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Centro Di Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze

28 • 20 16

R E S T A U R O

R E S T A U R O 28
Opificio delle Pietre Dure
è l’antico nome di una delle


botteghe granducali istituite

2 01 6
dai Medici nel XVI secolo,
trasformata oggi in Istituto
Centrale per la conservazione
e il restauro delle opere d’arte
alle dipendenze della Direzione
Generale Educazione e Ricerca
del Ministero dei Beni e
delle Attività Culturali e del
Turismo.
L’Istituto fiorentino estende
la propria attività di restauro,
ricerca e consulenza, applicati
alle diverse tipologie di
materiali, all’intero territorio
nazionale ed anche all’estero.
È sede di una Scuola di Alta
Formazione e di Studio.

Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Centro Di


Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
R E S T A U R O 28 2016

Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure


e Laboratori di Restauro di Firenze

Centro Di
OPD Restauro
Rivista dell’Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze
28 2016

Soprintendente Hanno collaborato a questo numero Allievi SAFS OPD (4° anno PFP 4)
Marco Ciatti Opificio delle Pietre Dure Elisa Bartolini, Veronica Collina,
Direzione Stefania Agnoletti, Francesca Bettini, Nicola Ricotta, Yunjoung Ra
Maria Cristina Improta, Annalena Brini, Giancarlo Buzzanca,
Giancarlo Lanterna, Patrizia Riitano Andrea Cagnini, Marco Ciatti, Storici dell’arte
Alberto Felici, Cecilia Frosinini, Silvia Benassai, Riccardo Gennaioli,
Comitato di redazione Annalisa Innocenti
Alfredo Aldrovandi, Marco Ciatti, Monica Galeotti, Luisa Gusmeroli,
Cecilia Frosinini, Maria Cristina Maria Cristina Improta,
Clarice Innocenti, Carlo Galliano Lalli, Elena Nazzari, archivista
Improta, Clarice Innocenti, Barbara Zilocchi, architetto
Carlo Galliano Lalli, Giancarlo Lanterna, Maria Rosa Lanfranchi,
Maria Donata Mazzoni, Anna Mieli, Giancarlo Lanterna, Paola Franca
Letizia Montalbano, Sandro Pascarella, Lorenzi, Maria Donata Mazzoni,
Anna Patera, Simone Porcinai, Anna Mieli, Letizia Montalbano,
Sandra Rossi, Laura Speranza, Cinzia Ortolani, Anna Patera,
Isetta Tosini Simone Porcinai, Luca Rocchi,
Sandra Rossi, Andrea Santacesaria,
Oriana Sartiani, Franca Sorella,
Redazione Laura Speranza, Peter Stiberc,
Susanna Pozzi Isetta Tosini, Francesca Toso
Ufficio Promozione Culturale
Sandra Rossi, Chiara Cappuccini, Collaboratori esterni
Susanna Pozzi, Angela Verdiani Gallerie degli Uffizi
Archivio restauri Valentina Conticelli
Anna Mieli, Stefania Giordano,
Ornella Savarino Università degli Studi di Firenze –
Gabinetto fotografico Scuola di Scienze Matematiche, Fisiche
Roberto Bellucci, Cecilia Frosinini, e Naturali
Marco Brancatelli, Giuseppe Zicarelli Teresa Bruni

Università degli Studi di Siena –


Direzione e Redazione Dipartimento di Scienze Storiche
Opificio delle Pietre Dure e dei Beni Culturali
Via Alfani 78, 50121 Firenze Elisabetta Giorgi
tel. 055 2651347 / fax 055 287123 Enrico Zanini
www.opificiodellepietredure.it
opd.promozioneculturale@beniculturali.it ICVBC-CNR
Barbara Salvadori
Direttore responsabile
Si ringrazia per la collaborazione ENEA Ginevra Marchi
l’Associazione Amici dell’Opificio Claudio Seccaroni

Hygien Control srl Copyright 1989 Centro Di


Marco Tarducci della Edifimi srl, Firenze
Opificio delle Pietre Dure, Firenze
Collaboratori Laboratorio scientifico Stampa
OPD Alpi Lito, Firenze, marzo 2017
Federica Innocenti
Alessandra Santagostino Barbone Pubblicazione annuale
ISSN 1120-2513
Restauratori diplomati SAFS OPD Prezzo di copertina
Elena Bartolozzi, Giulia Basilissi, €110,00
Ottaviano Caruso, Stefano Casu,
Abbonamenti
Marta Cimò, Rita Chiara de Felice,
€80,00 (Italia) €100,00 (estero)
Irene Giovacchini, Sara Guarducci,
Stefano Landi, Chiara Martinelli, Distribuzione e abbonamenti
Autorizzazione del Tribunale di Firenze
n. 3914 del 16.12.1989 Mattia Mercante, Luigi Orata, Centro Di
Iscrizione al Registro Operatori Anne Katrin Potthoff Sapia, Lungarno Serristori 35, 50125 Firenze
di Comunicazione n. 7257 Emanuela Spera, Chiara Valcepina, tel. 055 2342666 / fax 055 2342667
Associato all’Unione Stampa Mari Yanagishita edizioni@centrodi.it
Periodica Italiana www.centrodi.it
Sommario

Editoriale 7 L’Opificio e la sua attività nel 2016


Marco Ciatti

Contributi 15 I dieci Putti in fasce di Andrea della Robbia nel loggiato dell’Ospedale
degli Innocenti a Firenze. Anticipazioni sul restauro
Laura Speranza

40 Un fragile capolavoro. Nuove ipotesi dal restauro di un reliquiario mediceo


in vetro a lume
Valentina Conticelli, Mattia Mercante, Laura Speranza

71 Il restauro della grande tavola di Niccolò di Pietro Gerini nella chiesa


di San Carlo dei Lombardi a Firenze: tecnica esecutiva, stato di conservazione
e intervento di restauro
Marco Ciatti, Elena Bartolozzi, Francesca Bettini, Luigi Orata, Andrea Santacesaria,
Andrea Cagnini, Federica Innocenti, Carlo Galliano Lalli,
Giancarlo Lanterna, Maria Rizzi

105 La pala di Annibale Carracci nella Galleria Palatina. Proposte di lettura


e considerazioni tecniche derivate dal restauro
Marco Ciatti, Luisa Gusmeroli, Claudio Seccaroni, Carlo Galliano Lalli,
Giancarlo Lanterna, Federica Innocenti

130 Lo strano caso del Ritratto del cardinale Guido Bentivoglio di Antoon van Dyck
Marco Ciatti, Silvia Benassai, Oriana Sartiani

Note di restauro 150 ll restauro di tre manufatti islamici ageminati come caso studio. Metodologie
di pulitura e protezione dell’argento: introduzione di una tecnica dry
con gomme e considerazioni sui formulati protettivi
Giulia Basilissi, Annalena Brini, Andrea Cagnini, Cinzia Ortolani

162 Le applicazioni della tecnica delle correnti indotte (Eddy-Current) per la conservazione
e lo studio di manufatti metallici di valore storico-artistico
Stefania Agnoletti, Teresa Bruni, Andrea Cagnini, Monica Galeotti,
Simone Porcinai, Barbara Salvadori, Alessandra Santagostino Barbone

174 Le problematiche degli inchiostri metallo-gallici. Considerazioni e nuove tipologie


di applicazione a dieci anni dalla sperimentazione del fitato di calcio
Monica Galeotti, Letizia Montalbano, Emanuela Spera

184 La conservazione del legno: cura e prevenzione contro gli attacchi da insetti xilofagi.
Nuova formulazione a base di Permetrina “Sintrade PU (INDIA)”.
Applicazione del Sintrade PU su tessuto HTC
Marco Tarducci, Maria Rizzi, Isetta Tosini

193 Le indagini preliminari alla pulitura per immersione in soluzione acquosa


dell’arazzo La Battaglia di Roncisvalle
Isetta Tosini, Marta Cimò

203 Il recupero dell’Immacolata con i Santi Geminiano e Ubaldo con il ritratto


di Laura d’Este Pico di Sante Peranda dopo il sisma dell’Emilia Romagna
Silvia Benassai, Luigi Orata, Oriana Sartiani

220 Il Crocifisso di Antonio del Pollaiolo della basilica di San Lorenzo di Firenze.
Indagine sulla tecnica costruttiva e intervento di restauro di una scultura in sughero
Peter Stiberc, Rita Chiara de Felice

233 Un inedito Sant’Antonio da Padova di Anton Maria Maragliano dalla chiesa


di San Lorenzo a Quiliano, Savona
Maria Donata Mazzoni
244 Il restauro del busto di Santa Margherita, dalla cattedrale di Montefiascone
Clarice Innocenti, Cinzia Ortolani, Simone Porcinai, Mari Yanagishita

262 Il restauro di tre bustini in pietra dura provenienti dalla basilica insigne
dei Santi Apostoli e San Nazaro Maggiore di Milano
Riccardo Gennaioli, Francesca Toso, Sara Guarducci

273 Il restauro del paliotto in scagliola proveniente dalla cappella della Compagnia
delle Stimmate nella basilica di San Lorenzo a Firenze
Annalisa Innocenti, Chiara Martinelli, Luca Rocchi, Francesca Toso

279 I restauri in corso dell’Opificio delle Pietre Dure nel Museo Nazionale del Bargello
Maria Cristina Improta, Franca Sorella, Irene Giovacchini, Stefano Landi,
Anne Katrin Potthoff Sapia

291 Un paramento scultoreo antelamico. Fidenza, duomo di San Donnino


Maria Cristina Improta, Paola Franca Lorenzi, Barbara Zilocchi

298 I frammenti di intonaci dipinti provenienti dallo scavo archeologico della villa romana
di Vignale, Piombino (Li): un’esperienza didattica per la messa a punto dell’intervento
di restauro
Alberto Felici, Ottaviano Caruso, Anna Patera, Elisabetta Giorgi, Enrico Zanini

306 Esperienze didattiche nel settore Bronzi e armi antiche:


il restauro di un putto fontana e di un busto commemorativo
Maria Donata Mazzoni, Stefania Agnoletti, Chiara Valcepina, Elisa Bartolini,
Veronica Collina, Nicola Ricotta, Yunjoung Ra

316 Il microscavo in laboratorio. Esperienze recenti presso l’Opificio delle Pietre Dure
Annalena Brini, Stefano Casu, Anna Patera

323 La presenza dell’OPD nel web e nei social network. Genesi, uso e ostacoli
del restauro 2.0
Giancarlo Buzzanca

Tecniche artistiche 340 La doratura nelle tecniche artistiche


Carlo Galliano Lalli, Federica Innocenti

Attività dell’Opificio 350 Attività di conservazione dal 1 gennaio al 31 dicembre 2016


2016 a cura di Anna Mieli ed Elena Nazzari

Notiziario 372 Notizia del restauro dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari


Silvia Benassai, Marco Ciatti

373 Il pubblico del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure


Sandra Rossi

377 Un progetto di valorizzazione integrata del Museo e del Laboratorio di restauro


del settore Mosaico e commesso in pietre dure dell’Opificio
Clarice Innocenti, Anna Patera, Sandra Rossi, Francesca Toso

379 Ancora un anno del cantiere dell’Opificio nella Sala delle Asse nel Castello Sforzesco
di Milano
Cecilia Frosinini, Maria Rosa Lanfranchi

380 L’ITP International Training Project. Le nuove frontiere della Scuola


di Alta Formazione e di Studio
Letizia Montalbano

383 Scuola di Alta Formazione e di Studio. Tesi dell’anno accademico 2015-2016


Letizia Montalbano
L’Opificio e la sua attività nel 2016
Marco Ciatti
Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze

L’anno scorso, il 2015, si era idealmente chiuso con la voluta da chi scrive in occasione dei primi 40 anni del
giornata di studio organizzata per ricordare il ruolo moderno OPD (1975-2015) ha poi risposto con gran-
dell’Istituto e la sua attività nei tre campi d’azione del de passione e disponibilità la Fondazione Cassa di
restauro, della ricerca e della formazione e da quella Risparmio di Firenze, che ha promosso un progetto di
stessa indimenticabile giornata siamo ripartiti, con sostegno strutturale verso l’OPD, assolutamente ine-
rinnovato entusiasmo, per gli obiettivi futuri. La dito nel panorama nazionale per forma e per l’impe-
manifestazione del 13 novembre, per la quale sono gno profuso. Tale progetto, i cui contorni sono in via
grato a tutti i nostri autorevoli ospiti, ha nei mesi suc- di definizione sotto tutti i vari e complessi aspetti, ha
cessivi prodotto davvero dei buoni frutti. La stima e già ricevuto un’approvazione da parte del Ministero il
l’attenzione verso l’OPD manifestata dal Segretario 2 dicembre 2016 con la firma di un accordo quadro
Generale Antonia Pasqua Recchia e dall’allora Diret- che costituisce la premessa della nascita di un’apposita
trice Generale Educazione e Ricerca Caterina Bon si nuova Fondazione che collaborerà stabilmente con
sono poi concretizzate in una sostanziosa assegnazione l’OPD sulla base di una precisa convenzione. Dunque
per il funzionamento dell’Istituto, segnando una sorta si può ragionevolmente ritenere che questo generoso e
di record storico in questo campo, e di questo siamo lungimirante progetto possa presto divenire realtà,
particolarmente grati. Confidiamo che tali sentimenti producendo numerosi benefici effetti sulla vita del
verso l’OPD consiglino il superiore Ministero ad asse- nostro Istituto e per questo sono davvero molto grato
gnarci una buona parte dei 20 restauratori che il con- al Presidente Umberto Tombari e al Direttore Gabrie-
corso attualmente in atto porterà in Toscana. L’emor- le Gori. Anche le parole pronunciate dal Rettore del-
ragia di personale altamente qualificato è purtroppo l’Università di Firenze Luigi Dei, che ringrazio, alla
inarrestabile e sempre più ampia è la differenza tra la nostra giornata per i primi 40 anni di attività hanno
realtà e l’organico stabilito su carta nei documenti prodotto dei risultati concreti: è stato sottoscritto un
ufficiali e un limitato impatto su questa criticità è sta- accordo quadro tra l’Università e l’OPD per una più
to quello fornito dalla mobilità volontaria. Interpreto stretta collaborazione reciproca nella didattica, e la
però come una manifestazione di stima verso l’Istituto nostra SAFS potrà certo trarne dei miglioramenti nel-
il fatto che questi colleghi abbiano chiesto di trasferir- la qualità degli insegnamenti impartiti, nella ricerca e
si da noi e colgo l’occasione di questo editoriale per nei progetti sia nazionali che europei. In prospettiva
ringraziarli e per salutarli, augurando loro buon lavo- stiamo insieme sognando la possibilità di istituire con
ro. Non sto a segnalare quanti colleghi siano andati in il supporto delle due istituzioni fiorentine, e, per la
quiescenza, come si dice con un orrendo termine prima volta nel panorama italiano, un livello di for-
burocratico, nel corso del 2016, tutti di grande quali- mazione post laurea nel campo della conservazione,
tà professionale e umana. L’OPD li saluta e li ringra- così da completare il passaggio di questa nuova disci-
zia doppiamente, per quello che hanno dato all’Istitu- plina nell’ambito accademico degli studi. Anche la
to durante il loro fattivo servizio, e per l’aiuto che con- soddisfazione espressa per quanto sinora realizzato
tinueranno a fornire, dal momento che alcuni di loro insieme da parte del Presidente dell’Opera di Santa
hanno offerto una collaborazione volontaria, che ha Maria del Fiore Franco Lucchesi non ha rappresenta-
già dato positivi risultati. All’appello lanciato il 13 to una semplice affermazione verbale, ma si è imme-
novembre 2015 nel corso della giornata di studio diatamente tradotto nella richiesta di intervento sulla

7
Editoriale

terza porta del battistero, quella sud realizzata da “1. consulenza tecnico-scientifica (per prestiti a
Andrea Pisano, che nei primi mesi del 2016 è stata mostre; valutazione delle necessità di restauro delle
smontata e trasferita al Laboratorio di via degli Alfani, opere e predisposizione di una casistica in ordine di
nella stanza che ha già visto concludersi in precedenza urgenza; valutazione dei progetti di restauro/perizie
il restauro delle due porte bronzee di Lorenzo Ghiber- sottoposte alle Gallerie degli Uffizi da restauratori
ti. Nell’ambito di questa collaborazione l’8 giugno privati; ecc.);
2016 presso la Sala convegni dell’Opera si è tenuta 2. restauro in esecuzione diretta di opere afferenti alle
una giornata di studio sul restauro della porta nord di Gallerie degli Uffizi;
Ghiberti nella quale sono stati presentati i risultati del- 3. direzione tecnica di restauro affidato a esecutori
l’intervento e dei numerosi studi compiuti, soprattut- privati;
to sul versante della tecnica artistica e delle indagini 4. redazione di capitolato per gara di affidamento di
scientifiche. operazioni di restauro;
Oltre alle iniziative realizzate in qualche modo in 5. partecipazione alla commissione giudicatrice di
continuità con la giornata del 13 novembre 2015 va gara;
anche ricordato l’accordo quadro concluso con le 6. redazione scheda-tipo, conservativa, di catalogazio-
Gallerie degli Uffizi, fortemente voluto dal Direttore ne conservativa delle opere (in esposizione e in depo-
Eike Schmidt che ringrazio per la fiducia dimostrata sito) e condition report-tipo per mostre, sia per
nei confronti del nostro Istituto. Si tratta di confer- richieste di prestiti uscenti che per prestiti entranti in
mare e di conferire una veste giuridica nuova a un’an- occasione di mostre alle Gallerie degli Uffizi;
tica consuetudine per la quale i musei oggi afferenti 7. corsi di formazione e istruzione per dipendenti del-
alle Gallerie degli Uffizi hanno da sempre usufruito le Gallerie degli Uffizi qualificabili come corrieri per
delle competenze dell’OPD per i problemi conserva- le mostre;
tivi delle loro sterminate collezioni d’arte. Dalla Pri- 8. collaborazione alla creazione di un elenco di
mavera di Botticelli (1982) alla Madonna del Cardel- restauratori accreditati, sulla base dei criteri attual-
lino di Raffaello (2008), tanto per citare alcuni cele- mente in vigore per la definizione dei restauratori dei
bri esempi del passato più lontano e più vicino a noi, Beni Culturali, nelle more delle procedure per l’Ac-
per arrivare sino agli interventi attualmente in corso creditamento;
sull’Adorazione dei Magi di Leonardo e sulla Madon- 9. consulenza e creazione di un elenco di professiona-
na dell’Impannata di Raffaello, questo rapporto è sta- lità per attività finalizzate alla disinfestazione, alla rile-
to importante e ha portato frutti assai interessanti per vazione e progettazione di un sistema di controllo cli-
entrambe le parti che hanno segnato la storia del matologico degli ambienti espositivi, di deposito e di
restauro moderno a Firenze. Infatti, per quanto manutenzione afferenti alle Gallerie degli Uffizi;
l’OPD sia un Istituto Centrale e dunque abbia una 10. collaborazione alla progettazione tecnica di
valenza nazionale, è altrettanto innegabile che esista ambienti idonei e a norma di sicurezza da dedicare ad
un legame speciale con il patrimonio artistico della attività di manutenzione;
città di Firenze, e più in particolare con quella colle- 11. consulenza climatologica e antisismica delle futu-
zione di lontana origine granducale, nella quale re vetrine espositive”.
affonda le sue radici lo stesso Istituto. La manifattura Come si può constatare nulla di quanto elencato può
di corte, la ‘galleria dei lavori’, poi rinominata Opifi- ragionevolmente far ritenere che l’OPD abbia voluto
cio delle Pietre Dure in epoca lorenese, da un lato, e con quest’intesa eliminare o sostituirsi alla platea di
la tradizione di manutenzione e cura della collezione ditte di restauro che tradizionalmente collaborano
granducale dei dipinti poi trasformata nel moderno con tali musei, come qualcuno ha ritenuto di poter
concetto di laboratorio di restauro intorno al 1932, interpretare. L’OPD non è un’impresa che intende
dall’altro, rappresentano infatti le nostre radici e nul- fare concorrenza alle altre, ma un Istituto in cui l’alta
la di più naturale era per noi stringere quest’accordo operatività su un numero limitato di opere è al servi-
con le attuali Gallerie degli Uffizi. Gli scopi dell’ac- zio delle attività di studio e ricerca nel campo della
cordo sono chiaramente indicati nel testo: conservazione, nonché di formazione di nuove leve di

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Editoriale

restauratori. È dunque perfettamente naturale che mentali per la realizzazione di grandi progetti di
due istituzioni dello stesso Ministero collaborino tra restauro, quali quelli riguardanti le tre porte bronzee
loro per un interesse pubblico quale la migliore con- del battistero di Firenze, la serie dei tondi robbiani
servazione di un patrimonio artistico così eccelso. Sia- dello Spedale degli Innocenti oppure l’incredibile
mo assai legati ai nostri diplomati, che rappresentano recupero dell’Ultima Cena di Giorgio Vasari. Dunque
oggi la maggior parte della fascia più qualificata di la possibilità di fornire l’aiuto dell’Istituto a vari livel-
restauratori presenti a Firenze, e riteniamo sincera- li e in diversi momenti che era sempre esistita con le
mente, anche per aver ricevuto in passato direttamen- amichevoli continue richieste di aiuto o di consiglio è
te da loro le segnalazioni delle criticità esistenti nelle adesso collocata all’interno di un quadro riconosciuto
modalità di organizzazione e di conduzione dei e trasparente, più adeguato con i tempi odierni, e sia-
restauri, di poter fornire alle parti un contributo, mo grati al Direttore Schmidt per aver voluto ricono-
sempre nel superiore interesse delle opere d’arte coin- scere, anche tangibilmente, questo nostro impegno.
volte. Come ricordato nella giornata di studio del Tuttavia, un argomento più di tutti gli altri merita di
2014, dedicata proprio ai nostri allievi, passati e pre- essere considerato centrale in quest’anno 2016: si
senti, Professione restauro: le esperienze dei diplomati tratta dei 50 anni trascorsi dalla grande alluvione di
dell’Opificio delle Pietre Dure, essi rappresentano un Firenze del 1966, che tanto ha segnato la storia del
importante strumento per la diffusione delle metodo- nostro Istituto. Tale stretto legame deriva dalla facile
logie di intervento dell’OPD e ne assicurano la tra- constatazione per cui senza tale catastrofe, probabil-
smissione al futuro, oltre che essere divenuti fonda- mente, non esisterebbe un Istituto con la struttura

1. Gruppo di lavoro nel Laboratorio della Fortezza, davanti


all’Ultima Cena di Giorgio Vasari.

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Editoriale

del moderno OPD. Come è ben noto, infatti, il pro- tamente, e delle capacità professionali dei restaurato-
tagonista degli interventi di restauro ai dipinti dopo ri, interni ed esterni, la sfida è stata alfine vinta con
l’alluvione fu il Laboratorio della Fortezza, diretto da un lavoro di quasi dieci anni, e il 4 novembre, in
Umberto Baldini, ma che dipendeva dalla Soprinten- occasione dei 50 anni dell’alluvione, l’opera è stata
denza fiorentina, allora guidata da Ugo Procacci, restituita al Museo di Santa Croce (fig. 1). Siamo lie-
grande esperto di restauro e protagonista della sua ti e onorati che a fare festa insieme a noi per il recu-
storia dagli anni trenta in poi. L’atmosfera di mag- pero di questo dipinto siano volute intervenire le
giore attenzione verso il patrimonio culturale e la massime autorità del nostro Paese, il Presidente della
consapevolezza di dover avere strumenti più forti per Repubblica Sergio Mattarella, e il Ministro Dario
poter affrontare problemi così enormi, spinsero il Franceschini. La cerimonia organizzata dall’Opera di
nostro Paese a creare un Ministero apposito per i Santa Croce e da Prada, che ringrazio nelle persone di
Beni Culturali e in questo clima, con il sostegno di Irene Sanesi e di Patrizio Bertelli, ha visto una gran-
Giovanni Spadolini, protagonista di questa svolta, de partecipazione delle autorità e del pubblico fio-
Umberto Baldini riuscì a separare il grande Labora- rentini, desiderosi di rivedere questo dipinto dopo 50
torio dalla Soprintendenza, a fonderlo con l’antico anni di assenza. Per chi scrive si tratta letteralmente
Opificio e porre le basi per la creazione di un Istitu- della realizzazione di un sogno, un sogno reso realtà
to di conservazione, passando gradualmente dall’im- grazie alla sinergia tra le tre mission dell’OPD, ope-
postazione del laboratorio di servizio di una Soprin- ratività, ricerca e formazione, e alle capacità e com-
tendenza a quella di un Istituto specialistico, con la petenze del Laboratorio. Davvero ci si augura che
creazione successiva del Laboratorio scientifico e del- una struttura capace di un risultato di questo tipo
la Scuola per restauratori. Nella mostra del 1982 possa uscire al più presto da questa condizione di
Metodo e Scienza, Operatività e ricerca nel restauro, progressivo indebolimento e possa continuare nel
Baldini mostrava i primi risultati del suo grande lavo- tempo a operare per il patrimonio artistico naziona-
ro, e determinava una linea metodologica di impo- le. Per ricordare l’alluvione in maniera non retorica,
stazione per l’attività del suo Istituto che lo scrivente ma come tema di dibattito storico, per le sue profon-
condivide in pieno. Tra le opere danneggiate dall’al- de conseguenze sulla storia del restauro a Firenze,
luvione un posto di rilievo per l’estrema gravità del l’OPD ha organizzato, in collaborazione con gli Ami-
danno lo meritano senz’altro i dipinti su tavola. La ci dell’Opificio, a partire dal 20 aprile e con la dura-
loro natura composita di supporto ligneo, strati pre- ta prevista di un anno, un ricco ciclo di conferenze 50
paratori e pellicola pittorica, che reagiscono diversa- anni dopo: 1966-2016. Alluvione, opere d’arte, restau-
mente all’assunzione di acqua, provoca problemi di ri (fig. 2) che hanno trattato sia di singoli interventi
decoesione e di perdita di adesione, che possono met- di restauro, fra tutti quello recente sulla celebre Mad-
tere in discussione la sussistenza stessa del dipinto. dalena di Donatello, sia temi di più ampio respiro,
Per questo sin dall’inizio il Laboratorio della Fortez- quali l’inedita campagna fotografica compiuta dal
za si è confrontato con questi problemi, cercando Gabinetto Fotografico Nazionale o la recezione del-
costantemente un miglioramento del proprio inter- l’alluvione nei media internazionali, oppure ancora la
vento e una riduzione della sua invasività. Nel 2004 testimonianza diretta di un restauratore norvegese
l’OPD, che stava preparando la restituzione a Santa accorso in aiuto di Firenze, Erling Skaug, da allora
Croce di ben otto dipinti alluvionati finalmente divenuto un amico del nostro Istituto, ricevendo
restaurati, fu incaricato di affrontare il complesso un’ottima risposta da parte del pubblico.
problema costituito dall’Ultima Cena di Giorgio Sul versante dell’attività di restauro il 2016 ha visto
Vasari, rimasto a lungo nei depositi perché ritenuto alcuni importanti progetti di conservazione. Non si
difficilmente restaurabile, se non addirittura di può non ricordare che in un tempo assai breve sono
impossibile recupero. Grazie al costante sostegno del stati restaurati i dieci tondi robbiani dello Spedale
nostro Ministero, dell’aiuto di vari altri soggetti qua- degli Innocenti, in occasione della riapertura del suo
li la Protezione Civile, la Getty Foundation e infine riallestito museo. Anche in questo progetto fonda-
Prada tramite il FAI in un primo tempo e poi diret- mentale è stato il ruolo di un gruppo di diplomati,

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Editoriale

sapientemente coordinati dalle responsabili del setto-


re. Il mirabile recupero sia estetico sia strutturale, che
ha visto anche l’impiego di una tecnologia innovativa,
a base di fibra di carbonio, per il contenimento mec-
canico in sicurezza delle varie parti costitutive di ogni
tondo, ha rischiato però di essere messo in pericolo
dall’iniziale decisione di ricollocarli tutti indiscrimi-
natamente all’aperto. I ben noti fenomeni di degrado
non avrebbero tardato a colpire le terrecotte smaltate
vecchie quasi sei secoli. La questione del dibattito tra
la ricollocazione delle opere in situ e della sostituzio-
ne con copie, oggi rese più facili e sicure per il miglio-
ramento delle tecniche di ripresa in 3D, è ben nota e
vede una contrapposizione dialettica tra l’innegabile 2. L’invito alla prima di una serie di conferenze organizzate
dall’Opificio nell’ambito delle celebrazioni per ricordare
valore del legame dell’opera con il suo contesto origi- il cinquantenario dell’alluvione di Firenze del 1966.
nario, per il quale essa era stata pensata, e quello,
altrettanto irrinunciabile, della conservazione della
materia costitutiva dell’opera stessa. Ci si dimentica visione consumistica e decadente del bene culturale,
talvolta della caratteristica intrinseca delle opere di l’opera stessa, mettendo così a rischio la sua trasmis-
arte figurativa per cui tutti i valori immateriali, e cioè sione al futuro, che rappresenta uno dei compiti fon-
i contenuti, i valori, i significati, esistono solo e sol- damentali del lavoro di chi si occupa di tutela, come
tanto finché sussiste la materia di cui sono costituiti, già affermava a fine Seicento l’abate Bellori. Ho tro-
con l’evidente corollario che ne deriva e cioè che ogni vato perciò molto saggia la recente decisione del
alterazione e ogni perdita di tale materia rappresenta Soprintendente Andrea Pessina che ha destinato a una
in maniera inevitabile e irreversibile un’alterazione e collocazione interna i due tondi in peggiori condizio-
una perdita dei significati dell’opera stessa. Dunque ni predisponendo un’attività di monitoraggio che
trovo assai superficiale ridurre il dibattito a una con- possa così avvalersi del confronto delle condizioni tra
trapposizione tra favorevoli e contrari all’una o all’al- i due gruppi di opere, quelle ricollocate nel proprio
tra posizione che spesso tenta di rivestirsi di contenu- contesto architettonico e quelle collocate nel percorso
ti ideologici, ma che altrettanto spesso ricalca un museale. Sarà così possibile una comparazione reale
dibattito ormai da tempo approfondito. Credo che il che suggerirà i necessari provvedimenti futuri da assu-
restauro debba compiere ogni possibile sforzo per mere di comune accordo.
mantenere le opere nel luogo originario di collocazio- Un altro gruppo di diplomati ha affiancato i restaura-
ne, assumendo all’interno del proprio progetto di tori del settore dei Bronzi iniziando l’intervento sulla
intervento anche una cospicua parte di elementi di porta sud, opera trecentesca di Andrea Pisano, rima-
prevenzione verso i futuri possibili danni, e di manu- sta sempre un po’ in ombra rispetto ai due straordi-
tenzione, ma non sempre e non in tutte le condizioni nari capolavori con cui Ghiberti occupa una posizio-
ciò è concretamente realizzabile, come nel caso delle ne centrale in tutta la produzione artistica fiorentina
opere conservate all’aperto, per le quali non esiste della prima metà del Quattrocento. Anch’essa alle
ancora una ‘vernice’ miracolosa di protezione. Appare indagini compiute ha iniziato a rivelare la sua natura,
allora in piena evidenza che, proprio secondo l’assio- i suoi problemi e su questi si sta indirizzando il nostro
ma brandiano, solo superiori esigenze di conservazio- intervento, basato su una metodologia tecnica ben
ne possono giustificare la rimozione di un’opera dal collaudata. Sarà interessante il confronto tecnico tra
suo sito storico, e la ragione, al di là delle opinioni, sta l’opera di Andrea Pisano, e dei suoi collaboratori, con
tutta nella valutazione tecnica sull’esistenza o meno di quelle di Ghiberti, abilissimo a nascondere e a risol-
perdite della materia. In tal caso non dobbiamo sacri- vere problemi di ogni tipo. In scala assai minore, ma
ficare per il nostro edonismo attuale, tipico di una non meno interessante è stato l’intervento del settore

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Editoriale

Oreficeria alla Santa Margherita di Antiochia della che i vari settori operativi stanno conducendo con
cattedrale di Montefiascone, provvista di un minac- mirabile impegno e con appassionata dedizione, ma
cioso drago che l’avvolge con le sue spire, realizzata da gli eventi accorsi il 24 agosto nell’Italia centrale ci
un orafo senese del XV secolo. Il suo complesso hanno portato a dover fornire il contributo dell’OPD
restauro ha potuto affrontare e risolvere problemi per il recupero e la salvaguardia dei beni culturali
estetici e strutturali di seria entità, restituendo l’opera danneggiati da quel terribile e luttuoso sisma. Siamo
all’ammirazione del pubblico, come è avvenuto con tutti rimasti profondamente impressionati dal tragico
l’esposizione temporanea presso il Museo dell’OPD evento e, avendo già vissuto di recente analoghe situa-
dal 27 maggio al 2 luglio, nell’ambito della serie di zioni nel 2009 all’Aquila e nel 2012 in Emilia, abbia-
brevi presentazioni denominata “Effetto Restauro”. mo cercato di mettere al servizio delle Soprintenden-
In attesa della presentazione nella prossima primave- ze locali, nell’ambito della nostra presenza nel-
ra dell’intervento in corso sull’Adorazione dei Magi di l’UCCN, la nostra esperienza. Dalla fine di settembre
Leonardo, il settore Dipinti mobili ha avuto un anno due o tre restauratori dell’Istituto sono stati presenti a
denso di impegni su opere tra le quali meritano una settimane alterne presso il deposito di Cittaducale, e
menzione per il particolare significato sia dell’opera si ringrazia la Scuola Centrale del Corpo Forestale
sia delle problematiche conservative, il Ritratto del dello Stato per l’ospitalità, collaborando anche ai
cardinal Bentivoglio di Antoon Van Dyck, celebre nel- necessari recuperi agli ordini dei Vigili del Fuoco e
la storia del restauro per essere stato sottoposto a Pari- Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale con il coor-
gi durante le requisizioni napoleoniche a un comples- dinamento della Protezione Civile. Le immagini e i
so trasporto del colore, da tela a tela, casistica assai racconti riportati dai colleghi hanno confermato la
rara, e per questo l’opera e i risultati del progetto convinzione dello scrivente che la maggior opera pos-
saranno presenti su questo stesso numero della rivista sibile di conservazione preventiva del patrimonio arti-
dell’Istituto. Contemporaneamente sono in corso stico, oggi possibile, sarebbe costituita dalla messa in
interventi su altri due capolavori della Galleria Palati- sicurezza del territorio: i terremoti e l’alluvione di
na, la Madonna dell’Impannata di Raffaello e la Firenze, che quest’anno si ricorda, hanno nell’insieme
Madonna della Cesta di Rubens, oggetto entrambi di provocato più danni al patrimonio artistico di qua-
una difficile pulitura. Il 25 marzo sono poi stati pre- lunque altra fonte di degrado. Con l’estensione del
sentati, dopo il restauro compiuto dal nostro Istituto, sisma alle zone più settentrionali dell’Umbria e delle
gli affreschi straordinari di Paolo Uccello del Chiostro Marche, l’OPD, in accordo con l’UCCN e i colleghi
Verde di Santa Maria Novella. Si tratta di un’impor- dell’ISCR, ha preso contatti con gli uffici della tutela
tante operazione di ‘ri-restauro’ di questo ciclo inte- dell’Umbria per convogliare in quella regione le pro-
ramente strappato in passato, che pone oggi numero- prie possibilità d’aiuto. La presenza del deposito del
si problemi conservativi, i cui risultati saranno pre- Santo Chiodo potrà consentire di allestirvi un labora-
sentati con un’apposita pubblicazione. È proseguita torio che operi per la schedatura conservativa, il pron-
anche nel 2016 l’attività di restauro dello straordina- to intervento e l’immagazzinamento in sicurezza del-
rio patrimonio di modelli botanici in cera del Museo le migliaia di beni artistici colpiti, in modo che in
di Storia Naturale di Firenze, eseguite nei laboratori futuro la Soprintendenza locale possa procedere con
dell’OPD con la collaborazione di restauratori diplo- la fase successiva dell’affidamento a ditte per il restau-
mati che hanno nel tempo acquisito un’eccezionale ro. Si cercherà così di replicare il modello operativo
specializzazione in questo particolare settore d’inter- già compiuto presso la Reggia di Sassuolo che ha con-
vento. A fine anno, il 22 dicembre 2016, sette model- sentito di conseguire brillanti risultati. Questo nostro
li botanici in cera sono stati presentati dopo il restau- progetto, in via di realizzazione in accordo con la
ro ed esposti nel Museo dell’Istituto nell’ambito delle Soprintendenza e il Segretariato Regionale, e ringra-
già ricordate esposizioni “Effetto Restauro”, attirando zio Luisa Montevecchi e Marica Mercalli per l’ami-
l’attenzione del pubblico su questa strepitosa produ- chevole collaborazione, si è incontrato con la volontà
zione e sulle sue urgenze conservative. della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze di
Tanti altri sono i progetti di conservazione e restauro intervenire a sostegno del patrimonio artistico dan-

12
Editoriale

neggiato dal sisma nell’Umbria. Si è così raggiunta ce Innocenti che salutiamo con affetto e gratitudine
un’intesa per cui la Fondazione incaricherà un grup- avendo da poco lasciato per pensionamento questo
po di giovani diplomati dell’OPD di presidiare per un Istituto, ma che continuerà a collaborare in maniera
anno tale deposito, operando sotto la guida dell’Isti- volontaria, consentendoci di poter usufruire delle sue
tuto e della Soprintendenza, così da assicurare quella elevatissime competenze. Colgo l’occasione per ricor-
presenza che le scarse forze interne dell’OPD non dare che in questo avvicendamento di ruoli e di con-
avrebbero potuto assicurare. seguenti incarichi il Museo, il settore dell’Oreficeria e
Anche sul fronte della disseminazione dei risultati quello del Mosaico e Commesso di pietre dure hanno
delle nostre attività, o della valorizzazione secondo i cambiato direttore e sono lieto di dare il benvenuto in
due possibili punti di vista, si può ricordare che il set- queste nuove funzioni alle colleghe Sandra Rossi e
tore dei Materiali lapidei ha pubblicato, nella collana Anna Patera, con la certezza che la loro competenza e
‘Problemi di conservazione e restauro’, il resoconto il loro impegno consentiranno all’OPD di conseguire
del suo grande cantiere bolognese dal titolo Il restau- risultati sempre migliori. Nell’ambito della storica
ro dei portali di San Petronio a Bologna. Studi e appro- collaborazione con Firenze Fiera e Pitti Immagine, i
fondimenti, che ha rappresentato una straordinaria cui eventi si collocano all’interno dello stesso com-
occasione di una più approfondita conoscenza di tali plesso della Fortezza da Basso, è stato stretto un inte-
gruppi scultorei sia sotto il profilo storico-artistico ressante accordo per l’uso espositivo di alcuni locali
che sotto quello tecnico e conservativo. A sua volta il secondari dell’OPD che prevede anche una divulga-
settore Dipinti mobili ha pubblicato nella stessa col- zione dell’attività e del ruolo dell’Istituto nei con-
lana tutti i dati relativi all’intervento sul Dossale di fronti di un vastissimo e selezionato panorama inter-
San Zanobi, attribuito al Maestro del Bigallo e già nazionale di imprenditori della moda. Nutrita, come
riconsegnato al Museo dell’Opera di Santa Maria del sempre, è stata la partecipazione dell’OPD ai due
Fiore in occasione della sua riapertura. L’opera costi- principali Saloni del restauro italiano, quelli di Ferra-
tuisce la più grande tavola che si conosca il cui sup- ra e di Firenze, con una presentazione antologica dei
porto è scavato per ricavare le cornici dal pieno, più interessanti interventi recentemente compiuti, la
secondo l’antica tecnica bizantina, applicata però di presentazione dei libri realizzati e la partecipazione a
solito a opere di dimensioni molto più contenute. numerosi momenti di dibattito e di riflessione. Siamo
L’intervento, oltre allo studio della tecnica antica, si è lieti che anche quest’anno il premio promosso dai
confrontato con un restauro degli anni trenta del Friends of Florence sia stato assegnato, durante la fie-
nostro stesso Laboratorio, interessante perché rappre- ra di Firenze, allo studio di cui è titolare una nostra
senta uno dei primi casi di integrazione non rico- diplomata, e mi congratulo con Simonetta Brandoli-
struttiva presenti a Firenze. In occasione della restitu- ni d’Adda per questa bella iniziativa divenuta ormai
zione a Santa Croce del già ricordato dipinto dell’Ul- un’importante realtà per le positive ricadute nell’am-
tima Cena di Giorgio Vasari è stato pubblicato un bito della conservazione dei beni culturali.
ulteriore volume ancora nella citata collana, Dall’allu- Anche sul fronte dell’attività della formazione il 2016
vione alla rinascita: il restauro dell’Ultima Cena di è stato un anno assai impegnativo, con una nuova
Giorgio Vasari. Santa Croce cinquant’anni dopo (1966- classe di diplomati e un’altra in ingresso, nel quarto
2006). Inoltre, nell’ambito della collana ‘Storia e teo- PFP, e cioè quell’insieme di settori che vede raccolte
ria del Restauro’ della casa editrice Edifir - Edizioni le opere su bronzo, l’oreficeria, la terracotta e la glit-
Firenze, è in corso di pubblicazione il volume Da tica. Si tratterà di un corso impegnativo poiché tali
Cimabue a Vasari. Repertorio delle opere d’arte alluvio- laboratori sono piuttosto sguarniti di restauratori
nate dagli Archivi dell’Opificio delle Pietre Dure, dove, interni e sarà necessario coinvolgere vari docenti
a seguito di una capillare ricognizione, sono state cen- esterni e nostri diplomati per l’attività pratica, secon-
site le opere di cui è rimasto traccia documentaria dal do le procedure previste. Nell’autunno di quest’anno
1966 a oggi. Rimane da ricordare, infine, la pubbli- si è anche dato inizio all’attività dei corsi internazio-
cazione del decimo volume delle Antologie di ‘OPD nali promossi dal nostro Ministero nell’ambito della
Restauro’, dedicato al settore Arazzi, curato da Clari- politica culturale del nostro Paese e ci sono state le

13
Editoriale

prime presenze di restauratori dall’Argentina, dalla


Spagna e dalla Bosnia, ampliando così il raggio d’a-
zione del nostro Istituto nel settore della formazione.
A tale proposito è interessante ricordare anche la
richiesta di una collaborazione per la costituzione di
un laboratorio di restauro dei mosaici presso il Museo
Nazionale della Serbia a Sarajevo, mediata dalla
nostra Ambasciata che lascia intravedere ulteriori pos-
sibili scenari di collaborazione con il National Coun-
cil for Culture, Arts and Letters.
Il Museo dell’OPD ha vissuto in questo 2016 un par-
ziale, ma interessante rinnovamento con il riarredo
della biglietteria-bookshop e la creazione di un punto
informativo con uno spazio per il pubblico per poter
fruire di una postazione multimediale che aiuterà nel-
la comprensione delle antiche produzioni in pietre
dure e nella lettura delle opere del museo e per pre-
sentare di volta in volta materiali connessi con l’atti-
vità di restauro compiuta dai vari settori operativi,
legando sempre più la storia con il presente e il futu-
ro dell’Istituto.
Infine, a causa dell’avvicendarsi alla guida della Dire-
zione Generale Educazione e Ricerca, ringraziamo
Caterina Bon Valsassina per la sua attenzione e per
l’impegno a favore dell’OPD e salutiamo Francesco
Scoppola con il quale, siamo certi, potremo conti-
nuare nell’attuale fattiva collaborazione.

14
Le problematiche degli inchiostri metallo-gallici.
Considerazioni e nuove tipologie di applicazione
a dieci anni dalla sperimentazione del fitato di calcio
Monica Galeotti, Letizia Montalbano, Emanuela Spera

Introduzione Heritage di Amsterdam e dall’Università di Lubiana,


L’Opificio delle Pietre Dure, grazie all’erogazione del- che per primi hanno utilizzato il fitato di calcio quale
la Borsa di Studio “Marchese Giuseppe Roi”, assegna- trattamento specifico dell’inchiostro metallo-gallico.4
ta per l’anno 2015 a Mattia Mercante1 e Emanuela Il fitato di calcio è un sale dell’acido fitico, un chelan-
Spera, ha avuto la possibilità di intervenire su un’im- te capace di complessare gli ioni ferro e rame in ecces-
portante opera grafica proveniente dai Musei Civici so nell’inchiostro che sono responsabili dell’azione
di Vicenza, la Pianta del territorio e del teatro Olimpi- ossidativa delle catene cellulosiche, la cosiddetta rea-
co, di autore anonimo, risalente al 1585, completa- zione Fenton. Tale reazione avviene in ambiente acido
mente eseguita a penna e pennello, con inchiostro (condizione che per molto tempo è stata erroneamen-
bruno, metallo-gallico. Il disegno, in condizioni par- te considerata la sola causa responsabile della corro-
ticolarmente precarie, a causa di vari fattori di degra- sione degli inchiostri), dato dalla presenza dell’acido
do ma principalmente per la natura del medium gra- solforico che si sprigiona dalla reazione chimica
fico, che ha provocato la corrosione di gran parte dei durante la formazione dell’inchiostro. Un inchiostro
tratti, è stato restaurato nel laboratorio di restauro non ben bilanciato (che ha quindi un eccesso di parte
Materiali cartacei e membranacei tra il gennaio e giu- minerale – ferro e rame) è destinato a degradare e pre-
gno 2016.2 Tale intervento ha rappresentato anche sentare i tipici aloni bruni fino alla corrosione del
l’occasione per riprendere una ricerca iniziata dieci foglio.
anni fa con una tesi di diploma sul restauro di quat- La sperimentazione aveva utilizzato campioni di carta
tordici disegni a inchiostro metallo-gallico di Luca con inchiostri il più possibile simili ai disegni del
Cambiaso provenienti da Palazzo Rosso a Genova.3 Il Cambiaso, analizzati con XRF. I cinque provini erano
degrado di tale tipologia di inchiostri è infatti uno dei stati divisi in tre parti, di cui una non trattata, la
problemi che più preoccupa gli studiosi nel campo seconda trattata per immersione e la terza per nebu-
della conservazione del patrimonio librario, archivi- lizzazione. I campioni erano stati quindi esposti per 7
stico e grafico. Il danno, ossia la corrosione fino alla giorni a radiazioni UV e successivamente posizionati
perdita dei tratti sulla superficie cartacea, è ovviamen- per 5 giorni in stufa a 60°C. Prima e dopo l’esposizio-
te molto grave sia nel caso di documenti che di dise- ne erano state eseguite le analisi colorimetriche, XRF,
gni e spesso irreparabile. Questo caso specifico ha misurazione del pH e Fe-test strips, che avevano
permesso di perfezionare l’analisi del trattamento spe- dimostrato l’efficacia del trattamento.
rimentato nel 2006 con il fitato di calcio, analizzando
i campioni della sperimentazione pregressa e la sua
applicazione con ottimi risultati sui tratti grafici del Risultati e analisi a dieci anni dal trattamento
prezioso studio architettonico. A dieci anni dal trattamento sono state ripetute le
[Letizia Montalbano] stesse analisi sui campioni di allora, in modo da valu-
tare l’efficacia del trattamento nel tempo e se vi fosse
stata una differenza evidente di avanzamento di
La sperimentazione del 2006 degrado tra i campioni trattati e non. I campioni nel
La sperimentazione del 2006 era nata sulla base degli corso dei dieci anni (2006-2016) sono stati conserva-
studi condotti dal Netherlands Institute for Cultural ti in cartelline di carta durevole per la conservazione

174
Note di restauro

(Barriere della ditta Canson), all’interno di una cas- Risultati e conclusioni della sperimentazione
settiera metallica e in condizioni termo-igrometriche del fitato di calcio
ideali per la conservazione, pertanto l’eventuale Già ad occhio nudo i campioni non trattati appaiono
degrado sarebbe stato da imputare solo a fattori inter- invecchiati in maniera molto differenziata rispetto ai
ni della carta e degli inchiostri. Oltre alle riprese a campioni trattati con fitato di calcio: nell’immagine
luce visibile e al microscopio, sono state eseguite le (fig. 1) si vede un provino invecchiato artificialmente
misurazioni di pH, le analisi con le Fe-test strips e le nel 2006, dopo l’invecchiamento naturale di dieci
analisi colorimetriche. anni: è evidente come la parte trattata si sia mantenu-
ta meglio e la carta appaia meno bruna, elastica e resi-
stente anche al tatto e alla piega.
I campioni sono stati analizzati al microscopio per
verificare l’eventuale presenza di residui di sali sulla

1. Provino a dieci anni dal


trattamento: a sinistra la parte
non trattata, al centro trattata
per immersione e a destra
trattata per nebulizzazione.

175
Note di restauro

2. Ingrandimento
al microscopio:
anche sul
campione non
trattato, sono
evidenti piccoli
cristalli bianchi.

superficie cartacea e lungo il tratto di inchiostro e


rilevare una eventuale differenza dovuta alle due 3. I risultati delle Fe-test strips dimostrano l’efficacia del trattamento a
modalità di applicazione (rimaneva il dubbio che i distanza di anni.
sali non venissero eliminati totalmente nel trattamen-
to per nebulizzazione nel quale non vi era risciacquo, contatto con l’inchiostro metallo-gallico rilevano la
ma solo una seconda nebulizzazione su tavolo a bassa presenza degli ioni Fe2+ (e Fe3+) liberi, virando al ros-
pressione). Dalle immagini al microscopio (fig. 2) so. Abbiamo effettuato l’analisi sui campioni trattati e
sono evidenti piccoli cristalli bianchi distribuiti omo- non trattati e riportiamo i risultati in figura 3.
geneamente su tutti i campioni, anche su quelli non Anche le analisi colorimetriche sui campioni che ave-
trattati. Pertanto eventuali residui di sali di fitato di vano subito anche l’invecchiamento artificiale hanno
calcio sulla superficie cartacea non sembrano interagi- dato buoni risultati, come si riporta in tabella 2.6
re nel tempo né con la carta, né con gli inchiostri, né In particolare, dai dati rilevati (i valori rappresentano
virare o alterarsi e creare danno. la media di cinque punti per campione) si evidenzia
Si riportano in tabella 1 i valori di pH misurati sui che i campioni trattati per immersione risultano più
cinque campioni; sono evidenti nelle parti trattate per luminosi rispetto ai campioni non trattati, confer-
immersione valori di pH più alti. mando l’impressione che si aveva ad occhio nudo e la
L’analisi con le Fe-test strips è un’analisi indicativa validità del trattamento.
molto efficace e veloce che ci permette di individuare Il fitato di calcio è risultato essere un buon prodotto
oltre alla natura degli inchiostri anche lo stato di da utilizzare nel trattamento di arresto dell’azione di
degrado; tra le analisi che abbiamo a disposizione è la corrosione degli inchiostri metallo-gallici. Sia durante
più utile e quella che maggiormente indica lo stato la sperimentazione del 2006 che in questa fase succes-
conservativo attuale e futuro dell’inchiostro.5 Si tratta siva di verifica, i risultati sono stati più che soddisfa-
di cartine tornasole imbevute di un reagente che a centi sotto tutti i punti di vista e non sono state

Immersione Nebulizzazione Non trattati L* a* b*

Campione 1 5,8 4,3 4,1 2 Non trattato 84,5 1,94 18,24


2 Immersione 88,03 0,68 14,85
Campione 2 5,5 4,5 4,2
2 Nebulizzazione 85,80 1,27 16,57
Campione 3 4,9 4,6 -
5 Non trattato 88,69 0,62 17,05
Campione 4 5,5 5,0 4,8 5 Immersione 90,99 -0,20 13,01
Campione 5 5,6 5,0 5,0 5 Nebulizzazione 90,43 -0,01 13,44

Tabella 1. Valori di pH misurati sui campioni invecchiati artificialmente, Tabella 2. Valori di L*, a* e b* dei campioni invecchiati artificialmente,
dopo dieci anni di invecchiamento naturale. dopo dieci anni di invecchiamento naturale.

176
Note di restauro

4. Anonimo, Pianta del territorio e del teatro Olimpico, 1585, L’opera in restauro: il disegno dei Musei Civici
435x580 mm. Vicenza, Musei Civici. Prima del restauro.
di Vicenza
riscontrate problematiche evidenti né durante l’appli- L’occasione che ha permesso di riprendere la ricerca è
cazione né nel corso del tempo. I campioni appaiono stata il restauro della Pianta del territorio e del teatro
meglio conservati e la carta è meno ossidata rispetto ai Olimpico di Vicenza, un disegno a inchiostro metallo-
campioni non trattati, la corrosione non è avanzata e gallico su carta, in pessime condizioni conservative
non sono praticamente presenti ioni Fe liberi; il pH (fig. 4). Il foglio, conservato per lungo tempo piegato
presenta valori più alti; infine non è stata rilevata una in sedici parti, presentava le due pieghe ortogonali
differenza a livello microscopico di residui lasciati sul- centrali quasi completamente strappate e tenute insie-
la superficie cartacea tra le due differenti tipologie di me solo da qualche lembo di carta. In data imprecisa-
applicazione. Si può considerare il trattamento per ta, forse per rinforzare l’opera, il disegno era stato
immersione pienamente efficace, ma non sempre applicato parzialmente ad un supporto di carta verga-
applicabile, mentre il trattamento per nebulizzazione ta. La principale e più evidente causa di degrado era
un po’ meno efficace ma più rispettoso dell’opera. però a danno del tratto grafico: in diversi punti del
foglio infatti, il medium aveva perforato il supporto
cartaceo causando lacune e perdita di materia, aloni
bruni tipici e un generale infragilimento delle fibre
cellulosiche. L’inchiostro metallo-gallico, che presen-
tava il tipico danno causato dalla natura acida e dal-

177
Note di restauro

5. Ingrandimento Progetto di restauro e utilizzo di un nuovo metodo


al microscopio:
corrosione applicativo
da inchiostro Viste le precarie condizioni dell’opera e la necessità di
metallo-gallico.
arrestare il degrado dell’inchiostro metallo-gallico,
considerando i risultati incoraggianti della sperimen-
tazione, si è deciso di intervenire con il trattamento
con fitato di calcio.
Il disegno tuttavia non poteva sopportare né un trat-
tamento per immersione, né un trattamento per
nebulizzazione, dato che l’inchiostro si presentava
l’eccedenza di ioni metallici (Fe2+, Cu2+), aveva infat- così polverulento e disgregato. È stato deciso allora di
ti innescato il processo di ossidazione e conseguente applicare la soluzione di fitato di calcio per nebulizza-
depolimerizzazione (fig. 5). Altri danni presenti ma zione a ultrasuoni, una tecnica che permette di vapo-
non dovuti a questo fenomeno, erano di natura biolo- rizzare la soluzione riducendo al minimo l’apporto di
gica e meccanica come macchie di foxing diffuse su acqua allo stato liquido. È stato utilizzato un aerosol
tutta la superficie ma concentrate maggiormente nel ad ultrasuoni capace di ridurre la soluzione in vapore
quarto del foglio in alto a sinistra e sul supporto freddo, adatto allo scopo perché permette di indiriz-
secondario. La parte alta del disegno era interessata da zare il getto di vapore in maniera molto puntuale e
una grande gora scura di umidità mentre i bordi del direzionabile; in questo modo è possibile controllare
foglio erano feltrosi e sfibrati, soprattutto in corri- la quantità in millilitri di soluzione utilizzata renden-
spondenza della gora. do l’applicazione estremamente puntuale e modulabi-
le. Prima di effettuare il trattamento sull’opera, è sta-
ta però condotta una sperimentazione con analisi su
campioni per valutarne l’efficacia.

Il trattamento per nebulizzazione ad ultrasuoni:


NT Campione non trattato la sperimentazione
Per la preparazione della soluzione sono state seguite
C1 Campione trattato con Aerosol ad Ultrasuoni
le indicazioni dell’ICN di Amsterdam ed è stata scelta
Campione trattato a pennello localizzato una soluzione di fitato di calcio a pH 5.70.7 Per que-
C2
sugli inchiostri sta fase sperimentale sono stati utilizzati campioni di
Campione trattato a pennello su tutta inchiostri della seconda metà del Settecento su carta
C3
la superficie vergata a mano (tabella 3).
Ogni campione da trattare è stato successivamente
Tabella 3. Schema dei trattamenti applicati per la sperimentazione
su campioni di carta con inchiostro del Settecento.
diviso in quattro parti e trattato come riportato in
tabella 4 (es. C1, ma lo stesso per C2 e C3).
Campione non trattato Con il termine risciacquo si intende un trattamento
C1.1
e invecchiato8 con acqua demineralizzata nella medesima modalità
C1 Campione trattato, non dell’applicazione. Il trattamento con aerosol ad ultra-
C1.2
Trattamento risciacquato e non invecchiato suoni è stato effettuato su tavola a bassa pressione pre-
con aerosol Campione trattato, non vio fissaggio con etanolo al 100%. L’alto numero di
ad ultrasuoni C1.3
risciacquato e invecchiato campioni ha permesso di avere un’ampia casistica di
Campione trattato, riferimento e di conseguenza la possibilità di valutare
C1.4
risciacquato e invecchiato l’efficacia del trattamento e poter effettuare dei con-
fronti (fig. 6).
Tabella 4. Schema di suddivisione di ciascun campione.

178
Note di restauro

6. Confronto dei campioni dopo


il trattamento e analisi degli ioni
ferro con Fe-test strips.

Risultati della sperimentazione del metodo applicativo dell’applicazione per nebulizzazione, che è stata ripe-
con aerosol ad ultrasuoni tuta finché non si è avuta una risposta negativa del
I valori di pH prima del trattamento erano compresi test, sia del trattamento a pennello, che invece è stato
tra 5.2 e 6.0 sui punti analizzati dell’inchiostro e tra effettuato una sola volta, simulando l’applicazione su
6.5 e 7.2 sulla carta; in tabella 5 sono riportati i valo- un’opera delicata.
ri di pH prima e dopo il trattamento e l’invecchia- Le analisi colorimetriche evidenziano un cambiamen-
mento, su ogni porzione di campione. to colorimetrico impercettibile. Sono stati analizzati
Dal confronto dei dati si deduce che il trattamento, anche tutti i campioni singolarmente e in tutti i casi,
pur non avendo effettuato un intervento di deacidifi- indipendentemente dal trattamento o meno e dall’in-
cazione, contribuisce a portare e a mantenere nel vecchiamento o meno, sono stati ottenuti valori che
tempo livelli di pH tendenti alla neutralità (6.0-6.6). variano da 90.68 (C2.3) a 91.84 (C1.3); all’anda-
Il test con le Fe-test strips ci dà immediatamente mento di questi valori non è stata attribuita una cau-
un’indicazione dell’efficacia o meno del trattamento e sa specifica (tabelle 6-7).
nelle immagini (figg. 7-8) sono riportati i risultati sia

179
Note di restauro

7-8. Verifica del trattamento


con Fe-test strips.

Conclusioni Il restauro della Pianta del territorio e del teatro


Nel caso in cui non sia possibile intervenire, per via Olimpico, 1585
delle condizioni di precarietà conservative dell’opera, Visti i risultati positivi si è deciso di trattare l’opera
secondo il protocollo tradizionale dell’ICN, l’applica- con il metodo proposto.9 È stata effettuata la pulitura
zione del fitato di calcio tramite aerosol ad ultrasuoni superficiale a secco e micro-aspirazione del recto, lo
si è dimostrato essere un efficace metodo applicativo. stacco dal supporto secondario tramite impacchi di
Il fissaggio tramite etanolo e l’applicazione su tavolo a soluzione idroalcolica al 50%. Si è proceduto poi con
bassa pressione garantiscono il massimo controllo con una seconda pulitura a secco, sia sul recto che sul verso
l’assoluta stabilità e nessuna migrazione dell’inchio- (spolveratura, microaspirazione, sgommatura con
stro (fig. 9). Le indagini microscopiche rilevano la polvere di gomma Wishab, gomma bianca Steadtler e
presenza di pochi cristalli di sali in ugual misura sui gomma Akapad morbida). Visto lo stato conservativo
campioni sia trattati che non trattati, pertanto non precario e la natura polverosa dell’inchiostro, prima
attribuibile a residui di fitato di calcio. Il pH risulta
essere aumentato mediamente di 0.25 senza avere Prima L* a* b* Dopo L* a* b*
effettuato un’azione deacidificante. Le Fe-test strips
dopo quattro applicazioni ognuna da 8 cc di soluzio- C1 91.63 0.68 13.56 C1 91.20 0.65 11.68
ne, hanno dato risposta negativa, garantendo l’elimi-
nazione degli ioni di ferro e di conseguenza confer- C2 92.54 0.7 12.2 C2 91.67 0.52 10.50
mando l’efficacia del trattamento.
C3 91.73 0.64 13.33 C3 91.51 0.44 11.40

Prima Dopo Prima Dopo Tabella 6. Media di cinque punti sulla carta.
C1(1) 6.1 6.0 C2(3) 5.8 6.6
Prima L* a* b* Dopo L* a* b*
C1(2) 6.1 6.3 C2(4) 6.2 6.2

C1(3) 6.2 6.4 C3(1) 6.3 6.3


C1 75.0 0.98 12.08 C1 74.56 1.56 10.37
C1(4) 5.7 6.5 C3(2) 6.0 6.3
C2 71.67 2.43 12.85 C2 68.95 3.12 12.16
C2(1) 5.9 6.0 C3(3) 6.2 6.3

C2(2) 6.2 6.6 C3(4) 6.1 6.5 C3 79.36 1.58 13.1 C3 76.01 2.78 15.85

Tabella 5. Valori di pH sulla carta e sull’inchiostro, prima e dopo


il trattamento e l’invecchiamento. Tabella 7. Analisi dello stesso punto di inchiostro.

180
Note di restauro

di procedere con le fasi successive, sono state fissate le


cadute di inchiostro e di materiale cartaceo con velina
giapponese e Tylose al 4%. Sono stati poi effettuati i
test di solubilità degli inchiostri con alcool etilico,
con acqua e alcool etilico al 50% e solo con acqua.
L’inchiostro ha risposto diversamente: infatti le parti
scritte sono risultate insolubili con ogni test mentre il
disegno è risultato leggermente solubile in acqua
(alcool = non solubile; acqua e alcool al 50% = non
solubile; acqua = leggermente solubile). Per questo
motivo il tratto grafico è stato fissato a pennello con
alcool etilico. La gora è stata alleggerita su tavola a
bassa pressione con una soluzione idroalcolica al 50%
in più passaggi (fig. 10). Il pH è stato misurato in due
momenti distinti, prima e dopo il lavaggio (tabella 8).
I valori di pH sono risultati tra 5.9 e 7.3, in un range
assolutamente di neutralità, pertanto il degrado del-
l’inchiostro non è da imputarsi alla natura acida, ma
più verosimilmente ad un’azione ossidativa causata
dall’eccesso di ioni Fe2+ e Fe3+. L’analisi della presenza
di ioni Fe tramite le strisce rivelatrici ha dato esito
positivo in ogni zona analizzata (fig. 11); questo ha
confermato la necessità di un trattamento chelante. Al
fine di arrestare il processo corrosivo dell’inchiostro è
stata preparata una soluzione di fitato di calcio (secon- 9. Il campione C1.4 dopo 4 trattamenti con aerosol
do protocollo ICN) a pH 5.7 ed è stata trattata l’ope- su tavolo a bassa pressione, previo fissaggio con etanolo.

10. Rimozione della gora


su tavolo a bassa pressione:
si evidenzia nella foto la
differenza tra la parte
sinistra trattata e la parte
destra, ancora da pulire.

181
Note di restauro

Prima del lavaggio Dopo il lavaggio pH dopo il trattamento


Carta bianca 7.2
Carta bianca 7.2 7.3
Foxing 6.8
Foxing 6.4 6.9
Inchiostro 6.4
Gora 6.5 7.2 Inchiostro 6.4
Inchiostro 5.6 5.9 Inchiostro 5.8
Inchiostro 5.5 5.9
Tabella 9. Valori di pH sulle varie parti dell’opera dopo il trattamento
con fitato.
Carta bianca 6.5 6.8

Tabella 8. Valori di pH sulle varie parti dell’opera, prima e dopo


il lavaggio.

11. Analisi della presenza di ioni ferro liberi sul disegno. 12. Trattamento su tavolo a bassa pressione.

ra con aerosol ad ultrasuoni su tavolo a bassa pressione


(fig. 12), previo fissaggio degli inchiostri con nebuliz-
zazione di etanolo al 100%. Sono stati ripetuti due
trattamenti, basandosi sul risultato del test Fe2+. Dopo
il secondo passaggio è stata ripetuta la misurazione del
pH per valutare se la soluzione avesse o meno influito
su di esso. I valori riscontrati sono da considerarsi
assolutamente invariati e in un range di neutralità,
pertanto non è stato necessario effettuare il trattamen-
to di deacidificazione (tabella 9). L’intervento di
restauro ha previsto poi il risarcimento degli strappi e
delle rotture della carta, causate dalla corrosione del-
l’inchiostro, con carta velina giapponese Kozo roll
cream e Tylose 6% in alcool etilico 90%-10% acqua.
L’opera è stata inumidita in camera di umidità al
90%UR e leggermente spianata con magneti perime- 13. Spianamento con magneti perimetrali.
trali (fig. 13). Le lacune sono state poi trattate con un
ritocco pittorico ad acquerello (fig. 14). L’opera è sta-
ta infine sistemata in passe-partout in cartone durevo-
le per la conservazione Canson a pH neutro.

182
Note di restauro

14. L’opera dopo il restauro. vol. 6 (2005), No. 1, pp. 28-36.


6) Le coordinate L*a*b* rappresentano il colore di una superficie
dove L* rappresenta la luminosità rispetto ad un bianco di riferi-
Note mento (secondo i criteri CIE del 1964, osservatore standard 10°,
1) Del settore Materiali ceramici e plastici. illuminante D65, spazio colorimetrico CIE L*a*b* 1976).
2) Direzione del settore Cecilia Frosinini, Direzione tecnica Leti- 7) H. Neevel, B. Reissland, K. Scheper et al., Calcium Phytate
zia Montalbano, Laboratorio scientifico Monica Galeotti. treatment agent, Instituut Collectie Nederland, Amesterdam,
3) E. Spera, L’acidità della carta e degli inchiostri: analisi ed inter- maggio 2007.
venti. Il restauro dei disegni di Luca Cambiaso dalle collezioni di 8) L’invecchiamento artificiale è stato effettuato per 7 giorni con
Palazzo Rosso a Genova, tesi di diploma, Opificio delle Pietre irraggiamento con radiazione UV e per 5 giorni in stufa a 60°C,
Dure, Firenze 2006. con la stessa procedura che è stata adottata nell’invecchiamento
4) J. Kolar, M. Strlič, Ageing and stabilisation of paper containing del 2006.
iron gall ink, in J. Kolar, M. Strlič (eds.), Iron Gall Inks: On Man- 9) È stata eseguita la seguente documentazione fotografica: a luce
ufacture, Characterisation, Degradation and Stabilisation, National visibile, radente, fluorescenza UV e IR e IRfc (foto Giuseppe
and University Library, Ljubljana (Slovenia) 2006, pp. 181-194. Zicarelli).
J. Neevel, B. Reissland, The Ink Corrosion Project at the Nether-
lands Institute for Cultural Heritage-a Review, in H. van der Windt
(ed.), Proceedings European Workshop on Iron-Gall Ink Corrosion,
Instituut Collectie Nederland, Amsterdam 1997, pp. 37-45.
5) J.G. Neevel, B. Reissland Bathophenanthroline Indicator Paper.
Development of a New Test for Iron Ions, in PapierRestaurierung,

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