COMUNE DI ROMA
Comune di Frascati Segreteria organizzativa Autori schede
Sindaco Museo Tuscolano Ebe Antetomaso
Stefano Di Tommaso Scuderie Aldobrandini Alessandro Bedetti
Alessia Chiappini Margherita Bonanno Aravantinos
Assessore alle Politiche Culturali Emanuela Cicerchia Raffaella Bucolo
Armanda Tavani Beatrice Curti Beatrice Cacciotti
Dirigente Settore Cultura Patrizia Pulvirenti Dario Calomino
Maria Grazia Toppi Valeria Vaticano Daniela Candilio
Simone Capocasa
Responsabile Servizio Cultura Segreteria organizzativa Mario Cappozzo
Direttore Museo Tuscolano “Tor Vergata” Rosella Carloni
Scuderie Aldobrandini Simone Capocasa Ida Caruso
Giovanna Cappelli Consuelo Manetta Alessia Chiappini
Maria Mangiafesta Valentina Colonna
Servizio Cultura Matilde De Angelis D'ossat
Federico Caserta Redazione Catalogo Leonardo Di Blasi
Alessia Chiappini Consuelo Manetta Eleonora Ferrazza
Emanuela Cicerchia Livia Franzoni
Beatrice Curti Elaborazione Cartografie Claudia Lega
Patrizia Pulvirenti Irma della Giovampaola Carlo Lippolis
Valeria Vaticano Antonella Magagnini
Pannelli Consuelo Manetta
Responsabile Ufficio Stampa Landeater Design, Bangalore Barbara Pettinau
Massimo Silvi Pattanam Archaeological Research Barbara Porcari
Team: P.J. Cherian, V. Selvakumar, Giulia Rocco
Composizione grafica Valentina Sagaria Rossi
R. Tomber and Students and
Federico Caserta Patrizia Serafin Petrillo
Associates of the Archaeology
Course at U.C. College, Aluva, Kerala Loredana Sist
Realizzazione Daniela Velestino
dell’allestimento Associazione Culturale Artemide Fabrizio Zazzeri
Società Tuscolana Servizi SpA Lucio Barbazza
Page Service, Roma
Con la collaborazione di
Traduzioni
Renato Iodice
Fotografie
Trasporti Daniela Bonanome
Alfredo Cacciani
Yasmina Barbet
Assicurazioni
Progress Insurance Broker Srl
AON S.p.A.
a cura di
Beatrice Palma Venetucci
© Copyright 2010
Editoriale Artemide s.r.l.
Via Angelo Bargoni, 8 - 00153 Roma
Tel. 06.45493446 - Tel./Fax 06.45441995
editoriale.artemide@fastwebnet.it
www.artemide-edizioni.com
Copertina
Lucio Barbazza
IN COPERTINA
ISBN 978-88-7575-128-9
INDICE
11 Sindaco di Frascati
13 Assessore alla Cultura
15 Introduzione
Beatrice Palma Venetucci e Giovanna Cappelli
SAGGI
47 Marcello Massenzio
La Collezione Borgia: punto di incontro di due umanesimi
53 Antonio Invernizzi
Pietro della Valle collezionista in Oriente
59 Chandreyi Basu
The heavily ornamented female figure from Pompeii
64 Beatrice Palma, Maria Grazia Picozzi
Il fascino dell’esotico dal Collezionismo agli studi antiquari
79 Irene Favaretto
Venezia “porta d’Oriente”. Il collezionismo di oggetti medio-orientali ed egizi al tempo dei Dogi
85 Maria Grazia Marzi
Le “statuette egizie” della Galleria degli Uffizi nella catalogazione di Luigi Lanzi
91 Giulia Rocco
L’“Oriente” ed i soggetti esotici nelle lastre della collezione Campana
97 Carla Benocci
Il gusto per l’Oriente nelle collezioni di George Washington Wurts
103 Gabriella Di Flumeri
La numismatica islamica nella collezione di Carlo Alfonso Nallino
(Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘G. Tucci’)
109 Patrizia Serafin
La collezione Stanzani (Roma, Musei Capitolini):
un esempio di collezionismo eterogeneo e il dono alla nuova Capitale
8
CATALOGO
112 SEZIONE I
Monete
113 Gabriella Bufalini, Dario Calomino
Roma e l’Oriente nelle collezioni numismatiche del Medagliere del Museo Nazionale Romano
Cat. nn. 1-10
124 Patrizia Serafin
Adriano e l’Egitto
Cat. nn. 11-12
126 SEZIONE II
Collezionismo e Antiquaria tra Cinquecento e Seicento
Cat. n. 1
Cat. n. 2
Cat. nn. 3a,b-4
148 SEZIONE IV
Antiquaria e collezionismo tra Settecento e Ottocento
150 Rosella Carloni
L’abate Carlo Antonio Pullini
Cat. nn. 1-8
158 SEZIONE V
Collezione Barracco
159 Maddalena Cima
La collezione egizia di Giovanni Barracco
Cat. nn. 1-6
168 I rilievi assiri
168 Giovanni Bergamini
Torino: l’inizio
170 Carlo Lippolis
I rilievi assiri nelle collezioni museali italiane
Cat. n. 7
173 Margherita Bonanno Aravantinos
Rilievi funerari palmireni
Cat. n. 8
176 SEZIONE VI
Collezione Castellani
177 Antonella Magagnini
Le Collezioni dei Castellani
Cat. nn. 1-15
9
206 SEZIONE IX
CONTESTI ROMA
206 Larario S. Martino ai Monti
Cat. n. 1
208 Palatino
Cat. nn. 2-3
210 Santuario siriaco Gianicolo e Trastevere
Cat. n. 4-8
216 SEZIONE X
CONTESTI LAZIO
217 Vigna Bonelli
Cat. n. 1
220 CONTESTI E CATACOMBE EBRAICHE
Cat. n. 2-3
221 Acquatraversa
Cat. n. 4
224 Barbara Pettinau
Il santuario di Zeus Bronton sull’Appia Nuova
226 Villa dei Quintilj
Cat. nn. 5-6
228 Tivoli Villa Adriana
229 Beatrice Cacciotti
Frammenti dell’Egitto di Adriano: dalla villa di Tivoli alle collezioni antiquarie
Cat. nn. 7-10
239 Colonna
Cat. n. 11
241 Marino
Cat. n. 12
242 Grottaferrata
Cat. n. 13
244 SEZIONE XI
Frascati, Museo Tuscolano delle Scuderie Aldobrandini
Cat. n. 1
246 Elenco incisioni e disegni Museo Tuscolano Scuderie Aldobrandini
A quattro anni dalla mostra sul Marchese Gian Pietro Campana, archeologo dell’Ot-
tocento, alla cui straordinaria collezione il Museo del Louvre ha dedicato ben 9
sale, con Il fascino dell’Oriente nelle collezioni e nei musei d’Italia le Scuderie Aldo-
brandini tornano ad affrontare il tema del collezionismo. Realizzata in occasione del 150°
Anniversario dell’Unità d’Italia, questa mostra è dedicata alle raccolte formatesi a partire
dalla seconda metà dell’Ottocento a Roma e nei principali centri italiani, presentando sta-
tue, monete, incisioni antiche, manoscritti, fotografie, carte geografiche, gemme e bronzi.
L’iniziativa rappresenta anche un’eccezionale occasione per ammirare alcune preziose ope-
re d’arte, entrate a far parte della collezione del nostro Museo Tuscolano e mostrate al pub-
blico per la prima volta.
Ringrazio pertanto a nome della Città di Frascati, tutte le prestigiose Istituzioni e i Musei
che hanno voluto concedere i prestiti, gli studiosi i cui preziosi contributi sono qui raccol-
ti, il Prof. Caputo, Preside della Facoltà di Lettere dell’Università degli Studi di Roma “Tor
Vergata”, le cui iniziative è sempre un privilegio poter condividere e sostenere, il Comita-
to Scientifico e il suo Presidente, la Prof.ssa Beatrice Palma.
L
e seicentesche Scuderie Aldobrandini, restaurate dall’architetto Massimiliano Fuksas,
accolgono ancora una volta un importante evento, dedicato in questa particolare
occasione al mondo all’archeologia: “Il fascino dell’Oriente nelle collezioni e nei
musei d’Italia”. Tale manifestazione rappresenta un importante appuntamento legato alle
celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia.
Siamo particolarmente felici di ospitare tale mostra perché frutto della collaborazione
con l’autorevole istituzione dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata.
Le numerose opere, provenienti da alcuni dei più prestigiosi musei romani quali Musei
Capitolini, Palazzo Altemps, Villa Giulia, Palazzo Barberini, Palazzo Venezia, nonchè la
Biblioteca Nazionale dell’Accademia dei Lincei e i Musei Vaticani, saranno inoltre suppor-
tate da alcune carte geografiche, tese ad illustrare le rotte commerciali nelle varie epoche
storiche, e da carte topografiche, funzionali ad evidenziare i siti scavati sia in Oriente che
in Italia. Verranno presentati inoltre prodotti multimediali.
Armanda Tavani
Assessore alle Politiche Culturali
del Comune di Frascati
14
Disegno Palagi 856, Bologna, Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, con alcune antichità egizie della collezione.
15
Introduzione
porzio Catone) da Margherita Bonanno e Giuseppina Ghini (Università di Tor Vergata e Soprinten-
denza del Lazio), dove sono state ritrovate sei monete indiane che costituiscono una vera rarità.
La mostra si articola in più sezioni dedicate al collezionismo dell’Oriente antico e dell’Oriente isla-
mico; altre sezioni riguardano: Roma e l’Oriente (tesa ad illustrare l’importanza che la città ha avuto
nella ricezione di manufatti orientali: numerosi luoghi di culto furono dedicati a divinità straniere qua-
li Iside e Serapide, Cibele, Mitra), il Lazio e l’Oriente servirà ad attestare come il Lazio sia stato un
importante crocevia di culture per l’importazione o rielaborazione delle antichità orientali.
La mostra è corredata da una ricca documentazione archivistica; nelle vetrine saranno esposti,
accanto agli oggetti, disegni ed incisioni, fotografie e calchi dei manufatti collezionati, i manoscrit-
ti di Pirro Ligorio e dell’abate Carlo Antonio Pullini, le opere di Atanasius Kircher, di Claude Mene-
strier, del conte Philippe de Caylus, di Agostino Penna, di Augusto Castellani, Henry Austin Layard,
alcune carte geografiche tese ad illustrare le rotte commerciali nelle varie epoche storiche e carte
topografiche di Roma e del Lazio funzionali ad evidenziare i siti scavati sia in Oriente che in Italia.
Verranno presentati inoltre prodotti multimediali interattivi.
La scelta espositiva sulle Scuderie Aldobrandini a Frascati, già sede di due importanti mostre,
quali quella su Luigi Canina e sul Marchese Campana si è rivelata ottima: essa è da ritenersi la sede
ideale per esporre i materiali orientali collezionati attraverso i secoli da illustri famiglie nobiliari che
hanno avuto a Frascati le loro prestigiose ville, alcune delle quali (Farnese-Falconieri, Altemps-
Ludovisi Torlonia, Borghese, Aldobrandini, Bonaparte), rievocate in Mostra dalle splendide incisio-
ni del 1671 di Atanasius Kircher, al quale si deve anche una veduta della città di Tuscolo
194 Catalogo
OTTAVA SEZIONE
La collezione di Leone Caetani
Catalogo 195
«Se la biblioteca di Taymūr Pāšā – al-Hizānah al-Taymūrı̄yyah – al Cairo ha un posto d’onore per gli antichi
manoscritti di dotti musulmani sulle varie˘ discipline, e se quella di Ah.mad Zakı̄ si distingue per aver raccol-
to tutte le più preziose opere arabe stampate in occidente, la biblioteca Caetani in Roma contiene i più
importanti libri sulla storia islamica, in lingue diverse e particolarmente in arabo, di un valore tale da meri-
tare che per conoscerli si venga dalla Cina e da Damasco».
Con le parole del noto letterato siriano Muh.ammad Farı̄d Kurd ‘Alı̄ (1876-1953) – che visitò e con-
sultò la raccolta nel 1913 quando era ancora nella soffitta del palazzo Caetani alle Botteghe Oscure –
Giuseppe Gabrieli introdusse il suo tributo alla Fondazione e al suo patrimonio; in termini altrettan-
to elogiativi, riguardo alla munificenza del fondatore, si espresse anche il figlio Francesco, in arabo e
in italiano:
«Caetani volle che tutti gli studiosi e orientalisti potessero trar profitto dei preziosi tesori della sua biblioteca,
e istituì a sue spese la Fondazione per promuovere gli studi sulla storia e la civiltà dell’Islam, facendo della
sua privata biblioteca una biblioteca annessa a questo nuovo Istituto scientifico»1.
Testimonianze emblematiche, dunque, dell’originario côté privato della raccolta caetaniana di libri
e del suo successivo “riversamento” in ambito pubblico presso l’Accademia dei Lincei: in entrambe
le fasi essa fu polo di attrazione e di riferimento, non solo italiano, per la consultazione di testi e di
manoscritti incentrati sulla storia e sulla civiltà arabo-islamica.
Ripercorrendo le tappe essenziali delle vicende che hanno visto insediare la preziosa collezione nel-
la sede accademica, sarebbe avvenuto tra il 1911 e il 1912 il trasporto a palazzo Corsini di un primo lot-
to di “libri orientali” di Leone Caetani – costituito da 92 manoscritti e da qualche centinaio di stampati
– seguito da invii successivi compiuti tra il 1916 e il 19172; al 1919 risalgono, probabilmente, sia invii più
cospicui di libri da palazzo Orsini a via Monte Savello – nuova abitazione del Caetani –, sia la sistema-
zione di gran parte della raccolta nelle sale del secondo piano dell’Accademia; nel 1941 i volumi furo-
no trasferiti al primo piano o piano nobile, nell’ala della biblioteca accademica che affaccia a oriente.
Fu ancora Giuseppe Gabrieli (1872-1942), bibliotecario, orientalista e collaboratore di Caetani, che si
occupò con amorevole premura dell’assetto e della disposizione dei libri del “caro Duca”, libri che finì
per assimilare al materiale librario già esistente, come il fondo Amari, ad esso attinente per argomento3.
Per espressa volontà del donatore fu poi istituita nel 1924 la Fondazione Caetani per gli studi musulma-
ni, unica nel panorama dell’epoca, «dalla quale vengano potente impulso agli studi islamici ed onore
alla scienza italiana», come recita la relazione preliminare allo statuto di fondazione presentato nel 1919
dal Caetani alla Reale Accademia dei Lincei4: la biblioteca orientalistica di don Leone diventò, dunque,
il bene principale di tale istituzione e il fulcro nevralgico di ogni sua attività culturale5.
Giunti in Accademia privi di inventario e di catalogo, gli stampati erano circa diecimila tra volumi
e miscellanee, comprese 150 edizioni antiche, un numero ragguardevole se si considera la produzio-
ne estremamente limitata di pubblicazioni specialistiche dell’epoca e l’altrettanta difficoltà di reperi-
mento. La concentrazione di materiali di studio specializzati sulla cultura e sulla terra d’Islam, orizzon-
te a quei tempi lontano e ardito, fu l’effetto di una selezione autonoma e meticolosa, del vaglio di
ciascun singolo volume, dell’attesa dell’imminente uscita di un nuovo saggio o di un testo inedito.
L’ultimo atto accademico del Caetani, in veste di procacciatore di “pezzi” rari, fu l’acquisizione, appro-
vata dal principe ma proposta e conclusa dal Gabrieli, di 28 codici arabi di origine sudanese, entrati
in Accademia nel 1924 e provenienti dalla spedizione africana dell’etnologo tedesco Leo Frobenius
(1873-1938)6. Il primo a documentare la presenza e a fornire una breve descrizione dei manoscritti
islamici della biblioteca fu l’infaticabile Gabrieli, che redasse un elenco sommario, sorta di inventario
patrimoniale dei manoscritti appartenuti ai fondi Amari, Caetani e altre donazioni, inserendolo nella
citata monografia dedicata alla Fondazione7.
Tornando alla dimensione individuale del Caetani collezionista di manoscritti (1869-1935)8 che,
libro su libro, diede vita a una biblioteca così decisamente orientata, si possono accennare ad alcuni
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196 Catalogo
Catalogo 197
Come illustrato nella sinossi riportata qui di seguito, l’origine dei manoscritti arabi collezionati da
Caetani è prevalentemente la Turchia ottomana, ma non mancano esemplari eseguiti in Siria, al Cairo,
nel Maghreb, in Persia e in Yemen; tra i persiani ventidue codici sono di fattura indiana. Il dato cro-
nologico è riscontrato soltanto in nove esemplari arabi, di cui il più antico arabo-cristiano è datato 1105
anno dei martiri/1399 (Or. 50); gli altri arabi sono databili tra il XIV e il XIX secolo; nei persiani la data-
zione è più frequente ed è rilevata su trentadue esemplari, il più antico al 790/1388 (Or. 1).
Due sono gli unicum accertati: l’arabo Or. 5 e il persiano Or. 77a-i. Il primo è uno dei manoscrit-
ti più antichi e più rilevanti della raccolta caetaniana, sia per la ricostruzione della tradizione mano-
scritta a cui appartiene, sia per le particolarità codicologiche che lo contraddistinguono; si tratta di una
sezione del vastissimo dizionario biografico Wāfı̄ bi al-wafayāt del noto storico arabo al-Safad (1297-
1363). Acquistato a Damasco nel 1908 – ultimo viaggio di Caetani in terra d’Islam – l’esemplare atte-
sta una redazione molto corretta, paleograficamente attribuibile all’inizio del XVI secolo; le sfumatu-
re dei colori delle carte dal rosa al pesca, le rubriche in rosso nel testo e a margine, le titolazioni cen-
trali dei nomi dei personaggi in elegante grafia, lo rendono un modello di classica sobrietà. Il secon-
do, in nove volumi, contiene la versione persiana del Matsyapurāna, eseguiti a Benares, datati 1205-
1207/1791-1792, e commissionati da Jonathan Duncan, residente britannico a Benares. Tra i persiani
numerosi sono gli esemplari rari e antichi; non mancano gli inediti, come per esempio Or. 239, con-
tenente una copia piuttosto antica, datata 981/1573, del Nigaristān-i mu‘nı̄, raccolta di aneddoti in
prosa artistica di Mu‘ı¯n al-Dı̄n al-Ǧuwaynı̄, composta nel 1335.
Relativamente al loro contenuto, si annoverano tra i codici arabi sette corani, quasi tutti di origine
ottomana, trascritti tra la metà del XVI e l’inizio del XIX secolo, con l’eccezione di Or. 32, di fattura
persiana (Cat. n. 2); si tratta di manufatti molto curati, ornati da decorazioni sobrie o articolate, coper-
ti da legature eseguite da artigiani professionisti11. Quanto alle materie rappresentate, si trovano cin-
que testi di storia e quattro commenti coranici, di cui uno in particolare è un testimone notevole sot-
to vari profili: il testo inedito e molto raro del settimo ǧuz’ di al-Bası̄t fı̄ al-tafsı̄r (Or. 78a) di ‘Alı̄ ibn
Ah.mad al-Wāh.idi Ibn Mattūyah o Mattawayh (m. 1076), databile al XIV secolo e paleograficamente
riconducibile all’area yemenita. Un altro esemplare di argomento storico (Or. 76), trascritto in Siria e
datato al 833/1543, contenente l’ultima parte della biografia tradizionale del profeta Muhammad,
Bulūg al-marām min sı̄rat Ibn Hišām del poeta e prosatore arabo del periodo mamelucco Taqı̄ al-
Dı̄n ibn ‘Alı̄ al-Hamawı̄
. Ibn Hiǧǧah
. (1366-1434), esibisce analogie con la copia precedente. Entram-
bi hanno in comune la pagina di apertura con medaglione centrale polilobato e decorato in oro in
foglia e la titolazione al centro, riconducibili alla tecnica e ai motivi decorativi degli artigiani mame-
lucchi; nel primo caso i sei petali del cerchio, inscritto in una cornice filettata con testata in oro e lapi-
slazzuli, sono parzialmente dorati e riportano all’interno il titolo dell’opera e l’autore; la decorazione
del secondo esemplare – più deteriorata – presenta una sfera a otto lobi, interamente dorata in foglia
su uno sfondo amaranto e sulla quale risalta in bianco il nome dell’autore, il tutto è inquadrato in una
cornice con intrecci e cartigli dorati (Figg. 1-2).
Lingua e grammatica sono rappresentate da quattro testi, tra cui un codice (Or. 367), riconducibi-
le al XVII secolo, che contiene sia una grammatica in arabo del persiano, turco e mongolo, sia un
vocabolario persiano-turco, con una traduzione parziale in latino. A proposito di esempi di testi
reperiti a fini pratici, si può citare Or. 55, al-Maqālah fı̄ d.arb al-kalām bi-al-muhātabah li-ta‘lı̄m
al-luġah al-‘arabiyyah (Trattato delle parole che cadono nel discorso per imparare la ˘ lingua araba)12,
manuale di conversazione in arabo corrente, conforme a una copia che il bibliotecario orientalista
Michelangelo Lanci (1778-1869) aveva redatto nel 1805 dal codice di padre Milani, professore d’ara-
bo a Roma alla fine del XVIII secolo.
Passando alla scienza, l’arabo Or. 41, contenente un raro trattato di astronomia, Tuhfat al-šāhiyyah
di Qut.b al-Dı̄n al-Širāzı̄ (m. 1312), eseguito in Persia presumibilmente nel XV secolo, esibisce gusto
ed accuratezza di composizione nel piccolo modulo del nashı̄ eseguito con singolare fluidità e niti-
dezza entro un ǧadwal (cornice) di testo con filetto d’oro e blu. ˘ L’opera è introdotta da ‘unwān (testa-
ta miniata) decorato in oro liquido e blu lapislazzuli, con cornice e cartiglio integrato, non riempito,
ed è infarcita di diagrammi, disegni e figure geometriche in nero e rosso, come quella in cui vengo-
no calcolati col compasso le distanze dei corpi celesti dal centro della terra (Tav. XVII). Altra rarità è
il Kitāb nūr al-‘uyūn wa-ǧāmi‘ al-funūn (Or. 47)13, databile all’inizio del XV secolo, uno dei più este-
si trattati d’oftalmologia, tutt’ora inedito e soltanto parzialmente tradotto; composto nel 1296 da Yah.yā
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198 Catalogo
ibn Abı̄ al-Raǧā’ Abū Zakariyyā’, esso rivela la curiosità di Caetani per la storia della scienza.
Perfetta assonanza tra esperienza vissuta e bibliofilia si manifesta nel manoscritto Or. 74a-c, Tuh . fat
al-udabā’ wa-sulwat al-ġurabā’ di Ibrāhı̄m ibn ‘Abd al-Rah.mān al-Hiyārı̄ al-Madanı̄ al-Mis.rı̄ (m. 1671),
resoconto in tre volumi del viaggio dell’autore da Medina alla Siria, ˘ attraverso l’Egitto fino a Costan-
tinopoli, durante gli anni 1669-1670; esso fu commissionato da Caetani e copiato a Roma nel 1892 su
un esemplare della Bibliotheca Lindesiana (Ms. Ar. 696), fondata dallo zio Alexander Lindsay Craw-
ford ed arricchita dal figlio James Ludovic14.
Etica, dottrina religiosa, mistica, cabalistica, preghiere e persino una raccolta di h . adı̄t sul cavallo
sono materie rappresentati da pochi esemplari; due poemi e due testi drusi piuttosto antichi ¯ conclu-
dono la rassegna dei manoscritti arabi.
Tra gli arabo-cristiani, emerge il già citato Or. 50, Kitāb al-Abūġalamsı̄s, versione araba dell’Apo-
calisse, datato 1399, che testimonia l’ampiezza di orizzonti del suo donatore; la trascrizione è di mano
cristiana ma non se ne sa l’origine, forse il Libano.
I manoscritti persiani – 62 unità materiali e 51 unità di contenuto – occupano un posto privilegia-
to nella collezione caetaniana e rispecchiano con chiarezza lo spirito di colui che li ha selezionati e
il preciso intento di rappresentare la cultura letteraria persiana, colta nel suo straordinario innesto con
le arti del libro. Tra gli esemplari più notevoli troviamo Or. 10, redazione originale e autografa del
Hulāsat al-ahbār, storia generale della Persia del dotto persiano Hwāndamı̄r, trascritta a Herat, nel
˘905/150015. Altro
˘ autografo è Or. 236, H.ilyat al-muttaqı̄n, trattato ˘di etica sciita del celebre teologo
Muh.ammad Bāqir ibn Muh.ammad Taqı̄ Maǧlisı̄, datato 1079/1668.
Su tutte le altre discipline è la poesia persiana – 28 codici - ad aver goduto del favore incontrasta-
to di Caetani, attribuibile al fascino che della sua sublime ineffabilità, incastonata nella espressione
calligrafica di minute e svolazzanti grafie nasta‘lı̄q e incorniciata da ǧadwal di testo abbelliti da sotti-
li filetti colorati. In questo gruppo si annoverano splendidi esemplari miniati delle opere complete o
di florilegi di autori come H.āfiz. (Or. 44), Sa‘dı̄ (Or. 23, Or. 273), Niz.āmı̄ (Or. 17, Or. 42). Due raccol-
te sfoggiano le pagine iniziali delle sezioni decorate splendidamente, con i versi disposti su quattro o
due colonne; in Or. 266 il primo daftar del poema mistico Matnavı̄-i ma‘navı̄ di Čalāl al-Dı̄n al-Rūmı̄
(1207-1273), copiato nella prima metà del XIX secolo, è inquadrato ¯ in una decorazione disposta a dit-
tico con la pagina a fronte, con volute azzurre, amaranto e oro inserite in una fascia che corre lungo
i margini esterni e una testata arabescata su fondo oro con varianti del motivo a volute (Tav. XVIII);
l’altro codice, acquistato da Quaritch, contiene il vasto Dı̄vān (Or. 15) del mistico e poeta persiano
Muh.ammad H.usain Nazı̄rı̄ (m. 1604), molto noto nell’India moghul; copiato a Delhi nel 1162/1749, il
sontuoso esemplare presenta una mise en page molto articolata: preziosi ‘unwān diversi fra loro nel-
le figurazioni dei motivi floreali arabescati, e dipinti in oro liquido e lapislazzuli, con fiorellini rosa,
celesti e verdi, inquadrano il testo diviso in due colonne, posto in risalto da un motivo a nuvola bian-
co su fondo oro; i margini sono interamente ornati da motivi floreali – sempre diversi – in oro e ros-
so (Tav. XIX)
La storia è attestata da nove manoscritti, la prosa didattica e artistica da sei, con ben tre Kalı̄lah
wa-Dimnah in versione persiana (Or. 270, Or. 269 e Or. 271); anche la novellistica e l’epica indiana
sono testimoniate (si veda la sinossi).
Tra i turchi – due volumi e tre testi – si distingue un codice che racchiude sia un trattato di astro-
logia sia uno di aritmetica; una nota di possesso del 870/1563 permette di far risalire l’esecuzione a
un periodo anteriore a quella data. Tre manoscritti in sanscrito, due in urdu, uno ebraico16 e uno siria-
co sono emblemi di confini linguistici e culturali dilatati, sollecitati da interessi banali e verso saperi
meno diffusi.
Molteplici sono gli ambiti di interesse e di studio che possono essere stimolati da manoscritti come
quelli della collezione Caetani: una valutazione dei codici nel loro complesso, infatti, implica relazioni
molteplici e connesse tra loro: sul piano storico-documentario – fermo restando che la “modernità” di
tali esemplari non diminuisce in alcun modo il loro valore specifico –, sul piano della tradizione filolo-
gica e testuale, sul piano grafico e calligrafico, sul piano dell’impianto grafico-testuale o mise en texte,
sul piano delle competenze artistiche e delle tecniche artigianali, sul piano dell’archeologia del libro
ovvero della ricostruzione filologica di manoscritti fatti a mano.
Arte e artigianato armonizzano perfettamente nelle coperte originali – circa cinquanta – che avvol-
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Catalogo 199
200 Catalogo
Note
1
Gabrieli 1926, pp. 4-5, 95 (introduzione in arabo e in italiano).
2
Tra il 1911 e il 1917 furono predisposti da Giuseppe Gabrieli cinque liste, pubblicate a puntate (Collezione di mano-
scritti e libri orientali).
3
Anche essa specializzata sulle fonti arabo-islamiche, la raccolta dell’orientalista e linceo Michele Amari (1806-1889) fu
acquistata dall’Accademia nel 1890; ne fanno parte una decina di manoscritti arabi, uno in amarico, un glossario e due fir-
mani turchi, frammenti copti e poco più di un migliaio di stampati.
4
Gabrieli 1926, pp. 6-11.
5
Sulla raccolta e le sue vicende in seno alla Biblioteca Accademica si veda l’omaggio di Renato Traini 1986, pp. 17-37.
6
Cfr. Gabrieli 1926, pp. 39-41.
7
Dei manoscritti Caetani i persiani sono stati descritti da Piemontese 1974, mentre per gli arabi il lavoro ricognitivo di
Gabrieli rimane ancora punto di riferimento, ad eccezione di nove codici del fondo Caetani (Or. 7, Or. 11, Or. 19, Or. 272,
Or. 40, Or. 366, Or. 367, Or. 368bis) identificati da Traini 1967.
8
Sui tratti essenziali della figura dell’islamista e linceo Leone Caetani duca di Sermoneta e principe di Teano si veda la
voce a lui dedicata da Francesco Gabrieli nel DBI, XVI (1973), pp. 185-188.
9
La ricostruzione dei suoi viaggi e della sua passione per l’Oriente è delineata in Ghione-Sagaria Rossi 2008, pp. 121-
139.
10
Per questi, per le riproduzioni rotografiche al bromuro d’argento di manoscritti, fatte eseguire dalle principali biblio-
teche europee, si veda Gabrieli 1926, pp. 39-74.
11
I manoscritti coranici della Biblioteca sono descritti da Anzuini 2001, pp. 330-365.
12
Il trionfo sul tempo 2002, scheda n. 61.
13
Ibid., scheda n. 121.
14
Cfr. Sagaria Rossi 2003, pp. 156-175., in part. pp. 161-162.
15
Il trionfo sul tempo 2002, scheda n. 54.
16
Ibid., scheda n. 131.
17
Cfr. Libri islamici in controluce 2008. I codici orientali di maggiore valore artistico e impatto estetico - 23 i manoscrit-
ti Caetani su un totale di 24 - sono stati esposti per la prima volta a palazzo Poli in occasione della mostra Il trionfo sul tem-
po 2002, in part. l’elenco dei manoscritti a p. 350.
18
922 sono le cartelle archivistiche create da Caetani e contenenti diverse migliaia di lettere, appunti, articoli e docu-
menti, rinvenute nel vastissimo archivio personale di Leone Caetani, di cui numerose sono quelle intestate a orientalisti e
intellettuali della sua epoca; cfr. Ghione-Sagaria Rossi 2004.
19
Gabrieli 1926, p. 74.
20
Cfr. Di Flumeri 1996, pp. 303-350.
ARABI: 43 unità materiali (di cui 8 arabo-cristiani e 2 drusi), 47 unità di contenuto (di cui 10 arabo-cristiani e 2 drusi)
arabo-islamici - corani: Or. 12 (alcune sure, turco-ottomano, XVI sec.), Or. 32 (Persia, sec. XVII, piatti laccati), Or. 39 (Turchia, fine XVII sec.), Or. 46 (Tur-
chia, metà XVI sec.), Or. 57 (Turchia, fine XVIII-XIX secc.), Or. 63 (Turchia, XVII-XVIII secc.), Or. 66 (alcune sure, Turchia, XVIII sec.); storia: Or. 5 (Dama-
sco, inizio XIV sec.), Or. 38 (Costantinopoli, XIX sec.), Or. 75 (Egitto, XV sec.), Or. 76 (Siria, datato 833/1543); commenti coranici: Or. 25 (sciita, Persia, ante
1048/1638), Or. 45 (Egitto, datato 991/1583), Or. 78a (Yemen, XIV sec. ?), Or. 78b (Yemen, XIV sec. ?); grammatica/lingua: Or. 28 (grammatica, Turchia, XVI
sec. ?), Or. 55 (manuale di conversazione, Roma, 1805-1815), Or. 3671 (XVII sec. ?), Or. 3672 (XVII sec.?); medicina: Or. 7 (Tripoli di Siria, datato 1004/1595),
Or. 47 (oftalmologia, Egitto, XV sec.), Or. 54 (Siria, XV sec. ?); astrologia/astronomia: Or. 191 e 192 (Yemen, XIX sec. ?), Or. 41 (Persia, XV sec. ?)
viaggi: Or. 74a-b-c (3 voll., Roma, 1892); etica: Or. 40 (Egitto, XVIII-XIX secc.); dottrina religiosa: Or. 34 (wahhabita, Persia, 1285/1868); mistica: Or. 271 (Il
Cairo, XVIII sec.); magia/cabalistica: Or. 272 (Il Cairo, XVI sec. ?), Or. 35 (arabo e turco, Turchia, XVIII-XIX secc.); preghiere: Or. 53 (Maghreb, datato
1 2
1105/1693); h . adı̄t: Or. 368 (sul cavallo, Siria, datato 1309/1892); poemi: Or. 268bis (XVIII sec. ?), 268bis (XVIII sec. ?); Testi drusi: Or. 20 (lista scritti dru-
si, Siria, XIV-XV ¯secc. ?), Or. 64 (Siria, XVII sec.)
arabo-cristiani - pene dell’inferno: Or. 11 (XIX sec.); diritto: Or. 3661 (Libano ?, XIX sec.), Or. 3662 (impedimenti matrimoniali, Libano ?, XIX sec.); diritto
ereditario/casi di coscienza: Or. 211 e 212 (Libano, XVIII sec.); diritto canonico: Or. 49 (Libano, datato 1543); N.T.: Or. 50 (versione araba dell’Apocalisse,
Libano, datato 1105 anno dei martiri/1399), Or. 52 (epistole estr. da Atti degli Apostoli, Libano, XVII); religione: Or. 73 (Siria, fine XVII-inizio XVIII sec.)
Catalogo 201
BIBLIOGRAFIA: Il trionfo sul tempo. 2003, pp. 184-185, n. 75; Anzuini 2001.
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202 Catalogo
BIBLIOGRAFIA: Il trionfo sul tempo 2002, n. 57; Piemontese 1974 pp. 41-42.
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