Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
LETTERATURA ITALIANA .
Diretta da
ENRICO MALATO
Volume Il
IL TRECENTO ·
[Estratto]
SALERNO EDITRICE
ROMA
STORIA DELLA LETTERATURA ITALIANA
Volume I
DALLE ORIGINI A DANTE
Volume II
IL TRECENTO
Volume III
IL QUATTROCENTO
Volume IV
IL PRIMO CINQUECENTO
Volume V
LA FINE DEL CINQUECENTO E IL SEICENTO
Volume VI
IL SETTECENTO
Voluine VII
IL PRIMO OTTOCENTO
Volume VIII
TRA L'OTTO E IL NOVECENTO
Volume IX
IL NOVECENTO
Appendice
Volume X
LA TRADIZIONE DEI TESTI
(Coordinatore: CLAUDIO CtOCIOLA)
Volume XI
LA CRITICA LETTERARIA DAL DUE AL NOVECENTO
{Coordinatore: PAoLo ORVIETo)
Volume XII
LA LETTERATURA ITALIANA FUORI D'ITALIA
(Coordinatore: fRANCESCO ERSPAMER)
Volume XIII
LA RICERCA BIBLIOGRAFICA. LE ISTITUZIONI CULTURALI
(Coordinatore: MARIO ScoTTI)
Volume XIV
BIBLIOGRAFIA DELLA LETTERATURA ITALIANA. INDICI
Con il patrocinio di
Qui d vobis plus dicam et multum loquar? Le gite quatuor versus quos in cella scrip-
simus, legite, エ・ョセN@ in corde habete. Propterea enim eos scribere voluimus, ut qui
vult lega\, quando vult legat. Ut omnes teneant, ideo pauci sunt: ut omnes legant,
ideo publice serip ti sunt. Non opus est ut quaeratur codex: camera illa codex vester
sit.2
* Per la documentazione dei contenuti di questo cap., si rinvia il lettore ai primi due inserti
iconografici di quCsto vol.: <l Visibile parlare 1> e !l'senso della morte e ['amore per la vita nel Trecento.
I. Di<< scritture esposte», formula entrata nell'uso, ha parlato per primo A. PETRticci, La
scrittura fra ideologia e rappresentazione, in Storia dell'arte italiana, vol. m, to. 21!, Torino, Einaudi,
1980, pp. 3-123, poi ampliato in Io., La scrittura. Ideologia e rappresentazione, Torino, Einaudi,
1986. «Epigrafia» ed «epigrafico» alludono, comunemente, a documenti e tecniche dell'i-
scrizione lapidaria: in questa sede, piU ampiamente, a qualsiasi tipo di «scrittura esposta»,
con la doverosa eccezione dei graffiti {per specificare, si parlerà, ave necessario, di «epigrafi
lapidarie»).
2. 'Che altro dirvi e a che fine dilungarmi? Leggete i quattro versi che abbiamo scritto nel-
la cella, leggeteli, imparateli a memoria, conservateli nel vostro cuore. Abbiam9 voluto che
fossero scritti perché li legga chi vuole e quando vuole. Sono. pochi affinché tutti possano
mandarli a memoria: sono scritti pubblicamente affinché tutti pOssano leggerli. Non è ne-
cessari'o che si ricerchi il manoscritto: quella camera sia il vostro manoscritto' (in PL, vol.
XXXVIII col. 1442).
531
SEZ. IV • VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
3· Per la ripresa epigrafica pisana del sec. XII, in relazione a« gen_esi e sviluppo della lette-
ratura volgare», vd. I. BALDELLI, La letteratura volgare in Toscana dalle Origini ai primi decen-ni del
secolo XIII, in LIE, Storia egeografia, vol. r 1987, pp. 65-77. in partic. alle pp. 69-71 (con bibliogr.):
dei documenti citati, particolarmente notevoli quelli, tardocenteschi, nelle formelle bronzee
di Bonanno per i portali del Duomo di Pisa e di mッョイ・。セN@
4· Vd. A. STussr, La carta lapidaria di Urbano V, in Scritti linguistici efilologici in onore di Tristano
Bolelli, a cura di R. AJELLq e S.. SANI, Pisa, Pacini; 1995, pp. 483-91.
532
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER .LA SCRITTURA
533
SEZ. IV • VERSÙ UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
7· Vd. in particolare F. SABATINI, Voci nella pietra dall'Italia mediana. Analisi di un campione e
proposte per una tipologia delle iscrizioni in volgare, in <<Visibile parlare J>. Le scritture, ecc., cit:, pp.
177-222.
8. Vd. F. SABATINI, Un'iscrizione volgare romana della prima metà del secolo IX. Il Graffito della
Catacomba di Commodilla [1966], in F. SABATINt-S. RAFFAELLI-P. D'AcHILLE, Il volgare nelle chie-
se di Roma. Messaggi graffiti, dipinti e incisi dal IX al XVI secolo, Ronla, Bonacci, 1987, pp. 5-34·
534
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
9· Cfr. L. PETI;tuCCI, Il problema delle Origini e i piU antichi testi italiani, in SLIE, vol. III 1994,
pp. 4-73, a p. 26 (con rimandi alla bibliogr. precedente).
ro. Vd. S. RAFFAELLI, Sull'iscrizione di San Clemente. Un consuntivo con integrazioni, in SABATINI-
-RAFFAELLI-D'AcHILLB, Il volgare, ecc., cit., pp. 35-66 (con rassegna dell'ampia bibliogr. prece-
dente).
535
SEZ. IV ' VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
·no"l" esterno"; ecc. Nell'affresco di S. Clemente, come piu tardi nei grandi
contesti pittorici dell'Italia trecentesca, la componente figurativa gioca co-
munque un ruolo «egemonico ».14 Il testo verbale coopera alla miglior
comprensione del testo iconico: lo spettatore può tuttavia prescinderne. Al
contrario, il testo verbale, concepito e composto per l'integrazione all'im-
magine, può risultare (almeno in parte) "incomprenibile" se decontestua-
lizzato,lS Per ritondurci all'esempio di S. Clemente, la battuta << Fàlite dere-
to colo palo, Carvoncelle >> non vive di vita propria se non in quanto inte-
grata 。ャGゥュァョ・セ@ In particolare, la deissi pronominale nella forma verba-
le << Fàlite >> si spiega soltanto nel contesto situazionale della イ。ヲゥァセコッョ・Z@
le regole della linguistica testuale "verbale" interagiscono funzionalmente
con le regole della "linguistica" figurativa. La presenza di elementi deittici,
avverbiali e pronominali- in formule del tipo «Qui si vede ... >>, «Questo
è ... >>, o anche piu sfumate-, è del resto elemento caratterizzante dei testi
epigrafici, nella tradizione latina come in quella volgare. '•,
L'eccezionalità del supporto, pur contribuendo a determinare talune, e
non irrilevanti, caratteristiche dei testi epigrafici (condizionandone, per
esempio, l'estensione), in quanto carattere estrinseco, non costituisce un
criterio di classificazione tipologica efficace.Altro è il graffito, altro il testo
epigrafico; altro è l'epigrafe lapidaria, erede, oltretutto, di un'antica e con-
solidata tradizione; altro l'epigrafe dipinta, di piu recente e autonoma "ma-
niera". L'intenzionalità della "pubblicazione" varia, d'altronde, in funzione
di autori- e committenti-, modalità e destinatari dell'atto con;tunicativo:
!'"abusivo" graffito, frettolosamente inciso da un anonimo scrivente, è tut-
t' altro dall'epigrafe formale, concepita per "ammaestrare", dettata ed espo-
sta secondo le articolate direttive di un committente istituzionale (piu spes-
so, l'autorità politica o religiosa). In rapporto all'eterogeneità tipologico-
funzionale differiscono sensibilmente le caratteristiche tecniche dell' esecuzio-
ne materiale e le' modalità linguistico-stilistiche della redazione dei testi.' 6
Una discriminante di rilievo è comunque rappresentata dalla compre-
14. Cfr. F. brugnolセ@ !1 Voi che guardate ... ». Divagazioni sulla poesia per pittura del Trecento, in
<(Visibile parlare>>. Le scritture, cit., pp. 305-39, a p. 308. .
'15. Per le varie modalità della "tradizione" (in accezione filologica) dei testi epigrafici in
volgare, vd. C. CIOCIOLA, ((Visibile parlare 1>: agenda, in «Rivista di letteratura italiana», vol. VII_
1989, pp. 9-77 {anche in vol.: Cassino, Università degli Studi, 1992), in partic. ai par. r8-19, 21.
16. Un'endemico esempio {dalle pareti del Palazzo Pubblico senese) della diffusione
quattrocentescà dei graffiti in volgare è studiato da L. MIGLIO, Graffi di storia, in «Visibile par-
lare!>. Le scritture, cit., pp. 59-71 {con bibliogr. sull'ancora poco studiato fenomeno).
537
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
17. Vd. M.M. DoNATO, Immagini e iscrizioni nell'ilrte 1}Jolitica 1'fra Tre e Quattrocento, in <l Visibile
1
parlare>>. Le scritture, cit., pp. 341-96, a p. 344· ·
18. La frammentarietà dei mosaici pavimentali di Casale Monferrato e di Vercelli, risalenti
all'incirca agli stessi anni dell'affresco di San Clemente, e contenenti notevoli, anche se bre-
vissimi, inserti in latino e in volgare, non consente di giudicare del« preciso ruolo del volgare
nel piano iconografico dell'intero mosaico» (PETRUCCI, Il problema delle Origini, ecc., ci t., p.
69, con bibliogr.).
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
Homo ke vai per via, prega Dea dell'anima mia, sf come tu se' ego fui, sicus [per si-
cut] ego sum tu dei essere.2 o
22. I decasillabi si mescolano agli otto/novenari (anche in questo caso la struttura è a disti-
ci monorimi, o monoassonanzati) nell'epigrafe lucchese (1290) per il sarcofago èl.ella famiglia
Guidiccioni: vd. V.R. GmsTINIANI, Un'iscrizione volgare del Dugento nella Basilica di S. Frediano in
Lucca, in ID, vol. xxxn 1969, pp. 1-9 .
. 23. Vd. STussr, Epigrafi medievali, ecc., ci t., pp. 152-53 e 175 (con riepilogo bibliografico), coll
le osservazioni di PETRUCCI, Il volgare esposto, ecc., cit., pp. 51-52.
540
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
Moccoloviiii ad dies xvi agusti ante tercia transierunt de hoc seculo domina Simone-
ta et pイセ」ゥカ。オウ@ Lercarius eius frater, que anime in pace requiescant ante Deun,
amen.
Tu qi qui ne trovi,
per De no ne movi.24
24. '1259 il giorno 16 d'agosto prima dell'ora terza trapassarono da questo mondo la signo-
ra Simonetta ç セ・イ」ゥカ。ャ@ Lercari Suo fratello: le loro anime riposino al cospetto di Dio,
. amen. Tu che qui ci trovi, per Dio non rimuoverei'.
25. Il testo è riedito e commentato da STUSSI, Epigrafi medievali, cit., pp. 153-54.
26. 'Io fui quello che tu sei. e tu sarai quello che sono io, la morte si attende ogni giorno,
prega Dio per me.che io lo pregherò per セ・GN@
27. Vd. da ultimo F. SABATINI, Lingue e letterature volgari in competizione, in Storia e civiltà della
Campania. Il Medioevo, a cura di G'. PuGLIESE CARRATELLI, Napoli, eャセ@ eta Napoli, 1992, pp. 401-
31, a p.-409, e DE BLASI, Iscrizioni in volgare, ecc., ci t., ·pp. 265-68.
541
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
28. Vd. anche quanto osserva SABATINI, Voci n-ella pietra, cit., pp. 189-90.
1.9. Altra volta l'infiltrarsi del volgare indicherà semplicemente l'incapacità di adeguarsi a
un modello linguistico non dominato, nemmeno nelle sue piU ricorrenti strutture formulari:
errori di latino, tutt'altro che infrequenti, e volgarismi veri e propri si manifestano, d'altron-
de, abitualmente negl'inserti "liberi". Indicativa, in prop'osito, è la firma di セョ@ affresco con-
servato nella chiesa di S. Zeno di Cerea {Verona):« Ego sumJohannes c'à fata quest[a] in dies
se fata pitura complido Mcccv scripsiJohanne » {cito da E. Cozzi, Pef. un catalogo delle scritture
esposte in affreschi medioevali dell'area italiana nord-orientale: itinerario essenziale, in <l Visibile parla-
re>>. Le scritture, cit., pp. 409-23, a p. 414: ma il testo meriterebbe di essere studiato sull' origi-
nale). ·
30. Vd. B. BREVEGLIERI, Il volgare nelle scritture eposte bolognesi. Memorie di costruzioni e opere
d'arte, in <l Visibile parlare>>. Le scritture, ci t., pp. 73-99, alle pp. 87-88.
542
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
31. Per l'importanza di Giotto in relazione al consolidarsi della pratica della firma, vd. le
osservazioni di Gombrich in D. ERIBON-E.H. GoMBRICH, Il linguaggio delle immagini. Intervista,
Torino, Einaudi, 1994, p. 66.
32. Un significativo precedente pittorico, comunque primotrecentesco {1308-I3II), è quel-
lo della Maestà di Duccio di Buoninsegna, già nel Duomo di Siena e oggi nel Museo dell'O-
pera della Metropolitana: « Mater Sancta Dei, sis causa Senis requiei, l sis Ducio vita, te quia
pinxit ita » {'Madre santa di Dio, sii per Siena causa di pace [tranquillità], l sii per Duccio fon-
te di vita, poiché, cosi ti ha dipinto'). Su firme e memorie di committenti- prevalentemente
lapidarie- in un àmbito specifico, quello bolognese, si sofferma BREVEGLIERI, Il カッHァセイ・L@ ecc.,
cit., pp. 73-99·
33· Vd. DoNATO, Immagini e iscrizioni, ecc., cit., p. 375 n. III.
34· In G. VAsARI, Le vite de' pia eccellenti pittori scultori e architettori, nelle redazioni del 1550 e
1568, Testo a cura di R. BETTARINI, Cowmento secolare a cura di P. BAROCCHI, Firenze, San-
soni, vol. n 1967, p. 209; e cfr. DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., p. 387 n. 159.
543
· SEZ. 'IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
35· 'Quest'opera d'intaglio eseguita in pietra la fece un Veneziano che ha nome Paolo, nato
da Giacomello Cataiapiera'.
544
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
36. Vd. STussi, Epigrafi medievali, ci t., p. 160, al quale si rimanda arlche per la discussione del-
la forma, non pacifica, Chataiapiera/Chataiapreda, verosimilmente da interpretarsi come no-
me di casato.
37· Per i rapporti tra Committenti, "intermediari" e artisti nella Catalogna quattrocentesca
(ma le proc'edure sembrano potcrsi estrapolare ed estendere ad altri contesti), vd. F.M. GIME-
, '
545
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
NO BLAY, <t[. .. JEJéu vot de eli scriure lo seu nom en !es Portes de la dutat 1>. Mensajes en cataldn en las
filacterias de la pintura bajomedieval, in <t Visibile parlare 1>. Le scritture, ci t., pp. 101-33, alle pp. 104-9
(par. 2: La creaci6n de la imagen y de los textos ). .
38. Testo e commento in STussr, Epigrafi medievali, cit., pp. 166-68, con richiamo allo svilup-
po veneziano della tecnica, relativamente eccezionale, delle epigrafi in rilievo {e cfr. Io., Due
epigrafi della Scuola Grande di San Giovanni eカセョァ・ャゥウエ。@ a Vénezia, in Da una riva e dall'altra. Studi
in onore di Antonio D'Andrea, a cura di D. DELLA TERZA, Firenze, Cadmo, 1995, pp. 189-96); il
testo è riprodotto anche in M.A. CoRTELAzzo-I. PACCAGNELLA, Il Véneto, in L'italiano nelle re-
gioni. Testi e documenti, a cura di F. BRUNI, Torino, UTET, 1994, pp. 263-310, alle pp. 264-65 {con
traduzione qui ripresa alla n. seguente).
39· 'Cominciò una gran mortalità e la gente moriva di differenti malattie e sofferenze. Al-
cuni sputaVano sangue dalla bocca, ad alcuni venivano bubboni sotto le ascelle e all'inguine,
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
ria del Bigallo (Museo del Bi gallo), che elenca i comandamenti, gli articoli
della fede e i sacramenti (« Acciò che ciascheduno fedele cristiano sia ame-
strato della fede cristiana [ ... ] »);o, nella stessa sede, l'altra, dipinta sul retro
di una tavola cuspidata (cerchia degli Orcagna, 1360 circa), che ricorda la da-
ta di fondazione della compagnia e l'insieme delle indulgenze elargite ai
suoi membri.40 Ma si tratta pur sempre di testi, per quanto elaborati e com-
plessi, estranei a intenzioni "letterarie".41 Alla tradizione delle indulgenze-
o razioni e testi documentari -si ricollega del resto, fra Tre e Quattrocento,
una quantità considerevole di documenti epigrafici, sempre piu spesso in
volgare: che spesso traducono fonti latine, da queste eventualmente eredi-
tando tratti di espressività "letteraria".42
La vera eccezione, rilevante perché investe una categoria di testi estesis-
sima e tipologicamente univoca, è quella delle didascalie dei cicli "istoriati",
di materia scritturale o agiografica. Prevalentemente in prosa, non vi è dub-
bio che in queste compagini testuali, in genere elaborate e complesse, l'in-
tento programmaticamente descrittivo-diegetico condizioni, nel senso del-
la letterarietà, il tenore del discorso. Condizionante appare comunque, in
questa tipologia sui generis, sconfinata e misteriosa, l'azione delle fonti scrit-
te- ancora una volta, molto spesso, il modello soggiacente è latino- e in ge-
nere del modello librario.43 "Libraria", del resto, è l'impostazione dell'im-
paginato. Riquadri.successivi commentati dalle didascalie, disposte in fasce
ad altri veniva il carbonchio nelle carni e sembrava che questi mali si pigliassero l'uno dal-
l'altro, cioè i sani dai malati, e la gente era in tale spavento che il padre non voleva andare dal
figlio e il figlio dal padre'.
40. Vd. Il Museo del Bigallo a Firenze, a cura di H. KIEL, Milano, Electa, r977, in partic. alle pp.
nS-19. num. 3 e s.
4I. Come un ex-voto ferrarese, oggi al Musée des Arts I?écoratifs di Parigi, attribuito ad
Antonio Orsini (1432), peraltro assai ョッエ・カャセ@ anche per le modalità anomale dell' "impagi-
nazione": la lunga registrazione "n,otarile" dell'occasione del dipinto - la pacificazione, a
opera di una religiosa, di due cavalieri sfidatisi a duello- occupa una bianca tabella rettango-
lare all'interno dell'immagine (vd. G. D ALLI REGOLI, «Parola dipinta». Note per l'identificazione
di una casistica, in <(Visibile parlare)>, Le scritture, ci t., pp. 425-32, alle pp. 422-27).
42· Esemplare il testo, da un'Imago pietatis umbra del tardo Quattrocento, trascritto in CIO- ·
CIOLA, « Visibile parlare», cit., par. zi: vi si contrappongono prosa narrativo-circostanziale -
origine e condizioni dell'indulgenza- e prosa numerosa del volgarizzamento dell'orazione
latina che, recitata davanti 。ャGゥュァョ・セ@ consente di lucrare la relativa indulgenza. La tavola,
oggi al Wallraf-Richartz-Museum di Colonia, è _riprodotta e commentata da H. BEt.TING,
L'arte e il suo pubblico. Funzione eforme ìielle antiche immagini della Passione, Introduzione di G.
CusATELLI, Bologna, Nuova Alfa, 1986 {ed. orig. 1981), pp. 214, 216: libro metodologicamente
, rilevante anche nella speciale prospettiva di questa trattazione.
43· Se non l'unico, uno dei pochissimi 」。ウセ@ italiani studiati in maniera soddisfacente dal
547
SEZ. IV • VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
vòi creder< e> in Iesu Christo e farete batizare, de questo dragon te voio' liberare>>.
Ella respose: « Mesiere, questo voio fare», et cetera.46
punt.o di vista testuale e linguistico, e anche in relazione al problema delle fonti agiografiche,
brillantemente individuate, è quello, quattrocentesco, delle « istorie >> di S. Francesca Roma-
na a Tor de' Specchi: vd. P. D'AcHILLE, Le didascalie degli affreschi di Santa Francesca Romana (con
un documento inedito del1463}. in SABATINI-RAFFABLLI-D'AcHILLE, Il volgare, cit., pp. 109-83.
44· Notevole, tra i tanti, anche se assai tardo (1398), il ciclo, prevalentemènte veterotesta-
mentario, illustrato da M.L. CRISTIANI TESTI, Affreschi biblici di Martino di b。イエセャッュ・@ in San
Giovanni Battista di Cascina, Pisa, Pacini; W78.
45· In CIOCIOLA, «Visibile parlare», ci t., par. 15.
46. 'Capitolo primo. Come san Giorgio cavaliere trovò la fanciulla so letta sulla riva della-
go, e le domandò che stesse facendo e di quale origine fosse; ella rispose:« Io sono pagana, fi-
glia del re della città, e aspetto un drago che mi deve mangiare» e « Caro messere, allontana-
tevi presto, che non avesse ad uccidervi ».E san gセッイァゥ@ dice: «Se vuoi credere in GesU Cri-
sto e farti battezzare, voglio liberarti da questo dragone». Ella rispose: « Messere, lo voglio»,
ecc.'. · ·
47· Cfr. D'AcHILLE, Didascalie e<< istorie ,>,ecc., ci t., pp. 235-36, e già M. MEiss, Pittura a Firetl-
ze e Sie'na dopo la morte nera. Arte, religione e ウッ」ゥ・エセ@ alla metà del Trecento, Torino, Einaudi, 1982
{1951 1), p. 184, nel contesto (pp. 182-86) di un'originale e ーイセ」ッゥエ・@ descrizione degli·usi
funzionali delle iscrizioni e della correlazione di testi e immagini sacre nel Trecento toscano.
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
denuncia una provenienza allotria nella forma verbale reggente: che evi-
dentemente rinvia a un contesto di visione (a partire da Dante: quasi super-
fluo il rimando ai tanti «vidi» dei Trionfi petrarcheschi, e della conseguente
tradizione "triònfale"). 48 La fonte della raffinata allus[one (quanti gli anti-
chi visitatori del Duomo in grado di descrittarla?) è stata brillantemente in-
dividuata in una terzina del« trionfo-visione» Le vaghe rime e 'l dolce dir d'a-
more di Domenico da Montecchiellò, rimato re di estrazione "senese" attivo
a Milano, presso la corte dei Visconti, nella seconda metà del Trecento (vd.
cap. VI par. 4).49 Piu agevole il riconoscimento dei frequenti prelievi dante-
' schi. Terzine della Commedia, ricontestualizzate per descrivere le immagini
di "uomini famosi", si leggono ad es. sulle pareti del Palazzo comunale di
549
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
so. Vd. DoNATO, op. ci t., p. 371 e n. 101; e cfr. CH. L.JoosT-GAUGIER, Dante and the Historyof'
Art: The Case ofa Tt4scan Com mune, in« Arti bus et historiae »,vol. XI 1990, fase. 21 pp. 15-30, fase.
22 pp. 23-46. . .
51. Vd. E. Cozzi, Antonio Alta n e l'umanesimo. Gli affreschi di San Vito, Pordenone, Grafiche
Editoriali Artistiche Pordenonesi, [1987], in parti c. alle pp. 32-35, e cfr. pp. 51-52 nn. 107-8 per
altri documenti. セ@
52. Vd. S. MoRPURGO, Le epii,rafi volgari in rima del Trionfo della mッイエ・セ@ del 'Giudizio universale e
Inferno' e degliY!nacoreti' nel Camposanto di Pisa, in« L'Arte)), a. II 1899, pp. 51-87 {con le osserva-
zioni di F. SmTNER, Rime e pitture d'infamia, in Io., La poesia satirica e giocosa nell'età dei Comuni,
Padova, Antenore, 1983, pp. 179-212, alle pp. 194-97).
53· Vd. CIOCIOLA, « Visibile parlare)), ci t., par. 24 b, in cui si citano, con la campana di Gemo-
na, due tempere su tavola della seconda metà del Quattrocento: la botticelliana Pala di S. Bar-
naba (1488), agli Uffizi, e una Natività con s. GiOvannino del Maestro della Natività di Castello,
al Museo Civico di Livorno (riproduzioni in C. CIOCIOLA, Visibile parlare, in «Storia e Dos-
sier)), a. vu n. 68 [clic. 1992], pp. 32-39, a p. 38). Si possono aggiungere due Ma donne con Bambino
della bottega di Matteo di Giovanni: una oggi nella collezione Cini di Venezia e l'altra nella
cィゥァMsセイ。」ョ@ di Siena, su cui cfr. DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., p. 374; e un'altra ancora,
una Madonna dell'umiltà bolognese, dell'ultimo quarto del Trecento, a Chicago: per il dipinto
vd. CH. LLOYD, Italian Paintings before 1600 in The Art Institute oJChicago, Chicago, The Art In-
stitute, 1993, pp. 34-37·
54· Vd. G. DALLI REGoLI, Dévozione mariana e citazioni letterarie: note sul tema della parola scritta
nella pittura del primo Rinascimento, in MusAGETES. Festsahriftfiir Wolfram Prinz zu seinem 6o. Ge-
burtstag am 5· Februar 1989, herausgegeben von R. G. KEcxs, Berlin, Mann, 1991, pp. 205-15 (e
· cfr. DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., p. 374 n. 109). Per un'altra, assai tarda e completamen.te
eterogenea, citazione petrarchesca (Triumphus Temporis, v. 57), in una placchetta attribuita a
Giovanni Bernàrdi, vd. CIOCIOLA, «Visibile parlare)), ci t., par. 24 a.
55· Vd. Pozzi, Dall'orlo, ecc., cit., p. 32. ·
550
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTUR.f!..
551
SEZ. IV • VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
61. Per la definizione di «poesia per pittura» vd. BRUGNOLO, <t Voi che guardate ... ,>, ecc., cit.,
in partic. alle pp. 307-16.
62. Che si trattasse di formule ben individuate nella coscienza dei rimai:ori contempera..:
nei è mostrato, ad es., da queSti luoghi di Fazio degli Uberti, Ditta mondo, I r 49-54: «Bianca, ·
qual neve pare, avea la- vesta l e vidi scritto, in forma aperta e piana, l sopra una co'ronetta,
ch'aveain testa: /"lo son VirtU,per che la gente 'umana/vince ogni altro animale; i' son quel
lume,/ ch'onora il corpo e che l'anima sana"» {in FAzro DEGLI UBERTI, Il Ditta mondo e le Ri- .
me, a cura di .G. CoRsi, Bari, Laterza, 1952, vol. I p. 4), e di Boccaccio, Amorosa visione, vx 73-75:
«Era sovra costei, in aureo piano, l un verso scritto Che dicea leggendo: l "lo son la Gloria
del popol mondano"» {in Tutte le opere di Giovamii Boccaccio, a cura di V. BRANCA, Milano,
Mondadori, vol. m 1974, p. 4Ì).
552
CAP. VIII • SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
na/e», con allusione a prosopopee femminili di arti, virru, vizi ... La deissi-
pronominale personale di prima persona- eventualmente rafforzata dall'e-
splicitazione, nella forma del dialogo, della secondà persona - introdurrà i
discorsi rivolti agli spettatori da personaggi effigiati: spesso, ma non neces-
sariamente, persònificazioni; caratteristica la formula autopresentativa di
esordio:« [Io] son ... >>,dove il pronome potrà essere sostituito dal nomi' del
parlante. La 、セゥウ@ di seconda persona attuerà l'apostrofe allo spettatore, e
sarà spesso sostenuta da un verbo relativo alla visione: << tu[/voi] che [qui]
guardi/vedi/miri, ... ».In qualche caso, l'allusione al testo iconico potrà es-
sere ulteriormente manifestata mediante formule del tipo <<[qui] dipinto/
in 'figura» e affini. Si consideri, attingendo a testi già citati o che non ritor-
neranno nel séguito del discorso, qualche ese!T.\pio. Nel distico della Lapide
Lercari («Tu qi qui ne trovi, l per De no ne movi ») sono compresenti deissi
avverbiale e pronominale di seconda persona. La duplice. deissi pronomina-
le, caratteristica della formula di apostrofe al viandante (incarnata ad es.
nell'iscrizione mista del sarcofago di Giratto: <<Homo ke vai per via, prega
Deo dell'anima mia, si come tu se' ego fui, sicus ego sum tu dei essere»), イゥセ@
corre, nella prima metà del Quattroçento (1426-1427 circa), nel monito ri-
volto allo spettatore da uno scheletro, in un approssimativo distico monori-
mo («Io fu' gà ['fui già'] quel che voi sete ['siete'] l e quel ch'i' son voi 。ョセッ@
sarete»), nella fascia basamentale della celebre Trinità di Masaccio (Firenze,
S. Maria Novella). Una variante, applicata all'incontro dei tÌ:e vivi e dei tre
morti, comporta deissi pronominale determinativa e personale in una tavo-
letta di Bernardo Daddi (sec. XIV, prima metà), -alla Galleria dell'Accade-
mia di Firenze: << Cos<l>oro furono re come vo', l in questo modo sarete
v< o'>». In questo caso, tuttavia, il discorso dell'eremita (personaggio in sce-
. na) non si rivolge all'esterno, nella forma consueta dell'apostrofe agli
astanti, ma ad altri personaggi interni alla raffigurazione, i tre re vivi.63 Un
esempio, tra i tanti, di prosopopea che si presenta in prima persona è presta-
to dalla Verità affrescata, all'inizio del Quattrocento (?),in una sala del pisa-
no Palazzo dei Cavalieri, sede della Scuola Normale Superiore:« Verità sono
leale pura e tonda, l che senpre tengo mia bachetta monda». 64 Sotto il pro-
filo metrico, se è pur vero che il verseggiatore resta libero di attingere alle
forme
. metriche. piti diffuse - dalla terzina dantesca, precocissimamente
63. Vd. C. SETTIS FRuGONI, Il tema dell'Incontro dei tre vivi e dei tre morti nella tra4lzione medioe-
vale italiana, in. AALM, s. VIII, vol. XIII 1967, pp. 145-251, alle pp. 207-9.
64. Segnalato da DoNATO, Immagini e iscrizioni, cii., pp. 387-88.
553
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
emulata nelle iscrizioni della Maestà di Simone Martini; alla canzone, ripre-
sa nei testi che corredano, sempre nel Palazzo Pubblico senese, il ciclo di
Lorenzetti; al sonetto, utilizzato ad es. nel Camposanto pisano -, molto
spesso preferità ricondursi agli schemi metrici caratterizzanti della «poesia
per pittura >>.65 Metri tip1camente epigrafici risultano il distico monorimo,
piu spesso di endecasillabi (struttura rimica, del resto, minimale: ne abbia-
mo incontrato molti esempi, ai quali possiamo ancora aggiungere ャGゥョカッ」。セ@
zione al piede di un s. Bernardino dipinto da Benozzo Gozzo li nel 1452 a
Montefalco: <<Ora per noi, o sancto Bernardino, l dapo' che se' nel cospec-
to divino>>}; ovvero la terzina a rime ABA, di 。ウセ・ョ、コ@ dantesca, e ABB,
diffusa nella coeva tradizione màdrigalistica e ヲッイセ・@ mediata, in contesto fi-
gurativo, dall'esperienza di Francesco da Barberino; o entrambe le prece-
denti due formule chiuse da un verso 」ッョセエ・。Z@ rispettivamente, dun-
que, ABAB e ABBA. Al modello dei <<congedi>> della canzone duplice che
accompagna il ciclo di Lorenzetti (ABbCC}, rifatti su quello della metrica-
mente fortunatissima canzone 、。ョエ・ウセ@ Cosi nel mio parlar voglio esser aspro,
dovrà ricondursi il credito senese di tale formula.66
Un aspetto di rilievo nello studio dei documenti, nel loro insieme ancora
assai trascurati, della <<poesia per pittura», イゥァオ。、セ@ la Aッイセ@ "tradizione", in
accezione tecnicamente filologica. È possibile illustrarne, in sintesi, alcune
significàtive modalità attraverso l'esame di due esempi, altrimenti ragguar-
devoli. Il primo riguarda un testo prodotto dall'unico poeta "per pittura" di
anagrafe certa e di produzione verificabile, addirittura in autografo: Franco
Sacchetti.67 Alle cc. 52v-53r del<< Libro delle rime» (cod, Ashburnham 574
della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze} si leggono - dopo la ru-
brica: <<questi sono certi versi che !?ranco fece per porre sopra la porta den-
tro a l'Audenza de' Signori, dove san Tomaso mette la mano nella piaga di Cri-
sto>>- tre terzine di endecasillabi a schema ABB.6B I primi tre versi, secondo la
65. Vd. il.prezioso e originale excursus, ricco di esempi, di BRuGNOLO, «VOi che guar4ate ... 1>,
cit., pp. 307-16.
66. Come ha dimostrato BRUGNOLO, op. cit., pp. 325-27.
67. Per un'ampia discussione su questo aspetto dell'attività di Sacchetti si rinvia alla sintesi
di L. BATTAGLIA Rrccr, Palazzo Vecchio e dintorni. Studio su Frattco Sacchetti e le fabbriche di·Firenze,
Roma, Salerno Editrice, 1990, e cfr. EAD., Epigrafi d'autore, in «Visibile parlare 1>. Le scritture, ci t.,
pp. 433-58, in partic. alle pp. 438-51.
68. Cfr. FRANCO SACCHETTI, Il libro delle rime, Edited by F. BRAMBILLA AGENO, Firenze-
[Perth], Olschki-Univ. ofWes.tern Australia Press, 199<?· p. 374 (num. ccxLm).
554
CAP. VIII ' SCRITTURA PER lGarteセ@ ARTE PER LA SCRITTURA
L'affresco del quale parla Sacchetti, nella Sala dell'Udienza di Palazzo Vec-
chio, non esiste piu; ma si conservano almeno altre due raffigurazioni dello
stesso soggetto, l'Incredulità di s. Tommaso, provviste della terzina .sacchettia-
na: una nella. Sala delle Udienze del Palazzo del Vicario di Certaldo (1490);
l'altra in una tavola della prima metà del sec. XV, attribuita a. Giovanni To-
scani (Galleria dell'Accademia di Firenze).69 In assenza dell'originale, in
questo caso si dispone dunque, del tutto eccezionalmente, di una copia ma-
noscritta d'autore, e di due tesrimoniriaze epigrafiche -una delle quali po-
steriore di oltre un secolo all'originaria - che documentano la persistenza
di una reinterpretazione del motivo sacro, spregiudicata in origine (il buon
giudice 'deve attenersi scrupolosamente alla verità dei fatti, "toccando con
mano", come s. Tommaso apostolo), ma di successo tale da trasformarsi in
durevole modello. Il secondo esempio documenta altre modalità della tra-
dizione e della fortuna di un testo «per pittura». Si tratta dell'iscrizione (a
schema ABAB) un tempo nel cuore del gigantesco affresco del Paradiso
(1366-1367 circa) dipinto da Guariento nella Sala del Maggior Consiglio di
Palazzo Ducale a Venezia. Quasi completamente distrutto, nel 1577, da un
incendio, fu sostituito dall'enorme tela del Tintoretto ancor oggi visibile in
quella sede. Straordinaria la capacità di attrattiva dell'affresco sui visistatori
di un tempo, come attesta Michele Savonarola intorno al 1446: al punto che
il patrizio veneziano Antonio Correr, vescovo di Cene da, ne fece trarre co-
pia, intorno al 1438, da Iacobello dèl Fiore per una pala da collocarsi nel
duomo della sua diocesi (oggi alle Gallerie dell'Accademia di Venezia).70 La
copia è fedele al punto di ripq:ldurre anche il cartello centrale del modello,
con il suo testo:
L'amor che mosse çià l'eterno Padre
per filgla aver de sua deità trina,
colei che fo del so Filgluol poi madre
de l'universo qui la fa regina.
555
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
7Ì. Cfr. BRuGNOLO, <<Voi che guardate ... J>, ci t., p.' 311. ,
72. Rinvio, per brevità, alla bibliogr. raccolta in CJOCIOLA, <<Visibile parlare 1>, cit. (in riferi-
mento al par. zr). · . ·
73· Vd., anche per l' edizion,e dell'altro pentastico, BRUGNOLO, <<Voi che guardate ... 1>, cit.,
P· 326. •
ss6
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, _iRTE PER LA SCRITTURA
tati dell'arte civica toscana. Gli sviluppi della pittura politica nei Comu-
ni toscani, e in particolare tra Firenze e Siena, nell'arco intero dél Trecento
-non senza appe.ndici di qualche rilievo nel secolo successivo -, oltre a do-
cumentare un peculiare carattere della civiltà comunale e dei suoi orien-
tamenti artistici, si riflettono in misura tutt'altro che secondaria nell'evo-
luzione della<< poesia per pittura», che ritrova nel tema "civico" un primo-
e assai solido- nucleo di applicazione su larga scala.74 Per quanto rilevan-
te possa considerarsi la posizione di Firenze- ricostruibile peraltro in mas-
sima parte per via "archeologica": notevole è la recente convalida del-
l' attribuzione al cancelliere della Signoria ser Ventura Monachi del diffusis-
simo sonetto "per rettori", Se la fortuna t'ha fatto signore (ed. Corsi, RT, pp.
75-76), un tempo dipinto in Palazzo Vecchio -,75 di cruciale importanza,
nel documentare non·soltanto le attitudini di quell'arte, ma anche· il rilie-
vo nel suç àmbito attribuito, da committenti e ispiratori, al corredo verba-
le, è l'epicentro senese, ç in specie ·a suo nucleo centrale: Palazzo Pub-
blico.
Due sono i monumenti piu celebri e rappresentativi: la Maestà di Simone
Martini (1315, 1321), nella Sala del Mappamondo, e il ciclo, detto del Buon ァッセ@
verno con indebita semplificazione, di Ambrogio Lorenzetti, nell'attigua Sa-
la della Pace (1337-1340). Il prodigioso splendore e l'importanza storica dita-
li monumenti - e dei loro ingredienti verbali - non dovranno, peraltro,
oscurare del tutto gli altri documenti prodotti per la stessa fortunatissima
sede: e si ricordino espressamente almeno i pentastici della citata Incorona-
zione della Vergine di Sano, nella Cancelleria di Biccherna; i due terzetti (a
schema ABB) nella tavola dallo stesso artista (1456) dedicata all'Apparizione
della Vergine a Callisto III (oggi nella Pinacoteca Nazionale di Siena, ma un
tempo in Palazzo); il sonetto ai rettori (Spechiatevi in costor[o}, voi che reggete)
nell'affresco degli Eroi romani di Taddeo di Bartolo (1414-1417), nell'Anti-
cappella. Sono documenti accuratamente esaminati, singolarmente. e nel
loro insieme, da una tradizione di studi ormai imponente per quantità, qua-
lità e raffinatezza analitica: che in questa sede sarebbe impensabile propor-
74· Per un inquadramento generale, vd. H. BELTING, Das Bild als Text. Wandmalerei und Lite-
ratur im Zeitalter Dantes, in Malerei und Stadtkultur in der Dantezeit. Die Argumentation der Bilder,
herausgegeben von H. BELTING und D. BLUME, Miinchen, Hirmer, 1989, pp. 23.:64 (l'intero
volume, naturalmente, è rilevante per i temi di questo paragrafo) .
. 75· Vd. le convincenti argomentazioni di DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., pp. 382-86.
557
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
76. Basti rinviare al piU recente inquadramento sistematico: DoNATO, Immagini e iscrizioni,
cit., in 'partic. alle pp. 363-76, anche per il reperimento della dilagante bibliogr. implicita.
77· Vd. da ultimo, per entrambi, BRUGNOLO, <(Voi che guardate ... }>, cit. (con bibliogr.).
78. Per quanto riguarda l'aspetto metrico, la loro precocità imitativa ne ha guadagnato
l'ingresso nei manuali: cfr. BELTRAMI, La metrica, cit., p. 92 n. 59· E vd. qui, vol. I p. 933·
79· Vd. BRUGNOLO, ((Voi che guardate ... )), cit., pp. 337-38.
So. Vd. F. BRuGNOLO, Cino (e Onesto} dentro efuori la 'Commedia 1, in Omaggio a Gianfranco Fa-
lena, Padova, Editoriale Programma, 1993, vol. I pp. 369-86.
81. Si cita dalla pill recente ed. dei testi, condotta sull'originale restaurato (1992): BRUGNO-
LO, <(Voi che guardate ... )>, ci t., pp. 331-39. A questo contributo si rinvia anche per l'ormai ampia
bibliogr.
ssB
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
559
SEZ. IV · 'VERSO UN NUq_VO SISTEMA DI VALORI
82. Un prezioso riepilogo cronologico delle raffigurazioni corredate di "epigrafi" nel Pa-
lazzo della Signoria è ora disponibile in DoNATO, Immagini e iscrizioni, ci t., pp. 376-81 (vd. in
partic. la tabella di p. 377).
83. Della sterminata bibliogr. artistica e iconografica si citino almeno, anche per il loro va-
lore di sintesi, il cap. di C. FRUGONI, A Distant City.lmages oJUrban eクー・イゥョ」セ@ in the Medieval
World, Trimslated by W. Mc CuAIG, Princeton (NJ), Princeton Univ. Press, 1991, pp. nB-93
(trad. ingl. aggiornata del saggio originale: Una lontana dttà. Sentimenti e immagini nel Medioevo,
Torino, Einaudi, 1983), e M.M. DoNATo, Testi, contesti1 immagini politiche nel lardo Medioevo:
esempi toscani. In margine a una discussione sul 'Buon governo', in «Annali dell'Istituto storico ita-
lo-germanico in Trento», vol. XIX 1993, pp. 305-55.
s6o
CAP. VIII • SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
implausibile l'ipotesti, fatta propria dal Vasari, che egli dovesse identificarsi
con lo stesso Lorenzetti:84
84. Per un'analisi approfondita dei vari aspetti del testo si rinvÌa a BRUGNOLO, <(Voi che guar-
date ... 1>, cit., pp. 316-27, da cui si riproduce il testo {ivi a p. SセPIN@
s6r
SEZ. IV • VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
Ss. Vd. M.M. DoNATO, Un ciclo pittorico ad .(lsdano {Siena), Palazzo Pubblico e l'iconografia "poli-
tica" alla jìtle del Medioevo, in asセpL@ s. m, vol. xvm 1988, pp. 1!05-272, che, prendendo spunto
dal caso ascianese, illustra con dovizia molti teini ed esempi della pittura politica toscana tre-
centesca.
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
86. Vd. DoNATO, Un ciclo pittorico, ecc., cit., in partic. alle pp. 1190-98.
87. Il monumento fiorentino è stato valorizzato da S. MoRPURGO, Bruto, 11il buon giudice';
nell'Udienza dell'Arte della Lana in Firenze, in Miscellanea di storia de1l'arte in onOre di Igino Benve-
nuto Supino, Firenze, Olschki, 1933, pp. 141-63 {ora cfr. G. RucK, Brutus als Modell desguten Rich-·
ters. Bild und Rhetorik in einem Florentiner Zunjtgebiiude, in Malerei und Stadtkultur, cit., pp. ns-3r);
per Lucignano vd. DoNATO, Un ciclo pittorico, cit., pp. 1200":"2.
88. Descrizione dell'immagine e trascrizione del relativo terzetto («La pura Verità, per
ubbidire l alla santa Giustizia che non tarda,/ cava la lingua a la falsa bugiarda») ci sono però
assicurati da Vasari: cfr. DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., pp. 387-88 {con ulteriori aperture
sulla diffusione del motivo).
SEZ. IV • VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
Per loro natura, tali rime erano destinate a venir cancellate, e sostituite
secondo la bisogna, insieme all'affresco che corredavano: le non molte so-
pravvissute sono pertanto conservate non in originale, ma ァイセコゥ・@ alle cita-
zioni di testi cronachistici o di altre fonti manoscritte. La piu antica nota fin
qui è ricordata nella cronaca todina di Giovan Fabrizio degli Atti, e si riferi-
sce a un episodio del 13rr: l'infamato si autopresenta in due versi che inten-
89. Il fenomeno è stato studiato in chiave storica da G. ORTALLI, <( ••• pingatur in Palatio ... )),
La pittura infomtmte nei secoli XIII-XVI, Roma,Jouvence, 1979; in chiave letteraria da SuiTNER,
Rime e pitture, ecc., cit.; in chiave storico-iconografica da S.Y. EDGERTON jr., Pictures and Pu-
nishtnent. Art' and Criminal Prosecution during the Fiorentine Renaissance, Ithaca (NY)-London,
Cornell Univ. Press, 1985, pp. ssi-125. Per un inquadramento entro gli syiluppi trecenteschi
dell'iconografia civile in Toscana, vd. DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., pp. 356-63.
90. Testo in SmTNER, Rime e pitture, cit., p. 185 (cit. con un paio d'interventi).
'
CAP. VIII • SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
94· Vd. L BELLOSI, Buffalmacco e il Trionfo della Morte, Torino, Einaudi, 1974· Gセ@
95· Vd. MoRPURGO, Le epigrafi volgari,· ecc., cit.
96. Della folta bibliogr. si citino almeno gl'interventi di L. BoLZONI, Un codice trecentesco
delle immagini: scrittura e pittura nei testi domenicani e negli affreschi del Camposanto di Pisa, in Lette-
ratura italiana e arti figurative, a cura 'di A. FRANCESCHETTI, Firenze, Olschki, 1988, vol. I ーセ@ 347-
56, e di C. FRuGONI, Altri luoghi, cercando il Paradiso (il ciclo di Bu.ffolmacco nel Camposanto di Pisa e
la committenza domenicana), in ASNP, s. III, vol. xviii 1988, pp. 1557-643.
s66
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
cifrabili -, o nelle cornici, o ancora nelle zone inferiori: e questi sono irre-
parabilmente perduti. Nel Trionfo convivono, descritti con felice scioltezza
narrativa, episodi differenti: a sinistra è un celebre Incontro dei エイセ@ vivi e dei tre ·
morti; a· destra una scena di delizie cortesi, in un verziere sul quale si avventa
in volo, armata di falce, la Trionfatrice dei viventi. Al centro, ritratto con
impietosa ironia espressiva, un gruppo di "derelitti" che protendono le ma-
ni alla volta della Morte. La invocano con parole ben note -citate anche da
Vasari in un luogo della Vita dell' Orcagna nel quale si ridicolizza la passio-
ne dei tre centisti per quei <<versi cosi all'antica>>,'« cose impertinenti e poco
dilettevoli>> ma congeniali ai « gusti di quell'età» -, esposte nel cartiglio
brandito da un "derelitto":97
97· 'Mi attengO, provvisoriamente, al testo di un'incisione di Lasinio, che, per アオ。セエッ@ può
dirsi alla collazione delle tracce ancora leggibili; risulta nell'insieme assai fedele.
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
ho Morte, medicina d< ... l ... >Ci a dare ornai l'ult< ... >>>).Meno ovvio, in-
vece, e pèrtanto assai piu sintomatico, il loro riproporsi in un altro, e piu
tardo, Triotifò: quello, riferito al tardo Trecento, della chiesa di S. Francesco a
Lucignano. Qui le ambizioni sono assai p1u modeste; il modello iconogra-
fko, curiosissimo, è del tutto svincolato dagli esemplari pisano e fiorentino.
Ma i "derelitti", presenti ariche qui, invariabilmente scandiscono il loro ap-
pello con le parole:
Poi che prosperità ci à lasciati,
o Morte, medicina a ogni pena,
vie<mci a dare ornai l'ultima cena. 98
· 98. Dalla fotografia risulta impossibile decidere se il titulus in vie<n>d sia stato omesso ori-
sulti illegibile (l'affresco è a notevolissima altezza dal piano pavimeiltale). Merita di essere
almen:o ricordata, per la sua originalità iconografica e per esser corredata, una volta di piU, di
epigrafi versificate, l'Allegoria dell'Oltretomba (1368) di Biagio di Goro Ghezzi, nella chiesa di
S. Michele a Civitella Paganico (Grosseto): per il ciclovd. G. FREULER, Biagio di Goro Ghezzi a
Paganico. V affresco nell'abside della chiesa di S. Michele, Milano,Electa,_1986; per l'iconografia e le
iscrizioni, C. FRUGbNr, La morte propria, la morte degli altri, in Storia vissuta dd popolo cristiano,
Direzione diJ. DELUMEAU, Edizione italiana a cura di F. BOLGIANI, Torino, SEI, 1985, pp. 349-
66, alle pp. 357"59· , .
99· Yd. G. CoNTINI, Petrarca e le arti figurative, in Francesco Petrarca Citizen of the World, -Pado-
va-Albany, Antenore-State Univ. ofNew York Press, 1980, pp. 115-31, e M. BETTINI, Tra Plinio
e sant'Agostino: Francesco Pe'trarca sulle arti figurative, in Memoria dell'antico nell'arte italiana, A cura
di S. SETTIS, Torino, Einaudi, 1984, vol. 1 pp. 219-67 (con riepilogo bibliografico).
s6B
CAP. VIII • SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTU,RA
Ma il ruolo piti proprio del letterato doveva esplicarsi, per quanto riguar-
dava la produzione monumentale, nella progettazione di cicli iconografici
e nell'eventuale Gイ・。ャゥコセョ@ dei relativi apparati epigrafici, o nell' esecu-
>;ione di .apparati commissionati da altri "progettisti"; ovvero, per quanto ri-
guardava la produzione manoscritta, nell'ispirazione, o orientamento, della
"visualizzazione" di opere proprie o altrui; o ancora, piu internamente; nel-
la composizione di testi pro grammaticamente integrati a immagini, singole
o in cicli. Grande ispiratore di programmi."umanistici", nella tradizione de-
gli "uomini famosi", e quasi certamente redattore di tituli, fu del resto, alla
, corte carrarese di Francesco il Vecchio, Petrarca.102 A ruolo emblematico,
nella specifica prospettiva· della letteratura in volgare, può assumersi l' espe-
rienza di Francesco da Barberino (per cui vd. cap. VI par. ro). Per quanto, per
la perdita degli originali, manchi purtroppo ogni possibilità di riscontro (e
d'altronde, per questa età, nulla ci è noto che possa compararsi ai pili tardi
programmi umanistici di dipinti: a partire da quello, ben noto, di Guarino
per Leonello. d'Este, del 1447),103 Francesco, vigile fruitore degli affreschi
giotteschi agli Scrovegni, c'informa, nelle glosse ai Documenti d'Amore, d'es-
sere stato progettista di almeno due cicli allegorici, uno per l'episcopio di
Treviso - in una sala dove si amministrava la giustizia: e le raffìgurazioni,
corredate di tituli latini, erano di Giustizia tra Misericordia e Coscienza -,
l'altro a Firenze, per una sede imprecisata. Questo ciclo era arricchito di
epigrafi volgari: 104
Istius quidem Probitatis et Audacie ac Curialitatis de qua dictum est supra si formas
pictas queris, vide Florentie ubi bellum inter Curialitatem et Avaritiam et sequaces
102. Vd. riassuntivamente, anche per il quadro, M.M. DONATO, Gli eroi romani tra storia ed
« exemplum )), I primi cicli umanistici di Uomini Famosi, in Memoria dell'antico, ci t., vol. n 1985, pp.
95-152.
103. Cfr. ad es. M. BAXANDALL, Giotto egli umanisti. Gli umanisti osservatori della pittura in Ita-
lia e la scoperta della composizione pitton'ca 1350-1450, Milano,Jaca Book, 1994 (ed. orig. 1971), p.
131 (e pp. 203-5). ' · ·
104. Sono contesti P.ili volte citati, a partire dall'Egidi: per TreviSo vd., anche per la bibliogr.
E. Cozzi, Temi cavallereschi e profani nella cultura figurativa trevigiana dei secoli XIII e'XIV, in To-
. maso da Modena, Catalogo a cura di L. MENEGAZZI, Treviso, Canova, [1979], pp. 44-59, a p. 48;
'per Firenze, EAD., Aspetti di unà cultt_!ra allegorica e profana nella pittura murale trecentesca delle Ve-
nezie, in Tomaso da Modena e il suo tempo, Treviso, Comitato Manifestazioni Tomaso da Mode-
na, 1980, pp. 327-36, alle pp. 331-33; e cfr. da ultimo M. CiccuTo, Per una storia napoletana dei
'Trionfi' [1989], in Io., Figure di Petrarca. Giotto, Simone Martini, Franco bolognese, Napoli, Federico
& Ardia, [1991], pp. 5-77, a p. n (e anche DoNATO, Immagini e iscrizioni, ci_t., p. 364).
570
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
ros. 'Se desideri vedere le forme dipinte cÌi questa Onestà e Audacia e Còrtesia di cui è det-
to piti sopra, vedi a Firenze dove ho fatto rappresentare in figure la Guerra di Cortesia e Ava-
rizia e loro seguaci e di Onestà e Cod.ardia e loro seguaci,e i detti volgari che sono ivi, con al-
tre curiose novità dipinte all'intorno' (cfr. I Documenti d'A.more di Francesco da Barberino secon-
do i mss. originali, a cura di F. EGIDI, Roma, Società Filologica Romana, 1905, vol. I pp.
24-25)·
106. V d. F: PBTRUCCI NARDBLLI, Minima barberina, II. L'Eternità Barberina. Dalla miniatura al-
la stampa, in Miscellanea di studi in onore di Aurelio Roncaglia a cinquant'anni dalla sua laurea, Mo-
dena, Mucchi, 1989, vol. m pp. 1019-14.
107. 'Benché non sia pittore, diventai tuttavia disegnatore di tali figure per necessità, infor-
mato ['edotto'] dalla grazia d'Amore, in quanto nessun pittore di quelle parti in cui fu avviata
la composizione del libro sapeva comprendermi in modo adeguato' (cfr. I Documenti d'A.more,
. ci t., Vol. m 1924, p. 351). Per l'autografia dei disegni vd., riassuntivamente, M. C. PANZBRA, Per
l'edizione critica dei (Documenti d'A.more' di Francesco da Barberino, in SMV, vol. XL 1994, PP• 91-118,
a p.97 n. r6 (a p. 98 discute la glossa testé citata).
ro8. ·Sulle miniature dei due codici lo studio di riferimento è ancora quello dell'ultimo
editore dei Documenti: F. EGIDI, Le miniature dei codici 「。イ・ゥョセ@ dei (Documenti d'A.more', in
571
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
«L'Arte», vol. v 1902, pp. 1,.20, 78-95; ma vd. ora V. NARDI, Le illustrazioni dei 'Documenti 、セュッᆳ
re' di Francesco da Barberino, in« Ricerche di storia dell'arte», vol. xux 1993, pp. 75-92 (anche
per l'aggiornamento bibliogr.).
109. Sul "funzionamento" del testo dei Documenti in relazione alle immagini, vd. D. GoL-
DIN, Testo e immagine nei (Documenti 、セュッイG@ di Francesco da Barberino, in «Quaderni d'italiani-
stica », vol. r 1980, pp. QRUMSセN@ ·
no. Vd. BRUGNOLO, <(Voi· che guardate.:. J>, cit., pp. 313-t5. ·
III. Vd. CroGIOLA, <t Visibile parlare 1>, ci t., par. 8-9.
n2. Vd. F. SEGATTO, Un'immagine quattrocentesca del mondo: la 'Sfera' del Dati, in AALM, s. vm,
vol. XXVII 1983, pp. I47-82, alle pp. 178-8!.
II3. La prima incomincia Deh, cavalier, ch'avi dongelle vasco, la seconda Aven l'intento suo costo-
ro egli animi: sono edite in La canzone delle virtU e delle scienze di Bartolomeo di Bartoli da Bologna,
Testo inedito del secolo XIV tratto dal ms. originale del Museo Condé ed illustrato a cura di
572
CAP. VIII · sèRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
L. DoREz, Bergamo, Istituto Italiano d'Arti Grafiche, 1904. Per b。セエッャュ・@ vd. G. 0RLAN-
DELLI, in DBI, vol. VI 1964, pp. 559-60, s.v. (con ampia bibliogr.).
114. La canzone delle virtU, ci t., p. 35 (e cfr. p. 96). Al piede del primo albero è poi un testo in
quattro versi a schema ABAB, al piede del secondo un corrispettivo a schema ABBA: e cosi il
quadro dei metri <l per pittura», o "epigrafici", piti diffusi è ulteriormente allargato (e anzi,
pressoché esaurito). ·
trs. Il riferimento, almeno tipologico, ai Documenti è già di A. PETRUCCI, Storia e geografia
delle culture scritte, in LIE, Storia e geografia, vol. I 1988, pp. 1193,-292, a p. 1230. Per la ramificata
questione iconografica, vd. J. VON ScHLOSSER, Zur Kenntnis der kunstlerischen Oberlieferung im
spiiten Mittelalter, in «Jahrbuch der kunsthistorischen Sammlungen des allerhOchsten Kaiser-
573
' SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI .
hauses »,vol. xxm 1902, pp. 279-338, in partic. alle pp. 327-36; e, pili di recente, L. Lo m, Proble-
mi iconologici di un dipinto ferrarese del XIV secolo, in Cultura ferrarese tra XV e XVI secolo. In memo-
ria di Giacomo Bargellesi, Venezia, Corba e Fiore, [1981], pp. 1-34 (utile per la bibliogr.).
n6. Vd., anche per la fortuna iconografica della «ruota di Fortuna» e dei testi che poteva-
no corredarla, quanto osserva DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., pp. 3sz-86.
II7. L'intera serie, in duplice redazione, in FAzio DEGLI UnERT}, Il Dittamondo e le Rime, cit.,
vol. II pp. 48-52 e 59-63 (e cfr. CroCIO LA, <l Visibile parlare J>, ci t., par. II, e CORSI, RT, p. 229 e n.
16, con la bibliogr. ivi cit.).
, II8. Vd. rispettivamente F. BRuGNOLO, Il canzoniere di Nicolò de' Rossi, Padova, Antenore,
1977, vol. u pp. 258-68; S. BAGGio,Ibridismo o koinè? Il caso di Antonio da Ferrara, in Koinè in Italia,
dalle Origini al Cinquecento, a cura di G. SANGA, Bergamo, Lubrina, 1990, pp. 331-65, a p. 361.
119. Vd., anche per la bibliogr., CtoctoLA, <l Visibile parlare,>, ci t., par. 12. ·
120. Sul quale vd. almeno S. PARTSCH, Profane Buchmalerei der bUrgerlichen Gesellschaft i m spiit-
mitielalterlichen Florenz. Der Specchio Umano _des Getreidehiindlers Domenico Lenzi, Worms, Wer-
ner'sche Verlagsgesellschaft, 1981. '
574
CAP. VIII · SCRITTURA PER L'ARTE, ARTE PER LA SCRITTURA
cioè, alle regole della «poesia per pittura», fors'anche passibili di essere
"trascritti" a parete, ma composti a distanza, anche notevole, dall'esecuzione
dell'opera pittorica (e indipendentemente da essa, anche se, evidentemen-
te, da essa condizionati). Testi di tal fatta si adattano ad alcuni celebri dipinti
giotteschi perduti, concorrendo tra l'altro all'ipotetica restituzione d'ico-
nografie altrimenti inconoscibili. Il caso certamente piu ragguardevole è
quello della corona di sonetti, attribuiti al giullare Giovanni da Firenze
·(Malizia b。イエセョ・IL@ eseguiti a commento del celebre ciclo perduto degli
Uomini famosi affrescato nella Sala Grande del Castelnuovo angioino diNa-
poli.J21 Altri due monumenti pittorici, questa volta fiorentini, promossero
l'intervento di Antonio Pucci: il sonetto « ritornellato » Questi che veste di co-
lor sanguigno (ed. Corsi, RT, p. 822) fu infatti composto per un (pre.sunto) ri-
tratto di Dante al Bargello.122 Altri due sonetti- O mè, Comun, come conciar ti
veggio, al Comune, e Se nel mio ben ciascun fosse leale, in persona del Comune'
(ivi, pp. 820-21) -si riferiscono invece a un'Allegoria del Comune certamente
giottesca, già nel Palazzo del Podestà di Firenze, e anch'essa perduta, tradi-
zionalmente bipartita nelle immagini del Comune rubato e del Comune in si-
gnoria, secondo lino schema "politico" destinato a protratta fortuna.m
La storia della "visualizzazione" libraria -prima miniata e poi, con l'in-
venzione della stampa, xilografica o calcografica- dei testi letterari in vol-
gare nasce e si sviluppa, con la nostra storia letteraria: si pensi alle illustra-
zioni del cod. Hamilton di poesia didattica settentrionale e alla !storia di
Pietro da Barsegapè; ma dev'essere ancora scritta.124 Per quanto poco si sap-
pia ancora dei rapporti di collaborazione diretti tra autori e miniatori nel
121. Per il contesto, e anche per il ciclo, vd. riassuntivamente P. LEONE DE CASTRIS, Arte di
corte nella Napoli angioina, Firenze, Cantini, 1986. Per l'attribuzione, vd. da ultimo P. STOPPEL-
LI, Malizia Barattone (Giovanni da Firenze) autore del 'Pecorone', in FeC, vol. II 1977, pp. 1-34 (e cfr.
la ree. a SER GIOVANNI, Il Pecorone, a cura di E. EsPOSITO, Ravenna, Longa, 1974, di C. MAZZOT-
TA, in SPCT, vol. x 1975, pp. 237-42). Le modalità "epigrafiche" dei testi sono state di recente
esaminate da DE BLASI, Iscrizioni in volgare, cit., pp. 262-64 (e cfr. BATTAGLIA RICCI, Epigrafi
d'autore, cit., p. 436 n. n). .
122. Il saggio di riferimento, anche per la bibliogr., è di E.'H. GoMBRICH, Un ritratto di Dante
dipinto da Giotto? [1979], in In., Antichi maestri, nuove letture. Studi sull'arte del Rinascimento; Tori-
no,Einaudi, 1987, pp. 3-28; e cfr. M.M. DoNATO, Per la fortuna monumentale di Giovanni Boccaccio
fra i grandi fiorentini: notizie e problemi, in SB, vol. XVII 1988, pp. 287-342, alle pp. 289-90.
123. Vd. S. MoRPURGO, Un affresco perduto di Giotto nel Palazzo del Podestà di Firenze, Firenze,
Carnesecchi; 1897; con le osservazioni di DoNATO, Immagini e iscrizioni, cit., PP.· 346-47.
124. Per le vignette del cod. Hamilton vd. D. GOLDIN, Scrittura e figura negli <( Exempla ''
hamiltoniani, in Medioevo e Rinascimento veneto con altri studi in onore di Lino Lazzerini, vol. I, Dal
dオ・」セエッ@ al Quattrocento, Padova, Antenore, 1979, pp. 13-34·
575
SEZ. IV • VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
6. BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Manca uno studio di sintesi sui molteplici temi delineati in questo capitolo; di-'
spersa e antiquata è anche, spesso, la bibliogr. relativa ad aspetti e questioni specifi-
che (ma il panorama è in rapida evoluzione). Spunti di riflessione utili, anche se ·ri-
volti solo occasionalmente a esempi di area italiana, offrono a vario titolo: J SPAR-
ROW, Visi hle Words. A Study oflnscriptions in and as Books and Works ofAtt, Cambridge,
Cambridge Univ. Press, 196g; M. BuTOR, Le parole nella pittura, Venezia, Arsenale,
1987 (ed. orig. 1969); M. WALLIS, Inscriptions in Paintings, in « Semiotica>), a. IX 1973,
pp. r-28. Per l'avvio, p iti in generale, ai temi della «letteratura artistica», restano es-
senziali i lavori di J. voN ScHLOSSER, e in specie La letteratura artistica. Manuale delle
fonti della storia dell'arte moderna, trad. di F. Rossr, 3' ed. ital. aggiornata da O. KuRZ,
Firenze, La Nuova Italia, 1977 (in partic. alle pp. 34-41), da integrare con la raccolta
antologica Quellenbuch. Repertorio di fonti per la Storia dell'Arte del Meaioevo ocddentale
(secoli IV.XJ1, Con un'aggiunta di nuovi testi e aggiornamenti critico-bibliografici
a cura diJ. VÉGH, Firenze, Le Lettere, 1992; espressamente al nostro tema si rivolge
Io., Poesia e arte figurativa nr! Trecento, in« La critica d'arte», Vol. m 1938, pp. 81-90. A
un asPetto particolare della tradizione epigrafica italiana - e cioè alle iscrizioni,
considerate nel loro aspetto "grafico", della pittura fiorentina quattrocentesca - è
128. Per un caso, invero modesto, di soggezione, nel testo e nelle immagini, al modello
dell'Acerba, vd. C. CrociO LA, Lo scrittoio di un "acerbista"florentino del Quattrocento: ser Piero di ser
bッョ。」セイウ@ Bonaccorsi, in Studi offerti a Gianfranco Contini dagli allievi pisani, Firenze, Le Lettere-
Libreria Commissionaria Sansoni, 1984, pp. 67-111. '
129. Vd. V. MoLETA, Simone Martin i in a Tuscan 'Somme le roi', in« La Bibliofilia», vol. Lxxx\rn
1985, pp. 97-136; e cfr. Io., The 'Somme le roi'Jrom French court to Italia n city-state, in Patronage and
Public in the Trecento, Edited by V. MoLETA, fセイ・ョコL@ Olschki, 1986, pp. 125-58.
577
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
dedicato il saggio di D.A. Covr, Lettering in Fifteenth Century Fiorentine Painting, i!\'
«The ArtBulletin >>,vol. XLV 1963, pp. 1-17; allo stesso autore si deve un primo (e per
ora unico) repertc;>rio sistematico dei materiali, limitato tuttavia all'area, all'arco,
cronologico e alla tecnica contemplati nel saggio ci t.: Ir:i., The Inscription in Fifteenth
Century Fiorentine Pianting (Ph. D: Diss., 1958), New York-London, Garland, 1986;
.. ma una bibliogr. completa delle edizioni di testi epigrafici nei volgari italiani, con-
cepita!' articolata sul modello del repertorio di Zambrini-Morpurgo, è in prepara-
zione a cura di Lida M. Gonelli.
Fondamentale, per la tradizione delle scritture d'apparato, e in particolare per le
scritture"esposte in Italia, è il saggio di A.PETRuccr, La scrittura fra ideologia e rappre-
ウ・ョエセコゥッL@ in 'Storia 、・ャG。イエセ@ italiana, vol. m, to. 2/1, Torino, Einaudi, 1980, pp. 3-123,
poi ampliato in Io., La scrittl)ra. Ideologia e rappresentazione, Torino, Einaudi, 1986. Un
provvisorio inquadramento problematico della casistica, in specie filologica, della
tradizione italiana del volgare epigrafico è stato avviato in C. .CrociO LA, «Visibile
parlare»: agenda, in «Rivista di letteratura italiana)>, a. vn 1989, pp. 9-77 {quindi in
vol.: Cassino, Università degli Studi, 1992). Un gran numero di nuovi documenti è
criticamente indagato in «Visibile parlare>>. Le scritture esposte nei volga n'italiani dal Me-
dioevo al Rinascimento, a cura di C. CrocroLA, Napoli, Esr, 1995 (la maggior parte dei
saggi che compongono il vol. è cit, nel corso dèl capitolo). Il convegno di Cassino,
del quale il volume ora cit. raccoglie gli Atti, è stato affiancato da una mostra foto-
grafica (allestita a Montecassino e poi a Bologna, Ravenna, Siena), di cui è'in prepa-
razione il c.atalogo (un' 。ョセ、ーコゥッ・L@ in forma divulgativa, in C. CiocioLA, Visibile
parlare, in<( Storia e Dossier)>, a. vn n. 68' [clic. 1992], pp. 32-39). La riflessione critica
circa i temi in questione, e con riferimento alla tradizione pittorica del Rinasci-
mento italiano, si è di recente allargata ad àmbiti alloglotti: in partic., all'ebraico, a
opera di A. RoNEN, Iscrizioni ebraiche nell'arte italiana del Quattrocento, in Studi di storia
dell'arte sul Medioevo e il Rinascimento nel centenario della nascita di Mario Salmi, Firenze,
Polistampa, 1992, vol. n pp. 6or-24; e al greco, a セー・イ。@ di N.G. WrLSON, Greek In-
scriptions on Renaissance Paintings, in IMU, vol. xxxv 1992, pp. 215-52. Nella diversità 1
historisch.e Mitteilungen», vol. xxrx 1987, pp. 75-125; e si aggiunga, per le aperture
trecentesche, il saggio di B. BREVEGLIERr, Il volgare nelle scritture esposte bolognesi. Me-
morie di costruzioni e opere d'arte, in<( Visibile parlare». Le scritture, cit., pp. 73-99; dello
セエ・ウッ@ è importante il recerÌte vol. Scritture e immagine. ie lastre terragne del Medioevo
·bolognese, Spoleto, CrsAM, 1993. Su caratteri e funzioni dell'iconografia politica nel-
l' Italia medievale si deve rinviare al p ili recente panorama, in Malerei und Stadtkultur
in der Dantezeic. Die Argumentation der Bilder, herausgegeben von H. BELTING und D.
BLUME, Miinchen, Hirmer, 1989, dal quale è agevole risalire alla ricca bibliogr. p re- ·
cedente. Per la funzionalità del!; integrazione di poesia volgare e arte civica nel Tre-
cento toscano· sono importanti gli ormai numerosi studi di M.M. DoNATO: Un ciclo
pittorico ad Asciano (Siena), Palazzo Pubblico e l'iconografia "politica"allafine del Medioevo,
in ASNP, s. m, vol. xvm 1988, pp. no5-272; Testi, contesti, immagini politiche nel tardo
Medioevo: esempi toscani. In marxine a una discussione sul73uon governo', in <(Annali del-
l'Istituto storico itala-germanico in Trento>), vol. XIX 1993, pp. 305-55; <(Cose morali, ・セ@
anche appartenenti secondo e' luoghi»: per lo studio della pittura politica nel tardo Medioevo
toscano, in Le forme della propaganda politica nel Due e nel Trecento, a.cura di P. CAMMA-
RaSANO, [Rome], École Française de Rome, 1994, pp. 491-51; un'articolata sintesi di
-problemi ed esempi in EAD., Immagini e iscrizioni nell'arte {politica"fra Tre e Quattrocen-
to, in« Visibile parlare». Le scritture, cit., pp. 341-96. Per le iscrizioni che accompagna-
no gli affreschi di· Palazzo Pubblico a Siena (Maestà di Simone Martini e ciclo di
Ambrogio Lorenzetti), vd. da ultimo F. BRUGNow; «Voi che guardate ... ». Divagazio-
ni sulla poesia per pittura del Trecento, in «Visibile parlare». Le scritture, ci t., pp. 305-39;
sulle iscrizioni della Maestà precedono G. VALERIO, Sull'iscrizione della 'Maestà' di Si-
mone, in SM, s. m, vol. xxvu 1986, pp. 147-62, è F. BRUGNOLO, Le.terzine dèlla Maestà'
di Simone Martini e la prima diffusione della 'Commedia', in MR, a. XII 1987, pp. 135-54,
con rimandi alla bibliogr. precedente. Per pitture e rime infamanti vd. G. ORTALLI,
«. .. pingatur in Palatio ... ». La pittura infomante nei secoli XIII-XVI, Roma,J ouvence,
1979, e F. SUITNER, Rime e pitture d'infamia, in Io., La poesia satirica egiocosa nell'età dei
Comuni, Padova, Antenore, 1983. L'ampia bibliogr. relativa agli affreschi del Cam-
posanto pisano è discussa, in un'originale prospettiva, da L. BATTAGLIA Ricci, Ra-
gionare nel giardino. Boccaccio e i cicli pittorici del 'Trionfo della Morte', Roma, Salerno Edi-
trice, 1987; dei contributi posteriori, si citi almeno C. FRUGONI, Altri luoghi, cercando
il Paradiso (il ciclo di Buffalmacco. nel Camposanto di Pisa e la committenza domenicana), in
ASNP, s. m, vol. xvm 1988, pp. 1557-643; per il delicato problema filologico fa anco-
ra testo l'importante studio di S. MoRPURGO, Le epigrafi volgari in rima del 'Trionfo del-
la mッイエ・セ@ del 1Giudizio universale e Inferno' e degli 2lnacoreti' nel Camposa·nto di Pisa, in
«L'Arte», a. II 1899, pp. 51-87; ma di Morpurgo, antesignano degli studi di "epigrafia
volgare" toscana, devono citarsi anche due contributi "civici": Un affresco perduto di
Giotto nel palazzo del Podestà di Firenze, Firenze, Caruesecchi, 1897, e Bruto, «il buon
giudice>>, nell'Udienza dell'Arte della Lana in Firenze, in Miscellanea di storia dell'arte in
onore di Igino Benvenuto Supino, Firenze, Olschki, 1933, pp. 141-63. Sul tema comples-
sivo di Trionfi e Danze macabre si deve rinviare a du.e studi non recenti: L. GuERRY,
579
SEZ. IV · VERSO UN NUOVO SISTEMA DI VALORI
sBo