1. V, F, V, F, V, V. 2. a3, b2, c1. 3. immagine dal libro di testo, pag. 32. 4. a. Doriforo, Policleto; b. Discobolo, Mirone; c. Satiro a riposo, Prassitele; d. Laoconte Agesandros, Athenodoros, Polydoros. 5. I koùroi sono evidentemente influenzati dall’arte egizia. Hanno la stessa posizione delle statue egizie: le braccia distese lungo i fianchi, i pugni chiusi e la gamba sinistra che avanza rispetto alla destra. Le spalle sono larghe e squadrate e il volto guarda dritto in avanti. Le statue greche maschili, però, sono sempre nude perché la nudità era una manifestazione di perfezione totale del corpo umano. Altra differenza è data dalla precisione con cui viene definita la muscolatura e le proporzioni tra i vari elementi che nel caso della scultura greca seguono delle regole ben precise, l’acconciatura dei capelli infine rende la scultura più naturale. 7. a. Achille e Aiace; b. giocano a dadi; c. sono chinati in avanti, verso il tavolino cubico, con un gesto perfettamente simmetrico. Le lance che impugnano nella mano sinistra completano la simmetria creando un triangolo.
Prova intermedia classe seconda
1. immagine dal libro di testo, pag. 169. 2. Compianto del Cristo morto; Giotto; 1303-5; Padova, Cappella degli Scrovegni; tecnica dell’affresco; funzione religiosa; alcuni personaggi danno la schiena all’osservatore mentre gli angeli in cielo hanno i volti carichi di disperazione; in questi affreschi Giotto riesce a rendere le figure tridimensionali e ben salde a terra. Inoltre conferisce ai corpi delle posizioni insolitamente libere e delle espressioni molto vivaci. Questa rappresentazione è lontanissima dall’arte medievale, tendenzialmente rigida e inespressiva. C’è dinamismo, c’è profondità (pur non essendoci ancora prospettiva), c’è volume, c’è sentimento. 3. a. Duomo di Milano (6); b. Castel Del Monte (5); c. Pulpito, Nicola Pisano (4); d. Crocifisso di San Domenico, Cimabue (2); e. Annunciazione, Simone Martini e Lippo Memmi (1); f. Il dono del mantello, Giotto (3). 4. a. Il Rinascimento si propone di fare rinascere l’arte classica (da qui il suo nome), con la sua ricerca di bellezza matematica e di razionalità e l’esigenza di riportare l’uomo al centro della cultura; b. È una tecnica per riprodurre sul piano bidimensionale del dipinto la profondità che vede l’occhio umano nel mondo reale. Le immagini sembrano rappresentare spazi sempre più concreti; c. Sono i signori che commissionano agli artisti opere in grado di mostrare il loro prestigio; d. Inventa la stampa; e. È un personaggio famoso e ricercato e dotato di una vasta cultura, anche scientifica; f. Firenze. 5. a. prospettiva; b. trompe l’oeil; c. prospettiva aerea; d. incisione; e. panneggio. 6. Pala di Brera, Piero della Francesca, 1472, Pinacoteca di Brera (Milano), tempera e olio su tavola, Federico da Montefeltro, funzione celebrativa e religiosa. La Madonna con il Bambino è seduta in trono, circondata da santi e angeli. Dietro di lei si apre uno sfondo con una volta a botte in prospettiva, chiusa da una grande conchiglia capovolta. Da questa penzola un grosso uovo di struzzo. Lo stile è rinascimentale per la volta a botte cassettonata, di origine classica, che sovrasta la scena, la prospettiva e il chiaroscuro, che rendono tridimensionali le figure. È tipica di Piero della Francesca invece l’immobilità dei personaggi. L’opera vuole celebrare il committente: il duca di Urbino è raffigurato in primo piano, mentre prega l’uovo, appeso in alto, è presente nello stemma della famiglia Montefeltro. 7. a. Si tratta di una pietà: Maria seduta su una roccia tiene tra le braccia il corpo di Cristo morto. b. Michelangelo ha scelto la composizione piramidale che conferisce equilibrio al gruppo scultoreo in marmo. Le superfici sono lavorate con estrema perfezione tecnica. Le due figure sono molto realistiche per l’anatomia e il panneggio delle vesti. c. Le due figure sono idealizzate perché i personaggi hanno volti sereni e dai tratti giovanili. La composizione offre un senso di armonia e bellezza anche nella rappresentazione di un momento doloroso. 8. a. Filippo Brunelleschi; b. Masaccio; c. Paolo Uccello; d. Andrea Mantegna; e. Sandro Botticelli; f. Leonardo.
Prova intermedia classe terza
1. F, V, F, V, F, V. 2. a. Claude Monet, Lo stagno delle ninfee; b. Édouard Manet, Il bar delle Folies Bergère; c. Pierre-Auguste Renoir, Colazione dei canottieri; d. Edgar Degas, L’assenzio; e. Berthe Morisot, La culla; f. Monet, Impressione, sole nascente; g. Manet, Colazione sull’erba. 3. Soggetto: Gesù Cristo sulla croce circondato da contadini nella campagna bretone. Stile: Lo stile è essenziale: la linea di contorno delimita zone di colore uniforme e le tinte stesse non rispecchiano quelle reali ma hanno un significato simbolico. Il Crocifisso giallo riprende il colore dorato del grano come se si trattasse di un dio della terra e del raccolto. Significato: È un’opera in cui prevale la religiosità e la vita semplice di una società arcaica, dove le donne indossano ancora i costumi tipici. 4. Verso la fine del secolo si sviluppa in tutta Europa l’Art Nouveau, un movimento artistico tipico della Belle Époque, che vuole rinnovare l’arte in ogni sua forma attraverso un linguaggio nuovo, ispirato alle linee morbide delle strutture naturali. L’Art Nouveau assume un nome differente in ciascun Paese: Liberty in Italia, Modern Style nel Regno Unito, Secessione in Austria, Modernismo in Spagna. La Sagrada Familia di Gaudí è la chiesa alla quale l’architetto si dedica per 42 anni e che è ancora in costruzione. Lo slancio verticale delle altissime guglie e delle navate è un evidente riferimento all’architettura gotica, che però Gaudí reinterpreta secondo la sua visione naturalistica. Le cinque navate che compongono la grandissima chiesa sono divise da fusti che si biforcano più volte come rami da un tronco. Più che un’architettura è una foresta pietrificata. Nella pittura prevale la linea curva e la bidimensionalità e uno spiccato gusto per il decorativismo. Tutto questo è visibile nelle opere di Klimt, come per esempio il Ritratto di Adele Bloch-Bauer, in cui si può notare la bidimensionalità dell’immagine a esclusione delle mani e del volto, dipinti con un leggero chiaroscuro. Questa scelta deriva dall’influenza dei mosaici bizantini che Klimt osserva a Ravenna nel 1903. Da quei mosaici riprende la bidimensionalità delle figure e dello spazio e i motivi decorativi.