musica&terapia
numero
35 direttore editoriale
Gerardo Manarolo
comitato di redazione
Claudio Bonanomi
Massimo Borghesi
Ferruccio Demaestri
Bruno Foti
Alfredo Raglio
Andrea Ricciotti
segreteria di redazione
Ferruccio Demaestri
comitato scientifico
Rolando O. Benenzon
Università San Salvador, Buenos Aires, Argentina
Michele Biasutti
Università di Padova
Leslie Bunt
Università di Bristol, Gran Bretagna
Giovanni Del Puente
Università di Genova
Edith Lecourt
Università Parigi V, Sorbonne, Francia
Luisa Lopez
Fondazione Mariani, Milano
Giandomenico Montinari
Psichiatra, Psicoterapeuta, Genova
Pier Luigi Postacchini
Psichiatra, Neuropsichiatra Infantile,
Psicoterapeuta, Bologna
Oskar Schindler
Ordinario di Foniatria, Università di Torino
segreteria di redazione Frauke Schwaiblmair
Ferruccio Demaestri Istituto di Pediatria Sociale e Medicina Infantile,
Corso Don Orione 7 Università di Monaco, Germania
15052 Casalnoceto (AL)
tel. 347 8423620
MetT 35 nuovo interno 2018-12-20 11:10 Pagina 2
indice editoriale
numero
35
Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 Il primo numero del 2017 di “Musica et Terapia” si relazione alla maggiore o minore gravità del declino
apre con il contributo di Manuela Mazzieri e Maurizio cognitivo.
La narrazione come integrazione del sé. Spaccazocchi dedicato al tema dell’integrazione in-
L’importanza delle discipline scolastiche terpsichica e intrapsichica. A fondamento di tale pro- Roberto Pretto, nel prosieguo, presenta un percorso
che sanno anche raccontarsi cesso, che fonda una condizione di benessere psi- riabilitativo che tratta nello specifico la Sindrome di
Manuela Mazzieri, Maurizio Spaccazocchi . . . . . 2
chico, viene posta la funzione narrativa come con- Martin Bell. L’articolo descrive in maniera puntuale
Musica e Sindrome di Rett. dotta simbolizzante e socializzante. Il racconto di sto- e approfondita l’analisi delle caratteristiche sonoro-
Tecniche di musicoterapia attiva e recettiva rie implica una competenza verbale che, tuttavia, musicali del soggetto, la sintesi dei dati raccolti, la
Matteo Maienza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 nasce e si sviluppa su una dimensione simbolica an- loro interpretazione, l’elaborazione di un progetto
tecedente di tipo analogico, motoria, visiva e sono- d’intervento con la relativa verifica degli esiti.
L’efficacia dello stimolo sonoro-musicale nelle
ra, con cui si integra.
persone in stato vegetativo e di minima
Guido Marconcini conclude il numero 35 di “Musica
coscienza. Uno studio clinico comparativo
A seguire l’articolo di Matteo Maienza è dedicato ad et Terapia” con interessanti riflessioni emerse all’in-
B. Eichmanns, M.Cavallini, L. Attardo, F. Caruso,
I. Ferrari, E. Galbiati, L. Bressan, V. Lanzoni, illustrare un’esperienza rivolta a piccole pazienti af- terno di un lavoro di gruppo mirato ad analizzare alcu-
L. Zoppo, R. Stefa, A. Marotta, A. Uccero, fette dalla Sindrome di Rett. I casi presentati usu- ne sequenze video riguardanti le applicazioni della
L. Barretta, R. Palmisano, F. Arenare, fruiscono di molteplici approcci riabilitativi, fra cui la musicoterapia nei disturbi dello spettro autistico.
N. Bongiorni, A. Grillo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 musicoterapia, integrati fra di loro, presso l’Istituto
Valutazione di una riabilitazione cognitiva Zahrada di Praga. Fra le diverse tecniche impiegate GERARDO MANAROLO
Cosmopolis s.n.c. musicale con anziani: va fatta menzione del massaggio sonoro a bassa fre-
Corso Peschiera, 320
una ricerca controllata randomizzata quenza e del letto armonico.
10139 Torino
tel 011 710209 Michele Biasutti, Anthony Mangiacotti . . . . . . . 25
I successivi contributi riguardano due peculiari ricer-
L’abbonamento a Musicoterapia e riabilitazione: un’esperienza che svolte in un contesto ospedaliero e universitario.
Musica & Terapia è di personale. La Sindrome di Martin-Bell Bettina Eichmanns, congiuntamente all’équipe
Euro 20,00 (2 numeri).
L’importo può essere
Roberto Pretto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 dell’Istituto Geriatrico P. Redaelli di Milano, illustra
versato sul c.c.p. 47371257 uno studio clinico comparativo (stimolo sonoro-
intestato a Musicoterapia e Autismo,
Cosmopolis s.n.c., seguendo le tracce dell’intersoggettività musicale versus stimolo verbale) rivolto a pazienti in
specificando la causale Guido Marconcini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 stato vegetativo e in stato di minima coscienza.
di versamento e
l’anno di riferimento
Recensioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 57 Michele Biasutti e Anthony Mangiacotti, Università
di Padova, presentano uno studio volto a verificare
Grafica e impaginazione
Articoli pubblicati la ricaduta di un programma di riabilitazione cogni-
Cosmopolis snc - Torino sui numeri precedenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 58 tiva musicale e, in particolare, i differenti effetti in
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LA NARRAZIONE
COME INTEGRAZIONE DEL SÉ
L’IMPORTANZA DELLE
DISCIPLINE SCOLASTICHE CHE SANNO
ANCHE RACCONTARSI
Manuela Mazzieri *
Maurizio Spaccazocchi **
Telling or listening to stories means PREMESSA In altri termini, un assente potenziale integrativo di vis- piena di corpo (mindul body), una cosa è certa: ogni
getting the power out of humanity. Una buona e comune idea di sanità e di benessere suti significativi può provocare una più o meno eviden- essere umano non può evitare, come appunto si deve
From people joined in time and space, mentale e fisico, come pure di reale capacità di resi- te mala gestione di noi stessi, e quindi una distorsione fare con un’auto da corsa, di considerare l’impegno e
dressed in rags or cloaks or even naked. lienza della persona, si fonda sui processi che per- di ciò che il nostro Sé dovrebbe poter gestire con perti- l’importanza di integrarsi con gli altri e con l’ambiente
An humanity full of life arised by the livings. mettano di esaltare la presenza attiva del concetto nenza e priorità coerenti. che è sempre presente e attivo al di fuori di Sé.
So, unique is the source of stories such as unique di integrazione inteso come quell’insieme di flussi Per approfondire ancora questo tema, andiamo avan- Con questa metafora si vuole quindi affermare che il
is the spirit that assimilates them along in an infinite di energia vitale neurobiologica e di informazioni che ti in questa nostra riflessione facendo uso della se- concetto di integrazione è ben più ampio e che quindi
humanitarian chain. si sintonizzano tanto all’interno di una singola mente guente metafora: un’auto da corsa potrà definirsi dav- gioca la sua partita relazionale tanto all’interno del
quanto nella relazione collaborativa fra menti diverse. vero ben “messa a punto” o ben “calibrata”, solo nel nostro personale campo esistenziale, quanto nell’am-
Quando tutti percepiamo, in forma più o meno coscien- momento in cui tutte le sue varie parti si potranno atti- biente esterno, nel mondo degli altri, delle cose e dei
te, questa condizione armonizzante, sentiamo chiara in vare ed agire in modo integrato fra loro. E già così luoghi. Una partita che comprende il tutto interno ed
noi la presenza di un Sé benefico, positivo, che ci fa avremmo ottenuto un buon risultato che, però, potreb- esterno al nostro Sé:
sentire sia sintonizzati nelle nostre varie dimensioni be non bastare, poiché questa sua integrazione interna
interne e sia in accordo condiviso con gli altri. rischierebbe di non essere in sintonia con l’ambiente La capacità di integrazione, come tutte le funzioni
È altrettanto evidente che una tale condizione psicofisi- esterno: tipo di circuito, temperatura della pista e del della mente, sono costantemente create dalle inte-
ca e neurobiologica sarebbe un’ottima conquista nel luogo, variazioni atmosferiche, tipo di asfalto stradale, razioni fra processi neurofisiologici interni e relazio-
contesto scolastico generale poiché arricchirebbe sia la qualità dei mezzi computerizzati per la valutazione ni interpersonali: resilienza e benessere emotivo
qualità e la quantità degli apprendimenti e sia la stessa della sua efficacia su quel tipo di pista, capacità dei sono processi basilari che emergono dall’integrazio-
relazione affettiva e cooperativa fra gli studenti, i docen- meccanici di risolvere i problemi che potrebbero emer- ne dei flussi di energia e informazioni all’interno
ti e la stessa istituzione educativo-formativa. Al contra- gere durante la gara, la posizione dell’auto alla griglia della singola mente e fra menti diverse. Come
rio, una distorta o imperfetta integrazione fra i nostri di partenza, ecc.. hanno scritto Ogawa e collaboratori, parafrasando il
diversi vissuti interiori, fra i nostri possibili contrasti Insomma tante e tante altre ancora possono essere le lavoro di Loevinger, “l’integrazione non è una fun-
interpretativi nei confronti della realtà esterna, può varianti esterne che potrebbero determinare la qualità zione del Sé, è ciò che il Sé è” (Siegel, 2013).
originare un’evidente distorsione della nostra perso- del risultato ottenuto da quell’auto da corsa pur “messa
nalità, e quindi del nostro Sé interiore ed esteriore. a punto” nel modo migliore all’interno della sua speci- Questa premessa ci serve per aprire, subito di segui-
È questa disarmonia che può dare origine a forme di fica struttura. to, la strada al tema centrale che vogliamo trattare:
esistenza più o meno instabili, di malessere, di soffe- Anche se questa metafora dell’auto da corsa fosse rite- l’importanza dei processi narrativi come condotte in-
renza, per non giungere a parlare di vere e proprie nuta poco pertinente per descrivere una persona nella tegrative del Sé all’interno del contesto educativo-
condizioni patologiche. sua ben più ampia entità complessa di una mente scolastico.
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NEUROBIOLOGIA COLLABORATIVA to, presente e la visione di un futuro più o meno E ribadendo ancora: che andrebbe a impedire l’integrazione del Sé nel pas-
Sul piano neurobiologico, una persona che racconta ad immaginato. Risulterà altrettanto evidente che questa sato, nel presente e nel futuro, togliendo così a ogni nar-
altri una propria esperienza di vita, un suo frammen- nostra coscienza autonoetica continuerà a svilupparsi L’esigenza narrativa di dare senso alle esperienze razione spazio-temporale quella condotta di coerenza
to di biografia, attiva l’ippocampo che funge da strut- sempre più quanto più i nostri giovani saranno stimo- della mente può essere vista, in parte, come un che di fatto dovrebbe mantenersi nelle tante e diverse
tura che organizza l’aspetto cognitivo della sua storia, lati verso una didattica narrativa generale e autobio- modo con cui il cervello cerca di stabilire connessio- modalità relazionali del “dirsi e del darsi” agli altri.
offrendo al Sé un maggiore senso temporale e spazia- grafica specifica. ni più stabili (più complesse) fra i suoi vari processi In una sintetica riflessione psico-pedagogica e didattico-
le, regolando così, nel racconto che va facendo, l’ordi- rappresentazionali. I tentativi dell’emisfero sinistro metodologica scolastica: la coerenza di una narrazione
ne delle suo vissuto percettivo e collegando le rappre- di trovare relazioni di causa ed effetto si associano esternalizzata da un giovane in classe è il segno di una
sentazioni mentali del suo narrare ai centri di valuta- NARRAZIONE al richiamo delle rappresentazioni autobiografiche e buona coerenza dell’integrazione stessa del suo Sé.
zione emotivi. E INTEGRAZIONE BILATERALE mentalizzanti dell’emisfero destro (Siegel, 2013).
Tutto ciò accade attraverso meccanismi neurobiologici A questo punto possiamo affermare con certezza che
che coinvolgono diversi livelli di integrazione. Ad esem- è presente in ogni narrazione una parte della vita di Da questa collaborazione interemisferica possiamo NARRAZIONE
pio, ci sono studi di neurobiologia che sostengono che una o più persone e che da questi racconti si posso- ipotizzare una presenza istintiva, primaria e prioritaria, E INTEGRAZIONE DELLE MENTI
le aree neocorticali (prefrontali, orbito frontale, ecc.), no pure cogliere le esperienze mentali attivate e come se la nostra mente fosse stimolata da una spin- È altrettanto importante rendersi conto che l’atto del
che ricevono input dalle varie regioni cerebrali, generi- gestite tanto dai narratori quanto dai soggetti o per- ta utile per raggiungere un assestamento ordinato di narrare è in sé un “gesto” che, inevitabilmente, è por-
no una integrazione moto-sensoriale del Sé nello spa- sonaggi narrati. fatti e di accadimenti spazio-temporali ed emotivi. tato alla creazione di condotte socializzanti.
zio e nel tempo. Questa evidente integrazione asso- Oltre agli aspetti neurobiologici sino ad ora indicati, In altri termini la nostra mente, come il nostro quoti- Tutti noi raccontiamo storie perché queste sono rivolte
ciativa, nella nostra globale struttura cerebrale, è alla dobbiamo ancora specificare che il concetto di integra- diano bisogno di organizzare uno studio o un raccon- agli altri e, in questo “dirsi e darsi” agli altri, è implici-
base delle nostre capacità di organizzare con coerenza zione associativa, che si dimostra e si conferma nel- to, sono la dimostrazione della presenza di un mec- to il bisogno di dar forma e/o rinforzare un attacca-
i procedimenti narrativi autobiografici: l’organizzazione stessa di ogni nostro atto narrativo, fa canismo neuronale alla costante ricerca di coerenza, mento sicuro sul piano relazionale. Questa è anche la
emergere un’ulteriore collaborazione fra le nostre due mirata a comunicare un insieme ordinato di rappre- ragione che può portare istintivamente una madre, una
Questa rappresentazione integrata delle esperienze parti del cervello. sentazioni all’interno delle narrazioni biografiche e educatrice o un docente a “riscaldare” la relazione
del Sé è alla base della capacità di prevedere even- L’emisfero destro, grazie alla sue specifiche doti men- autobiografiche. educativo-affettiva attraverso varie modalità narrative:
ti successivi e di fare piani per il futuro, e possiamo talizzanti, alle sue rappresentazioni percettive, conte- Da qui può emergere, dalle narrazioni dei nostri stu-
pensare che costituisca una componente fondamen- sto-dipendenti, autonoetiche e analogiche, contribui- denti, la possibilità di dare un maggior e più profondo La narrazione di storie è un fenomeno intrinseca-
tale dei processi narrativi autobiografici e delle sce in modo evidente alle immaginazioni dei soggetti, senso al loro passato e di creare, con coerenza evolu- mente sociale, in cui le aspettative di coloro che
modalità con cui la mente tenta di conferire coeren- dei temi e dei contenuti dei procedimenti narrativi; tiva, una più positiva visione del loro futuro. Quindi, ascoltano hanno un ruolo importante nel determi-
za ai suoi diversi stati: cercando di dare un senso di mentre la dimensione interpretativa logica e lineare, grazie a questa relazione integrata interemisferica, nare i contenuti e il tono del racconto. In questo
continuità al Sé del passato, nel presente e nel futu- tanto delle rappresentazioni quanto dei dettagli narra- possiamo affermare che nell’atto del narrare umano le modo le esperienze infantili di attaccamento hanno
ro (Siegel, 2013). tivi comunicati, fa chiaro riferimento alle capacità lin- capacità interpretative del nostro Sé nel passato, nel effetti diretti su come il bambino impara a narrare
guistiche e deduttive tipiche dell’emisfero sinistro. Da presente e nel futuro si attivano ulteriormente per gli eventi della sua vita e, probabilmente, anche
Questo significa che in ogni nostra narrazione, grazie a qui la conferma che la dimensione narrativa umana è poter essere sempre più esternalizzate in forma molto sullo sviluppo della sua coscienza autonoetica [...].
questa integrazione associativa della nostra struttura frutto di una obbligata, per quanto importantissima, integrata e quindi coerente. Possiamo quindi proporre che relazioni di attaccamen-
cerebrale, sono individuabili vari livelli di consapevo- relazione-integrazione bilaterale dei nostri emisferi: Così da questa cooperazione bilaterale sarà possibile to sicuro alimentino non solo lo sviluppo di resilienza,
lezza e di conoscenza del nostro Sé che si associano facilitare l’attivazione di nuovi legami associativi o di competenza sociale e di un senso di autonomia e
alla nostra memoria episodica e autobiografica. Le nostre narrazioni sarebbero così il prodotto di un’in- comunque rinforzare quelli già presenti, dimostrando autodeterminazione, ma favoriscono anche l’acquisi-
Questo tipo di memoria implica la registrazione, l’im- tegrazione bilaterale: l’esigenza dell’emisfero sinistro di che il richiamo dei ricordi può modificare la memoria zione di capacità di integrazione (Siegel, 2013).
magazzinamento e il richiamo di un senso del nostro stabilire relazioni di causa ed effetto può essere consi- e, di conseguenza, permettere una riorganizzazione
Sé come vissuto in specifici episodi spazio-temporali. È derata come una motivazione primaria dei processi delle varie memorie episodiche in un vero e proprio Questa capacità di integrazione fra il soggetto narrato-
la consapevolezza del proprio Sé che implica la pre- narrativi; tuttavia, la costruzione di narrative coerenti insieme integrato di rappresentazioni. re e gli ascoltatori (un infante, una classe, un pubblico,
senza e l’evoluzione di una coscienza autonoetica, cioè richiede la partecipazione sia dell’emisfero sinistro Ecco perché, in presenza di un eventuale trauma non ecc.) sembra essere una delle migliori forme di comu-
il risveglio di un’esperienza soggettiva intesa come un interpretante, sia dell’emisfero destro mentalizzante. risolto, possiamo vivere uno sfasamento di questi pro- nicazione in grado di creare una evidente risonanza
vero e proprio “viaggio” mentale nel tempo e nello Narrazioni coerenti sono create attraverso un’inte- cessi neurobiologici integrati e quindi accedere ad uno interpersonale. La dimensione verbale, la condotta
spazio, in grado quindi di creare un legame tra passa- grazione interemisferica (Siegel, 2013). stato di compromissione della coscienza autonoetica logica e coerente del racconto, le espressioni facciali,
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i toni di voce e i gesti appropriati, e dunque diretta- luppano coerenza a tutti i livelli intellettivi, relazionali ed prima di tutto ai docenti per poi evolversi e sviluppar- sono essere interpretate come la migliore calamita per
mente convergenti ai contenuti narrativo-emotivi, emotivi. La ricerca di coerenza non potrà mai esaurirsi in si fra gli studenti. attrarre ancora oggi i nostri giovani-digitali ad una
fanno sì che i soggetti coinvolti in questa “magica” un momento ben preciso della nostra esistenza: ricerca- Le narrazioni in questo senso diventano una vera e attenzione viva ed emotiva, trasformante e rinnovan-
relazione affettivo-educativa siano coinvolti in uno re coerenti armonie in noi e con gli altri è un processo propria disseminazione di indirizzi istruttivi che posso- te, condivisa e collaborativa.
stato di integrazione, anche questa interemisferica, continuo, una meta che la nostra mente piena di corpo no fare da guida nella sempre più complessa “strada” Ecco perché ogni narrazione rimane pur sempre, nel
facilitata appunto da questa “calda” comunicazione è obbligatoriamente impegnata a elaborare per tutta la esistenziale dei nostri giovani, ed essere utili quando tempo e nello spazio, il miglior dono che uno studen-
che viene narrata fra le genti. È da questa qualità sua esistenza. la vita delle cose si trasforma a poco a poco in morte te o un docente può fare alla propria classe. Perché
relazionale che si possono, in ogni ordine scolastico, e quando poi la morte si rinnova e risplende nella vita. narrare sul piano prettamente umano è una grande
creare condizioni collaborative, poiché le comunica- Certamente nei confronti delle narrazioni molti posso- manifestazione di gioia delle persone che sanno dona-
zioni altamente integrative sviluppano direttamente NARRAZIONE no essere gli approcci culturali e di studio: folklorico- re il cuore, la mente e il corpo agli altri.
pure la nostra integrazione neuronale. COME TRASFORMAZIONE E CURA etnologico, antropologico, linguistico, semiologico, teo-
Ciò sta ad indicare che, qualora sul piano relazionale Le storie nel contesto didattico-scolastico possono logico, archeologico, religioso, junghiano, freudiano,
educativo-cognitivo-affettivo, ci trovassimo in assen- funzionare come un vero e proprio balsamo, poiché come pure rodariano o ancora infantile, ecc. NARRAZIONI
za di attaccamenti sicuri fra docenti e discenti, si queste non ci impongono nulla, se non la sola azio- Per noi, in queste pagine, è stato più che evidente diri- E FORME EPISTEMOLOGICHE DEL SÉ
potrebbero creare palesi dis-associazioni fra espres- ne dell’ascoltare. Ed è in questo libero e “caldo” gerci verso l’indirizzo educativo-formativo, attribuendo Tutte le varie tipologie di narrazioni più o meno popo-
sione affettiva (gestita dall’emisfero destro) e comu- ascolto che le narrazioni possono “accendere”, gra- così alle forme narranti la forza di veri e propri mezzi lari o colte, come pure più o meno consistenti nella
nicazione verbale (gestita dall’emisfero sinistro), poi- zie all’intelligenza attiva del narrante, eccitazioni, tri- utili per il cambiamento della persona, per la presa in loro specifica natura orale o scritta, possono far emer-
ché una reale possibilità di integrare i tratti non ver- stezze, domande, riflessioni, confronti, considerazioni cura della persona, anche perché il narrare affonda le gere aspetti epistemologici molto diversi. Al contrario
bali della narrazione con i suoi tratti linguistico- apollinee e dionisiache, ragioni e passioni, beatitudi- sue più antiche radici nel mito, ed è proprio per que- i testi, in forma di saggi, di studi, di riflessioni e inda-
semantici, come abbiamo già detto, si materializza a ni, contemplazioni, struggimenti, magie e stregone- sta origine che le storie si porteranno dietro quella gini di vario genere e disciplina, fanno una chiara sele-
livello cerebrale solo attraverso una collaborazione fra rie, religiosità e profanazioni, ecc. Un’attenzione del- potenza divina (numen) che sembra unire in un’unica zione di percezioni, emozioni, interpretazioni, analisi,
i due emisferi. Collaborazione che sembra attivarsi l’ascoltatore che non può essere trascurata dal narra- umanità tutti gli esseri che nei millenni hanno avuto conseguenze, dati, fatti, relazioni, incroci e confronti,
maggiormente proprio in presenza di un attaccamen- tore, come ci dimostra la seguente considerazione accesso al rito delle narrazioni: per mantenere solo ciò che più rientra nelle logiche
to sicuro fra i soggetti coinvolti in una relazione nar- fatta da un affabulatore di eccellenza come era il pre- della ragione o, se vogliamo, nel tentativo di determi-
rativo-educativa. mio Nobel Dario Fo: Il narrare o ascoltare storie trae il suo potere da una nare condotte giustificabili e valutabili all’interno di un
La narrazione è dunque una comunicazione che si può colonna di umanità unita attraverso il tempo e lo pensiero molto reale e dunque anche molto vicino a
attivare fra due o più persone e che può, grazie a un Io invece non spengo la luce, io voglio continuare a spazio, abbigliata in modo elaborato, in cenci o in quello scientifico.
attaccamento sicuro, dar forma a una palese integrazio- vedere le facce, notarne la reazione, studiare l’effet- mantelli, o nella nudità dell’epoca, e piena fino a Quindi le narrazioni in generale sembrano approcciarsi
ne interpersonale in grado di far fluire liberamente infor- to di ogni provocazione, rompere i ritmi, agganciare scoppiare di vita ancora vissuta. Se unica è la fonte a dimensioni epistemologiche molto più ampie, man-
mazioni da un cervello all’altro. E quando questo flusso gli argomenti e le varianti sul pubblico che mi trovo delle storie e unico il numen delle storie, tutto sta tenendosi aperta la “carta” della mutazione all’occa-
è pienamente attivo si può raggiungere una condivisio- di fronte. E soprattutto la necessità primaria di obbli- in quella lunga catena umana (Pinkola, 1993). sione giusta, o comunque valutata come idonea per
ne delle menti pronta a creare collaborazione attiva, gare il pubblico a togliersi dalla condizione di sedu- non rischiare di produrre evidenti alterazioni del pro-
vitalità ed energia mentale, spontaneità e creatività: to-accomodato, costringendolo a ritrovarsi spiazzato Se il narrare crea un gruppo unito nel tempo e nello prio Sé. In quest’ottica potremmo parlare dell’umano
e venire nella mia posizione; invece che continuare spazio, nel contesto scolastico la promozione di storie mantenersi, comunque stiano sviluppandosi le nostre
È in questi momenti particolarmente intensi, in que- ad essere soggetto, diventare oggetto, porsi addirit- può prendere tutte le strade che le tante e diverse azioni, una possibilità di scelta che possa essere rite-
sti stati di risonanza [...] che riusciamo veramente tura alle mie spalle, seguire la proiezione delle discipline si sentono di promuovere, poiché le narra- nuta più giusta per quella specifica occasione, soprat-
ad apprezzare come le relazioni con gli altri possa- immagini che riesco ad evocare al mio fianco. Così zioni (ad es. di un autore, di una specifica avventura tutto per non rischiare di ferire la nostra dimensione
no nutrire e curare le nostre menti (Siegel, 2013). mentalmente il pubblico è costretto a capovolgere cognitiva umana, di un’opera d’arte, di una musica, di psicoemotiva, la nostra autostima, o comunque giun-
la propria posizione (Fo, Allegri, 1990). un canto, di una danza, di una scoperta scientifica, gere a ritenere più utile assumere una certa condotta
Questa è la ragione per la quale le pratiche del narrare della nascita di una formula geometrica, come pure di piuttosto che un’altra, pur di poter tutelare la nostra
possono e debbono essere promosse in ogni ordine sco- E queste considerazioni di Fo sono un grande segno una fiaba, di un accadimento sociale, di una biografia condizione mentale ed emotiva.
lastico poiché, attraverso il loro esercizio pratico, creano del bisogno impellente del narratore di integrarsi real- creata e narrata dagli stessi studenti, o ancora dalla In altre parole, potremmo pensare che le moltissime
forme di risonanza, interazioni fra due o più persone, mente con gli ascoltatori per creare quel clima coin- stesura e dalla narrazione pubblica di autobiografie narrazioni degli uomini lascino tempi, spazi ed occa-
influenze vicendevoli e, soprattutto, condizioni che svi- volgente e partecipativo che dovrebbe essere richiesto narrate o cantate da ogni singolo studente, ecc.) pos- sioni più ampi per ridimensionare gli aspetti logici che,
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in ogni specifico contesto di vita, potrebbero rischiare Questa considerazione evidenzia il fatto che la volpe cesso razionale giustificato. Non c’è nessuna traccia che dovrà far scattare una serie di operazioni menta-
di funzionare come veri e propri eventi alteranti la ha modificato il suo modo di dare senso al suo vissu- di razionalità nel secondo comportamento. È appar- li mirate a risolvere la prospettiva del limite: salva-
nostra profonda stabilità psicofisica. to, contraddicendo il criterio iniziale e ristrutturando so improvvisamente, in modo sorprendente, come guardare la propria autostima, far emergere il vero
Un esempio di ciò che andiamo dicendo lo possiamo così il suo atteggiamento verso l’uva e soprattutto verso in seguito a una scoperta (Peter, 2006). senso dell’esistere, insomma proteggere e difendere
ritrovare nella famosissima, antica e popolare fiaba se stessa. la propria fragilità.
“La Volpe e l’uva” che ora riportiamo in una nostra Il primo criterio cognitivo si presenta a noi come un Eppure questo secondo cambiamento, apparentemen-
versione comunque rispettosa di tutti i tratti fonda- atto logico e razionale che ha portato la volpe a rico- te insensato, può trovare altrettante ragioni che pos- La volpe e l’uva, come tante altre fiabe e narrazioni,
mentali ed essenziali della sua narrazione: noscere l’uva come matura e quindi in grado di poter sono renderlo motivato se non più del primo. può essere un grande esempio educativo-didattico
soddisfare la sua fame. Da qui scatta l’urgenza di pre- La volpe, come ognuno di noi, nel produrre un’azio- per far prendere coscienza dei tanti limiti ai quali la
«Una volpe da tanti giorni in digiuno aveva una pararsi per produrre tutta una serie di azioni con l’in- ne inefficace, non in grado di ottenere lo scopo pre- nostra specie umana deve saper sottostare, pena
fame che potremmo definire veramente bestiale. tento di raggiungere il grappolo e quindi giungere a fissato, può benissimo iniziare a vivere una condi- l’insoddisfazione, la delusione, l’angoscia, la malattia
Girava qua e là per le campagne nella speranza di rispondere al suo reale bisogno di sfamarsi. Il secon- zione frustrante, deludente, ed è più che comprensi- mentale e fisica.
trovare qualcosa che potesse finalmente sfamarla. do criterio cognitivo appare, al contrario, primaria- bile che nella sua mente possa emergere un altro
Un bel giorno si trovò a girovagare in un grande mente irrazionale a tal punto da permetterle di bisogno, forse addirittura più pertinente e urgente
vigneto e qui notò tanti grappoli d’uva d’un bruno modificare la sua prima condizione mentale, so- della fame.
dorato, tanto da farle esclamare: “Che bellissimi e prattutto sulla base del fatto che stava ormai pren- Quel secondo comportamento, quel giungere ad alte-
grossi acini maturi! Ora potrò di sicuro sfamarmi!”. dendo coscienza che non sarebbe riuscita a rag- rare la percezione dell’uva da matura ad acerba, trova
La volpe con l’acquolina in bocca iniziò a slanciarsi giungere quel grappolo d’uva. così delle forti motivazioni: il rischio più che sensato * Manuela Mazzieri, Docente di Pianoforte presso la scuola
con forza verso un bel succoso grappolo d’uva. Un Questo secondo criterio mentale non è altro che la che dall’insuccesso del primo comportamento potes- musicale “B. Gigli” di Recanati.
salto, un altro, un altro ancora. Fece pure dei passi conferma del passaggio da una condotta epistemo- sero originare delusione, dispiacere, sconforto e ango- ** Maurizio Spaccazocchi, Docente di Pedagogia della Musica
indietro per prendere una maggiore rincorsa, ma logica ad un’altra diversa, come ci conferma que- scia, ha prodotto in lei un cambiamento di rotta che presso la Scuola quadriennale di Musicoterapia di Assisi.
quel grappolo, l’unico grappolo, anche se più in bas- st’altra considerazione: ha permesso di far passare in primo piano l’urgenza
so di tutti gli altri, non riuscì a raggiungerlo. La volpe di reagire a un possibile tracollo emotivo e quindi di
tentò ancora: fece tanti salti e tanti sforzi, ma quel Dapprima la volpe ce la mette tutta e poi si disinte- spostare, in secondo piano, la sua ormai meno impor-
grappolo non riuscì nemmeno a sfiorarlo con la ressa dell’uva. Inizialmente l’uva le è sembrata tante necessità fisiologica relativa alla fame. Infatti:
punta di una sua zampa. A questo punto, ormai dopo matura e poi l’ha “fatta diventare”, letteralmente
tanti tentativi, la volpe sfinita decise di rinunciare. parlando, verde con la sua dichiarazione arbitraria. Il nuovo comportamento non ha risolto il problema
Riprese il suo cammino subito dopo essersi detta fra Nel primo comportamento troviamo un processo della fame, ma ha salvaguardato la volpe dal pro- Bibliografia
sé e sé: “Tanto quell’uva era ancora verde, acerba, e caratteristicamente razionale. Il primo comporta- cesso di svalutazione di sé e da un insuccesso che
io non amo affatto l’uva acerba!”» mento è derivato dalla ragione: mettendosi sotto incombeva sulla sua esistenza e poteva nuocere non ■ Fo D., Allegri L.
l’uva, la volpe ha compiuto un insieme di azioni, solo al senso della sua vita, ma al senso stesso del Dialogo provocatorio sul comico, il tragico, la follia e
Fra le tante pagine scritte dedicate a questa fiaba pre- una serie di passi: percezione di tutti gli input sen- suo essere (Peter, 2006). la ragione, Laterza, Bari, 1990.
feriamo ora riportare un’analisi che, più di altre, può soriali (colore dell’uva, odore), analisi, calcoli, ecc.,
■ Peter R.
farci comprendere il senso intellettivo ed emotivo che che sono gli stessi che fanno sì che una casalinga, In questa fiaba, in questa volpe, come in tutte le nar-
Introduzione all’umano, Cittadella editrice, Assisi,
può emergere dalle narrazioni: al supermercato, scelga il grappolo più bello e non razioni, si possono rispecchiare i comportamenti umani,
2006.
perda tempo con uva ancora verde. poiché il senso dell’esistere, anche se sembra risolver-
La fiaba popolare della “volpe e l’uva” documenta Alla percezione dell’oggetto è seguita la disposizio- si con criteri mentali apparentemente illogici e in con- ■ Pinkola Estés C.
l’esistenza di due epistemologie nella mente della ne e l’inclinazione verso l’azione di sforzarsi. La trasto con la ragione, è ben più forte e incisivo di tanti Donne che corrono coi lupi, Frassinelli, Piacenza,
volpe; due risoluzioni esclusorie e l’influenza di volpe ha adottato un comportamento: probabilmen- altri bisogni che in prima istanza possono apparirci pri- 1993.
un’epistemologia che sostituisce o indebolisce l’al- te si è alzata su due zampe. mari e importanti. ■ Siegel D.J.
tra. Tutti conosciamo la storia della volpe affamata Dopo un periodo di fiducia e impegno, ha cambiato Quella volpe, metafora tanto di un bambino quanto di La mente relazionale, Raffaello Cortina Editore, Milano,
e restiamo sorpresi all’udire dalla sua bocca il moti- il proprio comportamento, si è tirata indietro a causa un adulto, nel verificare il suo inevitabile senso del 2013.
vo per cui decide di abbandonare il suo intento di di una supposizione: “è ancora verde”. Ma il cam- limite, non potrà fare a meno di affidarsi, in qualsiasi
raggiungere l’uva: È ancora verde! (Peter, 2006) biamento non è mediato da alcun elemento o pro- momento e contesto di vita, ad una epistemologia
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MUSICA
E SINDROME DI RETT
TECNICHE DI MUSICOTERAPIA
ATTIVA E RECETTIVA
Music plays a key role in the treatment INTRODUZIONE di Musicoterapia dove viene applicato il metodo di lità dell’utente. L’obiettivo del musicoterapeuta è svi-
of neurological disorders such as Rett La Sindrome di Rett è la manifestazione di un grave musicoterapia olistica ideato e sviluppato dal Dott. luppare o rinforzare determinate abiltà, mantenerne
Syndrome, widely researched and verified disordine neurologico causato da una mutazione ge- Tomas Prohazka per il centro Zarada. Questo metodo alcune già esistenti o individuarne delle nuove.
in every part of the world, the relationship between netica nel cromosoma X. Colpisce prevalentemente la prevede una combinazione di tecniche attive e recet-
music and therapy goes beyond the educational popolazione femminile con una frequenza piuttosto tive in un programma riabilitativo con colori, suoni e DESCRIZIONE CLINICA
and relational, as we could see from the experiences rara, 1:10.000 neonate, gli embrioni maschili con que- luci teso a stimolare o rilassare l’utente attraverso una La Sindrome di Rett è una malattia congenita i cui
cited in literature and from the applied research sto disturbo spesso non riescono a terminare la gravi- combinazione di vari stimoli, tra cui vibrazioni sonore. sintomi iniziano a manifestarsi precocemente: lo svi-
at the Integration Center Zahrada in Prague with four danza oppure muoiono subito dopo la nascita. La musicoterapia riveste un ruolo molto importante in luppo è apparentemente normale fino a quando ini-
children of seven, eleven, fourteen and twenty years, Oggi i test genetici possono confermare con certezza riabilitazione in quanto oltre ad essere un supporto di ziano a riscontrarsi i primi sintomi di inattività o re-
the vibroacoustic stimulation as the use of musical la diagnosi di questa sindrome; da quando venne ausilio per specialisti ed educatori è anche una fonte gressione, durante questo periodo la persona perde
instruments live performed in active and receptive descritta per la prima volta nel 1966 dal pediatra e di motivazione, di gioia e di progressivamente le capa-
way has allowed to effectively control the status neuropsichiatra infantile austriaco Andreas Rett, un benessere. La musica può cità comunicative sinora ac-
La Sindrome di Rett
of anxiety and agitation caused by the disease and gran numero di ragazze è stato osservato e descritto, essere utilizzata in diversi quisite e la maggior parte
consequently reduce in a remarkable way muscle tuttavia, a causa del numero inadeguato di studi lon- momenti della giornata, in-
è una malattia congenita delle facoltà motorie.
spasms, hand- washing, digestion. gitudinali su questa popolazione, non è ancora possi- dividualmente o in gruppo, i cui sintomi iniziano Anche il sistema nervoso cen-
bile effettuare una prognosi a lungo termine. e con finalità differenti; pro- a manifestarsi precocemente trale viene colpito renden-
Per questo motivo ho deciso di illustrare un percorso muove un tipo di relazione do l’individuo parzialmente
di musicoterapia con bambine e ragazze colpite da basato sulla comunicazione non-verbale e mira a o completamente non autosufficente. Il disturbo viene
questo disturbo, di età compresa tra i 7 e i 19 anni, favorire la produzione spontanea di suoni, come la spesso confuso in fase di diagnosi con l’autismo infanti-
allieve del Centro di Integrazione Zahrada a Praga in vocalizzazione, o di movimenti associati ad un ritmo le o la paralisi cerebrale.
Repubblica Ceca, dove svolgono quotidianamente atti- condiviso. Una metodologia è basata sull’improvvisa-
vità volte a riequilibrare e stimolare le capacità di zione di musica attiva ed è finalizzata alla produzione Il trattamento musicoterapico
movimento e la qualità della vita. spontanea di suoni, un’altra si serve dell’utilizzo di vi- Le sedute sono svolte in un luogo tranquillo e pia-
L’istituto Zahrada è un centro di riferimento nazionale brazioni, principalmente a basse frequenze, volte a cevole in cui il terapista lavora in modo gradevole e
in Europa per il trattamento di disturbi fisici e sensoria- stimolare una determinata reazione nell’individuo. rilassante, egli accoglie l’utente così com’è, cercan-
li come la Sindrome di Rett, ospita utenti perlopiù in età Entrambe le tecniche sono complementari e, come do di comprendere i suoi bisogni e di constatare
scolare e tra le terapie e le attività svolte vi sono natu- vedremo nel dettaglio nella descrizione clinica delle cosa sia in grado di fare, che cosa gli piace e cosa
ralmente la fisioterapia, l’ergo terapia, la stimolazione sedute, è molto importante che la musica proposta non gli piace. Ogni seduta è strutturata in modo
basale, la stimolazione sensoriale Snoezelen e l’Atelièr venga scelta accuratamente sulla base della persona- congruente con le necessità individuali ed è molto
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importante concedere all’utente il tempo necessario le mani. Se la comunicazione verbale non è possibi- A. 11 anni senza nessuno spasmo muscolare e si è notato un
per poter partecipare attivamente. le, il terapeuta ha bisogno di trovare una forma A. è una bambina che ha bisogno di assistenza con- miglioramento notevole nel ritmo della respirazione.
Ogni seduta viene videoregistrata e si tiene un diario di alternativa di comunicazione: ad esempio è possibi- tinua a causa delle vertigini molto forti e persistenti Abbiamo potuto notare che gli spasmi muscolari e le
bordo per le annotazioni. La sessione di solito inizia con le far uso del repertorio di espressioni vocali già esi- che le provocano la perdita dell’equilibrio. Non parla contrazioni nervose causate dalla malattia subiscono
la persona in posizione supina o seduta, il terapista stenti, determinarne il colore e l’intonazione e usar- e non comunica verbalmente se non attraverso i una notevole riduzione durante una seduta di musi-
osserva se c’è una riduzione nei movimenti stereotipa- le durante l’interazione. L’utente non sarà consapevo- segni Si/No. Come molte delle persone con Sin- coterapia.
ti o nell’hand-washing1, se la persona appare rilassata le di questo processo finché non inizierà a memoriz- drome di Rett è soggetta a frequenti sbalzi di umore
o se è in grado di distendere le gambe. zare i propri suoni personali ed a utilizzarli per comu- ed è stato previsto un programma di musicoterapia T. 14 anni
Successivamente la persona è posta in posizione prona, nicare con il terapista. a lungo termine. La bambina inizialmente sedeva sul T. è ua ragazza di carattere, non parla ma è possibi-
il terapeuta deve sempre mantenere un atteggiamento Abbiamo cercato di utilizzare determinate frequenze, divano e ascoltava la musica, il suo handwashing era le che capisca quello che le si dice, quando qualco-
rassicurante prima di ogni cambiamento, egli può lascia- servendoci anche di strumenti musicali come il pia- molto energico e dimostrava ansia e contrazioni su sa non le piace si arrabbia e grida molto. Se ascolta
re un sottofondo musicale oppure creare momenti con- noforte, in modo tale da favorire il rilassamento cor- tutto il corpo, la sua respirazione era pesante e tal- la musica si calma, specialmente con il suo cantan-
tenitivi accompagnandosi con strumenti musicali, oli poreo, mentre con una corretta gestione del ritmo volta piangeva. Con il passare del tempo ho potuto te preferito, Karel Gott. Attraverso la musicoterapia
essenziali, luci colorate diffuse. abbiamo potuto influenzare la respirazione dell’uten- notare alcune preferenze musicali della bambina ed abbiamo voluto farle intraprendere un percorso rela-
te nella relazione musicale. è stato possibile continuare un percorso incentrato zionale che la metta nella condizione di usare la
ALCUNE STORIE Un metodo recettivo molto diffuso per la Sin- sul suo benessere. voce in maniera creativa soprattutto per farla stare
P. 7 anni drome di Rett è la Terapia vibroacustica basata su Abbiamo provato ad appoggiare entrambi le mani bene all’interno di un gruppo.
La prima bambina si chiama P. ha 7 anni ed è un pic- suoni a basse frequenze, le prime esperienze di sulla tastiera del pianoforte in modo tale da perce- Generalmente T. fa molta fatica a relazionarsi con gli
colo raggio di sole in quanto in ogni attività che le questo tipo vennero messe in atto nel 1980 dal pirne la vibrazione. altri e durante le sedute mattutine di musicoterapia,
viene proposta porta sempre con sé il sorriso e il norvegese Olav Skille (1991) che utilizzando una in cui il terapista è al pianoforte e canta le canzoni
buonumore. Il livello comunicativo della bambina è comune coppia di altoparlanti e un telo per sdraiar- di saluto augurando a tutti il buon giorno, T. resta
pressoché assente, anche se dimostra interesse e si ideò un metodo inizialmente descritto come “tec- perlopiù in disparte oppure si avvicina al pianoforte
partecipazione verso le attività, non parla ma dimo- nica per trasferire le vibrazioni a basse frequenze al poggiando le mani sopra la tastiera.
stra segni di approvazione. Non è in grado di com- corpo umano per via aerea”. Successivamente ribat- Da questo comportamento abbiamo dedotto che la
prendere né di esprimersi in modo efficace. Le abili- tezzato massaggio sonoro a basse frequenze (prove- selezione della musica deve seguire le inclinazioni
tà motorie sono molto scarse e limitate, se accom- nienti da musica, onda sinusoidale e dalla loro com- soggettive; per alcuni può essere maggiormente si-
pagnata e sorretta dalle braccia può anche cammi- binazione). L’obiettivo di Olav Skille era trovare un gnificativo un genere familiare rispetto ad un suono
nare ma da sola può solo stare sdraiata o seduta in modo in cui le vibrazioni potessero rilassare bambi- a basse frequenze e per questo motivo crediamo di
modo passivo. ni con gravi disabilità anche passando per una ridu- dover lasciare la scelta della musica alle intuizioni
Attraverso la musicoterapia ci siamo proposti di zione del tono muscolare. Nel dettaglio la terapia A. ha dimostrato di apprezzare tale proposta più del momento. Ad ogni modo, ci sono delle motiva-
rilassare il suo corpo per evitare le tensioni dovute vibroacustica utilizzata a livello clinico si serve di un volte anche se, a causa degli spasmi muscolari zioni fondamentali per cui alcune frequenze sono
agli spasmi della sua malattia, in questo modo è suono a bassa frequenza tra 20Hz-70Hz. (Bergström- incontrollabili, spesso abbiamo dovuto ricominciare preferibili rispetto ad altre, ad esempio Tony Wigram
stato possibile evitare blocchi della digestione. Isacsson, et al., 2007; Hooper, 2002; Skille, 1991; da capo. Lentamente e con un profondo respiro ab- ha considerato la terapia vibroacustica come un
Utilizzando le tecniche di musicoterapia attiva e re- Wigram, 1996; Wigram & Dileo, 1997). biamo provato ad essere nella musica insieme, cer- intervento musicoterapico chiaramente utile e che
cettiva abbiamo creato la cornice sensoriale adatta Un’altra tecnica (che si avvale di vibrazioni) utilizza- cando di sintonizzare il nostro respiro a tempo di porta benefici anche alle persone in salute: le basse
ad un intervento non invasivo per rilassare e il tono ta nel centro Zahrada è il letto armonico, struttura in musica. A. si è calmata e rilassata, ha volontariamen- frequenze utilizzate insieme alla musica hanno un
muscolare, quantomeno impegnandolo in attività legno su cui ci si può distendere completamente. È te appoggiato le mani sul pianoforte ed ha dimostra- effetto di gran lunga maggiore rispetto all’utilizzo
graduali, ad esempio cercando di finalizzare l’uso del- costruito in modo da permettere all’utente di riceve- to piacere attraverso grandi sorrisi e provando a suo- esclusivo di musica (Wigram T. & Dileo C., 1997).
re le vibrazioni, prodotte dal suono di corde pizzica- nare. Anche se durante le sedute A. prevalentemen- Questo metodo è stato testato a lungo come piano
te dal terapeuta, su tutto il corpo. A differenza del te ascolta ed osserva la produzione del terapista che terapeutico per persone con Sindrome di Rett,
massaggio sonoro descritto da Olav Skille, che cerca di trasmettere attraverso il ritmo e il movimen- Wigram riporta dettagliatamente i risultati del suo
impiega strumenti elettronici, il letto armonico pro- to determinati impulsi e frequenze, la bambina tal- lavoro all’Harper House Children’s Service dove
duce uno spettro di frequenze armoniche simili a volta è in grado di colpire i tasti producendo alcune ogni paziente viene sottoposto a sessioni regolari di
quelle proprie di un pianoforte. note, al termine della seduta è rilassata e tranquilla, musicoterapia utilizzando il metodo del massaggio
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sonoro. Quando questi studi clinici vennero effettuati da gravi e gravissime disabilità il centro si avvale in-
per la prima volta vi erano informazioni molto limita- nanzitutto di professionisti esperti in varie discipline,
Bibliografia
te circa gli effetti positivi della musica, mentre ad oggi ognuna tesa a migliorare la qualità della vita degli
sono state raccolte numerose osservazioni cliniche che utenti del centro. ■ AA.VV. ■ Wigram T.
riportano risultati positivi sullo stato di rilassamento Che vengano utilizzate strumentazioni elettroniche o Rett syndrome, diagnosis, genetics, therapy, prac- Music Therapy for a girl with Rett's Syndrome:
generale, altre risposte sul piano fisiologico riguardano che si utilizzino strumenti musicali come il tamburo, la tice, Zakladni Skola Zahradka, 2005. Balancing structure and Freedom, in K. Bruscia (Ed.),
la respirazione, si assiste ad una considerevole riduzio- chiarra o il pianoforte, ogni intevento è finalizzato alla “Case Studies in Music Therapy” (pp. 39-55), Penn.
■ Hooper J.
ne dell’iperventilazione e del relativo gonfiore, una relazione tra terapista ed utente che può costituire un USA: Barcelona, (Reprinted from: 1996), 1991.
The development of criteria for defining sedative
riduzione significativa dei movimenti stereotipati e un legame positivo e duraturo. music and its impact on adults with mild, moderate, ■ Wigram T.
rilassamento generale facilmente osservabile. and severe intellectual disability and challenging Event-based analysis of improvisations using the
Nella descrizione delle tecniche di musicoterapia atti- behaviour, PhD Monograph, Aalborg University, improvisation profiles (IAPs), in T. Wosch & T. Wigram
K. 20 anni va e recettiva abbiamo constatato esservi una com- Aalborg, 2010. (Eds.), Microanalysis in music therapy. Methods, tech-
La sua comunicazione avviene soltanto attraverso gli plementarietà, un dato molto importante se conside- niques and applications for clinicians, researchers,
■ Larsson G.
occhi con cui è in grado di esprimere la preferenza riamo che la musica si serve della vibrazione come educators and students (pp. 211-227), London and
Rett syndrome, motor development, mobility and
per qualcosa e di fare delle scelte. Ha un grave ritar- elemento fondamentale. Philadelphia: Jessica Kingsley Publishers, 2007.
orthostatic reactions, Umeå University Medical
do psicomotorio, le piace la musica e partecipa a Che venga prodotta da un musicista o che venga
Dissertations, New Series, No 1566. ■ Wigram T. & Dileo C.
tutte le sessioni di musicoterapia di gruppo in cui si proposta pre-registrata all’interno in un protocollo
Music vibration and health, Cherry Hill, NJ Jeffrey
diverte ed esprime soddi- riabilitativo, l’utilizzo della ■ Maienza M.
Books, 1997.
sfazione attraverso grandi Nel Centro di Integrazione musica non prescinde mai Musicoterapia a cavallo, intervento di supporto alla
sospiri, il sorriso e il con- dalla relazione con il tera- riabilitazione equestre per bambini con disturbi dello
Zahrada di Praga ho potuto spettro autistico, Nuove Arti Terapie, Anno IX, n.
tatto oculare. peuta. Abbiamo visto co-
Cerchiamo di utlizzare la
osservare diversi approcci me la musica sia fonda- 27/2016.
musicoterapia come cura e diverse metodologie mentale nella cura delle ■ Manarolo G.
palliativa, trasmettendole applicate in musicoterapia bambine colpite dalla Sin- Manuale di Musicoterapia. Teoria, metodo e appli-
buonumore attraverso il drome di Rett per garanti- cazioni della Musicoterapia, Edizioni Cosmopolis,
canto e con attività di percussioni che, inoltre, fungo- re una condizione di benessere ed influenzare posi- Torino, 2006.
no da stimolazione per la coordinazione e il movi- tivamente il ritmo della respirazione.
mento, K. preferisce generalmente un rapporto indi- Conseguentemente abbiamo visto come il corretto ■ Märith Bergström-Isacsson
viduale con le insegnanti e per questo non abbiamo utilizzo di vibrazioni a basse frequenze favorisca in Music and Vibroacoustic Stimulation in People with
lavorato nell’atelier di musicoterapia né abbiamo maniera determinante il processo digestivo e la Rett Syndrome, A Neurophysiological Study.
svolto sessioni individuali di musicoterapia; alla sua gestione degli stati di ansia e agitazione causati dalla ■ Skille O.
età assistiamo ad un decadimento fisico generale ma malattia. Infine, si è potuto assistere ad una riduzio- Music Therapy: Manual and Reports, Levanger: ISVA
le insegnanti e le terapiste che la seguono durante ne notevole degli spasmi muscolari e della tipica ste- Publications, 1991.
l’orario scolastico si prendono efficacemente cura di reotipia chiamata “hand-washing”.
■ Theresa E. Bartolotta, Patricia A.
lei sotto ogni aspetto, assicurandole sempre un sere-
Remshifski, Research in Communication in “Rett
no svolgersi della giornata attraverso attività creative,
Syndrome: Where We Are, Where We Want to Be”,
ludiche e funzionali come ad esempio dipingere,
Seton Hall University.
cucinare, suonare, passeggiare in giardino, riposare.
■ Tomás Proházka
CONCLUSIONI Note Celostní Prístup Muzikoterapii, in “Základy
In questa breve esperienza presso il Centro di [1] Il termine hand-washing viene utilizzato per de- muzikoterapie” Di Jirí Kantor, Matej Lipsky, Jana
Integrazione Zahrada di Praga ho potuto osservare scrivere il movimento incontrollato delle mani che, Weber et al., GRADA Publishing, 2009.
diversi approcci e diverse metodologie applicate in spesso, comporta anche il frequente portarsi le
musicoterapia. Per educare e riabilitare pazienti affetti mani alla bocca. Ricorda il gesto del lavarsi le mani.
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Many national and international publications INTRODUZIONE do è presente ad un mese di distanza da un danno no la terapia farmacologia; la stimolazione elettrica
suggest that musical sound stimulus is Lo stato vegetativo (SV) è una condizione caratteriz- cerebrale acuto traumatico o non traumatico. del SN; la stimolazione sensitivo sensoriale.
particularly suitable to treat consciousness zata da: La durata di uno SVP reversibile è variabile: mesi o In questo protocollo ci occuperemo di quest’ultima
disorders (Bradt et al. 2010), because, compared - perdita del contenuto di coscienza: ovvero perdita anni. A 12 mesi da una lesione traumatica il 52% dei metodica, utilizzando come fattore facilitante lo sti-
to other stimuli, it has the benefit of being widely di funzioni cognitive con assenza di interazione pz adulti in SVP ripresenta un contenuto di coscien- molo sonoro-musicale. Se il “risveglio” è la meta da
adaptable in its parameters, and it is characterized con l’ambiente circostante; za e da una lesione non traumatica recupera il 15%. raggiungere nel coma che non è più nella fase ini-
by a twofold path of sound transmission (tympanic - presenza dello stato di coscienza: cioè della vigi- Sulla base delle probabilità di recupero uno SV può ziale di emergenza-urgenza, la ripresa della coscien-
and osseous). In the present study we wanted to lanza, con i ritmi circadiani di sonno-veglia; essere giudicato permanente dopo 12 mesi da un za può intendersi in modo compiuto solo quando
verify if for persons in a vegetative state (VS) or - completo o parziale mantenimento delle funzioni insulto traumatico e dopo 3 mesi da uno non trau- presenta anche dei “contenuti”. Ecco perché il sem-
minimally conscious state (MCS), music-therapy autonomiche ipotalamiche e del tronco encefalico: matico. I pz in stato vegetativo riacquistano la co- plice risveglio, cioè la vigilanza, tipico dello SV, non
may be a means of making contact with attività cardiaca, respirazione, temperatura corpo- scienza attraverso uno stato transitorio o definitivo, è un traguardo di per sé accettabile. Seppure possa
their environment. At the same time, we wanted rea, pressione sanguigna (The Multi-Socienty Task chiamato “Minimally Conscious State” (SMC), impor- sembrare azzardato, si può sostenere che le proble-
to verify if the emerging professional role of the Force on PSV, 1994). tante da riconoscere per la riabilitazione, che è pro- matiche poste dal paziente in coma, per il suo risve-
music therapist may prove to be helpful in La terminologia per descrivere i disturbi di coscienza prio di quei pz che dimostrano limitati ed inconsi- glio, e quelle inerenti lo SV, per il raggiungimento
assisting medical and nursing staff in the treatment è cambiata più volte negli ultimi decenni, da “sin- stenti segni di consapevolezza (Giacinto, 2004). del contenuto di coscienza, non sono di molto dissi-
and diagnosis of VS/MCS patients. drome apallica” tra le prime proposte, al più recente Come nello SV, la diagnosi deriva da accurate, speci- mili. Tali analogie si riscontrano in letteratura anche
“unresponsive wakefulness syndrome” (UWS) (Jennet, fiche e ripetute valutazioni cliniche, il recupero di- nei metodi di stimolazione neurosensoriale proposti
Plum 1972; Laureys et al. 2010). Mentre nel coma la pende soprattutto dal tipo e dalla gravità della neu- nell’uno e nell’altro caso (Mitchell, 1990).
perdita della vigilanza consegue alla depressione del ropatologia ed i casi non traumatici hanno prognosi Diversi sono i mezzi utilizzati e le modalità di som-
tronco encefalo, nello SV la funzione del tronco è con- peggiore di quelli traumatici. La maggioranza dei ministrazione (durata, intensità, frequenza dello sti-
servata, ma viene a mancare l’interazione tra tronco pazienti che sono in questa condizione di minimally molo) ma lo scopo è sempre quello di interessare
encefalo, talamo e corteccia cerebrale (Defanti, 1996). conscious state a 12 mesi dall’insulto, di qualsiasi uno o più dei cinque sensi. In particolare, per quan-
Lo SV di solito si sviluppa dopo un periodo di coma natura, può recuperare qualcosa, ma non va oltre lo to riguarda lo stimolo sonoro-musicale, la sollecita-
di durata variabile, ma può anche seguire diretta- stato di grave disabilità definito secondo la GOS zione di tipo “attivo”, ovvero attraverso la produzio-
mente l’evento lesivo. Può portare al decesso; pro- (Giacinto, 1997). ne di suoni ritmi e sollecitazioni vibratorie tattili, ri-
gredire come spesso accade verso uno stato vegeta- chiede la presenza dell’Operatore esperto in Musi-
tivo persistente (SVP), o un recupero definitivo o Numerosi trattamenti sono stati sperimentati per coterapia. Addentrandoci nel campo dei metodi di
transitorio, raramente completo. cercare di raggiungere il “risveglio cognitivo” dal co- recupero della coscienza e del suo contenuto, ci si
Operativamente lo SV si definisce persistente quan- ma o dallo SV. I principali approcci adottati riguarda- imbatte nella necessità di porre in atto tutti quei
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mezzi che possano ridurre la durata del coma (in OBIETTIVI E METODI IL CAMPIONE
quanto questo implica un migliore outcome), ma Abbiamo cercato di individuare, nelle persone in SV Per lo studio sono stati reclutati 16 pazienti degenti presso il Nucleo per Stati Vegetativi e Grave Disabilità
anche nella scarsa possibilità di valicare i vari pro- e SMC, le eventuali peculiarità che distinguono le dell’Istituto P. Redaelli di Milano, portatori di esiti di coma non-traumatico (post-anossico e post-ictale), di cui
grammi di stimolazione neurosensoriale proposti. I modalità di risposta alla stimolazione “sonoro-musi- 14 in SV e due in SMC. Il campione, 8 di sesso femminile e 8 di sesso maschile, era inoltre caratterizzato da
parametri considerati per misurare l’efficacia di un cale” rispetto a quella “verbale”. un’età media di 61 anni, 4 anni di degenza dall’evento dannoso, e una grave compromissione del livello di
trattamento di stimolazione sono solitamente di tipo In particolare abbiamo voluto verificare l’efficacia coscienza in seguito a lesioni cerebrali di natura emorragica o anossica (vedi tabella 1 e figura 1).
clinico o di tipo strumentale (EEG, ECG, PE, etc.) dello stimolo in pazienti in stato vegetativo o in
(Wilson et al., 1993). Nell’uno e nell’altro caso, la stato di minima responsività attraverso lo studio TABELLA 1: ASPETTI CLINICI E DEMOGRAFICI
scarsa standardizzazione rende il confronto fra quan- della variabilità di alcuni parametri fisiologici e l’os-
to riportato dai vari Autori di difficile comparazione servazione di alcune risposte del paziente (stato di Sesso maschile / femminile 8/8 50% / 50%
ed i risultati individuali scarsamente convincenti rilassatezza muscolare, tono apparente dell’umore; Età: Media/ Range 61 (+/-11) 36-77
(Aldridge et al., 1990; Sisson, 1990). comunicazione non verbale corporea; livello di gra-
Le premesse teoriche e sperimentali sulla efficacia dimento ed attenzione allo stimolo, etc.). Il fine ulti- Eziologia dell’evento (emorragic/anoxic) 8/8 50% / 50%
delle stimolazioni sensitivo-sensoriali, trova confor- mo è stato quello di verificare se lo stimolo sonoro- Anni dall’evento (media, range) 4 (+/-3) 1-10
to nel fatto che l’assenza di queste può portare rile- musicale fosse in grado o meno di creare un canale di
vanti modificazioni cognitive e comportamentali comunicazione alternativo tra il paziente e il musico-
anche nel soggetto sano, o ne compromette il rego- terapista - e attraverso la figura professionale anche
lare sviluppo. Inoltre, intensi programmi di stimola- con familiari ed équipe – capace di migliorare la qua-
CNC Class 0
zione neurosensoriale possono portare ad un recupe- lità di vita delle persone in stato vegetativo e di 0% CNC Class 1
ro più o meno valido delle funzioni cognitive defici- minima coscienza. CNC Class 4 18%
tarie grazie alla neuroplasticità, cioè alla riorganizza- 44%
zione neuronale centrale (Giacinto, 1989; Chen et al., DISEGNO SPERIMENTALE
CNC Class 2
2002). Non va però dimenticato il fatto che le per- Questo studio clinico comparativo (stimolo sonoro- 13%
formances cognitive possono essere efficacemente musicale versus stimolo verbale) è volto a confron-
influenzate solo quando sono presenti livelli attentivi tare la diversa efficacia clinica di due stimolazioni
e percettivi, seppur minimi. Se questo è il presuppo- che possiedono in comune l’utilizzo del canale sen- CNC Class 3
25%
sto, nel coma o nello SV tali potenzialità riabilitative soriale acustico.
risulterebbero grandemente limitate, se non comple- L’approccio Musicoterapico ha previsto la sommini-
tamente prive di efficacia (Lombardi et al., 1998). strazione di percorsi musicali di volta in volta modu-
Figura 1: Coma / Near Coma (CNC) Levels, 0 = extreme coma > 4 = no coma. N = 16
Pure ipotizzando che stimoli sonoro-musicali possa- lati, mentre nelle sessioni verbali i pazienti hanno
no giungere, in soggetti in coma o in SV, ad una ela- ricevuto la lettura di brani, sempre diversi, tratti da
borazione percettiva superiore, dobbiamo sottoli- riviste e quotidiani. Da un punto di vista metodolo- Il Personale Sanitario ha effettuata una visita medica con rilevamento dei parametri vitali a T0 (prima del trat-
neare il fatto che, se troppo intensi, come previsto gico sono state effettuate sedute bisettimanali, del- tamento) e a T17 (subito dopo l’ultima seduta), nonché la somministrazione della Rappaport CNC Scale
in alcuni programmi riabilitativi, meccanismi di la durata di 30 minuti l’una, condotte da un musico- (Rappaport et al. 1992) a T0 e a T17. Il musicoterapista ha somministrato una scheda anamnestica compren-
assuefazione potrebbero renderli inefficaci (Wood, terapista. Un ciclo completo è di 16 sedute, 8 di let- dente le preferenze letterarie, artistiche e musicali; il musicoterapista ha inoltre redatto il protocollo della sedu-
1991). Per questo, siamo convinti che andrebbero tura e 8 di musicoterapia. Le sedute sono state pre- ta da T1 a T16; infine sono stati effettuati tests vegetativi, ovvero la misurazione all’inizio, a metà e alla fine
privilegiate quelle stimolazioni neurosensoriali che cedute da un inquadramento anamnestico sulle pre- di ogni seduta da T1 a T16 di: Pressione arteriosa; Ossimetria; Frequenza cardiaca; Frequenza Respiratoria, Tono
più si avvicinano, per modalità, intensità e durata ferenze culturali, artistiche e musicali anteriori lo muscolare.
alle sollecitazioni normali, come avviene quotidiana- stato di coma, in base alle quali il musicoterapista
mente durante le azioni di cura (nursing, sollecita- ha individuato gli obiettivi e le strategie di inter- Tutte le analisi statistiche sono state condotte secondo un approccio del tipo intention to- treat, in base al quale
zioni verbali, setting, etc) di questi pazienti. Per con- vento. Particolare attenzione è stata posta alle mo- tutti i pazienti che hanno soddisfatto i criteri di eleggibilità sono stati inclusi nelle analisi di efficacia. L’analisi
cludere, lo scopo ultimo di tali metodiche è quello di dalità di verifica attraverso griglie osservative del delle variazioni dei punteggi per ciascuno dei parametri inclusi nel protocollo è stata effettuata tramite il test
ridurre la durata dello SV e l’entità del possibile malato e il rilevamento di variabili fisiologiche, du- di Kruskal-Wallis, un test non parametrico analogo all’ANOVA per la identificazione di possibili significatività
disturbo cognitivo. rante le sedute. nelle differenze tra i due tipi di intervento.
20 21
■ Anamnesi sonoro-musicale e diario dei trattamenti (protocollo di osservazione) a cura del Musicoterapista
MBP, mmHg HR, bpm RR, bpm Ox Sat, %
a) ingresso:
tramite colloqui con i familiari, è stata compilata una scheda in cui erano riportate le preferenze letterarie,
artistiche e musicali del pz prima dello stato di coma;
Pre Post
b) prima di ogni trattamento:
sono stati indicati il materiale sonoro-musicale, oppure lo stralcio di giornale, utilizzato. Il Musicoterapista ha
inoltre compilato, dopo ogni seduta, un protocollo di osservazione delle “reazioni” del Paziente e la rile- Figura 2: Valori medi rilevati prima (pre) e dopo (post) le sedute musicoterapiche:
Pressione sanguigna (BP), Frequenza cardiaca (HR), Atti respiratori/min. (RR) e Saturazione del sangue (Ox Sat, %).
vazione dei tests vegetativi.
T0 Scheda di ingresso
78 77 73 73 19 18 94 94
Lo studio ha previsto la sottoscrizione di un Consenso Informato da parte del familiare o del rappresentante legale (tuto-
re) del malato, secondo la normativa vigente. Lo studio è stato condotto nel rispetto e nella tutela dei dati personali. MBP, mmHg HR, bpm RR, bpm Ox Sat, %
22 23
Riportiamo, di seguito, i grafici relativi alle variazioni del tono muscolare. Le variazioni del tono muscolare sono signi- una breve pausa e ricanto la canzone. Adesso, per tamente quale modalità di risveglio sia realmente effica-
ficative in: scapolo-omerale: 9 pazienti su 16; gomito: 8 pazienti su 16; polso: 10 pazienti su 16. la prima volta, mi guarda e continua a guardarmi ce, questo indica il bisogno di sperimentare di più piut-
per il resto della seduta. Ho l’impressione di averla tosto che l’opportunità di fare di meno. Pertanto, siamo
Tali risultati sembrano indicare unicamente una significativa riduzione delle medie del tono articolare tra prima e raggiunta per la prima volta...». convinti che ad ogni paziente in SV vada offerta la pos-
dopo le sedute. Tuttavia, non si è ottenuta una variazione statisticamente significativa tra i diversi stimoli, sonoro- sibilità di fruire delle migliori metodiche possibili per il
2. C., sesso maschile, aa 59, SMC.
musicale versus ascolto di brani letti. È come se i malati avessero ricevuto un “benefico rilassamento” muscolare recupero cognitivo, quando esistono i presupposti poten-
«...mentre canto la canzone “Amsterdam” di D.
dalla seduta, indipendentemente dal tipo di stimolo. ziali affinché questo possa avvenire (Andrews, 1993).
Bowie, il pz mi segue con lo sguardo per tutto il
Inoltre la riduzione dell'ipertono muscolare dovrà essere
tempo. Avvicino la chitarra alla sua mano sinistra:
presa in considerazione come indicatore di un possibile
prima tocca un poco le corde, poi strofina la mano
miglioramento – anche se minimo - della qualità di vita.
sullo strumento. Al termine della seduta mi sembra
di vedere scendere una lacrima dall’occhio destro...».
Ashwort verbal stimulation Ashwort music stimulation CONCLUSIONI Stati Vegetativi Istituto P. Redaelli Milano - Nadia Bongiorni
La ricerca di metodi di “risveglio” della coscienza è anco- Responsabile Nucleo Hospice e Nucleo Stati Vegetativi Istituto
ra in pieno sviluppo. Tutte le varie procedure risentono di P. Redaelli Milano - Antonio Grillo Dirigente Medico Area Socio
campioni troppo limitati, della difficoltà di eseguire studi Sanitaria Istituto P. Redaelli Milano.
Pre Post
controllo, del polimorfismo delle modalità della stimola-
p. 01 - Wilcoxon’s Matched pairs Test zione ed anche di scale di valutazione spesso non con-
* vincenti. Tuttavia, riuscire ad individuare i cambiamenti Bibliografia
che precedono e caratterizzano il recupero della coscienza
Figura 4: Gli effetti dello stimolo verbale versus stimolo sonoro-musicale, espressi nella somma delle tre medie del tono è estremamente importante. La ricerca di questi segni non
muscolare (scapolo-omerale, gomito e polso) prima (pre-) e dopo (post-) seduta. è compito facile in quanto sono sovente minimi, scarsa- ■ Aldrige D., Gustorff D., Hannich H.J.
L’asterisco rappresenta la significatività statistica. mente obiettivabili, fluttuanti e necessitano di lunghi Music Therapy allied to coma patients, NJ R Soc Med
periodi di osservazione. Inoltre gli stessi cambiamenti pos- 1990; 83: 345-6.
Secondo Schiess et al. (2011), la riduzione del tono muscolare è stata considerata da vari autori un marker positi- sono essere interpretati in maniera diversa a seconda del- ■ Andrews K.
vo per quanto concerne la qualità di vita. l’esaminatore. Da qui la necessità che il Musicoterapista Should PVS patients be treated?, Neuropsych
segnali in apposite schede segni di facile riscontro che, Rehabil 1993; 3: 109-19.
RISPOSTE OSSERVABILI NEI PAZIENTI successivamente sottoposti e correttamente interpretati
■ Ansari N.N., Naghdi S., Hasson S.,
Mentre i dati fisiologici non dimostrano una differenza significativa di efficacia tra i due stimoli, solamente i proto- dall’équipe medica specialistica, possano divenire pre-
Mousakhani A., Nouriyan A., Omidvar Z.
colli di osservazione stilati delle sedute di musicoterapia – e non quelli delle sessioni verbali - riportano episodi di dittivi di un recupero cognitivo. Come, ad esempio, il
Inter-rater reliability of the modified Ashworth scale
reazioni osservabili emotive o comportamentali. Abbiamo scelto tre esempi: reperto dell’incrocio spontaneo delle gambe (una cavi-
as a clinical tool in measurements of post stroke
glia sopra l’altra), in un soggetto in SV, appare indicare -
elbow flexor spasticity, in “NeuroRehabilitation”, 24:
1. B., sesso femminile, aa 76, SV. secondo l’esperienza del gruppo di Udine (Verlicchi,
225-229, 2009.
«...la pz apre gli occhi quando inizio a cantare un tema dalle “Nozze di Figaro” di Mozart, tuttavia, non mi Zanotti, 2000) - che avverrà la ripresa del contenuto SEGUE
segue con lo sguardo. Mentre canto ha un attacco di tosse, fa fatica a respirare e diventa rossa in viso. Faccio della coscienza. Nonostante non si conosca ancora esat-
24 25
26 27
l’umore, indurre il benessere e ridurre i livelli di cor- ca su funzioni cognitive specifiche quali l’attenzione. TABELLA 1: DATI DEMOGRAFICI DEI PARTECIPANTI ALL’INIZIO DELLA RICERCA
tisolo (Romero-Naranjo, 2014). Inoltre, i programmi di riabilitazione musicale delle
GRUPPO SPERIMENTALE GRUPPO DI CONTROLLO P
Ci sono diversi processi coinvolti nell’improvvisazio- ricerche precedenti erano generici e non focalizzati
(n=18) (n=17)
ne, come uso del repertorio, comunicazione emoti- sullo sviluppo di funzioni cognitive specifiche.
va, anticipazione, feedback e flusso (Biasutti, 2015). Età [range/media (SD)] 62-94/83.39 (7.81) 71-91/83.76 (6.16) 0.876*
Questi aspetti sono stati analizzati individualmente e OBIETTIVI DELLA RICERCA
Genere [femminile n (%)/maschile n (%)] 14 (77.8)/4 (22.20 9 (52.9)/8 (47.10) 0.164**
un approccio orientato ai processi è al centro di que- Nel presente studio i limiti menzionati precedente-
sta ricerca. Esistono diversi esercizi che stimolano le mente sono stati rivisti per progettare una ricerca CRIqa [range/media (SD)] 79-141/104.22 (17.07) 83-143/106.88 (15.87) 0.637*
funzioni cognitive a seconda della natura dell’attività di controllata e randomizzata su processi cognitivi spe-
improvvisazione musicale. Secondo Yuan et al. (2015) cifici con una valutazione accurata. Lo studio ha lo MMSEb [range/media (SD)] 18-30 /22.39 (3.65) 18-29/24.53 (3.50) 0.086*
e Rodriguez-Fornells et al. (2012) l’uso di esercizi di scopo di verificare gli effetti di un programma inten-
imitazione e ritmici aiuta l’auto-generazione di nuove sivo di riabilitazione cognitiva musicale basato su
CRIq: Cognitive Reserve Index Questionnaire; MMMSE: Minimental State Examination.
connessioni nel cervello. La ricerca si è soffermata esercizi musicali di ritmica e di improvvisazione per
* t-test: età, CRIq, MMSE; ** Chi-quadro test: Genere
anche sull’uso di musica familiare che può essere uti- stimolare le abilità cognitive dei partecipanti. Sono
lizzata per stimolare la memoria autobiografica dei state considerate le seguenti domande di ricerca:
partecipanti (Cuddy et al., 2017). - Quali sono gli effetti di una riabilitazione cognitiva
La musica familiare attiva le regioni temporali bila- musicale sulle funzioni esecutive, quali le capacità ■ Procedura
terali, le regioni temporali superiori e il giro paraip- attentive di persone anziane con insufficienza co- I partecipanti sono stati reclutati con l’aiuto dello psi- I partecipanti sono stati assegnati casualmente,
pocampale, che svolgono un ruolo nel recupero delle gnitiva lieve-moderata e senza declino cognitivo? cologo coordinatore del centro residenziale che ha in seguito a una procedura di randomizzazione
informazioni nella memoria a lungo termine, e nel- - La riabilitazione cognitiva musicale ha effetti diversi presentato le attività e fornito informazioni sull’in- (numeri casuali computerizzati), ad un gruppo speri-
l’elaborazione verbale ed emotiva di melodie familia- in relazione alle caratteristiche cognitive dei parteci- tervento di riabilitazione cognitiva musicale durante mentale (n = 21) o a quello controllo (n = 20) come
ri (Satoha et al., 2006). Al contrario, le regioni dorso- panti (confronto dei partecipanti suddivisi in due una breve conferenza prima dell’inizio delle attività. riportato in Figura 1.
laterali parietali e frontali sono coinvolte nei processi gruppi in base al Mini-Mental State Examination
analitici (Bengtsson et al., 2007). Gli esercizi per la (MMSE) ≤23 e >23)?
creazione e la performance dei ritmi con musica Persone eleggibili (n=230)
moderna o brani legati all’adolescenza dei partecipan- METODO
ti migliorano la motivazione per le attività terapeuti- ■ Partecipanti
Persone escluse (n=189)
che. Inoltre, la musica facilita la neurogenesi, la ripa- Il gruppo di partecipanti è composto da 35 adulti di Processo di selezione - non soddisfano i criteri (n=153)
razione e la rigenerazione dei tessuti cerebrali, rego- un centro residenziale per anziani nell’Italia nord- - rifiutano di partecipare (n=36)
lando la secrezione degli ormoni steroidei coinvolti orientale. I dati demografici di base sono riportati
nella plasticità cerebrale (Fukui & Toyoshima, 2008). nella Tabella 1. Persone che soddisfano
Tuttavia, nella letteratura sono stati evidenziati alcu- I criteri di inclusione sono stati: i criteri di inclusione (n=41)
ni limiti metodologici. McDermott et al. (2013) e Vink a) 60 anni o più;
Randomizzazione
et al. (2004) hanno rilevato che solo alcuni studi sugli b) punteggio maggiore o uguale a 18 nel MMSE;
effetti di esercizi musicali, in persone con disturbi com- c) nessuna psicopatologia che interferisca negativa-
portamentali o cognitivi, hanno utilizzato criteri strut- mente con la partecipazione alla riabilitazione co- Gruppo sperimentale Gruppo di controllo
turati per dimostrare la loro efficacia. Inoltre, l’inesat- gnitiva musicale.
tezza di alcune metodologie ha limitato la possibilità I criteri di esclusione sono stati:
Analisi
di generalizzare i risultati. In generale, le ricerche a) presenza di gravi disagi motori che non consentis-
hanno adottato metodi sperimentali e approcci musi- sero al paziente di muoversi dalla sua stanza;
cali diversi rendendo complessa la comparazione tra i b) aver partecipato ad un programma di riabilitazio- Analizzati (n=18) Analizzati (n=17)
- Esclusi dall’analisi - Esclusi dall’analisi
vari studi. Sebbene siano state considerate le caratte- ne cognitiva nell’ultimo anno; 1 ha lasciato il training prima della fine 3 hanno lasciato il training prima della Figura 1:
ristiche globali del dominio cognitivo, poca attenzione c) concomitante utilizzo di farmaci antipsicotici e/o 2 hanno rifiutato il post-trainig test fine per problemi di salute Il processo di selezione
è stata posta sulla valutazione degli effetti della musi- antidepressivi. dei partecipanti alla ricerca
28 29
Dai 41 partecipanti randomizzati vi sono stati degli pero lessicale, così come le abilità di organizzare come le capacità di comunicazione, i processi deci- - Scat singing: si tratta di una tecnica di improvvisa-
abbandoni: tre pazienti nel gruppo sperimentale e una propria strategia di ricerca e di indagare la sionali e la leadership (Biasutti, 2013a). Inoltre, gli zione vocale con vocaboli senza parole e sillabe
tre nel gruppo di controllo hanno rifiutato di parte- flessibilità mentale del paziente. In questo test le esercizi erano volti a stimolare i seguenti processi di senza senso. In tali esercizi, i partecipanti sono
cipare. Entrambi i gruppi erano omogenei e stati- persone devono pronunciare quante più parole pos- improvvisazione: utilizzo del repertorio, comunicazio- stati incoraggiati a eseguire improvvisazioni imita-
sticamente bilanciati per età, sesso, CRIq e livello sibili che iniziano con una specifica lettera in 60s. ne emotiva, anticipazione e feedback (Biasutti, 2015; tive con tecnica scat su un sottofondo musicale dal
di MMSE (Tabella 1). Il gruppo sperimentale ha Il punteggio totale è equivalente alla media del Biasutti & Frezza, 2009; Degli Stefani & Biasutti, 2016). vivo e registrato. Lo scopo di questi esercizi era di
partecipato ad un programma intensivo di riabilita- numero di parole prodotte per ogni lettera, esclu- Gli esercizi sono stati progettati per facilitare la cono- stimolare processi quali: l’anticipazione, l’uso del
zione musicale cognitiva composto da 12 sedute se le ripetizioni. scenza e favorire una relazione all’interno del gruppo repertorio, la comunicazione emotiva, il feedback e
bi-settimanali di 70 min., mentre il gruppo di con- 3. Test delle Matrici Attentive (AMT; Spinnler e Tognoni, e il coinvolgimento dei partecipanti. L’intento era anche le funzioni relative alle abilità di fluenza fonetica.
trollo ha partecipato a 12 sessioni bi-settimanali di 1987), per misurare l’attenzione selettiva. Il punteg- di sviluppare le capacità di osservazione e di giudizio Le attività sono state erogate da un’équipe che com-
ginnastica di mantenimento della durata di 45 min. gio totale varia da 0 (minimo) a 60 punti (massimo). legate ai processi di pianificazione e attenzione. prendeva uno specialista con una preparazione sia in
Il gruppo di controllo ha avuto una condizione 4. Trail Making Test A (TMT-A; Mondini et al., 2011), Le attività comprendevano esercizi di improvvisazio- campo musicale, sia in campo neuropsicologico.
parallela sperimentale non musicale in accordo con valuta le capacità di pianificazione spaziale in un ne vocale e strumentale nel quadro teorico della
Chanda e Levitin (2013) basata su attività di pale- compito visuo-motorio, oltre che l’attenzione se- terapia di orientamento alla realtà (Folsom, 1968), RISULTATI
stra adeguata al livello dei partecipanti. Alla fine lettiva e la velocità psicomotoria. della musicoterapia attiva con improvvisazione I dati raccolti sono stati analizzati attraverso il soft-
dello studio, ai partecipanti del gruppo di controllo Il punteggio finale si ricava dal numero totale dei (Nordoff & Robbins, 1977) e della musicoterapia neu- ware IBM SPPS Statistic 19. Per individuare le diffe-
è stato offerto gratuitamente di seguire il program- secondi necessari al completamento del test. rologica (Thaut & Hoemberg, 2014). renze tra i gruppi nei punteggi ottenuti nelle fasi pre
ma di riabilitazione cognitiva musicale, in modo 5. Test dell’orologio (CDT; Mondini et al., 2011), per valu- Gli esercizi sono stati progettati secondo le seguen- e post intervento, è stata effettuata un’analisi della
che anche loro potessero ricevere i vantaggi della tare le abilità prassiche, l’abilità di rappresentazione ti due categorie: varianza a misure ripetute.
riabilitazione. Anche se non si è trattato di un espe- mentale oltre che le capacità logiche e di pianificazio- - Imitazione, creazione ed esecuzione di ritmi: I punteggi ottenuti dal gruppo sperimentale in fase
rimento cieco, i potenziali errori sono stati minimi ne del paziente. In questa versione del test, il pun- sono stati progettati una serie di esercizi di body pre e post intervento sono stati poi suddivisi in due
perché i dati sono stati raccolti con strumenti quan- teggio varia da 0 (minimo) a 10 punti (massimo). percussion con strumenti a percussione per sti- gruppi utilizzando il cut-off del MMSE (≤23) e sono
titativi lasciando poco spazio alla soggettività. In fase pre-test è stato somministrato anche il Cognitive molare l’attenzione sostenuta, divisa, selettiva e stati analizzati anch’essi attraverso un’analisi della
Reserve Index questionnaire (Nucci et al., 2011). alternata, concentrazione e memoria a breve e varianza a misure ripetute. È stato calcolato anche
STRUMENTI Questo test è stato utile per verificare se i parteci- lungo termine. Questi esercizi, basati sulla ripro- l’età quadro parziale (pη2) come indice della dimen-
La seguente batteria di test neuro-psicologici è stata panti erano comparabili a livello di riserva cognitiva. duzione di ritmi con strumenti musicali, hanno sione dell’effetto. Questa analisi ha consentito di
somministrata ai partecipanti in fase pre e post training: Tutti i 35 partecipanti hanno preso parte alla fase di stimolato le abilità cognitive coinvolte nel movi- capire se il training poteva essere non solo un trat-
1. Mini-Mental State Examination (MMSE; Folstein et valutazione tramite la batteria neuropsicologica. mento, hanno incoraggiato la programmazione di tamento efficiente per i partecipanti con disfunzione
al., 1975), strumento usato a livello internazionale Tuttavia, a causa della lunghezza della valutazione, sequenze intenzionali di movimenti e la pianifi- cognitiva lieve-moderata ma anche un metodo per
per lo screening generale delle funzioni cognitive, sette partecipanti del gruppo sperimentale e sei del cazione di movimenti prassici intenzionali (Street aumentare le capacità cognitive di persone sane.
che permette di valutare le persone su una scala gruppo di controllo non hanno effettuato il TMT-A. et al., 2015). I processi coinvolti in queste attivi- In riferimento alla prima domanda di ricerca, il grup-
cognitiva e funzionale. Si tratta di un test che può Inoltre, due partecipanti di entrambi i gruppi hanno tà erano l’anticipazione, la comunicazione emoti- po sperimentale (Tabella 2) ha mostrato un incre-
essere usato per seguire il corso di una malattia o rifiutato di completare l’AMT e il CDT. I partecipanti va e il feedback. La musica di sottofondo è stata mento significativo nelle seguenti misure: MMSE
per monitorare la risposta specifica ad un trattamen- che non hanno preso parte alla valutazione sono utilizzata anche in alcune di queste attività, come (F(1,33) = 13.906; p < 0.001; pη2 = 0.296), VFL
to, come nel caso del presente studio. Il punteggio stati esclusi dalle analisi statistiche. ad esempio brani di musica moderna (scelti tra i (F(1,33) = 6.816; p < 0.013; pη2 = 0.171), CDT
totale va da 0 (minimo) a 30 punti (massimo). primi dieci successi pop del periodo dello studio) (F(1,29) = 16.744; p < 0.001; pη2 = 0.366) e una
Un punteggio pari o inferiore a 18 indica una com- ATTIVITÀ e brani di musica appartenente alla gioventù dei tendenza alla significatività per il TMT-A (F(1,20) =
promissione severa delle abilità cognitive; un pun- Gli esercizi del programma di riabilitazione cognitiva partecipanti (musica italiana famosa dagli anni 3.268; p < 0.086; pη2 = 0.140). Contrariamente, il
teggio tra 19 e 24 è indice di un decadimento musicale sono stati strutturati per essere di facile Trenta agli anni Sessanta). Inoltre, gli esercizi con gruppo di controllo è rimasto stabile in quasi tutti i
cognitivo da moderato a leggero; un punteggio di comprensione ed esecuzione, presentando un grado background musicali sono stati proposti per sti- test senza riportare nessuna differenza significativa.
25 è considerato borderline, mentre un punteggio di difficoltà crescente. Non si tratta di esercizi ripeti- molare la memoria autobiografica dei partecipan- In riferimento alla performance ottenuta nell’AMT, il
da 26 a 30 indica la normalità cognitiva. tivi o monotoni ma di attività progettate per stimo- ti (Cuddy et al., 2017), le loro abilità di discrimi- gruppo sperimentale non ha dimostrato nessuna diffe-
2. Test di Fluenza Verbale (VFL; Mondini et al., 2011), lare la creatività e le funzioni esecutive, per svilup- nazione e l’espressione del sé, legata alle emo- renza significativa (F(1,29) = 2.833; p < 0.103; pη2 =
permette di valutare le abilità di accesso e recu- pare e consolidare le competenze interpersonali, zioni provate. 0.089) mentre il gruppo di controllo ha presentato una
30 31
TABELLA 2: PUNTEGGI DELLA BATTERIA NEUROPSICOLOGICA PRIMA E DOPO LA RIABILITAZIONE COGNITIVA MUSICALE riduzione significativa della prestazione (F(1,29) = tazione del programma di riabilitazione cognitiva musi-
NEI GRUPPI SPERIMENTALE E DI CONTROLLO 3.947; p < 0.050; pη2 = 0.120). cale: il gruppo sperimentale ha mostrato una maggio-
In riferimento alla seconda domanda di ricerca, l’anali- re prestazione, anche se non significativa, mentre il
Test GRUPPO SPERIMENTALE GRUPPO DI CONTROLLO si dei dati del gruppo sperimentale suddiviso in base al gruppo di controllo ha mostrato una riduzione signifi-
Pre Post Pre Post cut-off del MMSE (Tabella 3) ha mostrato che il gruppo cativa delle prestazioni. In questo caso, la riabilitazio-
n. media (SD) media (SD) p (pη2) n. media (SD) media (SD) p (pη2) con MMSE≤23 (partecipanti con decadimento cognitivo ne sembra aver fornito una sorta di “protezione tem-
a
MMSE 18 22.39 (3.65) 25.00 (3.39) 0.001 (0.296)** 17 24.53 (3.50) 23.47 (4.46) 0.151 (0.061) lieve-moderato) hanno ottenuto un miglioramento poranea”, stimolando e rafforzando le aree coinvolte
VFL
b
18 14.28 (10.06) 17.00 (9.44) 0.013 (0.171)* 17 15.41 (9.73) 15.88 (7.54) 0.664 (0.006)
significativo all’interno del gruppo in quasi tutti i test: nell’esecuzione dei test.
c
MMSE (F(1,16) = 18.727; p < 0.001; pη2 = 0.539), VFL I risultati significativi del VFL potrebbero essere spiegati
AMT 16 23.63 (12.61) 25.81 (12.10) 0.103 (0.089) 15 25.00 (10.20) 22.33 (7.33) 0.050 (0.120)*
(F(1,16) = 14.687; p < 0.001; pη2 = 0.479), CDT con gli esercizi di improvvisazione scat che potrebbero
d
TMT-A 11 165.73 (68.39) 135.45 (55.87) 0.086 (0.140) 11 159.00 (67.57) 154.09 (61.29) 0.772 (0.004) (F(1,14) = 17.479, p < 0.001; pη2 = 0.555), e una aver migliorato le capacità di accesso e di recupero les-
CDT
e
16 3.28 (2.91) 5.09 (2.98) 0.001 (0.366)** 15 4.43 (3.43) 4.03 (3.00) 0.389 (0.026) tendenza alla significatività nell’AMT (F(1,14) = 3.846, sicale. Inoltre, potrebbero essere coinvolte capacità fron-
p < 0.070; pη2 = 0.216), mentre i miglioramenti ottenu- tali come la capacità di organizzare una strategia di
MMSE: Minimental State Examination ti nel TMT-A non sono risultati statisticamente significativi ricerca adeguata. Questi risultati supportano le ricer-
VLF: Test di Fluenza Verbale (F(1,9) = 1.634, p < 0.233; pη2 = 0.154). Invece, il grup- che precedenti sull’uso del canto per migliorare la
AMT: Test delle Matrici Attentive po con MMSE > 23 è rimasto stabile in tutti i test e fluenza dei pazienti (Yamaguchi et al., 2012).
TMT-A: Trail Making Test A
non ha presentato differenze significative. L’improvvisazione musicale ha influenzato positiva-
CDC: Test dell’orologio
mente i processi attentivi, nonché le competenze
* P <.05 per cambiamenti dei punteggi within-group prima della riabilitazione DISCUSSIONE legate alla percezione spaziale, alla memoria e alla
** P <.001 per cambiamenti dei punteggi within-group prima della riabilitazione
I confronti pre e post intervento hanno evidenziato comunicazione nei partecipanti con disabilità cogni-
miglioramenti significativi per il gruppo sperimenta- tiva. L’uso di musica familiare come sottofondo du-
le in quasi tutti i test, in particolare nel MMSE e nel rante gli esercizi ha stimolato anche la memoria
TABELLA 3: PUNTEGGI DELLA BATTERIA NEUROPSICOLOGICA PRIMA E DOPO LA RIABILITAZIONE COGNITIVA MUSICALE CDT, mentre il gruppo di controllo ha avuto presta- autobiografica dei partecipanti (Cuddy et al., 2017),
NEL GRUPPO SPERIMENTALE SUDDIVISO PER CUT-OFF DEL MMSE
zioni stabili in tutti i test. le loro abilità di discriminazione e l’espressione del
GRUPPO SPERIMENTALE Considerando questi risultati, possiamo sostenere sé, legata alle emozioni provate.
che il programma di riabilitazione musicale cognitiva L’analisi del gruppo sperimentale diviso in base al
MMSE≤23 MMSE>23 ha migliorato le funzioni cognitive generali dei par- cut-off del MMSE ha evidenziato che la riabilitazione
Pre Post Pre Post
tecipanti, l’attenzione selettiva, la pianificazione e le è stata efficace per i partecipanti con insufficienza
Test n. media (SD) media (SD) p (pη2) n. media (SD) media (SD) p (pη2) abilità logiche e le capacità legate all’accesso e al cognitiva lieve-moderata (con MMSE≤23) mentre gli
a recupero del lessico, in accordo con i risultati degli altri partecipanti non hanno dimostrato migliora-
MMSE 11 19.91 (1.81) 23.36 (3.29) 0.001 (0.539)** 7 26.29 (1.80) 27.57 (1.40) 0.217 (0.094)
studi precedenti (François & Schön, 2011; Hegde, menti significativi. Tuttavia, dovrebbe essere conside-
b
VFL 11 11.00 (6.56) 15.55 (9.17) 0.001 (0.479)** 7 19.43 (12.83) 19.29 (10.13) 0.925 (0.001) 2014; Romero-Naranjo, 2014; Särkämö et al., 2014). rato l’effetto tetto delle prove, nonché la bassa nume-
c
AMT 9 20.00 (10.11) 23.00 (9.30) 0.070 (0.216) 7 28.29 (14.69) 29.43 (14.95) 0.521 (0.030) I miglioramenti significativi del gruppo sperimentale rosità del campione dei partecipanti con MMSE>23,
TMT-A
d
5 180.00 (43.73) 149.40 (52.26) 0.233 (0.154) 6 153.83 (86.33) 123.83 (60.83) 0.203 (0.173) nel CDT potrebbero essere spiegati con i miglioramen- che potrebbero spiegare le differenze significative tra
e ti nell’elaborazione dei processi di anticipazione legati i due gruppi.
CDT 9 1.78 (1.56) 4.33 (2.63) 0.001 (0.555)** 7 5.21 (3.19) 6.071 (3.32) 0.237 (0.098)
alla pianificazione e alle capacità logiche stimolate I partecipanti con un elevato MMSE hanno mostra-
dagli esercizi di improvvisazione musicale (Biasutti, to miglioramenti, anche se non statisticamente si-
MMSE: Minimental State Examination
VLF: Test di Fluenza Verbale
2015). Inoltre, i processi di feedback sono migliorati e gnificativi, rispetto ai partecipanti con punteggi
AMT: Test delle Matrici Attentive sono legati al progresso delle funzioni attentive e alle MMSE inferiori. Tuttavia, la stabilità di questo gruppo
TMT-A: Trail Making Test A capacità di localizzazione spaziale visiva misurate dal potrebbe essere spiegata attraverso il fatto che gli
CDC: Test dell’orologio test TMT-A. Tuttavia, per il miglioramento nel TMT-A c’è esercizi hanno contribuito al mantenimento delle abi-
* P <.05 per cambiamenti dei punteggi within-group prima della riabilitazione stata solo una tendenza alla significatività e questo è lità cognitive.
** P <.001 per cambiamenti dei punteggi within-group prima della riabilitazione stato dovuto probabilmente al drop-out dei parteci- Occorre considerare le seguenti limitazioni per il pre-
panti. L’AMT ha fornito dei dati aggiuntivi per la valu- sente studio. In primo luogo, la bassa dimensione
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funzioni cerebrali. In particolare modo l’avvento ripetizioni), premutazione (55-200 ripetizioni) e mu- no superiori a quelle non verbali, con presenza di un astrazione e di simbolizzazione, ed immaginare le
delle moderne tecniche di ricerca nelle neuroscien- tazione piena (oltre 200 ripetizioni). Nel livello nor- vocabolario ricco e buone capacità imitative. Uno dei conseguenze delle loro azioni. “Si può quindi parla-
ze come la brain imaging e la registrazione delle male la tripletta è stabilmente trasmessa alla proge- loro punti di forza è dato dalla memoria a lungo ter- re di deficit dell’adattamento determinato da una
onde cerebrali (EEG, EMG) ha permesso di studiare nie, mentre nei due successivi le ripetizioni tendono mine: ricordano per lungo tempo avvenimenti spe- sorta di ambiente interno rumoroso a causa di diffi-
dal vivo le funzioni cerebrali umane, facendo emer- a espandersi in dimensione durante la trasmissione cialmente se per loro interessanti. Di contro presen- coltà legate alla regolazione del flusso sensoriale e
gere la complessa mappatura dei processi cerebrali alla generazione successiva, fino alla condizione di tano dei disturbi riguardanti la memoria a breve ter- del deflusso emotivo, che costringe il soggetto nel
coinvolti nella creazione e nella percezione musica- mutazione piena. mine e di lavoro, delle funzioni esecutive e delle abi- qui e ora, al pensiero concreto, alla risposta riflessa,
le. Queste ricerche hanno, inoltre, dimostrato che la La modalità di trasmissione della sindrome presenta lità matematiche. trovandosi nella condizione di non poter elaborare
musica ha una chiara influenza sul cervello stimo- alcune caratteristiche peculiari. Poiché il gene è loca- Sul piano del linguaggio si rilevano differenze sostan- una sintesi, una integrazione tra emotivo (senso),
lando processi fisiologici, cognitivi, affettivi e senso- lizzato sul cromosoma X, la malattia si manifesta in ziali fra i soggetti, passando da un’assenza dello stes- affettivo (valore) e razionale (significato)” (Lucioni R.,
motori e, in quanto linguaggio sonoro altamente modo diverso nei due sessi: so a disturbi lievi della comunicazione verbale. Il qua- Elli S., Manzoni S., Scianchi V., 2004).
strutturato, può essere utilizzato in modo estrema- 1. I maschi con la mutazione completa ne sono sem- dro caratteristico è generalmente quello di un eloquio
mente efficace per la riabilitazione […]. Queste sco- pre affetti, mentre solo circa la metà delle femmi- disordinato, caratterizzato da un ritmo normalmente IL CASO
perte hanno così determinato la nascita di un suc- ne con la mutazione completa presenta i sintomi veloce e fluttuante nel parlare, associato a difficoltà A. nasce nel 1985 e viene da subito seguito dal
cessivo corpus di ricerche, i cui risultati mostrano, in della malattia. Ciò accade perché queste ultime, nel mantenere l’attenzione su di un argomento. Servizio di Neuropsichiatria infantile (Npi) per ritardo
modo ancora più forte e scientifico, l’efficacia della possedendo due cromosomi X, hanno anche una La conversazione è solitamente poco fluente, le frasi motorio cognitivo e sindrome autistica; successiva-
musicoterapia passando da un modello basato su copia del gene che può funzionare correttamente. sono lasciate incomplete e sono presenti ecolalia e mente verrà fatta una valutazione genetica del Dna
ruoli culturali e sul concetto di generale benessere, 2. Maschi e femmine portatori della mutazione, inve- perseverazione verbale. Il discorso è spesso di tipo che confermerà la presenza della Sindrome di
ad un modello che pone le sue basi nelle neuro- ce, sono clinicamente normodotati. scherzoso con tono altalenante (litania). In particola- Martin-Bell (o Sindrome dell’X fragile). All’età di 22
scienze studiando le funzioni cerebrali e la percezio- Nel passaggio alle generazioni successive la permu- re si registra la ripetizione delle ultime parole o frasi anni, anche a seguito di forti problematiche all’in-
ne musicale. Questo paradigma ha elevato e mosso tazione può espandersi; tuttavia il gene FMR1 può dette loro (ecolalia), immediatamente dopo averla terno del nucleo famigliare di appartenenza, viene
la musicoterapia da modalità aggiuntiva ad elemen- esistere nello stadio di permutazione in una famiglia sentita (ecolalia immediata) oppure in un secondo inserito dapprima in una comunità residenziale e
to centrale in riabilitazione e terapia”. per parecchie generazioni senza che causi alcun pro- tempo (ecolalia ritardata). Sebbene la comprensione successivamente in un gruppo appartamento, dove
blema di sviluppo. È da sottolineare che la tendenza delle singole parole sia spesso adeguata, è presente tutt’ora risiede.
LA SINDROME MARTIN-BELL all’espansione della sequenza ripetuta CGG si verifi- la difficoltà a rispondere alle domande dirette, tutta-
La Sindrome Martin-Bell (Fragile X Syndrome) de- ca solo quando la permutazione è trasmessa dalla via c’è spesso una qualche forma di vaga associazio- Valutazione musicoterapica e sintesi dei dati
scritta per la prima volta nel 1943 da Martin e Bell, madre, mentre quando è trasmessa dal padre rima- ne fra la domanda e la risposta. Vista la sua predisposizione all’ascolto musicale, di
insieme alla Sindrome di Down, è una delle più co- ne stabile. In questo caso, quindi, le figlie femmine In ultimo, per quanto riguarda l’area sensoriale si concerto con l’équipe educativa si decide di avviare
muni forme di disabilità cognitiva di tipo ereditario, riceveranno la permutazione senza che avvengano riscontra un’intolleranza tattile anche marcata: taluni una prima fase conoscitiva per poter valutare se
ed è determinata dalla presenza sul cromosoma X di variazioni nel numero delle triplette CGG. I figli maschi soggetti reagiscono con emozioni e comportamenti accedere ad un vero e proprio percorso musicotera-
una porzione di materiale genetico instabile. Nel ricevendo dal padre il cromosoma Y non sono a ri- negativi al fatto di essere toccati. pico. Vengono quindi condotte delle osservazioni mi-
1991 si riuscì ad isolare il gene che viene colpito schio di ereditarne la permutazione. rate nei contesti di vita abituali, somministrato un
dalla mutazione, il gene FMR1. Quest’ultimo ha una CONSIDERAZIONI EDUCATIVE questionario inerente l’ambiente sonoro-musicale
funzione che potrebbe essere definita regolativa: LE CARATTERISTICHE Per quanto sia presente un’insufficienza mentale di (s/m) remoto e attuale, nonché proposte sedute sia
aiuta cioè altri geni a organizzare la propria attività PSICHICHE E COMPORTAMENTALI vario grado, i segni che possono essere riferiti come di ascolto che di manipolazione dello strumentario.
attraverso la produzione di una proteina FMRP2, che Fra gli aspetti che caratterizzano maggiormente la caratteristici sono: Le notizie che sono state così raccolte depongono
prende parte a importanti processi neuronali. sindrome, si rintracciano la presenza di ritardo men- 1. l’incapacità a contenere le risposte emotive; innanzitutto per un rapporto con il musicale molto
Il gene FMR1 contiene, nella parte iniziale, una se- tale di grado variabile da lieve a severo, congiunta- 2. l’ansietà e l’angoscia che minano i canali informa- intenso, in particolare emerge un grande trasporto
quenza ripetuta di tre basi nucleotidiche (Citosina, mente ai disturbi dell’apprendimento e del compor- tivi, deduttivi, oltre a quelli affettivi; per l’ascolto e il legame che esso evoca con il nucleo
Guanina, Guanina; ovvero tripletta CGG). Nella popo- tamento. In particolare si rilevano atteggiamenti ste- 3. una distraibilità di vario grado, spesso grave; famigliare di origine, infatti tutti i brani della musica
lazione la ripetizione della tripletta è altamente poli- reotipati, con presenza di ripetitività, iperattività mo- 4. difficoltà spiccata nello stabilire rapporti e/o relazio- del cuore sono accumunati dall’essere suonati o
morfica sia in termini di composizione che di esten- toria, impulsività. ni interpersonali e difficoltà nella relazione corporea. arrangiati da un ensemble di tipo orchestrale, forma-
sione e generalmente viene suddivisa in quattro In questi soggetti le capacità cognitive possono esse- Da qui ne consegue che per queste persone risulta zioni che rimandano a quelle cui partecipavano il
livelli: normale (5-40 ripetizioni), intermedio (45-50 re molto variabili. Generalmente le abilità verbali so- difficile entrare in relazione, utilizzare i processi di nonno materno e il padre. In particolare il Secondo
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movimento tratto dalla Sinfonia n. 9 di Beethoven, coterapiche e di rispondere ad esse in maniera spe- cetto così complesso, non è un processo semplice, e rapico proposto, nonché per la spiccata sensibilità al
eseguito dalla Eastern Divan Orchestra e diretta dal culare. In sintesi si evidenziano questi tratti: forse si pone il dubbio che non sia per lui fattibile. canale sonoro-musicale, vengono proposte venticinque
maestro Baremboin, per le sue caratteristiche struttu- Sicuramente la musica lo rimanda alla concretezza delle sedute individuali a carattere attivo, a cadenza setti-
rali è, a mio avviso, quello che meglio rappresenta a) Sonoro-musicali: azioni, del fare e dell’ascoltare e, dalla parte di chi lo manale, della durata di quarantacinque minuti l’una,
l’approccio al sonoro-musicale da parte di A. Vi è - forte adesione al musicale, sia esso ascoltato osserva, si può dire che è un insieme, un mondo, con per un arco di tempo di cinque, sei mesi. Tale inter-
infatti la presenza di un range dinamico molto ampio, che prodotto e altrettanto forte attivazione psi- un forte potere attrattivo che rimanda, inoltre, alle sue vento si prefigge, attraverso la proposta di un’esperien-
l’utilizzo di strumenti percussivi, un incedere molto cofisica; radici. La musica dunque è intrattenimento, ed ha a che za gratificante, oltre a sondare maggiormente le rispo-
accentuato e per lui attivante, momenti di tensione - gratificazione all’elemento sonoro-musicale; vedere anche con lo stare, dal momento che lo occupa ste di A. all’elemento s/m, di inserire le stesse in un
drammatica e cinetica. Inoltre, il fatto che lui diriga il - competenze ritmiche e predominanza di veloci- fisicamente durante i rientri a casa. In questi frangenti è ambito dialogico e di perseguire i seguenti obiettivi:
brano durante l’ascolto, racconta quello che spesso tà elevate; usuale per A., durante un ascolto delle sue musiche, far 1. favorire all’interno delle sedute l’esplorazione de-
capita tra le mura della sua camera, quando sovente - intensità sonora elevata, saturazione dell’am- saltare le tracce al punto di partenza. Questa operazio- gli strumenti e un loro utilizzo sia formale che in-
durante gli ascolti imita la gestualità tipica del diret- biente; ne, che lui potrebbe ripetere per molte volte, rimanda formale;
tore d’orchestra, con un investimento fisico sostanzia- - predominanze delle voci maschili; ad aspetti di funzionamento propri delle persone con l’X 2. esplorare le capacità attentive, attraverso l’espe-
le. L’aspetto corporeo che emerge, in linea con il pro- - presenza nel repertorio di musica colta; fragile. Alla base di questa esigenza si può ipotizzare rienza di stimolazioni sensoriali e di contatto con
filo determinato dalla sindrome, è quello di un ragaz- - attitudine a sondare le differenze timbriche de- che la ripetitività venga utilizzata come strumento per gli strumenti;
zo che se da un lato non ama essere toccato, né toc- gli strumenti e ad un loro utilizzo non formale; arginare l’ansia e l’emotività, secondo il principio per cui 3. lavorare sull’espressività del bagaglio stilistico, son-
care gli altri e che fugge le situazioni caotiche, duran- - variazioni delle dinamiche e di altri parametri “ogni stimolo sonoro genera uno stato di attivazione dando le risposte a differenti velocità e stimolan-
te le quali sovente assume posizioni di difesa, tap- sonoro-musicali. del tono reticolare e se il soggetto viene sottoposto ad do l’approccio vocalico;
pandosi le orecchie o coprendosi gli occhi con le sue uno stimolo eccitatore, per virtù del fenomeno dell’a- 4. offrire uno spazio all’interno del quale porre atten-
mani, è però in grado di esprimere forza e coinvolgi- b) Psicosociali: bituazione, l’attivazione ottenuta dallo stimolo eccita- zione ai processi comunicativi valorizzando le co-
mento fisico, oltre a non disdegnare situazioni satu- - utilizzo di stereotipie e di ripetizioni; tore diminuisce progressivamente e proporzionalmen- municazioni spontanee e le iniziative personali;
ranti da un punto di vista sonoro. - utilizzo dell’imitazione; te alla ripetizione dello stimolo stesso. È la ripetizione 5. modulare l’utilizzo della forza fisica, lavorando sul
Per quanto concerne la vocalità, tolti i momenti in - difficoltà nella verbalizzazione del proprio stato quindi che in qualche modo permette il graduale ritor- passaggio dalla staticità al movimento e dal forte
cui vi è stata una chiara risposta di tipo imitativo, si d’animo; no allo stato di riposo del tono reticolare” (Ciampi, al piano, nonché i parametri sonoro-musicali, in
evidenzia un eloquio breve, l’intensità è general- - dimensione individuale; 2006). particolar modo quelli riguardanti l’intensità sonora;
mente bassa, mentre la reazione psico-comporta- - forte rimando alle relazioni con i famigliari mu- Si deve però aggiungere che, per gli stessi aspetti fin 6. sondare i comportamenti stereotipati messi in atto
mentale durante gli ascolti è a tratti congruente con sicisti (padre, nonno) e alla cultura musicale di qui descritti, la musica nei suoi aspetti contenitivi e e la funzione della ripetizione e dell’imitazione;
le caratteristiche dei diversi brani e connotata da questa rete; totalizzanti rappresenta anche un rifugio, dal mo- 7. proporre una relazione privilegiata e di cura quale
aspetti adesivo-imitativi. Si rintracciano inoltre acco- - contrapposizione tra una corporeità trattenuta mento che, se non coinvolto in altre attività, si chiu- spazio di condivisione e di incontro, permettendo
stamenti fra la sua voce e quella del nonno, per (posizioni rigide e statiche) e una senza freni de in camera sua, trascorrendovi diverse ore. quindi ad A. “armonizzandosi alla sua musica di
quanto mai in modo diretto; vi è infatti una predile- (forte fisicità nell’approccio sonoro). La musica, infine, sollecita una regressione fusionale, sentirsi riconosciuto grazie al fatto che dal punto
zione per la voce maschile, “mio nonno cantava considerata la foga con la quale A. percuote i tamburi di vista espressivo e della comunicazione, ai suoi
come basso”, figura famigliare che sollecita, ancora L’interpretazioni dei dati e la saturazione sonora che ne consegue, nonché l’at- suoni viene data una risposta che li riconosce
oggi, un’adesione sul piano dell’immagine, spingen- Chiedendo ad A. che cosa sia per lui la musica, lo si tenzione proiettata in modo marcato sul momento come significativi” (Pavlicevic, 1987).
dolo ad adottare uno stile di vestiario simile. Emerge vedrebbe molto probabilmente fare un cenno con il presente sia durante gli ascolti che durante le mani-
anche in questo caso una delle caratteristiche cen- capo, emettere un intercalare appena accennato, a cui polazioni. Il rapporto con il musicale dunque appare La valutazione dell’intervento
trali della sindrome, ovvero la necessità di copiare seguirebbe il silenzio. Forse in una giornata maggior- caratterizzato da un grande coinvolgimento fisico e Di seguito, usando lo schema presentato in merito
stili e impadronirsene per l’incapacità di crearne e di mente prodiga di eloquio potrebbe invece rispondere connotato in senso affettivo ed è funzionale alla sua agli obiettivi, si riporta una sintesi della valutazione
sintetizzarne uno proprio. che la musica è “bella”, o rispondere con “la musi- propensione all’isolamento; se ne rilevano al riguar- dell’intervento.
Nell’utilizzo dello strumentario emerge una manipo- ca”, con una delle sue tipiche modalità ovvero usan- do tratti autistici ed ossessivi caratteristici.
lazione sostenuta per un lungo tempo e la comparsa do le ultime parole pronunciate dal suo interlocutore, 1. Favorire l’esplorazione degli strumenti
di alcuni elementi di variazione. Infine nell’interazio- forse senza neanche guardarlo negli occhi. L’intervento Rispetto alla totalità degli strumenti proposti, A. ha
ne sonoro-musicale si manifestano capacità imitative Per lui fornire una descrizione, che sia di un oggetto Di concerto con il tutor e l’équipe educativa, alla luce presentato un’attitudine a sperimentarne le sonorità
che permettono ad A. di accogliere le proposte musi- o di un sentimento o come in questo caso di un con- dell’accettazione da parte di A. del setting musicote- e un utilizzo degli stessi sia in modo formale che
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informale; si è assistito ad una sua progressiva am- stata una seduta nella quale lui non abbia utilizzato espresso malessere, gioia, ha gridato, si è morso le altri servizi, ha accettato di fare delle proposte, ad
bientazione, che gli ha permesso sia di esplorare gli le percussioni, presentando una produzione in forma dita, ha giocato, imitato voci in modalità del tutto esempio imitare una banda cittadina, dando un titolo
strumenti meno conosciuti, di chiederne il nome, di elementare (pulsazioni, pattern ritmici) ma tenden- “libere” ed ha avuto modo di averne un rimando originale ad una improvvisazione, chiedendo il nome
alluderne somiglianze, nonché di esprimere la volon- zialmente modulata. Era inoltre molto evidente immediato grazie alla mia posizione di ascolto e di di uno strumento oppure associandolo ad un altro.
tà di suonare un determinato strumento, come capi- quanto ogni suo gesto fosse il risultato di un pen- rispecchiamento, mai giudicante.
tato in alcune sedute in cui si è verificato andasse siero, di un’immagine, come lo erano il suo cercare Mi è parso evidente, inoltre, cercare un maggior 5. Accogliere il corpo
spontaneamente all’armadio, dove erano riposti gli gli strumenti e posizionarli in alcuni modi, saggian- coinvolgimento emotivo di A., affinché le sedute non A. si presenta con una fisicità che definirei trattenu-
strumenti non utilizzati, per scegliere quello che stava done le sonorità dapprima singolarmente e poi siste- si appiattissero, aiutandolo a modulare e ad arricchi- ta, dai movimenti poco fluidi, per quanto il suo spo-
cercando. Si è favorito tale approccio modificando in mandoli uno sull’altro. È stato molto emozionante re le sue produzioni, cercando di arginare la rigidità starsi da un luogo all’altro sia solitamente silenzioso
itinere la costruzione del setting, permettendogli di quando, dopo diverse sedute, è riuscito a persona- e la ripetitività che le caratterizza e che rimandano a e poco visibile. Come già descritto in altri punti di
poter scegliere quali strumenti utilizzare durante la lizzare il suo setting, ovvero quando ha posizionato modalità comunicative molto stereotipate. questo lavoro, A. utilizza un vestiario che è una riela-
seduta. Questo cambiamento, favorito anche da una davanti a sé un set di percussioni che riprendevano In particolar modo, dal punto di vista verbale, si evi- borazione di quello dei riferimenti maschili della
valutazione in sede di supervisione, ha prodotto delle in modo bidimensionale la forma di una batteria. denzia un utilizzo di parole chiave quali allegria, sua famiglia (il padre, ma in particolare il nonno
conseguenze positive in quanto A. è stato riconosciu- Dal punto di vista vocalico, gli accenni sono stati rari mambo, rumba, pochi i frammenti dettati da bisogni materno), con la presenza di giacca, pantaloni e
to come portatore di interessi e desideri e dunque si e spesso isolati, ma non per questo meno importan- contingenti, o frasi corret- camicia di taglio classico e
è valorizzata la possibilità che egli potesse scegliere e ti, in parte nascosti dall’utilizzo del verbale molto più tamente formulate con un Il lavoro sulla corporeità, l’immancabile cravatta.
dunque auto-affermarsi. Si rileva, ad ogni modo, una predominante; ad ogni modo si può osservare che A. senso compiuto. Durante le sedute la sua
netta preferenza degli strumenti percussivi, che sia in grado di ripetere l’intonazione di una nota o di Si sottolinea, comunque,
mi è sembrato da subito postura è quasi sempre la
rimandano ad un utilizzo immediato e gratificante e una melodia ascoltata, mentre è minore la presenza un utilizzo vocalico perso- il perno centrale di tutto medesima e si rilevano
dunque meno performativo che non strumenti quali la di sue proposte autonome. Si registra che le struttu- nale; spesso, mediante il trattamento quei tratti tipici della Sin-
chitarra o la tastiera che, pur sperimentati, hanno di re musicali ripetibili e prevedibili facilitavano in A. suoni gutturali, ha espres- drome dell’X fragile, ovvero
fatto inibito le sue esplorazioni. delle risposte di tipo vocalico, ma comunque sempre so stati emotivi molto intensi, sia legati a momenti la difficoltà al contatto corporeo con le altre persone
di tipo imitativo. Partendo dal presupposto che ogni di rabbia (quando dice allegria, con voce bassa, il e la tendenza ad utilizzare gesti auto-aggressivi co-
2. Esplorare le capacità attentive vocalità è “la metafora, la forma di discorso più collo tirato, la voce roca), che di piacere (quando me il mordersi le mani quasi fosse una sorta di auto
Per quanto non si segnalino delle alterazioni profon- adatta per cogliere qualcosa della profondità della vocalizza dei sonori sospiri). limitazione nel controllo delle emozioni diventate
de a livello dell’attenzione in A., si è riscontrato, in voce” (Pigozzi, 2008) quella di A. rimanda a suoni Da un punto di vista della comunicazione non ver- ingestibili. Il lavoro sulla corporeità, quindi, mi è
particolare durante l’ascolto musicale, la tendenza ad tirati, a volte gutturali e regrediti, spesso silenziosa, bale, invece, si riscontrano maggiori informazioni, sembrato da subito il perno centrale di tutto il trat-
un utilizzo del materiale sonoro spesso alterno, a nascosta, in fuga e quando trattenuta e compressa spesso deducibili dalla mimica facciale, se stanco, tamento, forte del convincimento che “il gesto è ori-
volte distratto, specialmente quando molteplici sono esce graffiando, rabbiosa; una voce che racconta se annoiato, se arrabbiato. Anche nel rapporto con ginariamente espressivo, è tutto ciò che abbiamo in
le fonti sonore. Si è pensato quindi che l’approccio della sua corporeità e, infatti, trovo congruenza tra il me ho potuto constatare, via via che le sedute pro- quanto uomini, per abitare il mondo. Lavorare sull’e-
musicoterapico e in particolare il contatto fisico con suo stare seduto a gambe incrociate, il mordersi le gredivano, un maggior contatto oculare e sicura- spressione corporea non è introdurre ad una serie di
gli strumenti potesse indurre in A. maggior concen- mani e la sua voce. Leggo la presenza di un corpo mente i momenti maggiormente emozionanti sono tecniche per impadronirsi di uno strumento, ma offri-
trazione sul compito. Inoltre, le caratteristiche del che si irrigidisce e leggo un bagaglio emotivo sog- stati quelli in cui il suo sguardo era partecipe, con- re occasioni per mettersi all’ascolto di sé in quanto
setting stesso ed in particolare la diminuzione delle giacente potenzialmente esplosivo ed un utilizzo del sapevole, affettivo. In alcune sedute, inoltre, ho vo- corpo carico di intenzionalità” (Damasio, 2006).
interferenze esterne hanno permesso ad A. di sen- limite come difesa. La difficoltà di A., a mio giudizio, lutamente utilizzato il verbale per domandare ad A. Analizzando la sua postura lungo il corso delle sedu-
tirsi contenuto e quindi libero di dedicarsi all’esplo- sta proprio nel non trovare le parole per poter dire stati d’animo oppure per stimolarne delle risposte, te, per quanto abbia mostrato poco interesse a
razione sonoro-musicale, facendo sì che la sua atten- quello che sente e ordinare, in modo maggiormente in particolare per aiutarlo ad esprimere a parole modificare quella assunta solitamente, ovvero sedu-
zione venisse mantenuta durante tutta la durata integrato, le sue emozioni. quanto, stimolato dal s/m, stesse immaginando; in to al centro del setting, è emersa la presenza del
della seduta. alcuni casi, invece, il verbale ha permesso di creare movimento e la scoperta dello spazio intorno a lui.
4. Valorizzare la comunicazione un ponte con quanto fatto nella giornata e, in qual- In particolare è da segnalare il momento in cui in
3. Promuovere l’espressività e stimolare l’approccio Dal punto di vista comunicativo osservo che duran- che modo, elaborarlo nel setting. una seduta, dopo aver preso un tamburo ed un bat-
vocalico te le sedute era manifesta la partecipazione di A. e In diverse sedute ha così espresso dei bisogni, ma tente, ha percorso in tondo la stanza, suonando
Il grande trasporto che A. prova per il ritmo e le per- del fatto che lui potesse davvero esprimersi libera- ha anche fantasticato su temi inerenti a quanto si come se fosse un musicista di una banda cittadina,
cussioni ha qui potuto esprimersi appieno. Non c’è mente, senza sentirsi giudicato, ma accolto. Ha così stava facendo, alle attività fatte nella mattina negli oppure la seduta in cui, pur imitandomi, si è sdraia-
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to a terra portandosi il tamburo sulla pancia, postu- dente quanto alla fine del percorso, oltre ad essere giormente sentito, era un silenzio consapevole e vo-
ra che è stata assunta dopo un intenso momento di pronunciata meno frequentemente, rimandi ad una luto. Un silenzio attento.
Bibliografia
silenzio e di profondo ascolto reciproco. funzione prettamente comunicativa.
Lungo tutte le sedute ho lavorato facendo molta CONSIDERAZIONI FINALI ■ Antoniotti G.
attenzione alle proposte e affinché all’interno di 7. La relazione Il lavoro svolto ha avuto anche dei rimandi all’esterno Sintonizzarsi con la grave disabilità in “Le cure
esse vi fosse sempre una modificazione della dina- Uno degli aspetti che più mi ha colpito sul quale ho del servizio, in particolare si è andata modificando e musicali”, (a cura di) Manarolo G., edizioni
mica. In particolare lavorando sugli estremi (molto riflettuto e che mi ha, successivamente, permesso una ridimensionando l’immagine di A. come “direttore Cosmopolis, Torino, pag. 116, 2012.
forte e pianissimo), su coppie di strumenti (grande e giusta vicinanza con lui è stato quello di non temere d’orchestra”, che circolava nei vari servizi da lui fre- ■ Cassano G., Carnovale M.
piccolo) alternando strumenti ritmici ad altri armoni- alcuni suoi stati emotivi (in particolare quando teso e quentati. Si è infatti discusso sia con altri operatori, sia L’abito non fa il monaco in “Le cure musicali”, (a
ci, l’intento era di permettere ad A., non solo di arrabbiato). Dai racconti dei suoi educatori emergono, con la sua assistente sociale rispetto al fatto che, per cura di) Manarolo G., edizioni Cosmopolis, Torino,
esprimere il più alto venta- nella sua storia personale, anni, molte persone si siano approcciate a lui esaspe- pag 160, 2012.
glio di sonorità, ma anche È stato fondamentale far diversi episodi in cui ha rando le sue capacità musicali e rimandandogli imma-
■ Ciampi P.
quello di mettere attenzio- manifestato crisi di aggres- gini distorte. A. è sicuramente sensibile all’elemento
risuonare dentro di me quella Note sul pensiero di Michel Imberty in “Manuale di
ne al gesto, ascoltarne le sività e comportamenti vio- sonoro-musicale e, come dimostra questo percorso,
risposte, rendersi consape- stessa rabbia e accoglierla, lenti non sempre ricondu- ha delle competenze, in particolar modo ritmiche,
Musicoterapia”, Manarolo G., edizioni Cosmopolis,
per potermi successivamente Torino, pag. 89, 2006.
vole delle differenze. Sono cibili a fatti o cause preci- anche raffinate ma è chiaro che il nostro agire come
infine emersi atteggiamen- avvicinare ad A. se. La costante che emer- operatori deve riflettere immagini che siano realisti- ■ Damasio R.
ti aggressivi (con la rottura ge da questi racconti è che e coerenti con quanto egli effettivamente è, men- Musica, gesto, ascolto: un percorso formativo sul-
di uno strumento), che si è cercato di disincentivare che, quando in preda a tali emozioni, esprima una tre distorsioni legate a proiezioni personali o che si l’espressione corporea in “Manuale di Musicotera-
con l’astensione dal dialogo sonoro quando questo forza notevole e un’assenza di controllo e di giudizio, pongano in modo simmetrico con quanto invece è pia”, edizioni Cosmopolis, Torino, 2006.
avesse raggiunto intensità violente o avesse ricerca- che lo portano a manifestazioni anche estremamen- espressione di una patologia, non possono che esse- ■ Galimberti U.
to un punto di rottura/scarica. te violente. Il suddetto aspetto mi era comunque re deleterie e causare in lui quotidiane frustrazioni. Enciclopedia di Psicologia, Garzanti Editore, Torino,
“saltato agli occhi” da subito, quando, fin dalle prime 2006.
6. Sondare i comportamenti stereotipati messi in atto sedute, ho notato alcune sue reazioni: dopo uno
e la funzione della ripetizione e dell’imitazione scambio molto intenso o durante lo stesso, si morde ■ Lucioni R., Elli S., Manzoni S., Scianchi V.
Le stereotipie maggiormente osservate sono fonda- le mani e diventa rosso in volto, si manifesta un uti- X-Fragile e terapia relazionale E.I.T., 2004, in
mentalmente due, il mordersi le mani e l’utilizzo lizzo del vocalico molto teso, suoni gutturali, esplosio- http://www.slowmind.net/timologinews/xeit.html
ripetuto di vocaboli chiave, tra tutti “allegria”. ni di ira, etc. È stato quindi fondamentale far risuona- ■ Pavlicevic M.
Confrontando le prime sedute con le ultime si evi- re dentro di me quella stessa rabbia e accoglierla, per Musicoterapia applicata al contesto, Ismez, Roma
denzia quanto il percorso intrapreso abbia inciso sia poter successivamente avvicinarmi ad A. senza paure, 1997.
in una riduzione degli stessi, sia in una modificazio- che avrebbero minato e ostacolato la relazione e forse
■ Pigozzi L.
ne del loro utilizzo. Durante le sedute, infatti, forse il percorso stesso. “Il tempo per differenziare, per
A nuda voce, Antigone Edizioni, Torino, pag. 16, 2008.
per un processo di abituazione (Galimberti, 2006) lasciare spazio al linguaggio dell’affettività che non è
agli stimoli sonori, ho notato una progressiva dimi- azione, ma ne è preludio, l’operatore sa che può tro- ■ Thaut Michael H., McIntosh G.C., Hoemberg V.
nuzione del loro utilizzo, in particolare il mordersi le varlo nella misura in cui per un attimo costruisce Neurologic Music Therapy: From Social Science to
mani che, come già più volte accennato, mi sembra dentro sé il silenzio necessario: quando vi è una Neuroscience in Handbook of Neurologic Music
sia una sorta di gesto che, in qualche modo, tracci un guerra, un conflitto, infatti, non si costruisce, non si Therapy, Oxford University Press, Oxford, 2014.
confine, in particolare quando un’emozione o una progetta nulla, ogni forza è tesa a fronteggiare l’e-
sensazione diventino strabordanti e non collocabili. In mergenza, alla fuga, all’attacco o alla salvezza; solo
qualche modo l’abituazione agli stimoli sonori, non- in tempo di pace è possibile pensare e concepire
ché la continuità delle sedute proposte, ha permesso delle cose” (Cassano, Carnovale, 2012).
una maggiore capacità di contenere tali stati emoti- I momenti più toccanti da un punto di vista emoti- Note
vi. Così anche le verbalizzazioni, se “allegria” viene vo, infatti, sono emersi proprio laddove il silenzio, [1] Evidence Based Practice.
utilizzata, agli inizi in una modalità difensiva è evi- che li ha preceduti o che li ha compresi era mag- [2] fragile-x mental retardation protein
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MUSICOTERAPIA
E AUTISMO
SEGUENDO LE TRACCE
DELL’INTERSOGGETTIVITÀ
Starting from analyzing video fragments Da una decina di anni svolgo attività di docenza pres- L’Infant Research ha apportato una nuova visione del getti durante un qualsiasi atto comunicativo”
of Music-Therapy sessions, this article so i corsi di musicoterapia Apim di Genova e Torino. bambino introducendo un nuovo sistema motivazio- (Trevarthen, 1988). Generalmente nello sviluppo del
aims to identify signs of intersubjectivity All’interno di tale contesto ho la preziosa opportuni- nale intersoggettivo basato sulla tendenza innata ad bambino normodotato si assiste alla comparsa di
in autistic children. The Music-Therapy setting is an tà di confrontarmi con un gran numero di corsisti sul instaurare relazioni ed a condividere psicologica- una tipologia primaria di intersoggettività dalla na-
emotional activation space facilitating joint attention mio lavoro quotidiano, svolto con bambini con distur- mente i mondi e l’esperienza soggettiva degli altri. scita fino ai 7-9 mesi. Essa si gioca principalmente
processes in children with autistic spectrum disorders bo dello spettro autistico. L’esperienza formativa che Le competenze attivate dalla coppia madre-bambino, nelle interazioni faccia a faccia tra madre e bambi-
and where therapist and child can enjoy gratification propongo riguarda l’osservazione di frammenti video all’interno delle interazioni precoci, fanno parte di no e si esprime in abilità quali l’orientamento verso
by playing with each other's intentions. tratti da sedute di musicoterapia. quello che Trevarthen chiama “sistema regolatore cen- gli stimoli, la capacità di attivarsi fisicamente ed
Partendo dalla molteplicità dei punti di vista, il grup- trale della comunicazione” (Trevarthen, 1990, 1998), emotivamente, la presenza di un’attenzione soste-
po tenta un’analisi delle situazioni interattive osser- che consente, sin dai primi giorni di vita ed anche in nuta, l’interesse e l’orientamento verso il volto umano,
vate all’interno del setting. assenza di un codice verba- l’alternanza del turno e la
I modelli di intervento attraverso cui tentiamo di le, la costituzione di scam- Nell’autismo i processi innati capacità di integrare gli
“leggere” le sedute sono quelli propri della musico- bi intersoggettivi all’inter- e naturali di compartecipazione stimoli provenienti da dif-
terapia relazionale con particolare riferimento alla no della coppia diadica. ferenti modalità sensoria-
metodologia R.O. Benenzon (1999) ed ai contributi di Alla base di tale comunica-
affettiva possono essere li (Xaiz, Micheli, 2001).
P.L. Postacchini (1997). Pertanto, il ruolo fondamen- zione per Stern vi sarebbe- fortemente deficitari... Dopo i 9 mesi i bambini
tale dell’elemento sonoro-musicale all’interno del ro i processi di sintonizza- cominciano ad interessar-
processo musicoterapico è quello di potenziale me- zione (Stern, 1987, 2005), situazioni nelle quali le for- si alle espressioni emotive degli altri, ad intuirne
diatore relazionale in grado di favorire contesti di me di rispecchiamento all’interno della diade non si pensieri, intenzioni e ad iniziare in qualche modo ad
scambio ed interazione reciproca, facilitare processi di limiterebbero ai comportamenti manifesti del bambi- aderirvi. Tali abilità possono essere sintetizzate nei
integrazione ed armonizzazione dell’individuo sul no quanto allo stato d’animo ed all’affettività ad essi correlati comportamentali dell’intersoggettività,
piano psico-fisico e sociale. Tale approccio appare sottesi, costituendo le prime forme di comprensione e quali: l’attenzione, l’emozione e l’intenzione con-
sostenuto, tra gli altri, dai numerosi contributi teorici di significato della dimensione emotiva del bambino. giunta e l’imitazione (Xaiz, Micheli, 2001). Nel bam-
facenti capo al paradigma dell’Infant Research che Nell’autismo questi processi innati e naturali di com- bino autistico questo passaggio da forme di inter-
testimoniano l’innata predisposizione dell’individuo a partecipazione affettiva possono essere fortemente soggettività primaria a secondaria appare compro-
comunicare e ad impiegare all’interno delle forme deficitari compromettendo il conseguente sviluppo messo. Secondo alcuni autori da tale difficoltà deri-
comunicative primarie elementi pre e protomusicali delle abilità intersoggettive. verebbe un’incapacità pervasiva di lettura della
(congiuntamente alla corporeità) come veicolo Possiamo definire l’intersoggettività come “il pro- mente dove la mancata o errata percezione e com-
espressivo e comunicativo (Manarolo, 2006). cesso di condivisione dell’attività mentale tra sog- prensione degli altrui sentimenti, credenze o emo-
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zioni si traduce in una incapacità conseguente a ranno a delineare considerazioni più di ordine gene- duale, che ci porta a considerare un possibile inter- tività come quella musicale che può darci la sensazio-
rispondere ad essi in maniera appropriata (Baron- rale rispetto alle diverse implicazioni dell’intervento vento calato nella realtà del singolo bambino. Ogni ne di essere con l’altra persona” (Trevarthen, 2002).
Cohen, 1995). Tuttavia i bambini con autismo pos- musicoterapico nei disturbi dello spettro autistico. bambino con disturbo dello spettro autistico: “si L’esperienza di relazione con un bambino autistico è
sono essere sensibili al comportamento altrui pur- presenta con il proprio stile interattivo, le proprie qualcosa che va ben oltre l’osservazione di aspetti
ché vengano coinvolti in un contesto dove possano “IL BAMBINO NON SEMBRA AUTISTICO” caratteristiche funzionali, psicomotorie cognitive” comportamentali. Spesso sono proprio le nostre
comprendere le intenzioni altrui ed essere consape- Non è inusuale che al termine della visione di alcu- (Gison, Bonifacio, Minghelli, 2012) e l’intervento sensazioni, le nostre difficoltà nel contattare il bam-
voli degli altri (Nadel, 1992; Tiergerman e Prima- ni frammenti di una seduta di musicoterapia i primi dovrebbe puntare su “un approccio altamente indi- bino, i nostri vissuti di assenza di reciprocità a co-
vera, 1984; Trevarthen et al. 1998). commenti dei corsisti possano essere del tipo: “non vidualizzato”(idem). municarci il mondo autistico con cui siamo in rela-
Diversi studi hanno messo in luce le risposte positi- si direbbe un bambino autistico” “...se non ce lo Nelle interazioni che andremo di seguito a raccon- zione. Non è sufficiente essere in grado di vedere
ve suscitate dall’impiego della musica nei soggetti avessi detto prima non l’avremmo capito”. A mio tare troviamo dei bambini che, seppur in alcuni rari ed ascoltare per vivere una relazione, ma è neces-
autistici (AMTA, 2015). L’intervento musicale è risul- avviso tali dichiarazioni potrebbero trovare giustifi- momenti, riescono ad accedere ad una dimensione saria la capacità di poterla sentire, proprio quel sen-
tato facilitare lo sviluppo di abilità linguistiche e cazione in diversi aspetti. relazionale ed intersoggettiva mostrando competen- tire empatico che pare essere deficitario nei nostri
comunicative (Lim, 2009), la riduzione di comporta- Un primo aspetto riguarda il rapporto con la dia- ze sul piano dell’attenzione, intenzione ed emozio- bambini autistici e che contesti di intervento foca-
menti problema (Boso, Emanuele, Minazzi, Abba- gnosi. Oggi l’autismo viene riconosciuto come un ne condivisa, nonché rispetto all’alternanza di turno lizzati sulla condivisione affettiva ed emotiva posso-
monte & Politi, 2007), accrescere la comprensione disturbo del neurosviluppo (APA, 2013), collegato ed alle condotte imitative. Quello che a mio avviso no tentare di facilitare.
dei concetti emotivi e migliorare le abilità sociali con un’alterazione dello sviluppo del funzionamento si evidenzia è come tali condotte si intreccino e
(Katagiri, 2009; Brownell, 2002). Alcuni di essi si cerebrale. La problematica autistica viene general- compenetrino nei momenti di sintonizzazione piut- CREARE E RISOLVERE TENSIONI
sono concentrati maggiormente sul coinvolgimento mente descritta intorno ad una specifica sintomato- tosto che differenziarsi rigidamente tra loro. I mo- (SEDUTA CON M.)
di abilità intersoggettive. Il logica che include deficit menti di attenzione congiunta appaiono a loro volta Osservando alcuni passaggi di una seduta con M. ci
contesto sonoro-musicale della reciprocità socio- sostenuti dall’evento carico emotivamente e dal pia- sembra di poter scorgere un buon momento di con-
è risultato efficace nell’au- Diversi studi hanno messo emotiva, deficit nell’adat- cere stesso del giocare con le reciproche intenzioni. divisione. Analizziamone tre momenti particolari:
mentare i comportamenti in luce le risposte positive tamento ai contesti socia- “Le intenzioni hanno bisogno di qualcosa o di qual- - Primo: Io e M. stiamo percuotendo nello stesso
di attenzione congiunta suscitate dall’impiego della li, difficoltà relative all’in- cuno con cui impegnarsi per esistere; emergono momento la marimba (io) e lo xilofono (lui).
(Arezina, 2011; Kalas, 2012; musica nei soggetti autistici terazione sociale, altera- solo nel coinvolgimento interattivo” (Reddy, 2010). Attraverso la modulazione dei profili agogici, pro-
Kim, Wigram & Gold, 2008; zioni negli aspetti qualita- Gli affetti sono gli organizzatori centrali della vita duciamo degli accelerando. Partendo da una pul-
Yoo, 2010). Alcuni studi sot- tivi della comunicazione psichica infantile (Emde cit. in Riva Crugnola, 1993) sazione ritmica lenta, andiamo a velocizzarla sin-
tolineano come l’utilizzo di tecniche improvvisative (linguaggio e modo di usarlo, abilità pragmatiche), e come sostiene Siegel, le emozioni sono “...un cronizzandoci in un crescendo di intensità ed in
musicali possano facilitare comportamenti di atten- interessi ristretti e comportamenti ripetitivi e ste- sistema innato attraverso il quale l’attenzione, scopo una progressiva crescita di tensione.
zione condivisa, abilità di comunicazione non verba- reotipati. Recentemente si parla non tanto di auti- ed apprendimento possono essere coordinati fra L’accelerando si interrompe bruscamente al suo
le e l’espressione di comportamenti affettivi (Kim, smo quanto di disturbo dello spettro autistico (APA, individui diversi” (Siegel, 1999), ma costituiscono apice con una breve pausa di sospensione, risol-
Wigram, Gold, 2008). 2013) a sottolineare i diversi “autismi” che si pos- altresì “le modalità impiegate dalla nostra mente ta infine da un forte colpo all’unisono sul grande
Il processo musicoterapico sembra pertanto costi- sono incontrare all’interno del medesimo quadro per modularsi nel corso della nostra vita” (Idem). tamburo. Questa particolare figurazione (crescen-
tuirsi come contesto motivante e facilitante la co- psicopatologico. Troviamo pertanto una grande va- Un ulteriore aspetto riguarda i limiti degli strumen- do-pausa-risoluzione) viene riproposta dalla cop-
costruzione intersoggettiva tra paziente e musicote- riabilità individuale. La diagnosi di autismo sollecita ti da noi utilizzati e mette in luce aspetti meno otti- pia più volte e spesso proposta dal bambino stes-
rapeuta articolata nelle tre forme di compartecipa- nel nostro immaginario aspetti correlati alla chiusu- mistici dei precedenti. L’osservazione di un video ci so portando lo sguardo verso l’adulto.
zione delle attenzioni, delle intenzioni e degli affet- ra del bambino, atteggiamenti stereotipati (dondo- permette di mettere a fuoco dettagli importanti - Secondo: In un momento successivo il bambino si
ti (Raglio, 1996). lamenti, ecolalie) ed importanti comportamenti pro- delle interazioni in atto, ma non può naturalmente sposta sul tamburo e riproduce un’analoga figura-
Qui di seguito presenterò alcune riflessioni emerse blema. Tuttavia non tutti i bambini autistici rifiutano permetterci di vivere la relazione direttamente, pri- zione sonoro-musicale (s/m) questa volta inclu-
nel lavoro di osservazione svolto assieme ai corsisti il contatto oculare o hanno stereotipie e le loro pos- vandoci pertanto di quel “sentire” che solo l’essere dendo un crescendo ed una modulazione delle
in questi anni. Verranno descritti alcuni momenti di sibilità di stare in relazione con l’altro sono estre- in presenza dell’altro può darci. “Quando si è in pre- intensità sullo stesso tamburo ed interrompendo
sedute che mi hanno visto protagonista insieme al mamente variabili. senza di un bambino autistico spesso si ha la sen- di colpo il crescendo. Durante la pausa di sospen-
bambino di interazioni positive all’interno del set- È pertanto necessaria una prima riflessione sull’im- sazione di non essere in compagnia... sentiamo che sione continua, attraverso una gestualità enfatiz-
ting musicoterapico, tentando di rintracciarne possi- portanza di analizzare le modalità di espressione nel nostro essere insieme manca qualcosa. Non è la zata, il gesto di portare le bacchette in alto dietro
bili valenze intersoggettive. Accanto ad esse si ver- della patologia nell’ambito di una variabilità indivi- presenza fisica, né il fatto di svolgere insieme un’at- la testa, mantenendo per qualche istante la ten-
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sione sospesa e risolvendo poi con un forte colpo se circostanze sembra invitarmi a fare come lui, a da, sorride ed ascolta. Non appena terminata disto- chetta sollevandola leggermente in alto pronta per
sul tamburo. Rimane quindi con lo sguardo diretto seguirlo nel suo movimento. Molti bambini autisti- glie lo sguardo e ritorna ad occuparsi del piatto. Dopo iniziare a suonare. Cerco di prolungare quel momento
verso di me. Riprendo il gesto enfatizzato di por- ci, catturati da una particolare sequenza ritmico- qualche istante ripropongo il motivo. Questa volta riprendendo la modulazione del suono “Qu” e rilan-
tare le bacchette progressivamente sempre più in melodica o da una particolare figurazione s/m e però inizio solo con un solo suono vocale prolungato ciando una tensione ancora più alta... il bambino
alto fin sopra la testa e quindi dopo un attimo di gestuale, possono ripeterla fedelmente. Spesso “Quuuu” mantenendolo in sospensione sulla 5a so- resta inmobile in stato di tensione ed attenzione
sospensione risolvo con il colpo sul tamburo. tale ripetizione meccanica fornisce gratificazione di pra per scendere poi sulla tonica ed iniziare la can- guardando verso di me, sorridendo in attesa di qual-
- Terzo: In un terzo momento sono io a produrre un per sé. Tuttavia in questa situazione il focus atten- zone. Questa proposta viene subito colta dal bambi- che mio segnale di partenza.
vocalizzo glissato ascendente (oooooh). Il bambi- tivo della coppia si è spostato dalla forma della no che manifesta una prima risposta attentiva orien- Uno degli aspetti deficitari nei bambini autistici riguar-
no (in quel momento assorto dall’esplorazione so- sequenza s/m al senso che essa produce. Quello tandosi nuovamente verso il mio viso ed iniziando ad da la presenza del contatto oculare nei confronti degli
litaria degli strumenti) si gira di colpo verso di che viene condiviso e mantenuto dalla coppia accompagnare con dei colpi ritmici sul piatto alla ri- altri. Spesso all’interno di training sulle abilità sociali
me, mi guarda ed accompagna la mia modulazio- infatti è l’intenzione alla base di questa interazio- partenza della canzone. si contemplano attività fi-
ne vocale con il gesto di portare le bacchette ne, ovvero giocare a creare una tensione progres- Mantenendo la posizione Quando cerchiamo di insegnare nalizzate al mantenimento
sopra la testa che io stesso rispecchio fedelmen- siva che trovi il suo apice in un momento di frontale ed il contatto ocu- di tale contatto.
te. All’apice della tensione restiamo entrambi in sospensione per poi venire risolta. lare si sincronizza con il
ad un bambino autistico A prescindere da quali sia-
sospensione con le bacchette in alto, questa volta Tale intenzione viene mantenuta nei momenti finale della canzone la- a guardarci negli occhi dovremmo no i metodi di intervento
per un periodo di tempo più lungo, per poi quasi successivi, trasferita, “giocata” e riconosciuta an- sciando lungo l’ultimo col- chiederci perché dovrebbe impiegati non dovremmo
in maniera coordinata risolvere insieme con un che in situazioni diverse, nella proposta vocale, po di piatto. Giorgio disto- essere interessato a farlo però dimenticare di chie-
colpo sul tamburo percosso all’unisono. Ne deriva nella gestualità. Partendo da un contesto di imita- glie nuovamente l’atten- derci a cosa possa servire
una sensazione di scarica, di gratificazione data zione degli aspetti formali dell’esperienza s/m io zione e ritorna alle sue esplorazioni. Ancora una volta cercare lo sguardo di un’altra persona.
dalla risoluzione della tensione. Il volto del bam- e M. giungiamo all’interno di uno spazio di sinto- propongo la partenze sulla 5a “Quuu”, questa volta Fondamentalmente portando lo sguardo verso il viso
bino è disteso, entrambi accenniamo un sorriso. nizzazione reciproca, evidenziata dalla sincronia più breve, appena accennato, arrestandomi di colpo e gli occhi di un’altra persona possiamo ottenere una
Si individuano tre tipologie di modelli interattivi: nella temporalità, dagli orientamenti reciproci, dal subito dopo. Giorgio coglie ugualmente il richiamo, si visione globale dei suoi indici espressivi, della mimi-
- Modello interattivo Tipo 1: Proposta/risposta. coordinamento nel gioco di tensione-risoluzione orienta ed inizia a sorridere. Si osserva come il sem- ca facciale, e possiamo trarre delle informazioni pre-
Il comportamento della coppia è riconducibile ad attivato attraverso modalità trasmodali che coin- plice “Qu” funzioni da richiamo attentivo del bambi- ziose circa le sue intenzioni, circa i suoi stati d’ani-
uno schema comunicativo di tipo dialogico con- volgono il suono, la vocalità, il gesto e le tensio- no e da segnale preparatorio all’inizio della canzone. mo, possiamo avvicinarci a comprendere i suoi stati
notato da alternanza di turno. ni mimico-posturali. A questo punto avviene un passaggio cruciale: l’og- della mente. Allo stesso modo cerchiamo di facilita-
- Modello interattivo Tipo 2: Rispecchiamento. getto della nostra attenzione si sposta dalla canzone re nel nostro interlocutore la comprensione dei
Il comportamento del bambino e del musicotera- QUESTA È LA “CANZONE DI GIORGIO” al momento di attesa che ne precede l’inizio. Cerco di nostri. Per questo motivo quando cerchiamo di inse-
pista sono analoghi. Vi è un imitazione pressoché ...GIOCARE CON L’ATTESA mantenere Giorgio agganciato a quell’attesa, prolungo gnare ad un bambino autistico a guardarci negli
fedele degli aspetti comportamentali. Giorgio ed io siamo all’interno del cerchio strumen- oltremodo il suono vocale “Quuuuuuuuu” sulla 5a, occhi dovremmo chiederci perché dovrebbe essere
- Modello interattivo Tipo 3: Sintonizzazione. ti. Giorgio è in piedi davanti ad un “ride” (uno dei enfatizzo con il corpo e con il movimento delle spalle interessato a farlo. Quale motivazione potrebbe spin-
Più parametri vengono impiegati in rapporto ana- piatti della batteria), io invece sono seduto a terra una tensione verso l’alto, una tensione preparatoria, gerlo a cercare il nostro viso e con quale finalità?
logico tra loro, spesso attraverso sintonizzazioni con la mia chitarra. Propongo a Giorgio una sempli- ritardando l’inizio della canzone. Nell’interazione sopra descritta Giorgio tenta di car-
transmodali. ce canzoncina usando il suo nome. A questo punto spesso capita che i bambini autistici pire dal mio volto qualche informazione sulle mie
Questi tre momenti emersi dall’osservazione rac- tendano a distogliete l’attenzione, non riuscendo a prossime intenzioni. Ne deriva un momento di forte
chiudono una complessità di processi attivati dalla mantenere al loro interno l’oggetto attentivo, altre sintonizzazione, in cui condividiamo una delle espe-
coppia. Innanzitutto M. è un bambino molto atten- volte invece è la frustrazione di un’attesa, per loro rienze più attivanti dal punto di vista emotivo: la
to a quello che succede nell’ambiente. Osserva gli eccessiva, a dirottarli verso la ricerca di un altro sti- suspense. Seppur emozionante, tale momento non è
strumenti, li esplora e osserva l’adulto, non si per- molo, altri ancora cercano di risolvere l’attesa da soli, affatto semplice. Giorgio ad un certo momento sem-
de un movimento. Si evidenzia una buona capaci- magari iniziando a suonare senza attendere il terapi- bra cedere ed accennare a battere il piede sul pavi-
tà di contatto visivo, spesso orientato verso di me, sta e mostrando difficoltà a posticipare l’impulso. Al mento quasi a voler dare un segnale di “start” giun-
verso il mio viso ed il mio sguardo. “Questa è la canzone canzone di Giorgio, questa è contrario Giorgio non solo accetta questa tensione, ma to al limite della resistenza a questa tensione. Colgo
Inoltre M. ha buone capacità imitative, ma non so- la canzone, canzone di Giorgio”. vi partecipa. Modifica l’espressività del suo volto, spa- la sua proposta e finalmente faccio iniziare la canzo-
lo: si accorge di essere da me imitato ed in diver- Giorgio sembra gradire questa mia proposta, mi guar- lanca gli occhi, alza le spalle, sorride e prepara la bac- ne. Il bambino inizia ad accompagnare sul piatto e
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finalmente può scaricare la tensione accumulata e finale, possono creare quella leggera imprevedibili- attiva, dapprima in modo “strumentale” come sem- zioni degli altri espresse nei tentativi dei bambini di
godersi il momento di gratificazione. tà, quella lieve incertezza nelle nostre aspettative plice produttore di un suono della catena sequenzia- interrompere le azioni intenzionali degli altri attra-
Nell’analisi di questa sequenza interattiva, abbiamo tale da produrre in noi un particolare effetto emoti- le e più avanti come partner dei giochi di esplora- verso scherzi fatti per gioco” (Reddy, 2010).
potuto fare alcune considerazioni. Innanzitutto ana- vo (Ball, 2010). E ancora Reddy “c’è un’apertura, zione di C. Tale interazione ludica improvvisamente si sposta su
lizzando le caratteristiche sonoro-musicali del bam- un’incompiutezza nelle azioni intenzionali che invi- Nella presente seduta propongo a C. un setting un altro piano. C. prende un tuboing e si allontana.
bino notiamo come egli risulti particolarmente per- ta gli altri alla partecipazione. Talvolta questa aper- composto da un tamburone, un djembè, alcuni xilo- Io, allarmato dal suo apparente distacco, nel tenta-
cussivo. Nelle sue pratiche sonore impiega molto il tura o incompiutezza e l’invito a partecipare vengo- foni e maracas e dei tuboing (tubi di plastica colo- tivo di richiamare la sua attenzione, emetto un
tronco, le spalle, le braccia dotando le sue produzio- no veicolati dalla semplice tensione muscolare” rati intonati). C. ad inizio seduta si muove per la suono attraverso il tubo. Il bambino coglie la mia
ni di forte intensità, è uno di quei bambini che “pic- (Reddy, 2010). stanza con lo sguardo rivolto alle luci dei neon. proposta in cui produco una tonica e poi salgo di una
chiano” sui tamburi. Questo tuttavia non gli impedi- Nel lavoro con i bambini autistici sappiamo bene Sembra totalmente assorbito da questo interesse, terza ascendente, la imita e poi rilancia: propone un
sce, in questa interazione, di mantenere una buona quanto le capacità di “leggere le intenzioni altrui”, ignorandomi. Dopo qualche minuto prendo un glissato salendo di una quarta. Riesco a stargli dietro
regolazione, non solo sul suono prodotto (mai fuori “anticiparsi le esperienze” e “posticipare le proprie tuboing e produco un suono vocale all’interno della imitandolo, ma subito dopo lui alza il tiro, prende la
controllo), ma anche rispetto alla capacità di regola- gratificazioni” siano aspetti fortemente problematici. cavità del tubo. C. si gira immediatamente, si avvi- mia nota conclusiva come tonica e sale ancora sulla
re gli stati di attivazione e sollecitazione agli stimoli In questo breve frammento di interazione credo, tut- cina e prende il tuboing, lo esplora visivamente e quarta ascendente. Il turno passa a me.
esterni. Un “ride” percosso con forza produce un tavia, siano presenti tutti questi aspetti. Giorgio legge tattilmente e poi lo riavvicina alla mia bocca invi- Ce la faccio anche questa volta, ma C. decide di
suono molto intenso ad altezza del viso del bambi- e partecipa alle mie intenzioni. Quello che gli per- tandomi a ripetere la produzione vocale. Lo accon- darmi il “colpo di grazia”. Propone un glissato di due
no, un suono riverberante, così come l’effetto visivo mette di regolare la sua attesa e di non frustrarsi è tento e C., molto divertito, inizia un gioco di con- ottave sopra ed a questo punto la cosa per me
prodotto dalle oscillazioni del piatto. Tale situazione proprio il capire le mie intenzioni e saper prevedere trollo e modulazione del suono da me emesso uti- diventa complicata, tanto che solo ricorrendo al fal-
da sola potrebbe bastare a iperstimolarlo facendolo che, prima o poi, la canzoncina la farò cominciare. lizzando vari stratagemmi: allontana all’improvviso setto riesco ad avvicinarmi. Il bambino mi ascolta e
sganciare dall’interazione. Nonostante ciò Giorgio Non solo comprende le mie intenzioni, ma cerca a il tuboing dalla mia bocca (facendo quindi perdere commenta con un “mmmh” esprimendo sorpresa e
resta in contatto ed in relazione. Non sappiamo per sua volta di influenzarle dando prima con un cenno intensità al suono), chiude con la mano l’imbocca- soddisfazione. Anche in questa situazione si è venu-
quale motivo tale canzone sia a lui gradita, ma di del capo, poi con un colpo di piede, un segnale di tura del tubo bloccando il suono, avvicina l’imboc- ta a creare una condivisione intorno al medesimo
sicuro c’è qualcosa di piacevole ed interessante nella “via” sollecitandomi ad iniziare. All’interno di tale catura del tubo all’orecchio divertendosi con il forte focus attentivo.
mia proposta, mi osserva e mi ascolta fino alla fine. situazione, attenzioni, intenzioni ed emozioni si com- suono giunto alle sue orecchie e con la fuoriuscita Il tema di questa interazione è la “sfida”. Il com-
Un’ulteriore considerazione riguarda la sua capacità penetrano vicendevolmente. La condivisione della d’aria che solletica il suo orecchio. portamento del bambino sembra comunicare: “ve-
di sincronizzare l’inizio e la fine della sua produzio- situazione di suspense ed attesa rientrano in quelli Il tema del nostro gioco condiviso consiste nel con- diamo fino a che punto riesci ad imitarmi” oppure:
ne musicale con la mia, ed una certa capacità di che Stern definisce “affetti vitali”. trollare l’emissione vocale attraverso il tubo, ma non “toh, imita questa se ci riesci”. È fondamental-
mantenere la pulsazione del brano accompagnando solo: è un gioco di attesa del suono, delle sensazio- mente un gioco, con delle regole create e condivi-
con il piatto. Tutto questo mostra la presenza di UNA SFIDA CONDIVISA (SEDUTA CON C.) ni prodotte dal soffio sulle mani e sulle orecchie. La se implicitamente dalla coppia. Il bambino propone
buone capacità di cogliere la struttura musicale. La seduta in questione avviene dopo due anni di ricerca di sensazioni gratificanti da parte del bambi- e poi attende, mi gira intorno, ma senza perdere
Tuttavia, a mio avviso, l’aspetto veramente impor- trattamento. C. è un bambino di 9 anni, molto sve- no trova in me una risposta non immediata ed esat- nemmeno un movimento di ciò che faccio.
tante dell’interazione che ho descritto risiede in glio e curioso. Fin dal nostro primo incontro ha mo- tamente prevedibile bensì modulata nei tempi, Assistiamo ad un percorso che da un’interazione
quegli istanti di pausa e silenzio tra la fine della strato un grande entusiasmo per il contesto sonoro- nelle intensità e nella forma del comportamento, faccia a faccia ravvicinata, dove la componente
canzone e la ripartenza della stessa. La pausa ed il musicale ed ottime abilità ritmico-melodiche. C. è creando quello “scarto” tra le aspettative del bam- senso-percettiva e corporea era il centro dell’atten-
suo estenuante protrarsi. È qui infatti che Giorgio specializzato nelle sequenze sonore. Ama particolar- bino e le mie risposte che conferisce alla nostra atti- zione congiunta, perviene ad una dimensione mag-
non solo coglie le mie intenzioni, ma gioca con mente produrre il suono di uno strumento dopo l’al- vità una “vita” relazionale. Il bambino mantiene la giormente simbolica la cui specificità risiede nella
esse. Ancora una volta è un gioco di attesa. È il pia- tro per poi aggiungerne di nuovi complicando sem- posizione frontale ed alterna lo sguardo tra me ed condivisione delle intenzioni sottese al gioco in
cere di saper prevedere l’inizio di un evento, unito pre di più la sequenza. Si cimenta in questi giochi di il tubo, cerca di anticipare, favorire o ostacolare le corso, che coinvolgono la coppia in una vera e pro-
alla sofferenza ed all’incertezza dell’attesa. “So che abilità con grande soddisfazione, mostrando nel mie proposte e le mie intenzioni a suo piacimento, pria sfida sulle abilità vocali.
arriverà, ma non so quando...”. Ball descrive bene corso di questa attività un progressivo incremento mentre dall’altro lato del tubo io modifico, anticipo Questa prima interazione ci mostra un passaggio da
questo processo, consistente nella tensione verso dell’arousal ed esprimendo questo stato di attivazio- o ritardo la vocalizzazione nel tubo, ne incremento un’attenzione diretta agli stimoli dell’ambiente circo-
qualcosa che sta per succedere senza sapere esat- ne attraverso forti risate. o decremento le intensità modulandomi in intera- stante ad una situazione condivisa, prima attraverso
tamente quando. Alcune soluzioni musicali, come ad Da qualche tempo, tali giochi, inizialmente solitari, zione con il bambino. Vi sono alcune “azioni infan- l’oggetto e poi attraverso il suono, per divenire un
esempio i rallentando in occasione della cadenza hanno iniziato a contemplare la mia partecipazione tili che giocano un ruolo cruciale rispetto alle inten- gioco relazionale dove le dimensioni dell’ascolto e
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dell’attesa assumono un profondo valore relaziona- ci comandi vocali. Non vi sono elementi specifici dia- compartecipare con P. ai momenti di tensione, in con- zo attivo. P. infatti inizia progressivamente ad amplia-
le. Dal punto di vista intersoggettivo sono presenti gnostici e anamnestici che possano far pensare ad divisione con il suo progetto. re il suo campo attentivo dapprima includendo e do-
aspetti come l’alternanza del turno e l’attenzione un deficit uditivo. La ricerca degli strumenti musicali Inserisco nel setting un grosso pallone di psicomotri- po ricercando il suono dell’armonica ed i movimenti
condivisa, ma la forza di questo momento risiede avviene da parte del bambino con un unico scopo: cità su cui il bambino può salire solo con l’aiuto del- ad esso associati ed infine cercando me e, seppur
nella condivisione delle intenzioni sottese al gioco quello di utilizzarli come oggetti su cui arrampicarsi, l’adulto (a causa delle dimensioni) ed un’armonica a fugacemente, il mio sguardo. All’interno del campo di
in corso che coinvolgono la coppia in una vera e mettersi in piedi o seduto per poi lasciarsi scivolare bocca (che mi permette di suonare avendo le mani attenzione del bambino viene, piano piano, incluso il
propria sfida sulle abilità vocali. o cadere sul tappeto. Questa attività porta P. ad inge- libere per tenere il bambino sul pallone). Il primo suono e quindi il musicoterapista. Questo passaggio
niarsi nello spostare oggetti, cuscini e strumenti tra- obiettivo è creare una cornice riconoscibile alla sua ci permette di giungere ad una situazione di atten-
SUONO E GIOCO SENSO-MOTORIO sformandoli in superfici sulle quali salire per poi attività. P. resta con il mio aiuto sdraiato e/o seduto zione congiunta dove terapista e bambino si incontra-
(SEDUTA CON P.) sperimentarsi in giochi di equilibrio lasciandosi an- sul pallone. Gli piace farsi dondolare e quando intra- no nel gioco di modulazione della tensione creata dal-
La dimensione corporea, fatta di sensazioni, proprio- dare infine alla caduta. Nell’osservazione di tale attivi- vede il rischio di cadere manifesta la sua emozione l’insieme di movimento del pallone, tensione musco-
cezioni e di movimento è sempre presente ed è alla tà si evidenziano alcuni aspetti: ridendo e vocalizzando. Il suono dell’armonica inizia lare delle braccia del terapista e del bambino che si
base dell’esperienza sonoro-musicale. Tuttavia nel la- 1. Il bambino è assorbito interamente da un unico ad accompagnare il movimento del pallone avanti e tengono per mano e dai suoni dell’armonica che ac-
voro con i bambini autistici questa dimensione assu- progetto: un’attività pianificata e finalizzata alla indietro. Sottolineo attraverso i suoni aspirati ed un compagnano le tensioni e risoluzioni. Siamo all’inter-
me un ruolo spesso determinante. Alcuni bambini ricerca della gratificazione derivante dalla perdita contatto più tonico sulla schiena del bambino i mo- no di un’interazione sotto forma di gioco faccia a fac-
non sembrano inizialmente essere interessati agli di equilibrio e conseguente caduta a terra. menti di sospensione in equilibrio precario ed attra- cia, “in cui prevalgono mutui processi di regolazione,
strumenti presenti nel setting e nemmeno i loro 2. Il bambino persegue questa attività in completa verso i suoni espirati ed il rilascio della presa le cadu- di attenzione e di scambi comunicativi, sostenuti
suoni sembrano attrarli particolarmente. Spesso tro- autonomia, senza rivolgere attenzione alcuna all’a- te repentine o le mordibe scivolate. “La musica coin- dalla reciproca organizzazione tonico-posturale”
viamo bambini che si muovono nella stanza in cerca dulto o limitandosi ad utilizzarlo come una qualun- volge il coordinamento centrale del movimento cor- (Gison, Bonifacio, Minghelli, 2012).
di esperienze stimolanti da un punto di vista corpo- que superficie d’appoggio in maniera strumentale. poreo imitando le sue dinamiche” (Trevarthen, 2002). Attenzione e intenzione congiunta si sovrappongono in
reo, tattile e cinestesico. Corrono da una parte all’al- 3. Gli elementi presenti all’interno del setting ven- La ricchezza espressiva del suono dell’armonica mi un divenire dinamico, dove la situazione fortemente
tra senza un’evidente meta, si arrampicano su una gono deprivati della loro funzionalità specifica ed permette non solo di sostenere e raccontare i movi- motivante induce P. a mettersi in ascolto, a cercare con
sedia e si lasciano cadere a terra oppure si dedicano ingaggiati al servizio dell’unica attività di interes- menti e le gesta della corporeità, ma di sintonizzarmi lo sguardo e con il corpo, tentando di anticipare la
a condotte di autostimolazione quali dondolare o se per il bambino, lo stesso vale per l’adulto. in maniera transmodale con i comportamenti del situazione attraverso le modulazioni toniche.
girare su stessi. 4. Qualunque proposta alternativa al suo interesse bambino. Secondo Stern la relazione che viene a “Nell’anticipare l’azione prima che questa sia conclu-
P. ha 4 anni. Si presenta come un bimbetto dalla fac- non sembra essere interessante per il bambino, crearsi tra madre e bambino è basata su trasferimen- sa, il bimbo è in grado di rilevare che l’azione dell’a-
cia simpatica e sorridente. Inizialmente fatica un po’ che dà l’impressione di non avere spazio né per ti sinestesici tra modalità sensoriali differenti (Stern, dulto è diretta verso di lui e di riconoscere la forma
a separarsi dalla mamma, pertanto nel corso dei cogliere altre situazioni né per contemplare la 1987). Questo avverrebbe, per esempio, quando un che questa andrà ad assumere” (Reddy, 2010).
primi incontri permetto a quest’ultima di restare con presenza dell’adulto all’interno del suo gioco. comportamento motorio del bambino viene restituito “Questo ambito di gioco senso-motorio coinvolge
noi all’interno della stanza. Dopo qualche seduta, P. porta all’interno della stanza un interesse molto dalla madre con un suono vocale. Le due modalità prevalentemente il corpo ed il movimento. Questo
seppur con un po’ di dispiacere riesce a lasciare la preciso. La sua personale ricerca è finalizzata a crea- motoria-posturale e vocale, pur essendo differenti, livello ludico sostiene i processi rappresentativi e sim-
mamma sulla soglia della porta e ad entrare solo con re situazioni in cui l’ebrezza del salire in alto e la con- possono pertanto richiamare, all’intero del processo di bolici, attraverso la progressiva maturazione di rap-
me nella stanza di musicoterapia. Il setting strumen- trapposizione tra il mantenere ed il perdere l’equili- sintonizzazione, gli stessi temi affettivi promuovendo- presentazioni mentali a partire dalle azioni” (Gison,
tale è costituito da strumenti musicali quali: piccole brio trova gratificazione e scarica nella successiva ne la condivisione profonda. Bonifacio, Minghelli, 2012).
percussioni, chitarra, maracas, xilofono, un tamburo- caduta a terra. L’aspetto centrale di tale esperienza I bambini autistici spesso sembrano percepire la mu-
ne e un djembè, disposti a semicerchio sul tappeto. senso-motoria risiede nel circolo continuo di passag- sica del terapeuta come qualcosa che ha a che fare CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE
Quello che mi colpisce e nello stesso tempo mi gi tra la tensione dell’equilibrio precario e la disten- con loro. Spesso li incoraggia a partecipare o anche SULL’INTERVENTO
mette in difficoltà è l’apparente disinteresse del sione immediatamente successiva alla caduta. ad iniziare l’interazione con il terapeuta. Ciò accade Un aspetto importante del trattamento con il bam-
bambino per il setting musicale. Non cerca di pro- Il bambino ricerca tale stimolazione in continuazione, perché partendo dal materiale del bambino stesso bino autistico riguarda la calibrazione dell’interven-
durre il suono di nessuno strumento, non mostra cade, si rialza e ricomincia. Il primo problema da ri- vengono creati all’interno dell’improvvisazione musi- to sul suo livello di sviluppo e sulle sue modalità
particolare interesse per i suoni da me prodotti e solvere è come costruire all’interno di tale gioco di cale dei modelli prevedibili (Robarts, 1998). senso-percettive, motorie e cognitive prevalenti.
quasi mai si volta verso la fonte sonora. Tuttavia egli stimolazione solitaria un possibile contesto condiviso Nella seduta con P. abbiamo assistito al passaggio Abbiamo visto come l’estrema variabilità della feno-
si è mostrato più volte in grado di reagire e rispon- tra musicoterapista e bambino. Tento pertanto di in- graduale dal primo riconoscimento della cornice so- menologia autistica ci imponga una riflessione sog-
dere alla voce dell’adulto e di comprendere sempli- serirmi all’interno del gioco di equilibrio cercando di nora da parte del bambino ad un suo ruolo ed utiliz- gettiva analizzando situazione per situazione.
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scoperta della mente, Raffaello Cortina editore, Milano, language and skills of culture, in “Acquiring Culture:
2010. Ethnographic Perspectives on Cognitive Development”, MUSICALITÁ E MUSICOTERAPIA rogarsi sulla fruizione sonoro-musicale dell’uomo co-
■ Riva Crugnola C. (a cura di) ed. G. Jahoda and I.M. Lewis, pp. 37-90, Croom Helm, Teorie e prassi per la formazione mune o del quotidiano in musica sono le priorità tanto
Lo sviluppo affettivo del bambino tra psicoanalisi e psi- London, 1988. a cura di Pier Luigi Postacchini del professionista quanto dell’allievo.
cologia evolutiva, Raffaello Cortina editore, Milano, 1993. ■ Trevarthen C. CARROCCI EDITORE, 2015, ROMA Interessante il modo in cui Andrea Ricciotti, nel capito-
■ Robarts J.Z. Musicality and the Intrinsic Motive Pulse :Evidence from lo “neurofisiologia e psicologia della relazione uomo-
Music therapy for children with autism, in Trevarthen K., human psychobiology and infant communication, in Il testo è costituito da una raccol- suono”, tratta argomenti ormai cari al musicoterapista
Aitken D., Papoudi J. Robarts, “Children with Autism: “Rhythms, musical narrative, and the origins of human- ta di saggi di diversi studiosi, in formazione ma troppo spesso caricati di una valen-
Diagnosis and Interventions to Meet TheirNeeds”, Second communication”, Musicae Scientiae, Special Issue, 1999- Maurizio Spaccazzocchi, Andrea Ricciotti, Antonella za esclusivamente teorica svincolata dal contesto pra-
Edition, Jessica Kingsley, London, 1998. 2000, European Society for the Cognitive Sciences of Music, Guzzoni, Anna Maria Gheltrito e Ferdinando Suvini tico operativo della specificità musicoterapica.
Liège, 1999. che, dalla propria prospettiva teorico-esperienziale, Prendiamo in esame il fonosimbolismo ecoico/onoma-
■Siegel D.J.
colgono il nucleo intorno a cui ruota l’intera lettu- topeico che rinvia ad un utilizzo e alla riproduzione di
La mente relazionale. Neurobiologia dell’esperienza in- ■ Trevarthen C. ra: quali devono essere le competenze del profes- altri suoni come quelli naturali o meccanici; chi opera nel
terpersonale, trad. it., Raffaello Cortina Edit., Milano, 2001. Le emozioni intuitive: l'evoluzione del loro ruolo sionista della musicoterapia così definito attual- campo deve sapere che una semplice canzone come
■Società Italiana di Neuropsichiatria nella comunicazione tra madre e bambino, in mente alla luce della legge UNI-2013 e quali devo- “Azzurro”, di Paolo Conte, può divenire l’occasione per
dell’Infanzia e dell’Adolescenza Ammaniti M., Dazzi N., (a cura di), “Affetti, natura e no essere gli strumenti operativi di cui si fa carico far partire in uno spazio immaginario il suono poten-
Linee Guida per l’Autismo, raccomandazioni tecniche sviluppo delle relazioni interpersonali”, Laterza, Ro- in ogni seduta? zialmente infantile, regressivo ed evocativo di “un aero-
operative per i servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia ma-Bari, 1990. Il tema, sebbene trattato più volte, ha lasciato molti plano che va”. Un’espressione sonora può portare da una
e dell’Adolescenza, (SINPIA), 2005. ■ Trevarthen C. punti di sospensione e questioni aperte data la posi- percezione a un’altra e, nel processo musicoterapico, in
■ Stern D.N. Empatia e biologia, Raffaello Cortina Edit., Milano, zione multidisciplinare della musicoterapia e la neces- un attimo da un semplice gioco onomatopeico ti cata-
(1985), Il mondo interpersonale del bambino, Bollati 1998. sità di trovare una sua specificità sonoro-musicale. pulti in un “simbolismo fisiognomico” dove “una certa
Boringhieri, Torino, 1987. ■ Trevarthen C. Con pazienza, metodicità e sinergia, data le collabo- organizzazione sonora”... può evocare stati d’animo co-
■ Stern D.N. Origins of musical identity: evidence from infancy for musi- razioni di cui si avvale il libro, Postacchini è riuscito me gioia o dolore, serenità o rabbia e così via.
La costellazione materna, il trattamento psicoterapeu- cal social awareness, in MacDonald R., Hargreaves David a fare ordine e, alla luce di una prospettiva antro- Una delle cose più complicate in musicoterapia è
tico della coppia madre-bambino, Bollati Boringhieri, J., D.J. and Dorothy Miell D. (Eds.) “Musical Identities”, pologica, ha offerto delle risposte chiare e precise. descrivere il contesto espressivo sonoro-musicale nel
Torino, 1995. Oxford University Press, Oxford, 2002. La musicoterapia è una disciplina a sé stante e l’opera- quale si dipana quel processo intersoggettivo che vede
tore che si serve dei suoi strumenti necessita di una di fronte musicoterapista e paziente in ogni seduta.
■Stern D.N. ■ Trevarthen C.
preparazione complessa e inusuale. Ferdinando Suvini dedica al problema un intero capito-
Le forme vitali, Raffaello Cortina editore, Milano, 2010. Autism, sympathy of motives and music therapy, Presses
I percorsi formativi intrapresi dal musicoterapista sono lo nel quale, in un’analisi esaustiva e dettagliata, pre-
■Tiergerman E., Primavera L. Universitaires de France 1, Vol. 54, 2002.
particolari e talvolta inesplorati, pertanto la flessibili- senta una metodologia di lavoro in grado di proporre
Imitating the autistic child: Facilitating communicative ■ Xaiz C., Micheli E. tà, la voglia di ricerca e la sete di conoscenza sono fat- tre punti precisi e ben delineati: una linea teorica, una
gaze behaviour, Journal of Autism and Developmental Gioco e interazione sociale nell'autismo. Cento idee tori determinanti per la crescita professionale di que- descrizione del lavoro protocollato (sia verbalmente
Disorders, 14, 27-38, 1984. per favorire lo sviluppo dell'intersoggettività, Erickson, sta figura così specializzata. che musicalmente attraverso la partitura) e infine una
■Trevarthen C. Gardolo (TN), 2001. Spaccazzocchi, nel primo saggio proposto all’interno verifica finale frutto di valutazioni interpretative del
Communication and cooperation in early infancy: A ■ Yoo G.E. della raccolta, afferma come la formazione in musico- materiale sonoro e musicale di riferimento.
description of primary intersubjectivity, in Bullowa M. The effect of musical attention cues on the frequen- terapia non possa esaurirsi semplicisticamente nei Credo che questo studio, con cui si conclude il libro,
(Ed.), Before Speech, pp. 227-270, Cambridge University cy and accuracy of joint attention behaviors of chil- “paradigmi della musica colta/o del musicista profes- riassuma lo sforzo di tutti gli esperti che hanno col-
Press, Cambridge, 1979. dren with autism (Master’s thesis), Available from sionista” perché la competenza musicale del profes- laborato all’antologia per descrivere come nei prossi-
■Trevarthen C. ProQuest Dissertations and Theses database, (UMI n. sionista della musicoterapia dovrebbe fondarsi su una mi anni la musicoterapia potrà consolidarsi grazie alla
Universal cooperative motives: How infants begin to know 1477240), 2010. base antropologica che prenda in esame “l’essere qualità dei suoi strumenti teorico-metodologici e
umano nei suoni e nella musica”. Focalizzarsi e inter- all’oggettività dei suoi risultati.
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Gli articoli pubblicati dal 1992 al 1998 sono ora raccolti in “Musica & Terapia, Quaderni italiani di Musicoterapia”
edizioni Cosmopolis, Corso Peschiera 320, 10139 Torino - www.edizionicosmopolis.it
articoli pubblicati Sul nostro sito www.musicaterapia.it sono disponibili i pdf consultabili e scaricabili, dall’anno 2000 al 2010.
Dei numeri successivi è possibile visualizzare il sommario.
Volume VII, Numero 1, Gennaio 1999 so la musicoterapia (M.M. Coppa, F. Santoni, C.M. Vigo) • pico di bambini con Disturbo Generalizzato dello Sviluppo una esperienza di musicoterapia di gruppo nel centro diur-
Volume VII, Numero 2, Luglio 1999 L’evoluzione musicale in Musicoterapia (B. Foti, I. Ordiner, (DGS) (A. Guzzoni) • L’esportabilità spazio-temporale del no psichiatrico di Oderzo (TV) (R. Bolelli) • L’inter-vento
anno 2000 (gennaio n. 1 / luglio n. 2) E. D’Agostini, D. Bertoni) • L’intervento musicoterapico cambiamento nella pratica musicoterapica: una pre-ricer- integrato tra logopedista e musicoterapista nei bambini
anno 2001 (gennaio n. 3 / luglio n. 4) nelle fasi di recupero dopo il coma (R. Meschini) ca (M. Placidi) • L’ascolto come luogo d’incontro: un trat- con impianto cocleare (A.M. Beccafichi, G. Giambenedetti)
Indici completi degli articoli in: www.musicaterapia.it Numero 8, Luglio 2003 tamento di musicoterapia recettiva (G. Del Puente, G. Numero 16, Luglio 2007
Gli Istituti Superiori di Studi Musicali e la formazione in Manarolo, S. Venuti) • Armonie e disarmonie nel disagio Legato/staccato: la problematica della creazione e della
Numero 5, Gennaio 2002 Musicoterapia... paradigma e curriculum musicale... (M. motorio: una rassegna di esperienze (B. Foti) morte nella musica occidentale del XX° secolo (Michel
Riabilitazione Psicosociale e Musicoterapia aspetti intro- Spaccazocchi) • Dialogo riabilitativo fra la Musicoterapia e Numero 12, Luglio 2005 Imberty) • Memorie di gruppo e musicoterapia (Egidio
duttivi (L. Croce) • Evoluzione del concetto di riabilita- l’età evolutiva (P.L. Postacchini, A. Ricciotti) • Musicote- La supervisione in Musicoterapia (P.L. Postacchini) • Le Freddi, Antonella Guzzoni) • Giocando con i suoni: un
zione in Musicoterapia (P.L. Postacchini) • Prospettive rapia e riabilitazione in età evolutiva (R. Burchi, M.E. competenze musicali in ambito musicoterapico: una pro- intervento sul bullismo (E. Prete, A.L. Palermiti, M.G.
terapeutiche nell’infanzia: “Dalla disarmonia evolutiva D’Ulisse) • Musicoterapia e psicomotricità: un’integrazio- posta (F. Demaestri) • L’armonia del sé: aspetti musicali Bartolo, A. Costabile, R. Marcone) • Esserci, Esprimersi,
alla neuropsicopatologia (G. Boccardi) • Musicoterapia e ne possibile (R. Meschini, P. Tombari) • L’intervento di dello sviluppo del sé (C. Tamagnone) • Interventi musi- Interagire tra adolescenti attraverso la musica e gli altri
ritardo mentale (F. Demaestri, G. Manarolo, M. Picozzi, F. musicoterapia nella psicosi (R. Messaglia) • Terapia sono- coterapici con bambini gravemente ipotonici (W. Fasser, linguaggi (Francesca Prestia) • Musicoterapia e demenza:
Puerari, A. Raglio) • Indicazioni al trattamento e criteri di ro-musicale nei pazienti in coma: esemplificazione tra- G. V. Ruoso) • Emozioni e musica: percorsi di musicote- un caso clinico (M. Gianotti, A. Raglio) • Musicoterapia
inclusione (M. Picozzi) • L’assesment in Musicoterapia, il mite un caso clinico (G. Scarso, A. Ezzu) • Musicoterapia rapia contro la dispersione scolastica (M. Santonocito, P. nelle strutture intermedie: un’esperienza in una comunità
bilancio psicomusicale e il possibile intervento (G. preventiva e profilassi della gravidanza e del puerperio Parentela) • “Il Serpente Arcobaleno” esperienze di di riabilitazione (F. Inzerillo) • Le tecniche musicoterapiche
Manarolo, F. Demaestri) • L’assessment in musicoterapia, (F. Pasini, A. Auditore) • Musicoterapia e disturbi comuni- musico-arte-terapia e tossicodipendenza (F. Prestia) (G. Manarolo)
osservazione, relazione e il possibile intervento (F. cativo-relazionali in età evolutiva (F. Demaestri) Numero 13, Gennaio 2006 Numero 17, Gennaio 2008
Puerari, A. Raglio) • Tipologie di comportamento sono- Numero 9, Gennaio 2004 La Psicologia della musica: il punto, le prospettive (G. La musicoterapia nel contesto delle neuroscienze (P.
ro/musicale in soggetti affetti da ritardo mentale (A.M. Psicologia della musica e adolescenza (O. Oasi) • Forme Nuti) • John Cage: caso vs. improvvisazione (C. Lugo) • Postacchini) • La voce delle emozioni: l’espressività voca-
Barbagallo, C. Bonanomi) • La musicoterapia per bam- musicali e vita mentale in adolescenza (A. Ricciotti) • La composizione in musicoterapia (A.M. Gheltrito) • Mu- le tra svelamento e inganno (G. Manarolo) • Associa-
bini con difficoltà emotive (C.S. Lutz Hochreutener) Musica e Adolescenza (G. Manarolo, M. Peddis) • Un sicoterapia preventiva in ambito scolastico: un program- zione Cantascuola: un percorso espressivo musicale scuo-
Numero 6, Luglio 2002 intervento di Musicoterapia con un gruppo di adolescen- ma sperimentale per lo sviluppo dell’empatia (E. la-sanità-scuola (G. Guiot) • Musicoterapia e prevenzione
Relazione, disagio, musica (M. Spaccazocchi) • Musicoterapia ti (L. Metelli, A. Raglio) • L’approccio musicoterapico in D’Agostino, I. Ordiner, G. Matricardi) • Musicoterapia e in pediatria oncologica (M. Macorigh) • La stimolazione
a scuola (M. Borghesi, E. Strobino) • Musicoterapia e inte- ambito istituzionale: il trattamento dei disturbi neuropsi- Riabilitazione: una esperienza gruppale integrata (Flora sonoro-musicale alla casa dei risvegli Luca de Nigris di
grazione scolastica (E. Albanesi) • Un intervento chici dell’adolescenza (F. Demaestri) • Dal rumore al Inzerillo) • Dal Caos all’armonia (R. Messaglia) Bologna (R. Bolelli) • Gruppi di musicoterapia presso il
Musicoterapico in ambito scolastico (S. Melchiorri) • suono, dalla confusione all’integrazione (R. Busolini, A. Numero 14, Luglio 2006 servizio territoriale di neuropsichiatria dell’infanzia e della
L’animazione musicale (M. Sarcinella) • L’educazione musi- Grusovin, M. Paci, F. Amione, G. Marin) Il cervello nell’esecuzione e nell’ascolto della Musica (M. adolescenza (L. Gamba) • Attività di musicoterapia nella
cale come momento di integrazione (S. Minella) • L’im- Numero 10, Luglio 2004 Biasutti) • Interazione, relazione e storia: ragionamenti di riabilitazione psichiatrica (L. Gamba, A. Mainardi, E. Agrimi)
provvisazione vocale in musicoterapia (A. Grusovin) • Espressione dello spazio e del tempo in musicoterapia: musicoterapia e supervisione (F. Albano) • Il suono e la Numero 18, Luglio 2008
L’approccio musicoterapico nel trattamento del ritardo men- sintonizzazioni ed empatia (P.L. Postacchini) • Intratteni- mente: un’esperienza di conduzione di gruppo in psichia- Musica e terapia: alcune riflessioni storiche (S.A.E. Leoni) •
tale grave: aspetti teorici e presentazione di un’esperienza mento, educazione, preghiera, cura... Quante funzioni può tria (G. D’Erba, R. Quinzi) • La condivisione degli stati della Musicoterapia e riabilitazione cognitiva nella schizofrenia:
(Karin Selva) • Musicoterapista e/o Musicoterapeuta? (M. svolgere il linguaggio musicale? (L. Quattrini) • Musicote- mente: una possibile lettura dell’interazione musicotera- uno studio controllato (E. Ceccato, P.A. Caneva, D.
Borghesi, A. Raglio, F. Suvini) rapia in fase preoperatoria (G. Canepa) • L’improvvisazione pica nella grave disabilità (S. Borlengo, G. Manarolo, G. Lamonaca) • Suonare e cantare, tra quotidianità e arte,
Numero 7, Gennaio 2003 sonoro-musicale come esperienza formativa di gruppo (A. Marconcini, L. Tamagnone) • Un’esperienza di musicotera- dalla semiologia alla musicoterapia (R. Bolelli) • Quale
La percezione sonoro/musicale (G. Del Puente, F. Fiscella, Raglio, M. Santonocito) • Musicoterapia e anziani (A. Vara- pia presso l’Hospice della azienda istituti ospitalieri di musicoterapia nella scuola primaria? (C. Massola, A.
S. Valente) • L’ascolto Musicale (G. Manarolo) • La com- gnolo, R. Melis, S. Di Pierro) Cremona (L. Gamba) • La musica come strategia terapeu- Capelli, K. Selva, F. Bottone, F. Demaestri) • A Volte i pesci
posizione musicale a significato universale. Conside- Numero 11, Gennaio 2005 tica nel trattamento delle demenze (A. Raglio) cantano... Musicoterapia e sordità: un esperienza di lavo-
razioni cliniche (G. Scarso, A. Ezzu) • Validità del training Aspetti timbrici in musica e in Musicoterapia (P. Ciampi) • Numero 15, Gennaio 2007 ro con bambini “diversamente” udenti (F. La Placa) •
musicoterapico in pazienti in stato vegetativo persisten- Il problema del “significato” in musicoterapia. Alcune Implicazioni per l’educazione e la riabilitazione della ricer- Alice: percorso sonoro tra improvvisazione e composizione
te: studio su tre casi clinici (C. Laurentaci, G. Megna) • riflessioni critiche sullo statuto epistemologico della disci- ca psicologica sull’improvvisazione musicale (M. Biasutti) • (D. Bruna) • Musicoterapia per operatori sanitari (G. D’Erba,
L’approccio musicoterapico con un bambino affetto da plina, sulle opzioni presenti nel panorama attuale e sui Le componenti cerebrali dell’amusia (L.F. Bertolli) • R. Quinzi) • Viaggio attraverso la memoria (R. Prencipe)
grave epilessia. Il caso di Leonardo (L. Torre) • Co-creare modelli di formazione proposti (G. Gaggero) • Il signifi- Musicoterapia e stati di coma: un’esperienza diretta, il Numero 19, Gennaio 2009
dinamiche e spazi di relazione e comunicazione attraver- cato dell’espressività vocale nel trattamento musicotera- caso di Marco (C. Ceroni) • Forme aperte, forme chiuse: Psicologia della Musica e Musicoterapia: quale dialogo?
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articoli pubblicati
(R. Caterina) • Neuroscienze e musica (L. Lopez) • “L’abi- e musica (E. Freddi) • La balbuzie e la voce del padre (L. gravidanza (A. Auditore, F. Pasini) • “La voce dei colori” (P. Numero 31, Gennaio 2015
to che fa il monaco”: il processo terapeutico riabilitativo Pigozzi) • La musicoterapia presso la Fondazione Sospiro: Candeletti, M. Gentile, G. Vigliaroni, A. (Mauro) Sarcinella) • La musica fra narratività, espressività e drammaticità (M.
di una suora di clausura in Comunità Psichiatrica (G. evoluzione, sviluppi scientifici e riflessioni (A. Raglio) • La Ritmi sospesi (M. Peddis, P. Franza) • “Quello che non ho” (A. Imberty) • Esternalizzare l’esperienza musicale (M. Spacca-
Cassano, M. Carnovale) • Ambiguità e non ambiguità della canzone come strumento terapeutico (P.L. Postacchini) • Cavalieri) • L’incremento dell’attenzione condivisa attraverso zocchi) • La funzione di induzione senso-motoria della
musica (G. Del Puente, G. Manarolo, S. Guida, F. Pannocchia) • Musicoterapia: processo, descrizione e analisi del com- l’intervento di musicoterapia in soggetti con disturbo dello musica (C. Cano) • Laetitiae comes, medicina dolorum (R.
La costruzione di un intervento clinico integrato: portamento non verbale (A. Pitrelli) • Schizoaffettività e spettro autistico (S. Cainelli, S. de Falco, P. Venuti) Damasio) • Processi interiori e forme musicali: appunti di
Psicofisiologia e Musicoterapia (A.R. Sabbatucci, M. musicoterapia l’esperienza della stabilità (S. Neri) • Un Numero 28, Luglio 2013 viaggio (S.A.E. Leoni) • Suoni non detti... parole non suo-
Consonni) • Musicote-rapia nelle Cure Palliative: l’espe- concerto di storie (S. Cornara) Impromptus sull’improvvisazione: in musica, nel lavoro nate (P. Ciampi) • Un contributo alla validazione italiana
rienza dell’hospice di Cremona (L. Gamba) • Importanza Numero 24, Luglio 2011 analitico (F. Petrella) • Suono e immaginazione: progre- dello Short Test of Musical Preferences Reviseted (STOMP-
della ricerca sperimentale in musicoterapia (M. Biasutti) La ricerca in musicoterapia: dati quantitativi e qualitativi (R. dire attraverso i linguaggi dell’arte (U. Petrin) • L’improv- R) (L. Urgese)
Numero 20, Luglio 2009 Caterina) • La ricerca in musicoterapia: lineamenti, temati- visazione come formatività interpersonale (A. Sbordoni) • Numero 32, Luglio 2015
Il Canto Sociale della Corale Cavallini di Modena (F. Albano, che e prospettive (M. Biasutti) • Musicoterapia e Danza- Improvvisazione: appunti a margine (C. Lugo) • L’improv- Musicoterapia e sintomatologia depressiva (S. Navone) •
P. Curci) • Il metodo STAM nella psicosi: il contributo della terapia nel trattamento dei disturbi dell’equilibrio in pazien- visazione nella didattica: una ricerca sulle concezioni dei Musica “Attiva-Mente” (C. Tamagnone, L. Gisoldi, C. Arizio, I.
ricerca (E. Ceccato, D. Lamonaca, L. Gamba, R. Poli, P.A. ti con sclerosi multipla: studio su due pazienti (C. docenti (M. Biasutti) • Aspetti modali nell’improvvisazio- Corsini) • L’intervento di Musicoterapia secondo il modello
Caneva) • La Composizione Facilitata di Canzoni nella riabili- Laurentaci, M.R. Lisanti, A. Dasco, G. Guida) • Sviluppo di ne musicoterapica (Stefano Navone) • Crediamo ai tuoi Benezon nel coma vegetativo (A. Bianco, B. Mamone, R.
tazione psichiatrica (P.A. Caneva) • L’organiz-zazione tempo- una sequenza sonoro/musicale da impiegare come stru- occhi: costruire l’improvvisazione con un gruppo di ado- Messaglia, O. Perillo, E. Pirlo) • La teoria Sonoro-Vibrazionale
rale in pazienti psichiatrici (G. Giordanella Perilli) • La misu- mento d’indagine nella fase di valutazione musicoterapica lescenti affetti da disagio neuropsichico (F. Demaestri, P. e gli Stati Vegetativi (S. De Laurentis) • Musicoterapia e auti-
razione degli esiti nel trattamento musicoterapico (L. Gamba, (G. Manarolo, S. Piattino, C. Lorenzi, F. Pirillo, G. Del Puente) Filighera, P. Giusto, C. Lo Re) smo (M. Mingione) • Il trattamento musicoterapico singolo
R. Poli) • Anam-nesi di una cover band a proprio (dis)agio (S. Numero 25, Gennaio 2012 Numero 29, Gennaio 2014 e di gruppo nella cura delle demenze (S. Cornara, M.R.
Bolchi, G. D’Erba, R. Quinzi) • Musicoterapia in SPDC (A. Incontro-intervista con Umberto Petrin (F. Demaestri) • Le competenze musicali per accedere alle scuole di for- Gerosa) • Approccio miusicale globale alla persona affetta
Sarcinella) • Quale ricerca in Musicoterapia? (A. Raglio) Musicoterapia e scuola a un bivio: quale direzione? (F. mazione in musicoterapia (M. Spaccazocchi) • Improv- da demenza (S. Filippi)
Numero 21, Gennaio 2010 Bottone, A. Cappelli) • La fragilità emotiva del musicista. visazione in musicoterapia: concatenazioni relazionali ed Numero 33, Gennaio 2016
Musicoterapia. Scientifica o Umana? (P.L. Postacchini, M. Report di un’indagine empirica preliminare (P.L. Righetti, affettive (P. Ciampi) • T.I.M.E.: Training Interactive Musical Emozioni, musica e significato (R. Caterina) • Le ricerche psi-
Spaccazocchi • Apprendimenti musicali e sistema spec- E. Battistella, M. Semenzin) • Dialisi e rilassamento: un’e- Elements una proposta per i D.S.A. (G. Ferrari, A. Nicoletti, copedagogiche sulle sinestesie in musica (M. Biasutti) •
chio (M. Mazzieri, M. Spaccazocchi) • Musicoterapia e sperienza di ascolto in musicoterapia (F. Ricci) • Ripetizione L. Xodo) • Musicoterapia e demenze: l’esperienza presso Effetti sulla terapia farmacologica di un trattamento musico-
casi impossibili: le opportunità create da una certa e variazione: chiave della strutturazione del tempo e delle strutture residenziali e diurne (G. Vizzano) • Suzanne. terapico di gruppo (M. Degli Stefani, M. Biasutti, M.
modalità di ascolto musicale (P. Ciampi, A. Cavalieri) • esperienze emotive (G. De Battistini) • Il musicale in musi- Elaborazione di un lutto in un gruppo di musicoterapia (A. Guadagnini) • Musicoterapia e stati vegetativi: una sindrome
Quando la verità relazionale del vocalico canta intona- coterapia: analisi di un intervento di gruppo (R. Bolelli) Cavalieri, Cooperativa Sociale CrescereInsieme ONLUS) • recente (M. Sarcinella) • La teoria della musicalità intrinseca
ta (R. Gigliotti) • La cultura e la risposta all’ascolto musi- Numero 26, Luglio 2012 Musicoterapia a scuola (A. Malfatti) • Musicoterapia con il nell’intervento musicoterapico con pazienti in stato vegeta-
cale. Le immagini come garanti metapsichici (G. Introduzione al tema: la musicoterapia in oncologia (A. bambino autistico (S. Bolchi) tivo (A. Forloni) • Musica e musicoterapia per l’Alzheimer:
DelPuente, G. Manarolo, S. Guida) Perdichizzi) • Musicoterapia in oncologia: studio quanti- Numero 30, Luglio 2014 un’esperienza personale (P. Reani)
Numero 22, Luglio 2010 qualitativo in ambito ospedaliero (Alberto Malfatti, Relazione, musicalità e canto nella comunicazione sono- Numero 34, Luglio 2016
Interpretazione psicoanalitica e interpretazione musicale. Davide Ferrari, Giovanna Ferrandes) • Musicoterapia in ro/vocale tra mamma e bambino nella primissima infan- il modello DIR e l’intervento sul nucleo sintomatico dell’au-
Osservazioni comparate (F. Petrella) • “Anche oggi ci oncologia un caso clinico (Andrea Perdichizzi) • Efficacia zia (Elena Sartori) • Il canto della voce. La comunicazio- tismo (G. Campatelli) • Il relazionale e la musica: riflessioni
siamo incontrati”. Musica, narrazione, realtà (P. Ciampi) • del trattamento musicoterapico in pazienti con esiti di ne vocale in musicoterapia (A. Grusovin) • Il nucleo al sull’approccio musicoterapico nei disturbi dello spettro autisti-
Riflessioni e possibili orientamenti metodologici per il intervento per neoplasia mammaria (C. Laurentaci, W. centro, al centro del nucleo (S. Cornara, M. Colombo, I. co (A. Guzzoni) • Musicoterapia: un supporto nel trattamen-
trattamento musicoterapico nei disturbi neuropsichici Cifarelli) • Musica per diminuire il distress e per rafforza- Pajoro, I. Santi) • “Il filo sonoro” Musicoterapia preven- to dell’ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) (C.
della adolescenza (F. Demaestri) • La persona al centro re le strategie di coping (G. Antoniotti) • Musicoterapia in tiva in gravidanza e post-nascita (E. Baratelli) • Il per- Benefico) • Musicoterapia e Songwriting: un’esperienza di
dell’ascolto: esperienze di musicoterapia recettiva nel hospice per il malato e i familiari (M. Baroni) turbante musicale quando la voce restituisce il senso trattamento di pazienti adulti con doppia diagnosi (A.
trattamento del paziente psicogeriatrico (M.C. Gerosa, Numero 27, Gennaio 2013 alla parola (E. Freddi) • Valutazione di un progetto di Golembiewski) • Suoni, voci e parole delle persone con
M.A. Puggioni, C. Bonanomi) • L’intervento musicotera- Musicoterapia e disturbi dello spettro autistico: osservazione musicoterapia: il punto di vista del personale docente di demenza. La musicoterapia al “Rifugio Re Carlo Alberto” (G.
pico in ambito psichiatrico (S. Navone) e valutazione dell’attenzione congiunta (A. Guzzoni) • La musi- una scuola elementare (A. Malfatti) • L’intervento di Vizzano) • Aspettative e opinioni di un campione di pazien-
Numero 23, Gennaio 2011 coterapia presso il Centro Paolo VI di Casalnoceto (Al), una musicoterapia nel postparto: il progetto mamme in sol ti psichiatrici ricoverati rispetto a un’esperienza di musicote-
Intervista ad Augusto Romano • Acquisizione linguistica storia lunga trent’anni (F. Demaestri) • Suoni e silenzi della (F. Borgarello) rapia recettiva (G. Palmieri, G. Ferrazzi, L. Pingani)
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sono pregati di inviare il file relativo,
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alla revisione critica del comitato di redazione.
Per la stesura della bibliografia
ci si dovrà attenere ai seguenti esempi:
a) LIBRO
Cordero G.F., Etologia della comunicazione,
Omega edizioni, Torino, 1986.
b) ARTICOLO DI RIVISTA
Cima E., Psicosi secondarie e psicosi reattive
nel ritardo mentale, Abilitazione e Riabilitazione,
II (1), 1993, pp. 51-64.
c) CAPITOLO DI UN LIBRO
Moretti G., Cannao M., Stati psicotici nell’infanzia.
In M. Groppo, E. Confalonieri (a cura di),
L’Autismo in età scolare, Marietti Scuola,
Casale M. (Al), 1990, pp. 18-36.
d) ATTI DI CONVEGNI
Neumayr A., Musica ed humanitas. In A. Willeit
(a cura di), Atti del Convegno: Puer,
Musica et Medicina, Merano, 1991, pp. 197-205.
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