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STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 1 17/09/19

Inquadramento storiografico, l'arte medioevale fra mimesi ed astrazione

Si abbraccia circa un millennio di storia, che coincide con la crisi dell'impero romano, questo movimento
a partire dal 300 viene visto in decadenza, il mondo classico aveva messo in evidenza una resa degli
effetti, che viene sempre meno, a partire dal 300 e poi nel 500 con G.Vasari si costruisce uno schema di
fondo, decade l'arte classica e rinasce con Cimabue, Giotto, Pisano, Martini, si diceva che avevano
superato la decadenza e la maniera degli antichi, un gioco lessicale tra vecchio e antico. Fra 800/900
rivalutazione del Medioevo, il protagonista fu la scuola di Vienna, questi studiosi a partire dai manufatti
alito medioevali o tardi antichi elaborarono il principio della "volontà d'arte o intenzione artistica", ogni
periodo ha delle tendenze artistiche alla quale si base e va capito secondo il proprio principio. Porta a
vedere con occhi nuovi la fine dell'età antica, come tutti i fenomeni di crisi, sono tutte elaborazione di
altro, tutta l'arte medievale non sarebbe concepita senza.

GIORGIO VASARI scrive le vite dei pittori dal rinascimento delle arti fino ai giorni suoi, il principio
inizia con l'arco di Costantino, é in grado di valutare il carattere eterogeneo, in alcuni vede proprio i
principi della decadenza, qua inizia arte medioevale. Analizzando e citando l'opera di Costantino, ha un
valore emblematico, viene considerato medievale in quanto é composito, alcuni fatti ad hoc, altri sottratti
ad altre correnti e rimontati in questa maniera,a l'assenza di organicità è qualcosa che non imbarazzerà
l'uomo medievale, emerge una mentalità ed estetica nuova. (Brano dal proemio) "ogni giorno queste arti
declinando, venivano a poco a poco perdendo l'intera perfezione del disegno". In cosa consiste la
goffaggine che vediamo? (Base dell'obelisco di Teodosio), dell'età di Teodosio abbiamo la base di questo
obelisco di un circo, sui lati l'imperatore in vari momenti, l'avvio dei giochi, le province sottomesse,
possiamo vedere la paura del vuoto, ovvero la capi cita di riempire tutto, vista anche come accettazione
della superficie, in quanto domina, ovvero l'imperatore più grande, imperatrice più piccola, province
ancora più piccole, i sottomessi sono frontali, questo doppio registro frontaliera detta anche "maiestas",
come quando si pensa alla figura ieratica, quella più importante, questi valori si fanno strada. Le crisi
religiose di questi secoli sono strettamente intrecciate all'arte, soprattutto del 4/5 secolo.

Genesi di Vienna: frammento della Bibbia, 6 secolo, si contano sulle punta delle dita le pagine illustrate
in questi secoli. É un'opera di lusso, permaneva pura, attributo dell'imperatore (rosso), scritto in lettere
dorate, libri ambia enti illustrati, é raffigurato la fine del diluvio universale, escono dalla barca, Noè
procede verso il monte per fare il sacrificio, sono per esenti due pulsioni:
-naturalismo e metraggio, modo di dipingere pittorico, non pienamente grafico, ad esempio le luci
schiumose sulle rocce, pennellate nere e forti, si chiamava pittura pompeiana.
-esigenza comunicazione, narrazione che scardina i limiti, si fa strada un'idea dice prende una
comunicazione che passa attraverso la semplificazione, segno energico che darà il campo ad una
figurazione potenzialmente grafica e astratta.

Vangeli di San gallo: Appartenenti al VII a.C, arriva dal mondo celtico, molto importanti, a livello
emblematico, grandi manoscritti irlandesi, inizia anche l'arte orefice, con oro e argento, per l'arte sacra. La
mimesi passa in secondo piano, uomo con braccia rosse e gambe azzurre (che poi sarà preso durante le
avanguardie), colori interi, non sfumati.

Vangeli di echternach: VII a.C, sempre monaci irlandesi che tornano, esplosione di forme astratte, ha
una sua ricaduta con l'arte carolingia, simbolo dell'evangelista, (Marco, leone). I valori nuovi sono energia
e dinamismo, rosso,giallo, gioca di incastro con le geometrie, che poi passerà nell'arte romanica, nel suo
genere questo é un capolavoro, quasi di cesello.

Vangelo di lindisfarne,Figure geometrizzate, 8/9 sec: cader amiatius e vangeli lindisfarne a sinistra
esdra che ha raccolto i libri della tifo testamento, cambia l'iconografia, lo schema é lo stesso, l'artista
irlandese trae spunto da quello ma poi lo fa in maniera completamente diversa.

Ravenna, San vitale, mosaico "i tre angeli appaiono ad Abramo, all'albero di mambre": Ci sono i tre
angeli, il tavolino é deformato, non sono forme puramente grafiche e disegnate, però le sfumature
vengono create con l'effetto del mosaico, si va da tutti i colori: giallo, verde, blu., sul fondo non si capisce
se sono nubi, rocce o altro, però non é quello l'aspetto importante. Allentamento assoluto dell'arte classica
(Mosaico romano, Napoli), si ha il gioco delle ombre proiettate, capacità di muovere le tessere, attraverso
luci e ombre.

Ravenna, mausoleo galla placida: Mosaico con coppia di apostoli, monumento emblematico di Galliani
placidia, ci doni quattro copie di apostoli che sfuma attraverso l'indefinito, c'è una vibrazione dei profili,
misteri i sacrali, le macchie nere e scure e il metraggio dell'ombra.

Lunetta sopra la porta di ingresso, Ravenna: Cristo buon pastore, ci sono le ombre proiettate, dei piedi
e della croce, come se il linguaggio diventasse vuoto.

Castelesepio, Santa Maria foris portam, adorazione dei Magi : Nuovo insidie diametro dei longobardi,
durante la seconda guerra mondiale, viene scoperto questo ciclo, é di una qualità vertiginosa, ci sono
scritte che vengono dal mondo orientale, intensa vivacità espressiva. Le ombre portate finalizzate alla
dinamica, ombre inarcate, come fosse una molla che carica il movimento.

P.lorenzetti, ultima cena, 1317-1319, Scena di cucina, quasi di genere:


Masaccio, il tributo, cappella brancacci: Razionalità che governa luci e ombre, nuova concezione che si
fa strada. Idea del modello è prototipo, inizia ad essere svincolata, mettendo nuove composizioni e
disegni.

Roma,cimitero maius, affresco del IV sec. Madonna con bambino: Si notano gli occhioni dilatati, uno
sguardo vivido, si fa strada la raffigurazione più simbolica e ieratica, madonna frontale che tiene il
bambino uno in asse é uno degli schemi fondamentali, frontalitá che si fa strada.

Sinai, convento di santa Caterina VI sec: Si conservano a Roma e Santa Caterina dei Sinai, viene
rispettato dall'islam e per questo sopravvive, abbracciano tutti i secoli, modo di dipingere con una pittura
che definisce non solo i volumi ma anche il senso lustrato delle carni ma anche un forte attaccamento
all'astrazione.

Castelsepio, clipeo con cristo benedicente: Sinai, convento Santa Caterina, San Pietro (molto
geometrizzate, panneggio molto avanti, fatto tutto di linee spezzate, non é pura grafia, mantello intorno
alle spalle, pennellata parallele, come arte bizantina.

Roma, madonna del gesto dell'advocata (monte Mario); Per noi é l'archetipo, nasce in rapporto al
cristo giudice, gesto di supplica e intercessione.quello che ancora emerge é il volto potentissimo, non
ancora frontale, gli occhi asimmetrici, senso espressivo ma simbolico, infinita tristezza della vergine,
come se di caricasse con se tutti i problemi dell'umanità, elementi di impasto e lusso, strumentalizzati
come la simmetria. Desemantizza il volto a 3/4. Copie che vengono fatte in età romanica, (vergine
advocata a dx). Chiaroscuro plastico e sensibile.

Roma, musei capitolini, testa dell'imperatore Costantino o Costanzo: Frammenti di un colosso,


occhioni, sopracciglia, broncio, capelli, é geometrica.

Testa femminile imperatrice ariadne: Occhi dilatati, la cuffia ha dei valori come perle che affondano, il
naso é rifatto, di restauro, effetto di leggero affondamento delle perle nella cuffia, c'è dall'origine,
astrazione e naturalezza.
L'imperatrice Teodora e le sue ancelle, part: Sguardo ieratico, molto piccolo

Saloni con, San Giorgio e San cosma e Damiano, mosaico: Inarcamento sopracciglia, come icona
cristo Sinai, sapienza tecnica, resa dei volumi, hanno un effetto bombato e formatrice, teste molto
regolarli concentrici, sacralità linguaggio bizantino, le tessere dorate usate anche per i capelli. Gli artisti
orientali hanno una disciplina maggiore, sopracciglia esagerate, simmetrie dei due occhi, scorcio dei 3/4,
ombra eccessiva sul naso, in senso volumetrico e plastico.

Ravenna, San vitale, mosaico San Giacomo: Tono olivastro delle carni, da lontano le tessere fanno
vibrare il profilo. Le tessere messe in maniera irregolare.

testa fitomorfa, Istanbul: Maestria tecnica, il senso plastico ë illusorio, l'ombra si schematizza,
diventano parallele, successivamente la palpebra casta te verrà ripresa anche da Giotto, umanizza
l'espressione.

Roma, Santa Maria antiqua, affresco palinsesto: Siamo nel foro romano, ai piedi del palatino (da
paleografia, scrivere sopra) ci sono varie teste, contestuale con scritte greche, sovrapposizione intonaco.
Non si capisce cosa sta sotto, quello più antico é la madonna(6°secolo), su un trono gemmato, con ma
colonna, il secondo strato é l'annunciazione, meno marcata, processo di andata e ritorno, Resa
tridimensionale si sta svuotando. Il terzo strato firma all'idea ieratica, ma il volto é bronzato(8°secolo).

Galla placidia, cervo che anela alla fonte: Tessere dorate mischiate a quelle più scure, che fanno brillare
e scintillare il cervo, rapporto ancora dinamico e naturalistico, i giraldi alludono in qualche modo alla
consistenza.

Brescia, museo civico di Santa Giulia, lastra di ambone, parapetto scale destra, pavone: Manufatto
di qualità altissima per quell'epoca, idea dinamica, in maniera astratta, la coda é soffocata dai girali, in
maniera decrescente, per riempire lo spazio. Si creano dei piccoli vuoti che permettono al pavone di
sormontare, introducono il movimento, seguito in maniera astratta e simbolica, il piumaggio é inciso per
un principio di sottrazione.

Autun, musée rolin, lastra con Eva, 1130: Frammento di un portale, era l'architrave, c'è il peccato
originario, attraverso queste vegetazioni stilizzati stime. I vuoti si collegano con i pieni, petto frontale,
con gambe girate, non é naturalistico, una posa da contorsioniste, vuole dare il senso di un inquieto
movimento. Dell'umanità peccatrice.

Altare di sant'Ambrogio (carolingi in Italia) 824-59: Non c'è spazio, astratto, in maniera fisica e
concreta, la gelo fa sulla spalla e gli parla all'orecchio, il santo gli parla con le mani.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 2 19/09/19

La riscoperta dei dati di natura, la resa dello spazio e degli affetti

Partiamo dal basso medioevo 200/300, che va sotto il nome del Gotico, un termine triviale, apparentato
all'architettura e scultura, é un movimento di respiro europeo, di riscoperta dei dati di natura, c'è il
pensiero scolastico del 12/13 secolo: Aristotele e recupero della fisica, atteggiamento più positivo e
dinamico della vita che sta dietro al movimento, questo rivolgimento che nella pittura vede in Giotto il
personaggio chiave, figlio del gotico europeo, poi con Nicola pisano, in avvio di una nuova mentalità.

Nei letterati abbiamo Dante, Boccaccio che pongono Giotto su un piedistallo, in quanto ha restaurato
l'arte naturalistica, a destra c'è in assoluto paradigmatico.

BATTESSIMO DI GESÙ, PADOVA: la cappella scrovegni, a Padova, resa grandiosa da questo ciclo,
inizio del quattordicesimo secolo, il battesimo di cristo, la novità di questo linguaggio é la riscoperta dei
volumi, lo spessore delle cose, dello spazio, avviene all'inizio, una relativa semplificazione di questi
scenari rocciosi, poche figure messe in maniera ragionata, questa scoperta é l'antica era di una resa
successiva, Gesù e le persone sono i nuclei, gli angeli a sinistra che tengono le vesti di cristo che si é
bagnato nelle acque del Giordano, organizzazione dei panneggi e pieghi, subordinata alla corpositá, le
pieghe spariscono dove si vedono le mani, il fisico, questo da una straordinaria monumentalitá, ogni posa
é studiata per avere una posa straordinaria ed espressiva. Anche cromaticamente, alcune pitture a secco
come l'azzurrite sono cadute, Giotto predilige dei toni bassi e medi, in quanto rispecchia la realtà, non
fatta di colori sparati ed eclatanti, questa moderazione riguarda anche la luce e e ombre, che non li vede
come colori aggressivi ma ombre leggere, mai sparate, così come le luci. non manca la dimensione
soprannaturale, rappresentare e non rappresentare con simboli, come la mano destra, c'è un vedere e non
vedere, tradurre in termini visivi e suggestivi, in maniera sublime.

BATTESIMO DI GESÙ, VENEZIA, SAN MARCO, 1345: Venezia ha da sempre una posizione
strategica e importante e uno statuto a se, di conseguenza c'è una persistenza di bizantino, il gorgia,
voleva decorare il battistero, con un maestro in maniera veneziana, fortemente bizantine, adattandole alle
scuole regionali a partire da Padova, alla pittura bolognese, facendo un confronto con Giotto:

SAN MARCO: paesaggio roccioso, luci che si stagliano con uno sfondo marrone, niente sfumatura come
Giotto, le figure si ritagliano arrampicate con pose dinamiche, nel Battista c'è la stessa idea di torsione ma
resta bidimensionale, anche se si capisce che é l'ultima espressione del Battista, si avrà poi la riscoperta
del profilo, Giotto ha volti in 3/4 ma angeli di profilo. Le vesti fasciano un corpo che traluce, si
spezzettano, questa é l'ultima fiammata dell'arte bizantina. Questa ultima arte é vista con figure
complicate, panneggi frammentari, giochi di contrasti non sfumati. Anche l'intervento del divino, si
spezza l'oro, non la luce che irradia il dipinto. Le mani avvolte nel panno, gesto di rispetto ma anche
fraintendimento di avere la veste di Gesù nelle mani,

GIOTTO: la tunica rossa di cristo, mano tesa dell'angelo, pieghe tese, devono dare il senso della
voluminosità, emerge il senso potente della realtà di spazio, ancora non c'è un punto di fuga, punto di luce
laterale, né prospettico, però iniziano delle premesse importanti.

STORIA DI SAN SILVESTRO E COSTANTINO: Roma, santi quattro coronati Vicenda di San
Silvestro papa che é quello che converte Costantino, consegna la tiara a Costantino, si genuflette al papa,
é sceso dal cavallo, in senso di sottomissione, é una specie di collage, senza un piano di posa chiaro, il
cavallo sta ad indicare l'ingresso in città di Costantino, gli zoccoli e i piedi di Costantino sono nel vuoto, i
volti sono di 3/4 perché devono dialogare tra di loro, la resa pittorica non é tridimensionale ma
schiacciati, non come faceva Giotto e farà, i toni sono marroni, il rosso e blu inteso è vivo si perdono
successivamente, é fatto senza sfumature, ci sono degli inizi di ombre che devono staccare i profili,
questo si vede spesso.

ISTITUZIONE DEL PRESEPE A greccio, 1290, basilica Assisi: S.Francesco ad Assisi é una figura
solida, si fa interprete della civiltà, della nuova borghesia, del francescanesimo, della spiritualità urbana
all'ennesima potenza, figlio di un mercante, la differenza degli ordini mendicanti è proprio coinvolgere la
città, non é un caso che fosse il manifesto di un nuovo linguaggio, 28 scene, la forza retorica di questo
ciclo, viene vista come storia attuale e contemporanea di quell'epoca, c'è un attenzione metodica e
sistematica in maniera esemplare, si deve vedere tutta la varietà di quel tempo, interni ecclesiastici,
architettura, costumi, ben oltre il discorso della terza dimensione, é la base su cui fioriscono una serie di
attenzioni a 360°, la pittura di Giotto diventa fonte storica, per studiare arredo, costumi e tempo. Questa é
una delle storie più parlanti, greccio é un eremo nell'Umbria meridionale, dove la notte di Natale
Francesco mette in scena un presepe, mette la Madonna e il bambino nella mangiatoia, queste 28 storie
sono più miracoli, che vengono mosaiciste. Si vede Francesco come un uomo non imitabile, non
stilizzabile, il quadro é una visione, Francesco prende il bambino che si trasforma in Gesù, questo avviene
in una chiesa, é una sfida spaziale ardua, tenere le proporzioni con le figure, inizierà con la cosiddetta
scatola spaziale, lo stratagemma é utilizzare il senso di spazio che si articola attraverso ai personaggi che
ci sono, c'è un divisorio molto importante, chiesa dei laici d delle donne, le donne non potevano andare,i
laici entrano eccezionalmente, il coro canta, si vede un foglio, il calendario con liturgia delle ore, si
vedono le candele, si vede la grande foce dipinta, rossa, issata sopra l'altare maggiore, grazie a questo
affresco noi sappiamo come erano allestite le chiese e che le croci con le funi erano messe in questo
modo. C'è la scala di accesso al pulpito, sulla cerniera,rivolto verso ai laici ma visibili da tutti.

Saggi Dante, Petrarca, Boccaccio: Dante: mette a contrasto cavalcanti e guinizzelli, fa un paragone a
Giotto, Cimabue e altri pittori. Giotto fama straordinaria che oscura il maestro Cimabue. Petrarca: non ha
conosciuto Giotto ma era amico di Simone Martini, afferma che la bellezza della tavola gli ignoranti non
la capisco ma solo i maestri dell'arte, si fa strada al fatto che l'artista è l'arte hanno una dignità pari alla
letteratura. Boccaccio: luce e gloria Fiorentina, identità fortissima che accompagna da 300/400 Firenze,
passa nel porto umanesimo, attraverso letterati come salutati e villani.

FILIPPO VILLATI, De origine civitalis florentie: Firenze era repubblica, non dichiarata subdola,
proprio qui fiorisce l'arte, afferma che il primo é Cimabue che ha risvegliato la pittura, Giotto l'ha solo
reintegrata, si introduce questo concetto, gli artisti moderni possono superare quelli antichi, la grandezza
di Giotto sta anche a quello che ha dato origine, la rivoluzione grottesca é stata concepita, non come una
cosa da copiare ma ognuno da solo. Paradossalmente in modi anti-grotteschi, impensabili senza Giotto ma
sostanzialmente non giotteschi. Elenca tutti i pittori fiorentini, allievi di Giotto, ognuno come una
sorgente dalla quale scaturiscono tante diramazioni. L'elemento che impregna tutto é lo sguardo verso la
natura.

C.CENNINI: rivendica la discendenza scrivendo un ricettario che ha una sua dignità letteraria, scritto in
volgare, allude alla diffusione al linguaggio bizantino, arte più compiuta di tutte.

L.GHIBERTI: scrive tre libri di commentali, che rientrano tra i tentativi più organici, per dare figura
all'artista, ripercorre le tappe precedenti, partendo da Giotto, che aveva lasciato i greci, é un linguaggio
gentile, arte che sa aderire alla natura, rende in maniera sapiente e discreta la natura. Aggiunge non
uscendo dalle misure, ovvero le proporzioni, ovvero arte equilibrata e misurata, quindi che l'arte di Giotto
sta nelle misure.

G.VASARI: fa tre tappe (300/400/500) Giotto imitatore della natura, mise da parte i greci.

STORIE DI FRANCESCO, ASSISI: ci sono le incorniciature, il concetto nuovo é quello illusionistico,


concettualmente una netta distinzione tra ciò che é fuori e dentro, concetto banale ma non presente
durante la mentalità del pittore medio 200esco, viene rafforzata nelle storie francescane, viene alleggerito
è svuotato da un loggiato, colonne micro architettoniche, nelle seconda campata a destra con scatola
spaziale, fasce coloratissime su sfondo rosso e nero, vanno a riempire le zone di risulta, molto
illusionistico che nasce ad Assisi, Giotto é l'uomo giusto al momento giusto e non avviene a Firenze ma
ad Assisi, traduce in maniera nuova la storia di Francesco, in maso da parlare in maniera contemporanea,
nella storiografia conflitto, in quanto si pensava fosse a Firenze, invece é a Roma. Contestavano il ciclo di
Giotto, rivendicavano che fosse di un pittore romano.

MADONNA CON BAMBINO, DUCCIO 1300 nyc: DUCCIO a mezzo tra Giotto e Cimabue, viene a
lavorare a s.maria novella, comprata da nel York per una cifra esorbitante, é un opera emblematica per un
aspetto importante, simile all'incorniciatura di Assisi.
STIMMATE DI SAN FRANCESCO, PARIGI: Vediamo la scatola spaziale, box aperto verso di noi,
dettagli e capacità di rendere lo spazio, ancora niente prospettiva centralizzata, poi dopo avvera con Leon
Battista Alberti, acuto senso dello spazio affidato ai lacunari, che fasciano la parte alta delle tre parenti, gli
scuri delle finestre.

ISACCO RIPUDIA ESAÙ, ASSISI: Giotto molto giovane, registri alti della navata, é il manifesto a cui
si impone e con cui si fa conoscere, scene gigantesche, dedicate ad un santo decente, non antico
testamento, come paragonare Francesco a cristo. Ancora é un Giotto acerbo, scatola acerba, non c'è una
resa della profondità, c'è una mente che sfrutta ogni dettaglio. Le tende prostate, una tesa, lo scorcio il
lato, é sfruttato per raffigurare Giacobbe, che nella scena precedente fugge, benedico dal padre! Sole
trinità del gesto lento di insacco che respinge Esaù, che ha il pitto di lenticchie, ovvero dare l'ultimo
cibo ,scena che potrebbe essere grammatica ma in realtà é nobile e solenne, sono storie dell'antico
testamento. Giotto cura tutto nei minimi dettagli , attenzione e purezza, mette appunto la capacità di far
lavorare una squadra, progettuale, disegnare, supervisionare, Giotto va in giro e assume garzoni, così
nasce un nuovo linguaggio.

DUCCIO, CONGEDO DELLA VERGINE DAGLI APOSTOLI, SIENA: si chiude a riccio a Siena,
alla fine della sua vita e realizza questo, dove non può non avere assimilato certe classicità di scorciare
volto 3/4 e profili ma ci dichiara che non sono queste le cose importanti. In questa scena si vede che c'è
una specie di scatola spaziale, dettagli solaio in maniera centralizzata, l'arcata dovrebbe essere parallela al
piano di fondo ma Duccio ci infila gli apostoli, ci sono cose gigantesche, antitetica rispetto a Giotto che
era razionale, Duccio sapientemente irregolare ed empirico. Come l'arco lo spezza e lo rende ogivale,
perché era la vita più veloce, Giotto non l'avrebbe mai fatto. Tutti sono giotteschi ma tutti sono anti-
giotteschi

SIMONE MARTINI, STORIA DI SAN MARTINO, ASSISI: Martini più maturo, scatole spaziali,
ambienti scorciati, non lo stesso rigore di Giotto, l'alta re ha il punto di fuga molto alto, funzionale ad una
descrizione attenta, della messa dell'altare, niente é così preciso: libro, calice, croce. I panneggi fanno
trasparire il corpo, naturalismo più epidermico che strutturale, Martini é l'altra via a Giotto. Finirà la sua
vita ad avignone.

G.MENABUOI, ANNUNCIAZIONE, PADOVA: Come cesura 1348, peste, crisi religiosa e culturale, si
parla più del nord, nel nord si sviluppa la Civita delle corti e sogni ride, pittore di origine Fiorentina ma si
forma a Milano, con i Visconti, quando Giotto spesso va a Milano e poi va alla corte dei cadessi a Padova.
Raffigurazione carica di suggestione sacrale, vergine che affonda nella penombra, la cornice interseca e
tagli l'architettura continua. Pochi pittori lo fanno nel trecento.

GIOTTO, STIGMATE DI S.FRANCESCO, PARIGI, 1295: Le figure di Giotto prima sembravano dei
manichini, in quanto scopre la terza dimensione, la mano che gita nello spazio con ombre più aggressive e
Pieve graffianti e taglienti, che sono un retaggio di Cimabue (maestà, Parigi 1280), in Cimabue preme la
volontà di dare consistenza, atte verso panneggi, che riprendono Nicola pisano, Cimabue lo vedeva nel
pulpito del battistero. Scavare le pieghe, con le loro spezzature, effetto molto acerbo, ammatassar di delle
pieghe che gonfiano il corpo, dettaglio mano che deve sorreggere il bambino, schematizzate che fanno
presa, effetto bidimensionale, mano sotto, Giotto gli darà consistenza.

MAESTRO DI S.CHIARA (1280, Assisi) MAESTÁ


DUCCIO, MAESTÁ RUCELLAI, UFFIZI 1285: Effetti fascianti che ingoffivano la Madonna, il trono
é popolato di trifore, che fanno intravedere la pedana, stoffa seduta, anche lì India di avanti e dietro, senza
tridimensionalità, preparano la strada, Giotto tira le file.

Dettagli Cimabue MAESTÁ del Louvre: Reticolo pennellate, rendere espressivo il volto vengono
deformate, malinconiche attraverso questo. Con Giotto questo viene superato, tutto risulta più geometrico.
Natività di cristo (palatina), natività di cristo, collezione privata (seguace di Giotto: La Madonna
guarda il bambino, il bambino non guarda la Madonna, mentre nell'altra entrambi si guardano, trasmette il
sentimento della figura materna e lo scambio di sguardi.

Giotto, natività di cristo (Padova): Intensità e tensione dei gesti, più parlanti ed efficaci, la vergine in
avanti, aiutati dalla ancella, gli sguardi che si corrispondono ,i 3/4 appena accennati, si sviluppa un
virtuosismo.

Maestro del 1324, dossale del beato leone bimbo 1321: Giotto arriva a Padova, pittori veneziani che
reagiscono, le figure molto colonna le, molti di 3/4, architetture coloratissime, aggettai, frammentati,
Paolo veneziano é quello più conosciuto e acclamato, impalca una narrazione convincente.

Madonna con bambino, e Madonna con bambino lorenzetti: raffigura questi bambini pieni di energia,
con varietà accidentale, sempre seguendo scema bizantino.

Cimabue, crocifissione, Assisi: Noi giudichiamo qualcosa che non é quello che doveva essere, arancio
doveva essere una base di fondo, su cui stavano i colori a secco che sono caduti, che facevano le ombre,
gigantesco, gli angeli grandi, piangono, urlano, con le vesti stropicciaste, come da un vento i lento, la
Maddalena va verso l'alto.

Giotto, compianto su cristo morto: Giotto= antitesi Cimabue, scorci spaziali, moderato, gesto
Maddalena urlante, tradotto nello spazio di San Giovanni con le braccia aperte che simula lo spazio,
alcune figure di quinta, ovvero di spalle, uno stratagemma che usa Giotto, figure non protagoniste,
scandiscono i piani. La vergine abbraccia con impeto il corpo morto del figlio, distaccato, medita, valori
più moderati. Pois profondi, alcune figure pacate, altre piangono, alzano le mani.

SIMONE MARTINI, CROCIFISSIONE, ANVERSA: per certi versi torna a Duccio, CIMABUE E
MARTINI SAN GIOVANNI DOLENTE 1265-1320: Arcangelo gabriele annunciante reims, contessa
reglindis, naumburg, Sorriso diventa attributo signorile dell'aristocrazia, sorride chi se lo può permettere,
sondaggio innovativo, resa e fisicità dei corpi.

Giotto, rinuncia agli averi, Assisi: Rinuncia agli averi, scena popolosa, c'è il padre sdegno, del figlio che
rinuncia a tutto,

Limbourg, mese di aprile: Fine del 300 vesti lunghissime, nel gotico internazionale, inizia la miniatura
francese, gli abiti sembrano come di una festa, ma in realtà è solo la mada del tempo.

Giotto, omaggio dell'uomo semplice, 1290: Prima storica ma ultima, per Giotto é importante è che si
riconosca la piazza di Assisi, limiti che ci sono ,visti in positivo, perché il tempio della minerva, che
adesso chiesa, con accanto il comune, inizio del 300 altro livello della torre, elemento molto importante.
Tempio a sei colonne, Giotto ne mette cinque, in relazione all'asse e alla simmetria, per i tempi però é già
straordinario, poi nel quattrocento Cambierà tutto. Paesaggi odi Giotto, sempre roccioso, in quanto si
presta a creare dei piani, i senesi andranno oltre a rendere la bellezza e dolcezza dei paesaggi collinari.
Libro dell'arte, afferma come si dipinge stoffa, incarnato o paesaggio, evidente che il modello é il
paesaggio roccioso di Giotto.

Lorenzetti, effetti del buon governo: Paesaggio, dilatazione, vastità dei colli senesi verso la maremma,
si popola verso una descrizione dei mestieri e agricoltori, valore documentario. Le radici sono nel
duecento, descrizione utensili, mestieri, cicli dei mestieri, uccisione del mais le, boscaiolo, gestualità,
barbiere, muratori.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 3 24/09/19


"Roma quanta fuit ipsa ruina docet"

Problema che parte dal rapporto con l'arte classica, l'immagine più famosa è quella dei nani sulle spalle
dei giganti, raporto di riferenza e fonte dell'antichità, tenendo sempre la superiorità che ha l'artista
medievale, le opere antiche vengono ammirate ma sentite lontane, però bisogna renderle proprie. Ci sono
dei testi "Mirabila subis", dove si parla della roma cristina, grandi basiliche, fondate dall'età costantiniana
e in avanti, Roma ha un tracollo grandioso, nel corso el medioevo però subisce un degrado, la campagna
era in mezzo alla città. Proprio in questo misto di grandiosità c'è una decadenza che condiziona l'artista
medievale, nel frattempo viene costruita una nuova roma, che è costantinopoli, la nuova roma cristiana,
l'impero sopravvive solo a Costantinopoli, in maniera continua. (Ottaniano, si rocnosce subito come
imperatore di Constantinopoli -pergamena importantissima che lo ricorda-). L'arte bizzantina ovviamente
ha come riferimento Costantinopoli, successivamente molte di queste opere verranno distrutte con
l'assedio della città, le altre città sono: A.d'egitto, Ravenna. I sudditi dell'impero sono detti "Romani",
questo ci fa capire tante cose.

MINIATURA QUATTROCENTESCA (Dittamondo Fazio degli Uberti): L'autore viene


accompagnato da Solino, si immagina l'incontro con Roma, Roma è presentanta come una donna vecchia,
decrepita, malandata, caduta in misiera, ancora alla metà del 400 c'è l'idea della decadenza di Roma. "Una
donna scorsi vecchia in vista e trista per costume". Le rovine di roma che vanno decifrase, lette, di cui si
riconosce la grandezza.
(Dittamondo libro I CAP. XI 35-45( NIccolò 5°/Leone 10°, saranno i papi a dare forza alla capitale, in
quanto prima c'era stato lo scisma d'occidente, che si conclude con l'elezione di Martino 5° che nel 1420
arriva a roma, dopo più di un secolo, perchè prima erano ad avignone. Ci vorranno molti anni, il restauro
delle basiliche, prima di passare al rinascimento. Si parla del giubileo da parte di bonifacio 8°, si parla di
pellegrinaggi, da allora non si può più andare in terra santa a Gerusalemme.

CIMABUE: BELA CON SAN MARCO E L'ITALIA (PART. VEDUTA DI ROMA) Assisi Basilica
superiore 1277/1280: Non c'è ancora una resa tridimensinale, tralasciando l'intuizione di spazio, per la
fine del 200 è impressionante l'attenzione a rendere riconsocibili certi monumenti della Roma, c'è
accozzato il Pantheon, con il campanile, fino a quel tempo la chiesa più importante era san giovanni in
laterano, dietro di tutto si vede il Campidolio, sede del senato, Carlo d'angiò, abbiamo gli stemmi orsini,
papa niccolò terzo e senatore suo nipote.

MOSAICO C.525 ADVENTUS DI CRISTO, ROMA, SAN COSMA E DAMIANO: Chiesa fatta nel
525, nel foto romano, già ababstanza tardo, a vertice dell'apside si erge un cristo con un cristo che non è
benedicente, ma il gesto dell'"Adventus", ovvero quando l'imperatore, condottiero, solleva la destra,
diventerà tristemente durante il fascismo, simobolo aggressivo, in reatà l'origine è in augusto, dominatore
benigno, che sa contemporare, questo è il lessico classico, attribuita a cristo, sulla sinistra tiene un rotolo,
il codex è un invenzione del medioevo tardo antico.C'è anche la chiave che richiama il mondo classico.

PIETRO CAVALLINI, AFFRESCO S.GIOVANNI IN VALEVO, MAISTES DOMIN FRA LA


VERGINE E SAN PIETRO: Chiesa del cardinale Iacopo, che non diventerà mai papa, riprende il cristo
Adventus, a distanza di quasi mille anni, è un antico che gli artisti romani sono schiavi, è fuori di roma
che troviamo un rinascere della pittura. I motori sono più assisi che firenze e Roma. Si vede l'accenno di
arte Paleocristina, nel corso dei secoli anche le decorazioni delle basiliche vengono restaurate e rinnovate,
è anche una ripetizione, una copia ocnforme che non muore mai, ci sono dei momenti di riappropiazione,
uno significativo è la fine del 200. Va capita che è una roma che gioca il suo ruomo in quanto
cosmopolita, molti cardinali sono francesi e risiedono lì che si muovono per viterbo e orvieto, dove hanno
le residenze esiste, con sempre l'ombra dell'antico, della necessità di equiparare l'arte straordinaria.

ROMA, SANCTA SANCTORUM CON COLONNE DI PORFIDO ANTICHE: Cappella


privatissima, di accesso solo al papa e grandi della curia, edificio pianta centrale. Una serie di
archeggiature, che non sono romaniche ma neanche gotiche, con dei mosaici, con delle pitture, nel 500
rifatte, rifatte anche una 20ina di anni fa. Niccolò 3° inginocchiato tra s.pietro e s.paolo.

JACOPO TORRITI, PAPA' NICCOLò 3° OFFRE IL MODELLO DEL SACTA SANCTORUM


PRESENTATO DA S.PEITRO E S.PAOLO: Il volto è uno steriotipo di niccolò terzo, non è certo un
ritratto, sono sempre bidimensionali, interessa la gandiosità di ciò.

OPUS COSAMTESCO ROMANO (13°SECOLO) FILIPPO RUSATO, MOSAICO CON CRITO


IN MAIESTAS BENEDICENTE, ROMA, S.MAGGIORE: Sono pure decorazioni, con questo
rivestimento geometrico, prezioso, scintillante, giotto stesso a partire da assisi, imprezziosisce tutte le sue
opere, con le incorniaciure, l'ordine è roma con opus cosmatesco, non ha niente a che fare con il
lnguaggio classico. Disciplinata da geometrie. Roma cosmopolita, che non sviluppa organicamente una
rinascita dell'antico. L'Antico è un misto di conservatorismo, bizzantinismo e lampi di di apertura
internazionali. Nei mosaici abbiamo un prestigio dei l'arte bizzantina. Il monogramma è in greco (Gesù
ogni presente).

RENOVATIO CAROLINGIA: La rinascita non avviene a Roma, però c'è bisogno di attaccarsi
(RENOVAZIO=restaurazione impero romano). Carlo magno dopo tre secoli, fa nascere il sacro romano
impero di occidente, a paritre dall'architettura, in quanto cnosciamo parzialmente, tutto è andato distrutto.
tra i pochi superstiti di arte carolingia abbiamo questa porta (diapositiva, arco di trionfo e porta). Laporta
è dentro le mura, chi arriva, chi entra partava sotto questo trittice, è evidente che schematicamente ci si
rifà all'arco di costantino, con un doppio ordine, una specie di attico, poi è una ripresa molto schematica e
simbolica, aspetto vivacemente policromo, giocata con scacchi e rombi. E' una specie di arco trionfale,
dove ai accede ad una grande sala di accoglienza. A livello di linguaggio si nota una trabezione a zig-zag,
elemento di efrazione totale, rispetto al linguaggio classico, di origine barbarica, che interferisce nell'arte
carolingia.

MARCO AURELIO (PIAZZA CAMPIDOGLIO): Fino al 500 stava al laterano, esattamente nel
mezzo, quando si entrava, era una delle meraviglie urbis, perchè si pensava fosse costantino, si era perso
l'aspetto che era marco aurelio, in quanto l'uomo vuole l'imperatore cristiano. C'era anche a Pavia, che poi
viene fuso per fare le bombe.

BRONZETTO CAROLINGIO, STATUA EQUESTRE DI C.MARGNO (PARIGI, LOUVRE):


Ideologicamente ci si rifà all'antico ma poi si copia l'arte paleocristiana, è un antico che evolve verso una
concezione diversa, è proprio Ravenna, fino al 752 quando i longobardi la conquistano, con la vittoria dei
franchi sui longobardi, carlo mango porta ad acquisgana un monumeto equestre di teodorico, re goto, fine
5 secolo, che diventa carlo magno. noi abbiamo questa statuetta a Parigi, che doveva essere un
monumento grandioso.

MINIATURA CAROLINGIA SAN GIOVANNI EVANGELISTA, VANGELO


DELL'INCORONAZIONE DI CARLO MARCO (VIENNA) 800: L'arte viene vista anche nella
copiatura, questo lo fanno i monaci, li savano a livello testuale e li trasmettano così come le immagini, i
prototipi non li abbiamo più, riusciamo a capire, quanto è un modello, quanto invece è fatto da loro,
carico di una forte espressività. Era un'arte strategica, con il diswrgno policromo, è sopavvissuta ed è ben
cosnervata, rispetto a tante altre cose. Questo è il codice carolingio più importante, commissionato da
carlo magno, così importante che se lo porta nells tompa. Ottone 1°, da origine al saco romano impero, fa
ispezionare la tomba e si impone del libro, ecco perchè è a vienna. Ha solo quattro grandi miniature, con
iquattro evangelisti che si stagliano, i colori si sono scheggiati, si impressioni che gli evangelisti non sono
come l'arte bizzantina ma xcon una toga bianca avvolta al corpo, figure monumental, grandiose.
L'architettura del trono un pò scombinata, alcuni elemeti sono classici, il cielo è azzurro, che rivisita il
codice di 5/6 secolo. Ha delle strane proporzioni, mani artigliate, espressive, pittura abbreviata, si carica
di pathos, epsressività vita.

VANGELI DI SAINT MEDARD DE SOISSONS, MINIATURA CAROLINGIA, SAN GIOVANNI


EVANGELISTA: I Carolingi non copiano soltanto ma stravolgono l'arte, con queste l'architetture
esplose, nell'incorniciatura ci sono dei cammei, ovvero oggetti di pregio classico, in assoluto sono gli
oggetti più raffinati e preziosi, che vengono recuperati, sarà federico II° che le collezionerà. I soggetti non
hanno un soggetto preciso ma indicano i cammei.

APOLLO MEDICO MINIATURA, ISIDORO DI SIVIGNLIA (ABBAZIA DI NONANTOLA) IX.


SEC: E' un codice Carolingio, fondazione irlandese, ateneo Piacentino,pagina con Apollo, si prende in
riferimento un imperatore bizzantino, che a sua volta riprende l'atnico, però è raffigurato in maestà come
cristo, aurea sacrale, ieraticità, limbo quadrato, limbo del vivente. A partire da gregorio Magno, si vedono
raffiugurazioni di personaggi viventi, con il limbo quadrato, mentre i personaggi sacri hanno il limbo
circolare. Il miniatore ha addottato il limbo quadrato.

MAESTRO DEL REGISTRUM GREGORI, SAN GREGORIO "OTTO IMPERATOR ET


AUGUSTUS" OTTONE 3° RICEVE L'OMAGGIO DELLE PROVINCE (MONACO) 1000:
Seconda rinascenza è quella ottoniana, in mezzo al decimo secolo, secolo di ferro, abbiamo dele ondate
nuove di invasioni: ungari, saraceni, sono proprio dei saccheggi, città rase al suolo. L'impero carolingio
rinasce in germania con ottone primo. La rinascenza ottoniana anche policamente è succube dei carolingi,
sono anche alleanze politiche, tese con l'imperatore. L'arte Ottoniana è più Aulica, le miniature ritraggono
l'imperatore ottne 2°. Nella prima: solenne sul trono Nella seconda: omaggio province, tema ricorrente,
prostate a terra in genere, qua invece sono erette. Donne coronate, le quattro province dell'impero, anche
gli artisti ottoniani sono lontanissimi dall'art.e I colori a sinistra sono tenui, mentre a destra sgargiati. I
carolingi pittoricismo, mentre ottoniani più bizzantineggianti.

COLONNA BRONZEA ISTORIATA CON SCENE CRISTOLOGICHE (1020):Commissionata da


Bernward, vescovo di Hildeshein, gli imperstori si fanno una villa sul palatino (Bernward), quando torna
si fa fare le porte di bronzo, poi si fa fare una colonna, come quelle traiane ammirate a roma, nastro che
gira intorno al fregio continuo, storie cristiane.

AVORIO BIZANTINO DI ETA' MACEDONE (INGRESSO DI CRISTO A GERUSALEMME):


Ingresso cristo a Gerusalemme, si trova a berlino , hanno eccellenza e perizia tecnica, il virtuosismo sta
anche nel traforo. E' una trina, lavorata da sotto, la volta dell'edicola si è rotta, inquadra l'ingresso di cristo
sull'asino a Gerusalemme. Mentalità astratta, anti-naturalistica. Se leviamo le singole figure, vediamo che
l'asino è naturalista, descritto con gli zoccoli, arte codificata. L'edicla resa leggera con un traforo, ricc,
complessa. I bambini lanciano le loro vesti all'asinello, questo si lancia del vuoto. In primo piano c'è un
fanciullo che si chiena su , si riferisce allo SPINARIO, statua bronzea in campidglio, aveva una sua aurea
emblematica.

SPOLIA Modena, torre della GHILARDINA, duomo, pramentro esterno con conci reimpiegati:
Volevano distruggero tutto, per trasformare in cave, ovvero marmi costosi, che principlamente venivano
dalla grecia. Si distruggono i tempi dell'uomo pagano, l'uomo medievale si sente inferiore, distrugge
l'edificio classico per distruggere e creare qualcosa di nuovo. Non a caso in genere vengono anche tagliati
o ruotati, èer rendere evidente questa riappropiazione, ovvero decontestualizzati, mettendoli storit. Il
maggiore edificio (duomo di pisa e modena), duomo di modena, italia padana, dove i marmi non
abbondano, spesso in laterizio. Spicca questo rivestimento, pieno di elementi frammentari ricavati da
manufatti di età imperiale. Spogliando si imita e copiano ceerti elemeti.

WILIGELMO: GENIO FUNERARIO, CON FACCE DIVERSE A TERRA (MODENA DUOMO):


Con la consapevolezza di fare un qualcosa di classico che viene superao, facciata mondo pagano.

MODENA DUOMO, WILIGELMO STORIE DELLA GENESI E UCCISIONE DI CRISTO:


Quattro frammenti, riferimento alle premesse del mondo cristiano e antico testamente, narrazione a fregio
continuo, ovvero tutti gli episodi insieme, senza soluzione di continuità. E' un riferimento all'antico, come
le colonne tortili. Piace il tema della narrazione a fregio continuo. Gli archetti che scandiscono, insieme
alla colonnina, sembra un loggiato, in reatà vocavolo astratto, archetti uno diverso dall'altro, no regolarità,
quello sarà il gotico. Con il gotico si introduce la regolarità.

MASSA MARITTIMA, DUOMO RILIEVO FUNERARIO ROMANO DI


SPOLIO .A,LORENZETTI: Sarcofago romano, che nel trecento è stato utilizzato per uso funerario, è
interessante che abbiamo un finto polittico, con questi elementi.

FIRENZE, BATTISTERO ESTERNO DELLA SCARSELLA, RILIEVO ROMANO DI SPOLIO:


pigiatura del vino, temi bacco dionisiaco, che viene cristianizzato, attraverso la morte avviene la rinascita.
Incastrato in maniera regolare, nella scarsella, ha questa valenza, volutamnte tagliato.

PISA, DUOMO, PARAMENTO, ESTERNO CON CONCI REIMPIEGATI: Elementi tagliati e


messi insieme.

VENOSA, SANTISSIMA TRINITA': Tra puglia e basilicata, abbazia andata in rovina, a cielo aperto,
elemetni messi per dritto,.

ROMA, DAL TEMPIO DI APOLLO IN CIRCEO: Lo spoglio porta con se l'imitazione, piuttosto
attenta, in età romanica abbiamo esempi impotanti. Capiteo classico, mentre l'altro è come stato tradotto,
fogliami di acanto, profilo ispido. (30 A.C)

VENOSA, SS.TRINITA': Foglie schiacciate, lisci, line para, stilizzazione grafica, permette di
riconsocere il fatto che non è di spoglie ma una copia romana. Vicino a questo capitello, ne abbiamo altri
che imitano i capitelli del 6° secolo, ovvero eta' di GIustiniano, rinascenza, ultima fiammata linguaggio
classico, che per noi vuol dire ravenna.

VENOSA, SS.TRINITA' CAPITELLO A CESTELLO: Parte arta volute capitello corinzio, il modello
è di Porec, ISTRIA, basilica eufrasiana. Qualcosa che nel mondo classico non c'era.

CAPITELLO COMPOSITIO CLASSICO RAVENNA, SAN VITALE, CAPITELLO


COMPOSITO: Il capitello composito è l'altro grande modello, parte bassa=capitello corinzio, poi in cina
ma ovuli e volute. misto tra capitello e ionico. A san vitale, maniera più geoemtrica.

RAVENNA, SAN VITALE, PRESBITERIO, FALTENKAPITELLEN: Capitelli, più evoluti, si


semplifica, ma al tempo stesso si smaterializza, il virtuosismo dei bizantini, lavorato sotto squadro,
rendere leggero il materiale, ricchezza decorativa, anche attenzione che porta alla dimensione
trascendente, invenzione de pulvineo, che risale al sesto secolo, al posto dell'abaco, tronco di piramide
rovesciata, che crea una specie di strozzatura e rottura, anti-strutturale. Idea di leggereza, santa sofia, a
costantinopoli è il chiaro esempio. Le foglie, tema modulare, tutte ugali.

RAVENNA, CAPITELLO IMPOSTA, SAN MICHELE IN AFRICISCO


BRESCIA, S.SALVATORE, CAPITELLO IMPOSTA: Riassorbito nella funzione di imposta, il
secondo capitello i longobardi spogliano, ravenna è la sede dell'esarca, governatore che poi è di
costantinopoli. La colonna marmo greco cipollino-peloponneso, messi insieme in maniera eterogenea.
MILANO, MUSEO ARCHEOLOGICO S.MARIA DI AURONA: Una croce con croce gemmata,
semplificato

SPOLETO, MUSEO CIVICO CAPITELLO LONGOBARDO: Molto semplice, intglio a 15°, ridurre
il diamentro, a spoleto un capitello di 8°sec. Non c'è il doppio giro, uno solo,pieno di volute, molto
schematico.

BATTISTERO DI FIRENZE: Edificio straordinario, più importante di tutta Firenze, inmagine della
firene cristiana ma anche romana. Tempio di marte cristianizzato, ne parla Filipo villani, nel 400.
Carattere geometrico, grandioso, straordianario, sotto fatti scavi trovati domus. Organicamente è qualcosa
di refondato, alla fine del 11 secolo. Pianta centrale (interno battistero), pianta ottagonale, ovvero giorno
del giudizio finale, giorno sena tramonto, forte simbologia. Ha in mente il Pantheon, volontà di ispirarsi
all'antico. Concessione geometrica, così scandita, due ordini più attico, come l'arco di costsntino.
Lessicalmente nei dettagli, policromie romaniche, colpisce in particolare, articolazione arcate, pareti.
L'ordine superiore, vede l'alternanza di timpani e lunette, eleemtni vitruviani, fregio classico, sempre tre a
tre. Paraste scanalate. Molti elemeti del lessico classico. In alto, fregio classico, importante ovuli e dardi,
Pcorinzi.

VENEZIA, SAN MARCO PARETE SUD DEL TESORO, COI TETRARCHI NELL'ANGOLO E
ALTRI "SPOILA": I Veneziani sentono inferiorità, Acquileia, sente la necessità di cambiare, anche se
era la maggiore città del nord italia, decade completamente, venezia deve elaborare il mito delle sue
origini, di san marco, che rubano da alessandria d'egitto, che da lì viene a venezia, la cattedrale sarà
sempre san pietro di castello, non san marco. il Doge ha il proprio palazzo accanto alla chiesa, come la
cappella palatina. Città assolutamente eccezionale, sono come la nuova costantinopoli, che nel 1204,
porterà a saccheggiare costantinopoli, in qunato daranno le navi, non capendo che i nemici sono i
bizantini. (4°CROCIATA). Prima san marco era tutta lateizzia, presi dagli spogli di ravenna, l'esterno
invece è tutta roba della quarta crociata. Si vedono i marmi piu' pregiati. Dentro abbiamo mescolati con
marmi greci, abbiamo rilievi della san marco 1 e 2. Abbiamo i PLUTEI, fondamentali nell'alto medioevo.
Nell'angolo ci sono i tetrarchi di diocleziano.

MOSAICO DELLA CUPOLA ELL'ASCENSIONE, VENEZIAS.MARCO


FORTEZZA PORALE MAGGIORE DI S.MARCO ARCHIVOLTO DEL II ARCONE; Serie di
virtò, per la forteza si guarda ercole o sansone, quindi al mondo antico e classico.

ERCOLE E IL CINGHIALE & ERCOLE E IL CERVO E L'IDRA DI LERNA: Si riprendono le


fatiche di ercole, l'idea è indicativa, lettura di ercole come figura di cristo

CASTEL DEL MONTE, FOND. FEDERICO II: Personaggio straordinario, italia meridionale, ha
influenza sulla cultura islamica, quindi riprende la scienza medica, entra in contrasto con il papa che lo
voleva lontano, non dietro casa. "Stupor mundi", viene visto abilmente, rete di potere in germania.
1230/40 italia meridionale al centro del mondo. Si confronta con il mondo classico. Rileggere l'antico,
con lam odernità, curiosità naturalistica del gotico nascente, no contraddizione ma sinergia totale. Edificio
che è come un teorame, proporzioni, torre ottagonali, dimora di piacere, rimane incompiuta alla morte di
Federico, l'interno doveva essere ricchissimo, come i castelli islamici, edilizie normanne.
PORTALE: mescola eleemnti gotici e classici, un classico= arte gotica, ispirazione classica.

RITRATTO PRESUNTO DI FEDERICO II, COME GIULIO CESARE, AUGUSTALES DI


FEDERICO II E SIGILLO: Intorno a federico II, monete con il profilo, il busto sta a barletta,
l'immagine di giulio cesare, anche se è rovinato, ha le labbra schiuse, rughe sulla pelle, è un criptoritratto
di federico II come Giulio cesare. Non è propriamente il ritrato di federico II, testimonia il rapporto
all'antico, che si prera al rinascimento, compete con il naturalismo e a arte classica.
PORTA DI CAPUA, INCISIONE E DISEGNO DEL XVIII: Ultimo dominio di Fede II, prima del
papa, fa erigere una porta medievale, basamento bugna liscia, riprsa da edifici classici. Busto di Fede II,
che si rivolge quasi verso il papa. Panneggiamenti dei sarcofagi classici.

SARDONICA FEDERICIANA CON ERCOLE E IL LEONE DI NEMEA: Tazza farnese, sardonica


antica, si trova a napoli al museo archeologico, il drago è romanico, medievale.

SARDONICA FEDERICIANA CON DONNA COL FALCONE: Si trova al bargello, mondo della
caccia, simbologia amorosa, immagine dell'immagine della caccia amorosa, donne ocn attrezzi della
caccia, simbologia. stilisticamente veste attillata, stretta, modo in cui i panneggi fasciano il corpo.

SARDONICA FEDERICIANA A TRESTRATI, CON DUEBUSTI E FANCIULLA: in testa fascia


che si usava nel tempo.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 4 26/09/19

IL RUOLO DELL'ARTISTA NEL MEDIOEVO E LA


RAPPRESENTAZIONE DEL POTERE

"Una vita al godimento nelle opere d'arte italiane" libro


E' stato inteso come un sociologo della storia dell'arte, lui vive nel tempo di fine estetismo.

VUOLVINIO: Altare di Sant'Ambrogio (Milano): Sfatare il luogo comune dell'artistica, ovvero che
l'artista prima del rinascimento non abbia un ruolo sociale, non c'era il "Quadrivio perfetto". C'era la
consapevolezza dell'artista, ovvero dall'umile artigiano all'eccellenza (le rinascenze), in questi momenti di
ritorno alla tradizione classica, si fa ritorno anche alla personalità dell'artistca. Rinascenza Carolingia,
Sant'ambrogio a milano è per eccellenza il romanico in Lombardia. Sappiamo con certezza che sia del 9°
secolo, ci sono le date dell'arcivescovo di Milano. in basso ci sono due medaglioni che da una parte va
verso il committente, dall'altra verso sant'ambrogio, le iscriozni sono importanti e dicono "Vuolvinio
maestro e artefice".

IL DUOMO DI PISA: Impresa grandiosa che avviene in due parti, che è la somma della cattedrale di
Buscheto, una protesi che allunga la navata, in facciata c'è la tomba del primo architetto, che appartiene
alla fondazione 64, fondata nell'11°secolo. Fregio strigilato, che è di spoglio, poi vengono aggiunte le
iscrizioni sopra, c'è un'altra facciata, che celebra Rinaldo, "Questo tempio di marmo candido non ha
paragoni", è la frase incisa nel fregio. E' un'opera che esula dalla prassi, o anche che non ha termini di
paragoni, tanto è straordinaria.

MODENA, DUOMO EPIGRAFE DEDICATORIA, 1099: La fondazione del duomo di Modena, inizio
del 12°secolo, c'è in facciata un epigrafe, che commemora la fondazione che dice: "La tua scultura, o
Vuiligelmno, ora dichiara quanto tu sia degno di onore tra gli scultori", la lapide è tenuta da due profeti.
C'è una cultura latina raffinata, che celebra la scultura dell'artista.

VERONA, SAN ZENO: Gli epigrafi, si ritrovano ancora più forte a Verona, abbiamo quattro iscrizioni,
l'esempio più bello è la Sacra di San Michele, dove c'è l'iscrizione di Niccolaus, poi il duomo di Verona.
Qua lui viene celebrato come sculture, è stato il primo ad espandere i facciata la Gensi, a sinistra vangelo,
destra antico testamento, sinistra li fa Guglielmo, destrainvece Niccolò. Stilisticamente si vede che è uno
stile diverso, anche nell'altare di Sant'Ambrogio si vede che è fatto da due mani diverse. Più originali
sono quelli di sant'ambrogio, in quanto vanno un pò inventate, mentre le storie di cristo sono così e non
possono essere cambiate. L'iscrizione del caso di Niccolò dice: "Le genti che accorrono lodano nei secolo
questo niccolò, artista sapiente che scolpì queste cose". Ha le sue radici anche in Bocaccio e Dante.L'altra
iscrizione che invece lo elogia dice: "Qui si possono trarre gli esempi dell'eccellenza di niccolò" e sotto in
riferimento s Guglielmo, si rivolge alla Madonna, pregandola di pregare per lui: "Maria salvi per l'eternità
Guglielmo che aveva scolpito queste cose".

RELATIO DE INNOVATIONIS ECCLESIA - CATTEDRALE DI MODENA: La "relatio" è un testo


molto scarno, con ogni pagina illustrata ampiamente, è celebrativo, fatto tra 12/13 secolo, quando il
duomo di modena viene rinnovato, con le volte, il rosone, in questo contesto si sente l'esigenza di
celebrare l'impresa, questo è molto interessante, perchè vediamo Lanfranco, ci sono i manovali e operai,
importante perchè successivamente nel basso Medioevo gli operai avranno una denominazione diversa, in
quanto "museo dell'opra" che verrà fatto successivamente. Si vede l'atteggiamento, le proporzioni
gerarchiche.

AUTORITRATTI DI MINIATORI (frate Rufillo) Ginevra, biblioteca: Le prime regole vengono date
da San Benedetto, nei monasteri è lì che si copiano i manoscritti, in casi rari, il miniatore si prende la
licenza di essere raffigurato. Si mette nel mzzo alla lettera, con il rasoio per correggere e raschiare il
disegno, lui è Frate Ruffillo, è un'idea giocosa.

ANONIMO MINATOR FRANCESE, Giovanni colonna, Parigi, Biblioteca: A partire dal 200 iniziano
le prime botteghe borghesi, avviene questo a Parigi e Bologna, in quanto c'è bisogno dei libri per le
scienze giuridiche. Nascono le botteghe laiche, in italia parte ds Bologna, cambia, totalmente, in quanto
diventa un artigiano come gli altri, nel 300 ci saranno anche artist che fanno pittura e miniatura (Pacini di
Bonaguida), i miniatori nel 300 sono i primi artisit che diventano stipendiati di corte, con il mecenatismo,
la miniatura è di metà 400, il miniatore viene visitato dal signore, c'è un gioco complesso di relazioni del
mondo, si voleva dimostrare la bravura, le opere preziose, quindi l'artista stesso si celebra.

GIOVANNI PISANO, ISCRIZIONE DEL PULPITO DEL DUOMO DI PISA (1302-1310): Noi
usiamo le fonti primarie (documento diretto ed esplicito, il saldo di un artista), fonte secondaria (trattato
che parla di un'opera, con un ragionamento critico, non sempre affidabile). Se un'opera è datata e firmata,
questa è una fonte fondamentale. Questa è una delle iscrizioni più incredibili, nel Duomo di pisa, ci fa
capire che lui vuole difendersi dai suoi denigratori, è in forma di preghiera, così come l'opera che per
l'artista è una preghiera. E' come se l'opera parlasse, è lei che parla dell'artista. La conclusione è quasi
aforismatica: "E' indegno, vergognoso, chi è degno di diadema, ovvero della gloria/corona". Afferma che
la sua arte parla da sols.

PISA, BATTISTERO ISCRIZIONE PULPITO N.PISANO: Questo è il padre di Giovanni, si


promuove in maniera importante, l'iscrizione recita così "Sia lodata questa".

TOMBA DEL VESCOVO DI PISTOIA - CASOLE D'ELSA: "Gano senese scolpì quest'opera insigne,
la sua degna mano è degna di lodi immense".

VENEZIA, SAN SIMEON GRANDO - 1318: Tomba di Marco Romano, aveva copiato l'iscrizione fatta
a Casole d'elsa, dopo circa 15 anni, la copia "Marco Romano scolpì quest'opera insigne, la sua mano
degna non è poco degna di lodi". Marco romano è uno dei grandi iscrittori di primo trecento.

ANDREA PISA, SCULTURA E PITTURA, RILIEVI DEL CAMPANILE DI FIRENZE: Tra le varie
raffigurazioni c'è la scultura e pittura, Andrea Pisano, lavora negli anni dell'ultimo Giotto, a sinistra
lavora, a destra, il pittore con tre opere, ci fa intuire che si realizzavano opere da vendere, c'è un trittico.
Però ci fa capire che un pittore del trecento non lavorava in questo modo, con un grande mantello, il
messaggio è evidente, ls nobiltà e dignità dell'artista = grandi testimoni dell'artista, ms al tempo stesso al
mondo antico e al vestito togato. La polemica è molto forte. Po nell'umanesimo verrano teorizzate
soprattutto dal Ghiberti.

COLA PETRUCCIOLI, AUTORIGRATTO (PERUGIA, SAN DOMENICO):Qui siamo a perugia, il


95% è stato distrutto, è emersa la cornice inferiore, siamo verso il 1400, ovvero Gotico Internazionale,
come G.Da Fabriano.

TADDEO DI BARTOLO, CRIPTORITRATTO DEL PITTORE NELLA FIGURA DI SAN


TADDEO, Montepulciano: L'artista si ritrae in San Taddeo, le teste sono tutte steriotipe, tranne lui, la
gestualità è quella dialettica, l'artista parla attraverso le opere, messaggio molto raffinato, dice che "Sono
Taddeo e attraverso la mia opera parlo".

OPUS IOCTI FLORENTINI: GIOTTO STIMMATE DI S.FRANCESCO (PARIGI): Tutte firmate


come "Opus iocti florentini", c'è stato fatto uno studio dietro. Giotto è il primo pittore che afferma questo,
si rapporta al passato, ovvero alla pari di Fidia e Prassitale.

DUCCIO MAESTA', DUOMO DI SIENA: Diversa è la sua firma, nel giugno del 1311, una
procesisone cittadina porta dalla sua bottega al duomo l'opera, che è 6x6 metri, colossale inno alla
vergine. nella padana del trono spicca una preghiera: "MATER SANCTA DEI/ SIS CAUSA SENIS
REQUIEI/ SIS DUCIO VITA/ TE QUIA/ PINXIT ITA" ovvero "O sanra madre di dio, sii fonte di
tranquillità per Siena, sii vita per Duccio poichè ti h dipinta così".

SIMONE MARTINI, CONTROFRONTESPIZIO DEL CODICE DI VIRGILIO, MILANO,


BIBLIOTECA AMBROSIANA: Tra simone Martini e Petrarca, i rapporto si stringono, si incontrano ad
Avignone, incarna la figura cortese dell'umanista, Simone martini dal 36 al 44 va a lavorare ad avignone,
ovvero grande prestigio. Petrarca aveva un codice Virgiliano, che gli viene rubato, lo recupera, per
recuperare il ritrovamento, gli chiede a simone Martini di disegnare questo evento (pagato in natura!)
Quello sdraiato è Virgilio, Petrarca celebra anche se stesso, intorno abbiamo le personificazioni di:
bucoliche (vite pastori), Georgiche (agricoltori), eneide. Questo diventa occasione per Simone Martini di
creare il gotico internazione, la quarta figura sta spostando una tenda trasparente, perchè il codice
virginiano, aveva tutti i commenti di Serbio, quindi quello accanto è serbio che fa vedere tutti i segreti.
L'episodio è straordinario, l'artista è alla pari dello scrittore. i versi di lode recitano: "Mantova diede i
natali a Virgilio, che a tali temi diede forma con i versi, Siena a Simone, che li dipinse con la sua
mano.". Questo è un "pittura coesis".

AUTORITRATTI DI L.GHIBERTI: Maggiori artisti del 400, che promuovono la loro figure, spesso si
indica ocme il rivale di Brunelleschi, ma con tutto che Ghiberti, quando vince nel 1401 la formella è più
in linea con il gotico internazione ha più una perizia tecnica. Scrive dei libri, alla fine della sua vita, nel
telaio della porta nord e paradiso, incide i ritratti, a nord giovane, paradiso da vecchio.

ROMA, SANTA MARIA IN DOMNICA MOSAICO ABSIDALE, MADONNA COL BAMBINO,


ANGELI E PAPA PASQUALE I: Solo otto anni di regno, abbiamo otto mosaici segnati con il suo
marchio, è una piccola basilica, dedicata alla vergine, schiere angeli, quello inginocchiato è Papa pasquale
I, si vede anche dal monogramma in alto, dei modi molto sottili per indicarlo. Era sottolineato che il papa
è vicario di cristo, ovvero massimo della chiesa, il fatto che afferri il piede della vergine, ci fa capire che è
un intermediario Linguaccio fisico, è una simbologia.

SAN MAURIZIO E LA MADONNA PRESENTANO OTTONE II E LA MOGLIE TEOFANO,


MILANO MUSEO CASTELLO SFORZESCO: Per ricordare la figlia data in sposa, c'è il cristo,
ovvero maesta, con la mano benevola, i santi intercendono ai lati e piccolini, in quanto proporzioni
gerarchiche, abbiamo Ottone II, Teofano e Ottone III, offerto. Ottone I, va con la testa giù, afferrando il
piede di cristo.

MALLS VENOSTA, BOLZANO, SAN BENEDETTO: Parete di fondo, prima metà del sec. IX, al
centro Majstas Domini, ai lati il milese il clericus, questi luoghi sono di grande importanza, età carolingia,
in quanto sono luoghi incontaminati non come le grandi città. Ci sono tre nicchie, in mezzo disegni,
inquadrano i due committenti, in posizione d'onore il soldato, l'uomo darmi con la spada, a destra il
religioso, della chiesa, che offre il modello, il milite quello che ha pagato, in posizione d'onore. Dichiarare
con chiarezza i personaggi.

MONTECCASINO, REGOLA DI S.BENEDETO, GIOVANNI I: A monteccasino, la fonte prima di


tutto il monachesimo occidentale, i secoli d'oro sono 10/11 secolo, l'abate di Montecassino è potentissimo,
una cerniera tra tre normanno e papa. Codice con la regola dell'ordine, l'abate giovanni, offre direttamente
a s.benedetto la regola, s. benedetto, è uno strumento di dio, l'angelo gli va nell'orecchio=ispirazione
divina. Giovanni all'imbo del vivente.

LEZIONARIO DELL'ABATE DESIDERIO, CHE OFFRE IL CODICE DI S.BENEDETTO:


Raccolta di letture, del vangelo, ma anche antico testamento da leggere durante la messa. Ancora non
esisteva il messale, che poi sarà integrato con salmi e vangeli. Qui il Lezionario viene offerto da questo
personaggio che è l'abate desiderio, che lo offre direttamente a s.Benedetto. Desiderio diventerà anche
papa, è un periodo della rifrma della chiesa, slancio e potenziamento. Montecassino sappiamo che è
andata distrutta, ricostruita ma non come si voleva nell'undicesimo secolo.

SANT'ANGELO IN FORMIS. AFFRESCO ABSIDE: E' un riflesso per ricostruire com'era


montecassino, in quanto sant'angelo sopravvive. Il santo offre il modelletto, che schematicamente ha dei
modelli di riconoscibilità, è un linguaggio schematico e formulare, espressivamente proto-romanico, non
è un ritratto riconoscibile.

BARI, SAN NICOLA CATTEDRA DELL'ABATE ELIA: La cattedra stava in fondo all'apside, c'è un
epigrafo, non è la cattedrale ma la grande chiesa, storia analoga a s.marco, trafugato il corpo, portato a
bari, patrono marinai, basilica importantissima, nel 1098 appunto i crociati si ritrvano lì. Abate elia era il
vescovo di bari, ovvero l'uomo più potente. La cattedra molto interessante, modelli orientali e romani
espressivi e spinti. I telamoni urlano, collocati in maniera molto espressiva. L'iscrizione dice "INCLITVS
ATQVE BONVS SEDET, HAC IN SEDE PATRONVS, PRA."

GIOTTO, SCROVEGNI OFFRE L'ORSTORIO DA LUI FONDATO, PART.DEL GIUDIZIO


FINALE DI PADOVA: Enrico scrovegni=Berlusconi del momento, era l'usuraio più importante della
città, è un oratori privato annesso al suo palazzo. E' una cappella privata graniosa, semi pubblica, non è
lontana dalla chiesa Agostiniana, che è un ordine mendicante, in quanto in ogni posto della città doveva
esserci. La cappella ha una valenza pubblica, per l'Annunciazione processione dalla basilica, che finisce
alla cappella e viene fatta una rappresentaizone dell'Annunciazione. Lui finirà esiliato a Venezia. Si fa
rappresentare, come colui che vuole la salvezza dell'anima, in quanto ha fatto erigere la chiesa per ls
vergine, il modello non è schematico ma molto analitico. C'è un chirichetto che lo tiene e tre virtù
teologali (fede,speranza,carità) che si rivolgono benevole, fanno presagire che verrà accolto in cielo.

MARSIGLIA, SAINT VICTOR LASTRA TOMBALE: Nascono i monumenti funerari, anche dentro
le chiese, è un privilegio dei religiosi o di chi finanzia, che in cambio chiede una sepoltura degna. Il
monumento si chiama "Genotaffio", ovvero il corpo da un'altra parte. E' una lastra terragna, come a santa
croce, il problema è che vengono calpestate dalle persone, quindi andranno a sparire.Questa lastra
cedlebra un abate eccezionale.

FILIPPO DI CRISTOFANO, L.GHIBERTI (FI, SANTA CROCE): Lastra tombale di Ludovico degli
Obizi, siamo nel tardo gotico, in armatura, dentro un'edicola architettonica, spesso descrizione che
permette di adorare.

ARNOLFO DI CAMBIO, STATUA DI CARLO I, D'ANGIO', ROMA MUSEI CAITOLINI: I primi


sono i reali di frrancia, si fanno fare delle tombe isole, da noi questo si fa con visconti ,sforza, quindi
contesto signorile, con un monumento a parete. questo non c'entra con il contesto funerario. Di campio è
l'artefice del monumeto a parete, si afferma come sculture e architetto, Carlo I° Re di napoli e Senatore di
Roma, successivsmente verrà nominato suo nipote come senatore, fa realizzare questa statua, che era
davanti al palazzo dei senatori, il prcendete è federico II sulla porta di Capua, paragonato al Cristo divino.
Era policromo, non ieratico, nel volto rughe, naturalistico, l'aspetto più importante è quello drammatico,
qualcosa di analogo farà Bonifacio 8°.

ARNOLFO DI CAMBIO, TOMBA ORVIETO: Smembrata, facciamo adesso delle ricostruzioni,


incorniciata da un'edicola, che racchiude una struttura complessa, sargofaco, il giacente, in una camera
mortuaria, in scena il momento del funerale, con un aspetto di teatrilità, due angeli che aprono la tenda, in
maniera teatrale e ci rivela il personaggio, ovvero il cardinale Guillaume de Braye, che si spostava a
viterbo per l'estate, ecco perchè è ad orvieto. Il terzo registro, ci presenta san marco e san domenico che lo
presentano alla vergine. Il volto ha una maschera mortuaria, però molto realistico, volto asciugato,
sofferto.

TINO DI CAMAINO: tomba Petroni, SIENA DUOMO: Quasi integra, cassa sostenuta da virtù, come
a significare lasavezza dell'anima. Qua non c'è niente sopa, solo madonna con bambino.

SERRAVALLE (TREVISO) SANTA GIUSTINA, TOMBA DI RIZZARDO: Tomba libera, archi a


parete nati con Di Cambio, questa struttura libera, nasce con l'arca si san domenico a bologna, Cassa
sostenuta con delle virtù telamone. Si poteva andare sotto, dove si mettevano degli straccetti, che
potevano essere miracolosi. L'idea libera su figure è un'idea molto strana.

GIOVANNI DI BALDUCCIO E TADDEO GADDI, CENOFILO DELLA FAMIGIA


BARONCELLI, FI, SANTA CROCE: Il transetto di s.croce è più alto, sotto è un sotto chiesa, dove
venivano messe le esequie. Cenotafio di Giovanni Balduccio, i committenti sono quattro fratelli della
famiglia baroncelli, sopra c'è scritto l'anno, il mese di febbraio, è un iscrizione in volgare non più in
latino, poi dice che è stata edificata la cappella, sono due cugini e due fratelli, cappella dedicata alla
ss.Annunziata. "Per rimedio et salute delle nostre anime et tutti i nostri morti", si rivolge a Dante, ovvero
con la salvezza dell'anima, questo si può fare attraverso dei soldi da dare ai frati che officiano le messe,
più messe, più anima tranquilla e avanzamento di quest'ultima.

ROMA, SANTA MARIA IN TRASTEVERE: Stefaneschi si fa mettere in Trastevere

ROMA, SANTA MARIA IN ARACOELI: Tomba di Matteo d'acquasparta, viene anche a firenze,
chiede grazia ai guelfi

SIMONE MARTINI, SAN LUDOVICO DI TOLOSA E RE ROBERTO D'ANGIO' , NAPOLI


CAPODIMONTE: Protegge la città firenze, celebra e commissiona a s.Martini una pala, Ludovico
rappresentato in maniera ieratica, con gli angeli per la sua santità, quella più piccola la impone al
fratello,immagine di successione e celebrazione del potere. Scala gerarchica, il più piccolo, Ritrattismo,
che Martini ripercorre, dopo giotto. Dettagli, resa dei gioielli, epidermide.
SIMONE MARTINI, CAPPELLA DI SAN MARTINO, ASSISI: Martini artista più ricercato, potente
in questo momento, la lunga mano degli Angiò che finanziano la basilicainfeririore di san
francesco.Cardinale Gentile Partino da montefiore, grazie a lui nasce la dinastia Ungherese angioina. E'
uno dei capolavori di simone martini, realizzata nel 1317, quando viene canonizzato. La raffigurazione è
una scena parlante, si inginocchia ai piedi di s.Martino, sulle pareti le storie di san martino, storia
cavalleresca. San martino gli stringe il polso, lo accoglie e afferra. notiamo l'aspetto di gentile, la barba
non rasata, ritrattismo straordinario.

GUGLIELO VENEZIANO ,TRITTICO RECANATI, MUSEO DIOCESANO: A gara i


commenttenti si mettono in mostra, Andrea colucci con il figlio, siamo a recanati in pieno trecento, c'è il
pittore, l'opera fatta a venezia e spedida a recanati, loro stessi sno veneziani. Iscrizione volgare, siamo nel
1392.

PAOLO VENEZIANO, LUNETTA TOMBALE - VENEZIA: Il doge, non si fanno più mettere a
S.Marco ma presso gli ordini mendicanti, come umiltà. Francesco Danfolo e moglie Elisabetta
Contararini, fondatrice ordine (dopo s.chiara molto important), tre scale dimensionali, loro, s.francesco ed
elisabetta e la madonna con bambino.

G.DA FABRIANO MADONNA COL BAMBINO (BERLINO): Gentile viene dalle marche, molto
ricca, centro di attività sviluppo mercantile importante, si forma in lombardia e venezia, dalla lombardia
manda quest'opera. Madonna con bambino tra s.niccolò e s.caterina. Molto ritrattistico.

DUCCIO, MADONNA DEI FRANCESCANI, SIENA: Si sviluppano le confraternite, all'inizio chi


intona le lodi per la vergine la sera. Pro di quelo che farà piero della francesca, è curioso perchè abbiamo
delle miniature in armenia e cipro.Si sviluppa quest'idea.

PIETRO DI DOMENICO DA MONTEPULCIANO, MADONNA DELLA MISERICORDIA,


AVIGNONE: durante la settimana santa si flagellano Questa è quella tipica, ovvero la madonna con il
mantello aperto, che protegge tutti, spesso si vedono papi e vescovi, per convenzione
vengono rappresentati.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 5 27/09/19

SPAZI ARCHITETTONICI E DECORAZIONE: I PROGRAMMI ICONOGRAFICI, I SISTEMI


DECORATIVI, L'ILLUSIONISMO:

ACQUILEIA, affreschi, 1120: Basilica patriarcale, 3 navate, conserva ciclo 12 secole, storie del martire
fortunato, molto simile ai mosaici di s.marco, impronta molto bizantina. Nelle volte vediamo la storia
affidati alla navata centrale, le vele sono decorati andando con concezione di orror vacqui, decorazioni
vegetali, stilizzati, scena di sacrificio. Tutto viene riempito con tempi decorativi, frastornante, girare in
piu' direzioni, punti di vista differenti. Questa concezione, del mondo orientale e bizantino, prima del
1000 in Capadocia.

LA BASILICA SUPERIORE DI S.FRANCESCO D'ASSISI: Parliamo nella navata, ciclo dell'antico e


del nuovo testamento, fatto da jacopo torriti. Diaframma illusionistico, fra spazio reale e spazio virtuale.
finto loggiato scorciato, diviso da quattro grandi campate, niente prospettiva centrale, come nel 400, però
questa divisione unitaria è molto importante. Nella fine del ciclo si vedeno i colori così come sono. (terza
scena di destra). I modiglioni hanno uno scorcio rescendo. Importante non ritagliare qusti quadri, come da
soli ma vederli nel complessivo. I modiglioni erano noti nella tarda antichità, in età carolingia, come tema
decorativo e strapolato, l'innesto sull'incorniciatura come motivo decorativo è tipico di assisi. Seguendo
un modello illustre, di san pietro, san paolo fuori le mura (fine 600). Il modello era romano. esempio
ballatoio, che passa dentro una trifora, tutto illuso con la pittura,la cosa straordinsria è che i capitellierano
coloratissimi, il romanico era molto piu' policromo di come si pensa. Sott'arco scorciate ci mette dei santi.
Inizia ad esserci del gotico, Giotto uomo giusto, assisi luogo giusto al momento giusto, in realtà inizia
cimabue, la decorazione della basilica superiore viene in realtà da un maestro, noi non conosciamo il
nome, sulla pittura muraria si parte dall'alto, mentre mosaico dal basso. La scelta avviene con niccolò 4°,
quindi molto tardi, la basilica doveva essere aniconica, riforma ordine benedettino che impone un'idea
senza figurazioni, studiatanei rapporti geoemtrici e geoemtrie di luce. Nasce con dei maestri del nord
europa, pitture a secco, motivo per cui sono molto sciupate, loro fanno pochissimo, le lunette in alto,
profeti ai lati della navata, vengono messe cupsidi e pinnacoli, ovvero pieno gotico del nord europa. Per
quegli anni è una delle basiliche più francescane della nazione. E' un gotico italianizzato, meno slanciato.
Viene chiamato gotico raggiante. Realizzate dal maestro oltremonatno. Le decorazoni istoriate sono:
sculturee,cicli vetrate istoriante, il primo è ad assisi in italia, vengono dipinte con finte architetture, il
pittore viene cosnderato di serie B, in quanto decora e basta, chiamando un pittore nordico, che ha la sua
punta di forza nelle decorazioni, esponenti come cimabue e giotto si sentono di cambiare.

BASILICA ASSISI, TRANSETTO SINISTRO CIMABUE: Il transetto destro: Maestro


oltremonnarno: francese, decorativa Transetto sinostro: più romana, riempimenti, bidimensionali, svolta,
interagisce con l'architettura reale, crea loggiato con sei arcate, Con cimabue si ha una svolta
fondamentale. (Maestro - replica cimabue - giotto)

CHIESA SUPERIORESANT'ANNA E GIACHINO GOREME - CAPPADOCIA:


Lunette maggior splendore, secoli piu bui di quei secoli, aniconico, siamo in oriente, trionfa solo la croce.
CHIESA DI SAN BASILIO
GOREME - CAPPADOCIA= Greche, reticoli, deecorative, minimalista, ridotta a tre colori, su cui si
stagliano.

BOMINACO, SAN PELLEGRINO: pieno 200, oratorio, straordinario, conserva i divisori che
delimitavano la facciata,a ancora scala di accesso, stalli, calendario, mesi perseguire, pasisone e storia del
sanri. Siamo intorno al 1260, vediamo senso di asimetria. vivacce cromatiamo. piu' da vicno cornici
importanti, le figure fuoriescono, la croce fuori, sormonta il fregio sopra, la colonna. Idea razionalisrica.

BASILICA SANTA MARIA D'ANGLONA: AFFRESCHI BIZANTINI: Molto bizantina, fine 12


secolo, fine normanni di gugliemo secondo, molto simili a monreale come linguacico, storie antico
testamento, cicli vasti, affrontanti su più registri. Si chiamano cicli tipologici, dimostrare che la storia
della bibbia è il prototipo della storia importante. si crea una polemica grande (ebrei), idea storia della
salvezza, idea della diacronia, si fa strada.Il disegno latino ed occidentale. Piccole luci e finestre il ciclo
interferisce in maniera causale, come se le finestre non esistessero, c'erano degli schemi e dove cade cade,
come con gli archi che sormontano, come Monreale, vengono adattate allo spazio.

SANTA MARIA VESCOVIO (SABINA): Composizioni adattate, idea illusionista, fase di transizione,
acerba, incompleta. Aspetto ibrido e ocntradditorio.

PADOVA, ORATORIO SCROVEGNI: tre registri, oltre il livello di imposta, dilata lo spazio, come se
la parete fosse tutta dritta, organizza una griglia, con forte partimenti, con stessa larghezza delle finestre.
A sinistra abbiamo una scena in piu', a sinistra allneate a colonna, a destra a scacchi. Sopra concepiti
come quadri, che non ci sono stoto, serie di accortezze uniche in tuto il 300. Progettualità strepitosa,
l'annunciazione domina al fondo. dio padre su una tavola di legno, incastonato nel ciclo, inizia dal fondo
anna e giachino. Sposalizio, annunciazione, visitazione, riprende a sinistra. Parte dal fondo a destra e
scende, scenendo storie assione piu vicne, vita di cristo, tradimento di giuda, crocifissione, deposizione,
resurrezione, ascensione. Illusionismo meno potente e aggressivo, in quanto è una cappella privata,
prende di modello s.mrco a venezia, nessuno nel trecento aveva usato i marmi come fa giotto a padova.
Solo eccezione per i coretti:si nota che buca la parete, in funzione di un punto di vista assiale, due volte a
crociera.

RAVENNA, SANT'APOLLINARE IN CLASSE: Mosaico absidale, ultimo grandi cicli di ravenna,


dopo san vitale, siamo gia' alla metàdel sesto secolo, trionfa la manifestazione ieratica, molto simbolica,
notiamo che nell'intradosso, ci sono delle colonne con capitelli, campitura rossa, le foglie del capitello
sembrano smaterializzarsi, come i capitelli di costantinopoli, ocmplessa decorata. sembra che si svuoti, si
perde d'interesse la scultura, questo si vede nel mosaico, le tessere devono essere continue, nel mosaico
tardo antico, l'allettamento irregolare, muovendosi scintillano, sopratutto dorate, quindi reare un riflesso
luminoso. sullo spigolo fascia gemmata, inizia nel 5 secolo, veniva usata la madre perla e altre pietre
preziose incastonate.

PALERMO, CAPPELLA PALATINA: pulpito, motivi ricorrenti, colonne coloratisisme, tessere una
diversa dalla'altra, motivi di origine islamica, mescolanza di flussi, molto differenti tra di loro. Capitelli
stilizzatissimi.

MODELLI DA GUARDARE: sono osios loukas in grecia, 11 secolo, angoli smussati, incorniciature
sono delle greche, si esalta il continuo,pieno di oro,campiture di oro,

PALERMO, SANTTA MARIA DELL'AMMIRAGLIO: Temi bizantini, stilizzati, grafici, tutto


ricondotto a bianco, nero, linee molto precise.Età di ruggero II, la martorana ha qualità superiori della
cappella palatina, forti segni rossi, l'annunciazione sull'arco trionfale, ha una pianta entrale, l'arcancelo a
sinistra gira, avvolgente, si fa ciarsquando si tende ad unire due parenti, in continuo.

PALERMO, CAPPELLA PALATINA: transetto destro, annuncioai pastori e adoazione dei magi, valore
narrativo.

RAVENNA, CUPOLE VARIE: In orienta a partire da edifici a pianta centrale, quattro cupole basse e
una enorme, come san marco a venezia cinque cupole lungo la croce centrale e quelli piu piccole, come
sant'antonio a padova, in edifici di questo genere, il punto piu alto è la cupola centrale, punto di arrivo di
un percorso, arriva al fondo della chiesa. Asse verticale nella costruzione basilicale e bizantina.
Organizzazione radiale, dal centro. Finte architetture, in maniera gerarchica.

CAPPELA PALATINA, SANTA MARIA DELL'AMMIRAGLIO: Dio Panteocratore, a snistra


palatina, martorana edificio a pianta greca iscritta, palatina ibrido. Palatina, gerarchia otto angeli, luci e
finestre alle imposte della cupola, nasce con santa sofia, piccole luci finestre. quattro evangelisti.

MARTORANA: Ci sono storie isolate, non concatenate, nel mondo bizantino c'erano dodici grande
feste, ognuna per se, come momenti in cu isi manifesta dio. Da una parte la nascita, dall'altra il ritorno al
cristo della vergine, ha un valore esemplare non storico.

SAN MARCO A VENEZIA: incrocio tra oriente e occidente, di fondo è bizantino, poi occidentale,
architettura croce greca imperfetta. Non è uuna pianta centrale. Sistema cupolato, si inizia a fare i mosaici
dell'apside. l'obiettivo è di rivestirlo integralmente. Alcuni fatti tra 500 e 800. Monreale cerca di
competere ocn san marco ma è più seriale. Svolti dei cicli narrativi, tra le due cupole, ciclo della passione
di cristo. Al vertice c'è la rivelazione della tomba vuota, le pie dnnne arrivano e la tomba e vuota. Cinque
cupole, due grandi, centrali e occidentali e trepiu basse, diametro minore. Quella orientale dell'emanuele
piu' grande. Si allude alla trinita'. Cupole costruite in maniera radiale. schema triadico.
NARRAZIONE: elemento a Castelseprio, dove il pittore viene dal mondo bizantino, la committenza
longobarda, vuole riferimenti latini. Ciclo sull'infanzia di cristo, prove verginità maria che finisce con
l'adorazione dei magi.

PRIMA BIBBIA CARLO IL CALVO: narrata una storia come un fumetto, si celebra l'opera di
s.gerolamo. la storia vuole che si uniscono due figure, cardinale romano ed eremita della terrasanta,
girolamo parte, giunte in terra santa, opera e detta ai frati la dettatura.

AVORI STORIA DELLA PASSIONE, PARIGI LOUVRE: coperte di libri o vangeli, tra 4/5 secolo, in
enere divisi in cinque, idea è carolingea, che esalta la diacronia, storie di cristo dal basso verso l'alto, si
celebra il cristo che soffre immolato che va verso l'alto. In cima cristo che scende, congeniale che stia in
alto.

CAVALLI BLU ,GIALLI VERDI: così da lontano si ha l'idea del movimento e della massa.

SAN PIETRO A ROMA: tutte le basiliche erano a capriate di legno. In età ottocentesca vengono voltati,
resta la parte superiore, abbiamo i frammenti del terzo ordine, di cicli che erano vastissimi, a san pietro
due registri, mentre san paolo fuori le mura tre registri. centralità della croce è esattamente a metà. cicli
orchestrati con una certa sapienza.

SANT'ANGELO IN FORMIS: Monumento importantissimo, formato dall'abate desiderio di


montecassino, punto focale in fondo all'apside. simbolo evangelisti, viventi aocalisse, dialogano con il
giudizio finale. Crocifissione esattamente a metà, come in san pietor, scena, scivola, scende e prende
anche l'arco.

CAPPELLA PALATINA: Una parte basilicale romana, dove si trovano le storie di san pietro e paolo,
infatti è dedicata a loro. i mosaicisti sono bizantini, quindi è un paradosso fare i mosaici per pietro e
paolo. Significativo unione di modelli opposti.

MONREALE: tre navate, capriate, non c'è una cupola, cristo panteocratore, che abbraccia tutto. ciclo del
nuovo e antico testamento, punto focale al fondo.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 6

Tecnica e stile conservazione e restauro

La percezione originale dei materiali problemquesta problematica si va a riflettere soprattutto nell'arte


antica, in quanto le opere poi comunque e saranno modificabili da solo con il passare del tempo; infatti si
tratta di opere materiche, con dettagli in bronzo o oro, quali sono un chiaro riferimento all'arte bizantina.
Quindi l'uso di questi materiali mettallici, vengono usati perché si applica al principio divino della luce.
Infatti in questo periodo noteremo l'attenzione delle arti orafe, per un principio divino che cattura la luce.
Fra carnevale, presentazione della vergine: linguaggio francescano, scena ideale con un tramezzo di una
chiesa, in cui abbiamo dei polittici gotici; colonne tortili colpite dalla luce, per lo sfondo oro, proprio
questo effetto scintillante cattura la luce. Witz, Madonna col bambino navata laterale, con la palma
d'altare, oro come specchio, rilanciare la luce, ciò è importante per lo sfondo oro. Quindi questo è un
assaggio della tematica Tournus, Incoronazione della vergineà pittura a secco, quale con il passare del
tempo si andrà a deteriorare. Il suo opposto è la pittura a fresco. La pittura a secco si usa per accentuare le
luci, usato soprattutto per rappresentare la carne dei corpi, ma anche per i materiali metallici, come il
lapislazzulo, l'oro. Anche in questa pittura il manto della vergine è azzurro. Si noti un disegno
preparatorio a fresco su intonaco, con colori acquosi che penetra nella malta, portando questo processo di
maltazione ?, che fa indurire la stessa malta. Il disegno, o la sinopia, viene dalla terra e dagli Stati Uniti
per i disegni preparatori, anche se qua è pittura a secco, anche se ci assomiglia; i primi disegni sono fatti a
riccio sull'intonaco, ovvero un calco degli ingombri, ciò è fatto per le giornate, definito così in modo
convenzionale, ma sennò è definito come pezzature d'intonaco. Dunque il disegno serve per procedere
con le pezzature. La vergine è comunque una rappresentazione semplice, inoltre l'architettura è stata
costruita attraverso le linee guida ortogonali, ovvero le linee battute. Un righello invece è usato per le
linee più corte; il colore è quasi scomparso rimane l'azzurrito di fondo e qualche macchia di colore.

particolareà impronta dei raggi dorati caduti e pittura sfogliata dell'azzurrite dati a secco; il nimbo è
annerito, è un riferimento allo stagno, usato come base per la doratura. Però adesso lo vediamo in
negativo, per lo strappo

Cimabue, Crocefissioneà ossidazione della biacca, bianco di piombo, con notifica dell'annerimento dei
chiari, e caduta delle ombre a secco, che lascia emergere la base rossastra di tutto l'intonaco, quindi
avremo un effetto negativo. Le luci sono datate dalla biacca, ora ossidata, quindi vi è un effetto
fotografico. Importante la composizione e la gestualità figurativa, i colori opachi e delicati poco rimasti.

Peccato originale e cacciata dei progenitorià a destra sinopia visibile; dello stesso ciclo un'altra opera con
sinopia sull'arriccio intonaco irregolarmente smaltato, con i segni della cazzuola. Il tipo di disegno è
informale e più affresco; è chiaro che quindi si sfruttava anche il muro per schizzare in quanto in questo
periodo la carta era veramente costosa, ma nonostante ciò molti schizzi erano complessi.

Giovannetti, Crocefissioneà a secco, no sinopia, ma disegno preparatorio; i carnati sono un affresco, il


motivo per cui la malta stessa è il mezzo, è il legame, ed è così che sia perfetto la realizzazione
dell'affresco per le luci perché bianco. Abbiamo un pennello sull'intonachino, un colore a secco caduto.
Un'altra sua opera la Natività di San Giovanni battista e Crocefissione, qua notiamo le linee battute da
corde intinte di sinopia, sull'intonachino, per il tracciato architettonico, colore a secco caduto.

Giotto, Stimmate di San Francesco trattato da Cennini ne il libro dell'arte o trattato della pittura;
possiamo notare i rilievi delle giornate. Poche figure quindi poche giornate, le mani di San Francesco
richieste delle giornatine. Le frecce descrittive indicano cosa c'è sopra e cosa vedere è sotto, in quanto una
pittura si fa sempre dall'alto verso il basso, per non rovinare con il colore la parte fatta prima. Le
incorniciature sono fatte prima. L'opera è divisa in due parti, in cui la figura sta sempre nella prima
puntata, mentre nella seconda abbiamo il paesaggio. Ciò si può notare in tutte le scene della storia di San
Francesco. All'inizio ci sono meno personaggi, rispetto alle ultime, quindi nelle scene di sinistra ci
saranno più personaggi e di conseguenza più giorni.

Bolzano, Duomo affresco votivo di Corrado ed Ermenegarda Crilleà al tempo era completato da una
scultura, sono tre stati del XVI secolo; rilievo delle giornate, con frecce di sormonto. Ai lati della statua,
due donatori un uomo e una donna Corrada ed Ermengarda Crille, dei commercianti ricchi di vino. Lo
stile è quello del gotico lineare tedesco. Le linee in grassetto sono appunto i palinsesti. Sulla sinistra due
figure piccole sono i commercianti, di ispirazione giottesca. Pittura a calce e finiture a secco: su questo
concetto possiamo notare a Bolzano nella cappella di Sn Giovanni, il ritorno a casa dalle nozze della
Vergine, dove vi sono dei segni di pressione sull'intonaco stanco in corrispondenza di un volto. La luce è
radente, in riferimento a delle idee giottesche. La pittura a calce: l'intonaco stanco è selezionato per tariffa
uscire il liquido, usato poi per tariffa i bianchi più intensi. Infatti qua la luce è fatta a calce. Inoltre vi sono
annunci, grazie ad una cazzuola per tariffa uscire da questo liquido.

Piedimonte Matese, base di capitello, pittura a calce, legato col latte di calce; sempre con Sant'Antonio
abate che incontra il centauro, abbiamo qua una pittura a secco, svanita negli alberi.
San Giovanni Battista addita Cristo alle genti, Masolino, pittura a secco, svanita, del panneggio e delle
gambe del personaggio in primo piano, inizialmente non previsto; la pezzatura dell'intonaco del volto in
rottura, infatti la pezzatura è particolarmente evidente. A secco il copricapo fatto dopo. Questo
personaggio è una pezzatura in corso d'opera.

Frauenchiemsee, nimbo con razzatura sull'intonacoà gioco tridimensionale, non è una novità giottesca, il
rilievo tra l'altro i genere è in malta.

Simone Martini, Maestà, particolare del nimbo si Santa Cristina, con incisione di punzoni, qua sulla
malta ancora fresca vengono confezionati dei fiori e le decorazioni; nella maestà del palazzo pubblico,
abbiamo un particolare del rotulo tenuto dal Bambino Gesù, in carta vera; è una correzione in corso
d'opera, con l'idea di raggiungere una mimesi ponendo nell'opera un oggetto della realtà

Pittore lombardo, Ginnasio, parte esterna n il nimbo con i vetri, libro, palle d'oro di San Nicola,
lancette intonaco: Andra de Passeri, Sant'Abondioà nimbo con scritta ed oggetti, fibbia, riccio pastorale,
decori della mitria, in pastiglia, ovvero un impasto di gesso

Urbino, San Francesco, Mestro del trittico di San Bartolomeo Incoronazione della Vergine à intonaco
sciabolato ed inciso col compasso e mano libera per l'integrazione della lamina d'orata, un guazzo. Quindi
prima pittura a affresco, poi incido l'intonaco affresco, e per ultimo dopo aver colorato, applico questa
lamina d'oro attraverso lo stagno. In alcuni punti abbiamo solo lo stagno per rappresentare i coltelli.

Piedimonte Matese, colonne trotili, tracce di incisioni relative a una lamina operata a puntini.
Nell'immagine di destra invece vi è l'uso di un cartone preparatorio, usando il quale si lasciano delle
tracce di spolvero, che si tratta delle decorazioni regolari, ma lo spolvero a breve durata, per l'incisione da
cartone indiretta, in quanto quella diretta lascia un minimo della sua presenza, come notiamo
nell'immagine di sinistra

Pittura su tavola importante sulla pala d'altare, per le collezioni private; inoltre ormai la cornice è vista
come un'architettura non è separata dall'opera. Le tavole ei pagliotti, sono dei tavolati rettangolari, mentre
un livello verticale abbiamo dei polittici, in cui si fa uso di pilastri, modanature, cornice cuspidata,
tavolato di supporto e traversa, tutte separate e poi saldate.

Duccio, polittico nr.28à pentittico, mezzo busto

Duccio Annunciazioneà radiografia: venatura orizzontale del legno, chiodi moderni della cornice,
attraverso questa possiamo vedere meglio il legno e le incisioni

Giotto, dossale narrativo, senza predella radiografia che evidenzia la continuità della venatura del
legno.

Lorenzo veneziano, Crocefissioneà esempio di anconetta con cornice solidale gessata e dorata in
continuità.

Incavontatura, cornice della base trapezoidale. Cornice di Giotto a Santa Maria Novella; la rimozione
della stuccatura di una lacuna ha riparato la tela bene applicata sulla modanatura; sulla base dello strato di
ammanniatura

Processo della gessatura: La gessatura, in falegnameria, è la preparazione del legno lavorato per la
successiva applicazione di finiture colorate quali lacche, smalti o foglie d'oro. Per la gessatura si usano
basi, dal solfato di calcio (gesso), alla scagliola, al gesso Parigi, e altri coprenti. La polvere di base viene
mescolata con colla e acqua per ottenere una miscela che può essere applicata a pennello o spruzzo.
Questa tecnica viene particolarmente usata nella finitura oro del legno intarsiato.
Gessatura della tavola
Doratura a guazzo,
brunitura con Pietra d'agata
punzonatura

Duccio, Annunciazione: riflettografia IR, visibile il disegno preparatorio a pennello, abbiamo visto di
questa radiografia, ma attraverso la riflettografia si può notare l'uso di un pennello fine.

Giotto San Giovanni evangelista: riflettografia IR: visibile il disegno preparatorio a larghe pennellate.
Costruisce come fosse una forma geometrica, perché sono importanti i volumi.

Guarda slide giotto duccio

Lippo Memmi: Santa Massima dal trittico dell'Annunciazione di Sant'Ansano, con Simone Martinià
preparazione delle cardi verdiggianti; sempre nella madonna del bambino, vediamo la sua irregolarità di
bellezza del colore, partendo da un tono medio, poi procedendo con le ombre, ma il bianco puro non deve
essere mai usato.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 7 3/10/19

LA CRISI DEL NATURALISMO CLASSICO FRA TARDO ANTICO E PALEOCRISTIANO

1) ROMA, IPOGEO DI VIA LATINA: Decorazione di ambito romana parietale, sistema estensivo di
decorazioni, rispetto ai modelli importanti di età imperiale, è molto schematico. Sistema di riquadrature,
lacunari, su tutto prevalgono delle figurazioni emblematiche, riquadri raffigurano scene idilliache,
classici,come immagini del paradiso terrestre, vita anima salvata nell'oltretomba, connessione con il
connesso di tomba. Attenzioni simbologia (colombe fonte, pavone, pesce). Adattamento riguarda anche i
valori illusionistici, vengono meno, in alto si vede una sorta di nicchia, tema conchiglia, ricorrente nel 4/5
secolo (conchiglia= fecondo).
CONRONTO CON DOMUS DI ERCOLANO I SECOLO D.C
Raffigurazioni tridimensionali, ornati.

ROMA, MADONNA CON BAMBINO: Sembra una matrona romana, non una madonna, contesto
catacombe, nel 3 secolo, la vergine è a caposcoperto, ha un velo, gioiellata, simila l'iconografia bizantina.
Il bambino è molto simile all'arte bizantina, monumentale, frontale, trascentende, ieratico, resa delle carni.
Dilatazione dello sguardo che si fa tonico, magnetico.

LODRA, RITRATTO DI DONNA ENCAUSTO: Inizia da qua, II° secolo d,c, queste tavolette sono
pitture a cena, in egitto, preservate sotto la sappia, il pittore è El Fayum, modo di dare luce alle ombre,
inizia ad essere schematico, potenzialmnete può diventare astratto, c'è ancora una pittura impastata,
sfumata, occhioni dilatati. Importante vedere diversi registri, come nel 4/5 secolo, maggiore
sopravvivenza gusto naturalistico di tipo ellenistico.

ROMA, DEFUNTA TRA DUE PASTORI: Impero di costantino, sempre dimensione dellecatacombe, la
figura in piedi è l'orante, riferimento catino apsidale di ravenna. L'orante è lanima del defunto cristiano
che accede alla vita eterna=dimensione felicità, bucolica. I pastori sono ai lati, con pecore/caprette,
mentre il pastore che ha sulle spalle l'agnellino, è esunto dalla visione bucolica, ma sarà una figura
prediletta= cristo buon pastore, segue le immagini del vangelo. Notiamo la continuità della pittura nitida,
pennellate sommarie da vicino ma che hanno una grande sensibilità.

LE BASILICHE ROMANE: La religione cristiana con l'editto di constantino si impone come religione
cristiana, ovvero fondazione di una nuova roma in oriente (Costantinopoli). Costantino e i suoi successori
avviano la costruzione di basiliche, si esce dalla dimneisone delle catacombe, le basiliche riprendono la
struttura delle basiiche romane: longitudinali, più colonne, arcate, trabeazioni. Le basiliche sono: san
pietro, san palo, san giovanni in laterano (catedrale di roma fino al 400). Di san Pietro abbiamo un
disegno del 600 che ci permettono di capire la struttura: 5 Navate, con un transetto, in corrispondenza di
un luogo che è il presbiterio, rialzato, prchè sotto c'era la confessio, ovvero cripta, dove viene venerato il
corpo di san pietro, longitudinale, prospettico, edicola, con dietro coro alto, con la seduta del papa. Nel
sistema basilicare romano abbiamo: coro basso e coro alto (dove stavano i religiosi e i canori). Sopra le
colonne architravate (come santa sabina sull'Aventino, frutto di radicale restauro del 900 che ha distrutto
tutto quello che c'era di rinascimentale e barocco). Copertura a capriate lignee, in quanto incapacità
tecinica di realizzare coperture con volte. Pareti vasti= per grandi cicli pittorici, che però ad esempio in
santa maria maggiore non sopravvivono.

SANTA MARIA MAGGIORE: Colonne con capitelli ionici, ciclo decorativo, fondata da papa Liberio
(352-366) riedificata da papa Sisto III (432-440). C'è l'iscrizione nell'arco trionfale. A fine 500 capriata
chiusa i mosaici incorniciati, durante il clima della controriforma riscoperta della roma paleocristiana.

2)Roma, Santa Maria Maggiore, mosaico dell’arco trionfale (432-440), part. Gerusalemme celeste;
Questi sono i mosaici che sopravvivono, abbiamo le storie di cristo, invece sulle pareti storie dell'antico
testamento, Apside realizzato dopo. Questo ciclo ha l'uso vibrante e mosso delle tessere, che crea effetti
tonici e pittoresti, nel rapporto delle fgure, fortissimo retraggio naturalismo tardo-antico. Alla base di tutto
a sinistra e destra gitta gemmate: Gerulalemme e Betlemme, sant'agostino prima aveva scritto "La città di
dio", ovvero città celeste che è Gerusalemme, ha le mura gemmate, rubini smeraldi, in fomra ovale e
rettangolare alternata e negli angoli le perle. La porta coincide con la porta di una chiusa, all'ingresso
enorme croce, con due pietro, ci da l'idea di fastosità. Il valore simbolico di Gerusalemme è l'eclesia
romana, ovvero che coincida con roma. Vediamo tetti, frontoni, molto schematico ma da l'idea della città,
sei pecore da una parte, sei dall'altra riferimento prima agli apostoli, incarnano l'intera chiesa cristiana=
popolo di dio.

Roma, Santa Maria Maggiore, mosaico dell’arco trionfale (432-440), part. Annunciazione: In alto
ciclo continuo, non è del tutto riconoscibile, la gensi dell'arte bizantina=codificarsi serie di iconografia,
che poi verranno consegnate ai secoli seguenti. Vergine come una matrona o imperatrice romana, corona e
diadema sul collo, l'arcangelo gabriele che arriva e poi intorno quatto angeli che accompagnano questo
eventi. E' una delle prime raffiugrazioni del limbo, esiste già nel mondo classico, ne parla virgilio, lo
mette solo per gli angeli e non per la madonna, inizio uso di quest'attributo. Sul fondo c'è l'oro, il cielo è
solcato da nubi rosseggianti, come tramomto infuocato. Uso tessere molto irregolare.

Scultura paleocristiana
Roma, Santa Sabina (Ia metà del sec.V), porta lignea; Elia rapito sul carro di fuoco Crocefissione:
(SX) Elia rapito sulcarro-> tema antico testamento Elia, angelo che non il braccio tira su fisicamente
verso il cielo. Raffigurazione con fondale roccioso molto suggestivo, ricco di osservazione, naturalismo
dei dettagli, Eliseo di schiena, di spalle, il panneggimento, sobrio.
(DX) Crocifissione -> cristo con i due ladroni, schematico, assenza bidimensionalità, schematizzazione
geometrica e simbolica.

Roma, Musei Vaticani, Sarcofago del Buon Pastore (sec.IV), con putti vendemmianti:
Sperimentazione nuove iconografie, temi ricorrenti: buon pastore, si staglia come un continuo,
rappresenta dei putti, con pecore, altri pigiando uva, raffigurazione piena, dinamicità, che trasmette la
felicità vitale, tutto allussiovo alla dimensione della salvezza della vita eterna.
Roma, Musei Vaticani, Sepolcro porfiretico di Elena, madre di Costantino (sec.IV), putti
vendemmianti entro girali di acanto: Tradizione li vuole legati alla famiglia di ocnstantino, il porfido è
attributo età imperiale, di egitto, più geometrico, meno pieno, più aulica, entro tralci continui, girali, tema
che arriva fino a tutto l'arte romanica e oltre, anche rinascimento. Tipicamente tralci di acanto, carnose,
modello classico. Tutto organizzato in maniera emblematico.

Roma, Musei Vaticani, Sepolcro porfiretico di Costanza, figlia di Costantino (sec.IV), cavalieri e
barbari prigionieri: Scena politica e imperiale, sottomissione dei barbari, cavalcata trionfant, senso
martellante, diagonale, figure prigioniere, nude, a terra dei barbari. Fondo liscio.

Roma, Musei Vaticani Sarcofago di Giunio Basso (c. 360 d.C.), con storie di Cristo, il Peccato di
Adamo ed Eva, Sacrificio di Isacco, Daniele nella fossa dei leoni: Sarcofago importante, giunio basso.
Fa capo tutta una famiglia di sarcofagi, vedono per l'ultima volta una dimensione narrativa
importante.Scene emblematiche, non in maniera diacronica, Al centro la madonna tra san pietro e san
paolo, sotto ingresso cristo a gerusalemme, in basso peccato originale dall'altra daniele (raffigurazione
sacrificio di cristo), sacrifici anche negli angoli, con isacco.

Roma, Musei Vaticani, Sarcofago di Giunio Basso (c. 360 d.C.), Traditio legum: Cristo consegna le
chiavi e la legge a san pietro e san paolo, prende forma iconografia molto importante, ovvero consegnare
le chiavi=chiudere ed aprire, in funzione della chiesa. San paolo con epistole è all'origine dell'apostolato e
predicazione.

Roma, Musei Vaticani Sarcofago di Giunio Basso (c. 360 d.C.), Ingresso di Cristo a Gerusalemme:
Ricchezza, capitelli compositi, fosto colonne tralci ma anche figurette, putti. Il cristo è fanciullo.

Opus sectile: dalla basilica di Giunio Basso (ora Roma, Musei capitolini), cortina con fregio egizio
ed Ila e le ninfe, e disegno di Giuliano da Sangallo della fine del sec.XV del rivestimento marmoreo
della parete prima del suo smantellamento (metà sec.IV):Tutti temi pagani e fregio egizio, su marmo
bianco. continuità tradizione classica.

DA CONSTANTINO A TEODOSIO
Roma, Arco trionfale di Costantino (306-337 d.C.) 312-315 d.C: Decorazioni presi e messi sull'arco,
epoca traiano, epoca marco aurelio, adriano e costantino.

Roma, Arco di Costantino (312-315 d.C.) Adlocutio; Liberalitas Augusti: Gerarchia, costantino, lunga
fila, frontali, gli altri di tre quarti o profilo, nell'altra scena Liberalitas, ovvero distribuzione di doni

Roma, Arco di Costantino (312-315 d.C.): tondo di età adrianea tondo di età costantiniana: Caccia
all’orso Carro del Sol e Sole e la luna, confronto
Tema classico, quattro cavalli, trascinano una biga, virtusiosmo nel tagliaree traforare, la figurazione
forme più chiuse.

Venezia, San Marco, esterno del Tesoro Tetrarchi (fine sec.III): porfido spolia del 1204 dal
Philadelphion di Costantinopoli, Sacralizzazione del potere porta a venire meno della solidità dell'impero
che tra 4/5 secolo assaltato dai movimenti barbari. Questo rilievo è dell'età di diocleziano, in porfido,
figure che si abbracciano, gesti rigidi, raffigurazione schematica, forza ed energia.

Roma, Musei capitolini, Testa dell’imperatore Costantino o Costanzo, bronzo, alto m 1,77 sec.IV:
Ieraticità senso lontananza, conferito alla figura

Brescia, Museo della città Vetro dorato e graffito inserito nella Croce di Desiderio Presunti ritratti
di Galla Placidia coi figli Valentiniano III e Giusta Grata Onoria sec.IV: Galla placidia con figli,
vetro dorato e da dietro colorato in modo che appaia questo chiaroscuro naturalistico, purezza sguardi,
matrona con due figli, Figura importante di Galla placidia, che subentra in occidente, sposerà costanzio
terzo, da cui avrà un figlio, che diventerà imperatore. Galla placidia sede da milano a ravenna, centro e
capitale dell'occidente. Tecnica raffinatissima.

Base dell’obelisco di Teodosio I (imperatore dal 379 al 395) Costantinopoli (Istanbul): Testimonianza
a Istambul, colossale base, soggetto prediletto, imperatore da inizio ai giochi,

Base dell’obelisco di Teodosio I (imperatore dal 379 al 395) Costantinopoli (Istanbul) Dittico
consolare dei Lampadi, avorio, avvio dei giochi nel circo Brescia, Museo della Città (fine sec.V):
Tavolette cerate, tra 5/6 secolo, sviluppo stilistico complesso e contradditorio, in genere si vede solo la
figura schematica, qua si vede proprio la corsa.

Madrid, Museo archeologico argento sbalzato e cesellato Missorium [vassoio] di Teodosio I, con il
figlio Arcadio e il nipote Valentiniano 3° Allegoria della Tellus [Terra] 388: Sotto un'edicola, a
seriana, ovvero arco a centro e trabeazioni a lato, ai lati figlio e nipote, visione ieratica, fluidità panneggi.

Madrid, Museo archeologico argento sbalzato e cesellato diametro cm 74 Missorium [vassoio] di


Teodosio I, con il figlio Arcadio e il nipote Valentiniano IIAllegoria della Tellus [Terra]:

Ravenna: Mausoleo di Galla Placidia (inizio del sec.V)


Ravenna filo diretto con constantipoli, al tempo stesso, si condensa il vertice qualificativo di una
produzione occidentale, il valore dei monumenti da una parte si connette a constantipoli che è perduto,
per via dell'iconoplastica, movimento politico di distruzione immagini, noi prima del 9 secolo non
abbiamo pià niente. A ravenna invece si può ricostruire la genesi dell'arte bizantina.
Schematizzando tre grandi epocohe:
1) Dopo divisione dell'impero fino caduta dell'impero, prima metà 5 secolo: età galla placidia
2) 5/6 secolo, età teodorico
3) Età di giustiniano (vescovi come eclesio)

1) Ravenna, mausoleo di Galla Placidia, (inizio del sec.V) cupola e tiburio all’incrocio del transetto:
Croce dorata, tetramorfo, otto apostoli
Nome convenzionale, in quanto G.Placidia è a Roma (tomba), edificio molto piccolo, croce greca non
perfetta, innestava sull'atrio, dedicato a San Vincenzo/Lorenzo. Edificio di mattoni, semplice all'esterno.
L'architettura bizantina si colloca con l'uso del laterizio, essenziale, in contrasto con la ricchezza della
decorazione dell'intenro, rivestita da mosaici. I marmi in gran parte rifatti, come le finestre, con l'alabastro
e marmo (non è quello antico). Con la luce natrale avrebbe tutto un altro effetto. Costruzione ciclo non
storico, non narrativo non romanico, tutto verte intorno alla cupola centrale, all'esterno mascherata, si
inalza su un tiburio quadrato. I quattro bracci sono voltati a botte, il ciclo parte dal vertice, ovvero dalla
cupola su cui si staglia una croce latina, immerso nel cielo stellato, che rappresenta l'universo, a cui piedi
nei pennacchi stanno i simboli dei quattro evangelisti. Scendendo dal tiburio coppie di apostoli, sulla
parente di fondo pietro e paolo. Croce dorata, le stelle sono disposte a cerchi concentrici, con un modulo
che cresce, dall'alto verso il basso, piccole accortezze che danno l'idea dell'universo. Decrescere
dimensione delle stelle, sfondamento prospettico, dilatazione= cielo infinito. Bordi fasce rosse, con nastro
di azzurro e verde, con dei lustri di luce, si recupera dal mondo classico, tempi geoemetrici.
TIBURIO: 8 apostoli, vestiti come senari romani, gestualità mondo romano, classico, stanno su dei podi,
no profilo classico, sfumano verso l'azzurro, spazio indefinito, non misurabile, figure risuonano in uno
spazio. Verso il centro allegoria del cantaro colombi ad abbeverarsi, nicchia con le perle, simboligia
ricorrente, prima a ravenna e dopo a venezia. Dettagli colombi, non sembra neanche mosaico, resa catino
dorato. naturalezza del piumaggio. Vivacità uccelli, schematizzati e simmetrici.
LUNETTE BRACCIO CORTO: Cervi vicino alla fonte, tema tralcio, molto ricorrente, nelle fasce.
Abbiamo una fonte, cesto con acqua, tema ripreso dal salmo 41,1-2. Tralci che sommergono tutto,
passano attraverso il cervo, idicano ancoa i volumi, in manier aschematica, naturalezza resa del bello,
scintillio.
LUNETTA SOPRA LA PORTA INGRESSO: Massimo, si trova il cristo buon pastore, è la scena più
restaurata, rimane intuizione importante, cristo si torce. idea movimento, contrapposto. Braccia sulle
croce, gambe accavallate, complessità figura. Fondo roccioso, in primo piano rocce dentate, si fa strada
schematismo, dentature della roccia molto interessante, in romagna si svilupperà scuola giottesca fanno
dei paesaggi rocciosi e grotteschi, che riprendono questi mosaici. Si usano le tessere dorate per croce,
vesti, mischiati con le ombre più scure, marmi pregiat, effetti sumati brillanti. Resa carni, macchie di
rosso, volute. Tema del buon pastore, risale all'arte classica ma anche nei sarcofagi.
LUNEDETTA SOPRA LA PARETE DI FONDO: non è una scena storica del martirio di san vincenzo
e lorenzo, arrostiti su una grata infuocata, tre elementi, sotto la luce strumneto martirio: graticola, a
sinistra armadio quattro vangeli, a destra figura martire, viene avanti verso di noi, veste svolazzante,
figura statica, quello che è un attributo di movimento, diventa decorativo. Naturalismo nel volto,
olivastro, mischiato a tessere, simbologia, volontarietà del martirio che si immols per cristo, sventaglia il
vangelo, esplicitato didascalicamente, dai nomi dei quattro vangeli.

Ravenna: Battistero neoniano (c.440)


Rialzato, ottagonale, simbologia ottavo giorno, ha una grande cupola. Gigantesco volto, che ritroveremo
nel battistero di firenze, due registri: inferiore con esedre alternate, superiore con finestre ampie, larghe,
con edicole con santi e profeti, in stucco,che doveva essere colorato, alternato a mosaici, parti cadute, con
trifore, tralci, acanto. In basso pareti lisce con marmi pregiati (verdi e porfido), salendo abbiamo la
cupola, che ha tre volte iscritte, fino al centro, con il battesimo di cristo, tutto rifatto, le due ruote esterne
sono più affidabili:
1) 12 apostoli: in processione, movimento, pietro e paolo
volta esterna= figure slanciate che porgono corona gemmata, piace molto alla ravenna del 5/6 secolo.
Verde azzurro, effetti schematici.
2) otto edicole, otto facce inferiori, 4 e 4 alternati, con troni vuoti, foderati e gemmati, con cuscini di
stoffe preziose, iconografia ETIMASIA=TRONO VUOTO, che attende il ritorno del cristo, ovvero
simbolia apocalisse, ottavo giorno. Scendendo abbiamo delle edicole con profeti, si alternano lunette
secondo ordine classico, organicamente non sono parte di un'architettura, disarticolazione.

NAPOLI E MILANO: Grandissima qualità anche se non note.

NAPOLI, BATTISTERO DI SAN GIOVANNI IN FONTE: Fine 4 secolo, ambiente ottagonale, ci


sono le due iniziali dell'alfabeto greco, alfa e omega, simbologia apocalisse, compimento dei tempi,
chiusura delcerchio, cielo stellato. Concepita volta come padiglione.Nei pennacchi il tetramorfo, l'angelo
di matteo, uso vibrante mobile delle tessere (san matteo), tessere dorate a quelle scure, per creare lampi di
luce.

MILANO, SAN LORENZO, SACELLO DI SNAT'AQUILINO: Milan capitale dell'impero,


Sant'agostino diventa il padre della chiesa d'occidente, convertito da Sant'Ambrogio, la basilica dei
martiri, che non sarà martire ma patrono di milano. Questa è la seconda basilica importante. Due catini
apsidali, in uno abbiamo il carro del sole, cioè cristo nelle vesti di apollo, poi il cristo che ammaestra, in
bass c'è una cista metallica, di roma con dentro dei rotoli, ovvero la scrittura e il vangelo. Uso
straordinario delle tessere, luci e ombre intaccate. Le pose riprendono i gesti canonici.
CUPOLA: Tutta d'oro, uso disteso, abbaglia clipeo con ghirlanda gemmata, con figura di san vittore, con i
vescovi maderno e ambrogio. Un secolo dopo è la commemorazione di Ambrogio.

AVORI, I DITTICI CONSOLARI: Alcuni sono precisamente datati, fine 4° secolo donna con due faci
riverse, davani ad un'ara donne che fanno un sacrificio, vesti scivolano sul corpo evidenziano lìanatomia.

DITTICO DI STILICONE: Rende tributo all'età imperiale stilicone, grande generale di teodosio, con
moglie e figlio, rappresenta il potere, più schematico, pieghe plasmate. Vitale, organico, fa sentire il corpo
sottostante, pur essendo un rilievo schiacciato, sottilissimo. C'è anche una dimensione psicologica sul
volto del fanciullo.

DITTICO QUERINIANO: Temi mitologici, diana e endimione, edicola,colonna ecortina scostata e


annodata intorno.

DITTICO DEL CONSOLE MANLIO BOEZIO: Regno goto, sopravvivono attributi senatori, il
console da l'avvio, prima abbassato, poi alzato, volto schematico, schiacciamento figura.

DITTICO DEL CONSOLE MAGNO: Non è un movimento lineare, il ritorno maggiore sta nel sesto
secolo.Modo di solcare, marcare il profilo barba rasata, segna gli zigomi, tradotto berutalità del potere.

DITTICO CONSOLARE DI AREOBINDO: Lotte anfiteatro glatiatore, troneggia il console, molto


astratto

DITTICO MUSA E DEL POETA AVORIO, MONZA: fiugra semi nuda, rappresenta il filosofo edicola
complessa, idea a L.

DITTICI DELLE CINQUE PARTI MILANO: Coperture dei vangeli, due piatti di un libro, vangelo
sicuramente, opera preziosa, in avorio, argenti e smalti, scene di cristo, tetramorfo.

Narrazioni tardoantiche: dai mosaici di Santa Maria Maggiore al Virgilio romano, al mosaico del
Gran Palazzo di Costantinopoli: Visti con le miniature, roma gara delle triremi, libro ricchissimo di
illustrazione, orizzonte alto, sfumatura acqua, sul fondo.

Roma, biblioteca apostolica vaticana: Sogno di enea, miniatura, senso luci negli occhi, spazio
schematico.

ROMA, DIDONE SUL LETTO DI MORTE: I gesti si isolano con forza.

RAVENNA, SACRIFICIO DI APOLLO: età gota schematizzazioni,

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 8 4/10/19

RAVENNA, L'ETA' DI GIUSTINIANO E LA GENESI DELLA BELLEZZA

Genesi di Vienna: narrazione fregio continuo su due piani, l'altra scena è l'incontro di rebecca e Isacco,
idea narrazione che non si interrompe mai. Questo verrà trasmetto in epoca carologia e ottoniana,
verranno copiate, il codice era in oro, quindi destinazione imperiale, il testo è proto bizantino, ne abbiamo
pochissimi.

CODEX PURPUREUS: Sta in Calabria, destinazione imperiale, oppure monastero connesso alla corte,
con caratteri d'oro. Tutte le pagine mostrano in maniera sinottica i quattro evangelisti, organizzato su
colonne, gli evangelisti sembra che predichibo, con il vangelo nella mano, poi c'è scritto anche i vangeli
di riferimento. Si stagliano queste siluette, sembra un fumetto, ha il valore narrativo. A destra si vede il
miracolo del cieco nato. Scenetta ripresa anche da Duccio, successivamente.

SCENE BUCOLICHE E PASTORALI: Si tratta del mosaico di un salone enorme, su fondo bianco,
l'andamento della disposizione delle tessere è geometrico, le figure aggallano, sono arbusti e figure
pastorali giocosi. Se noi ci avviciniamo si vede: resa animale e anatomia, ci sono valori naturalistici e
plastici consistenti. Palpedra superiore cascante, verrà poi presa da giotto, il trappasso da luce e ombra è
fatto dalle linee.

AVORI DELL'ETA' DI GIUSTINIANO


DITTICO EBURNEO: Siamo in continuità con il 4°, ci sono le pie donne che vanno e trovano vuoto e
poi l'ascensione, l'albero è traforato in maniera virtuosa, foltezza e freschezza naturalistica, molto
complesso. Edificio a pianta centrale, con una cupola, con clipei, dove ci sono dei volti. C'è l'angelo
aptero, ovvero senza ali, giovane che dialoga con le tre donne. I soldati, uno addormentato, l'altro sveglio.
Il cristo che scende non è storico, ma adolescente, giovane. Dalle nubi fuoriesce la destra dei, ovvero
mano di dio, afferrata dal posto per salire al cielo. La figura paleocristiana per eccellenza adesso è
rappresentarlo in maniera laterale, (simula il movimento) non come sarà successivamente che viene
messo dentro ad una mandorla. Il forte natualismo non è solo nel plasticismo ma nella gesticolazione.

ARIANNA, AVORIO: Aspetto schematico e grafico, avorio che raffigura arianna, con coppa del vino,
recupero temi pagani, virtuosismo, la veste aderisce al corpo con pieghe tubolari, esili, che vanno a
sparire, per dare l'idea di un velo bagnato che aderisce al corpo. Occhi esageratamente inclnati, deformati,
labbra e mento più naturalistiche ma sempre schematiche. Gli avori venivano ricavati dalle zanne di
elefanti, quindi materiale molto pregiato.

IMPERATRICE ARIADNE: Lasciato famiglia francese, così il bargello si ritrova con una collezione di
arte medievale, L'imperatrice Ariadne è poco prima di Giustiniano, si può leggere in parallelo con la testa
dell'imperatrice. Inquadrata, le cortine scostate e annodate. Riemergono temi del fregio classico, a stragali
e afusarole, dentellatura. ricordano la trabeazione classica, tratti molto marcati.

IMPERATORE GIUSTINIANO A CAVALLO: Era la coperta di un codice religioso, manca la placca


di destra, in tutto erano cinque. Giustiniano a cavallo, non ha la mano destra sollevata, in maniera
imperiale, da cui deriva il saluto romano, in età fascista, cavallo che si torce. Fa perno sullo stendardo, in
basso figura di donna in stracci, ovvero sudditi province soccorsi dagli imperiari. le cinque figure
indicano le province degli impero, connotate anche con i continenti. Si gioca con aggetti differenziati, la
placchetta centrale è aggettante, ha più intaglio, le altre ai lati sono meno. C'è la vittoria alata e poi
glorificazione dell'imperatore, che non è rigido ma impeto del movimento, su tutto il cristo benedicente.
Ci sono delle pietro preziose, cavallo, corona, finimenti cavallo. Il sole e la luna e una stella, vocabolario
primitivo ed essenziale, elementi importantissimi che ritroveremo nelle crocifissioni, indica la dimensione
del tempo.

CATTEDRA MASSIMIANO: Avori importanti, Massimiano fu quello che fece finire i lavori di san
vitale, volto molto ritrattistico. Vivacità, tessere mischiate, volto dalla barba non rasata, sguardo con sua
psicologia. La cattedra è foderata dentro e fuori di formelle: natività, battesimo di cristo invece all'interno
antico testamento. Scompartita, grandi fregi, tralci di viti, nelle cui spire si annidano animali, come
pavoni che fiancheggiano il monogramma di Massimiano vesco. Al centro abbiamo la figura del battista,
ai lati pietro e paolo e poi sltri due apostoli, sono differenziati, delle placchette schiacciate, basse e larghe,
quelle strette invece (......). Importante conchiglia, i panneggi ricchi di pieghe, fitte, effetto fasciante, da
vicino intaglio schematico. Non sono figure rigide, hanno un gesto vivace.

Ravenna sotto Teodorico: Sant’Apollinare Nuovo (fine V)


Il principale re Goto è Teodorico, che aderisce al credo Ariano, a Ravenna lasciò impronta forte, voleva
imitare lo spledore dei palazzi imperiali di Costantino, questa è la chiesa palatina del palazzo. Alla fine
vittoria di Giustiano, avviene una svolta, l'apside viene distrutto, rimane la costruzione basilicare. Novità
del pulvineo, l'abaco ingigantito ma anche rastremato verso il basso in maniera accentuata. Crea una
cesura forte, perchè il capitello si alza. Si ha effetto maggiore. Stretto rapporto tra ravenna e
constantinopoli. Rimane in Sant'Apollinare, sulle pareti il ciclo completo, in tre ordini: una processione a
sinistra di sante e vergini martiti e in fondo adorazione dei magi e dall'altra santi martiri e in fondo cristo,
vengno fuori a sinistra dal porto di classe e a destra dal palazzo. Il terzo registro vede sopra i santi nicchie
e sopra finestre riquadri con storie antico e nuovo testamento. Teoria paratattica, ovvero figure tutte
uguali. Fuga verso il fondo della chiesa. Ogni santo è sormontato da una corona gemmata. Interessante
sono le storie del Nuovo testamento e la chiamata di pietro e andrea, che anche se sono un pò restaurate,
vediamo il fondo oro, semplificato, contesto narrativo. Cristo è grande, per gerarchia simbolica. L'altra
scena rappresenta l'ultima cena, molto simile a Rossano calabro, classico, banchetto tradizione.

Ravenna, Mausoleo di Teodorico (c.500): Riprende la tradizione classica, in pietra da taglio, murature
liscie minimaliste, parte alta arcate, è un monolite, impresa titanica, chiude la volta, con la croce che
sormonta tutto, all'esterno motivo ingrandito a tenaglia, motivo barbarico, ritroviamo simile nelle
oreficerie celtiche e in irlanda.

Santa Sofia Constantinopoli: Impresa titanica, considerata una delle sette meraviglie del mondo,
abbiamo i nomi degli architetti, viene edificata in cinque anni, san vitale invece venti anni. Pianta
centrale, c'è un princiio longitudinale meno vistosamente in pianta ma dal vero è importante, la cupola
centrale imposta su i due lati esedre, mentre sul lato c'è il muro. La cupola al liveo di imposta è traforata
da circa 30/40 finestre, ovvero idea di leggerezza, si gioca con effetto della luce che cambia. Danno l'idea
di qualcosa di miracoloso. Ovvero immagine di dio in terra che va oltre alla normalità. Al livello
superiore matroneo, ballatoio praticabile, sopra il terzo ordine traforato da doppio registro di finestre. Le
due esedre, i nicchioni, a laro volta aperte da altre tre esedre, si parte dal semplice al complesso, ovvero
concezione neoplatonica. Successivamente diventa una moschea. I capitelli sono particolari, compositi,
perchè ha anche un pò di ionico, tronco di cono rovesciato.

Procopio di Cesarea, De edificiis (Questo testo celebra tutte le imprese di Giustiniamo)

“Spettacolo di suprema bellezza è risultata essere la chiesa, che trascende la vista di chi la osserva (…)
Si innalza infatti fino all’altezza del cielo, e quasi scuotendosi di dosso gli altri edifici, li sovrasta, come
se incombesse su tutta la città. (…) Tanto trabocca di luce e i raggi del sole vi scintillano, che il sito non
si direbbe illuminato esternamente dal sole, semmai che la luminosità vi germini dall’interno, tanta
sovrabbondante luce vi è riversata! (…) Si potrebbe pensare di essere capitati in uno splendido prato
fiorito, e a ragione ci si meraviglierebbe qui della porpora, lì del verde; ora si accende il rosso, ecco che
rifulge il bianco, ecco tutti quei colori contrastanti con i quali la natura sa conseguire la varietà. (…)
Ogni volta che qualcuno si reca in quel tempio a pregare, subito comprende che non per umana valentia
o competenza, ma per intervento divino, quest’opera è riuscita così perfetta”

La luce è il principio divino, che poi da origine a tutti i colori, doveva essere policroma. Edificio più
divino che umano.

Ravenna al tempo di Giustiniano: San Vitale: Ventt'anni pieni per l'edificazione, è il corrispettivo di
Santa sofia, anche se non è così complessa.Principio longitudinale, uno degli otto lati è interrotto è c'è il
presbiterio, il lato orientale con il presbiterio è sfondato da una scarsella, come battispero di Fi,
completato da un apside. Presbiterio e apside sono le parti mosaicate. C'è un artece, che è sfalzato, non è
in asse con il presbiterio, voluto per spazi triangolari e torre scalari, per accedere al matroneo. In linea con
Galla placidia, è tutto in laterizio, che dall'esterno si presenta nudo ed essenziale, semplici paraste, arcate
in alto, l'idea è voluta, in quanto sarà di caratteristica bizantina. Altra osservazione importante, ambulacro
e matroneo. Ci sono sette esedre traforate.Doppio ordine, tre arcate sotto e tre sopra, non sono pareti lisce.
Molteciplità infinita di scorci. Oggi è tutto concentrato nel presbiterio e apside, molto rivissuto i marmi in
basso rifatti. Le colonne sono geometrizzate, con il pulvineo con la strozzatura vistosa. Nel vestibolo, ci
sono gli stucchi, anche se monocromi, anche se dovevano essere di metallo prezioso. Campionatura
capitelli, dove le facce sono riempite con motivi che ha già una simbologia, cinque rote annodate insieme,
gioco continuo rote senso eternità. Intaglio rregolare, sul pulvineo abbiamo i pavoni che affrontano un
cantaro, oppure agnelli ai lati della croce con due palme dietro. Abbiamo anche capitelli compositi
corinzi, meno fogliaceo, schiacciato. Fantasia nel rinventare capitelli: 1) capitello foglie ventose (era in
una chiesa andata distrutta, slide 40). Molti di questi capitelli spogliati da desiderio, che leva tutto.

Ravenna, San Vitale pluteo o transenna traforata sec.VI: E' una lastra decorata, smantellate che lo
ritroviamo in alteri, foglie e uccelli stilizzati, rappresentazione grafica. Chimaleschio (decorazione). Il
presbiterio tutto rivestito di mosaici, con cornocopie intrecciate, scendendo scene antico testamento. La
volta del presbiterio ha angeli che stanno in piedi con sfere. Idea di paura del vuoto, governata da un
senso sapiente. Oro su campo verde, o azzurro su oro (AB-AB). Le nervature sono sottolineate da festoni
con frutti e fiori, tema classico, però non è classico che sono rastremati, in quanto vanno verso l'alto.
Pavone che simboleggia l'immortalità dell'anima. Il linguaggio è molto schematico, come l'uso dei colori.
Si sottolinea nel dettagli, dove c'è descrizione nsturalistica. il salto al bizantino si ha con la volta a crocera
(grecia, hosios loukas).

Lunette laterali del presbiterio, apparizione dei tre angeli ad abramo a Mambre e sacrificio di isacco: ci
sono tre sacrifici, poi abramo e sara con tre angeli, offrono i pani, immagine eucarestia, altamente
simbolico, da una parte gigantesco altare, poi angeli ed in mezzo l'altare vero, croce gemmata con slta e
omega. Poi angeli che portano in gloria il clipeo, come si faceva già in epoca romana. Al centro di tutti i
tre angeli, resa scorciata, prospettiva invertita, punto di vista alto, in quanto sennò non si vedono i pani.
effetto tridimensionale panchetta, litiga con i piedi degli angeli. Ci sono rocce, fiori, slegarsi di un
linguacico si isolano. Gli aspetti interessanti (Sacrificio di isacco), stessa figura di isacco e rocce,
assecondano movimneto incurvato della lunetta. un altro dettaglio per stagliare meglio la siluette è il
profilo azzuro che scivola e lo staglia nel paesaggio, è del tutto irrazionale e anti-naturalistico, ha la
funzionalità di marcare i profili, i gesti.

ROMA, SANTA MARIA MAGGIORE, Mosaici navata: abbiamo lo stesso tema, scorcio pani e tavoli,
effetto rosseggiante.

Mosè e il roseto ardente, san vitale: Mosè si sta levando i calzari, la posa in epoca bizantina è sempre
questa, si mettono a fuoco dei modelli e si ripetono all'infinito. Si vede la mano destra.

Arco di ingresso, presbiterio apostoli: più naturalistico, tono olivastro, notevole disposzione angolare
delle tessere viminali, volutamente così perchè da lontano si cra una vibrazione pittorica. Tessere più
piccole nei volti, grandi nelle stoffe, campiture dorate.

Apside, san vitale: Sedute basse, che fiancheggiano la cattedra episcopale, tutta foderata con marmi
pregiati. tre grandi finestroni, sopra catino apsidale, sopra trionfa la maiestas domini fra i due angeli.
Grandi dischi e rettangoli, uso di madreperla, preziosità orafa. dentro geometrie classiche. Nel catino
apsidale ci sono cinque personaggi, in basso un paesaggio roccioso e di prato fiorito, allude all'eden,
abbiamo i quattro fiumi che fuoriescono. I quattro fiumi stanno ad indicare il paradiso terrestre, gli altri
personaggi sono: san vitale (protomartire), tutte le chiese locali hanno un protovescovo e protomartire,
ovvero vescovo e santo. Vitale si volge verso cristo, con mani velate, ovvero mani coperte, anche
dall'altra parte è il vescovo regnante che la fa erigere e la offre, è il primo esempip di queste
raffiugurazioni, che arriverà fino a giotto. Edificio pianta centrale, ottagonale, mani velate. Ieratico. gesto
laterale ma volto frontale. (La fatica dell'esperienza è comunque importante)

Imperatore giustiniano e la sua corte, imperatrice teodora e la sua corte: si simula l'offertorio, quando si
offrono i frutti della terra prima del momento eucaristico, viene spostata la tenda, come se teodora
dovesse entrare. Al centro imperatore e imperatrice, ordine gerarchico, meno importante, più sta ai lati:
1)Massimiano 2)Giustiniano 3)G.Argentario. il tutto inquadrato con colonne gemmate, poi sotto fascia
gemmata, su fondo rosso. L'abito è una claide, il volto di giustiniano è più schematico, si sottolinea
l'inarcatura del sopracciglio, non astratto. uso tessere senso di ombre e sfumature.

Epilogo ravennate: Sant’Apollinare in Classe: Successivo Massimiano, Agnello, questa impresa di


Giustiniano sarà effimera, verrà dimenticato tutto. A Ravenna si estingue. Sant'apollinare è gigantesca,
grandioso, pieno di luce, muro traforato di luci. Le parenti hanno le decorazioni del 500. Quelle bizantine
sono solo nell'arco tronfale. Al vertice cristo benedicente, con tetramorfo, poi settore oro 12 agnelli che
escono dalle due città gemmate. Nel catno apsidale c'è la croce gemmata, trionfa, tempestata di stelle, due
profeti, in cielo che sono mosè ed elia, scendendo Sant'Apollinare che è il protovescovo. Ha la casula,
braccia sollevate. Gli agnellini, che rappresentano la chiesa. In parte è rifatto. E' una raffigurazione della
trasfigurazione, emblematica, sul monte tabor, pietro giacomo e giovanni seguono cristo e cristo rapito da
grande luce e loro vedono e sentono le voci del padre. Visione trasfigurata in luce. Questa scena è più
importante nel mondo bizantino. Al sinai c'è un mosaico identico. C'è scritto tre volte santissimo. Le
scritte sono in latino. In basso quattro successori: eclesio, agnello, massimiano e il quarto.

AMBONI E SARCOFAGI: ci sono vari termini per indicare gli amboni da cui viene proclamata la
scrittura, lo schema degli amboni di ravenna ricalcano quelli di santa sofia. Sia a santa sofia che a ravenna
ci sono due scale, una per salire e una per scendere, poi invece con lo stile romanico, avremo solo una
scala. Pesce, colomba, pavone, cervo, simbologie varie. I sarcofagi non hanno più rappresentazioni
narrative ma arcate e architetture schematizzate, agnello e cantaro, colombe, croci.

Negli stessi anni c'è anche roma: San cosma e san Damiano: cristo torreggiante in cima alla scala di
nubi rosseggianti, ai lati san pietro e paolo, san cosma e damiano.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 9 8/10/19

Le invasioni barbariche e l'arte dei longobardi.

Divisione longobarda divisa in zona settentrionale, fino linea gotica e poi Spoleto e Benevento, poi centri
come Lucca vedono un insediamento importante. Le coste di Roms e Napoli ma anche ravenna, restano in
continuità con la classe senatoria, quindi con l'impero bizantino, che cresce tra 7/8 secolo (patti greci), poi
diffisuione del Monacheismo e ordine Benedettino. I longobardi impiegheranno due secoli per
conquistare culturalmente l'italia, doppiamo distinguenre due momenti: Il sovrano longobardo non sarà
ereditario ma eletto.
1) 6/7 SECOLO: Conservano usi di lingua barbarica, tipo corredo tombe, necropoli gioielli, restano uns
comunità dominante, guerriera, scollegato. Poi avviene la conversione di Teodolinda al cattolicesimo
venerata a Monza.
2) 7/8 SECOLO: Progressivamente il passaggio tra 7/8 secolo vede lo sviluppo "investimento, in opere
religiose pubbliche, chiese, cappelle, dove si sviluppa il potere longobardo".Questo salto è attestasto dalle
fonti con (Luitbrando). Va sfatato un punto, non è che esiste un arte longobarda, loro hanno una cultura di
arte celtica e barbarica, man mano che sviluppano l'arte, affinano le caratteristiche bizantine e imperiali.
Damasco, Museo archeologico da Dura Europos, sinagoga 244 d.C. Storie di Mosé Fa scaturire
l’acqua dal deserto Separa le acque del mar Rosso: L'attenzione verso l'astrazione ha una storia molto
lunga, coloriture simboliche e astrette, in quanto sembrava già arte medievale,

Vassoio (missorium) in argento Dagli scavi di Isola della Scala (IIa metà del sec.VI) Verona, Museo
di Castelvecchio Scena di combattimento: Trovato durante degli scavi, lavoro di sbalzo, viene
raffigurato un combattimento, dove la figura è in terra, compresenza di due momenti diacronici, senza
ambientazione, figure nel vuoto, c'è una certa naturalezza;

Urna funeraria fine sec.VI Verona, Museo di Castelvecchio: Si vede che lo stesso modo di scolpire è
molto approssimato, pilastri tosti e accorciati, sì c'è la scalanatura, però il tutto in maniera stravolta, tante
cose messe insieme. I temi sono come Ravenna: pavoni, colombi, corona gemmata. Il modo di scolpire è
primordiale. Anche nella lingua si cambia, nel latino c'è una sgrammaticatura grandissima che però
diventerà un nuovo interesse anche riguardante l'arte.

Roma, San Lorenzo al Verano, arco trionfale, mosaico IIa metà del sec.VI Vescovo Pelagio presenta
la basilica a Cristo fra San Pietro e San Paolo San Lorenzo e Sant’Ippolito Gerusalemme e
Betlemme: Sono due basiliche unite, sull'arco trionfale, abbiamo ledue città gemmate, una maiestas, San
pietro e paolo e la presentazione del vescovo Pelagio e San Lorenzo, rispetto a San Vitale è tutto astratto,
figure rigide, panneggi disgnati e meno chiaroscurati.

Roma, Sant’Agnese fuori le mura, mosaico (625-638) Sant’Agnese sul fuoco del martiro fra i papi
Simmaco ed Onorio: Roma ha una sua continuità che poi vediamo che tra 7/8 secolo, avrà una caduta.
Figure schiacciate piatte, che scandiscono la vastità dell'opera, il cielo a strisce, corona gemmata che
sovrasta la martire. Sant'Agnese viene martorizzata sul rogo, il rosso rappresenta il sangue, quindi
rappresenta l'attributo. Viene meno la forza e sapienza costruttiva. I fondatori sono due papi, Simmaco ha
in mano il modellino della chiesa. Nell'incorniciature abbiamo ancora la ghilarlanda, da vicino
schematico.

Vangeli del monastero di Rabbula (Siria) 586 d.C. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana:
Riusciamo a datarlo, trovato in Siria, prima dell'avento dell'islam ma dopo i longobardi in italia. Origine
sirio-palestinese, Rabbula era una pietra miliare di quest'arte.Vivacità espressiva, semplificazione, si sente
una nuova brutalità.
Ascensione di Cristo: Cristo frontale, dentro una mandorla, con angeli che fanno vedere il cirsto che
ascende in cielo, saranno per secoli i gesti dell'ascesa di cristo. Il cristo non è rigido e forntale, anche gli
apostoli, non sono allineati in maniera parattatica.
Crocefissione, Marie al sepolcro, Noli me tangere: Come nelle porte di S.Sabina, braccia orizzontale
iscritte nel braccio della croce, il longino che trafigge il costato, solto i soldati. Questo è il tipico schema
bizzantino, a sinistra e destra i dolorenti, la vergine che apre le braccia con il mantello, gli altri con le
mani velate. Le mani della vergine non nude ma mascherate dal trappo, è un gesto di rispetto.

Vangeli di Rabbula (Siria) 586 d.C. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana Tavole canoniche:
Affrontata la sinossi, ovvero la concordanza, dei quattro vangeli, scrittura in aramaico, due edicole con
due evangelisti, a lavoro, con la tago senatoria, tutto nella pergamena, nel vuoto, architettura diventa una
sorte di "flabello". L'arco sembra quasi appartenente all'arte islamica, Motivi ordnati, come Galla
Placidia, uccelli naturalistici. Quello che colpisce è attenzione immateriale, leggeri per le docorazioni.

L’enigma di Castelseprio
Casteleseprio (Varese), Santa Maria foris portam Struttura a triconco affreschi della fine del sec.VI
(?) o fine del sec. VIII (?) : Insediamento nuovo dei Longobardi. Pianta centrale, che troviamo in tutto
l'oriente (Giordi, Siria), vogliano fare un triconco le pitture sono rovinate, su due livelli. Freschezza,
vivacità, naturalezza, infatti non si riescono a datare.

Castelseprio (Varese), Santa Maria foris portam fine sec.VI (?) o fine del sec. VIII (?) Cristo
benedicente entro clipeo e L’angelo appare a Giuseppe: Presentazione al tempio di Cristo : Anche le
ricerche più recenti fatti in carbonio ci portano dal 7 al 9 sercolo. E' un ciclo che finisce con l'adorazione
dei magi, è tutto centrato sulla verginità di maria, Vediamo delle pitture sciupate.

Viaggio di Giuseppe e Maria verso Betlemme Natività di Cristo Adorazione dei magi: Pittuara a
secco, dopo colorate, con colori emuli di questo gusto cromatico, delicati, pastellosi: rosa, azzurro,
turchese. Si apprezza energia e forza, iper dinamica, i tre remagi schizzano, si buttano in avanti. La
vergine porge il bambino, mentre l'angelo è in volo, che riprende la figura classica. San Giuseppe pensoso
che si apoggia su un dado, aspetti tridimensionali, ombre proiettate a terra, come molle che accentuano il
movimento. Tutto è teso ad una narrazione.

Castelseprio (Varese), Santa Maria foris portam fine sec.VI (?) o fine del sec. VIII (?) L’angelo
appare a Giuseppe: Il panneggio tende ad essere tradotto in pennellate distinte, non c'è la linua sinuosa
ma pennellate secche e taglienti.

Castelseprio (Varese), Santa Maria foris portam fine sec.VI (?) o fine del sec. VIII (?) L’angelo
appare a Giuseppe: Manca la testa che è rovinata, snodo polso, linea luce, emerge la coscia, che sta
diventando una geometria, astratta.

Castelseprio (Varese), Santa Maria foris portam fine sec.VI (?) o fine del sec. VIII (?)
Annunciazione della Vergine: Angelo in volo, dall'alto, frammeti di architettura in fondo, destrutturati,
elementi strani di scorci, l'ancella si ritrae spaventata, piena di colori, effetto pungente agli sguardi, vividi.

Castelseprio (Varese), Santa Maria foris portam fine sec.VI (?) o fine del sec. VIII (?) La
Vergine sottoposta nel Tempio alla prova dell’acqua amara: Stava sopra tre gradoni, è sceso, fa
bere alla vergine, sacerdote gemmato, pittura rapida, liquida, veloce, luci e ombre intaccano i volti, con
effetto mosso.

Castelseprio (Varese), Santa Maria foris portam fine sec.VI (?) o fine del sec. VIII (?), Natività di
Cristo e annuncio ai pastori: Dentro una grotta, s.Giuseppe pensoso, seduto a terra, si tiene il volto con
le mani, poi abbiamo il bango del bambino, tre levatrici e poi l'annuncio ai pastori.

Viaggio verso Betlemme: Ombre proiettate a terra, asinello che raglia, pittura naturalistica e velocissima,
paesaggi destrutturato, effetto di lustro, diventano metallici. Nel volto si vede la luce.

La natività: temi precisi, si vede che questa terza levatrice è quella incredula, perchè non crede che possa
aver partorito una vergine.C'è la grotta, blocchi di roccia, eredi di quello che abbiamo visto a Milano e
Ravenna.

Roma secc.VI-VIII: Santa Maria Antiqua: Dov'era il palazzo di Diocleziano, prestigio della chiesa,
nel cuore del foro romano, che viene simbolicamente cristianizzato, chiusa e riparta due anni fa.

Roma, Santa Maria Antiqua Solomone madre dei Maccabei (fine sec.VI- inizio sec.VII): Nessuna
data è definitiva, però abbiamo delle scrizioni greche di 7/8 secolo. Raffigurazione madre dei Maccabei,
vediamo raffigurazione solenne, ieratica, allungamento Solomone, poi lo ritroveremo negli avori. Affinita
con Csstelseprio, colpi di luce taglienti, pittura liquida, schematica, abbiamo luce contro ombra.

Roma, Santa Maria Antiqua affresco palinsesto (secc.VI-VII): Aspetto importante è capire che
abbiamo tre strati, quello più antico è quello della maiestas, in mezzo il bell'angelo e il terzo schematico
ma bronzato, con scritte greche.

Prima arte dei longobardi: Oreficeria barbarica? Oreficeria bizantina?

Coperte dell’Evangeliario di Teodolinda, donato da papa Gregorio Magno (fine sec.VI) argento
dorato, oro, cammei, perle, pietre preziose Monza, Tesoro del Duomo: Prima testimonzianza
Longobarda, fine 7 secolo, in stretto rapporto con il Papa San Gregorio Magno, il quale donerebbe a
Teodolina che coperture di questo vangelo. Croce gemmata il riuso di camei pagani e classici e smalti
dentro alveoli, semplificati. I bizantini saranno i più raffinati. E' un dono di Gregorio Magno a
Teodolinda, è una manifattura romana, in quanto c'è l'astrazione geometrica.

Chioccia con sette pulcini detta di Teodolinda (fine sec.VI) argento dorato, sbalzato e cesellato
Monza, Tesoro del Duomo: Simbolo cristologico, vediamo una resa non naturalistica, ma grafica, attesta
condivisa evoluzione, verso arte convenzionale e graficizata.

Lamina di Agilulfo, Firenze, Bargello, dalla visiera di un elmo, scoperta in una necropoli in val di
Nievole (591-615): Doveva girare nella testa, due angeli che tengono in mano asta con scritta vittoria.
Rappresenta le cittò gemmate, per celebrale l'omaggio al re longobardo=imperatore romano. Attenzione
imitare l'antico.

Croce in lamina d’oro sbalzata Cividale del Friuli, Museo archeologico sec.VII: Soprattutto oggetti
trovati nelle necropoi, fibule, quelle più preziose, motivo straordinario dell'intreccio, campo di forze. Al
centro volto di cristo, tratti marcati e schematizzati.

Croce in lamina d’oro battuta su stampo (Zurigo, Schweizerisches Landesmuseum, dalla necropoli
di Stabio: Motivi a cuore e foglia ritorta, divulgatissimi in forme stilizzate, lavoro a sbalzo, fatto con una
matrice. Aspetto industriale e seriale di questi oggetti.

Milano, civici musei archeologici, (dalla necropoli di Nocera Umbra): più raffinata

Fibule ad arco in argento parzialmente dorato e paste vitree Cividale del Friuli, Museo archeologico
fine sec.VI – inizio sec.VIFibule ad arco in argento parzialmente dorato e paste vitree Cividale del
Friuli, Museo archeologico fine sec.VI – inizio sec.VII: Effetto intarzio che ricorda manufatti celtici.
Smalti raffinati.

Arte insulare (secc.VII-VIII): dall’oreficeria al libro miniato

Vangeli di Sant’Agostino di Canterbury , fine sec.VI, San Luca e storie di Cristo Oxford, Corpus
Christi College Library ms. 286, c.129: Nel movimento di andata, un evangelizzatore è Sant'Agostino
di Canterbury, a lui sarebbe appartenuto uno dei codici più antichi, l'unica pagina ancora a noi è questa.
San Luca= filosofo pensoso classico, il modo di dipingere è lontano dalla genesi di vienna e codici di 5/6
secolo. Schematizzato, semplici campiture, terra ocra, azzurro.

Reliquiario o coperta di Evangeliario Dublino, National Gallery of Ireland (secc.VII-VIII) & Libro
di Durrow, Leone incipit del Vangelo di San Giovanni) Dublino, Trinity College Library (680 c.):
Arte insulare, coperta, che mostra la croce, vediamo i simboli dei quattro evangelisti, a stento si
riconoscono, sembrano quasi appartenenti al 900 (Avanguardie). Tutto intricato, l'idea della paura del
vuoto. Nella miniatura, è il libro di Durrow, si staglia il leone, che tentenzialmente è di san marco, però in
area insulare, non hanno le nostre corrispondenze, l'idea dell'animale grintoso è tradotta da nastri gialli
elettrici, che come linee di forza, anatomia simbolica. Poi le decorazioni rossi e verdi, sotto gli effetti
emuli della minatura.

Vangelo di San Gallo (Svizzera) miniatura irlandese c.700 Crocefissione: Vancelo più tardo, questa
miniatura è uno snodo indispensabile. abbiamo una serie di eventi traumatici che hanno un peso
nell'evoluzione seguente. Intrecci energici che passeranno nella miniatura carolingia.

Libro di Kells (Irlanda, fine del sec.VII) , Dublino, Trinity College Library: Trionfo maggiore, lettere
giganti, intrecci, dentro figurette deformate, groviglio senza un senso chiaro. Conflitto, come un campo di
energia. Questo trionfo dell'anticonico non è cos' lontana dalla prima arte islamica, eppure siamo lontani,
anche a livello geografico.

Libro di Kells (Irlanda, fine del sec.VII) - Dublino, Trinity College Library Tetramorfo & San
Matteo: Il libro con riquadrature, tetramorfo, a piena pagina angelo di Matteo, il vivente con le ali, è
ambiguo, in quanto l'evangelista ha le ali ma anche il libro.

Vangeli di Lindisfarne (Northumbria, secondo decennio del sec.VIII) Carpet page Londra, British
Library: Sono aniconiche, simili all'arte islamica, si chiamano "Pagine tappeto".

Vangeli di Lindisfarne (Northumbria, secondo decennio del sec.VIII), Incipit Vangelo di San
Matteo: Epigrafia singolare, forme in cui c'è un livello di qualità non grandissimo, è un arte ereditaria, di
elitè, dei popoli celtici, dove si condensa il massimo del prestigio della chiesa Irlandese.

Il secondo tempo dell’arte dei longobardi (sec.VIII): Pavia di Liutprando Cividale di Ratchis
Brescia di Desiderio: 874, viene sconfitto Carlo Magno da Desiderio. I Longobardi nel corso dell'8°
secolo hanno un potere maggiore potrebbero diventare la potenza europa, però vincono i Franchi in
quanto alleati con Roma. Paolo Diacono è il grande storico che scrive dei Longobardi, che però poi passa
con Carlo magno e diventa uno dei maggiori intellettuali Carolingi. Abbiamo poche testimonianze.

Brescia, chiesa di San Salvatore, monastero di Santa Giulia metà del sec.VIII: Realizzata spogliando
Ravenna, i resti archeologici sono molto importanti. Vediamo nei sott'archi: stucchi, uno diverso dall'altro
(come a Ravenna). Lo stucco presenta un intreccio, influenzato da quelli nordici, via di mezzo tra barbaro
e bizantino, stucchi colorati, giravano ad incorniciare tutti gli altri.

Fonte battesimale di Callisto (730-740) Cividale, Museo cristiano: Fonte straordinaria, la pergula
evidenzia la monumentalità staordinaria, è sconcertante che nei setti della fonte, sono utlizzati dei
pannelli di un'epoca precedente. Il dettsglio riporta la croce, il tetramorfo. Si smantella un edificio e si
mette in un altro.

Paliotto (fronte d’altare) di Sigoaldo Reimpiegato nel fonte battesimale di Callisto Cividale,
Cattedrale: Iscrizione, il committente è Sigoaldo, non è contstuale ma riutilizzato, abbiamo il canone di
età longobarda, rilievo schiacciato, come se fosse tra due piani, inciso sopra, rilievo molto spianato,
creare evidenzia siluette. Vediamo il toro di luca, acquila giovanni, angelo matteo e croce con motivo a
treccia, tralcio continuo con foglie. Per quell'epoca è un prodotto raffinato, come le roselline che hanno
una loro concavità, si imita i motivi di sbalzo e cesello.

Paliotto (fronte d’altare) di «Ursus magister», commissionata dal duca di Spoleto Ilderico (739-
742) Ferentillo (Terni), abbazia di San Pietro in Valle: Punto di privitivismo manggiore. Questo è il
blocco stesso dell'altare, ovvero la fronte.

Altare del duca Ratchis (737-744) Cividale, Cattedrale , Visitazione (sin) Maiestas Domini in gloria
di angeli (fronte) Adorazione dei Magi (des) Fenestella confessionis (tergo): Oggetto straordinario, il
duca cade in disgrazia, c'è ancora il blocco dell'altare, con dietro l'apertura, in quanto veniva santificato
con la reliquia. Piuù tardi si userà l'ostia. C'è una sacralità fortissima, è il vertice di tutto. I panneggi
hanno come delle scalanature, come le colonne. Effeto tridimensionale, questo si vede nell'Adorazione dei
Magi, in basso movimento ascendete della processione che determina le decorazioni. Elementi di
decorazione classica, anche se prevalenti sono i motivi a spirale.

Urna di Sant’Anastasia Sesto al Reghena (Friuli), abbazia (sec.VIII): Esempio trionfo aniconico,
Abazia Benedettina, questo modo così vistoso di lavorare, incidere, tagliare fogliame, connota l'arte dei
longobardi.

Brescia, Museo civico di Santa Giulia (da San Salvatore) Parapetto della scala di accesso di un
ambone di età longobarda con pavone (metà del sec.VIII): Raffigurazione molto seriale di motivi a
treccia. Brescia e Cividale sono i luoghi più alti di produzione, a Brescia sopravvive questo parapetto di
un abone a doppia rampa, con un pavone, per cui si accomapgna il movineto del celebrante. Paura del
vuoto, scatti che affermano il movimento.

Pavia, Musei civici Pluteo con creature mostruose affrontate e fregio vitineo Da San Michele alla
Pusterla (Ia metà del sec.VIII): Questi plutei ci colpiscono perchè non sono perfettamente simmetrici, il
tralcio sembra rispettare un modulo fissato. Invenzione mostri marini, tralci con grappoli, lavorazione è
già schiacciata e disegnasta, gioco concavo convesso, tutto molto ornamentale.

Lastra di ambone o pluteo di recinzione presbiteriale riutilizzatao come tomba di San Bertolfo,
(secc. VIII-IX) Bobbio, San Colombano: Nasceva come un pluteo, la treccia che lo abita e campitura
interna con intreccio dinamico è celtica-barmarica.

Milano, Spoleto, Acquileia capitelli: rappresentazione schematica, intagliato con volute che si stagliano
con fondo liscio. (Spoleto), quello di Acquileia è di una ricostruzione carolingia.

Brescia, San Salvatore (età di Desiderio, metà del sec.VIII), stucchi cfr. qui sotto stucchi di San
Vitale a Ravenna (c.540): Modello è quello di Ravenna, prima erano colorati, c'erano delle ampolle, con
al centro la rosellina di stucco, sono tutte rotte, resta un frammento del collo affondato nello stucco.

Cividale, Santa Maria in Valle o tempietto longobardo (terzo quarto del sec.VIII): Monumento più
suggestivo, non è di grani dimensioni, monastero femminili, che erano quelli più prestigiose, questo era il
coro delle monache, si soprappongono le epoche, in quanto queste sono quelle del 400, la scarsel ha una
volta a botte affrescata, la cosa piiù spettacolare era la controfacciata.

Cividale, Santa Maria in Valle o tempietto longobardo (terzo quarto del sec.VIII), Sante vergini
della controfacciata stucco: In alto abbiamo le ampolle di vetro, vergini dovevano essere colorstissime,
nella parte alta, a fiancheggiare la finestra sante martiri, la prima è la vergine, ha le braccia protese da una
parte ovvero simboleggia l'umanità peccatrice, le altre sono martiri. Vesti pieni di gioielli. In basso rilievo
schiacciato e piatto, man mano che si sale non diventa mai un altorilievo naturalistico, visto dal basso
forte suggestione, testa quasi a tutto tondo.

Cividale, Santa Maria in Valle o tempietto longobardo (terzo quarto del sec.VIII)lunetta della
controfacciata, stucco a giorno con fregio vitineo, Cristo benedicente fra i due arcangeli Gabriele e
Michele: Cristo giovanile benedicente tra due angeli, quello che emerge è che c'è un senso bombato nei
volti e nei voluti, olivastro delle carni, bizantine. Nelle parti in stucco schematizzazione grafica. Lavoro
plastico di stucco, molto virtuoso, tutto traforato, le foglie disegnate con naturalismo, intorno fuori,
all'esterno motivi celtici e barbarici.
Cividale, Santa Maria in Valle o tempietto longobardo, controfacciata, Cristo benedicente fra i due
arcangeli Gabriele e Michele: Solenne, frontale, eleganza piana arte bizantina. Ancora modelli di 5/6
secolo.

Langobardia minor: ducati di Benevento e Spoleto

Benevento, Santa Sofia pittura murale Zaccaria esce dal tempio Visitazione (c. 780): Il termine
"Lombardia" è vasto, nel 400 i mercanti lucchesi venivano chiamati lombardi. Splendore anche a Salerno,
porto di Benevento. Resta la chiesa di Santa sofia a Benevento. Fondo circolare con tre apsidi, indicativa
come modelli bizantini fossero importantissimi. Sistema delle volte, doppio ambulacro. Miniatura di due
secoli dopo (11 SEC.), il sovrano come imperatore bizantino che da ordini.

Benevento, Santa Sofia pittura murale Zaccaria esce dal tempio Visitazione (c. 780): Freschezza in
linea con arte carolingia, vediamo Zaccaria che ammutolisce. Nella visitazione la vergine in trovo
gemmato, è scesa giù per abbracciare la cugina, per abbracciare il grembo santo della cugina.

Spoleto, chiesa di San Salvatore (sec. VI): Monumenti che restano, non c'è chiarezza. Intaglio elementi,
stilizzati, ma ancora come san vitale con aspetti naturalistici. Si è fatta strada una corrente di pensiero che
vuole datarli all'8 secolo. L'interno è straordinario.

Tempietto del Clitunno (Perugia) di San Salvatore (secc.V-VI o sec.VII-VIII?): Palladio pensa sia un
esempio di arte classica. Il timpano con croce e tralsi stilizzati, si legge che è del 5/6 secolo a.C.

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 10

La renovatio carolingia intensa per la riappropiazione di arti antiche

Arte carolingia: Abbazia di Lorsch, Torballe, ingresso del recinto abbaziale, 768-774 confronto
con l’arte romano di Costantino, Lorsh è una città monastica, su cui si fonda la costruzione dell’impero di
Carlo V; quindi la cultura carolingia è incentrata principalmente nelle abbazie o nei monasteri, nei quali vi
è una vasta gamma di manoscritti e libri; appunto la particolarità di questo Torhalle è l’interno, in quanto
appunto è come se fosse una cittadella autonoma, perché come vediamo è recintata. L’arco riprende gli
archi trionfali romani, con geometrie vivaci e astratti. Tra l’altro aveva la funzione di ospitare delle
conferenze di varia importanza, dove in questa stanza rimangono delle pitture illusionistiche. Il paramento
murario, con capitelli compositi di imitazione e semplificati; i pilastri sono scalanati con una riduzione
proporzionale, e il fregio fa riferimento all’arte classica, quindi un revival, ma l’altro filtro fu l’arte
barbarica. L’interno appunto è molto suggestivo e schematico per l’effetto illusionistico.

Cappella Palatina ad Aquisgrana, 798, consacrata nell’804 da papa Leone III il legame con la
religione enfatizza questo periodo di renovatio; Aquisgrana appunto si può considerare la nuova Roma, in
cui fu costruita anche il nuovo palazzo di Carlo Magno, di cui sopravvive solo la Cappella. Importante
anche l’uso del bronzo; pianta centrale ottagonale, voleva imitare San Vitale di Ravenna; Confronto tra le
due: negli ordini superiori ci sono tre arcate, invece ad Aquisgrana le esedre che caratterizzano ciò è
molto più semplice, tra l’altro in basso vi è solo un’unica arcata. Quindi in generale la renovatio caroligia,
è una rinascenza anche dell’antico. Vi sono due torri scalari che raccordano al quadriportico. Le porte
bronzee, aconiche con due protome leonine di forte stilizzazione. In bronzo anche la cancellata con un
gioco di geometrie. Questione del monumento equestre di Carlo Magno, che riprende comunque la statua
di Marco Aurelio.

Abbazia di San Gallo, Svizzerala sua pianta, su pergamena, è conservata presso la Stiftbilioteck
dell’abbazia. La chiesa ha dei caratteri peculiari; ha un doppio orientamento, in alto l’altare di San Paolo,
in Occidente quella di San Pietro, due torri scalari per accedere al matroneo; basilicale tripartita, però è
comunque diversa dalla solita pianta basilicale, in quanto comunque lo spazio è scandito in parti non
propriamente ordinate, quasi scomposte, in quanto appunto vi erano molti altari. Il percorso quindi è
stazionale, a tappe, si parte da un nartece che gira intorno all’altare di San Pietro, poi si sale con il coro
minore dei monaci e la fonte battesimale, quale solitamente stava a destra, in asse l’altare della croce, il
baricentro, il medio cux dell’abbazia, è una novità con l’arte carolingia, come ad esempio con le due torri
ad Occidente. Poi l’ambone in asse, assolutamente atipico, in quanto di solito sta a destra, ed è un
riferimento a Santa Sofia, poi si prosegue con il coro maggiore e l’altare maggiore di San Gallo. L’altare
in Oriente lo ritroveremo anche nell’Europa del Nord, mai in Italia.

Westwerk, abbazia benedettina di Corvey, 844, Sassonia Westwerk=corpo occidentale con due torri,
che si trova nella parte bassa dell’abbazia; è un corpo che prevede due livelli, un corpo base, il portico
sormontato da uno secondario che si affaccia sulle navate, accentuato appunto dalla questione delle due
torri scalari; anche nell’interno appunto abbiamo un porticato basso.

MINIATURA CAROLINGIA valore fondamentale in questa arte, con la copiatura di codici, codici di
lusso; è la punta di un iceberg di questa arte, in quanto abbiamo molta documentazione riguardante ciò.
Importante un mosaico che decorava il triclinio di Leone III, con la ricostruzione del catino absidale con
Cristo fra gli apostoli, inoltre sull’arco trionfale in particolare avevamo la raffigurazione di San Pietro che
consegnava il palio a papa Leone III e l’orifiamma a re Carlo. Anche la miniatura conosce nella sua fase
iniziale VIII secolo, la sua iniziazione, prendiamo come esempio i vangeli di Godescalco, parzialmente
purpureo, oro e crisografato, con un Cristo paleocristiano, raffigurazione marcata a livello delle pennellate
nere, ma comunque fortemente espressiva, in riferimento all’arte tardo-antica. Sul fondo degli elementi
architettonici; nella cornice esterna, riferimento all’arte barbarica, con motivi illusionistici di V-VI secolo;
quindi vi è una raffigurazione importante, in un’altra pagine vi è la raffigurazione della vita, con animali,
raffigurati in modo fresco, scena a pagina aperta (comprende due pagine, no margine al vivo),
raffigurazione di finte architetture, nella pagina accanto si ha un riferimento all’arte insulare e barbarica.
Importante anche il lezionario di Eginone, dove gli evangelisti sono intenti a scrivere, fatti in un modo
semplificato, e ciò lo si riconosce anche dai colori e dagli intarsi geometrici, sproporzionato (mani). Un
altro codice è quello dell’Omelie di San Gregorio, la maiestas Domini, non è centrata è storta, ma si
apprezzano anche le sgrammature, perché notiamo una convenzionalità di questo periodo, poi trono
gemmato. Poi l’Apollo Medicus dell’Etymologiae, dove Isidoro rappresentato come un apollo medico,
con il nimbo del vivente. Poi i vangeli di Saint Medard di Soissons, del 790 riprende la fontana della vita
dei vangeli di Godescalco, qua si rappresenta un edicola con esedra, quindi più architettonico, e allude più
alla tridimensionalità rispetto al precedente, ma entrambi derivano da una data copiatura con una certa
rinterpretazione, un’altra pagina di questo vangelo rappresenta un’architettura tetrastila, con i simboli
degli evangelisti, con elementi illusionistici, tipici del V secolo, muri traforati da finestrelle, quindi ci si
vuole muovere verso la terza dimensione in modo irrazionale, infatti sopra al fregio la visione
dell’agnello tetramorfo, oppure la pagina di San Marco, con il leone dai movimenti energici, in
riferimento all’arte bizantina, così come le vesti e le perlinature nella cornice, e in alto dei finti cammei,
poi nei finti pennacchi gli angeli, per inserire un qualcosa di narrativo, ancora un’altra pagina con San
Giovanni Evangelista, che poggia su un trono, con effetti di scorcio, ricca ornamentazione, in alto
fuorimargine la scena delle nozze di Cana. Nell’800 ci saranno i vangeli dell’incoronazione, codice
purpureo e crisografato, piene pagine, diversamente dagli altri codici gli evangelisti hanno la toga
senatoria, ma la raffigurazione di essi è molto più volumetrica, massiccia, il loro viso è quasi ceruleo, così
come lo sfondo del cielo. In questo periodo ci sarà anche la scuola di Reims, e importante qua saranno i
vangeli di Ebbone, con San Luca e San Matteo, su uno sfondo di pennellate veloci oro e argento per
biacca, sul fondo possiamo notare dei tempietti, e anche qua gli evangelisti hanno la toga senatoria, è fatto
con un accento espressionista, i segni grigi sul viso di San Matteo sono le pennellate d’argento ossidate.
Un altro prodotto di questa scuola è il salterio di Utrecht, testo ampiamente illustrate da figure smarginate,
tutto unito dal paesaggio a bordo di uccello, è però un disegno a penna, quindi le figure sono filiforme e
balzanti, in basso al centro le 3 pie donne davanti al sepolcro vuoto, sopra una psicostasia, quindi vi è una
narrazione che rimbalza, inoltre su di esso vi sono degli avori, importante in questa rinascenza e in questo
salterio. Un altro avorio della scuola di Reims, inquadra la scena dell’incredulità di San Tommaso, sempre
con le tecniche di V-VI secolo. In parallelo vi fu un’altra scuola, a Metz, con il sacramentario, ovvero
l’antenato del messale, il quale doveva essere integrato con altri manoscritti, qua al centro il Te Igitur,
ovvero l’incipit del canone della messa, ci sono varie lettere, come la T che indica la croce ed è istoriata
in quanto al suo interno vi sono delle scene, mentre nella pagina accanto una C percorsa dai tralci, che
indica l’ascensione di Cristo, con scena acquerellata, dove il Cristo è il altro e ai lati gli angeli. I vangeli
di Lorsh sono coperte dagli avori con Cristo fra gli angeli, storia dei magi (Roma) e Madonna con il
bambino, San Giovanni Battista ed altri a Londra. In quest’ultimo vangelo citato vi è un frontespizio con
Cristo in maestà e l’incipit invece è con San Matteo, quale ha una doppia pagina, perché vi è una
rappresentazione dello stesso, con delle stilizzature, come nelle pagine di San Giovanni evangelista e San
Marco, con effetti di movimento. L’ultima fiammata della miniatura carolingia si ha nel 900, con la prima
bibbia di Carlo il Calvo, molto illustrata e poliedrica, con la scena di dedica da parte dell’abate di San
Martino a Tours, e il conte Vivien, mentre San Girolamo si reca in terra santa, detta la Vulgata e la
diffonde, lo spazio è a uccello. Nella seconda Bibbia di Carlo il Calvo, vi è la rappresentazione della
Giustizia di Salomone, nella quale notiamo sempre questo gusto di pittoricismo, non chiuso dal disegno,
tipico invece della pittura ottoniana, qua Solomone è fasciato da dei panneggi.

Avorio con la passione di Cristo, con il gusto della narrazione a fregio continuo.

ARTI ORAFE CAROLINGIE alcune tecniche verranno rivisitate, per esempio ci sarà la tecnica dello
sbalzo. Possiamo vedere il Ciborio di Arnulfo, è un’altare portatile, lamina di argento sbalzato e dorato, il
ciborio comunque è connotato solo per le basiliche con delle tombe importanti. Ha una vivacità nervosa.
Una delle opere più importanti ad esempio sarà l’altare di Sant’Ambrogio, il quale ha la funzione anche di
segnacolo della confessione, esaltato da un rivestimento orafo, in argento sbalzato, dorato avanti
parzialmente sui fianchi, opera firmata da Voulvinio. Sul fronte delle lamine, con smalti in croisomè, e
decorazioni di rubini; qua la maiestas è al centro, con vesti che delineano quasi le volumetrie,
l’espressività non è bizantina ed è un cosa che si riperquote anche nell’Annunciazione e nella natività di
Cristo, dove in quest’ultima non vi è un paesaggio bizantineggiante. Ai lati vi è Angilberto che dona a
Sant’Ambrogio l’altare. Il ciclo di Sant’Ambrogio, non ha un piano di posa, nella placchetta in cui il
santo è richiamato a Milano dallo Spirito Santo, dove il tutto è sbalzato, ma vi sono appunto delle
questioni realistiche, mentre la città è un topoi delle città classiche; nella placchetta di Sant’Ambrogio
battezzato si ha sempre questo effetto di sbalzamento, poi la placchetta della predica di Sant’Ambrogio
ispirato da un angelo, che fronteggia gli ariani.

Malles Venosta, Bolzano Abbiamo la Maiestas al centro e ai lati il miles e il clericus, in delle nicchie
della chiesa. Pittura schematica.

Abbazia di San Vincenzo al Volturno, Cripta dell’abate Epifanio 824-842 Crocefissione con l’abate
Epifanio, vi è la raffigurazione del committente quindi; E’ un Cristus triunfa, scorci e dettagli volumetrici,
la Vergini con le mani velate si slancia con questo mantello rosso, colore del dolore; è una delle grafie più
bizzantineggianti, dove infatti Giovanni si inarca. Sempre in questa cripta vi è il martirio di San Vincenzo,
le forche lo spingono sulla grata, ciò fatto dal carnefice, il quale è indicato dalla scritta. In alto il console,
sembra precipitare giù dal trono, al quale si bilancia l’angelo che lo sta andando a benedire. Mentre
nell’Annunciazione alla pretesa dell’angelo, si contrappone la sorpresa della Vergine. Nell’abside
abbiamo una Maiestas Domini, con sotto gli arcangeli con le ali aperte, ma nonostante la grandiosità è
raffigurato quasi in modo umano.

Roma, Santa Prassede sacello a volte a crociera mosaicato, riferimenti a Galla Placidia, con le figure
a disegno lineare a campitura bianca, volta con Cristo benedicente e 4 angeli cariatide; + ai lati martiri e
vergini; importante come lavorano le tessere in modo approssimativo, con i colori, per fare il tutto in
modo comunque semplice.
STORIA DELL'ARTE MED LEZIONE 11 11/10/19

La rinascita dell'anno Mille

Rodolfo il Glabro, abate di Cluny Storie dell’anno Mille (1003)

“Erat enim instar ac si mundus ipse, excutiendo semet, rejecta vetustate, passim candidam ecclesiarum
vestem indueret”»
“Era infatti come se il mondo stesso, riscotendosi e ripudiato tutto quanto aveva d’antico si rivestì di
un bianco mantello di chiese” .

Sacramentario di Warmondo vescovo di Ivrea (965/968 – 1011) Ivrea, Biblioteca capitolare 1002:
Ivrea nel 10° secolo fu la capitale del regno d'Italia, città molto importante, orientata verso Francia e
Gallia. Nel 1002 viene fondata la nuova chiesa, c'è una lapide che emula l'epigrafe classica, foglioline
stilizzate, commenta quando era re Arduino e dice "Il vescovo fondò questa chiesa per il signore dalle
fodanementa", ovvero l'ha ricostruita da capo. Quest'epigrafe è murata nella cripta, come santa Croce. In
basso si vede una miniatura, codice minario, indicativo dell'anno mille,che raffigura una scena di
celebrazione della messa, per celebrare il fondatore della chiesa, che sta dietro l'altare.

Sacramentario di Warmondo vescovo di Ivrea (965/968 – 1011) Ivrea, Biblioteca capitolare 1002,
Incoronazione di Ottone III: Molto elementare e schematica, indicativa degli anni precedenti, molto
carolingia, inquadratura sotto arco, scorcio tridimensionale della scena.

CLUNY II & III: Indicativa della cultura europea dell'anno mille, molto importante, diventa l'origine
dell'ordine Benedettino, nasce il movimento monastico successivamente con Benedetto da Norcia, dopo
via via fioriscono nuovi ordini, ad esempio nel 12° circestensi, poi camaldoresi. Città monastiche fuori
dalla città, diventano grandi detentori di possedimenti terrieri e forze politiche. Tutti questi ordini nascono
dalla Borgogna, territorio interessante, luogo di prima congruenza verso Santiago. Rimane solo della
Cluny III una torre del transetto destro, distrutto tutto con la rivoluzione francese. La due ha tre navate, la
tre invece cinque navate, inoltre è piena di cappelle, con più altari secondari.

Stucchi e avori a Milano al tempo degli Ottoni: Milano è città di transito, legatissima al mondo
germanico e ottoniano.

MILANO, Basilica di Sant’Ambrogio Ciborio con stucchi di età ottoniana: E' l'elemento più
grandioso, edicola che segnala l'altare maggiore o dove è conservato un corpo santo prestigioso, è il
grande santuario cittadino, anche se non cattedrale. Tutti i santi raffigurati in questo ciborio, tutto
raffigurato a stucchi, tutto di origine stilizzata carolingia, con forme più geoemtriche e altre più classiche.
Aggettano fortemente, figura ierativa, in asse al centro.
1) Lato tergale con Sant’Ambrogio fra San Gervasio e San Protasio protomartiri milanesi che
accolgono due religiosi: faccia posteriore, con sant'abrogio, finacheggiato da Gervasio e Protasio, ovvero
i protomartiri, che posano il braccio sui monaci, da una parte benedettini e dall'altra canonici che si
prendono tra loro, questi soo i benedettini che si genuflettono, le incorniciature: cantari da cui fuoriesce
un tralcio, tema classico ma schematico, intersezione di archi con intaglio geoemtrico. Il fogliamo al
vertici è geometrizzato.
2) lato frontale Traditio legum et clavium Cristo fra San Paolo e San Pietro: Cristo che cosnegna le
chiavi a san pietro e vangelo per evangelizzazione a san paolo, i panneggi sono bizantineggianti, si
riconosce bene nella forza plastica dei volti, che sono quasi a tutto tondo, aggettanti, fisicità consistente,
pedana del trono, motivi a meandri.

MILANO, Museo del Duomo avorio e bronzo Situla di Gotofredo


Commissionata dall’arcivescovo milanese Gotofredo per l’incoronazione di Ottone II nel 979,
quindi donata al tesoro di Sant’Ambrogio: Madonna col Bambino, quattro evangelisti: Situla in
latino=secchiello, dove si mette l'acqua per benedire, usato nelle litirgie solenni, è di lusso, ha il manico in
argento, con delle figurette. Le raffigurazioni sono della madonna con evangelisti, non c'è espressività con
l'arte carolingia, sono geoemtrizzate.

Gli Ottoni e Bisanzio

972 contratto nuziale tra Teofano e Ottone II Crisografia su pergamena purpurea Rote con grifi e
leoni che sbranano animali: E' su pergamena, scritta in oro, animali fantastici, che vengono realizzati
nella pergamena.

San Maurizio e la Madonna presentano Ottone II, la moglie Teofano e il figlio futuro Ottone III a
Cristo (c. 973-984) Milano, Museo del Castello Sforzesco: Veniva da famiglia imperiale, fa parte della
politica delle alleanze, Teofano presenta il figlio che morirà giovane, la Maiestas ha un gesto benevole,
abbiamo due santi ai lati, descrizione sui bordi, con madonna e angeli. Ottone II, prende il piede di cristo,
rapporto diverso, lo tocca, era molto importante per l'uomo medievale.

contratto nuziale tra Teofano e Ottone II Crisografia su pergamena purpurea Rote con grifi e leoni
che sbranano animali

Cristo incorona Ottone II e la moglie Teofano avorio bizantino Parigi, Musée de Cluny: Rigido,
aulico,figura di cristo che impone le mani, dall'altra parte con la stola gemmata Teofano, poi abbiamo sia
pedane che tabernacolo, molto virtuoso, avorio con rilievo molto basso. C'è una rinscita, di capacità
artistiche e manifattura, edicole con palma, fogliame stilizzato e traforato. Tipico arte macedone.
Massimo movimento che si possa concepire.

Visione di Ezechiele Miniatura bizantina di età macedone (fine sec.IX) Omelie di Gregorio
Nazianzieno Parigi, Bibliothèque Nationale: C'è opinione forte che sono solo delle copie di 5 secolo,
rocce che scheggiate, nuvole azzurre, ricordano gli effetti di San vitale. Si vede che è bizantina, niente
sfumature, effetto geometrizzato, respiro nella scena, che ritroveremo nell'arte Ottoniana. Gli artisti
ottoniani conoscevano i codici macedoni.

Mosé che riceve le tavole della Legge Miniatura bizantina di età macedone (inizio sec.X) Bibbia
della regina Cristina Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana: Codice macedone, piena pagina, inizio
libri, questo è il libro dell'esodo, Mosè che sale sul monte e riceve le tavole della legge. I panneggi sono
cristallizzati, con linee nette e taglienti, le rocce ricordano san vitale, il popolo e braico che aspeta, figura
nuda, torsione, molto naturalistici.

La miniatura ottoniana: il Registrum Gregorii

Otto imperator et augustus Ottone II riceve l’omaggio delle provincie dal Registrum Gregorii
(codice contenente i Dialogi di San Gregorio Magno) Treviri c.985 Chantilly, Musée Condé: E' il
momento più importante, è un codice di testi di gregorio magno, raffigurato l'imperatore, Ottone II,
raffigurazione molto solenne, in onore dell'antico, quattro donne sono le province, che rendono omaggio
all'imperatore. Colori delicati, rosa, turchese, verdolino, azzurrino.. Gioco di spazi vuoti, ariosità che da
gravitas alla raffigurazione, attenzione al classicismo, c'è una cornice a perline fusarola, c'è una teoria che
riconduce ad un miniature Giovanni, proveniente dalla lombardia.

San Gregorio Magno nello studio ispirato dallo Spirito Santo dal Registrum Gregorii (codice
contenente i Dialogi di San Gregorio Magno) Treviri c.985 Treviri, Stadtbibliothek: Pagina
bellissima, evangelista composto e solenne, posa una mano sul libro e riceve l'ispirazione divina dello
spirito santo, attraverso la colomba, dice che origlia e origliando sente la voce dello spirito santo. Corona
gemmata, come mosaici ravenna, tenda annodata, è una chies aanche se non sembra, è simbolica.
Gregorio grande padre chiesa occidentale.

Maestro del Registrum Gregorii Codex Egberti, Annunciazione e Strage degli Innocenti Treviri,
ante 993 (morte dell’arcivescovo Egberto): Da l'avvio alla miniatura Ottoniana, vgnette minimaliste.
Colori tenui, delicati, dall'azzurro al rosa, ambientazione con città, muri, torri, riprendono il modo di
rappresentare le città.

Maestro del Registrum Gregorii: Codex Egberti, Annunciazione Treviri, ante 993 (morte
dell’arcivescovo Egberto): Le figure stagliate contro un cielo, non interno, l'angelo ha una posa
composta, pacata, mano enorme, che richiama alla miniatura carolingia, colori tenui. Nei volti qualcosa di
più espressivo, lasciano la shciera aperta, sgranato, magnetico.

Maestro del Registrum Gregorii Codex Egberti, Natività di Cristo e annuncio ai pastori Treviri,
ante 993 (morte dell’arcivescovo Egberto): c'è la stalla con bue e asinello, culla de bambino, gesti che
poi troveremo a Palermo, gli angeli arrivano, gli artisti costruiscono a blocchi, idea chiarezza narritiva,
quasi didascalica.

Roma, Biblioteca Apostolica Vaticana Virgilio Vaticano Enea, Acate e la Sibilla davanti al tempio di
Apollo miniatura, sec.V: Idea vignetta, con fregio, su fondo rosso, sul fondale, senza demarcazione
chiara, striature, in dissolvenza, sfumate,

Maestro del Registrum Gregorii: Codex Egberti, Strage degli Innocenti Treviri, ante 993 (morte
dell’arcivescovo Egberto): Strage degli innocenti. Figure grottesche, simula volumi e classicismo.

Maestro del Registrum Gregorii: Codex Egberti, Battesimo di Cristo Treviri, ante 993 (morte
dell’arcivescovo Egberto): Forte carica simbolica scena, trasparenza acqua fiume giordano colomba
spirito santo verde, che si staglia con il cielo.

Maestro del Registrum Gregorii: Codex Egberti, Cristo afferra San Pietro sul lago di Tiberiade
Treviri, ante 993 (morte dell’arcivescovo Egberto): Cristo che cammina sulle acque, pietro che ha
paura di annegare, dettagli sottili, trasparenza acqua, con siluette nave, nave stilizzata. In alto i due venti,
onde forti, che si placano quando arriva cristo.

Codex Egberti, frontespizio con l’arcivescovo Egberto Treviri, ante 993 (morte dell’arcivescovo
Egberto): Arcivescovo, purpureo, con scritture in oro, il fregio intorno è interessante, un tralcio
metamorfico, vegetali diventano uccelli, che mordono la coda dell'altro uccello, fantasie che poi
sfoceranno nel romanico.

Salterio di Egberto Davide col salterio Treviri, ante 993 (morte dell’arcivescovo Egberto) Cividale,
Museo: Linee marcate, seguono andamenti elastici, suggerire animazione figura di davide, sulla pedana
del trono, tarzio forte, rosso vivo, colori accesi, incorniaciatura intorno, identico a Galla Placidia.

La miniatura ottoniana: i Vangeli di Ottone III:


Vangeli di Ottone III (c.1000) coperta con la Dormitio Virginis in avorio Monaco, Staatsbibliothek:
Codice grandioso, coperta che non è del tutto quella originale, in antico c'era incastonato al centro un
avorio tipico macedone, con trina e colonne traforate. Ai piedi san giovanni, cristo che raccoglie la
neonata che tiene in mano e angeli che scendono con le mani velate. Il codice vede riuso bizantino.
DENTRO
Vangeli di Ottone III (c.1000), Ottone III riceve l’omaggio delle provincie, Monaco,
Staatsbibliothek: Non ci sono sfumature e solennità e tutto più marcato, squillante, le province spostate a
sinistra, si vede il gesto di offerta.
Maestro del Registrum Gregorii San Gregorio, Dialogi “Otto imperator et augustus” (Ottone II o
Ottone III) riceve l’omaggio delle Province Chantilly, Musée Condé (Treviri, c.995): molto colorata,
forma marcata dei disegni.

Vangeli di Ottone III (c.1000), Entrata di Cristo a Gerusalemme e Lavanda dei piedi, Monaco,
Staatsbibliothek: Si usa la foglia d'oro, per stagliare la figura contro il fondo, mattoncini, che in realtà è l
rigatura del vetro. Sono due scene del vangelo, indicative della tensione narrativa degli artisti ottoniani,
che passa da un'arte stilizzata, arbusti che diventano dei bulbi, albero pieno di spirali, figure spirale,
motivo stilizzato. Vivacità scena, organizzato in maniera irrazionale, in qunto i fanciulli, dovrebbero stare
davanti, non in alto, in quanto lanciano la veste verso l'alto. Il drappo va in aria con tensione elastica
straordinaria, asinello teso, orecchie lanciate. La lavanda dei piedi, edificio schematizzato, frammenti di
muri,

Avorio bizantino, età macedone (sec.X), Entrata di Cristo a Gerusalemme, Berlino, Staatliche
Museen: Placchetta che sta a berlino, si è ortto, scena corale, complessa, fanciulli che si arrampicano,
bambino con la madre, apostoli dietro a cristo. Confronto con miniatura, che è ridotto all'essenziale,
estrema semplificazione, è una sigia.

Pittore bizantino di età comnena (metà sec.XI): Ingresso di Cristo a Gerusalemme. Hosios Loukas
(Grecia), cripta del Katholicon: Asinello, orecchie tese allo stesso modo, balza il senso del movimento.

Vangeli di Ottone III (c.1000), Lavanda dei piedi, Monaco, Staatsbibliothek: Figura solleva la gamba
sinistra, non è una copia dei modelli bizantini, però c'è uno spunto.

Pericopi di Enrico II il Santo (Monaco, Staatsbibliothek), Annuncio ai pastori e Natività di Cristo:


Pura vignetta, sempre di più verso placcatura semplificata, zone lamina d'oro: rosa, verde, azzurro, non è
chiaro cosa è terra o cielo. Città che flotta nel cielo, con il profilo di una collina. Annuncio pastori
enfatizzato, l'angeo si ekeva, eleganza stupenda. I pastori si ritraggono, salto proporzionale.

Pericopi di Enrico II il Santo (Monaco, Staatsbibliothek), Pie donne al Sepolcro: Di nuovo doppia
pagina sepolcro vuoto, gesticolazione lenta e grandiosa, dell'angelo seduto. Lo schiocco del mantello non
ha senso. incorniciature riprendono momenti 5/6 secolo, capitelli viola e verdi.

Apocalisse di Bamberga La Vergine salvata dal drago: Fase mstura, apocalisse tema forti dell'anno
mille, la vergine vestita di sole con ls luna sotto i piedi, insidiata dsl drago con le sette testi.

Avori ottoniani
Roma, Santa Maria in Trastevere, Madonna della Clemenza (inizio del sec.VIII?): Sembrano gli stucchi
del ciboio di Milano, volti a mandorla, aulico e solenne.

Moltiplicazione dei pani e dei pesci avorio ottoniano, c.1000 da Magdeburgo Parigi, Louvre; dal principio
sembra scena piena, in quanto nel vangelo sappiamo che era piena di persone, cristo è ieratico, sembra
una scacchiera, scendendo le geometrie si muovono, in quanto ci sono le ceste, poi le figure mangiano.
Raffigurazione di paura del vuoto.
Avorio ottoniano, c.1000 Crocefissione Maiestas Domini col Tetramorfo Ascensione di Cristo Pie donne
al Sepolcro Parigi, Musée de Cluny: Ripresa arte carolingia, qua è pù tondeggiante, attenzione narrativa
stupenda, vero e proprio ciclo narrativo, dove c'è sia scena della crocifissione, vivo ma non trionfante, in
quanto si torce, la corona di alloro, il calice, come sangue di cristo e il disco per l'ossa. Nei quattro
rettangoli:
Maddalena e san giovanni
Pie donne al sepolcro
Cristo che ascende al cielo
Maiestas domini apocalittica

Pericopi di Enrico II il Santo donate nel 1012 alla cattedrale di Bamberga (Monaco, Staatsbibliothek)
coperta con avorio carolingio (Reims, c.820) Crocefissione, Pie donne al sepolcro, Resurrezione dei
morti e smalti bizantini: C'è un avorio carolingio, che viene riutilizzato, con la crocifissione, pie donne al
sepolcro.

Avorio ottoniano, c.1000 Crocefissione Pie donne al Sepolcro Monaco, Schatzkammer: E' ottoniano che
fa un falso avorio carolingio, quasi una copia, con panneggi che si asciugano sui corpi. Intagli freddo,
netto, tagliente.

Avorio ottoniano Depositio Christi Colonia, Schnuetgen Museum: cristo che viene deposto, nicodemo alla
base, si vede l'aspetto vivace.

Oreficerie ottoniane
PARIGI, Musée national du moyen âge (Musée de Cluny), dal Duomo di BASILEA (ma era
destinato ad un’abbazia benedettina, Michelsberg a Bamberga?, inizio del sec.XI - paliotto Cristo
benedicente, ai suoi piedi l’imperatore Enrico II (1002-1024) e l’imperatrice Cunegonda, ai lati San
Benedetto e i tre Arcangeli lamina d’oro sbalzata su anima in legno di quercia, pietre preziose e
vetri colorati: Rivestimento orafo di un altare, veniva da Basilea, tutto incentrato su San Bendetto, quindi
viene da un grande monastero benedettino, sostenuto dall'Imperatore. La figura di cristo staglia, slanciato,
la veste si sollevs ai lati. Sotto cinque arcate, inizia un filone, che porterà le arteggiature, come la civitas
dei, ovvero città di dio, ospita cristo e santi che poi arriverà al politicco.
Particolare dell’’imperatore Enrico II (1002-1024) e dell’imperatrice Cunegonda ai piedi di Cristo: Ai
piedi committenti, iscrizioni che ci permettono di capire di chi si tratta, si gettano a terra, inginocchiarsi.

Particolare dell’’imperatore Enrico II (1002-1024) e dell’imperatrice Cunegonda ai piedi di Cristo:


antiquato.

Croce di Gisela regina di Ungheria sorella dell’imperatore Enrico II donata all’abbazia di Niedermuenster
nel 1006 Monaco, Schatzkammer: Testa in asse, occhi sgranati, statua fusa, arte fusione, bronzo dorato, il
dietro è a sbalzo, leggero bidimensionale, smalti e perle di vario genere. Fortissima stilizzazione, non è
naturalistico, diversamente dai bizatini, linee elastici, i pettorali risalgono sulle braccia, curca tesa
elastica, barba aderente.

San Michele a Hildesheim, l’architettura sassone, la toreutica:

GERNRODE (Renania), San Ciriaco fine sec.X: Si rifa a quella Carolingia, usa capitelli con angoli
smussati, passaggio fodanmentale per architettura romanica, tre navate, torri scalari, portico, loggia,
transetto strano, con cappelle addossate, al lato di quella maggiore. Divisa in due campate, schematiche,
avvio architettura romanica. Idea ripresa a Salonicco.
HILDESHEIM: torri, matroneo, tribune alte, questa forma dsll'archivescovo, influente corte ottone terzo e
poi enrico secondo.

Colonna bronzea istoriata con scene cristologiche (c.1020) commissionata da Bernward vescovo di
Hildesheim (993-1022): ciclo narrativo, fregio continuo, vertice fusione bronzo, quasi a gara con le porte
bronzee ottoniane, anche nell'italia centro meridonale.

Colonna bronzea istoriata con scene cristologiche e porta bronzea con storie dell’Antico e del Nuovo
testamento (c.1020) commissionate da Bernward vescovo di Hildesheim (993-1022): Fusione, corpi sono
fusione a parte che poi vengono saldati, partono bassi e poi a tutto tondo, effetto ottico dal basso come
Cividale, sono scene del nuovo e antico testamento, messe in correlazione, a sinistra antico, destra nuovo.
Figure che si stsgliano contro la vastità del fondo, poche figure, in basso cacciata dal paradiso terrestre,
angelo che si proietta e adamo ed eva che fuggono. Sopra Dio padre che vede adamo ed eva, sembra quasi
un fumetto.
ADORAZIONE DEI MAGI:

STORIA DELL'ARTE MEDIEVALE LEZIONE 12 15/10/19

Due grandi scuole francesi: borgogna e aquitania, edifici caratterizzati come quelli ottoniani, tipo sassone
di costruzione: pilastro, colonna, pilastro, lo spazio viene suddiviso, in nuclei, con volte a botte e crociera,
gli archi sono compositi, a cui si appoggiano semi colonne, alternate a semplici colonne, in modo da
creare sistema proporzionato. Nel corso del 12° ci si svilupperà sempre in altezza, poi ci sarà il matroneo,
si svilupperanno in tre registri.

CLUNY II & III: A cavallo del 12° secolo abbiamo tre età diverse, alla fine dell’11° secolo viene
ampliata. La Cluny tre è stato distrutta dalla rivoluzione francese, è simile a San Pietro, con 5 navate, è la
casa madre dell’ordine benedettino. Poi viene ampliato il transetto, su cui si aprono 5 cappelle radiali, 8
sui 20 transetti, in tutto 13 cappelle, l’aspetto importante era il rito, ad esempio capitelli con strumenti
musicali, ovvero potenza chiesa romana.
CLUNY III: Intorno al 1100, ovvero prime grandi fabbriche del romanico, si tratta di un doppio transetto,
braccio destro meridionale, dove si eleva una torre poligonale. Sistema poligonale che fa da sfondo alle
liturgie solenni, dove però si pone la base del gotico, con i contrafforti e archi rampanti, per le murature
alte. Prima potente affermazione del romanico. Spazio gerarchizzato.

MESSALE DI CLUNY: Pentecoste, con San Pietro, in quanto per l’ordine era fondamentale il riferimento
al santo, i raggi dello spirito santo, i gesti larghi del cristo. Manifestazione quasi espressionistica che
diventa classicista, si vede che non è bizantina, gli apostoli non sono simmetrici, San Pietro da il senso
della vita e animazione.

ARCHITETTURA IN NORMANDIA: per gli aspetti costruttivi è quella più precoce.

TOULOUSE: Fa parte dei cammini verso Santiago, Saint Sernin, massa compatta. Questo è la matrice del
portale stormbato, ovvero a 45°gradi, viene a costruire l’affondo verso la porta stessa, ovvero la
monumentalità. Il punto di contatto tra mondo religioso e popolazione è il portale, in quanto la porta
rivela e mostra, si vedono le premesse della salvezza, dall’antico testamento, ai profeti, per entrare in
chiesa dove avviene la salvezza, il portale è il filo rosso che unisce il romanico al grande gotico. La morta
si chiama “Porta di mezza città”, era l’ingresso privilegiato alla città, perché andava al centro della città.
L’aspetto più importante è il sormontare dell’architettura, si parte dai capitelli che diventano istoriati.
Chiesa consacrata nel 1096. Primo portale con lunetta istoriata, lo scultore si chiama B.Gilduino, anche la
mensa è firmata da quest’ultimo, che ha lo stesso linguaggio del portale.
LUNETTA ISTORIATA: tema ascensione di cristo, che non è frontale ma fa una serpentina, uno scatto,
questa torsione, l’importante è l’attenzione a recuperare l’autenticità, fa emergere un corpo indistinto,
come una massa cinta, fasciata da un percorso composto da una linea di tensione, devono dare il senso del
movimento, niente di naturalistico, il corpo è come una pasta che lievita, emanciparsi dal piano di fondo.
Ci sono due figure: angeli che lo portano in cielo, strane torsioni, movimento convulso, sotto distinti.
Capitelli corinzi, l’organizzazione fogliacea è sparita, è sommersa dalla narrazione. Riconosciamo
l’annunciazione l’angelo che arriva, la vergine che abbraccia la cugina Elisabetta. Altri riferimenti in
Italia sono ad Aosta e Monreale. La raffigurazione è schiacciata, le figure volumi primordiali, grosse
mani, che evidenziano molto bene. Vede raffigurarsi caduta, riscatto e rinascita, ci sono Adamo ed Eva,
nel momento del peccato originale. La porta è straordinaria anche negli ornati. Senso di aggressione della
superficie, forti stilizzazioni, ci sono anche i capitelli con animali e mostri, il tema è prediletto, in quanto
rappresenta il mondo del peccato. Senso specifico, dinamico e nuovo che ancora prima non si era
visto.

AMORSSAC AQUITANIA: Portale più importante, non quello di facciata, ha una strombatura, presenta
la novità della struttura gemica. C’è l’apocalisse cristo giudice, tetramorfo, mare raffigurato con onde. Ci
sono due profeti allungatissimi, con delle belve strette.
PORTALE LUNETTA GIUDIZIONI FINALE: Angelo di Matteo, come se spiegassero visione
apocalittica, alto rilievi, fortemente senso di corpi pieni di energia, sbalzanti, stirati, che si avvitano su se
stessi, l’idea è della paura del vuoto. In Italia il giudizio universale si troverà sempre in controfacciata,
perché è l’ultima immagine di quando si esce dalla chiesa, mentre in Francia l’immagine è importante
quando si entra nella chiesa. Il panneggio fascia in maniera aderente il corpo, che sono percorsi da
energia. Gesticolazione nervosa delle mani.
TRAMEAU CON DUE PROFETI: sulla fonte leoni con testa da rapace, complessi e incastrati l’uno tra
l’altro. Scolpisce in maniera stilizzata, sormonta.
CHIOSTRO: capitelli del primo romanico, mondo radicalmente opposto all’italia, ad esempio San Marco,
dentro si iscrivono forme di varia forma, senso contrastato e dinamico. Ci sono anche degli animali,che
creano un senso ritmico, creature animali e mostruose intrecciati tra di loro. La fonte è un testo di San
bernardo da chiaravalle,

CAPITELLI, RESTI CATTEDRALE SANTO STEFANO: Ci sono due colonne addossate, la narrazione
raffigura il banchetto di Eode, lato lungo i commensali, lato breve Erode e Salomè, come se fosse un
fotogramma più approfondito. Raffigurazione più pacata, gemmature della tunica, molto prezioso. In
diverse zone di Europa possiamo riscontrare cose analoghe.

CATTEDRALE D’AUTUNN, SAN LAZZARO: Anche in Borgogna si sviluppo aspetto visionario, figure
smagrite si allungano e tendono, figure con dannati, diavoli mostruosi che si accaniscono, il tuto è
organizzato con la “Paura del vuoto”, la corporeità è data dalle linee di forza e tensione.
PORTALE DISTRUTTO: Lo scultore ha fatto sia il portale in facciata che quello laterale, che però è
andato distrutto, solo qualche pezzo. Si trova eva, aggettante, complesso fra due piani, di fondo e
superficie, le ginocchia profilo, spalle prospetto, testa profilo, duplice torsione, funzionale a rendere
l’inquietudine della figura, sembra quasi strisciare al serpente tentatore. Accoglie il frutto, guardando da
un’altra parte, vegetazioni stilizzatissime. Arbusto sotto il braccio, il tutto governato dalle linee sinuose.
CAPITELLO ISTORIATO CON ANGELO CHE APPARE AI MAGI: ornamentazioni e decorazioni,
invenzione sintetica molto importante, braccio nudo re magi, toccato dall’angelo.

CHIESA DELLA MADDALENA, PORTALE: Caso eccezionale di raddoppiamento del portale, è


interno, dal nartece all’atrio, il soggetto è la pentecoste, raffigurati i segni zodiacali intorno, i popoli della
terra e i lavori dei mesi, è tipico rappresentare il tempo dell’uomo, il trascorrere del tempo, che deve
rapportarsi al tempo di Dio.

LOMELLO, PAVIA: Idea di creare un nucleo generatore di campate, ha un forte significato, niente
capitelli istoriati.

LOMBARDIA, COMO, SANT’ABONDIO: Edificio a 5 navate, non è la cattedrale ma il santo più


importante, la facciata è a triplo saliente, le facciate romaniche non nascondono ma scandiscono la
ripartizione in cinque all’interno. L’apside è l’aspetto più basilare, il paramento murale non è liscio,
scandito da semicolonne che poi sono uniti dagli archetti ciechi. Masse murarie sottolineate da
un’intelaiatura, in modo da far percepire l’edificio come vivo. Le finestre sono a scacchiera sbalzate,
l’intero è a capriata lignee in maniera uniforme, niente pilastri.

MILANO, SANT’AMBROGIO: Alternanza sostegni, semplice, grandioso il pilastro polistilo, che


corrisponde agli archi trasversi. Modularità, struttura divisa con gerarchia, due registri, niente finestre. Si
chiamano “Chiese a Sala”, ovvero luci che insistono sulla navata centrale più alta. Il dislivello tra
navatelle e centrale è fatto dal matroneo. Il quadriportico è un elemento autorevole. Introdotto concetto di
policromia, ovviamente non sono come li vediamo adesso noi.
CAPITELLI: nella strombatura sembra ci sia un capitello unico, la scultura non ha l’importanza storica e
progressiva come Niccolò e willilgemo, creature ibride e mostruose, due teste e due corpi. Motivo
ricorrente intreccio alto-medievale, lavorazione superfici del bello, gli occhi traforati, riempiti con
piombatura.

MODENA, DUOMO: In assoluto uno degli elementi del romanico Lombardo, va un po' capito e letto,
fondazione architettonica (Lanfranco) e apparati scultorei (Willilgemo) I/II decennio del 18° secolo.
Maestri Campionesi (Lugano), lavorano, aprendo un rosone in facciata, il transetto, prima c’era una
copertura a capriata. L’edificio organizzato in campate ma non funzionali al sistema delle volte. Senso
ritmico campate, ibrido, che troviamo nel San Nicola di Bari. L’esterno tutto rivestito di marmo, marmo
dalle Apuane, l’importante dell’estero è il sistema di arpeggiature continue e arcate che iscrivono nella
parte alta una loggetta nana, che sono praticabili, la funzione è quella di creare ritmo e scansione nonché
alleggerire il tutto, progettazione organica e calibrata. La porta sul fianco destro è detta della pescheria, in
quanto dava sul mercato, porta che verrà monumentalizzata, è più importante di quella in facciata. Il
transetto verrà aggiunto dai campionesi, nell’apside galleria nana che gira, che da principio alla chiesa
arrivando in facciata. Accomuna Modena e pisa (fatta 40 anni prima), diverse ma uguali nella loggetta
nana. Facciata a doppio salienti, scandita da paraste con tre navate centrali. A destra ricostruzione di
com’era la cattedrale, senza rosone. I rosoni vengono dalla Francia, viene abbassata la loggia superiore,
abbassato il protilo.Il protilo è specifico del romanico lombardo, non si trova in francia, è un’edicola
aggettante, che sorregge le colonne e i leoni. Niente strombatura, lunetts vuota, non è istoriata. In Italia, a
parte San Giorgio a Ferrrara, l’iter è Niccolò in quattro cantieri (Sacra san Michele, San Zeno…) è lui che
introduce in italia la lunetta istoriata. L’iscrizione è giunta più piccola, viene inserita iscrizione forte e
celebre.
FREGIO: Grandioso, scandito in quattro fasce incastrate nella ripartizione della facciata, racocnta scene
della genesi, dal peccato fino sl diluvio universale, il tutto scnadito, poche figure, testoni, gesti marcati ed
evidenziati. Nella creazione angeli che sorreggono il creatore, c’è la creazione di Adamo, contrasto con
panneggi tesi. I valori nuovi che Willigelmo mette in campo:
1) Intesità del l’uomo che lo prende, mano di dio che anima, figura con gambe che stanno prendendo la
forza, si flettono, come se fossero deboli e prendono vita. Figura imponente di Adamo, quasi animalesca.
Anche nella creazione di Eva, le scalanature della veste danno autorevolezza, figura contorta posa
precaria. C’è l’acqua, che appunto è il principio della decorazione, esce Eva, Dio con gesto benedicente.
Le architettue hanno un valore ricco, devono far capire il valore della narrazione, un ritmo fluente della
narrazione a fregio continuo. Il peccato, con la figura di Adamo che riborda, corporeità con potenti
altorilievi.
MORTE DI CAINO: Ucciso per sbaglio durante la caccia, sventagliarsi in area, senza più posa, si
aggrappa disperatamente ad un albero, niente regolarità.
ARCA DI NOE: E’ l’ultima. Poi ringraziamento che esce con l’arca.
CAPITELLI: teste fogliate, senso per metamorfosi, creature ibride, principio di ornamentazione, uso del
trapano. Pupille piombate.
CAPITELLO 2: Con Telamone che sorregge e sostiene, come l’umanità sofferente, quindi rappresenta il
peccato.
PORTALE LATERALE PESCHERIA: importantissimo architrave, ha una delle prime raffigurazioni dei
romanzi, sugli stibati, ovvero lati interni, rappresentazione 12 mesi. Organicità forma, sopra schiacciato
con leone stilofaro.

MODENA: I campionesi non saranno innovativi, ricchezza crescente ornamentazione, il pontile è il rialzo
della cripta seminterrato, in quanto praticabile, ha incorporato il pulpito. Ingresso trionfale alla cripta.
Maiestas e tetraformo, manca crocifissione. La narrazione coloritissima vivace, policroma, figure
stilizzate, schematiche, pieno di dettagli e gesti. Il romanico sarà puramente vivacemente policromo,
come in riferimento a Montechiaro d’asti, francia, ha un rapporto anche con l’oreficeria, tecnica
radicalmente nuova, messa in auge nel 12 secolo, come lo smalto Champagnat, tecnica che
sostanzialmente è di origine bizantina, placchette di rame, incavate e scavate. Linea più spessa, smalti
opachi. Gli epicentri sono tra belgio e germania e Limosino. La cassetta del reliquiario: massimo
romanico, girali geoemtrici, stilizzati, arpie che assecondano, c’è il tetramorfo, semplici, come miniature
irlandesi, rosso, verde azzurro. L’altra grande famiglia tra Mose e reno, smalto opaco, sfumato, placchetta
raffigura soggetto particolare, oggi si trova a new york. C’è il volto di Alessandro Magno ,sfumature
azzuro e verde.

SMALTI CHAMPLEVE: Raffigurazione scandita.

STRISCIA PIGMENTATA DI BAYEUX: In normadia, striscis lunga 60 mentre e alta più di 2 mentri, c’è
un museo apoosta, appesa 1 volta all’anno, normanni che avevano conquistato l’inghilterra, smalti gialli
rossi verdi, non naturalsitiche, per scene di bataglia, vari colori, rendono benissimo la nsrrazione, scena
incendio, gugliemo ha tradito, truppe in battaglia, figure sconfitte con cavalli a mezz’aria. Prima
raffigurazione delle staffe.

CONTRONTO MODENA E VERONA: Schema di base è quello


MODENA: lunetta istoriata ma anche blocco del protilo è ornato ghiera formelline bizantine, ripresa
antico, andare allineati con l’evoluzione del portale strombatol
VERONA: Dialoga con la strombatura, quindi come Aquitania. Città importantisisma, anche Federico II,
starà a San zeno. Fregi monumentali, protilo ante istoriati, dove c’è una narrazione, a destra antico
testamento a sinistra nuovo.

SACRA DI SAN MICHELE: Dentro e fuori è uguale, non è una stormbatura ma sistema misto, realizza
tralci abitati da mostri, draghi, sirene, creature ibride. Capitelli istoriati, questo è l’inizio di niccolò.

VERONA, SAN ZENO: A livello architettonico straordinario, ha più tempi di ripresa, il protale verso
1138, il rosone mezzo secolo dopo. Sono monumenti compositi. Pietra rosa, tipica di veorna, usata anche
per il battistero, due porte bronzee istoriate, il portale vede san zeno, che sormonta il demonio, sotto ciclo
dei mesi, ai lati abbiamo la città di verona che si affida al suo patrono, da li a poco inizieranno le lotte, in
quanto verona è ghibellina. La raffigurazione non è fatta di poche figure, è corale e varia. Il tralcio è
stupendo, era policromo, tralcio acantino, via via si recupera il senso dell’antico.
STORIE ANTICO TESTAMENTO: Dal basso verso l’alto, riquadri eterogenei, uniti da arcate, decorate
da paraste con tralci. Effetto decorativo che strutturale. Emergono con forza le figure del dio creatore, più
aggettanti, come statue Eva meno aggettante.
FOLLE CACCIA E CORSA DI TEODORICO: Sotto l’immagine del peccato.
CREAZIONE: tralcio avvitato da cagnolini vivacissimi piombatura occhio, modo più prezioso, rispetto
Willilgelmo.
CREAZIONE DI ADAMO: Adamo sembra accasciato nel sonno, in un torpore dolcissimo. Lavora intagli
leggeri.
CREAZIONE DI EVA: Bidimensionale, fondale lacunare. Narrazione affabile. Anatomie e capigliature
stilizzate, materia più mordida.
PECCATO ORIGINALE: Complessità spaziale, altorilievo schiacciato, adamo doppia pedana, un piede
in una e nell’altra, concatenazione dei gesti.Tutti insieme in questo gioco molle e rifluente dei gesti danno
la mano all’altra, figure intrecciate e incatenate in un destino comune. Senso più descrittivo.

DUOMO DI PIACENZA: Ci sono pilastri compositi, ognuna pagate da diverse corporazioni di mestieri,
raffigurano i drappieri, sono gli antenati della corporazione di arte e mestiere. Città che crescono, trovano
nella cattradrale massima espressione.

LEZIONE 13

Il meridione e la Sicilia normanna secoli XI-XII secolo

In Sicilia vi era una convergenza di culture e di lingue, e ciò perdura fino all’età borbonica; ciò anche a
livello commerciale. Il re normanno era in lotta con l’imperatore di Costantinopoli, in quanto comunque
vedeva la formazione di un nuovo impero il primo, anche se vedeva con buon occhio la questione della
moltitudine di culture. Dunque a livello culturale, si ebbe una nuova cultura, ovvero quella normanna.

Puglia è qua che partì la prima crociata, da San Nicola, uno dei santi più popolari, la basilica sta vicino
all’edificio creato al tempo dall’abate Elia. Edificio canonico, con corrispondenze al Duomo di Modena,
ma vi sono anche delle differenze. Facciata a saliente, con 3 navate interne e 3 absidi mascherate dalla
struttura rettangolare; il perimetro con arcate e loggia superiore praticabile. La facciata con paraste che
scandiscono le navate, il portale è un protiro pensile, le colonne non arrivano fino a terra. Importante la
decorazione, che è altamente stilizzata, quindi qua trionfa una decorazione a V. Su tutti lati delle arcate
con bifore. Il finestrone è verso il mare, ed è istoriato, con elefanti stilofori. L’interno ha uno pseudo
matroneo, con arcate trifore, ma in realtà è vuoto, con decorazione ariosa, non vi è il sistema alternato,
non vi è una copertura lignea. I capitelli della loggia esterna. La cattedra, inizialmente non si pensava che
fosse verso l’abate Elia, ma in realtà con l’avvio della prima crociata, può avere spiegato l’affinità con
San Nicola, ha fregi piatti e squadrati, un po’ bizantineggianti, sotto i telamoni sofferenti, afferrati da due
leonesse. Quindi la cattedra è traforato, con queste figure appena dette. Mentre nella cattedra di Elia, si ha
un capitello a stampella, con dei corpi legati da delle liane che escono dalla bocca del leone. IL ciborio è
del 1132, dove prima vi era uno smalto che raffigura l’incoronazione di Ruggero II, avvenuta proprio in
questa basilica, e ciò lo si capisce comunque anche dall’iscrizione.

Siponto, Santa Maria Maggiore, 1117: croce inscritta, esterno animato da archi ciechi, e arricchito da
delle losanghe. Nelle ghiere intorno alle finestre una trina floreale, decorazione che è riportata anche nelle
losanghe.

Trani, San Pellegrino: due livelli, corpo orientale con un grande transetto alla stessa altezza della navata,
gli absidi sono sdradossati. I finestroni hanno degli animali stilofori, e la facciata si eleva con elefanti
stilofori e leoni, inoltre ci sono delle arcate con ritmo ascensionale. Rimane l’incorniciatura del portale. Vi
è un rosone. Nell’intradosso del portale vi è il Sogno di Giacobbe fatto intorno il 1170.
Molfetta, duomo di San Corrado, XII secolo: ha tre cupole in asse su tamburi ottagonali. Le cupole hanno
tre altezze diverse. All’interno impresa ingegneristica, in quanto le cupole scaricano il peso sui pennacchi
a cuffia. Vi è una scansione per arcate. L’esterno nella facciata, vi è una finestra con lesene e archi
incrociati, tipici dell’arte spagnola.

Cattedrale di Bari, pluteo della recinzione presbitoriale, stilizzato, ma con decorazioni preziose; si vede
bene lo stacco dall’arte precedente, per l’espressività romanica.

Canosa, San Sabino pulpito, con forti geometrie, aquila sbalzata, con temi bizantineggianti, ottoniani e
romanici. Sempre qua una cattedra, stilizzato, in quanto nell’elefante vi sono anche dei tralci, inoltre vi
sono due arpie.

Canosa, Mausoleo di Boemondo d’Altavilla, principe di Antiochia: tutto rivestito in marmo greci, + porte
bronzee, dove nei soldi veniva battuto l’argento cosa che ritroviamo anche nelle porte di Sant’Angelo,
nelle storie dell’antico testamento, è importante la formella tra Giacobbe e l’angelo; e di Montecassino,
che è aniconica.

Cassetta bizantina, di uso profano, per unguenti, con scene di santi o di divinità classiche, non vi è un
vero soggetto, si chiamano cassette a rosette. Questi soggetti poi cambiarono uso, in quanto furono donate
alle chiese.

Olifante in avorio

Bari, Cattedrale con i rotuli degli Exultet 1, in cui è contenuto una liturgia del sabato santo, in questo caso
quella del preconio pasquale. E’ un inno alla fertilità della Terra; straordinariamente decorato, c’è la
maiestas, con il rito del battesimo e l’accensione del cero, ma è l’imperatore bizantino e il figlio associato
al trono. Nei globi clipei santi, e le scritte sono in greco. Nella cattura delle api, si ha una narrazione
vivace, in quanto è una scena di vita quaotidiana.

Bari Cattedrale, Benedizionale, Deesis, con referenze all’arte bizantina, e processione alla fonte
battesimale, senza piano di posa.

Roma, Biblioteca Casanatese, Exultet, tenuto dal diacono, e l’accensione del cero pasquale presso il
pulpito, i colori sono quasi inverosimili, al contrario delle lumiere.

Sicilia Palermo, cappella Palatina, fondata da re Ruggero II nel 1132, consacrata nel 1140: molte
decorazioni, cappella al piano nobile, si entra da una piccola porta. La struttura è particolare, in quanto è
una specie di crasi latina/greca, ma è concepito come un edificio bizantino, corpo basilicale a tre navate,
dentro l’abside il pulpito e il candelabro pasquale. Le navate sono sovrastate dal trono dell’imperatore.
Nelle navate laterali le storie di San Pietro e San Paolo, in quella centrale le storie di Cristo. Il candelabro
ha dei fogliami stilizzati, e alla base delle figure anche esse stilizzate, poi con Cristo che benedice
l’arcivescovo. In controfacciata il trono del re, sotto la Maiestas Domini fra San Pietro e San Paolo. Poi
mosaico della Martorana con il re Ruggiero II, incoronato da Cristo, con iscrizioni in alfabeto greco. Il
soffitto è a muqarnas, stallattiti, sistema lignei di sistemi che scendono, con piani curvi e intagliato a 45°,
qui vi sono delle pitture di gusto islamico, anche con scene di piacere. Sotto mosaici bizantini. Tutte
queste tematiche risalgono soprattutto al mondo persiano. Nelle pareti e nel pavimento, vi sono degli
intarsi marmorei di gusto islamico, sono dei marmi pregiati geometrizzati, in quanto sono delle palmette
stilizzata. Poi l’opus settile, si stile bizantino, poi le colonne mosaicate tutte diverse, con archi a motivi a
chevronè.

Il tema ricorrente è l’asse di simmetria, con una organizzazione dentro ruote e animali ai lati, questo è il
manto per incoronazione di Ruggero II, che è l principale. Si raggiungono poi due tigri, che aggrediscono
un dromedario, stilizzato e poi di nuovo motivi floreali. Transetto non aggettante, cupola su tiburio è
decorato in modo gerarchico. Colonne di spoglio. Nelle 2 esedre dell’abside si hanno le figure di due
santi.

Palermo, Palazzo dei Normanni, sala di Ruggiero: temi orientali, si vuole rappresentare il paradiso
verdeggiante con animali, piate e sopra la volta è bizantineggiante, con giralismi stilizzati. Cupola con
Pantocrator, gerarchie angeliche, profeti e i 4 evangelisti, nei pennacchi, l’Annunciazione nell’arco
trionfale. Cupola traforata da 8 finestre, il raccordo è dato dai pennacchi. (idea della grazia divina che
scende). Nel transetto destro, Fuga in Egitto, Battessimo di Cristo, Trasfigurazione e Entrata di Cristo a
Gerusalemme. L’incipit si ha con la natività in alto. Inoltre qua abbiamo anche in questo transetto
L’annuncio dei pastori, che è sull’angolo e poi l’Adorazione dei Magi. Nel dettaglio la Vergine e il
bambino che non si guardano, ieratico, volti stilizzati e geometrizzati, sintesi dell’arte bizantina
commena.

Palermo, Zisa, dall’arabo la splendida, fondata da Guglielmo I Malo nel 1165. Prima raggiungibile solo
da una barca perché era in mezzo ad un lago, e si vedeva poi questo arcone, che aveva forme quadrate.
L’atrio aveva una fontana, sul fondo una zono direzionata verso la Mecca con stalattiti.

San demetrio Corone, Calabria, Sant’Adriano, pavimento in opus sectile, con serpente.

Santa Maria dell’Ammiraglio, detta la Martorana,1145:°

Campania: con Salerno, Aversa e Ravello. Intorno all’XI secolo, Cattedrale di Aversa° , rilievo con lotta
fra cavaliere e leone, tipica della scultura altomedievale, ma con riferimenti all’attuale arte romana per le
figure. Alcuni superfici della creatura decorata con dei cerchi, gli orbicoli, tipici dell’arte bizantina.

Salerno, Cattedrale di San Matteo, con l’arcivescovo Alfano, XI secolo: con quadriportico che presenta
degli elementi ottoniani e islamici, per esempio l’arco si imposta sul piedritto. Policromia, che inaugurano
il percorso di Monreale. Tra Campania e Sicilia, ci sono molte caratteristiche comuni, per esempio il
pulpito, quale è doppio, sx pulpito per i vangeli, dx per le epistole. Vi è un trionfo di opus sectile, con
motivi romani e orientaleggianti, ciò nel secondo pulpito che tra l’altro ha due lettorini, quale uno di
questi ha due figure di diaconi, con vesti marezzate, che lasciano trasparire il corpo sottostante, ancora
non è gotico, ma la veste si anima con dei linearismi e movimenti.

Ravello Duomo, pulpito, opus sectile, del XII secolo d.C., poligonale con scale d’accesso, con parapetti
rastremari triangolari, decorati con mostri marini, con uomo sputato, in riferimento a Giona, dell’antico
testamento. Le fantasie animalistiche e naturalistiche con riferimenti all’Oriente, vedi l’intreccio dei
tralci. Qua il pulpito è riccamente decorato con opus sectile e mosaici, in linea con il protogotico.

Barisano Da Trani, porta bronzea del Duomo di Ravello del 1179: aniconico, con San Giorgio e il drago,
con leoni e grifi, simmetrici e di origine orientale. E’ un romanico orientaleggiante.

LEZIONE 14

VENEZIA NEI SECOLI XI-XII TRA ORIENTE E OCCIDENTE

Città costruita sulle lagune, importante per i commerci via mare con l’oriente, conosciuta per il lavoro di
pescatore. La città quindi avrà una crescita esponenziale, a livello economico e commerciale, a tal punto
da spogliare la fortuna di Ravenna, e qualificata come la nuova Costantinopoli. Le reliquie giungeranno
fino a Venezia, anche dall’Oriente, come San Marco per il suo corpo rubato da Alessandria d’Egitto.
Dunque San Marco è considerata una delle chiese più importanti, e tra l’altro è collegata al palazzo del
doge. Uso dei mosaici, quindi pertanto ci sarà un parallelismo con la Sicilia. Si può dire che nel 1204,
Venezia spoglia Costantinopoli, per la potenza crescente della prima, in contemporanea alla quarta
crociata, quando saccheggeranno Costantinopoli. Per altro presero ad esempio i cavalli bronzei, i pilastri
acritani, il calice dell’imperatore Romanos e i Tetrarchi, quale quest’ultimo si trova presso il palazzo
ducale. Inoltre arrivarono da C. anche degli artisti, rinnovando quindi anche la corrente artistica del
periodo. La parete del tesoro dei Tetrarchi nell’angolo è di spolio o exuviae, di marmo, con gusto
decorativo veneziano, con altorilievi delle precedenti basiliche di San Marco. Uno di questi plutei, che
avevano tra l’altro i soliti temi.

San Marco Contariniana, 1063: la pianta è molto più costantinopolitiana che romanica, così come le
decorazioni, venne ripreso dall’apostoleion di C.; Vi è un corpo longitudinale più grande, 3 absidi con
esedre, murature in laterizio con in più un rivestimento marmoreo. L’impianto è alla bizantina, intorno
alla cupola, con croce greca imperfetta, tre navate, 5 cupole, due maggiori, quella centrale e quella
occidentale. La facciata è il frutto dell’incremento del ‘200, con l’aggiunta del nartece che amplia la
facciata, facendola diventare a 5 forbici, con arconi strombati, tutto rivestito di marmo, l’incoronamento
alto è tardo gotico, per le guglie ad esempio. In più i mosaici esterni sono dell’800 tutti rifatti. Inoltre
abbiamo una teoria di cupolotti, nella parte orientale il battistero collegato al tesoro. L’ingresso più
importante era la porta d’Amar, ora chiusa. E’ come un grazioso reliquiario, in riferimento a San Marco, e
in gara con Costantinopoli; importanti impianti di luminazione, accentuati dai mosaici attualmente. Le
cupole hanno un giro di finestre come in Santa Sofia. Tutto in mosaico. Ha una struttura per navate
centrali e laterali, anche se si può dire che vi è uno pseudo matroneo, e dei ballatoi che dividono le navate.
Pilastri importanti, poi il tutto coronato appunto da queste cupole. Inoltre vi è una cripta, forse risalente
alla San Marco II. Le decorazioni più antiche si hanno nel portale centrale, il quale ora è interno, in
quanto ora vi è l’atrio, 3 Forbici, con esedre, poi nicchia e altre 4 esedre, con i mosaici degli evangelisti,
in oro e rosette sul toro, figure simili alla prima arte comnea. Pala d’oro, nasce come paliotto, oggetto
orafo più prestigioso, pannello addossato alla fronte dell’altare, è del 1110 ca., con il Pantocrator e la
Vergine orante, ai lati gli imperatori, in alto 7 smalti con le storie di Cristo, raffinati, e vengono dal
monastero del Salavatore; è un oggetto complesso in quanto vi sono più epoche su di questo, con 3 tempi,
e si vede molto il periodo del ‘300, con il doge Dandolo, che commissionò tutta una micro-architettura
gotica sopra, e per fare ciò raccoglie un sacco di pietre preziose. Appunto sotto il Pantocrator la Vergine,
senza il bambino, con il gesto dell’orante, in riferimento all’Ascensione, al lato dx l’imperatrice Irene.
Intorno al Cristo, in Maiestas Domini, su un trono gotico, in smalto cloisonnè (alveolo che circonda) di
referenza bizantina, con cornice e castoni orientali, quindi ci sono delle micro-geometrie, per impreziosire
una superficie bidimensionale. Guardando gli angeli, anche qua ritroviamo lo smalto cloissonnè, e delle
colonnine decorate come l’arco, di motivi bizantineggianti, policromia, l’angelo che si torce con queste
ali coloratissime e il nimbo decorato con i giralini, le scritte in greco come a Costantinopoli, nella parte
alta del ‘330 San Marco, con le storie della Passione di Cristo aggiunte dopo il 1204, l’anastasi, con
Cristo al Limbo, ovvero la rivelazione del nuovo testamento, con il salvataggio dagli inferi di Adamo ed
Eva, che vissero prima dell’ascesa del Cristo, la croce ha il doppio braccio. Nel tesoro di San Marco icona
di San Marco e San Michele. Inoltre nel Tesoro fanno parte anche alcuni oggetti come il calice in onice o
l’acquamanile in cristallo di rocca intagliato in montatura in argento dorato, con fantasie orientaleggianti.
Il Pavimento della basilica è in opus sectile con sporadici inserti in opus tessellum, tutto è aniconica, no
romanico. Le cupole come già detto non sono uguali, quella orientale dell’Emmanuele è la prima ad
essere stata realizzata. Nel transetto le cupole sono più basse. Tutte le cupole traforate ad imposta, come
un revival di Costantinopoli, che si ripercuote anche in altri elementi strutturali come nei capitelli. Nella
cupola dell’Emmanuele, si ha la vergine orante, con una costruzione radiante. Nella cupola di San
Giovanni si hanno due registri, con soluzione centrale e accerchiato da delle storie di miracoli. L aterza
cupola più rarefatta, poi quella centrale dell’Ascensione con Vergine in asse, affiancata da angeli e poi
Cristo che ascende, con principio di luce, ai lati delle finestre le virtù e nei pennacchi gli evangelisti.
Nella cupola occidentale della pentecoste, radiale, con al centro il trono dello spirito santo che irradia ciò
agli apostoli e alla Vergine, qua ai lati delle finestre delle figure a coppie che rappresentano i popoli della
terra, per la missione di evangelizzazione. I cicli narrativi, sono organizzati in modo disgregato, tranne
quello delle storie della Passione di Cristo sull’arco trasverso fra cupola centrale e occidentale, qua le due
scene unitarie sono l’anastasis e la crocefissione. In quest’ultima si può vedere una drammaturgia, con
soggetti pieni di phatos, vedi le pie donne e la vergine, e Longino e Stephaton, cosa che viene dall’arte
classica ma che passa nell’arte bizantina, possiamo qua vedere il tema degli angeli piangenti, che ci
invitano a vedere la scena. Sempre qua abbiamo un mosaico recuperato dalla prima decorazione della
tribuna, che ha dei riferimenti con Aquileia. Ci sono delle statuette che stanno negli arconi centrali, con
plasticismo e volumi, e quindi lo scultore ha delle attenzioni diverse rispetto al mosaicista, che è più
schematico. L’esterno sarà riempito da delle figure scultoree originarie, e non di spolio, con le fatiche di
Ercole, per riprendere dei temi classici che potevano combaciare con i temi cristiani, tra l’altro questo
scultore in altri registri propone gli evangelisti rappresentandoli però in modo più aulico. Però
effettivamente ci sono anche degli elementi si spolio. Negli archivolti vengono rappresentati i mesi, che
hanno un forte naturalismo, con i tralci che hanno referenze classiche, poi vi sono anche i mestieri
( barbieri e dentista) nell’intradosso del III arcone. La porta di Sant’Alipio, è l’unica a cui non sono stati
rifatti i mosaici nell’’800, ha degli elementi spolio, e viene raffigurato il corpo di San Marco che arriva a
Venezia, e la chiesa rappresentata è la San Marco I, la parete di fondo rettilinea taglia l’esedra costernata
da colonne, la lunetta ha dei plutei traforati, in basso un sarcofago traforato e decorato e rimontato qua,
quindi di spolio, nell’archeggiatura vengono incastonate delle valve. Ma in realtà non capiamo bene ciò
che è di spoglio o meno in questo sarcofago, vedi San Paolo, nei suoi panneggi. Il ciborio è uno degli
elementi più importanti, con scene dell’antico e del nuovo testamento nelle 4 colonne istoriate, ed hanno
delle archeggiature, dove le figure la sormontano quest’ultime, non si sa se sono di riuso o meno.

Miniatura bizantina , di XI secolo, con l’Ascensione ?

Venezia, Tesoro di San Marco, una chiesa in miniatura per contenere le ostie, Artophorion: significativo in
quanto ha anche una forma a pianta a croce greca con 5 cupole e di argento, con decorazioni orientali.

La facciata del ‘200 era totalmente in laterizio, con nicchie, quindi riprese tardo antiche, per l’allargarsi
delle esedre, scandito da delle archeggiature, di tendenza romanica.

Riferimento visibile a Murano in Santa Maria e Donato, °con decorazione a spina di pesce, chiesa con
transetto monumentale alla stessa altezza della navata, capitelli con intagli bizantineggianti, tecnica del
riempimento a mastice

Padova, Santa Sofia 1110: portale poco strombato, e gradinato, ai lati delle esedre e le arcate cieche, che
scandiscono la superficie.

Biblioteca Marciana, Venezia, Coperta di Evangelario, con la Vergine orante, con smalto cloisonnè.

Abbazia di Pomposa 1024:° Ravenna: luogo di grande suggestione , ambiente basilicale, con nartece,
mazulo, campanile più tardo. Nella facciate le patere, di riferimento normanno.

Torcello, Basilica di Santa Maria Assunta, 1008°, mosaico della controfacciaata del Giudizio finale, con il
tema della Psicomachia. Plutei di XI secolo, imitazione degli avori bizantini, schema simmetrico, con
rosette

Aquileia Basilica, cripta, affreschi con Storie della Passione nelle pareti e Storie dei Santi Ermagora e
Fortunato nelle volte, XII secolo. Nella scena della deposizione della croce, si ha una pittura vicino alla
pittura più antica di Venezia, si vede la disperazione delle pie donne, che hanno le mani coperte, è
drammatica, quindi si ha una rappresentazione veneziana dell’arte bizantina, anche per la caratteristica
delle figure e delle luci. Qua abbiamo delle referenze anche con Narezi in Mcedonia. Scena di San Pietro
che consacra Sant’Ermagora.

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