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Stampa:
Grafiche MDM (Forlì)
a cura di
Ulisse Tramonti
Ex GIL, viale della Libertà n. 2, Forlì
21 aprile-18 giugno 2017
Prestatori Assicurazione
Marsh s.p.a.
eredi Bosio
eredi Valle Custodia
Biblioteca A. Saffi e Fondo Piancastelli di Forlì Associazione Assistenti Civici Forlì-Cesena
Formula Servizi Soc. cooperativa
Ezio Godoli
Alessandra Montani della Fargna Sorveglianza
Riccardo Renzi Coop Service-Filiale di Forlì
Comunicazione
matitegiovanotte.forlì
Catalogo a cura di Gli scritti sono stati sottoposti alla valutazione del Comitato
scientifico ed a lettori esterni con il criterio del blind-review.
Ulisse Tramonti
Saggi di
Marie Lou Busi Ringraziamenti
Patrizia Dogliani
Un ringraziamento speciale va agli eredi Bosio per aver
Giulia Favaretto
messo a disposizione il materiale d’archivio dell’architetto
Milva Giacomelli
Gherardo Bosio, agli eredi Valle per aver messo a
Ezio Godoli
disposizione il materiale d’archivio dell’architetto Cesare
Andia Guga
Valle, alla famiglia Bergossi per aver messo a disposizione
Marino Mambelli
il materiale d’archivio dell’ingegnere Arnaldo Fuzzi e per
Marco Pretelli
averne permesso la pubblicazione e l’esposizione.
Riccardo Renzi
Leila Signorelli Un ringraziamento particolare va a Milena Aguzzoli della
Ulisse Tramonti Bononia University Press per la competenza professionale
Cesare Valle J. ed allo staff dell’Associazione ATRIUM: Claudia Castellucci,
Flavia Cattani, Monica Piraccini, Cristina Vallicelli.
Schede di introduzione alle sezioni
Milva Giacomelli Si ringraziano vivamente per il Comune di Forlì:
Riccardo Renzi l’Assessora Elisa Giovannetti, l’Assessore Lubiano
Ulisse Tramonti Montaguti, il Direttore Generale Vittorio Severi, lo staff
dell’Unità Progetti Europei e Relazioni Internazionali:
Referenze fotografiche
Claudia Castellucci, Ayda Mansuri, Monica Piraccini,
Ezio Godoli
Cristina Vallicelli.
Andia Guga
Armando Maugini Ed inoltre:
Fabrizio Monti Jessica Andreucci, Erio Bandini, Piero Bergossi, Antonella
Ulisse Tramonti Bigazzi e il personale della Biblioteca dell’Istituto
Matteo Troilo Agronomico per l’Oltremare di Firenze, Beatrice Capacci,
Foto Vasari, Roma Mirko Capuano, Paolo Cortesi, Enzo Crestini, Tina De
Santis, Anna Dorigoni, Ruana Fiorucci, Paolo Formaglini,
Traduzioni
Alessandro Fossi, Paola Francia, Gianna Frosali, Grazia
Jessica Andreucci
Gabelli, Filippo Giansanti, Alessandra Montani della Fargna,
Supervisione: Patrick Leech
Roberto Monaco, Renata Penni, Mario Proli, Pasquale
Segreteria organizzativa Ricciato, Alessandra Rusticali, Andrea Savorelli, Maria
Flavia Cattani Roberta Stanzani, Marina Ulivi, Cristina Visani, il personale
Monica Piraccini della Biblioteca Camerale della C.C.I.A.A. Forlì-Cesena.
Stampa
Bononia University Press, Bologna
SOMMARIO
SCHEDE
a cura di Riccardo Renzi
Bosio si reca a Tirana a fine inverno-inizio primavera del volume lineare in cui alloggiano gli uffici e ne esalta il ruolo
1939 in due occasioni per iniziare a studiare le prime soluzio- di fondale attraverso un forte contrasto volumetrico. Il percor-
ni della Casa del Fascio, di estrema urgenza. I lavori partono so linguistico della torre la definisce prima come un oggetto
nello stesso anno e si concludono alla fine del 1942 come dai fronti regolari apparentemente suddivisi secondo maglia
datano i lucidi finali, a firma di Ferrante Orzali e Bosio, ormai strutturale, poi come monoblocco solido con poche aperture
scomparso. I primi disegni mostrano un metodo simile alle ritmate da passo regolare, ed infine si avvicina a quella rea-
figurazioni proposte per Gondar e fin da subito appare che il lizzata, con archi a terra, prima sette, poi cinque e infine tre
progetto complessivo non è limitato alla Casa del Fascio, ma nella configurazione definitiva. Vengono ipotizzate numerose
coinvolge l’intero spazio della piazza su cui si creano relazio- aperture serrate e regolari destinate a ridursi in numero e ad
ni con l’edificio per la Gioventù Littoria Albanese e con quello aumentare in dimensione, caratterizzando il primo piano, da
dell’Opera Dopolavoro. cui si affaccia un balcone, e lasciando ad un sistema di cin-
Un grande numero di veloci schizzi a matita e a china, di cui que archi la terminazione in vetta del volume.
alcuni solo accennati, prova a definire l’edificio e fin da su- Per il corpo lungo e più basso invece le finestrature sono
bito appare evidente, come per altri progetti, che si proceda in linea con quelle del corpo principale mentre al sistema
cercando una composizione che si avvale della sintesi di più degli archi all’ultimo piano è sostituito un porticato composto
corpi di fabbrica invece che di uno solo. da colonna a base quadrata ed architrave. Mentre tutte le
Dai primi studi, suddivisibili per gruppi, si individuano quelli superfici sono rivestite in pietra sbozzata a bugnato regola-
che porteranno al progetto finale; da questi Bosio sviluppa re, tributo alla cultura del palazzo civile in patria, le aperture
almeno due ipotesi, ed altre due che ne sono varianti, com- delle finestre vengono segnate da spesse cornici in pietra
plete di piante prospetti e sezioni così che il Ministero e la chiara con aggetto rispetto al filo del fronte.
commissione possano scegliere la soluzione finale che viene Come per la composizione volumetrica e la definizione dei
poi realizzata. La piazza, divenuta elemento culminante del fronti anche per le planimetrie vi è un’ingente quantità di dise-
Viale dell’Impero e mèta ideale del percorso cittadino della gni che volgono alla proposta finale; essi seguono di pari pas-
nuova Tirana italiana, così come nelle prime ipotesi per Gon- so, ma non sempre, le evoluzioni formali dei corpi di fabbrica
dar dove la piazza teneva assieme le funzioni primarie della anche se in alcuni casi sono proposte autonome di distribuzio-
nuova città coloniale, si struttura come sistema prospettico ne delle funzioni interne e del rapporto spazio-struttura portan-
con la Casa del Fascio centrale posta su basamento rialzato, te che Bosio stesso, come ingegnere, controlla. Nel progetto
l’edificio Opera Dopolavoro con il teatro a destra e l’edificio finale lo spazio viene suddiviso grazie ai due corpi principali: la
Gioventù Littoria a sinistra. torre accoglie la distribuzione primaria e monumentale ed an-
Dopo un’ampia serie di studi preliminari in cui l’edificio as- che gli ambienti di rappresentanza come la sala del consiglio
sume forme molto diverse tra loro, in alcuni casi dialogando a doppia altezza, sviluppandosi per un totale di cinque piani;
maggiormente con lo spazio pubblico della piazza e meno il lungo corpo più basso ospita gli uffici e i due collegamenti
in altri richiudendosi sulla sua monumentalità, Bosio trac- verticali di servizio, mentre al piano più alto sono previsti gli
cia il sistema finale. Con il progetto, poi realizzato, in fase studi dei deputati con il sistema loggiato continuo sulla piazza.
definitiva viene immaginata una torre che, da arengario o L’impianto spaziale viene distribuito in base alla maglia strut-
elemento scenico indipendente e non, evolvendosi, diventa turale che genera il passo dimensionale per gli ambienti in-
edificio. La torre si antepone allo spazio statico del grande terni e per le partiture dei vuoti nei prospetti.
Riccardo Renzi
Gherardo Bosio, Progetto edifici e Piazza del Fascio, 1939/40. Foto d’epoca del plastico originale
Gherardo Bosio, Progetto edifici e Piazza del Fascio, 1939/40, prospettiva. Foto d’epoca del disegno originale