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MEDIEVALE UNIFI/ DE
MARCHI
Storia dell'arte medievale
Università degli Studi di Firenze
112 pag.
INDICE
MODULO 1 ………………………………………………………………………………………………………………………….….…………PAG 2
1) INQUADRAMENTO STORIOGRAGICO, ARTE MEDIEVALE TRA MIMESI ED ASTRAZIONE…..……………….……….…..PAG 2
2) LA RISCOPERTA DELLA NATURA, LA RESA DELLO SPAZIO E DEGLI AFFETTI………………………………….….….……PAG 5
3) LA FORTUNA DELL’ANTICO………………………………………………………………………………..……………..……….……PAG 6
4) IL RUOLO DELL’ARTISTA NEL MEDIOEVO E LA RAPPRESENTAZIONE DEL POTERE………………………..……………..PAG 9
5) SPAZI ARCHITETTONICI E DECORAZIONE, I PROGRAMMI ICONOGRAFICI, ILLUSIONISMO…………….…….………PAG 14
6) TECNICA E STILE, CONSERVAZIONE E RESTAURO……………………………………………………………….………………PAG 17
7) LA CRISI DEL NATURALISMO CLASSICO TRA TARDO ANTICO E PALEOCRISTIANO………….……….………….……..PAG 21
8) RAVENNA, L’ETA’ DI GIUSTINIANO E LA GENESI DELL’ARTE BIZANTINA……………………………….….…………….PAG 23
9) LE INVASIONI BARBARICHE E L’ARTE DEI LONGOBARDI…………………………………………………..………….………PAG 27
10) LA RINASCENZA O RENOVATIO CAROLINGIA…………………………………..…………………………….…………………PAG 30
11) L’ARTE DELL’ANNO MILLE……………….……………………………………………………………………….…………………...PAG 33
12) ROMANICO EUROPEO, ROMANICO PADANO……….……………………………………………………….…………………....PAG 37
13) IL MERIDIONE E LA SICILIA NORMANNA, SECOLI XI-XII………………………………..……………….……………………..PAG 42
14) VENEZIA TRA I SECOLI XI-XII TRA ORIENTE ED OCCIDENTE…………………………………………………………………..PAG 47
15) ARCHITETTURA, SCULTURA E PITTURA IN TOSCANA IN ETA’ ROMANICA……………………………………………….PAG 51
MODULO 2……………………………………………………………………………………………………………………………………….PAG 55
1) GENESI E SVILUPPO DEL GOTICO EUROPEO NEL DUECENTO……………………………….………………..……..………..PAG 55
2) DA ANTELANI ALLA SCUOLA FEDERICIANA, A NICOLA PISANO…………………………………………….….………….PAG 59
3) L’EREDITA’ DI NICOLA: GIOVANNI PISANO E ARNOLFO DI CAMBIO………………………….……………………………PAG 64
4) LA PITTURA DEL DUECENTO E LA QUESTIONE GRECA………………………………………….….…………….……………PAG 68
5) ARTE E DEVOZIONE: LA CROCE DIPINTA E LA DEPOSITIO CHTISTI…………………………………………………………PAG 71
6) IL RINNOVAMENTO DELLA PITTURA DA CIMABUE A DUCCIO…………...………………………………………………….PAG 72
7) CENTRALITA’ DI ASSISI ED ORIGINE DELLA RIVOLUZIONE GIOTTESCA……………………………………………….…..PAG 76
8) ITINERARI DI GIOTTO E NASCITA DELLE SCUOLE REGIONALI……………………..…………………………………………PAG 82
9) LA PITTURA DI FIRENZE NEL TRECENTO………………………………………………….……………………………………….PAG 86
10) IL RUOLO DI SIENA NEL TRECENTO……………………………………………………..…………….…………………………….PAG 92
11) VENEZIA MUNDUS ALTER……………………………………………………………..………………………………………………PAG 97
12) ARTI NELLE CORTI DEL NORD ITALIA: SCALIGERI, CARRARESI E VISCONTI………………………………………………PAG 98
13) IL GOTICO INTERNAZIONALE IN EUROPA………………………………………………………………………………...……..PAG 102
14) DA GENTILE DA FABRIANO A PISANELLO……………………………………………………………………………………….PAG 107
15) IL GOTICO INTERNAZIONALE IN ITALIA…………………………………………………………………………………………PAG 111
3. LA FORTUNA DELL’ANTICO
Vedute quattrocentesche di Roma. La campagna arriva dentro le mura. Città invasa dalla decadenza
durante il Medioevo, abbiamo un testo, la meravilia urbis con Fazio degli Uberti nel Dittamondo si parla di
una città in decadenza ma che conserva meraviglie. Ci sono descrizioni della forma Urbis e delle sue
meraviglie. Cimabue nella vela con San Marco e l’Italia rappresenta Roma, vediamo il frontone del
Pantheon, il palazzo dei conservatori del Campidoglio, San Giovanni in Laterano, edifici riconoscibili. Nel
‘200 c’è il tema della riconoscibilità. L’assunzione di temi dell’arte pagana classica convertiti nella nuova
esigenza cristiana, iconografia ereditata. Mosaico di San Sosma e Damiano a Roma c’è Cristo che ha la
destra sollevata nel gesto dell’adventus riconoscibile nell’Imperatore Romano, ha una toga senatoria
clavata. L’affresco di 8 secoli più tardi, di Pietro Cavallini, abbiamo la Maiestas Domini di Cristo, c’è lo
stesso gesto della mano destra alzata. Programmatica volontà di riproposizione del mondo antico. A Roma
abbiamo eredità del classicismo. Alla fine del 1200, papa Niccolò III fa costruire la cappella del Sancta
Sanctorum, una cappella personale con colonne in porfido, stile classico, nelle lunette ci sono San Pietro e
Paolo che offrono il modello dello stesso Sancta Sanctorum. Nel corso del ‘200 si sviluppa l’arte delle
decorazioni marmoree come quelle parietali, Opus cosmatesco, o romanum, che ripropone l’antico in
modo innovato, in questo caso con losanghe, triangoli, stelle. A Roma non muore mai il Mosaico, viene
coltivata soprattutto nel periodo bizantino, sulla facciata della basilica di S. Maria Maggiore vediamo un
mosaico bizantineggiante, sempre alla fine del ‘200. Non è un dialogo con l’antico molto aperto.
RINASCENZA (movimenti di riappropriazione dell’antico, visto da lontano) CAROLINGIA
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Distinzione tra Rinascimento e Rinascenza. Recuperare in questo secondo caso delle caratteristiche del
mondo classico. Con Giustiniano inizia il processo, ma l’età Carolingia è quella che realmente mette le basi
alle Rinascenza.
GENESI DI VIENNA
Incontro di Isacco e Rebecca al pozzo. Figura seminuda ricorrente femminile, è immagine acquatica,
notiamo dunque un retaggio classico. Gli Austriaci individuavano in ciò una narrazione molto pregna di
significato ma essenziale. Sembra essere la nascita del fumetto moderno, su più livelli si sviluppa la
narrazione. Ambiguità della roccia che continua su più livelli. La resa degli spazi è frammentaria, empirica.
Le vignette sono smarginate, senza riquadro. Sono al vivo, stagliate direttamente sul fondo della
pergamena, dando elemento di vivacità narrativa. Uno dei più importanti codici è a Rossano Calabro: il
Codex Purpureus. Scritto in greco e oro, il sud Italia è nelle mani dei bizantini. Persistono culture di origine
greche. È un codice quadrotto, tavole sinottiche. 3 sinottici che organizzano in colonne in parallelo le stesse
scene degli apostoli.
Vediamo il Cieco di Gerico, con il Cristo che gli impone la mano negli occhi. Si lava alla fonte e acquista la
vista. Segno che in questo secolo si codificano delle impostazioni alla base dell’arte bizantina che si
permeano nel corso dei secoli, troviamo la scena anche in Duccio. Connessione tra immagine e testo in
maniera didascalica. I codici vengono da un ambito imperiale. Giustiniano venendo a capo dei Goti unifica
l’impero, riconquista in parte l’Italia e rende Ravenna capitale dell’esarcato. È una visione effimera, la
legislazione romana è recuperata e riconsegnata al medioevo. Rimane un mosaico enorme nella sala del
suo palazzo.
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Con Roberto il Guiscardo i Normanni si insediano nell’Italia meridionale, la Sicilia è il luogo più importante,
ma anche la Puglia, in cui primeggia Bari. Diventeranno un’importante compagine alleata alla Chiesa, dalla
basilica di San Nicola a Bari il papa indirà la prima crociata. Dalla Puglia ci saranno diversi influssi proprio
per le crociate. Dall’Italia meridionale infatti c’è stato un grande influsso islamico orientale, a Bari
nel IX secolo ci fu un emirato, ci sono quindi eco orientali.
SAN NICOLA A BARI
San Nicola di Myra in Asia Minore. Le spoglie migrano e verranno portate a Bari. È uno dei santi più popolari
legato alla protezione dei naviganti. Chiesa del Santuario del Santo. Nel 1098 quando fu indotta la prima
crociata; vediamo che ha dei rapporti con il romanico lombardo. È incluso in una struttura quadrata con dei
torrioni che mascherano la struttura interna. Transetto monumentale molto grande, in pianta
l’orientamento si nota verso oriente. Dall’esterno le absidi sono nascoste dalla muratura continua e per
questo si pensava sorgesse sui resti del palazzo del catapano, governatore ma non è così. La facciata ha
delle paraste che continuano alla base con delle colonne, vediamo delle arcate con delle bifore inscritte.
Loggia esterna interrotta da pilastri. In facciata vediamo che non c’è un protiro ma uno pseudo-protiro
schiacciato sul piano e pensile. Sono due tori su delle mensole, le colonne sono appena staccate dal muro,
è più un archivolto aggettante che protiro. Assomiglia al romanico lombardo ma è meno potente, ha valori
decorativi più orientali e tende più sul fondo. Effetto di incorniciatura che pare sospesa. È tipico del
romanico pugliese, questi pseudo portici sono anche riproposti nel finestrone absidale, come se fosse un
portale sospeso. Da vicino vediamo che le decorazioni hanno qualcosa di ibrido con l’influsso bizantino.
Sembra il palazzo del catapano perché è come un edificio ma dietro le bifore e il muro nasconde il transetto
con le absidi. Caratteri dell’intaglio bizantineggiante nel portale absidale. Decorazione più astratta, stilizzata
e modulare. Similmente a Modena vediamo dentro le arcate uno pseudo matroneo, è aperto ma non ha
una galleria, ha delle arcate con trifore. Sotto ci sono archi bardellonati. L’abate Elia propone la
costruzione della basilica di San Nicola. Infondo all’abside c’è ancora la sua cattedra. Le cattedre stavano in
fondo alla tribuna secondo il canone. Cattedra con iscrizioni che rimandano sicuramente all’abate Elia, è
straordinaria, mescola una geometria essenziale, è un pentagono, ha geometrie regolari orientali. Nella
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