Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
La scelta del materiale -> legato alla durata dell’opera e alla destinazione (a cosa serve).
Michelangelo = “dio fluviale” = argilla cruda, sabbia, peli, fibre, legno -> scelta del materiale.
Nel 200 la pittura non era concepita secondo criteri di lunga durata perché le tavole venivano ridipinte.
Spesso oggetto di culto.
Legami con l’oreficeria.
Coppo di Marcovaldo = “madonna con il bambino” -> uso dell’oro, legami con l’oreficeria, vicino alla
tecnica dello smalto = tecniche intrecciate.
Nel 400 diffusione pittura a olio = le questioni legate alle vernici, alle trasparenze, ingiallimento.
Autori grande conoscenza dei materiali -> vicini all’alchimia. Consapevolezza che si alteravano.
Influenzati dal momento in cui viviamo = spesso nel restauro si cerca di riportare l’opera all’originale
Nel 1508 Durer scrive di aver scoperto una vernice incolore e che le vernici utilizzate influivano in qualche
modo sui colori.
Raffaello = “crocifissione mond o gavari” = olio di noce che ingiallisce meno per il cielo e olio di lino x colori
+ scuri che il tempo li avrebbe resi + profondi= scelta attentissima
TRATTATISTICA
Difficoltà nel leggere un trattato, necessità di un approccio criticamente avveduto.
Capire che la trattatistica è un genere letterario, ha dei suoi canoni che ricorrono, può offrire risposte a dei
procedimenti ma vanno accostati in modo critico. Bisogna interrogarsi sull’origine. Spesso si tratta di testi
non originali, ma che mettono insieme notizie da + fonti, testi compositi, stratificati, che hanno in mente
dei precedenti. Alcune tecniche vengono ripetute. È un testo che mettono insieme + informazioni.
In rari casi abbiamo originali.
L’autore è l’estensore del testo, talvolta un artista, ma anche committenti, umanisti, letterari.
Spesso opere posteriori che mettono insieme testi diversi (assemblatore = figura intermedia tra autore e
copista) e poi copiate da copista, spesso uomo dotto.
Cautela nell’affrontare questi testi.
Per lo + sono copie, di secoli posteriori.
Es: Manoscritto di Lucca = fatto copiare
LE FONTI + IMPORTANTI
TEOFRASTO DI ERESO
filoso naturalista erede degli studi di botanica e mineralogia di Aristotele
Scrive il “de Lapidibus” parte dell’opera più vasta sui metalli (de Metallis). Stretta parentela tra mondo
vegetale e minerale e le tecniche artistiche. Competenze del restauratore e dello storico dell’arte =
conoscenze chimiche, del mondo minerale, naturale. Contenute informazioni sui colori: pigmenti, aspetti,
provenienza, distingue terre. Si concentra sui metalli.
“de plantis”
Federico Zeli = storico dell’arte, conoscitore del 900, era un botanico.
Vitruvio e Plinio consultano Teofrasto.
Testimoni del Teofrasto: originale perduto, abbiamo copie:
• Vaticano Urbinate 61
• Versione latina di Teodoro de Gaza 1483
• Manoscritto presente a Firenze e Vienna.
VITRUVIO POLLIONE
“de architectura libri decem” = prima opera della cultura occidentale dedicata alle tecniche artistiche.
La copia + antica si trova a Londra alla british library, di età paleocristiana, proveniente dall’italia.
La traduzione è di Cristoforo ….
Libro 33
Metalli preziosi, + nobili
Cap 38
I greci chiamano minio il cinabro = confusione
Cap 39
Plinio dice che minio e cinabro erano colori troppo vivaci e dunque erano preferite la rubrica (ocra rosso) e
la sinopia (disegno preparatorio tratteggiato, di colore rossastro per l’affresco)
Cap 59
Descrive le ocre
Libro 34
Si occupa di metalloplastica (bronzo, rame ecc), di alcuni pigmenti come la biacca
Libro 35
Colori della pittura, alcuni incompatibili con l’affresco, l’encausto, terra rossa a base di sinopia
Cap 97
Parla di Apelle e dell’atramentum come sua invenzione = dare velatura scura sottile ai dipinti che
intensificava i colori e li proteggeva. Formava uno strato riflettente.
Gli artisti del 500 sono interessati a questa velatura.
Importanza della trattatistica per leggere in modo più consapevole i manufatti artistici 9 sec. 160 ricette
FONTI MEDIEVALI
MAPPAE CLAVICULA
La + antica raccolta di tecniche artistiche medievali, aggregata intorno a ricettari che rivelano origine
bizantina (papiri di Leida e Stoccolma). Nel tempo si aggregano vari testi frammentari di contenuto tecnico-
artistico tra cui il manoscritto di Lucca. È la summa delle tecniche artistiche
Tra 3 e 4 sec per il nucleo originale.
Testimoni = manoscritto del Corning of Glass 12 sec, NY, contiene il testo completo della Mappa. 200
ricette.
Inizio 200 manoscritto Harley = contiene anche Teofilo, Eraclio estratti da Vitruvio.
DE ARTE ILLUMINANDI
Trattatello dedicato esclusivamente alla pittura libraria e alla confezione dei colori specifici. Entro la fine
del 200.
Fa riferimento a Plinio, parla del cinabrio, gli azzurri si possono purificare con i lavaggi -> colori iniziano a
diffondersi sul mercato, interesse per le lacche = cambia la tecnica. La conoscenza tecnica aiuta alla
collocazione temporale e culturale.
(fotocopie blackboard)
Testimoni: i testi che abbiamo non originali ma di epoca successive
Testimone di Lucca: importante per le tecniche artistiche del medioevo
Corning Museum of glass
Ms Harley 3915
Ms Egerton
Ms lat 6741 Parigi
Ms Guelph Gudeanus: contiene copia + antica di Teofilo. Lessing studia questo codice e lo cita nel tentativo
di dimostrare che la teoria del Vasari è sbagliata: pittura a olio prima del 400.
Ms 2527, Vienna.
Testimoni erano delle enciclopedie. Spesso in questi codici c’era Vitruvio, Plinio.
Teofilo 3 libri. Probabilmente è un orafo, entra nello specifico perché lui praticava.
Inizia genere della trattatistica delle tecniche con Teofilo.
Cennini si inserisce nella tradizione ma fonda genere nuovo.
Cennino Cennini
Diversamente dagli altri è scritto in volgare, ultimo dei ricettari antichi, il primo dei ricettari moderni.
Cambia il carattere della struttura del testo.
Bottega giottesca.
Testo di riferimento per le opere di epoca giottesca. All’interno del libro formule tipiche dei ricettari
medievali ma con raccomandazioni stilistiche, buoni costumi dell’artista = consapevolezza del ruolo
dell’artista nella società. Osservanza dei costumi= elemento di classe per l’artista.
Inizialmente rif alla creazione (come Teofilo) + gerarchia tra i mestieri arti, scienza e poesia = dai mestieri
dei progenitori (dalla creazione) poi discesero nel tempo molte arti: la + degna è la scienza. Tra le scienze
applicate c’è la pittura: dare forma alla fantasia. Va messa in secondo grado rispetto grado alla scienza ma
pari grado alla poesia. Intenzione di rivendicare posizione liberale alle arti.
Cennino = 300-400 -> epoca di passaggio, rivalutazione laica, corporazioni. Definizione del ruolo della
pittura.
Cambia trattatistica: la conoscenza e la scienza servono per realizzare la fantasia (x Plinio Vitruvio=
mimesis, medioevo = ricostruire l’essenza del paradiso, dar voce alla bellezza divina), l’arte è avvicinata alla
poesia, elogio della fantasia. Imbevuto del pensiero di Dante, fiorentino. Arte è equilibrio tra osservazione
del maestro, della natura, della fantasia.
Fondamentale opera critica del Thompson.
Struttura articolata:
• prologo e cap introduttivi
• sul disegno
• sui colori
• tecniche della pittura muraria
• Pittura a olio
• Pittura su tavola
• Miniature, tele, vetrate
Vasari legge Cennini.
Capitolo 67
Ogni capitolo= intitolazione del capitolo
Il modo e ordine a lavorare in muro, cioè in fresco, e di colorire o incarnare viso giovenile.
Interessante come Cennino racconta come si procede nella bottega, come fa intonaco, arriccio ecc..
È il primo scritto in volgare = nuova tipologia di trattato
Parti del testo:
• Invocazione religiosa
• Linguaggio colloquiale = si rivolge al collega
• Commenta = pittura a fresco modo + dolce
• Preparare le cose per tempo
• Ci torna in mente Vitruvio quando dava proporzioni dell’intonaco
• Calceviva/calcespenta = fuoco -> spegnimento, se non viene fatto adeguatamente l’intonaco si
rompe. È una reazione esotermica.
• Entra nello specifico
• Come si lavora sull’arriccio: battitura del filo, poi carbone per le figure, ocria di tempera, sinopia
= sovrapposizione delle giornate, stesura per piccole parti
• Come lavorare l’intonaco
• Concretezza del linguaggio
• Battitura anche sull’ultimo strato di intonaco
• come stendere ombreggiature
• 3 tipologie di stesura di incarnato. Agnolo = epoca tardo-gotico.
• Segue passo a passo. Ci rivela segreti con punti di luce, vari tocchi. È esemplificativo per la
pittura giottesca
ORIFICERIA
Parlato con Teofilo. Nel 3 libro del suo trattato, inizia con “oh signore ho amato la bellezza della tua casa”
citazione biblica di Davide che si rivolge a Dio -> gli orafi che avevano costruito il tabernacolo vengono
chiamati per nomi, l’artista ha spirito di sapienza, conoscenza. Era artista x eccellenza, doveva conoscere
tante cose. L’artista medievale fa opere per onorare Dio. Oreficeria messa sotto il potere dello spirito
santo. Teofilo suggerisce all’artista di dedicarsi con tutta dedizione.
Abate Sujè = racconta splendide oreficerie di Sant Denì = oggetti e pietre preziose hanno ruolo catarchico,
di estasi.
Oreficeria = ruolo di primo piano nei monasteri, a corte, nelle botteghe.
Non ha avuto grande fortuna critica fino nascita delle accademie e riscoperte degli ultimi anni. Prima solo
pittore. Poi riscoperta del medioevo= riscritto “texier” che racconta cos’è l’oreficeria nel medioevo =
tecniche, materiali. Orafo deve essere in grado di fare vari lavori = molte competenze, ci sono
microcantieri. Tecniche molto sofisticate. Oggetti caricati di simboli. Prevede galassia di tecniche.
Lavora con il fuoco.
La formazione di Brunelleschi è di orafo -> preparazione universale.
Materiali = oro, argento (abbiamo poco e quelli che abbiamo sono di oreficeria sacra), rame, stagno,
bronzo (lega rame e stagno), peltro, ottone.
Lavorazione= fusione, metallo battuto fino a ottenere foglia (quando battuto cambia composizione
chimica), laminazione
Sbalzo = inverso sul dritto. Lavoro sul lato interno, si ribatteva per creare volume e sulla parte dritta o a
incisione o cesello.
Stampaggio = messa in forma di una foglia di metallo, una matrice che permetteva riproduzione,
all’inverso, e poi cesello o incisione
Cesello = utilizzo del cesello, strumento, piccoli pezzi di ferro di forme e misure diverse, ribattuti dal dritto
sul metallo. Prevede di abbassare il metallo dalla parte dritto.
Incisione = prevede il bulino, è appuntito, va ad asportare il metallo.
Spesso è difficile capire differenza.
Niello = impasto messo nei solchi
Le pietre = importanti
“Coperta di evangelario”, Monza = copertina di un Vangelo. 2 piatti in legno con una lamina metallica che
ricopre il legno. Decorazione simmetrica con fascia di 2 cm con motivo decorativo geometrico che crea
alveoli con granati.
Questa realizzazione di alveoli = vicina alla tecnica dello smalto cloisonné.
Ha una croce longobarda = con i bracci a terminazioni svasate. Al centro c’è una pietra. Montatura a graffe.
Decorazioni con pietre.
Presenti cammei = epoche diverse. Es: romana.
Tentativo di reimpiegare pietre antiche x non sprecare e xk politica di continuazione con l’impero
(longobardi e carolingi).
Donati da Papa Gregorio Magno a Teodolinda, battesimo del 603 del figlio.
Provenienza: elementi classicheggianti forse Italia sett -> non condivisa
“Croce pettorale” = stauroteca -> teca che contiene una croce = contiene frammento della croce di Cristo.
Lamina d’oro decorata a niello chiusa in cristallo.
Niello = intervento su una lamina. Nei solchi creati dal bulino si cola il niello (nitrato d’argento, rame,
stagno, zolfo) e poi ripulita.
603 = origine orientale, sempre in dono da GM
“Corona di Teodolinda” = corona motiva (sempre insieme alla croce motiva). Conservata a Monza.
Andava appesa sopra l’altare, ci sono forellini.
Altri fori = incerti gli studiosi = o x catenelli o per lettere di Teodolinda.
Lamina d’oro, filo perlinato, 5 file di gemme in castoni a cassetta circolari e quadrati, acquemarine e zaffiri
non regolari. I due profili esterni = regolari. -> dubbio = madreperle sono frutto di un restauro. Perdute le
originarie e sostituite nel 700.
Manufatto di epoca longobarda. (queste pietre presenti anche in epoca Carolingia ma uso di disposizione
diversi).
Corona sempre insieme alla croce motiva. Sempre appesi all’altare, con catenelle.
Qui c’è spazio fra un costone e l’altro = longobardo (diversa oreficeria carolingia)
Croce di Agilulfo= non abbiamo la corona. È croce motiva, ha forellini, è simmetrica, oggetti si doveva
vedere su entrambi i lati. È una croce tipica longobarda.
Muore 617, croce del 617.
Ricchezza straordinaria.
Pietra caboshon al centro, terminazione dei bracci + doppio filo di perle che segue i bracci. Catenelle
pendono (forse così anche
Pietre più grandi a dentelli, quelle + piccole incastonate.
Riferimenti classicheggianti, influsso dell’arte romana.
OREFICERIA CAROLINGIA
Diffuse. Si dichiara erede dell’Impero romano = importanza recuperare pietre romane.
Corte imperiali = luogo di produzione oreficeria manoscritti ecc.
Corona = perlinatura che separa le placchette. Ha funzione decorativa e + va a coprire le giunture = valore
funzionale.
Fiori stilizzati.
Croce di Berengario = alla corona sempre accompagnata la croce. Croce pettorale, indossata sul petto.
Presenta decorazione solo sul lato frontale. Si conserva nel duomo di Monza. Fra 9 e 10 sec.
La forma è a croce greca, fitto di gemme e pietre preziose. La decorazione delle pietre è incredibile, tutto
spazio occupato. Al centro zaffiro lavorato a cabochon, attorno graffe a foglietta, ogni braccio gemme a
castoni. Sotto gemma romana di 3 sec = recuperare.
Differenza oreficeria longobarda e carolingia = spazio tra pietre, si vede sfondo / ogni spazio tempestato di
pietre
Reliquiario di San Giovanni = nel duomo di Monza. Racconto che Teodolinda giunta sul luogo e mentre
dorme una colomba parla. È del 9 sec. È un reliquiario a borsa. Due piedi a zampa di leone che sostengono
la borsa con profilatura a perline, perle a castoni, al centro pietra a fleur de lys = fiore di giglio + 8 file di
gemma che terminano con pietre colorate = montature a graffe. Tutto il resto decorato a filigrana, ogni
spazio =filo d’oro o argento che crea disegno, imparentata con la miniatura.
Raffinatezza straordinaria.
Sulla sommità due leoni affrontati. Sul retro dell’immagine figurata= cristo crocifisso.
OREFICERIA MEDIEVALE
Situla di Situfredo = 1090, commissionata da arcivescovo milanese Situfredo
La placchetta di Otto imperator = c’è cristo in trono benedicente con Ottone 2, la moglie e i figli
1209 = arcangelo Michele. La testa in smalto cloisonné mentre il corpo secondo smalto a fond repoussè =
smalto a incavi, scavati e colato lo smalto.
Smalto cloisonnè = entrata di cristo a Gerusalemme + crocifissione + discesa al limbo + pentecoste +
dormitio verginis.
OREFICERIA
Calice di Guccio della Mannaia = nel tesoro della basilica di Assisi.
È un calice di grande importanza:
• La forma. Prima il calice forma di un bicchiere. Questo diventa prototipo, riferimento x secoli.
Commissione di Niccolò 4, papa francescano 1288-92, restaurata nel 2015.
Nel 1215 durante concilio lateranense 4 = concetto di transustanziazione -> durante la consacrazione del
pane e del vino diventano corpo di cristo e sangue. Calice e ostia iniziano a essere elevati = concetto di
visio e quindi necessità di dare maggior importanza e quindi calice assume forma di un certo tipo.
Avviene anche il miracolo di Bolsena = sacerdote che spezza ostia e esce sangue.
Calice di Guccio: forma particolare: basamento, circa 80 smalti, decorazione fittissima.
È l’opera considerata fondamentale x la nascita dello smalto traslucido.
È una tecnica che è a metà tra lo champleve e la maestria dello smalto biz. Si prende una lamina metallica,
in argento, viene sbalzato, cesellato, cesello che crea disegno finito e preciso e poi lamina coperta di
smalto. Anche incisione lasciata scabra, essendoci bassorilievo, lo smalto si deposita in base all’andamento.
Crea effetto chiaroscurale. Lo smalto è trasparente e si vede il disegno finito sotto. Vasari lo definiva:
pittura mescolata a scultura -> rende presenza dello sbalzo. Cennini dice che spessore è due fogli di carta.
Lo smalto traslucido gareggia con la pittura, non si hanno vincoli come nei cloison.
È una rivoluzione, come quella di Giotto nella pittura.
Gli alveoli incasellano lo smalto che si conserva bene. Lo smalto traslucido si conserva meno bene.
Gli angeli del sottocoppa= smalto x lo + caduto.
È la prima opera con il traslucido, prima champlevè. I volti e mani degli angeli è retaggio dello champlevè.
Tutto il resto smalto traslucido.
Il rosso è scavato e colato.
Taccuino di disegni di Giovannini, Bergamo nella biblioteca Angelo Mai, con lettere miniate con figure.
Ideazione del doccione si deve a Giovannino.
Codice Beroldo, in trivulziana, c’è un disegno.
Smalto en ronde bosse = Francia fine 300-inizio 400 = tecnica del gotico internazionale -> momento di
ricchezza decorativa, arti minori ruolo di primo piano, le corti gareggiano.
Tecnica che prevede stesura di smalto policromo su gruppi scultorei a tutto tondo. Rilievi coperti con
smalto spesso che va a smussare angoli. Follia per la spesa. Fiorente produzione a Parigi. Il materiale è l’oro
L’oro viene ricoperto, a vista solo capelli, poche parti. L’oro ricoperto di smalto, uno spreco, manifestazione
di potere. È una tecnica difficile, perché superfici ricurve.
Inizialmente solo x incarnati con bianco lattiginoso raffinato e poi steso su tutta la superficie.
La statua a tutto tondo in oro lasciati visti i capelli, interno della bocca. Dio padre= caduto lo smalto e si
vede l’oro sotto.
Bottone di piviale
piviale = da pluvialis, il mantello utilizzato dai romani. Usato dai sacerdoti poi. Viene fissato con bottone.
Opera di oreficeria fiorentina del 300, conservato al museo Stibbert di Firenze che rappresenta la scena
delle stigmate di San Francesco.
È rame dorato lavorato con il niello e lo smalto champlevé.
Champlevé = si prende metallo e si scava nella parte dove voglio depositare lo smalto; quindi, lamina
asportata. Usato nel rosso ad esempio.
Ostensorio Pallavicino
Oreficeria= piccolo cantiere
1495, museo diocesano di Lodi.
Argento parzialmente dorato, fuso, cesellato, con smalti dipinti e coralli.
Donata nel 95. Abbiamo racconto. 128x39 = molto grande, è un tabernacolo. È ostensorio ambrosiano che
è a forma di tabernacolo. Ha funzione di tabernacolo perché all’interno ostensorio più piccolo.
Carlo Pallavicino fa donazione a Lodi = straordinaria -> esempio di quella che doveva essere donazione
analoga di Ludovico il Moro = elegge il suo mausoleo a Santa Maria delle Grazie a Milano dove lavora
Leonardo e Bramante.
C P = committente importante, cattedra di Lodi e arricchisce di manufatti Lodi.
Opera monumentale che dialoga con arti maggiori con la contemporanea architettura. È un oggetto che
tiene a mente i caratteri ed esperimenti dell’architettura rinascimentale lombarda.
I caratteri formali tengono in considerazione opere come la chiesa dell’Incoronata di Lodi, 1488, oppure la
facciata della Certosa di Pavia, la cappella Colleoni a Bergamo = sono nella mente dell’orafo.
Abbiamo: piede, fusto, teca. Il fusto al centro ornato di un nodo. Piede è mistilineo, con doppio gradino. Il
primo intercalato da mascheroni, il secondo con specchiature che alternano smalti dipinti con busti di
profeti a sbalzo in altorilievo.
Innesto del fusto ornato di smalti dipinti con profeti, intervallati da cornucopie che terminano con angeli.
Il nodo a sezione esagonale, presenta 6 profeti divisi da colonne. Sul cornicione del nodo ci sono 6 putti a
tuto tondo a fusione che reggono in mano una cornucopia che ha sfera di corallo sulla sommità.
Sostengono il tempietto, la teca con sei volute da cui pendono festoni di memoria padovana che includono
stemmi (uno presenta quello di lodi, croce rossa su fondo oro). Tempietto a partitura a tutto sesto
intervallate da paraste con apostoli 6 e altri 6 su sommità, sopra il cornicione. Smalti caduti.
Sulla sommità c’è lanterna che ospita il gruppo scultoreo con l’incoronazione della vergine e sulla sommità
il cristo risorto che è 800-.
Esposto su un espositorio = parallelepipedo sotto, con mantovana in tessuto laminato e ornato da smalti e
perline, commissionato da Carlo Pallavicino.
Cappella Colleoni in piazza duomo a Bergamo. Vivacità ed esuberanza rinascimentale lombarda, pianta
centrale = ricorda ostensorio Pallavicino.
Chiesa dell’Incoronata = struttura cassettonata, arcata a tutto sesto, trabeazione = ricorda
Dettagli:
Piede = doppio gradino. Primo intervallato da mascheroni, ornati in smalto dipinto (non protetto negli
alveoli è più fragile). Secondo gradino smalti con scene della passione di Cristo alternati con busti di profeti
sbalzati dorati. Poi decorazioni con doppie volute con terminazione con sfere di corallo e nell’innesto del
nodo dei profeti, cornucopie con angeli musicanti, volute con pendenti.
Argento è parzialmente dorato.
La lanterna sulla sommità con scena dell’incoronazione della vergine. La lanterna sostenuta da colonne a
pilastrino, cupola ornata con delfini = tipici 400-500
Il nodo = doppia voluta con pendenti, i profeti ospitati nelle edicole con colonnine a balaustrino, lo sfondo
smaltato (verde), con didascalia del nome del profeta con smalto traslucido e doratura. La sommità del
nodo con putti con cornucopia con sfera di corallo. Cristo è rifacimento.
All’interno della teca veniva collocato mini-ostensorio ambrosiano. Mezzaluna x fissare ostia.
È una mini-architettura.
Parte inferiore della teca = profilatura con gradino, non c’è più smalto. Raffinatezza dove lo smalto
ricopriva superfice ricurve. Festoni tipici padovani. Parte inferiore = filigrana.
Polittico di san Martino a Treviglio 1485= contratto tra il rettore della chiesa Simone da San Pellegrino e i
pittori Buttinone e Zenale. La cornice = Giovanni Ambrogi dei Donati. Esempio di un polittico lombardo a
doppio ordine con al centro San Martino a cavallo che condivide mantello con il povero. Suddiviso in
scomparti ma le scene rinascimentali. Abbiamo festoni di gusto padovano = influsso del rinascimento
padovano. L’ambito lombardo di fine 400= iperdecorativi. Cambio nel 500 = classicismo. Colonnine presenti
anche nella pala maggiore di San Francesco.
Base del piede = mascheroni che scandiscono la prima fascia del gradino. Il secondo ospita smalti dipinti
con le storie di cristo e profeti: profeta Amos, sbalzato, cesellato parzialmente dorato, il fondo smaltato.
Gli smalti del piede delle storie di cristo= più mani. Assegnati a Girolamo Basso della Rovere vicino alla
bottega di Ambrogio De Pretis.
Cristo nel Gezemani = smalto dipinto. Disegno come sinopia e poi si interviene con stesura dello smalto,
oro crea luce.
(Antifonario della biblioteca di Lodi -> rappresenta orazione nell’orto= stesso soggetto, miniatura con
caratteri stilistici simili. Colori. Sembra oreficeria. Stesure con l’oro ritornano nel cielo stellato e nel prato
fiorito)
Ultima cena = GBdR ancora imbevuto della cultura Milanese di fine 400 (Butinone e Arzenale), però ha
visto Bramante. Stanza scandita da arcate a tutto sesto ricorda l’interno Santa Maria presso San Satiro a
Milano = primo intervento di Bramante, effetto di profondità.
Crocifissione e Lavanda dei piedi = memoria produzione lombarda di fine 400.
Miniature del piede = Girolamo Basso. Costruito un catalogo di opere:
• Reliquario delle 3 spine
1496, Padova. Nella teca al centro 3 spine della corona di Gesù. È un ostensorio ambrosiano reimpiegato
come reliquiario. Struttura anche se meno ricca è simile a Ost Pall. Abbiamo festoni, teca con arcate a tutto
sesto scandite da paraste, decorazione sopra trabeazione, lanterna, cristo risorto originale, smalti simili.
Raffigurato il cardinale Gerolamo Basso della Rovere = in ginocchio davanti alla madonna, smalto vicino a
quelli del piede dell’Ost pall.
Primo smaltatore = storie della passione di Cristo nel piede, si riconosce negli smalti.
Secondo smaltatore =smalti dell’innesto del fusto, sotto il nodo dell’os pal: smalto dipinto rappresentano
profeti. È smaltatore + vicino a Leonardo, più giovane, aggiornato. Quindi altra mano.
• Dittico conservato a NY, metropolitam museum = magi e pastori. A sbalzo, sullo sfondo il cielo
inciso con motivo a rombi, ricoperto da smalti traslucidi. È di Gerolamo.
• Reliquario della santa croce a San Mauro Castelverde in provincia di Palermo. Vista da entrambe le
parti. La lunetta ci dice che originariamente era ostensorio. Inserita teca crociforme che ospita
reliquia. Proviene da Roma. Gli smalti simili al piede dell’os. 1491 Ambrogio de Pretis era a Roma.
C’è iscrizione che ricorda la provenienza.
Particolare della cupola del tabernacolo dell’ost pall = sbalzato e cesellato con santo vescovo.
Grande capolavoro: almeno 2 smaltatori.
1 gradino = storie della passione di Cristo -> Gerolamo = costruito un catalogo di opere.
Altro smaltatore = fusto. È leonardesco.
Intervento di scultori nell’ambito dei Mantegazza, Milano.
Coperchio della cupola= sbalzo. Lavorazione a sbalzo, a cesello parzialmente dorato. Il fondo con effetto
punzonato che crea rifrazione della luce
San Giovanni evangelista = micro-scultura, panneggio spiegazzato.
6 apostoli tra arcata e l’altra, 6 sulla sommità.
San Sigismondo del duomo di Milano di Cristoforo Mantegazza = ricorda San Giovanni.
Particolare della certosa di Pavia, è un profeta = panneggio spiegazzato che ricorda.
Base = ha nodo a doppia valva con motivo intrecciato e ritmato da una serie di placchette a filigrana sulla
fascia. Iper-decorazione tipico gotica.
L’arme di SFS = stemma del leone rampante.
Bottone di piviale conservato a Londra = impostazione ricorda le placchette delle croci. Riquadro inscritto
in quadrilobo.
Disegni x una croce in argento sbalzato del Mantegna= non divisione delle arti. Conservati a Francoforte.
Impostazione simile alla croce. Riquadro inserito in un quadrilobo con controcurve e figure appoggiate a
delle mensole. Quindi riferimento culturale.
Incisioni realizzate da Martin Schongauer= artista tedesco del 400, opera hanno straordinaria circolazione.
Diventano ispirazione x molti artisti. Serie dedicate alle vite di Cristo, conservate a Berlino. Impostazione
del Cristo al calvario identica, anche resurrezione. Riferimenti sono importanti. Dipinti tedeschi più marcati,
rigidi.
San francesco che ricerca le stigmate di Giovan Pietro Beirano = conservato a Londra, pittore della corte
sforzesca, risente della pittura leonardesca.
Iniziale con Francesco, a Washington
Nella flagellazione riscontro nello smalto dipinto è una pace, dietro c’è impugnatura, si trova a Lodi,
Gerolamo della Rovere.
Terzo livello = le placchette sono bassissimi rilievi a sbalzo a cesello, in alcuni punti incisa e ritagliata sullo
sfondo scuro.
Mascherone = sbalzato.
Sfondo con smalto o verde o dorato = gioco cromatico. Siamo 1501, è nostro rinascimento caratterizzato
da colore e decorativismo, sente della cultura gotica, ricchezza di corte.
Riferimenti culturali
FdC = figlio di Bernardino. Bernardino realizza il reliquario della santissima croce, in duomo vecchio, 1477-
86. Parte superiore aggiunta in seguito. Famiglia di orafi.
Pala maggiore della chiesa di san francesco = ancona è di Stefano lamberti + dipinto del Romanino.
Con i soldi di FS. Relazione tra croce, ancona 1502, e dipinto.
SL lavora come oreficeria. Motivi decorativi ricordano la croce. La pala ha stessi personaggi della croce.
È orafo ma immerso nella vita culturale. Porta nell’opera il suo orizzonte culturale aggiornato.
Bernardino
1503-16 Mausoleo Martinengo. Si occupa delle parti bronzee, lavora a Brescia.
Pala Maggiore
Stefano Lamberti 1502 con dipinto del Romanino. Quasi opera di oreficeria. Particolare delle colonne =
stemma del leone. Intagli linei dorati simili alla croce.
TARSIA LIGNEA
Stagione migliore tra 400 e 500. La testimonianza + significativa è nel palazzo ducale di Urbino, studiolo di
Federico di Montefeltro, 1476 da Baccio Pontelli su disegno di Botticelli.
Prevede uso di essenze diverse. Intarsiatore abilità di rendere tramite il legno. Porta il disegno del pittore
nel legno. Essenze diverse per diversa cromia, anche per diverso taglio. A volte lavorati e colorati con
bagni. Si faceva una sorta di puzzle, rifinitura con punta riscaldata per profilare, a volte sfumato bruciato.
Parte + difficile è la scelta del legno, richiedeva tempo.
Es: finti armadi aperti
Tecnica ancora prospettica.
Prevede competenza straordinaria dal punto di vista tecnico, non necessariamente uno scultore ligneo.
Prevede conoscenza del legno: scelta e raccolta dei legni richiede tempo.
Lo studiolo di palazzo ducale di Urbino + i Lendinara nel duomo di Modena + Lendinara nel coro della
basilica del Santo a Padova 1462-69 + raccolta eredità da Giovanni da Verona che lavora nel coro di Monte
Oliveto maggiore. Prevale impostazione prospettica.
Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo
Lorenzo Lotto = pittore veneziano, nasce e si forma a Venezia, inizio 500. Mercato veneto è oberato. Lotto
si trova costretto a spostarsi: Treviso e 1513 a Bergamo, noto come pittore, poi Loreto (Marche).
Francesco Capoferri = lo coinvolge x il coro della Basilica. Prima lavoro affidato a un altro pittore legato
all’ambito milanese.
Prima coro di Santo Stefano e Domenico, realizzata da Fra Damiano Zambelli. Distruggono la chiesa per le
mura. Ora le opere nella chiesa di San Bartolomeo.
SMM = 12 sec, molto ricca, gestita dalla fondazione Mia, è la chiesa della città. È romanica ma dentro è
barocca.
Parte del coro dietro l’altare separata con iconostasi = struttura lignea o muratura, tipica della chiesa
orientale che separa la parte della chiesa riservata al clero da quella dei fedeli. Ci sono retaggi di questa
cultura.
Tarsie dell’iconostasi = 1522-32. Progetto era ambizioso: 4 pannelli grandi + scene dell’AT su tutto il coro.
Nel progetto ogni pannello era intarsiato, con storia biblica e un coperto ossia altro pannello che chiudeva
il pannello sottostante e dove era raffigurato, bicolore, legato al soggetto sotto.
I lavori si interrompono.
Pannelli dell’iconostasi=
• passaggio del mar Rosso: Mosè con la verga, il popolo ebraico che ha appena passato il mare,
l’esercito egiziano travolto dalle onde. È una tarsia, sembra un dipinto. Usate essenze diverse, taglio
diverse, venature del legno che creano effetti, cromie del legno, magari bruciato, o messo a bagno
con acqua e ortiche che creava verdastro. Particolare dei due osservatori: personaggi
contemporanei che osservano e commentano. Lavoro di profilatura= punta ardente.
• Il coperto della scena vista = la follia del faraone/l’uomo che va incontro alla conoscenza = abbiamo
solo bicromia.
Altre scene
• Le brezza di Noè = 1524, 24, 30 = figli di Noè che si nascondono davanti al padre ubriaco. Canne
tutte realizzate con legno diverso. Vari strumenti utilizzati per fare il vino.
• Il coperto = era stato pensato ma collocato dietro. Legato al significato del pannello.
• Salomone 23 = 1523 da artista cremonese e Lotto inserisce le figure, non Capoferri. È classica tarsia
rinascimentale, attenzione prospettica, punto di fuga.
Una scultura in legno= tecnica costante fino al 700 -> es: crocifisso del 400 = un tronco, tagliato, aggiunti
masselli, intagliato, svuotata la parte interna del tronco = il tronco si sviluppa verso esterno, la parte più
vecchia è interna e se non separati sollecitazioni diverse, parte interna elastica e meno quella interna =
provocherebbe spaccature. Si vedono le sgorbie, incastri delle braccia.
Altro esempio del 500: non aperta la parte dietro, chiusa la parte svuotata con sportelli di legno = la parte
interna è vuota ma esternamente sensazione di una scultura a tutto tondo completa.
Altro esempio inizio 700= San Giovanni della bottega dei Fantoni-> sembra cultura completa ma dietro
parte svuotata. Un tronco centrale principale e lastre laterali per aumentare dimensione, completare la
dimensione. La parte bassa fino al basamento, è una parte integrante del tronco, non è svuotato e ha
prodotto grande crepa.
La pietà -> larga, dietro è svuotata e ci sono giunzioni che ci dicono che sono state aggiunte tavole di legno.
Sotto dei pezzetti di tronco inchiodati tra loro. Ci sono fenditure perché pieni. I masselli inchiodati tra loro.
Dal centro della pianta partono le fenditure che possono essere limitate solo con lo svuotamento.
Via crucis di Cerveno del 1500 = ci sono 14 cappelle, raffigurano scene della via crucis. Alcune figure
frontali, altre di spalle. Lo svuotamento di queste è sul davanti, è rifinita solo dove la si vede. La veronica,
ad esempio, non è rifinita davanti alcune svuotate sul fianco.
Le sculture sono dipinte. Non sono mai dipinte sul legno, non è omogeneo per i nodi. Viene stesa sul legno
una preparazione a gesso o a fondo, steso a pennello, crea una superficie omogenea, compatta, levigata e
poi applicato il colore.
Fino all’alluvione di Firenze ognuno aveva la sua idea, si interveniva senza idee comuni. Dopo affrontare
serie di restauri x opere importanti e numerosi = decidere indicazioni.
Per sculture lignee policrome = già in tre dimensioni, non difficile dipingere. Quindi sculture restaurate fino
anni 70 solo ridipingendole quando danneggiate. Spesso fatte da sagrestani, volontari che hanno poca
destrezza.
Oggi lavoro di recuperare il progetto iniziale.
Anche opere in legno non dipinte= banco dei parati. La tecnica di restauro era dare una mano di olio,
vernici. Queste vernici non producono buon effetto: assorbono la polvere e superfici diventano scure.
Si fanno ora delle prove prima di ripulitura. Se non ripulito bene si fa fatica a capire che legno sia.
Lavoro oggi:
• Conservativo = ripulire, vedere se ci sono tarli (x capire se sono vivi: vedere se ci sono polverine
oppure osservare i fori, se sono scuri sono vecchi, se foro è pulito, chiaro, allora i tarli sono attivi)
• Rimuovere strati di vernice, recuperato il legno, patinato, verniciato con vernice adatto
Alla fine della ripulitura: omogenea, con più rispetto.
Museo di Gandino.
Restaurate sculture tra 65-70. Pulite e quando arrivano agli incarnati non sicuri, non si capiva se quella
patinatura fosse corretta. Deciso di non toccarle.
Ovunque tendenza era di riverniciare, non di qualità.
Viene steso il bolo quando vengono applicate foglie d’oro. Sopra l’oro steso il colore per la barba,
bianco/grigio, poi con bulino graffiato e riappare l’oro. La barba è grigia ma con oro, luminosa.
L’incarnato era molto scuro -> ripulito. Ora ha aspetto uniforme, omogeneo.
Altra scultura angelo: il volto e i capelli cambiano, più luminosità. Due ridipinture rispetto all’originale.
La madonna annunciante = l’incarnato era stato lasciato, e oggi grazie indagini scientifiche ripuliture.
Incisione su marmo apuano, San Pellegrino a Siena, di artista del 300 senese = Cristo incurvato, esasperato,
pesantezza.