza


Rita Ferri

Frazioni in cammino: cambiano le “storie” degli abi- mando il piccolo paese. Che bello! La vita continua e
tanti che fanno la “storia”! Tutto si trasforma, la real- si rinnova! Sì, è vero, ci sono anche altre dieci famiglie
tà cresce, si sviluppa. E così le microstorie quotidiane che ritornano durante l’estate o in qualche altro perio-
a partire dalla seconda metà del secolo scorso fino ad do dell’anno, che hanno vissuto diverse esperienze la-
arrivare ai giorni nostri! Il percorso può essere docu- vorative, professionali e formative altrove, allargando
mentato da fotografie, utensili, giocattoli, manufatti, at- orizzonti e nuovi modi di vedere, di pensare, di sentire.
tività lavorative e ricreative, racconti e spezzoni di vita. Una nuova realtà dunque emerge anche se con fatica,
Anche se la mentalità radicata ma con speranza e vivacità e
è dura a cambiare! Un tempo contribuisce a creare, pur nelle
tra Sassoferrato e le frazioni inevitabili difficoltà, un clima
quante differenze ingiuste! E nuovo, un tessuto sociale diver-
oggi? Differenze legate ai ser- so, una mentalità più aperta e
vizi principali: strade e mezzi accogliente. E chi crede di poter
di trasporto, strutture e beni dominare e imporsi con arcaici
necessari, ma anche nel consi- modi di fare e con sciocca arro-
derare gli uomini e le donne. ganza e sopraffazione è davvero
Eppure quante persone im- fuori dalla realtà, o meglio da
portanti, a partire dal grande sé, si esclude dal vivere civile.
Bartolo nato in una casetta iso- Si trasformano dunque le case,
lata di fronte al Monte Strega, belle e accoglienti, cambiano i
provengono dalle frazioni! E lavori, le attività quotidiane, le
in tempi ben diversi dai nostri! professioni, le relazioni tra le
Quanto è difficile cambiare per persone, il clima psicologico e
avere atteggiamenti e compor- sociale.
tamenti conseguenti, perché i Una cosa sola purtroppo resta
cittadini sono tutti uguali, pur ferma nel tempo: le strade che
nella unicità di ciascuno e dei collegano la frazione alle altre
diversi compiti. I luoghi che Da Cacciamponi a Coldapi con le stesse caratteristiche di
abbiamo attraversato nell’in- trasformazione. Restano ferme
fanzia e che hanno come una loro energia segreta, le al secolo scorso o meglio ai secoli passati: strette, con
esperienze che abbiamo vissuto e le persone incontra- l’erba alta ai lati, sassose e polverose nella buona sta-
te sul nostro cammino hanno contribuito a costruire la gione, fangose, piene di buche e ciottoli con la piog-
nostra personalità unica e irripetibile. Le persone a noi gia e la neve. Eppure i cittadini di queste nuove realtà
più care sono quelle più presenti nelle nostre parole, nei “urbane” pagano le tasse come tutti gli altri, hanno gli
nostri pensieri, nei nostri comportamenti. E più passa- stesi diritti e necessitano degli stessi servizi e agevola-
no gli anni e più sono forti e incisivi il loro ricordo e la zioni. Non sono cortesie e favori da chiedere, ma diritti
loro impronta. Eppure siamo e dobbiamo essere diver- da rispettare e da realizzare. Così come un parcheggio,
si, nuovi ogni giorno e saper accogliere i cambiamenti previsto dal piano regolatore di qualche anno fa, e che
e le trasformazioni per costruire insieme il presente e la non ha ancora visto la luce, impedito anche da meschi-
speranza nel futuro. ni interessi personali di chi non sa vedere il bene comu-
Sembrava scomparire una piccola frazione con una sola ne, non pensa al futuro delle generazioni che verranno
famiglia del luogo, invece oggi ben sette nuove fami- e non si chiede cosa lasceremo in eredità dei diversi
glie, provenienti da luoghi diversi, con dieci bambini/e aspetti del vivere umano e civile.
e ragazzi/e, il futuro di questo territorio, stanno trasfor- Ma non è interesse anche del Comune, che vede au-

36
mentare la popolazione e rinascere tanti paesetti, favo- mentale che è la nostra madre terra. È l’incapacità di

COSE DI IERI
rire e rendere più agevole la vita di chi ha fatto e conti- molti di poter essere d’esempio e di porsi come presen-
nua a fare questa scelta? ze educative con i propri comportamenti. L’infelicità
La crisi può spingere anche in questo senso a rivalu- di molti non dipende solo dai propri conflitti interiori,
tare modi e valori antichi: il contatto con la natura, il come, a partire dal 1900 con la nascita della psicanalisi
piacere di vivere meno frettolosi e meno ansiosi, meno con Freud, si è spesso creduto. La psicologia dell’Io ha
“intrappolati” dalla crescente tecnologia, il piacere di reso difficile o impossibile la psicologia del Noi. Per
coltivare fiori e qualche ortaggio, le passeggiate e i gio- rendere serena una persona non ci si può dedicare solo
chi all’aria aperta, tutto ciò che il contatto con la natura a lei. Se in una famiglia di tre persone, ad es., non c’è
può offrire, per entrare in contatto con noi stessi. E ri- un “Noi”, ma la somma di tre “Io” ciascuno con il suo
generarci! Tutto questo può ancora rendere felici e far spazio, è difficile che emerga il significato di quella fa-
sognare! Si possono riscoprire la pazienza e l’attesa e miglia, il senso del rispetto, del sostegno reciproco, del
alimentare il desiderio di ciò che è bello e salutare. Noi. E così nella scuola, nel lavoro, nella società civile,
Che finalmente le strade vengano asfaltate e si realizzi in una piccola frazione. Dobbiamo imparare a stare in-
il parcheggio dove era già stato previsto! E si sosten- sieme e a capire che lo star bene di ciascuno dipende
ga la popolazione nella crescita della solidarietà, della da quello dell’altro. Iniziare a coltivare il senso del Noi
cultura, del rispetto della legalità e del vivere civile per nei vari ambienti di vita fino a creare una nuova socie-
una cittadinanza attiva e responsabile, per una umanità tà, sostenuti dalle Istituzioni sarebbe davvero bello! Sì,
più fraterna e unita! E aperta al futuro, facendo vedere perché oggi la fragilità dell’uomo e della donna ha bi-
sogno della fragilità dell’altro che va
accolta, per progredire e camminare
insieme. Ed è attraverso questi lega-
mi che si sente il coraggio di vivere,
la voglia di scoprire il mondo, non
ammucchiando denaro, che dovreb-
be essere tenuto in tasca per vivere, e
non per riempire la testa. Solo i beni
relazionali possono produrre felici-
tà! L’uomo infatti resta “mistero” e
non sarà certo il denaro a farlo felice.
Il senso del “Noi”, della saggezza,
che certamente oggi non è diventa-
to più accessibile di quanto lo fosse
in passato, e del limite in un tempo
come il nostro, sempre più privo di
Da San Paolo a Cacciamponi punti di riferimento, è di fondamen-
tale importanza per non smarrire del
“percorsi buoni” che conducono ad una vita più sana e tutto il senso della comunità a partire dagli ambienti in
felice! Oggi infatti per motivi diversi si finisce per non cui viviamo. La nostra è infatti una generazione satura
percepire più il futuro. E per non avere più desideri. Sì, di informazioni, ma povera di saggezza! E per poter
perché il desiderio è la capacità che abbiamo di imma- lasciare il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo
ginarci diversi e migliori domani da come si è oggi. Una trovato, dobbiamo imparare a vivere una libertà “ge-
diversa percezione del tempo sembra attraversare la nerativa”, che non è solo biologica ma simbolica, che
nostra società. È importante invece ricominciare a dare ci libera dalle dinamiche egocentriche e ci genera come
il senso del futuro, insegnare che cos’è per non vivere soggetti nuovi. Meno pieni di cose, ma più capaci di ge-
solo immersi nel presente. Essere onesti e coerenti, cre- nerare anche nel volontariato, nell’arte, nel lavoro co-
dere nel dovere da compiere per il bene proprio e della operativo, nell’artigianato, in un certo tipo di impresa,
comunità è la base fondamentale. La crisi economica dando vita a qualcosa di positivo a livello personale e
che attraversiamo esiste, ma più profonda è la crisi esi- sociale per una vera trasformazione della società, mo-
stenziale, che si lega a quella ambientale. C’è infatti una dificando noi stessi e il nostro modo di vivere in quella
crisi profonda tra l’umanità e il nostro habitat fonda- porzione di mondo che ci è stata assegnata.

37
Il travajo di Alfredo Pandolfi
COSE DI IERI

Storia del fabbro ferraio e maniscalco di Monterosso


Renzo Franciolini
da fabbro e leggermente staccato altro più piccolo, il
cosiddetto “travaglio” o “travajo”, apposita locazione
per ferrare vacche, cavalli e muli.
Poco dopo il compimento dei 23 anni, congedato dalla
leva obbligatoria, inizia la sua attività che durerà fino al
1984, un anno prima della sua scomparsa, con costanti
apprezzamenti provenienti dagli agricoltori e allevatori
di tutto il circondario di Monterosso. Mi soffermo in
particolare sul mestiere di maniscalco.
Per costruire un semplice “travaglio” basterebbe una
struttura in legno dove poter legare la bestia da ferrare;
nella campagna sassoferratese la maggior parte di essi
aveva questa impostazione. Quello di Alfredo Pandolfi
(1909/1985) invece era ed è, ancora ben conservato,
in muratura con apparato interno formato da robuste
Famiglia di muratori quella di Francesco e Nazzareno travi di legno.
Pandolfi. Alfredo figlio di Francesco, dopo il servizio Sono pubblicate alcune immagini di un paio di muc-
militare di tre anni, dal 1929 al ’32, intraprende altra che, una legata all’esterno in attesa e l’altra “sotto i fer-
attività, completamente diversa, a cui si era venuto ad- ri” che non si vede affatto in quanto un séparé di cuoio
destrando fin dal 1925. Da quell’anno, infatti, fino alla lascia all’esterno per il lavoro del maniscalco, ferma e
chiamata alle armi, ogni giorno si reca presso il mastro visibile, soltanto una zampa alla volta.
maniscalco e ferraro Angelo Belletti di San Mariano L’altra foto del 1984, una delle ultime di Alfredo all’o-
di Rotondo come apprendista e garzone. Impara così pera, è quella di un cavallo (di Luciano, detto Fattino,
il mestiere di fabbro e di maniscalco lavorando l’inte- di Castiglioni), animale che aveva il privilegio di non
ra giornata con “guluppa” dei viveri al seguito per la essere immobilizzato dentro la struttura apposita, ma
pausa pranzo. a cui veniva applicato il famoso ferro di cavallo sem-
Il padre Francesco aveva costruito la propria abitazio- plicemente legandolo all’esterno, grazie alla maestria
ne in località Capatoro di Monterosso nel 1915. Nel del maniscalco Alfredo che si vede a sinistra con ferri
1929 aggiunge un fabbricato per capanna e bottega pronti e “parnanza”.
Foto di un’altra epo-
ca dopo la quale, con
l’avvento della mec-
canizzazione in agri-
coltura, quegli ani-
mali, drasticamente
ridotti di numero,
sono stati sollevati
dal lavoro dei campi.
Chi passasse da
quelle parti ammi-
rerà un vero museo
all’aperto di civiltà
contadina!
Il travaglio com’era Il travaglio oggi

38
La via del commercio

COSE DI IERI
Volti e botteghe di corso Rosselli, la strada emporio
Giovanni Pesciarelli *
Dai primi anni del Novecento fino tuale crisi, purtroppo, ha compor- corso, Peppe de Parise, coadiuvato
al 1985, a Sassoferrato la via dei tato la chiusura di numerosi negozi dalla figlia Marisa, vendeva attrez-
mestieri, delle professioni e del anche nelle altre vie del centro sto- zatura da caccia ed inoltre gestiva in
commercio era l’attuale corso F.lli rico e in piazza Bartolo. Prendendo piazza Bartolo una pompa di benzi-
Rosselli, precedentemente via Gari- l’avvio proprio da questa piazza e na azionata a mano.
baldi e poi via Umberto I. risalendo lungo il lato destro di cor- All’inizio di corso F.lli Rosselli, al
Negli anni tra le due guerre e nel so F.lli Rosselli, dove ora si trova la numero civico 4, resiste ancora la
secondo dopoguerra anche l’attivi- Banca Popolare di Ancona, c’era il sola attività commerciale traman-
tà industriale era piuttosto fiorente, negozio di articoli da regalo di Lillo data di padre in figlio: i tessuti Pas-
grazie soprattutto all’impulso dato de Zeride, quindi quello di Giaco- sarini. La bottega nasce negli ulti-
al settore dalla Monte- mi anni dell’Ottocento
catini che estraeva zolfo ed ha come fondatori
dalla miniera di Caber- Ivo e Clinto Passarini,
nardi, frazione che ave- quest’ultimo padre di
va raggiunto un incre- Agostino, che succes-
mento demografico ed sivamente si occuperà
economico superiore dell’attività insieme alla
allo stesso Comune di moglie Bianca Ippoliti.
Sassoferrato. Negli anni Sarà poi la volta della
60, però, con l’esaurir- loro figlia Ivetta, che ge-
si della produzione di stirà il negozio insieme
zolfo, iniziarono la crisi al marito Claudio Amo-
economico-sociale e l’e- ri. Dietro al bancone del
sodo degli abitanti del negozio, che negli anni
territorio. A proposito non ha subito modifi-
dell’industria sassofer- che e pertanto conserva
ratese, Rodolfo Cecche- la stessa struttura e gli
telli Ippoliti ricorda, nel stessi arredi, c’è oggi
1931, le più importanti l’ultima erede della fa-
attività del settore pre- miglia Passarini, Clau-
senti nel territorio, tra dia Amori. Ivo Passarini
cui un calzaturificio, fab- stava sempre sulla porta
briche di calce, cemen- del locale, salutava tutti
to, mattonelle e laterizi, ed in particolare amava
tre biscottifici, un lanifi- Corso F.lli Rosselli apostrofare le donne. Il
cio, uno scatolificio. L’a- loro negozio rappresen-
gricoltura, invece, povera ed anco- mo Fata che aveva rilevato il piccolo tava un punto di riferimento impor-
ra arretrata, aveva incentivato una emporio di Temistocle Cianca, det- tante nel territorio e tutte le sarte,
forte emigrazione dalle campagne to Temì, dove si potevano acquista- non solo di Sassoferrato, ma anche
verso il Nord Europa e le Americhe. re materiale di cancelleria, cappelli dei paesi vicini vi andavano a fare
Oggi il corso F.lli Rosselli appare da uomo, profumi e fiori. In seguito acquisti.
quasi del tutto privo di quelle attività il locale diverrà un elegante negozio Al successivo numero civico 6 si
commerciali che, fino agli anni ’80, di abbigliamento gestito dal figlio trovava la barbieria di Checco Bebi,
erano invece numerosissime. L’at- Peppino. A confine tra la piazza e il così soprannominato perché era

39
stato in America ed al ritorno spes- e, nel periodo invernale, anche una rosa. Chi tentava la fortuna non esi-
COSE DI IERI

so usava il termine inglese “Baby” specie di gelato che la madre Ma- tava a consultare il libro dei sogni di
per rivolgersi ai bambini. A Natale riuccia confezionava con la neve Feliciano Giampieri. Quando Can-
Checco Bebi offriva ai suoi clien- mescolata a succo di limone e zuc- narozzo fece esplodere una bomba
ti i famosi calendarietti profumati chero, servito nei bicchieri di coccio al Cinema Metropolitan di Anco-
con le immagini di donnine nude. che la stessa Mariuccia smerciava al na, le giocate triplicarono e in quei
La barberia è ancora attiva e viene numero civico 38, sempre di corso giorni la ricevitoria rimase aperta
gestita da Giuseppe Rossetti, pre- F.lli Rosselli. fino a tarda sera. Un rito particola-
cedentemente dal padre Ugo del Al n. 22, Maria Crinella vendeva re era riservato allo stoccafisso, che
Trottino. vino rosso e sapa per condire la po- veniva cucinato la vigilia di Natale.
Al n. 8 oggi si trova l’ingresso dello lenta. Ai numeri 28 e 30 il mitico ne- Era messo in ammollo il 13 dicem-
studio dell’avvocato Azzarello, pri- gozio di Caramone, il bottegaio che bre, giorno di Santa Lucia, e quo-
ma ancora sede dell’esattore delle teneva particolarmente alla qualità tidianamente era rigirato nell’acqua
tasse Daniele Mancinelli e del geo- dei prodotti e vendeva solo le mar- sempre rinnovata. Il 23 dicembre si
metra Corrado Branchini, figlio del- che migliori dell’epoca. Il negozio, aggiungeva il cece affinché si insa-
la maestra Assunta. che ancora oggi può essere ammira- porisse. Il locale successivo appar-
Subito dopo, l’ex-chiesa della Com- to nel suo aspetto originario, perfet- teneva sempre alla famiglia Duca,
pagnia del Gonfalone, trasformata tamente conservato grazie alle cure infatti Checco de Caramone, nonno
in cinema parroc- di Icilio, vi esercitava
chiale. Il primo a il mestiere di calzola-
gestire il cinema- io. Al n. 36 la sartoria
tografo, a partire di Francesco Bruschi
dal 1950 e per circa e della moglie Bian-
dieci anni è stato ca; al n.44 Artiode
Erminio Marchesi. Stella vendeva gaz-
In seguito il locale zose in bottiglie di
passò sotto la dire- vetro chiuse da una
zione di don Renato, pallina, che doveva
coadiuvato da Fran- essere spinta all’in-
ceschino Costantini. terno per poter bere
In un angolo della il contenuto. Prima
sala cinematografica, di lui, la stessa attivi-
la signora Mimma tà era stata gestita da
Spaghetti in Sabba- Aristide Bilancioni,
tini vendeva becche, Corso F.lli Rosselli poi da Luigi Rossi.
lupini e liquirizie, In seguito Artiode
oltre ad occuparsi della pulizia del del nipote Icilio, nasce nel 1910 ad trasformò il locale in una cartolibre-
locale. Al n. 18 si trovava il forno di opera di Francesco Duca e della ria, diventata punto di ritrovo per
Terenzia Lucci, sorella della più co- moglie Giovanna Luzi. Proprio a tutti gli alunni che, andando a scuo-
nosciuta maestra Lucci. Nello stes- Francesco fu attribuito il sopranno- la, vi si fermavano per fare acquisti.
so stabile, Ovidio Porfiri vendeva me di Caramone, ereditato poi dal Proseguendo, al n.46, Rinaldo Bar-
materiale per la caccia. In seguito il figlio Giuseppe, a cui passerà la ge- zotti, fratello di Vola, esercitava il
locale divenne un negozio di frutta stione del negozio insieme alla mo- mestiere di calzolaio e nella bottega
e verdura, gestito prima da Virgilio glie Rita Conti. Nel vecchio negozio successiva Filippo Sabatini faceva
Costantini e poi da Pino Arcange- di Giuseppe Duca si poteva trovare il barbiere. Si arriva così in piazza
letti, detto il Marziano, per il suo di tutto, ma anche e soprattutto la Salvi, in un angolo della quale c’e-
aspetto fisico. Solo negli anni ’80 il ricevitoria del Lotto. In un angolo ra la pescheria e a volte si vendeva
locale divenne un negozio di articoli della bottega c’era un tavolino at- anche la “carne spallata”, poi ven-
sportivi, Jolly Sport, gestito da Pa- trezzato di calamaio con inchiostro ne costruito un mercato coperto.
ola Garofoli e dal marito. Al n.20, di sambuco e un contenitore di sab- Ritornando in piazza Bartolo riper-
Annetta Barzotti vendeva le becche bia per asciugare le cartelle grigie e correndo corso F.lli Rosselli dal lato

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sinistro, ai nn. 3-5 s’incontra il fa- padre Italo e dalla madre Noemi mantenendo viva una tradizione

COSE DI IERI
moso caffè Fattorini, luogo d’incon- Fata. Al n. 31, nel palazzo signorile tutta familiare, infatti un suo cugino
tro preferito da gran parte dei Sas- dei conti Stelluti Scala c’era lo stu- viene chiamato “l’uomo d’acciaio”.
soferratesi, che in una sera del 1952, dio degli avvocati Francesco Stelluti E si arriva di nuovo in piazza Salvi,
alle ore 21.00, fecero un’ora di fila ed Eugenio Scapparone. Ai nn. 35- dove ai nn. 3-4 si trovava l’osteria
per vedere un programma televisi- 37 la frequentatissima ferramenta di di Dario de Mita, coadiuvato dal fi-
vo: il primo televisore era arrivato al Berto Pistarello e Benedetto Amori, glio Tonino, detto Pocciò. Al n. 5, il
bar Fattorini! Oggi il locale, dalle passata poi a Ines Bellagamba Amo- negozio di frutta e verdura di Gina
caratteristiche pareti in legno, con- ri. Al n. 39 Vanda Gambelli e Tullio Baracaia e del figlio Giuseppe Rossi
serva ancora il sapore dell’epoca, Pesciarelli, meglio conosciuto come e al n.7 quello di generi alimentari
anche se è stato adibito a merceria pittore, gestivano una merceria, di Attilio Chiorrini e della moglie
da Maria de Filippo. Al n.7, Teresa mentre al n. 41 Zelide Pesciarelli e Elisa Maiolatesi, attualmente sede
de Treccia vendeva becche, lupini, Teresa Toni facevano le sarte. Al n. dell’erboristeria di Adalberta Dio-
liquirizie e caramelle, mentre al n.11 49 Eraldo Zatti esercitava l’attivi- tallevi. Subito dopo, ancora una
c’era il negozio di generi alimentari tà di ciabattino, al piano superiore bottega di calzolaio, quella di Gual-
di Fulgenzio Mancinelli, gestito poi dello stesso stabile, il pastificio di tiero Nubola e, al n. 17, l’imbian-
dalla famiglia Serini ed in seguito Romolo Porfiri e Dina Oberdan. chino Arduino Civerchia. Al civico
trasformato in merceria da Bruna Accanto a Zatti, Teresa la Somara successivo, Gino Lunardi esercitava
e Pietro Silvestrini. Ai nn. 15 -17, vendeva cocci e affini, attività che in l’attività di fiorista, mentre Mario
lo straccivendolo Renato Guerrini, seguito rilevò Neno Ambrosi, detto Toni era un raffinato cuoco e pa-
oltre al locale in cui vendeva la sua Spappa. All’angolo del corso, Ettore sticcere. Infine si ricordano il nego-
eterogenea mercanzia, aveva anche Bilancioni, detto Nasca a causa del zio di generi alimentari di Nannina
una stalla per il cavallo. Al n.19, la naso prominente, produceva piccoli Amori e la sartoria del marito, detto
pizzeria del partigiano Garibaldi, lavori di falegnameria e soprattutto Peppe del Sarto.
poi gestita da Berto Belardinelli e “ventole” con le penne delle galli-
al n. 21 la famosa sartoria di Italo e ne, utili per alimentare il fuoco. Al
*Con la collaborazione di
Stelvio Ippoliti. Stelvio si era diplo- n.59 Elvio Toni lavorava il ferro da
Claudio Amori, Icilio Duca,
mato in una scuola di Milano, “La vero artista, tanto che veniva chia- Renata Marchesi.
Sartotecnica”, e tagliava con cura i mato “maestro del ferro”. Rimase Fotografie di Franco Brescini
tessuti che poi venivano cuciti dal al lavoro fino a non molti anni fa,

Epigrafe all’angolo di c.so Rosselli.


La cultura dell’ospitalità sentinate ha radici antiche

DECRETO DEL SENATO


LE LEGGI DEL VISITARE E DEL SALUTARE L’OSPITE PER MIA AUTORITÀ SIANO QUESTE. NON SIA RESPINTO L’OSPITE FORESTIERO. AI DIRITTI DELL’OSPITALI-
TÀ SI UNISCANO I DONI. SI ABBIA CURA DELL’OSPITE, SI DIFENDA DA OFFESA. AMICHEVOLMENTE SI METTANO IN COMUNE CON LUI LE COSE NECESSA-
RIE. ESSI RINGRAZINO L’OSPITANTE. NON VIOLINO LE LEGGI DELL’OSPITALITÀ CON FURTI E CON INSIDIA ALL’ONESTÀ. SIANO BUONI. SI ASPETTINO CON
PIACERE OSPITI BUONI E NON SI COSTRINGANO NÈ A PARTIRE NÈ A RIMANERE (Traduzione di A. Pagnani)

41
Frontone e fregio: Museo Archeologico Nazionale delle Marche.
Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e del Turismo – Segretariato Regionale per le Marche
Soprintendenza Archeologia delle Marche
ARTE,CULTURA E SPETTACOLO

Il tempio di Civitalba
Mara Silvestrini
Nel mese di maggio è stata inaugurata l’esposizione per- Il frontone del tempio mostra una scena dionisiaca a
manente dello straordinario complesso di terrecotte ar- schema piramidale con due geni femminili alati che
chitettoniche templari di età ellenistica (metà del II sec. sorreggono un velario e due figure femminili, distese
a.C.), rinvenuto tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del e contrapposte, denudate dei propri veli da personaggi
Novecento nella località di Civitalba, tornato finalmen- maschili. Al centro, dove si registra una grande lacuna,
te visibile nella nuova collocazione all’interno del Museo la maggior parte degli studiosi ipotizza un’iconografia
Archeologico Nazionale delle Marche ad Ancona. I resti legata alle nozze di Dioniso con Arianna, per la presen-
sono costituiti da un frontone e da un fregio raffiguranti za del grande velo sullo sfondo e per l’allusione, nelle
rispettivamente una scena dionisiaca e il saccheggio di un due figure distese, al disvelamento di Arianna dormien-
santuario da parte dei Galli. te da parte del dio. Secondo un’altra interpretazione la
Il sito archeologico di Civitalba è situato su un’altura che scena perduta rappresenterebbe, in un’ambientazione
sovrasta la piana di Sentinum, dove aveva avuto luogo la notturna suggerita dalla presenza di personaggi con
celebre battaglia del 295 a.C. con la storica vittoria dei fiaccole, il risveglio di Dioniso nella cesta sul Monte
Romani contro la coalizione dei Galli Senoni, Etruschi, Parnaso presso il Santuario di Delfi. In questa lettura
Umbri e Sanniti. I pochi dati a disposizione non consen- le due figure femminili rappresenterebbero le prime sa-
tono di conoscere con esattezza la natura e la consistenza cerdotesse del dio.
dell’insediamento archeologico, probabilmente già fre- Nel fregio è raffigurato lo scontro tra divinità e gruppi
quentato in epoca preromana, ma l’analisi di alcuni dati di guerrieri celti a piedi o su carri da guerra che fuggo-
più certi porta ad affermare che la località è stata sede no dopo il saccheggio di un santuario, abbandonando
di un grande complesso santuariale che doveva culmina- il ricco bottino, sotto l’incalzare di divinità maschili,
re in un tempio con “frontone chiuso”, probabilmente femminili ed eroi. I guerrieri celti, con lunghi capelli
edificato nel punto più alto dell’insediamento e proteso e folti baffi, appaiono o del tutto nudi, salvo succinti
verso la vallata. Le strutture archeologiche descritte nei mantelli, o con indosso solo la cintura e il torquis, arma-
vecchi scavi e collocate in modo incerto nell’area sotto- ti dei caratteristici scudi con umboni allungati. La sce-
stante, una fornace in parte andata distrutta e una serie na viene identificata nella narrazione del mancato sac-
di vani contigui (magazzini, ricoveri, taverne), possono cheggio del Santuario di Delfi da parte dei Galli nel 279
essere messe in relazione con le attività del santuario el- a.C., difeso da Apollo e da Artemide e Athena Pronaia.
lenistico, mentre tracce di abitazioni con pavimenti ed Nella drammatica sequenza che vede i personaggi colti
intonaci testimoniano una continuità di occupazione del nella concitazione della lotta o della fuga, è evidente la
sito in periodo romano imperiale. forte adesione ai canoni dell’arte ellenistica del regno
La ricostruzione del fregio e del frontone, l’iconografia e degli Attalidi e il richiamo al grande fregio dell’altare
la collocazione cronologica, oltre che il loro rapporto sul di Zeus a Pergamo, probabilmente conosciuto tramite
piano tematico, hanno suscitato vari problemi che ancora schemi e cartoni di vasta circolazione.
oggi gli studiosi non hanno risolto e che forse solo futu- Il tempio di Civitalba si inserisce in quel vasto program-
ri scavi archeologici potranno chiarire. L’ipotesi secon- ma di propaganda romana che, proprio in quest’epoca,
do la quale le terrecotte architettoniche sarebbero state investe molte aree etrusco-italiche con la creazione di
solo realizzate nel sito e non messe in opera, giustificata nuovi complessi templari o con la riedificazione monu-
dall’apparente mancanza di colore e dal rinvenimento in mentale di santuari preesistenti. Il tempio di Civitalba,
una cavità, risulta inconsistente. In realtà la mancanza di collocato su un crocevia di vie naturali di comunica-
colore è dovuta verosimilmente a vecchi e incontrollati zione, verso l’Adriatico da un lato e verso l’Umbria e
restauri - recenti analisi ai raggi ultravioletti, infatti, ne l’Etruria dall’altro, ben si prestava a tale scopo, mentre
segnalano la presenza di tracce - e la cavità, con ogni pro- la posizione topografica su una sorta di promontorio,
babilità, potrebbe essere una favissa (fossa consacrata), visibile da molto lontano, doveva aumentare la sugge-
dove venivano deposti gli arredi sacri in disuso. stione sacrale e monumentale del santuario.

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Sassoferrato nel medioevo

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Ecco l’impianto urbanistico della città antica
Sandro Boccadoro

“Comunantia castrorum Saxiferrati” è la citazione che si erano formati progressivamente due nuclei abitativi:
compare in un atto del 5 marzo 1200, riportato in una a nord il Borgo San Francesco, a est il Borgo di Greci-
pergamena che è conservata presso l’archivio del mo- naia.
nastero di Nonantola. Quindi intorno agli inizi del La seconda cerchia muraria. Verso la fine del XIII se-
XIII secolo, forse qualche decennio prima, come pre- colo e l’inizio del successivo, a seguito dell’incremento
suppone lo storico Alberico Pagnani, ha origine il pri- demografico e del conseguente sviluppo urbanistico fu
mo nucleo fortificato di Sassoferrato. Un insediamento costruita una seconda cinta muraria, che si prolunga-
localizzato presso l’attuale piazza del Castello. Fissato va fino al Borgo Inferiore, scendendo lungo i contrap-
il nucleo originario, tracciamo il percorso del suo svi- posti dorsali del colle. Questo insediamento abitativo
luppo urbanistico seguendo la descrizione storica di si era andato formando nel corso del XIII secolo. Era
Virginio Villani. costituito dalla contrada Santa Maria del Piano che si
La prima cerchia delle mura. All’inizio del 1200 l’inse- estendeva lungo la sponda del fiume Sanguerone fino
diamento era costituito dal Castello dei conti Atti e da alla contrada di San Silvestro. Il Borgo Inferiore ebbe
un abitato circostante, concentrato su due alture, dove un forte incremento demografico nel 1287, quando i
erano edificate la chiesa di San Lorenzo (oggi san Pie- cittadini guelfi di Cagli, cacciati dalla loro città, furono
tro) e la chiesa di Sant’Angelo. Questo nucleo origina- qui accolti dai conti Atti.
rio, che prese il nome di Castelvecchio, era delimitato La Figura 2 evidenzia anzitutto che le mura castellane,
da una fortificazione muraria. Le mura si estendevano
lungo un tracciato che aveva i seguenti punti di riferi-
mento:
- la porta della Madonna della Valle, lungo la strada

prolungate verso nord, avevano inglobato il Borgo di


San Francesco e la sua chiesa. Quindi non si accedeva
più attraverso la porta del Calcinaio, ma attraverso la
proveniente da San Bartolomeo nuova porta di San Francesco. Anche sul versante oc-
- la contrada di San Niccolò, oggi piazza Caballini, de- cidentale fu aperta una nuova porta, chiamata di Bon-
limitata dalla porta del Calcinaio zanne, che era dotata di un ponte levatoio.
- la contrada delle Piagge con l’omonima porta. Nel racconto di uno storico sassoferratese anonimo si
Come in tutti i centri medievali al di fuori delle mura legge che nel 1700, nonostante le rovine causate dai ter-

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verso otto porte. Quattro erano localizzate al Castello:
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della Valle, di Bonzanne, di San Francesco, delle Piag-


ge. Altre quattro al Borgo: di San Silvestro o del Croci-
fisso, di San Giovanni, del Mercatale, delle Fontanelle
o di Santa Maria al Ponte. Oggi ne rimangono due al
Castello (Bonzanne e Piagge) e due al Borgo (Crocifisso
e Fontanelle). Percorrendo quotidianamente le strade
delle nostre città non ci rendiamo conto di quanti re-
perti siano stati tramandati a noi nel corso dei secoli.
Architetture vetuste che hanno fatto parte delle civiltà
passate. Anche Sassoferrato custodisce i resti di strut-
ture monumentali edificate nell’epoca romana (l’area
archeologica Sentinum) e nel periodo medievale, di cui
sopra si è parlato. Vedere e toccare quelle pietre, soffer-
marsi e riflettere sul loro valore patrimoniale, induce ad
accrescere quel sentimento di orgoglio che può provare
chi è nato in questa terra.
remoti e dall’incuria, erano ancora presenti ampi tratti All’Amministrazione Comunale va il merito di aver va-
delle mura che dal Castello scendevano verso il Borgo. lorizzato questi reperti, provvedendo ad un accurato
Nel XIV secolo, alla città fortificata si accedeva attra- intervento di restauro e di manutenzione.

Emis è un’azienda che, come afferma il suo titolare Lino Lat- Frase concretizzata nella sua sede operativa di Catobagli dove
tanzi “every thing is possible”, si pone come solution provider. ad accogliere il visitatore ci sono quattro grandi pannelli foto-
voltaici mobili di 200mq che producono ognuno 25Kwh.
«La Emis – spiega Lattanzi – è specializzata nei settori dell’e-
nergia rinnovabile idroelettrico e fotovoltaico, sollevamento e
movimentazione. Cerchiamo sempre di dare la risposta tecnica
e commerciale su misura per il cliente. Finora abbiamo instal-
lato oltre 3000 impianti nei più svariati settori. Nella fase di
progettazione siamo a fianco dei ns. Clienti. I disegni vengo-
no sviluppati tramite le più recenti tecniche in particolare con
l’utilizzo della piattaforma “Solid Works”, un programma di
modellazione solida che consente la realizzazione di disegni di
assieme complessi, riduce gli errori di progettazione e permet-
te di fornire al Cliente una visione completa dell’impianto». Il
risultato è una Emis che ha installato impianti nel mondo inte-
ro, dal Medio Oriente al Brasile, dal Portogallo ai confini russi.

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La chiesa di Sant’Angelo

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Storia vera del tempio più antico
Virginio Villani

giudice l’abate di Santa Cro-


ce. Non conosciamo l’esito
della vertenza, ma sicura-
mente a Sant’Angelo venne
riconosciuta la giurisdizione
parrocchiale su tutto il borgo
che allora sorgeva sul colle del
cassero. Dopo la metà del ‘300 però, con la distruzione
di molte abitazioni per il vuoto determinato dall’edifi-
cazione del nuovo cassero Albornoziano, perse molta
della sua importanza, pur rimanendo parrocchia alme-
no fino al sec. XIX. Per la sua antichità e per i legami
con l’Abbazia nonantoliana la chiesa di Sant’Angelo
può essere considerata quindi il monumento di mag-
giore valenza identitaria della storia di Sassoferrato. La
sua secolare vicenda storica è efficacemente testimo-
Facciata già “Teatrino Perotti” niata e visivamente rappresentata dalle numerose trac-
La chiesa di Sant’Angelo di Castelvecchio (de Castro ce lasciate nell’edificio dalle trasformazioni subite nel
Vetere) è l’edificio religioso più antico di Sassoferrato tempo, che ne fanno un vero palinsesto di stili archi-
e la sua fondazione si deve all’Abbazia di Nonantola tettonici. È anche possibile che le numerose manomis-
presso Modena, che deteneva da tempi imprecisati il sioni e trasformazioni abbiano risparmiato, almeno in
dominio sul castello e sul territorio. Sebbene manchino parte, qualcosa degli affreschi che in origine dovevano
notizie precise sui tempi della sua edificazione, è pre- ricoprire le pareti al suo interno.
sumibile che sia avvenuta contestualmente a quella del L’aspetto odierno appare abbastanza dimesso, ma sulla
castello nella seconda metà del sec. XII. Depongono a parete che funge attualmente da facciata si conservano
favore della sua antichità anche le dimensioni modeste, segni inequivocabili del suo passato. Al centro si collo-
la collocazione a ridosso della rocca, su uno dei due ca una monofora fortemente strombata, appartenente
speroni rocciosi dove sorgevano i primitivi gironi si- all’architettura originaria della chiesa e risalente proba-
gnorili, e la sua dedicazione a San Michele Arcangelo, bilmente alla seconda metà del sec. XII. Un po’ più a
culto tipicamente altomedievale legato ai gruppi gen- sinistra si apre un portale con arco in pietra calcarea a
tilizi di origine longobarda. Come dipendenza diretta sesto acuto spezzato, contenente una lunetta in pietra
dell’Abbazia di San Silvestro di Nonantola aveva il tito- trilobata con raffinate stilizzazioni vegetali risalente al
lo di priorato e il suo rettore soprintendeva all’ammini- secolo XIV. Segue verso l’angolo di destra un’altra por-
strazione religiosa ed economica di tutte le altre chiese ta quadrangolare con cornici in arenaria di stile chia-
rurali dipendenti dall’Abbazia, rappresentando l’abate ramente classico risalente ad una ristrutturazione set-
nelle transazioni economiche e nei rapporti con le altre tecentesca, come indica palesemente la data del 1727.
autorità civili e religiose. Allo stesso periodo dovrebbero appartenere i finestro-
Fungeva anche da parrocchia per il nucleo più antico ni quadrangolari. Nonostante le ripetute modifiche e
del castello; ma con l’espansione dell’abitato e la suc- manomissioni l’edificio conserva l’impianto originario
cessiva istituzione della parrocchia di San Pietro dipen- come pure gran parte della tessitura in pietra calcarea
dente dal vescovo di Nocera, fu inevitabile il conflitto delle pareti.
di competenza. Per dirimere la vertenza nel 1315 il A causa però dell’abbandono avvenuto agli inizi del
vescovo e l’abate di Nonantola nominarono arbitro e ‘900 ha subito un forte degrado, fortunatamente arre-

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stato dai recenti lavori di restauro e consolidamento,
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che lo hanno messo in sicurezza. La struttura però resta


marginalizzata e soprattutto ancora poco visibile per le
modifiche del contesto in cui si colloca: la parete sud-
ovest infatti appare nascosta da una edificazione più tar-
da e da un terrapieno, quella posta verso nord-ovest in
opposizione alla facciata rimane coperta da una scarpata
in parte artificiale, mentre quella di nord-est è stata re-
centemente liberata dalla vegetazione ed è interamente
visibile. Sarebbe perciò opportuno continuare l’opera
iniziata con un progetto di un restauro completo, che
interessi sia l’interno, che lo spazio esterno, al fine di re-
stituire all’edificio la sua integrità e soprattutto renderlo
più visibile e fruibile come testimonianza della Sassofer-
rato medievale. Innanzitutto bisognerebbe liberarlo il
più possibile dalla vegetazione e dai manufatti impropri,
poi ripristinare il percorso di accesso sul retro verso la
rocca dove esiste anche un ingresso, sistemando e ridi-
mensionando adeguatamente l’ingombro della scarpata;
infine tagliare il terrapieno addossato sul lato sud-ovest
praticando una scalinata di accesso alla rocca e collegan-
dola a sua volta con il percorso ripristinato sul retro in
modo da rendere percorribile la chiesa da tutti i lati.
La scarsa visibilità della chiesa è accentuata dalla pro-
gressiva emarginazione subita a causa delle trasforma-
zioni urbanistiche avvenute nel tempo. Originariamente
Sant’Angelo ingresso infatti aveva una maggiore centralità, trovandosi all’in-

Anonimo maestro. Crocifissione, sec. XIV; attualmente esposto presso la Collegiata di San Pietro, a Sassoferrato.
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terno del nucleo primitivo del castello formato dai due strongly splayed, testifies its antiquity (XII Century). On the left

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poggi o gironi. L’isolamento ha avuto inizio con la de- we can see a portal with a limestone pointed arch and a stone
molizione degli edifici residenziali circostanti in segui- lunette finely decorated with stylized plants (XIV Century). At
to alla costruzione del cassero dopo il 1360; è stato poi the right corner there is another square portal with sandstone
accentuato dalla costruzione dell’arco settecentesco, che frames added in the XVIII, as indicated by the engraved date
sicuramente ha migliorato la scenografia della piazza del 1727. The big square windows were added in the same period.
Comune, ma che ha creato una cesura e una barriera Despite these alterations the building retains its original struc-
fisica e psicologica fra due settori del centro storico in ture, as well as most of the limestone texture of the walls.
origine strettamente collegati. After its dismissal at the beginning of the XIX Century the
Per ovviare a questo si potrebbe pensare ad una ripro- Church underwent a sharp decline until recently when refur-
gettazione di tutta l’area con soluzioni coraggiose e in- bishing and consolidation works were made. However, the
novative, non solo per rendere più fruibile la chiesa, ma structure is marginalized and almost hidden by buildings that
anche per riposizionare l’edificio religioso e il cassero were added over the time. It would be desirable to complete
nel contesto del centro storico e aprirli fisicamente a chi the refurbishing and to restore its visibility, creating open spa-
giunge nella piazza del Comune, ad esempio attraverso ce therearound, since the Church is an important witness of
una viabilità di accesso più agevole e semplificata, che at- medieval Sassoferrato, located at the center of the fortress
tenui la separazione e faciliti la percezione della presenza and the surrounding borgo. It deserves to be made now more
dei due monumenti, che attualmente restano pressoché accessible to visitors coming from the beautiful large square of
invisibili, anche a causa della eccessiva vegetazione. the City Hall, as a continuation and integration of the medieval
structure of the city.

Articolo tratto dalla rivista della Società Studi Storici Cesa-


nensi “Anicò” n° 3, coordinata da Alvaro Rossi

Excerpt

T he ancient Church of Sant’Angelo in Sassoferrato The


Church of “Sant’Angelo di Castelvecchio” (de Castro Vete-
re) is the most ancient religious building in Sassoferrato. Its
foundation goes back to the second half of the XII Century by
the powerful Abbey of Nonantola, near Modena, which held
jurisdiction since ever on the castle and its territory. Although
there is no certain proof, we assume that the Church and the
Castle were built at the same time, considering its rather small
dimensions, the location just outside the fortress and its dedi-
cation to the cult of St. Michael the Archangel, typical of the
gentry of longobard origin.
The church was a Priory established by the Nonantola Abbey
and its Rector oversaw the administration of all rural churches
in the territory, representing the Abbot in all relationships with
religious and civil authorities. Its importance declined after
the Church of St. Peter was built under the jurisdiction of the
Bishop of Nocera and particularly after Cardinal Albornoz de-
cided to build a keep over the fortress demolishing most of the
houses of the surrounding borgo. However, the Church conti-
nued to serve as Parish until the XIX Century.
Over the centuries the building underwent several transfor-
mations and therefore the present aspect is a palimpsest of
architectural styles; nevertheless, on the façade there are still
unmistakable signs of its past: in the center, a lancet window,

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Il restauro della Chiesa di S. Pietro de Agiglioni
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detta “Le Ginestrelle” a Capoggi


Alessandra Pacheco, Emanuele Barigelli *

Cenni storici di collegamento verso il mare.


L’edificio ecclesiale si erge nella campagna prossima Dalle murature emerge comunque un rimaneggiamento
all’abitato delle frazioni di Catobagli e Capoggi. del nucleo originario in vari periodi, ad una prima ana-
Nelle mappe catastali ottocentesche era ben visibile il lisi non ben definibili.
collegamento della chiesetta con il percorso viario (det- Nel libro di Alberico Pagnani la troviamo citata due vol-
to “Protoflaminia”) che fin dall’epoca romana collegava te. In particolare egli riferisce di un pagamento relativo
le antiche città di Sentinum, Alba e Suasa, fino alla colo- a questa chiesa in un documento del 1333 e di una visita
nia di Sena Gallica. del vescovo Mannelli nel 1580 (pag. 260). Al contempo
Strategica quindi la posizione nell’ambito della viabi- riferisce che tale chiesa non esiste più, presumibilmente
lità antica che collegava le zone riferendosi al fatto che l’impianto
dell’Appennino Umbro-marchi- originario è stato nel tempo am-
giano al mare. piamente rinnovato; non si spie-
Nelle epoche successive, inoltre, gherebbe altrimenti la descrizio-
questi tracciati venivano percor- ne, effettuata dallo stesso autore
si dai pellegrini, che staccandosi più avanti nel testo (pag. 294),
dalla via Lauretana (di collega- dell’affresco cinquecentesco pre-
mento fra Roma e Loreto), si sente.
servivano di questi diverticoli per La Chiesa ricadeva storicamente
raggiungere un’altra importante nella Diocesi di Nocera Umbra
meta di pellegrinaggio religioso fino al 19 marzo 1984, quando
rappresentata da Assisi. Per que- entrò a far parte della Diocesi
sto motivo questi tracciati strada- di Fabriano-Matelica. Partico-
li assunsero il nome di “Via dei lare, sotto il profilo storico, è la
Santuari”. scoperta di documenti che ne
Nel Catasto Pontificio Gregoria- attestavano l’assoggettamento,
no del 1813 – 1867 la chiesa risul- nel 1191, ad opera di Papa Cele-
ta intestata alla Parrocchia di San stino III, all’Abbazia benedettina
Facondino, goduta da Don Giu- di S. Silvestro di Nonantola, sita
seppe Castellucci di Sassoferrato. nella pianura padana nei pressi
La chiesa sembra avere origini di Modena, fondata da S. Ansel-
molto antiche. mo nell’VIII sec. La dipendenza
Alcuni studiosi locali (vedi: atti Interno prima del restauro da Nonantola si protrasse fino al
del Convegno “San Pietro de Agi- sec. XV. Il toponimo della località
glione. Antica Chiesa nei pressi di è menzionato negli antichi docu-
Catobagli di Sassoferrato” – Sabato 29 dicembre 2007 menti come curtis Accilionis, nel 1024, e serra de Az-
– Gruppo Archeologico Appennino Umbro Marchigia- zilioni, nel 1126, e deriverebbe secondo alcuni studiosi
no) non escludono che la primitiva costruzione, forse da un nome relativo ai proprietari delle terre del luogo
un manufatto con altra destinazione d’uso, potesse esse- nel periodo di dominazione romana della zona (Agilio).
re ricondotta alla dominazione longobarda del territo- Alcuni documenti relativi al pagamento delle Decime,
rio, in periodo altomedievale, lungo percorsi strategici risalenti al XIV sec., ci fanno supporre che questa chie-
setta in quel periodo non possedeva terreni o rendite
particolari e che gli unici proventi di cui disponeva de-
*La prima sezione, relativa a Cenni storici, è stata curata dall’arch. Ales- rivavano unicamente da elemosine e dall’esercizio delle
sandra Pacheco. La seconda sezione, relativa a Intervento di restauro, è
varie attività liturgiche.
stata curata dal geom. Emanuele Barigelli.
Nel 1342 è attestata la scomunica della chiesetta da par-

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te del Vescovo di Nocera, unitamente ad altre chiese che, secondo la perizia redatta dal muratore comunale

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dipendenti da Nonantola, ma non sono conosciute le Sig. Pietro Armozzoni, necessitava dei seguenti lavori:
motivazioni. - sostituzione di un “Cavallo” (trave di copertura), due
Un documento del 1347 attesterebbe la presenza di “Coltalecci” (orditura secondaria) e venti travicelli;
un “hospitalis” nel luogo dove è situata la chiesa di S. sostituzione di trecento coppi e cento pianelle di laterizio;
Pietro. Questa ipotesi dell’esistenza di un luogo di ac- - rifacimento degli intonaci interni a gesso;
coglienza per i pellegrini sarebbe avvalorato sia dalla - ripresa di muratura sul lato Nord;
posizione strategica della struttura, posta lungo la so- - rifacimento degli intonaci esterni a calce.
pramenzionata “Via dei Santuari”, sia dall’iconografia Possiamo quindi presumere che l’intervento del 1835,
rappresentata in uno degli affreschi dell’Agabiti (prove- qualora eseguito, fosse stato l’ultima opera manutentiva
nienti dalla chiesa delle Ginestrelle, ma oggi custodito eseguita sulla chiesa, fino al presente restauro curato dalla
nella chiesa di Catobagli), ove è presente S. Giacomo Soprintendenza. Ciò spiega il grave stato di degrado in

La Chiesa prima e dopo il restauro

che per l’appunto è il protettore dei viandanti. cui versava l’immobile in questi ultimi anni.
Nel ‘400 la chiesa passa sotto l’influenza del Monastero Da questo documento si può anche dedurre che in perio-
avellanita di S. Croce dei Conti Atti. do di soppressione la chiesa era passata al Comune di Sas-
Negli anni 1571-1573 sono attestate due visite di Giro- soferrato, per poi essere restituita allo Stato della Chiesa
lamo Mannelli, originario di Arcevia e Vescovo dal 1545 dopo la Restaurazione.
al 1592. Nei documenti relativi a queste visite sono de- L’impianto, ad aula unica, presenta una cappella (o sa-
scritte le condizioni della chiesa ed in particolare che crestia?) che si apre sul lato destro e termina con l’altare
si trovavano in pessimo stato di conservazione sia il posto direttamente in aderenza sulla parete rivolta ad Est.
pavimento (mancante persino delle lastre tombali) sia Le murature in elevazione sono costituite per lo più da
il portone di ingresso. Erano invece state appena restau- pietra arenaria, con inserti lapidei e mattoni, attualmente
rate ed imbiancate le pareti perimetrali. Dai documenti ricoperta di intonaco solamente in facciata. Sono presenti
emerge inoltre la presenza di un secondo altare, posto anche alcuni elementi che farebbero pensare ad un reim-
lungo la parete sinistra, dedicato a S. Antonio Abate, piego di resti romani, senz’altro presenti in aree limitrofe.
venerato nelle zone di campagna poiché ritenuto (nella Infatti non distante dal sito oggetto di intervento vi è l’im-
tradizione contadina) protettore degli animali. In questo portante sito archeologico della città romana di Civitalba.
periodo la chiesa è soggetta al Priorato della chiesa di S. Le originarie aperture erano, prima dell’intervento di re-
Angelo di Sassoferrato. stauro, difficilmente identificabili poiché la muratura era
Il 10 agosto 1824 la Parrocchia di Capoggi – Caparucci in più punti in fase di crollo.
viene soppressa ed unita a Catobagli dal Vescovo di No- Tuttavia, oltre al portale di ingresso in arenaria, si poteva
cera Umbra (Francesco Luigi Piervissani). chiaramente individuare una porta tamponata presente
Nel periodo della soppressione napoleonica, anche la sul lato sinistro in prossimità della zona d’altare.
chiesa di S. Pietro, come molte altre, viene interessata L’aula era presumibilmente poco illuminata; oltre all’ocu-
da un sopralluogo (avvenuto in data 29 marzo 1835) al lo centrale sopra il portale di ingresso, infatti, era presente
fine di accertare lo stato di consistenza. In tale sopralluo- un’unica monofora originaria in pietra, posta sul lato si-
go viene appurata la necessità di un restauro della chiesa nistro. Poco al di sopra della monofora, in corrisponden-

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za di una breccia sulla muratura, si leggevano inoltre le “Case Caggioni” ove a tutt’oggi è posta un’epigrafe
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tracce di una seconda finestra, con spalletta in mattoni, commemorativa sul fronte di una cappella.
che tuttavia si inseriva nella muratura come un’aggiunta L’intervento di restauro
posteriore. Non ci è dato di conoscere invece l’eventua- L’intervento, in corso di esecuzione, alla Chiesa di San
le presenza di finestrature in corrispondenza della pare- Pietro in località Catobagli di Sassoferrato - come del
te Sud della cappellina, poiché tale parete al momento resto ogni intervento di restauro - si connota per parti-
dell’intervento era quasi completamente crollata. colarità ed unicità nell’esecuzione delle opere attinenti
Sul pavimento, oltre ai resti dell’originario pavimento in al ripristino dell’edificio.
cotto locale erano presenti tre aperture relative agli os- Già dal sito di ubicazione della stessa Chiesetta, ovvero
sari sottostanti, delle quali si conservava una sola lastra una porzione di terreno ormai circondato da appezza-
tombale lapidea. Non si conosce quale destino abbiano menti agricoli, concausa dello stato di abbandono e de-
subito le altre lastre tombali, evidentemente trafugate grado in cui versava l’edificio prima dell’inizio dei lavori,
unitamente, purtroppo, a molte ossa presenti nelle tom- si può intuire la peculiarità del tipo d’operazione.
be, così come testimoniato dalla popolazione locale. Primo intervento, che subito ha mostrato le difficoltà
Il solaio è a struttura lignea con particolari elementi e la delicatezza da approntare nelle scelte progettuali
sagomati in un unico tronco. Al di sopra dell’orditura onde evitare di alterare i delicati equilibri dei rapporti di
secondaria e del pianellato, il manto di copertura è in chi quelle terre le vive e dalle quali trae sostentamento,
coppi di laterizio. è stata la definizione del passaggio della stradina d’ac-
In occasione di un recente restauro del Santuario della cesso al sito interessato. In effetti la strada che porta-
Madonna del Cerro, effettuato a cura della Diocesi di va alla Chiesa, dal momento d’abbandono dell’edificio
Fabriano-Matelica, poco distante dalla chiesa di S. Pietro ecclesiastico è stata nel tempo totalmente occupata dai
è stato rinvenuto un analogo sistema di sagomatura delle campi agricoli. Difatti, chi necessitava di quel tratto stra-
travi lignee di copertura, segno che tale modalità costrut- dale per accedere alle proprietà si organizzò ricreando
tiva apparteneva alla tradizione locale. un nuovo tracciato, più diretto e meno “fastidioso” per
In zona frontale si erge un piccolo campanile a vela, il la coltivazione dei campi.
quale, da quanto si può dedurre dai materiali costruttivi La prima ipotesi formulata in fase progettuale fu quella
impiegati, è stato chiaramente realizzato in epoca recente, del ripristino della strada originale, della quale perman-
forse al posto di un analogo elemento originario. gono ancora delle querce che ne segnano il percorso,
Nella chiesa, sulla parete di fondo all’interno dell’arco vi questa soluzione però ha subito manifestato notevoli
sono i resti del primitivo altare sopra i quali è presente un problematiche dovute sia alle caratteristiche geo-morfo-
intonaco dipinto, da alcuni identificato quale sinopia di logiche del sito, che mostrava chiari segni di erosione da
un affresco trecentesco rappresentante una Crocifissione. deflusso di acque piovane (non di secondo piano sono
Sopra la presente sinopia, come innanzi accennato, vi da considerare gli eventuali costi futuri della manuten-
erano altri affreschi, strappati in tempi passati (1983) e zione del tratto stradale eventualmente realizzato), sia
oggi custoditi presso la chiesa di S. Maria di Catobagli. per motivi economici, in quanto il ripristino del traccia-
Tali affreschi furono attribuiti dall’Anselmi al pittore to stradale originario avrebbe riguardato una considere-
Pier Paolo Agabiti, nativo di Sassoferrato, che li avrebbe vole parte del già esiguo finanziamento.
realizzati intorno al 1515, sulla scia di un’altra opera già Un’altra soluzione è stata ipotizzata valutando l’utilizzo
realizzata in zona dalla stesso autore, e cioè la tavola per della strada poderale che sale sulla collina alle spalle del-
la chiesa di Catobagli, eseguita nel 1511. la Chiesa, presumibile antica via protoromana.
In tempi recenti, come testimonia anche la popolazione Questa ipotesi fu però subito scartata in quanto, nel-
locale, la chiesa ha assunto il nome di S. Vincenzo, le cui la parte sommitale della collina, si ha un salto di quota
celebrazioni, legate all’economia rurale locale, venivano di circa due metri, dovuto all’uso agricolo del campo
effettuate in periodo primaverile. per decenni, che impediva di fatto la possibilità di un
È attestata dalla testimonianza popolare la celebrazione collegamento.Si è perciò provveduto alla definizione di
di un antico rituale “dei serpari”, che veniva eseguito una terza ipotesi, poi portata a compimento, in cui, ri-
in occasione della festività di S. Antonio Abate, simile a prendendo il passaggio della strada poderale esistente,
quello che ancora oggi si svolge nella cittadina di Cucul- si realizza l’accesso al campo più in profondità per per-
lo in Abruzzo. correre, lungo un fosso, un tragitto che, arrivato all’al-
Veniva altresì celebrata in questa chiesa una funzione tezza della Chiesa, svolta verso di essa. Tale soluzione
religiosa dedicata ai Beati Nicolò e Pietro, martiri fran- contemperava le due necessità di fattibilità tecnica e di
cescani in terra di missione (Sec. XIII), dei quali tradi- minor dispendio di risorse economiche.
zionalmente si fa risalire la nascita nella vicina località La successiva operazione è stata l’esecuzione di alcuni

50
saggi archeologici, per verificare l’eventuale presenza di di salvaguardare, se non dal punto di vista strutturale,

ARTE,CULTURA E SPETTACOLO
tombe in prossimità o all’interno della Chiesa e per va- comunque nelle caratteristiche architettonico-formali,
lutare la consistenza delle fondazioni. le piccole capriate a schiena d’asino, si è proposto di af-
Lo scavo, eseguito per una profondità di circa 70-80 fiancarle con delle piccole capriate metalliche, nel lato
cm, ha evidenziato che le fondazioni della muratura, nel opposto all’ingresso, onde evitare un’alta percettibilità
lato Nord, sono incassate in un solido strato di argilla degli elementi inseriti. Come presidio di miglioramento
marnosa, mentre nel lato Sud la fondazione continua in sismico è stata anche realizzata una cerchiatura metal-
profondità (presumibilmente raggiungendo lo strato di lica nella parte sommitale delle murature perimetrali.
argilla che in quel lato si abbassa). A seguito della messa Questo tipo d’intervento determina una successiva ri-
in sicurezza della struttura, si è provveduto ad un pre- definizione della copertura tramite la sostituzione della
consolidamento degli intonaci in fase di distacco e, nel travatura secondaria, mentre per i muraletti, le pianel-
frattempo, veniva livellato il terreno intorno alla chiesa le ed i coppi si è provveduto ad un loro recupero con
per restituire il piano di campagna al livello originario, integrazione. Da ultimo, sono state ripristinate le due
adeguato alle caratteristiche architettoniche dell’edifi- piccole finestrelle esistenti sul lato Sud dell’edificio ed il
cio. Durante il livellamento del terreno sono state recu- piccolo campanile a vela sulla copertura.
perate un considerevole numero di pietre, provenienti I lavori prevedono anche la ripresa delle murature ed il
dal crollo della cappellina laterale, reimpiegate per la loro consolidamento, la pulizia delle macerie all’interno
relativa ricostruzione. Proprio da questa cappellina si è della Chiesetta, lo smontaggio della pavimentazione, la
proceduto allo smontaggio di quella parte di muratura realizzazione del sottofondo per il pavimento con la co-
in grave stato di dissesto per poi rimontarla fedelmen- pertura degli ossari tramite botole.
te seguendo la mappatura fotografica effettuata, prose- Nel prosieguo dei lavori, in base alle risorse finanziarie
guendo con la completa ricostruzione e connessione alle residue si valuterà la possibilità di realizzare il rimontag-
murature portanti dell’edificio e con la realizzazione di gio del pavimento con gli elementi smontati, integrati
una piccola finestrella nella muratura di fondo. con materiale analogo, la ricostruzione dell’altare, un
In un secondo momento è stata consolidata la copertu- impianto di illuminazione di servizio, il restauro dell’o-
ra, di cui sono state preliminarmente verificate e dimen- riginario portone ligneo e del relativo portale in pietra
sionate le strutture portanti.Tenuto conto della volontà arenaria.

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51
Il triangolo di Rondinella
ARTE,CULTURA E SPETTACOLO

Vincenzo Moroni

L’interesse di chi da anni è impegnato nella valorizza- è tutta da confermare tramite studi più approfonditi e la
zione del patrimonio archeologico della zona di Sas- individuazione di elementi tali da prefigurare la possibi-
soferrato (AN), si è soffermato nel 2010 su quella che le presenza di un reperto archeologico.
inizialmente è stata definita una “anomalia del terreno” Come si può notare dalle fotografie aeree o satellitari,
riscontrabile in località Rondinella. La localizzazione l’anomalia a cui si è accennato poc’anzi si presenta come
dell’area è identificabile alla mappa catastale del Comu- un triangolo equilatero con lati della lunghezza di circa
ne di Sassoferrato, foglio 95 particella N° 1014. Purtrop- 20 m. e spessore 6 m. L’area circoscritta dal perimetro è
po questa anomalia non è visibile a livello stradale, ma di 170 mq. I segni che formano il particolare triangolo
solo con l’utilizzo dei moderni sistemi satellitari, quali, sono visibili all’interno di un terreno agricolo privato e
ad esempio, Google Maps.Se si utilizzano i suddetti pro- ciò ha suscitato in molti il dubbio che queste tracce nel
grammi e si cerca il toponimo “Località Rondinella, Sas- terreno possano essere dovute all’utilizzo dei trattori. È
soferrato” si nota immediatamente cosa abbia attirato la bene però fare attenzione ad una cosa: come è possibile
curiosità e la competenza scientifica del GAAUM. che un trattore lasci tracce così nette e così rilevanti da
Ulteriori ricerche di altre fonti cartografiche hanno evi- poter essere visibili da un’altezza di 2000 metri? L’ipote-
si della lavorazione non regge, se messa a confronto con
la tesi basata sullo studio della geometria di un possibi-
le reperto archeologico. Le stesse immagini di Google
Earth confermano che il triangolo era visibile anche nel
2001 e nel 2003 nei periodi estivi, cioè quando il campo
veniva arato e la folta vegetazione impediva una visuale
completa dell’area. Purtroppo, a causa della presenza
attuale di alcuni edifici e costruzioni nuove, le imma-
gini di Google Maps e Google Earth risultano datate e
quindi non è chiaro se a tutt’oggi il triangolo sia ancora
visibile come in passato.
Se ci trovassimo di fronte ad un reperto archeologico
è bene capire di cosa si possa trattare. La dimensione
e conformazione di quella che possiamo desumere sia
una struttura (abitativa o meno, lo si vedrà), può la-
sciare ad un primo acchito perplessi. Difatti, la strut-
tura triangolare è assai più rara di quella quadrangola-
re, trapezoidale o rettangolare, ma di certo non meno
conosciuta soprattutto nel campo dell’architettura mi-
litare. La base triangola è fedelmente legata alla tradi-
zione militare; è possibile, dunque, pensare di trovarci
difronte ad un reperto che identifica in quell’area una
fortificazione triangolare? Gli indizi sembrano porta-
re verso questa direzione. Sull’argomento, discusso al
Triangolo della Rondinella
Convegno Nazionale di studi Longobardi, organizzato
dal GAAUM e svoltosi a Nocera Umbra nell’ottobre
denziato la presenza del triangolo anche in altre riprese del 2011 (da ricordare che Sassoferrato faceva parte
aeree compiute dalla Compagnia Generale Riprese Ae- della Diocesi di Nocera Umbra), è scaturito un acceso
ree S.p.A. nel mese di settembre del 1999 a 2000 metri dibattito: la presenza di un fortilizio, seppur in ambito
di altitudine. L’elaborato che si andrà sviluppando in longobardo, è stata ipotizzata da tre eminenti studiosi,
queste poche righe ha come obiettivo quello di delinea- quali Gianfranco Gazzetti - ispettore archeologo della
re teorie che possano spiegare l’interesse degli archeolo- Soprintendenza Archeologica dell’Etruria Meridionale
gi locali riguardo a questo sito, la cui validità scientifica e Direttore Nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia;

52
Leonardo Lozito - del Gruppo Archeologico Lucano e transito e delle persone e delle merci. Non è un caso

ARTE,CULTURA E SPETTACOLO
membro del Consiglio Nazionale dei Gruppi Archeolo- che la stessa Sentinum abbia visto la luce a pochissima
gici d’Italia, e da Felice Pastore, presidente del Gruppo distanza dal sito di cui ci stiamo interessando. La piana
Archeologico Salernitano e vice direttore nazionale dei del Sentino rappresentava un nodo cruciale ed Umbri e
Gruppi Archeologici d’Italia. Ovviamente, le loro teorie Romani ne erano consapevoli.
richiedono un riscontro scientifico più approfondito, ma Successivamente, anche i Longobardi si accorsero
esse contribuiscono comunque ad arricchire il dibattito. dell’importanza strategica del luogo, fortificando nu-
Una ulteriore ipotesi che spinge ad identificare nel merose località nel circondario. Se l’attuale località di
“triangolo di Rondinella” una fortezza, si cela nell’am- Rondinella e la vicina località di Felcioni erano impor-
biente circostante. Il campo sul quale sorgeva la struttu- tanti per fini economici, non dovrebbe stupire quindi la
ra ipotizzata si trova in un punto rialzato a circa 316 m presenza di una fortificazione difensiva, tanto più con-
sul livello del mare e domina su di un avvallamento che siderando che il Comune di Sassoferrato era fortemente
porta ad uno dei rari punti guadabili sul fiume Sentino. deciso ad affermare la propria influenza su uno snodo
L’ampiezza dell’area interessata non consente di ritene- viario così importante.
re che al suo interno vivesse una comunità in maniera In conclusione, l’interesse che “il triangolo di Rondinel-
stabile, bensì che la struttura fungesse da fortilizio per la” ha destato negli studiosi è coadiuvato da una serie di
il controllo della zona da parte di pochi elementi. In ef- teorie che non è possibile escludere del tutto; cioè, che
fetti, l’area nella quale essa sorgeva è stata fin dall’an- le tracce evidenziate dalla prospezione aerea possano in-
tichità crocevia di popoli; una torretta di avvistamento dicare la presenza in loco di un edificio. Come già detto,
in quell’area garantiva quindi il controllo sia del guado tutto ciò si basa su supposizioni che meritano uno studio
sia di un altro importante snodo commerciale - il valico più approfondito.
di Scheggia, considerato una delle porte dell’Appenni- Confidiamo nell’attenzione delle competenti autorità in
no. Tutti i popoli che nel corso dei secoli e dei millenni proposito ai fini dell’auspicabile valorizzazione delle ri-
hanno vissuto in queste zone conoscevano molto bene sorse storico-culturali, di cui è da sempre ricco il nostro
i punti strategicamente importanti per il controllo del territorio.

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53
La Via Romea della Marca
ARTE,CULTURA E SPETTACOLO

Gli antichi itinerari dei pellegrini attraverso la nostra Regione


Federico Uncini

Nel V secolo cominciarono i pellegrinaggi verso La via preferenziale per andare verso Roma era la
Roma, specie per pregare sulle tombe degli apostoli consolare Flaminia nel suo percorso romano, oppure
Pietro e Paolo e su quelle dei Martiri. Essi furono resi attraverso una via trasversale che scendeva da Rimini
periodici, in seguito, da Bonifacio VIII nel 1300 con via Coriano-Urbino-Acqualagna dove si riguadagnava
l’istituzione dell’Anno Santo. Fra i grandi pellegrinaggi la Consolare. Questo percorso era utilizzato quando
è da ricordare anche il flusso dei Britannici riferitoci la gola del Furlo era inagibile e malsicura. Anche la
da Beda nel 716 e degli Slavi nel 950, che vennero a viabilità della valle del Metauro, concentrata sulla
Roma per visitare anche le tombe dei loro predicatori e Flaminia e sulle vie parallele che attraversavano le
martiri Metodio e Cirillo. alture circostanti, era condizionata dalla gola del Furlo
Il maggiore flusso verso la capitale avvenne nel XIII che spesso veniva evitata, attraversando le località di
secolo, quando fallito il tentativo di conquistare la Calmazzo, Urbino, Fermignano e Acqualagna, o la
Terra Santa occupata dagli infedeli, Roma divenne il valle del Tarugo da dove s’indirizzavano le strade verso
centro spirituale della cristianità in contrapposizione a Pergola, Suasa (via di Cartoceto-abbazia di S. Maria di
Santiago de Compostela. Lastreto) e Cagli. Da questa località le vie principali si
Nel medioevo il sistema viario cambiò in buona parte indirizzavano verso nord-ovest per S. Croce d’Avellana-
rispetto a quello romano. A seguito delle invasioni Cagli; a sud-ovest per la valle del Sentino-Scheggia dove
barbariche le strade consolari, non più curate, erano si incontravano l’abbazia di S. Croce di Tripozzo con il
quasi impraticabili e malsicure. Sorsero nuove strutture suo ospedale di S. Rocco, l’ospedale dei Mercanti, dei
per l’accoglienza dei pellegrini e le organizzazioni Calzolari, di S. Antonio, l’ospedale di S. Lucia in Rosella
ospedaliere per la sicurezza dei viandanti. Questi, a Sentinum, l’abbazia di S. Emiliano in Congiuntoli,
provenienti nel medioevo dal nord est dell’Europa, l’abbazia di Sitria e l’ospedale dei S.S. Giacomo e
dalle regioni del Danubio, dall’Istria e dalla Romania Filippo a Scheggia.
attraverso le vie Postumia, Arnia, Gemina e Julia Dalla valle del Sentino le direttive per Roma, oltre la
Augusta, raggiungevano l’Italia ad Aquileia. Da qui, gola del Corno erano in direzione sud nei passi di Chia-
percorrendo la Via Popilia o la Romea, scendevano romonte, Croce d’Appennino e lungo la via Romea di-
verso Venezia, Ferrara, Ravenna e Rimini. retta a Campodiegoli, Cancelli, Campodonico, Nocera.

Abbazia di Sant’Emiliano in Congiuntoli “Chiesa di Santa Lucia in Civita sul luogo dell’antico Hospitalis dei
pellegrini” a Sentinum (tratta da: SASSOFERRATO – il Castello e il
territorio alle origini all’età comunale (sec. XI – XIII) di V. Villani

54
Idee impresse sulla carta

RECENSIONI
Sfogliando i libri a stampa di autori sassoferratesi
a cura di Galliano Crinella

Resiste, nel tempo della rivoluzione ta parte dei volumi e dei saggi. intenderlo come un contributo,
informatica e della comunicazione Scorrendo i titoli, si può notare seppur minimo, affinché il mondo
tecnologica, il ‘vecchio’ ma ancora come un ambito privilegiato sia del libro, direi la cultura stessa del
ben vivo strumento di trasmissione quello della storia contemporanea, libro a stampa in Italia non diventi
delle idee e di formazione rappre- con particolare attenzione alle vi- una sorta di pianeta in stato di ab-
sentato dal libro a stampa. Così an- cende politiche e socio-economi- bandono se non di estinzione.
che a Sassoferrato, una delle forme che, ma non mancano contenuti
2013
in cui si esprime l’appassionata ri- letterari, artistici e filosofici, insie-
cerca culturale, aperta su molteplici me con la ricostruzione di espe- Atelier del contemporaneo, Cata-
campi di indagine e di interesse, è rienze di varia natura riconducibili logo della 63a Rassegna internazio-
proprio quella di fissare su carta ciò a personaggi che hanno segnato la nale d’arte “G.B. Salvi”, a cura di S.
che è ritenuto meritevole di consi- storia sentinate. Inoltre, essendo Cuppini, Comune di Sassoferrato,
derazione e di conservazione a me- Sassoferrato sede di due prestigiosi Sassoferrato 2013;
moria futura. Non potendo soffer- e decennali eventi di respiro nazio- AUTORI VARI, “Studi umanisti-
marci, in questo contesto, su aspetti nale ed internazionale, la Rassegna ci piceni”, XXXIII, Istituto inter-
e contenuti dei singoli libri, per for- internazionale d’arte “G.B. Salvi” nazionale di Studi Piceni, Sassofer-
nirne magari una valutazione criti- (nel 2015 si tiene la 65° edizione) rato 2013;
ca, ci limitiamo a dare il nudo elen- e il Congresso internazionale di AUTORI VARI, Lorenzo Bettini.
co dei titoli, suddiviso per ognuno Studi Umanistici (giunto quest’an- Atti del Convegno sul tema: “Una
dei tre anni che prendiamo in con- no alla 36ma edizione), due grandi vita per la scuola tra le Marche e
siderazione, 2013 – 2014 – 2015, territori culturali sono quelli legati Venezia”, a cura di A. Rossi, Qua-
sperando di non averne tralasciato all’umanesimo storico, da un lato, derni del Consiglio regionale delle
alcuno. È un lavoro – la parola sem- e all’esperienza dell’arte nelle sue Marche, 122, Ancona 2013;
bra pertinente in quanto cultura è forme variegate e nuove, dall’altro. ANTONIO CERQUARELLI,
indubbiamente lavoro - che arric- In queste pubblicazioni si trovano Un fremito di verdeluna, Collana di
chisce l’ampio capitolo della vitali- autori non sassoferratesi, ma esse poesia “Gli Orphei”, Il Sanguero-
tà della società civile sentinate, un nascono a Sassoferrato e sono una ne, Sassoferrato 2013;
capitolo che può vantare antenati voce ben chiara del lavoro cultu-
GALLIANO CRINELLA, Sag-
illustrissimi e riconosciuti: valgano, rale che qui si è faticosamente ma
gi e note di filosofia, Quaderni del
per tutti, le grandi elaborazioni e positivamente costruito nel corso
Consiglio regionale delle Marche,
invenzioni intellettuali di Bartolo degli anni.
121, Ancona 2013; ID., Stile libe-
e Giovan Battista Salvi, giuridico- Come è ben intuibile, quest’attività
ro. Percorsi della ricerca artistica, Il
politica la prima, artistica l’altra. pubblicistica ed editoriale, di pic-
Sanguerone, Sassoferrato 2013;
Le pubblicazioni mostrano un’evi- cole tirature, non si inquadra in un
dente disomogeneità nelle metodo- organizzato orizzonte di ricerca o MIRELLA CUPPOLETTI –
logie e nelle modalità di ‘scrittura’; in una pur essenziale programma- GIACOMO PAGNANI (a cura
il loro valore culturale e scientifico zione, né appare essere sostenuta di), Don Alberico Pagnani. Memo-
non è uniforme e dello stesso livel- da rapporti promozionali e pubbli- rie della mia vita, Pro-Loco Genga,
lo. Nell’insieme sembra prevalere citari significativi. Nasce piuttosto Tipografia Garofoli, Sassoferrato
un carattere descrittivo, talvolta come attività spontanea ed artigia- 2013;
costruito su analisi e fonti di prima nale. Provenendo da una realtà che IVANA MATTEUCCI, La guerra
mano. Un contributo significativo ha fatto dell’investimento in cultu- di liberazione nel fabrianese. Memo-
è quello dell’editrice sassoferratese ra, beni e attività, uno se non il mag- rie e testimonianze, Centro regiona-
“Il Sanguerone”, che raccoglie mol- giore dei suoi punti forza, possiamo le per la storia dei movimenti sociali

55
cattolici e la Resistenza nelle Mar- di storia paesana nel sassoferratese, storia dei movimenti sociali cattoli-
RECENSIONI

che, Sassoferrato 2013; Ancona 2014; ci e la Resistenza nelle Marche, Sas-


STEFANO TROJANI, Riflessio- CARLA MARCELLINI, Uni- soferrato 2015;
ni filosofiche sulla preghiera, pre- versalità della rinascenza e trascen- TULLIO COLSALVATICO, Lo
sentazione di G. Crinella, Quaderni dimento della temporalità in Rina- spirito della terra marchigiana, ope-
del Consiglio regionale delle Mar- scimento privato di Maria Bellonci, re pittoriche di Francesco Garofoli,
che, 129, Ancona 2013. Quaderni del Consiglio regionale a cura di G. Crinella, II edizione,
delle Marche, 147, Ancona 2014; Premio nazionale Gentile da Fa-
2014 GIOVANNI PESCIARELLI, La briano – Istituto internazionale di
Atelier del contemporaneo, Cata- Sor’Ida, a cura di O. Limoncelli e S. Studi Piceni “Bartolo da Sassoferra-
logo della 64a Rassegna internazio- Locci, Il Sanguerone, Sassoferrato to”, Fabriano – Sassoferrato 2015.
nale d’arte “G.B. Salvi”, a cura di S. 2014;
Cuppini, Comune di Sassoferrato, ALVARO ROSSI, Woner Lisardi.
Sassoferrato 2014; “Autobiografia” di un partigiano, af-
AUTORI VARI, “Studi umanisti- finità elettive, Ancona 2014;
ci piceni”, XXXIV, Istituto interna- FRANCESCO TOSONI–GRA-
zionale di Studi Piceni, Sassoferrato DENIGO, Don Arcano, Tipografia
2014; Miranese, Mirano 2014;
AUTORI VARI, Bruno Cristalli- STEFANO TROJANI, Visioni e
ni. Tra gioco e riflessione, Tipografia mistero, introduzione di G. Crinel-
Garofoli, Sassoferrato 2014; la, opere fotografiche di Eros De
AUTORI VARI, Camminando Finis, La Luna, Fermo 2014;
nella storia, 1850 – 1950, nuova edi- GIUSEPPE VITALETTI, Le due
zione, Associazione Culturale “La facce della luna. Il riformismo nell’e-
Miniera”, Sassoferrato 2014; conomia politica, Foschi, Forlì 2014.
AUTORI VARI, Lo scrigno dei 2015
ricordi. Racconti della nostra gente,
Associazione Culturale “La Minie- ALVARO ROSSI (a cura di), Pie-
tre della memoria della Resistenza
ra”, Sassoferrato 2014;
sassoferratese, A.N.P.I. Sassoferra-
SERGIO BELARDINELLI, Tre to, Sassoferrato 2015;
giorni a caso, Cantagalli, Siena 2014;
AUTORI VARI, “Studi umanisti-
AUGUSTO CANTARELLI, Bal- ci piceni”, XXXV, Istituto interna-
cani. La tragedia italiana, Centro re- zionale di Studi Piceni “Bartolo da
gionale per la storia dei movimenti Sassoferrato”, Sassoferrato 2015;
sociali cattolici e la Resistenza nelle
GALLIANO CRINELLA, Ethos
Marche, Sassoferrato 2014;
e prassi. Italo Mancini nel pensiero
MIRELLA CUPPOLETTI, La filosofico del Novecento, Quattro-
Grande Guerra e i cappellani mili- Venti, Urbino 2015;
tari. Lettere dal fronte al Vescovo di
RENZO FRANCIOLINI, I fal-
Fabriano Monsignor Andrea Cassu-
limenti bancari nella crisi mondiale
lo, nota introduttiva di G. Formi- del 1929. La storia delle Casse Ru-
goni, Il Sanguerone, Sassoferrato rali di Cabernardi – Genga – Mon-
2014; terosso – Rotondo (1903 – 1947),
RITA FERRI (a cura di), Diario Centro regionale per la storia dei
della prigionia di Giovanni Pettinel- movimenti sociali cattolici e la Re-
li, Quaderni del Consiglio regionale sistenza nelle Marche, Sassoferrato
delle Marche, Ancona 2014; 2015;
RENZO FRANCIOLINI (a cura ID. Deportati sassoferratesi in
di), La vita in campagna. Racconti Germania, Centro regionale per la

56
Diario della prigionia Una conferenza del 2014

RECENSIONI
di Giovanni Pettinelli, a cura di Rita Sandro Boccadoro, “I luoghi di Dante”
Ferri, pubblicato da “Quaderni del
Consiglio regionale delle Marche”. Il documentario dal
titolo “I luoghi di
PATROCINIO DEL
COMUNE DI SASSOFERRATO

Il Diario di Dante a Firenze e la


Giovanni Divina Commedia
Pettinelli a a Sassoferrato” pre-
70 anni dal- VENERDÌ 8 AGOSTO 2014 - Ore 21.00 senta nella prima
la fine della PORTA BONJANNI, VICOLO S. NICOLÒ - SASSOFERRATO (CASTELLO) parte i luoghi dove
guerra è una Conferenza: Dante è vissuto pri-
testimonianza i luoghi didante a firenze ma dell’esilio. Un
diretta della
sua prigionia,
e la DIVINA COMMEDIA percorso nel centro
di Firenze, attra-
la stessa di
a SASSOFERRATO verso le strade che
tanti soldati il poeta percorreva
italiani, i quali MANIFESTAZIONE GRATUITA ogni giorno, alla ri-
dopo la svolta cerca dei reperti sto-
dell’8 settem- rico-urbanistici me-
bre 1943 vissero la durezza della pri- dievali tramandati
gionia, la fame e sofferenze inaudite. nel corso dei secoli.
La massa dei prigionieri nell’isola di Nella seconda parte,
Rodi, dove Pettinelli si trovava, viene A cura del
dopo aver eviden-
imbarcata su piroscafi, rischiando le Prof. SANDRO BOCCADORO ziato i reperti medie-
mine e gli attacchi inglesi, per essere vali che Sassoferrato
trasferiti in Germania. I soldati ita- tuttora conserva,
CON IL CONTRIBUTO DI:
• ARSENICO E VECCHI MERLETTI

Legnami
• AZIENDA AGRICOLA BIDUCCI
• B&B FEDERICO I
• B&B VICOLO S. CHIARA
• FARMACIA VIANELLI

liani partiti come alleati dei tedeschi, viene presentato un


• FIORERIA “CLOROFILLA“
• FIORERIA “LA PRIMAVERA“
• FRABONI & MENGHINI
di Santinelli Sauro & Figlio snc • IL GORGHETTO - Agriturismo
• PAPILLON 73 - Abbigliamento
• SUPERMERCATO - f.lli Valentini

dopo l’armistizio dell’Italia con gli


• TIPOGRAFIA GAROFOLI

codice della Divina


Anglo-Americani l’8.9.1943, furono Commedia, conservato nella biblioteca Laurenziana di Firenze (PLU-
fatti prigionieri in quanto avversari e TEO 40-22) che è stato manoscritto nel 1355 da un anonimo monaco
furono trattati duramente da nemici. in un convento di Sassoferrato. I cittadini sassoferratesi hanno potuto
Il Diario di Pettinelli narra la sua per- vedere le immagini del volume e del suo testo, quali risultano divulgate
sonale “storia”, ma attraverso di essa in forma digitale dalla biblioteca stessa.
tuttavia ci narra “frammenti” della
La presentatrice Cinzia Vitaletti,
grande storia, “frammenti” di una
con l’assessore alla cultura Lorena Varani.
storia per tanti versi mai raccontata e La piazzetta degli Alessandri.
ignorata dai libri. Il relatore Sandro Boccadoro.
Giovanni, aveva frequentato la terza
elementare eppure in una situazio-
ne così drammatica e pesante ebbe
il pensiero, la volontà, la costanza
di scrivere un diario. Ritornò a casa
dopo lunghi quattro anni passando
attraverso tappe e stazioni di mezza
Europa. È la testimonianza esemplare
di un uomo che ebbe il coraggio, la
capacità di non arrendersi nemmeno
agli eventi più duri. Le memorie nar-
rate non devono scomparire, ma sono
da tramandare alle giovani generazio-
ni e a chi verrà dopo di noi.

57
Convegno 2014 meno di costume, morale, vizio, debolezza. Egli ha af-
RECENSIONI

fermato che la ludopatia è una condizione patologica di


La Ludopatia dipendenza senza sostanza (droga, alcol, ecc.) collegata
all’abuso delle nuove tecnologie, internet, telefonino,
rischi e sfide educative social networks, videogiochi online ed altro, che finora
a cura di Rita Ferri è stata sottovalutata. Il fenomeno è tanto più pericolo-
L’Associazione “Sassoferratesi nel Mondo”, con il pa- so in quanto coinvolge fasce di età precoci, quando il
trocino del Comune di Sassoferrato e della Assemblea soggetto è molto vulnerabile, indifeso, irresponsabile,
Legislativa delle Marche, ha promosso un incontro te- incapace di inibizioni.
nutosi venerdì 16 maggio 2014 a Palazzo Oliva su un La società, la famiglia e gli educatori, data la rapidità
fenomeno sociale sempre più preoccupante che colpi- della diffusione del fenomeno, non sono generalmen-
sce trasversalmente ampi strati della popolazione: le lu- te adeguati a fronteggiarlo e se anche lo percepiscono
dopatie. Il Convegno è stato preparato ed organizzato non possono contare sufficientemente su istituzioni ed
dalla nostra socia prof.ssa Rita Ferri, che nella sua lunga esperti che offrano un valido sostegno.
esperienza didattica è sempre molto attenta e sensibile La semplice proibizione di non usare computer, tablet
a questo tipo di problemi, con particolare riferimento ed altri mezzi tecnologici o demonizzare il gioco non
risolvono il problema. Si devono trovare modi di rap-
portarsi ai minori per stabilire un dibattito costruttivo,
nel senso di riuscire ad accendere la loro attenzione sul
fenomeno e sulle conseguenze dell’uso indiscriminato
del pc e dei collegamenti telematici, fornendo un “con-
tro ambiente”, una proposta educativa capace di creare
una alternativa alla rete internet.
A conferma della validità di questo percorso sono inter-
venuti gli studenti del Liceo Vito Volterra di Sassoferra-
to che hanno presentato due progetti, con i quali hanno
dimostrato come la scuola possa realizzare un “contro
ambiente” in cui sviluppare non solo le capacità cogni-
all’impatto sulle fasce giovanili. tive ma anche la creatività. Essi, sotto la supervisione
Dopo il saluto della Presidente dell’Associazione dott. dell’insegnante di religione prof.ssa Daniela Amico
ssa Mara Silvestrini ed una introduzione della prof.ssa hanno girato un video sul tema delle ludopatie e con
Ferri, il relatore dottor Alvaro Paolacci, medico e psi- l’apporto della docente di lettere prof.ssa Adriana File-
chiatra di Perugia che indaga da tempo le problemati- ni hanno anche redatto un libro di fiabe per stimolare
che della ludopatia, ha dato una lettura scientifica del la creatività personale con lo studio “attivo” della fiaba,
fenomeno al di là della mera identificazione come feno- che passa attraverso l’esperienza della sua riscrittura.

58
Mostra d’arte Alberto Severini

RECENSIONI
e la sua band

59
Non ha le carte false ne, puntando su una organizzazione in forma associata
CI é GIUNTO

o consortile dei servizi funzionali. Parole, idee, temati-

e fa sperare che già dette e stradette, che hanno però una marcia in
più in questo lembo di terra.

la nuova area interna I sindaci del G10 sono consapevoli del “siamo uniti nei
disagi comuni” e che “ragionare di campanile non ser-
Veronique Angeletti ve a niente” e dunque sono decisi a mettere in piedi
un’alternativa per il territorio. Pertanto, i sindaci hanno
Nuove intese per il Comune di Sassoferrato. L’Ammi- lasciato alla Regione il compito di convocare dirigenti
nistrazione guidata dal sindaco Ugo Pesciarelli gioca su ed operatori per parlare del loro lavoro, dei servizi, dei
più fronti e porta a casa nuovi progetti, economie di bisogni e gettare le basi per i progetti futuri, mentre essi
scala e finanziamenti. Con la trasformazione della Co- studieranno una nuova governance, cioè quell’insieme
munità Montana dell’Esino Frasassi in Unione Monta- di strutture e regole necessarie a guidare ed applicare la
na, Sassoferrato continua a condividere servizi impor- nuova strategia, affiancati dai loro segretari. Sul tavolo
tanti come le politiche sociali e sanitarie con Fabriano, sono all’esame: il sociale, la sanità, il turismo, il traspor-
Cerreto d’Esi e Serra San Quirico; condivide già con to, la scuola, partendo dalle richieste e dalle priorità
Genga funzioni fondamentali come la Polizia Munici- individuate da chi amministra e lavora e, dunque, non
pale e studia l’unione degli uffici tecnici e dell’urba- da consulenti esterni.
nistica. Infine, Sassoferrato fa parte del G10 dell’area Il risultato? Come sembra, al di là delle aspettative: “Tra
Alto-Anconetana – Basso-Pesarese; un’area pilota su convenzioni, firme e progetti l’area già si pone come un
cui si fonda la sperimentazione della strategia nazio- modello-pilota, il primo a questo stato di avanzamento
nale per il rilancio delle aree interne. Un’alleanza che in Italia” – sottolinea Sabrina Lucatelli, responsabile
vede il paese del Salvi mettere in piedi strategie e poli- aree interne del Dipartimento per la coesione territo-
tiche comuni con Arcevia, Pergola, Serra Sant’Abbon- riale della Presidenza del Consiglio, la quale prevede
dio, Frontone, Cantiano, Cagli, Acqualagna, Apecchio che entro l’anno l’area già finanziata sarà operativa.
e Piobbico. Un’area debole, sul piano demografico –
rappresenta infatti solo il 2,6% della popolazione delle
Marche – ma che con i suoi 954 chilometri quadrati
occupa il 10% del territorio della regione. Territorio
dalla natura bella ed incontaminata sul quale svettano
lo Strega (1278 m), il Catria (1702 m), il monte Nero-
Lettere dei premiandi
ne (1525 m) e tanti altri monti non tanto minori, ma
dove spesso i residenti si sentono - sul piano viario, Gentilissima Dott.ssa Ivana Jachetti
della mobilità e dei vantaggi tecnologici – più pionieri È con molto piacere e un po’ di sorpresa che ho rice-
che cittadini, e sul piano della gestione del territorio vuto la sua comunicazione. Sono veramente onorato
come indigeni di una “riserva indiana”. Ragione per cui per il conferimento del “Premio Monte Strega – Bar-
questi comuni si sono subito proposti come area pilota tolo da Sassoferrato”.
in base ai nuovi parametri proposti dall’allora Ministro Mi sia consentito di aggiungere alcune note di ca-
della coesione territoriale nel governo Monti, Fabrizio rattere personale che non emergono dalla descrizio-
Barca, il quale ne ebbe l’idea proprio visitando il pe- ne dei percorsi professionali e geografici nel mio cur-
sarese: ovvero, di determinare un’area interna, identi- riculum vitae.
ficando dei poli dotati di determinati servizi, per poi Sono nato qui a Sassoferrato, esattamente nella
calcolarne la distanza, in termini di tempi di percorren- casa dove ora risiedo, da una famiglia di condizio-
za per essere raggiunti da chi vive nei centri periferici ne modesta ma dignitosa, ove ho appreso i primi in-
sprovvisti degli stessi vantaggi. Un territorio, dunque, segnamenti della vita e il senso dei valori tipici di
che mette insieme comuni aventi difficoltà simili e che questa nostra terra, la laboriosità, l’onestà, il rispet-
dispone già a bilancio di un finanziamento nazionale to, la socievolezza. La famiglia ha potuto consentir-
di 3,8 milioni di euro destinato a riequilibrare l’offerta mi di accedere agli studi che mi hanno inizialmen-
dei servizi di base nei settori della mobilità, della salute te portato al diploma di perito chimico.
e della scuola; tutti interventi, che uniti ad una proget- A questo punto ho maturato la scelta consapevole di
tualità di sviluppo economico diventeranno il motore allontanarmi da questa terra, pur avendo consegui-
della strategia nazionale per il rilancio delle aree inter- to un impiego di tutto rispetto in zona ed adeguato

60
al titolo di studio. Ho preso la decisione di dedicarmi alla
ricerca scientifica applicata all’industria metallurgica,

CI é GIUNTO
dopo aver superato una severa selezione a carattere nazio-
nale ed accettando una retribuzione inferiore.
All’impiego nell’istituto di ricerca si susseguono il ma-
trimonio, la nascita del figlio e la ripresa degli studi
per la laurea in fisica, conseguita con il generoso sup-
porto e lo stimolo continuo in ambito familiare. Quindi
l’avvio della carriera dirigenziale, il passaggio al set-
tore produttivo, l’impulso alla innovazione, i frequenti
viaggi in Paesi tecnologicamente avanzati, poi la priva-
tizzazione della siderurgia nazionale e il
prepensio-
namento a
cinquant’an-
ni.
Lo spo-
stamento
del ba-
ricentro
dei miei
interes-
si verso
i Paesi
nordici
è conseguente alla opportunità di mettere a frutto il ba-
gaglio culturale e tecnologico acquisito. Dapprima lobbying
per la ricerca siderurgica italiana presso istituzioni europee,
poi il contributo al piano pluriennale di innovazione tecno-
logica e produttiva di industrie siderurgiche franco-belghe.
Allo stesso tempo sono iniziate le incursioni verso la peni-
sola iberica, per ragioni professionali e non. Aquisgrana e
Cadice sono divenuti i luoghi privilegiati del mio soggiorno
all’estero, dove si sono sviluppati legami stabili e amicizie
sincere.
Paradossalmente, la mia attività all’estero come consulente
industriale mi ha riportato a Sassoferrato, scelto come base
gestionale, con ritorni ad intervalli regolari per sbrigare le pratiche amministrative e fiscali
correnti e per il piacere di rinverdire le relazioni con la vasta parentela e la cerchia dei coetanei rimasti nel
natio borgo selvaggio, cercando nel contempo di colmare il vuoto di conoscenza delle nuove generazioni
sassoferratesi.
Ora, sulla soglia della settantina, se guardo indietro la strada percorsa fin qui da quando ero un bambino
della campagna sassoferratese, senza falsa modestia, devo ammettere di essere soddisfatto dei traguardi
raggiunti e di tutte le scelte fatte per arrivarvi. Rifarei tutto esattamente allo stesso modo, con un desiderio
ancora da realizzare.
La mia gratitudine per questo importante riconoscimento, oltre che alla Associazione Sassoferratesi
nel Mondo, va a tutte le persone che mi sono state accanto durante l’iter profes-
sionale e umano, con il sostegno, gli stimoli, i consigli,
i, l’amicizia, la fiducia.
G e n t il is s im n t o in o g g e t t o. Cordiali saluti a Lei personalmente e a tutto il Comitato
re a ll’e ve
o b e n li e t o di p re s e n z ia o c o rdia li s a lu t i Direttivo.

cioli
son do p o rg
n
n
a
r a z ia
M
in g
Luca
R Dr. Nazzareno Azzerri

61
Stazione di Sassoferrato
C’é da vedere

 
LA  CARTA  BAMBAGINA                          
ALL’EPOCA  DI  DANTE  
 
L’IMPORTANZA  DEL  SUPPORTO  CARTACEO  
DI  SCRITTURA                        PER  LA  PRODUZIONE  
DEI  CODICI  DANTESCHI    E    PER  LA  
DIFFUSIONE  DELLA      DIVINA  COMMEDIA  
 
9 agosto - ore 21.00 27 settembre - ore 18.30
Palazzo Oliva Chiesa degli Scalzi
7 agosto - ore 21.00 Conferenza sulla ferrovia Fabriano- Nell’ambito delle attività della
Conferenza - Palazzo Oliva Sassoferrato-Urbino, a cura di Fede- nostra associazione anticipiamo
rico Uncini, storico e ambientalista, un simpatico ed unico evento mu-
Il documentario, a cura del prof. che tratterà la storia della nostra li- sicale “Pianoforte al Femminle”
nea subappenninica dalla sua costru- previsto per il 27 settembre nella
Sandro Boccadoro, dal titolo “La zione, nel 1890, agli eventi bellici che splendida cornice della Chiesa de-
carta bambagina all’epoca di Dante – ne hanno comportato la distruzione. gli “Scalzi” (Santa Teresa d’Avila)
Importanza del supporto cartaceo di In particolare Uncini è riuscito a rico- con la partecipazione di artisti
scrittura per la produzione dei Codici struire il tipo di aereo e l’equipaggio sassoferratesi affermatisi anche
danteschi e per la diffusione della Di- che effettuarono il bombardamento. fuori dei confini nazionali: Meri
vina Commedia” pone in evidenza La linea ferroviaria fu distrutta dagli Piersanti, Roberta Salvoni, Rosi-
quanto la carta, in sostituzione della alleati per impedire all’esercito tede- ta Tassi, Andreina Zatti e Mauro
pergamena, abbia facilitato la ripro- sco di arrivare alla linea Gotica. Gubbiotti.
duzione dei manoscritti danteschi
da parte dei monaci amanuensi. Ottobre. Convegno
Viene affrontato il periodo della
“Ecologia ambientale ed umanesimo: nuovi stili di vita”
civiltà medievale della carta e della
a cura di Rita Ferri e Sergio Belardinelli
sua introduzione in Italia. In parti-
colare, tenuto conto che grazie alle
innovazioni introdotte Fabriano
aveva conquistato l’egemonia dei
mercati nel XIII e XIV secolo, su
base di argomentazioni storiche si
ipotizza che Dante abbia manoscrit-
to le sue opere proprio sulla pregiata
carta bambagina prodotta dai cartai
fabrianesi. Il documentario si con-
clude con la visione di alcuni famosi
Codici riprodotti in forma digitale e
diffusi on-line dalle biblioteche sto-
riche di Firenze, la Laurenziana, la
Nazionale, la Riccardiana.

62
La locandina del XXXVI Congresso Iternazionale di Studi Umanistici,
organizzato dall’Istituto Internazionale di Studi Piceni “Bartolo da Sassoferrato”
con il Comune di Sassoferrato

63
Campionati nazionali di bocce
LAST MINUTE

Medaglia d’argento alla bocciofila sentinate


La squadra della Bocciofila di Sassoferrato ha ottenuto un risul-
tato prestigioso classificandosi seconda ai Campionati Italiani
di Società a Roma il 4 e 5 luglio 2015. I protagonisti (nella foto
da sx in alto): Sandro Valentini, Francesco Andreoli, Silvano
Cristofori; (da sx sotto): Antonio Mattioli, Dario Catani, Solindo
Gasperini, Angelo Petrolati, Angelo Bianchi, si sono guadagnati
il titolo di vice campioni italiani, perdendo con onore la finale
con la Trevana con un punteggio di 5 a 3. Agli atleti vanno i
rallegramenti della nostra Associazione per il prestigioso risul-
tato conseguito che ha fatto salire Sassoferrato agli onori della
cronaca nazionale. (Nadia Pelliciari)

Inaugurato a Cabernardi
il Museo Archeominerario
Domenica 5 luglio, la presidente della Camera dei Deputati on.
Laura Boldrini ha inaugurato a Cabernardi il Parco Archeomine-
rario delle Marche che insieme al Museo della Miniera di Caber-
nardi fa parte del Parco dello Zolfo delle Marche. La cerimonia ha
avuto luogo alla presenza del presidente della Regione Marche
Luca Ceriscioli, del prefetto della Provincia di Ancona e di altre
autorità, con la partecipazione di un numerosissimo pubblico.
Va ricordato che il 5 luglio si commemora la fine del drammatico
sciopero del 1952 dopo 40 giorni di occupazione della miniera da
parte dei minatori per la difesa del posto di lavoro. Attiva dal 1877
al 1959, la miniera di Cabernardi fu il più grande complesso di
estrazione di zolfo d’Europa. (ub)

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64
Versamenti all’Associazione
NOTIZIE DALL’ASSOCIAZIONE
Per l’adesione all’Associazione occorre versare le seguenti quote
Trascriviamo i risultati delle votazione per il rinnovo del Consi- minime annuali:
glio Direttivo avvenuto il 28/02/2015 Socio ordinario 25,00
Vittorio Toni voti 46 Socio sostenitore 50,00
Mara Silvestrini “ 28 Socio benemerito 250,00
Biagio Marini “ 27 attraverso le seguenti modalità:
Giovanni Pesciarelli “ 20 1. Versamento sul c/c postale n. 62784418 intestato a “Sassoferratesi
Sergio Belardinelli “ 20 nel Mondo per Sassoferrato”.
Ivana Iachetti “ 19 2. Versamento presso: VENETO BANCA, FILIALE di SASSOFERRATO,
Rita Sacco Ballanti “ 16 FILIALE 040, C/C 0031020 intestato all’Associazione Sassoferratesi nel
Raniero Massoli-Novelli “ 14 Mondo per Sassoferrato, IBAN: IT29 K 05035 37590 44057 0031020
Per bonifici dall’estero (America e altri Paesi) aggiungere il codice
Rita Ferri “ 12
SWIFT: VEBHIT2M.
Segnalazioni, suggerimenti e iniziative da parte dei soci possono es-
Nella riunione del 28/03/2015 il Consiglio ha attribuito le nuove
sere inviate a: info@sassoferratomia.it.
cariche: Per informazioni consultare il nostro sito: www.sassoferratomia.it
Ivana Jachetti Presidente
Mara Silvestrini Vice Presidente (Vicario) Comunicazione ai soci
Biagio Marini Vice Presidente Si raccomanda ai soci la puntualità nel versamento della quota an-
Rita Sacco Ballanti Segretario nuale. Si invitano i soci a far pervenire all’Associazione il proprio
Vittorio Toni Consigliere Economo indirizzo e-mail (anche di un familiare), importante per tutte le comu-
Sergio Belardinelli Consigliere nicazioni che a volte si rendono necessarie.
Rita Ferri Consigliere
Giovanni Pesciarelli Consigliere Email: info@sassoferratomia.it
Raniero Massoli-Novelli Consigliere
Associazione sassoferratesi nel mondo
Il nuovo Direttivo ringrazia tutti quelli che ne hanno fatto parte, Casella postale n. 14 - 60041 SASSOFERRATO (AN)
in special modo coloro che, per motivi di avvicendamento, non
figurano, ma continueranno a dare il loro gradito e prezioso
contributo

RILEGATURA 2° VOLUME Rivista “Sassoferrato Mia” (Edizioni 2011-2012-2013-2014-2015)


La prenotazione del volume può essere inoltrata, anche a mezzo e-mail: info@sassoferratomia.it, oppure all’indirizzo dell’Associazione:
Associazione Sassoferratesi nel Mondo - Casella postale n.14 - 60041 SASSOFERRATO (AN)

Il costo resta fermo a 40,00 euro (maggiorato di eventuali spese qualora necessiti spedizione postale in Italia) da effettuarsi mediante bollet-
tino postale al numero di conto 62784418
Il precedente volume (Edizioni 2006-2010) potrà essere ordinato; la ristampa è condizionata al raggiungimento di almeno 15 unità.

Aiuti a Suor Maria Paola Rotati Aiuti a Padre Armando Pierucci


La nostra Associazione rivolge un caloroso appello a tutti i nostri soci e non Segnaliamo la possibilità di inviare aiuti in favore di padre A. Pierucci titolare
solo affinché siano sensibili ad aiuti concreti a favore della nostra missionaria, del progetto “Pro Magnificat” per il completameto del Conservatorio di musi-
Premio Monte Strega 2009. ca che vede riuniti giovani di diverse religioni (cristiani, ebrei e musulmani).

C/C n. 58644972 intestato a: IBAN: IT61Y0530821264000000010830


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