Sei sulla pagina 1di 17

I↳

=
&

-i
M
MEDIEVALE
--

men↓
=
== ~

un
Arte medievale—> le sue origini si fissano in modo non schematica, poiché è un processo
tumultuoso che è quello della crisi del tardo impero romano.

—> Arco di Costantino, con l’Egitto di Milano Costantino ufficializza la religione cristiana come
religione di stato, e a lui si attribuisce questo arco trionfale che possiamo già classificare come
opera d’arte medievale perché è assemblata con elementi estratti da edifici precedenti, di età più
antiche. Questa caratteristica di mettere insieme elementi eterogenei accompagna tutta l’arte
medievale e accompagna questo conflitto dialettico con l’eredità del mondo classico—> senso di
inferiorità rispetto al mondo classico, che però è un mondo pagano,e per questo il mondo
medievale si sente superiore su questo.

L’arte medievale parte da un processo disgregativo di diverse origini: invasioni barbariche ad


esempio. Tutto il periodo medievale è attraversato dal rapportarsi al mondo antico in termini doppi:
intimoriti dalla bellezza e naturalezza dell’arte classica, dall’altra i valori permeati di spiritualismo
dell’arte medievale marcano le distanze da ciò.
—> dopo le avanguardie l’arte non è più intesa come rispecchiamento della realtà e quindi tra 800
e 900 vi è una rilettura dell’arte medievale—> a Vienna vi sono degli studiosi che lavorano in musei
che si interessano al tardo antico e al problema della genesi medievale.
Questi elaborano una teoria che si chiama “volontà d’arte” —> linguaggio che dal punto di vista
dell’arte classica ci appare sgrammaticato va interpretato perché esprime altre intenzioni artistiche,
che sono di tipo simbolico ed espressivo.

La costruzione a cui si oppongono gli studiosi di Vienna è la teoria progressista di Giorgio Vasari—>
opera “Le Vite” dove scandisce 3 età e la prima di queste è proprio il 200-300.
Lui parte proprio dall’arco di Costantino, che conosce bene e osserva come i rilievi sono molto
diversi: i quattro tondi o i rilievi dell’attico (fascia superiore) sono dell’età Adrianea, mentre i fregi
rettangolari è dell’età di costantino—> Vasari mette a contrasto l’arte buona classica da quella
dell’età di Costantino che giudica rozza.

—> Arte goffissima contro cui si scaglia vasari: BASE DELL’OBELISCO DI TEODOSIO a
Costantinopoli: Teodosio, imperatore in questi anni (IV sec) sta più a costantinmopoli che a Roma.
• Base di un obelisco sulla spina di un circo, in basso proiettata sul piano c’è la spina del circo e
le quadriglie che ci corrono sopra. Il basamento trasgredisce con illusione un’idea di
prospettiva che invece l’arte classica conosceva perfettamente.
• Grande cubo sulle cui facce compare Teodosio che si affaccia sul palco imperiale in scene
diverse che lo celebrano.
• Orror vacui—> “accettazione della superficie”, ossia idea della figurazione che non si pone
come problema il rappresentare una profondità ma che si rassegna a rimanere sul piano, si
organizza gerarchicamente lo spazio ma senza spazi vuoti: le figure hanno dimensioni diverse
per la loro diversa importanza (imperatore più grande dell’imperatrice…)= significato simbolico
• i personaggi sono tutti allineati paratatticamente in modo frontale—> cambio ideologia di
postura: prima di profilo, sotto Costantino figure frontali—> imperatore divinizzato, figura in
maestate (=frontale), come Quintiliano ci riporta.
• Figure inginocchiate sono i barbari che si sottomettono, con capello frigio e offrono dei doni.

La genesi di Vienna
• Codice miniato delle origini. Questa fase di crisi di impero romano vede anche la nascita di
cose nuove come il libro, prima si usavano i rotoli.
• Questo codice è solo un frammento dell’intera Bibbia, è un codice purpureo, prima meta del
VI sec, codice imperiale e sono pergamene intinte nella porpora= attributo di massima
autorità di un imperatore.
• Codice greco, lettere in oro crisografate—> è stata realizzata nella parte orientale del
mediterraneo, dove si tiene vivo un filo di continuità con lo stesso mestiere dell’arte antica,
ma siamo già lontani dall’arte classica.
• Sono come dei libri illustrati
• Descrizione raffigurazione: arca di Noe, il quale sta sgozzando un animale come rito di
ringraziamento. L’aria si era scagliata contro il monte Ararat, infatti il miniatore la ritrae in
questo modo.
• crea una specie di trampolino assolutamente non naturalistico, poiché vuole narrare il più
possibile, una continua narrazione che nel mondo greco era realizzato dal fregio.
• organizzato due registri separati da un trampolino.
• C’è una luce forse troppo eccessiva, ma vi è un senso di costruire volumi col chiaro scuro -
- - Cavallo: campiture marroni, pennellate nere e bianche—> disgregazione del principio di
chiaro scuro e pittura naturalistica, ma questo è un passaggio fondamentale dalla sfumatura
pittura naturalistica a un linguaggio di segni e simbolico, schematico: genesi dell’arte
bizantina—> siamo a cavallo tra una raffigurazione espressiva ma anche simbolico, ma
vedendo ciò si sa che stiamo andando verso una concezione antinaturalistica.
VIII sec in Irlanda—> anni dei paesi celtici, da dove provengono alcuni dei movimenti di invasione
barbarica.
—> l’ambito insulare (scozia minor e scozia maior che era l’Irlanda) viene cristianizzato tardi tra
VI-VII sec.
Abbiamo dunque tutto questo movimento di genesi del monachesimo in questo periodo—> si
realizzano grandi vangeli, che dovevano essere stesi sugli altari poiché parola di dio.
Vangeli di San Gallo
Questa figurazione è il massimo punto di allontanamento dal concetto razionale/naturalistico/
organico, anche se va letta in quel contesto storico di profonda sacralizzai one di tali opere, che
dobbiamo immaginare di grande visualizzazione anche da lontano, per questo la semplificazione
visiva e cromatica estrema e l’assimilazione delle arti suntuabili (orificierie)—> in tutto il medioevo
le oreficerie esercitano un ruolo leader, poiché sono investimenti di li largo costo e per di più sono
materiali che in modo più intenso catturano la luce, il principio divino che vince la materia
(=riferimento alla filosofia di Plotino, l’IO che si libra della materia, un IO di luce).
Descrizione:
• Questa miniatura è un surrogato di smalti, quindi di paste vitree, che sono incastonati in
cloisonne,.
• Cristo in croce, che ha un colobio (tunica smanicava)
• Ha le braccia rosse e le gambe azzurre—> vi è un allontanamento alla rappresentazione
naturalistica
• Importanza del segno: bianco e nero, utilizzati per marcare le pieghe delle vesti, che sono
delle fettucce bidimensionali
• Due angeli sopra, la croce azzurra in parte, rossa sotto
• Due figure: Longino e Stephaton, il primo che ha trafitto il costato dopo che cristo ha ispirato,
mentre il secondo che gli porge la spugna imbevuta di aceto sulla bocca
• Raffigurazione dominata da campiture omogenee, non sfumate, contornate da segni grafici
molto marcati—> tutto si riduce in una schematizzazione degli elementi.
Altra miniatura—> vangeli di Echtrmach, questi ambiti insulari sono stati molto importanti in
quelli che noi consideriamo i secoli più bui—> l’Europa è sconvolta da una disgregazione
fortissima.
La geografia in questo periodo cambia molto: i centri considerati bizantini (Roma, Ravenna ecc..)
hanno espressioni piu legate al mondo greco-bizantino, ai retaggi dell’arte classica, ma poi
spostandosi in altri centri longobardi troviamo raffigurazioni completamente diverse. Ma anche i
linguaggi si intersecano: è difficile stabilire una linea di tendenza univoca.
Questi vangeli spesso hanno delle pagine niconiche, pagine tappeto. Oppure all’inizio di ogni
vangelo si vede un leone balzante. Anche la grafia in ambito insulare viene manipolata con queste
eleganti stilizzazioni: la scrittura riporta—>”Immago leonis”.
Descrizione
• il leone ha una silhouette che si restringe e poi si allarga all’improvviso: questa caratteristica
vuole trasmettere l’idea del movimento, ma non in senso naturalistico ma in senso astratto-
espressivo
• ha una vera e propria espressione, che vuole trasmettere attraverso la contrapposizione dei
riccioli rossi e gialli (oro) per conferire quasi un effetto elettrizzante—> è un arte che cresce in
modo contraddittorio ma impetuoso in contrapposizione con quella bizantina, che si fa
custode apparentemente della tradizione romana, ma che in realtà ha irrigidito in schemi
grafici eleganti, ma che non comunicano, ma volutamente perche la loro deve essere
un’immagine ieratica. Qui invece si ha un’immagine che deve colpire.
• Nel VII secolo stava nascendo l’Islam, che non contempla la raffigurazione antropomorfa della
divinità, mentre la religione cristiana è basata sull’esatto opposto—> tanto che nell’VIII secolo
questa non voluta raffigurazione culminerà con l’iconoclastia, ovvero la distruzione delle
immagini.

Idea di copia—> nell’arte medievale si ricorre molto alla copia, ma ogni idea di questa è altamente
declinata e personalizzata: es—> codex amiatinus e Vangeli di Lindisfarne
1) destra: codice insulare: San Matteo che sta scrivendo seduto sul suo sgabello, riporta la scritta
“Oagios Matteus”—> misto tra greco e latino
2) sinistra: è un codice diversissimo anche se presenta caratteristiche simili: Matteo che scrive, la
sgabello, c’è l’armadio con i libri dietro, manca l’accolico dietro la tenda e l’angelo simbolico di
Matteo. È un codex amiatino perché viene da Abbadia San Salvatore (Amiata), ma questo veniva
da un’abazia insulare.
Si pensa dunque che si tratti di un miniatore che veniva dall’ambito italiano che però o lui stesso va
a lavorare in Inghilterra o ne viene spedito il codice, verso la fine del VII secolo—> ha dunque
ancora qualcosa del modo di sfumare, di graduare la luce e l’ombra anche se è molto
bidimensionale.
La copia che ne viene fatta è molto interpretativa in senso stilistico: è probabile anche che l’autore
del codice amiatino ne avesse copiato già un altro, ma il salto decisivo è questo: ossia il minatore
irlandese che lo traduce in modo bidimensionale, marcando le linee, schematizzando i colori
La riscoperta dei dati di natura, la resa dello spazio e degli affetti
1200–> siamo nel momento storico di maggior sviluppo della società comunale, del ceto medio-
borghese—> viene collegato alla categoria del Gotico, il cui termine nasce in modo dispregiativo:
• “maniera dei goti”, dunque “maniera dei popoli barbarici/nordici”, perchè nasce dai grandi
cantieri delle cattedrali della Francia.
• Questo termine è nella vulgata associato solo ad alcuni aspetti dell’arte gotica, ossia quelli di
sovrabbondanza decorativa, di ostentazione della preziosità dei materiali, di complicazione
calligrafica e che sono gli aspetti delle fasi finali del gotico (300-400).
• Vede nel 200 il suo culmine e nasce dalla civiltà romanica in modo graduale—> non è un
qualcosa di improvviso ma è un processo che investe la transizione dal XII al XIII secolo.
• L’epicentro è nel nord Europa (Germania, Francia)
• In sostanza è un grandioso movimento di riconquista del visibile
• vuole un linguaggio più parlante e più comunicativo
—> questo avviene nella grande scultura del Gotico (ossia quello del 200).
Il Gotico vede varie fasi : addirittura il 1240=classicismo gotico, momento di pienezza ed
equilibrio della scultura.
—> La Scultura romanica soprattutto è subordinata all’architettura—> gli elementi più utilizzati
sono: capitelli, modanature architettoniche, intorno al portale si articolano narrazioni. Nasce la
statua colonna, che diventa statua a tutto tondo e per di più abbiamo la riconquista della terza
dimensione—> valore fondante della civiltà del gotico, quindi non vedere la realtà tramite delle
convenzioni ideologiche, ma tramite uno sforzo immenso per capire e studiare il reale, elaborando
dunque nuovi schemi più duttili al dato di natura. Dato di natura vuol dire anche: rappresentazione
compositiva, la resa dei sentimenti e degli affetti, un modo di fare arte che non richiami
simbologie, schemi e forme ma che cerca di riprodurre la natura per come è.

Giotto, cappella degli Scrovegni, Padova—> si tratta di una delle capitali dell’arte “moderna” in
senso naturalistico, 1303-1305
• prospettiva trecentesca ancora empirica (basti osservare l’orizzonte col profilo del Giordano
che ha questa innaturale curvatura).
• Spazio ben organizzato in due spalti rocciosi dove si crea questa valle al cui interno vi è la
scena principale, ossia il cristo nudo nelle acque del Giordano e battista che lo sta
battezzando.
• nella figura del Battista vediamo una concezione che tenta di tirare fuori la tridimensionalità:
le pieghe vanno a sparire in corrispondenza del braccio, dove appare questa luce soffusa che
rende l’idea del volume—> vi è dunque un lavoro disegnativo di individuare molti dettagli, ma
anche nel modo di dipingere non ci sono campiture o tecniche schematiche, ma abbiamo la
gradualità sfumata che consente di creare i volumi, con queste graduazione di chiaro scuro.
• Gli angeli sorreggono la tunica, il manto di Cristo che si è spogliato e questo gesto di avere le
mani velate è un gesto bizantino che ha una storia lunga. Gli angeli, animati dalla povera
consumissione, hanno questo gesto con le mani velate in segno di rispetto. Quindi qua un tema
antico, iconografico e tradizionale viene piegato alla concretezza narrativa delle vesti che loro
come degli appendini lo tengono e in questo modo si sentono il braccio e le mani che come
trasparissero al di sotto di questi panneggi, che cadono in verticale, e le pieghe scanellate
costruiscono proprio questa gravitas, questa caduta fisica-reale, quindi questo dare
consistenza, peso specifico, conformità, fisicità alle cose è il punto di partenza.
—> questo rompe con la tradizione dell’orror vacui medioevacolo che sa giocare con piedi e vuoti
per costruire volume e spazio ma anche per costruire il ritmo della narrazione un ritmo che ha
protagonisti e spettatori complementari quindi questa ballata isola i due protagonisti, li fa venire fuori
e questo modo di narrare non è banale, è uno snodo fondamentale—> così in ogni composizione di
Giotto è impressionante come tutto appaia perfettamente meditato e necessario per rendere l'azione
più convincente, più coinvolgente, ma comunque con estremo equilibrio, misura—> è il realismo
giottesco, che una volta lo si interpretava come un classicismo, usando le categorie generali
tedesche che avevano in questo modo avevano frainteso la varietà e la ricchezza della
sperimentazione di Giotto.
• questa novità di Giotto non viene immediatamente compresa, anche per una nostalgia di
espressività percese, di gestualità di teatro, oppure di accensioni cromatiche forti, contrastanti e
con lo splendore delle vetrate, degli smalti, delle orificierie. Perché l’obiettivo di Giotto è giocare
su toni medi, su toni bassi, su toni delegati, su certi grigi appena sporcati di rosa o di turchese.
• l'arte di Giotto rimane esemplare grazie anche alla razionalizzazione, questo razionalismo che
vuole cercare una mimesi con la realtà—> questo si vede per esempio nel battesimo si sente la
voce di dio padre—> Giotto decide di rappresentare dio padre con uno scorcio molto vistoso,
tanto che il volto non si vede, ma soprattutto appare del tutto velato col bianco—> effetto di una
nube che vela, quindi un tentativo di raffigurare il mistero del dio e del trascendente, non solo
attraverso dei simboli, quando allora c'era la chirofania che è la mano destra, il padre non
sarebbe raffigurabile nell’arte bizantina infatti la visibilità del padre è il figlio cristo—> qui Giotto
applica questa soluzione, secondo cui lo fa svanire: non si raffigura piu tramite una simbologia.

Dettaglio di un ciclo di mosaici nel Battistero di San Marco, Venezia—> il battistero venne
fatto costruire dal doge Andrea Dandolo, corrispondente di Petrarca, negli anni 40 del 1300.
Venezia durante questo periodo svolge un ruolo di cerniera tra oriente e occidente, è protesa
verso il Levante ed è aperta agli influssi bizantini.
Nel primo 300 a Venezia si realizzano mosaici—> il mestiere di mosaico è un mestiere che si
trasmette di padre in figlio e che è una prerogativa del mondo orientale e bizantino.
• Quarant'anni dopo Venezia il linguaggio è ancora fortemente legato al mondo di bizantino.
Poi se uno fa un'analisi più fine, conosce bene, si rende conto che poi ci sono degli elementi
che sono più consistenti, che sono più scorciati dentro il 3/4 del volto del battista di cui è il
profilo, il gioco che conquista il profilo come elemento non caricaturale, ma che anzi può
esaltare al massimo Il paesaggio roccioso è tutto scheggiato e applicato in maniera
fantasiosissima—> il fiume Giordano, se ne vengono tanti serpentelli che si annodano e tutta
la volontà di fumare l'accedente del corpo, farlo trasparire
• il tema delle mani velate degli angeli è risolto con questi fanelli scheggiati e spezzettati.
• Inoltre c'è una pura simbologia per individuale, c'è una stella numerosa, lo squarto del nove, la
colonna dello Spirito Santo, tre raggi, il trionfo delle simbologie—> è dunque un movimento che
può essere contrastato e non essere così lineare. Altre simbologie: donna che nuota—>
simbologia della divinità fluviale, che incarna il fiume Giordano; accetta a sinistra conficcata
nell'albero, e in effetti in un passo del Vangelo, Battista dice “Convertitevi che l’ora è vicina”
ossia la morte.
• gli angeli sono di un profilo, ma hanno un sottofilo nitido, chiaro, molti volti sono di tre quarti,
moltissimi scorci.
• Il paesaggio di Giotto è sempre un paesaggio roccioso perché esalta in questo modo
costinsans, quindi l’appoggiare saldamente sul terreno le sue figure e organizzarle come se
fosse una quinta.

Ciclo di Roma, nella Chiesa di Santi Quattro Coronati, dettaglio.


—> negli anni Quaranta del duecento, vediamo invece l’estremizzazione della concezione di
accettazione della superficie quindi c'è il piano pittorico come piano bidimensionale, pensato
come un collage, un mosaico di elementi descrittivi e narrativi ma che aggadano tutti sullo stesso
livello con superfici veramente decorate e colorate.
• Si tratta di un dettaglio di un ciclo a Roma, in chiesa di Santi Quattro Coronati sulla Città di
Montagna, che è un’ abazia molto importante perché allora il Papa Penelope Montenegro II
era fuggito in Francia e quindi era rimasto Stefano Conti come era il cardinale che è il signore
della città: lui ha fatto questa cappella, fa parte dell'aula notica che è stata scoperta una
ventina di anni fa.
• Le storie narrate sono quelle di Costantino, imperatore che si converte al cristianesimo, e qui si
mette davanti a San Silvestro Papa, un Papa che l'ha convertito, ed è lui che gli offre questa tiara,
simbolo del potere imperiale.
• Egli è sceso dal cavallo, in segno di rispetto, e sta per genuflettersi al cospetto del Papa—>
messaggio politico di superiorità del potere papale su quello secolare.
• c'è un terreno con erbe astratte e stilizzate, il trono che è bidimensionale, gemmato di età
bizantina.
• Costantino ha questa veste gemmata, ricchissima. Inoltre c'è un gesto preciso ossia quello di
ricevere la tiara, ma tutti i gesti hanno questa stilizzazione molto simbolica—> addirittura il
cavallo sembra fluttuare a mezz'aria davanti alla porta della città—> concezione bidimensionale,
si tende alla frontalità, siccome i due personaggi devono comunque dialogare tra di loro sono di
3/4, ma non è volumetrico, è sostanzialmente un modulare la frontalità ma in termini fotografici e
non naturalistici.
Tecniche artistiche
Dettagli di un dipinto rinascimentale, oggi a Boston—> riecheggia pero il tema delle chiese e
delle varie strutture, aggiunge poi degli elementi realistici.
Con il colore illude ricreando oggettivi di lustro, l’argento e altri metalli preziosi, sono pitture su
tavola. Vi è una mistica della luce, per cui questi metalli imprigionano la luce. In relay è l’argento
piu dell’oro ad avere una certa lucentezza, ma a contatto con agenti atmosferici si solfuro, ma a
differenza lì’oro no.
Uso ampio di questi materiali—> in tutto il medioevo le arti di metalli hanno avuto un ruolo hai e.

Molti dipinti hanno un fondo d’oro, non solo dipinti di arte bizantina, è un dato persistente.

Altra consuetudine è di Koreans Witz in un dipinto di Strasburgo si vede una croce al fondo e
due candelieri, perche secondo i liturgisti ci dovevano essere su altare due candelieri e una pala
d’altare—< attraverso il colore illudere quel valore che si perseguiva.
L’oro deve essere trattato in un modo specifico—> queste opere sono state pensate per stare in
un contesto buio, all’interno delle chiese in cui vi sono luci accidentali delle candele,
un’atmosfera frammentata in cui questi dipinti potevano primi leggere.

Affresco
È una sotto categoria della pittura murale—> è un’innovazione del passaggio 200-300 tipiche di
Giotto come cimabue
Incoronazione della vergine, qui si vede solo un disegno rosso, terra di Sinope, da Sinopia, con
cui in realtà si intende il procedimento del disegno su un arriccio un supporto grossolano su cui
si mette il tonachino, velo di malta, che viene poi levigato.
Questa non è una sinopia perche è tutto liscio su cui il pittore ha delineato con la terra di sinope
la raffigurazione: vediamo anche delle linee guida, linee battute con corda che serve per
tracciare le linee ortogonali.
È una pittura a secco: quando l intonaco e asciutto ci si disegna sopra e ci si comporta come
su una tavola (stoffa, gesso, smaltato e levigato e poi si dipinge coin leganti come l’uovo, l’olio
e colle). Dipingendo a secco si possono ottenere effetti cromatici molto vivi. In origine dunque
questo affresco doveva avere dei colori assolutamente u vivi: l’affresco non ha in realtà colori
vivi perche il colore viene assorbito dalla malta: abbiamo pigmenti come azzurrite, lapislazzuli:
pigmenti che a contatto con la malva si alterano (es: azzurrite diventa malachite).
Ci sono delle lacune: sono picchiettature, quando si decide di coprire un affresco si mette uno
strato di intonaco.

Il vero affresco in realtà non esiste perché vengono sempre aggiunti dei dettagli a secco per
esaltare i colori (es: Michelangelo che usa i lapislazzuli a secco).

Pittura di Avignone
• azzurro che si sfoglia e fanno emergere base che in realtà non è un vero affresco, che
dunque viene applicata a secco
• Raggi attorno: raggi dorati che non ci sono più
• Stagno—> dato che la foglia d’oro è difficile da usare, per tagliarla in situ dentro i solchi la si
rinforzava con lo stagno (rapporto. 20:1), poi per i dettagli di tagòlia ecc (se si aggiungono
dei pezzi metallici su muro si usano delle incisioni).
• i minimi pezzi di stagno e oro si sono ossidati, effetto radiante viene da Simone martini
Cimabue di Assisi, molte opere sono andate distrutte come il crocifisso, ma vi sono i Cicli di Assisi
ancora integri
• muro preparato a fresco con una terra sotto un tono rossastro, di nome morellone, su cui è
messo un velo di azzurrite che diviene un azzurro assolutamente intenso con sfumature
violacee
• A secco dipinte le ombre e le luci con la via a ossia il bianco di piombo, che si ossida forma
queste macchie che con effetto negativo fa macchie care
• Ombre a secco che sono sfogliate e cadute nelle parti bianche
• Abbiamo dunque una conversione di luci e ombre
• Unico frammento conservato quello dei calzare in basso a destra

Tecnica del buon fresco, anche se in assoluto non esiste


• fondamentale distinzione su arriccio su cui vi è la sinopia e l’intonachino che viene disteso a
giornate—> bisogna lavorare su un intonaco appena steso che poi si secca in modo variabile
a seconda delle stagioni e del tempo, giornata perche si può lavorare in tempo variabile.
• Noi possiamo rilevare la sequenza della pezzatura di intonaco: si vadall’alto verso il basso
altrimenti fosse l’inverno si sporcherebbe il lavoro già fatto (inverso nel mosaico da basso ad
alto)
• Esempio tardogotico: non integro, distrutto per via dell’umidità, intonaco rovinato poter via dei
sali, hanno mwsso in luce la sinopia
arriccio: intonaco grossolano e in questo caso un primo intonaco viene comunque sciallato e
levigato perche dare una mano di bianco crea un’impermealizzazione della parete e poi viene
inciso e graffiato per porci l’intonachino.
Usavano l’arrccio come palestra di disegno, ma la sinopia nel sistema delle giornate è
fondamentale perché via via si sceglieranno le parti da smaltare perche nella pittura a buon fresco
è speciale per i toni diversi delle carni

Avignone, disegno schizzato a pennello che pero non è la sinopia, perche viene svolta su
intonachino liscio
• vediamo volto
• Sotto spolpato in cui traspare il disegno del pittore
• Azzurrite del fondo completamente caduta
Si usano due sistemi
• linea battuta: corda distesa da due chiodi intinta nel rosso di sinope e tenuta con un elastico
schizza attorno—> serve per dare le grandi coordinate, come le òlinee di fuga o le grandi linee
in verticale
• Uso di una riga di incisione e si fa per dettagli più corti, ma si procede per essere precisi, ma
per un pittore bravo va a che senza riga,
• mezzeria—> linea battuta come modello per le altre
Testo in volgare molto ricco, di Cennino Cennini in cui vuole dare dignità al mestiere artistico che è
La Sapienza del mestiere.
Egli dice che spesso si usa:
• nero di carbone per primo abbozzo
• Sinopia con pennello che spesso rifinisce
• giornata: pezzo di intonaco, pezzatura
Giotto, stimate di San Francesco
• IlÈ frecce indicano il sormonto
• giornate regolari, ma poi scende, loro procedono per pontate, l’intonachino non è continuo ma
dato secondo strisce orizzontali, spesso vi sono anche delle buche che poi vengono comare.
• Disomogeneità estreme delle giornate: la pittura a fresco è congeniale per rendere incarnati ma
molto meno per rendere altre cose, per creare muro i eccc si andrà più veloce quindi giornate
piu grandi.

Storie di San Francesco


• piu si va avanti e piu le giornate sono di più—> cambiamenti nella tecnica hanno fatto pensare
che potessero essere piu mani diverse, in realtà è un solo arista, ossia Giotto
• Delle giornate hanno dei dettagli migliori, come il capitello
• Metà:
• - superiore: riservata all’ambientazione, all’architettura
• - inferiore: personaggi
• Nella parte di sinistra le scene sono più affollate, hanno maggiore ricchezza

Giunture indicate i un due modi:


• tratteggi
• Grassetto
• Storie sotto che vengono aggiunte piu tardi, verso la Fione del 300. A fianco abbiamo un uomo
e una donna inginocchiate con delle iscrizione che riporta i loro nomi:
• Per quale motivo sono stati aggiunti nell’istruzione di un uomo e una donna? La spiegazione
non può essere solo stilistica, piu probabile per una critica perche viene fatta in prospettiva
gerarchica. ma bisogna anche analizzare il palinsesto

Pittura a calce, molto diffusa per ottenere delle scremature di luce anche detti bianchetti: bianco
San Giovanni o bianco calice
• meccanismo chimico sfruttato per affresco: carbonatazione dell’ intonaco, che è aqua con
sabbia e calce e asciuga e l’idrossido di calce si altera si carbonata: procedimento
irrreversibile. Questo fa si che la malta sia resistente e abbia struttura cristallina. Con la
carbonatazione si aggloba il colore—< si crea una struttura assolutamente durevole, ed è
perfetto per fare colori lumò si ma non saturi
• Man mano xche lì’intonaco asciuga diventa stanco, questo si lavora premendolo—-> esce un
liquido, latte di calcio che viene lavorato per creare sfumature ecc
• Qui vediamo delle asole, è la punta stondata della cazzuola che serve per cacciare fuori il latte
di calce ma poi come il pennello si usava il latte per amalgamare e creare dettagli con il
pennello
• Quin di quando si vede uno spessore è latte di calce
• Vediamo pennellata, significa che le luci biancastre è bianco di calce

masolino
• teste che vengono caratterizzata da ritratti in omaggio a committenti
• Pezzatura dell’ intonaco—> testa in rottura, non era prevista
• Il vestito l’ha dipinta a secco, mentre i personaggi dietro li aveva previsto
• Via via che scende prevede una nuova figura
Densità materica, spessori, elementi in rilievo
Spesso abbiamo idea di tridimensionalità

Pittore piu interessante nel 300 per applicazioni materiche è Simoni Martini, che ha grandi
simpatie con l’oro, lo smalto ecc egli prende il punsone dagli oreficiL: stampino per decorazioni
sia su tavola che su muro.
Questo lo si vede nella Maestà
Egli mette delle rose Line con punzoni, che vengono impressi nella Malta
Teste rifatte nel 1321, viè uno scasso dell’ intonaco
Applicazioni di materiali, anche se in realtà si vede nella pittura nordica

Vetro che ha uno specchietto


Elementi in rilievo tridimensionali
Decori su tavola in pastiglia—> gesso rilevato: decoro che si ottiene con polvere di gesso legata
con la colla e stesa con pennello cosicché possa seccare velocemente e una volta seccato viene
dorato e decorato con pietre preziose
—> Simone m,artino è il primo che lo fa
Lavorazione. A vernice—< non è pittura ad olio o tempera, ma si usa con la lacca per far
emergere un metallo lucente sotto

Sul muro il fondo oro è rarissimo


• in affresco la lamina si mette dopo l intonaco e i solchi servono proprio per tagliare la lamina,
sono foglie di 6-7 cm ritagliate con rasoio secondo la forma che serve
• Colonne ricchissime, tutto inciso e la zona all’interno è lavorata con punta stondata
• Lamina di stagno e aderendo alla coppelle creava una luce grezza, come se fossero tante
lucine scintillanti
• Il pittore ha usato un riporto da cartone: che serviscono per le parti decorative, per cui questi
cartoni che vengono spolverati, ossia bucherellati, vengono usati non con Giotto ma dopo:
lasciavano dei buchi i con lo spolvero per creare le sagome (usate anche da masaccio per
cappella Brancacci)

Polittico
• molto condizionante la struttura lignea
• La struttura di base fondamentale, perche poi con i politici si sviluppano forme piu
complesse
• Come si costruisce? Il poliprico è composto da piu moduli, hanno forma piu chiusa da
piglierei e assemblata con legni verticali, momento delicato perche poi si rischia di rompersi.
• Ogni scomparto composto da 3 assi in cui quelle centrali strette perche semmai si fosse
ripercorsa con qualche crepa sulla superficie disturbava meni
• Cuspidi con figure e il terzo livello la cornice
• Sotto le traverse: sistema di assi che devono tenere insieme le tensioni di legno
• Vera e propria scatola, costruita con asse orizzontale, rinforzato da dadi e assi in verticali per
sorreggere tutto il poliptico: predella
• Nasce a firenza da succiò e Giotto, a forme rettangolari e compatte , strutturazione in più
moduli afferma come fosse un loggiato in miniatura.
• San Domenico a Siena: traverse antiche, assi inchiodate spesso anche da davanti e tengono
insieme il poliptico
Molti pezzi sparsi in giro: quello di succiò venne smembrata e poi sia predelle che le storie fatte a
pezzi,alcune vendute ed e sposte nei musei del mondo
Studio del supporto: predella della fonte, asse orizzontale e una radiografia permette di leggere la
venatura del legno:
• se non e regolare si può ricostruire la sequenza degli elementi realizzati
• Tutti i materiali radioattivi appaiono chiari e schiacciati su un unico livello. Per esempio i chiodi
sono radiopatici.
• Sei pannelli di Giotto che costituiromno il dorsale narrativo e òa venatura del legno ha un suo
andamento ù

Poliptico toscano
• elementi assemblati e nel momento deòlla decorativa devomno essere già incollati
• Poi la gessatura, doratura e pittura
• eòemto di preparazione: due strati di gesso, grosso e fine
• Poi si mette una stoffa, lino piu o meno fine che serve ad attutire i movimenti del legno
cosicché non ossa avere ripercussioni sul gesso. Anche sequeste ripercussioni ci sono quasi
sempre, è normale
• Grafico fatto sull’ croce di Giotto
• Anche in toscana a partire da Gentile da Fabriano vi sono le giunture, che le piccole tavolette
sono così, in apportate con tela
• Cennino la chiama imapannatura
• Una volta dato il gesso fine bisogna raderlo, deve essere assolutamente liscio dopodiché si
inizia a designare
• Prima di passare al colore bisogna passare ai metalli—> brunire significa levigare, per fare ciò
o si usa un apietra dura o un dente di nomale feroce
• Lavorazione dell’oro—> pulitura o granitura, usare una punt che viene battuta e fa un’incisione
puntiforme.

Fondi cromatici
• boli: verdi e rossastri
• I una volta bagnato la lamina aderisce perfettamente: agguazzo
• Quindi traspare
• Lavorato con granitura, che fa brillare l’otto, due tipi:
• - granitura distesosi: forma geometriche che fanno emergere motivi fogliacee
• -
• Crisografia: scrittura con oro, sono motivi a linee parallele, a pettine che schematizzano le
lumeggiature, chiamata anche calzatura, è una doratura non a guazzo ma a missione.
• Missione-> un legante resinoso colorato, come una bvernice, steso col pennello. E colorato
anche per porter seguire il disegno.
• Esempio di decorazione floreale in veste liturgica—> si stende col pennello la missione e la
foglia viene fatta aderire e la parte che non aderisce viene y tagliata via.
• Micro cadute sbocconcellate e cretto che si crea sulla doratura stessa: missione che può
essere caricata di lacca, di rame, terre e a volte e anche più consistente, decoro quasi dunque
bombato, ma la parte piu aggenìtrtanbte può rovinarsi.
La doratura può essere a guazzo, a conchiglia, poiché per legarlo viene decorato con una
conchiglia
Oro a guazzo—> fogliami ottenuti con incisioni a mano libera, decoro psudo epigrafico islamico.
Tanti compassi incisi per fare Rossellini, foglioline e una serie di Rossellini con foglie usate con
punzone.

Graniture: si incide la lamina e possono avere lucentezze diverse, la stoffa infondo e la doratura a
missione

Stola—< esempio di annerimento, Simone martini annunciazione


• tutto dipinto con oro a guazzo, qui anche sgraffito—> lamina dipinta con rosa e poi raschiato
colore per tirare fuori l’oro con motivi floreali, cosicché possa brillare piu intensamente
• Ombre azzurre, anche se queste dovevano essere più intense
• Azzurro va dentro le incisioni della granitura, mentre nel rosa solo dopo viene granita per oro.
• Effetti che crea creano lucentezze diverse
• Lo sgraffito è qualsiasi operazione di graffiare colore per tirare fuori l’oro
• Luce intensificata dalle graniture, ombra data da vernice rossastra

Potrebbero piacerti anche