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1. Il Neoclassicismo
Caratteristiche generali
Il Neoclassicismo è un movimento artistico che si sviluppa dalla seconda metà del
Settecento come conseguenza della cultura illuminista e di un’epoca di grandi rivoluzioni,
proponendosi come antitesi agli eccessi del Barocco e del Rococò.
Tra le caratteristiche del Neoclassicismo troviamo il desiderio di un ritorno all’antico per dar
vita a un nuovo classicismo; tutto questo viene favorito dagli scavi di Ercolano e Pompei che
offrivano ai contemporanei architetture, affreschi e oggetti di uso quotidiano di due cittadine
sepolte dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Il termine Neoclassicismo, coniato alla fine dell’Ottocento, venne attribuito in senso
dispregiativo a un’arte non originale, fredda e accademica.
Si tratta innanzitutto di una riscoperta del mondo classico, come afferma Winckelmann,
massimo teorico neoclassico, che ne voleva sottolineare i canoni di armonia, nobile
semplicità e quieta grandezza. Per il movimento neoclassico la rappresentazione dell'anima -
che è grande e nobile – va rappresentata solamente in uno stato di armonia, di riposo, quindi
raffigurando i soggetti nel momento precedente o successivo all’azione.
Il Grand Tour
I Grand Tours sono dei viaggi in Italia che generano un tessuto di scambi culturali ed
economici che hanno un incremento a partire dalla seconda metà del Seicento.
Si riteneva che il viaggio in Italia costituisse un rito di passaggio obbligato nella formazione
del giovane intellettuale.
Il viaggio ha la durata di un anno e prevede sempre la visita di Firenze, Roma, Napoli e
Venezia.
Generalmente si preferisce visitare Roma durante le grandi cerimonie religiose del Natale,
dei Capodanno e della Pasqua, mentre Venezia durante il periodo del carnevale. L'ultima
tappa è Napoli, ma solo pochi coraggiosi viaggiatori si spingono le regioni al sud della città. Il
viaggio prevede anche le pericoli: ii briganti, che rendono impraticabili alcune zone, gli
imbrogli di osti e postiglioni, le strade che sono per lo più in condizioni deplorevoli e le
locande sporche e mal frequentate.
Il giovane è accompagnato da un tutore, che ha il compito educarlo alla conoscenza dell'arte
della cultura e di avviarlo al collezionismo. Infatti, il viaggio prevede anche l'acquisto di
oggetti d'arte, e ciò diviene una vera e propria moda.
Il Grand Tour influisce anche sulla circolazione delle idee, degli stili della cultura europea.
Un altro aspetto importante è quello della letteratura di viaggio.
Giuseppe Piermarini
Il teatro alla Scala (1776-78)
La tipologia del teatro a palchi nasce nel Seicento e si diffonde in Europa grazie a una
famiglia di architetti, i Bibiena. Ma le caratteristiche che anche oggi riconosciamo sono
dovute alla costruzione del Teatro alla Scala di Milano, ea parte di Giuseppe Piermarini. Il
nome deriva da quello dell'antica chiesa di Santa Maria alla Scala, che si trovava su quello
stesso sito prima di venire distrutta per lasciare spazio al teatro.
Divenne un prototipo a livello europeo per la sobria eleganza e per la funzionalità degli
ambienti, espressione del razionalismo illuminista.
Possiamo distinguere tre corpi principali in sequenza assiale: l’avancorpo, dove si
concentrano gli ambienti di uso comune, la sala degli spettacoli a ferro di cavallo, circondata
da palchi sovrapposti, camerini e salette private, e la torre scenica con un palcoscenico a tre
navate.
La facciata scandisce i tre piani in pieno stile neoclassico. Il piano terra è caratterizzato dalla
presenza di un avancorpo porticato, che serve ad accogliere le carrozze. Il livello successivo
è chiaroscurato da semicolonne e lesene binate corinzie, che racchiudono ampie finestre e
sorreggono un'alta trabeazione, dalla quale si eleva un bassopiano attico con ordine a fasce
e un grande timpano triangolare al centro.
2. Il Romanticismo
Il paesaggio: il concetto di sublime e pittoresco
Il Romanticismo è un momento filosofico, letterario ed artistico originatosi in Germania alla
fine del Settecento; in Europa si estenderà nel secolo successivo. privilegia l'espressione del
sentimento che vince sulla ragione, in questo modo contrapponendosi al Neoclassicismo e
all'Illuminismo. Gli eventi il proprio tempo e il paesaggio sono interpretati alla luce delle
emozioni.
Una delle caratteristiche principali del Romanticismo è la riscoperta della natura, che più
osservata, è sentita. Si formano due correnti estetiche legate alla natura:
• Il sublime: Il suo maggiore esponente fu Turner. Il sublime non nasce dal piacere
della misura e dalla forma bella, ma le sue radici si trovano nei sentimenti di paura e
di orrore, suscitati dall'infinito. È la sensazione che nasce dopo l‘osservazione della
natura quando è percepita nella sua forza distruttrice e nella sua immensità
sconfinata. Kant approfondì il significato del termine, dicendo che rappresentasse il
conflitto tra la sensibilità e la ragione e che si prova un sentimento misto di sgomento
e di piacere.
• Il pittoresco: il suo maggiore esponente fu Constable. È caratterizzato dal rifiuto della
geometria e della regolarità per ritrovare la sensazione gradevole delle irregolarità e
nel disordine spontaneo. È la categoria estetica dei paesaggi.
Incendio alla camera dei Lords e dei Comuni il 16 ottobre 1834 → The Burning of the
Houses of Lords and Commons, 16th October, 1834 (1835)
Questo dipinto mostra il carattere espressivo tipico della pittura dell'inglese, nella quale il
soggetto è offerto in forme evocativa. Tuttavia, risultano presenti anche dettagli realistici:
infatti, quella che inizialmente può apparire come una contrapposizione di ampie masse
colorate, è in realtà una veduta puntuale, composta secondo i canoni classici della pittura
topografica.
Turner, al sicuro su un'imbarcazione, può assistere allo spettacolo offerto dall'incendio della
notte tra il 16 e il 17 ottobre del 1834 che distrugge il Parlamento di Londra.
Come a teatro, ci sono due ali di folla a destra e a sinistra che osservano lo spettacolo del
fuoco che, grazie al vento, si allontana dalle torri di Westminster.
Le coordinate spaziali sono rispettate. Il ponte di Westminster diviene poco più che grafico al
cospetto della grande massa informe delle fiamme, che rivela in lontananza il pallido profilo
delle torri dell'abbazia.
Il dipinto mette in scena un episodio realmente accaduto, ma comunque sembra trascendere
i fatti. Infatti, diviene un'allegoria grandiosa della forza distruttrice della natura.
Il bacio (1859)
La scena è un'allusione politica agli ideali del Risorgimento suggerita da alcuni dettagli:
• Il ragazzo coperto dal mantello, col berretto calato sugli occhi, il viso in ombra e un
pugnale nella cintura, suggerisce l'idea di una di un cospiratore o di un rivoluzionario.
Il piede sullo scalino, come se dovesse scappare una direzione ignota, e l'ombra
dell'uomo tagliato fuori, fanno pensare a una fuga, a un delitto o a un'azione violenta.
• La ragazza è completamente abbandonata, il corpo arcuato all'indietro e la mano
sembra più aggrapparsi che abbracciare, come se non fosse certa di poterlo
rivedere.
3. Il Realismo
Il Realismo pittorico riproduce oggettivamente la realtà, senza aggiunta emotiva da parte del
pittore e senza interpretazioni personali.
Si sviluppò in Francia nella seconda metà dell'Ottocento ed ebbe origine dalle crisi delle
tendenze spiritualistiche del Romanticismo, nel sorgere il Materialismo Storico e nel fiorire
delle dottrine positivistiche. Gli artisti principali furono Courbet, Daumier e Millet.
Pittura e fotografia
Dopo la scoperta della fotografia, si ingigantì un dibattito: il dissidio tra l'arte e la tecnica. La
fotografia, infatti, viene subito vista come rivale dell'arte. Ci sono due correnti di pensiero tra
gli artisti:
• Quelli che cercano di opporsi a questa novità;
• Quelli che adeguano il proprio stile a quello della fotografia, riprendendo il dato reale
in maniera sempre più fedele.
Accademia e realismo
Nell'Europa ottocentesca, le Accademie preservano le tradizioni di tendenza neoclassica e si
occupano della formazione degli aspiranti artisti. L'Accademia di belle arti francese, fondata
nel 1648 a Parigi, raggiunge un controllo totale su tutti gli aspetti della vita artistica.
La carriera di un giovane deve passare attraverso tappe fisse, tra cui la partecipazione ai
Salon, mostre annuali che permettono di vendere le proprie opere e ottenere premi e
commesse. La giuria dei Salon privilegia il disegno neoclassico, la rifinitura della pittura e
soggetti storici, classici e mitologici. Tale pittura accademica è stata definita pompier.
L'insofferenza nei confronti di quest'arte conduce gli artisti ad assumere atteggiamenti di
aperta ribellione nei confronti delle istituzioni. Diversi pittori si oppongono a questo sistema
partecipando a esposizioni alternative, oppure organizzando mostre indipendenti e
autogestite che attirano un vasto pubblico. Realizzare dipinti scandalosi permette di
raggiungere una certa fama, anche attraverso stroncature, recensioni ironiche e caricature.
L'interesse suscitato dalle opere più innovative porta all'apertura di un vero e proprio Salon
des Refusés, ossia un'esposizione delle opere rifiutate dal Salon ufficiale dell'Accademia di
belle arti di Parigi.
In Italia la prima grande mostra nazionale è organizzata a Firenze nel 1861 e vede oppositori
e mostre paralleli.
Angelus (1857-1859)
Sono rappresentati i due contadini che interrompono il loro lavoro per recitare la preghiera
dell'Angelus serale. I personaggi hanno i volti in ombra e sono illuminati da una luce radente.
Il loro lavoro ha sottolineato dagli strumenti a terra: forcone, corrida, ecc. L'atmosfera è triste
e dolce. Il quadro verrà ammirato dalle future generazioni (Van Gogh, Dalì).
I Macchiaioli
Con il termine “Macchiaioli” si indica il folto gruppo di pittori toscani che, poco dopo la
seconda metà del XIX secolo, propose un’arte completamente nuova, di rottura nei confronti
della pittura storica e accademica che dominava il gusto del tempo in Italia. Inizialmente il
gruppo non aveva un termine per definire se stesso: presero però a chiamarsi “macchiaioli”
dopo che un anonimo recensore del quotidiano La Gazzetta del Popolo, in un articolo
pubblicato il 3 novembre del 1862, utilizzò in senso spregiativo questo termine per riferirsi
agli artisti che avevano esposto le loro opere a una mostra della Società Promotrice di Belle
Arti di Torino l’anno precedente. Tra i maggiori esponenti ricordiamo: Cecioni, Lega e
Signorini.
Divisionismo
Il Divisionismo è stato un fenomeno pittorico italiano a cavallo tra il penultimo decennio
dell'Ottocento e il primo del Novecento, che si inserisce più diffusamente nella corrente
internazionale del Neoespressionismo che seguiva e rinnovava le sperimentazioni tecniche e
ricerche dell'Impressionismo.
Come in Francia, anche in Italia, alla fine del XIX secolo, la conoscenza delle teorie e gli studi
scientifici sul colore portarono a procedimenti pittorici rivolti ad aumentare la sensazione
visiva dell'immagine e a superare la pittura storico-naturalistica.
Erano interessati a rappresentare gli effetti della luce, ad accostare i colori puri sulla tela e
non mescolati sulla tavolozza e a utilizzare colori divisi.
I divisionisti applicarono metodo compositivo ed accostamento a piccoli tratti o filamenti di
colore. Per quanto, a differenza dell'esperienza francese che era particolarmente attenta agli
aspetti scientifici della tecnica, il Divisionismo italiano si caricò di significati simbolici che
miravano a produrre corrispondenze tra gli stati emotivi e forme che parlavano della
modernità nell'era dell’industrializzazione. Previati, Segantini, Morbelli e Pellizza sono tra i
maggiori esponenti del gruppo.
4. L'Impressionismo
La Ville lumière e la stagione dell’impressionismo
Il 15 aprile 1874 apre l'esposizione della “Società anonima degli artisti, pittori, scultori,
incisori, eccetera”, composta da trenta artisti, frequentatori del caffè Guerbois, accomunati
da una forte insofferenza per la pittura ufficiale.
Questo nuovo tipo di pittura nasce dalla borghesia di Parigi e viene incentivato dai progressi
della scienza e della tecnica (invenzione della fotografia e dei colori in tubetto, studi di ottica
sulla percezione dei colori)
Per gli impressionisti, è più importante il come si presenta il soggetto rispetto a cosa è.
• L'artista tenta di catturare le impressioni pure, eliminando il superfluo;
• Pittura en plein air per la luce;
• Pennellate veloci per cogliere l'attimo;
• Aboliti il colore locale, il disegno e la linea di contorno.
Olympia (1863)
È un riferimento alla Venere di Urbino di Tiziano e alla Maja Desnuda di Goya: posa ripresa
da Tiziano, mentre il candore del corpo in contrasto con lo sfondo da Goya.
Olimpya (modella Victorine Meurent) è una prostituta da atteggiamento sfrontato, con gli
occhi rivolti all'osservatore e il corpo nudo mostrato senza pudore. Alcuni dettagli rivelano la
sua professione, tra cui il gatto nero, simbolo di lussuria.
C'è un forte contrasto tra le aree chiare e quello oscure.
Il corpo di Olympia è delineato e sembra una sagoma ritagliata sullo sfondo piatto.
5. Il Post-impressionismo
La crisi dell’Impressionismo e l’esplorazione di nuove strade
Tra il 1885 e il 1890 la pittura impressionista esaurisce la propria spinta innovativa, ma i suoi
principi le sue regole non cessano di influenzare il mondo della pittura.
Alcuni artisti, infatti, riferendosi alle teorie sul colore studiate già a partire dal 1840 dal
chimico Michel Eugène Chevreul, cercano di dare valore scientifico alla pittura
impressionista. Chevreul, un chimico impiegato in una fabbrica di tessuti, aveva notato che
l'accostamento di due fili di lana di diverso colore, guardati da una certa distanza, apparivano
del colore risultante dalla somma dei colori dei due fili di lana.
Noto anche che l'accostamento di due colori complementari esalta la loro luminosità ed ogni
colore richiede il suo complementare (contrasto simultaneo).
Il Simbolismo
Il Simbolismo è una corrente artistica che si è affermata in Francia a partire dal 1855 come
reazione al Realismo e all'Impressionismo. Il movimento Simbolista concepiva l'arte come
espressione concreta e analogica dell'idea, momento di incontro e di fusione di elementi
della percezione sensoriale ed elementi spirituali. Gli artisti simbolisti cercavano di trovare
delle corrispondenze tra il mondo oggettivo e sensazioni soggettive, e tentavano di
recuperare nei loro quadri la spiritualità di tutto ciò che esiste nella realtà, ma non è
direttamente visibile dall'occhio umano. Nel campo pittorico, gli esponenti che hanno più
caratterizzato il movimento simbolista sono Gustave Moreau, Olidon Redon e Pierre Puvis de
Chavannes. Il Simbolismo seguiva cronologicamente all'Impressionismo, ma ne era l'antitesi,
poiché l'enfasi dei pittori si sposò sul significato sottostante alle forme e ai colori.
Art Nouveau
Gli ultimi anni dell'800 e i primi del ‘900 sono un periodo di relativa pace fra le potenze
europee, tanto da essere indicati genericamente come la Belle Époque.
Tuttavia, questi anni sono contrassegnati anche da una profonda crisi di cui si vedono le
conseguenze in quasi tutti gli artisti. Da un lato prosegue l'ottimistica fede nel progresso
scientifico, che appare inarrestabile e tale da portare a soluzione ogni problema umano,
dall'altro ci si rende conto che questa "felicità" universale è solo apparente: la borghesia si
arricchisce sfruttando i lavoratori, la cui spiritualità è uccisa dalla meccanizzazione.
Il Decadentismo è la risposta: per evadere la materia-lita volgare della realtà ci si rifugia in un
mondo immaginario intimo e raffinato.
È in questo clima «decadente» che nasce in Europa un movimento con caratteristiche simili
ma diverse denominazioni in ogni nazione:
• Art Nouveau in Francia
• Modern Style in Inghilterra
• Modernismo in Spagna
• Jugendstil in Germania
• Secessione in Austria
• Liberty o floreale in Italia
La prima definizione italiana fa riferimento al nome dell'inglese Arthur Liberty il quale, fin dal
1875, aveva fondato a Londra una ditta che commerciava arredi di alto livello qualitativo, ma
nel contempo destinati ad un vasto pubblico.
Una delle caratteristiche comuni a tutti i fiIoni dell'Art Nouveau è proprio quella di voler
rendere esteticamente validi gli oggetti di uso comune che le industrie diffondono, per
salvaguardarli dall' appiattimento e dalla banalizzazione della produzione in serie.
Gli elementi caratterizzanti l'Art Nouveau sono:
• l'uso della linea curva
• l'uso del colore piatto
• il decorativismo
• l'aspirazione alla modernità
• il riferimento al mondo vegetale
• la ricerca di una nuova bellezza nei prodotti industriali
• l'applicazione di questo stile in ogni forma di produzione artistica (architettura, pit-
tura, scultura, arredi, monili, oggetti d'uso, abbigliamento, pubblicità, grafica
• la stilizzazione dei motivi ornamentali
• l'insistenza sulla figura femminile e sulla sua eleganza
L'Art Nouveau trovò alcune delle sue espressioni più significative nel campo dell'architettura.
In Belgio si trovano le prime opere liberty dove opera Victor Horta (1861-1947).
Nei suoi palazzi Solvay e Tassel gli elementi strutturali a vista (in ghisa o ferro) divengono
contemporaneamente elementi decorativi.
Prevalgono le superfici vetrate che creano un dialogo tra interno ed esterno, la linea curva
che flette le pareti e informa anche il più piccolo dettaglio.
Il bacio (1907-08)
Rappresenta il ricorrente tema dell'abbraccio e del bacio, quest’ultimo simbolo di amore ed
eros, esprime il raggiungimento dell'armonia. I due amanti sono la Gioia e la Concordia, e il
loro sentimento li eleva a uno stato sublime di irrealtà, in uno sfondo oro senza tempo né
spazio.
L'uomo bacia la donna con presa sicura, lei gli si abbandona.
Dell'ambiente circostante, resta solo un prato intessuto di fiori, che sembra prefigurare la
fase floreale dell'artista: i fiori e l'erba sono evocati da tocchi di colore fittamente accostati,
senza linee né geometria a strutturare lo spazio.
La differenza di texture tra lo sfondo e i personaggi isola gli amanti.
I corpi si perdono nella bidimensionalità delle vesti, lasciando pochi particolari: mani e collo
di lui, volto, mani e piedi di lei.
Le tuniche seguono i tuoi personaggi in accentuano la posa e l'espressione. Il vestito
dell'uomo a tasselli geometrici e quadrangolari gli imprime un certo verticalismo e una
posizione stabile e sicura, mentre le forme di tondeggianti che adornano il vestito della
donna rimandano al morbido abbandono nel suo corpo.
La composizione è bidimensionale e la dimensione spaziale suggerita dalle intersezioni della
fascia orizzontale del prato con quella verticale dei personaggi.
Le loro forme si fondono in un'unica composizione in unità compositiva, creando una
struttura tanto sintetica quanto icastica.
Con Il bacio, Klimt riesce a creare un nuovo mito, emblema inarrivabile di un Romanticismo
ormai pienamente novecentesco.
Espressionismo
Il termine "espressionismo" è entrato ormai nell'uso comune della critica d'arte in relazione a
quelle opere che intendono "esprimere" fortemente il sentimento individuale dell'artista
piuttosto che rappresentare oggettivamente la realtà; in tal senso esse deformano
consapevolmente quest'ultima affinché risulti evidente che ciò che noi vediamo sulla tela non
è la riproduzione di un oggetto così come appare, ma come lo «sente» l'autore che proietta
in esso la propria vita interiore.
L’Espressionismo trova la sua applicazione più esatta soltanto per quegli artisti che, a partire
dagli inizi del Novecento, (soprattutto in Germania) sostengono assoluta priorità
dell'espressione del sentimento individuale sull'imitazione della natura.
L'Espressionismo si oppone perciò a ogni forma di naturalismo. Critica l’Impressionismo,
l'uno indicando la proiezione dei sentimenti dall'interno verso l'eterno ("ex-primere*), l'altro la
ricezione dell'esterno nell'interno ("in-primere*).
La critica all'Impressionismo non è tuttavia corretta, perché quella corrente, che è alla base
di tutta l'arte moderna, aveva già posto l'accento sulla relatività della percezione umana, sulla
transitorietà di tutte le cose, sul soggettivismo; l'Espressionismo però crede di vedervi
ancora almeno un residuo di rapporto con la realtà oggettiva, ritenendo che la differente resa
di questa sia dovuta - come diceva Degas - non tanto a uno «stato d'animo», quanto a uno
«stato d'occhio».
L'urlo (1893)
Il dipinto manifesto di Munch permette di comprendere la forza della poetica simbolista:
riuscire a tradurre in un'immagine diretta e pregnante verità complesse e irrazionali, che
sarebbero impossibili da spiegare senza l'arte.
Munch rappresenta una crisi nervosa, un attacco di panico che non è individuale, ma si
riferisce a tutta la natura. Infatti, il grido terrorizzato dell'uomo si riflette nel cielo macchiato di
rosso e nelle linee curve e sinuose della costa.
Con questo quadro Munch raggiunge il massimo il suo antinaturalismo. Il volto, il trasformato
in senso espressivo, assume le sembianze di un teschio. Le mani aderiscono le orecchie, il
corpo è privo di peso, curvo come il paesaggio intorno a lui.
In lontananza ci sono due figure indefinite che continuano a camminare nell'indifferenza,
inconsapevoli della disperazione che pervade l'esistenza.
La composizione è molto semplice: solo la diagonale del ponte crea profondità, che poi viene
contraddetta dall'assoluta irrealtà dello spazio.
Con questo quadro Munch aprì la strada all’Espressionismo, rappresentando la natura che
passa radicalmente attraverso l'uomo e le sue emozioni.
Guernica (1937)
La scena commemora lo straziante bombardamento aereo della città basca di Guernica,
avvenuto il 26 Aprile 1903, a opera delle forze naziste e fasciste in appoggio a Francisco
Franco. Il dipinto è commissionato dal governo repubblicano per l'Esposizione internazionale
di Parigi del 1937.
Picasso unisce il linguaggio del cubismo sintetico a elementi surrealisti e a un violento
impeto espressionista, per dare vita a una composizione ricca di immagini simboliche e
citazioni classiche, rendendo il quadro accessibile a un pubblico ampio e variegato, perché
si presenta come crocevia di linguaggi diversi, uniti dalla libertà eclettica di Picasso.
In un ambiente quasi monocromo, che rende indistinguibili sfondo e figura, si consuma il
dramma: a destra c'è un uomo alla finestra che urla disperato; a sinistra, una donna che tiene
fra le braccia il figlio morto; in mezzo un cavallo urla di dolore, un cadavere giace a terra, una
figura cerca di fare luce, ma la sua lampada non rischiara niente, un'altra si rivolge al cielo
terrorizzata.
Il lampadario al centro fa riferimento a un interno, ma altri elementi, come ad esempio il
palazzo in fiamme, ci riportano un esterno: nella scena, la molteplicità dei punti di vista è
funzionale alla rappresentazione della disperazione.
L'immagine è piena di figure simboliche: la donna a sinistra rappresenta la pietà; il cavallo
ferito è simbolo del popolo spagnolo offeso; la lampada a petrolio è simbolo del sonno della
ragione e della regressione della società; il cadavere a terra con in mano una spada spezzata
e un fiore, simboli sconfitta e di rinnovata speranza; il toro calmo è simbolo anch'esso del
popolo spagnolo, ma qui anche un emblema della violenza ottusa e bestiale che irrompe
nella vita quotidiana e pacifica della gente.
Anche la composizione assume un significato emblematico: le impostazioni spezzate che
dividono la presentazione in scomparti. La parte centrale è costruita su schegge che
rendono la scena drammaticamente convulsa e ai lati ci sono le immagini di vita di pietà e di
dolore.
Sono molte le citazioni dipinti classici: il personaggio con le braccia alzate sembra fare
riferimento alla Fucilazione del 3 maggio 1808 di Goya e, allo stesso tempo, richiama
l'Incendio di Borgo di Raffaello. Le figure femminili sembrano ispirate alla Strage degli
innocenti di Guido Reni.
Guernica diviene rappresentazione di tutte le guerre, delle loro devastazioni e delle loro
tragicità. Finita l’Esposizione, Francisco Franco sale al potere e per volere di Picasso il
dipinto sarà conservato al Museum of Modern Art di New York fino al 1982, l'anno in cui il
murale torna a Madrid, ospitato dal museo Reina Sofia.
Il Futurismo
A differenza di tutte le altre avanguardie artistiche, il Futurismo è il primo movimento che si
dà un programma preventivo rompendo volutamente con tutto il passato e collocandosi in
aperta polemica verso ogni oppositore.
Il movimento si riconosce nelle idee che il suo fondatore Filippo Tommaso Marinetti (1876-
1944) elabora nel Manifesto del Futurismo, pubblicato a Parigi il 20 febbraio 1909 nel quale
viene esaltata la velocità, il progresso, la macchina in corsa, l'avvento dell'energia elettrica, la
nuova bellezza del movimento (anche quello della rissa e della violenza).
La volontà vitalistica e violenta del Futurismo, malgrado l'accenno a valori libertari, portò il
movimento, unico caso tra le avanguardie del primo Novecento, a schierarsi politicamente
con la destra nazionalista e interventista, confluendo infine nel fascismo.
Marinetti, apparentemente rivoluzionario, finirà con l'accettare da Mussolini onori e prebende
lasciandosi "imbalsamare" tra i membri dell'Accademia d'Italia e aderendo perfino
alla Repubblica di Salò.
Si spiegano così l'agghiacciante glorificazione della "guerra, sola igiene del mondo", il
dominio dell'uomo sulla donna, la volontà di distruggere musei, biblioteche e città d'arte.
L'ideologia futurista, così come enunciata da Marinetti nel 1909 è contraddittoria, confusa e
redatta con un linguaggio irritante: linguaggio che, con virulenza ancora maggiore, veniva
usato nelle "serate futuriste" organizzate in sale e teatri dove volavano schiaffi e pugni e
assalti verbali polemici e provocatori come quello intonato da Marinetti nel 1913 al Teatro la
Fenice di Venezia.
Tuttavia, occorre sottolineare l'importante ruolo di svecchiamento dell'arte italiana
messo in atto dal Futurismo e il suo pieno inserimento nel vivo delle più moderne
correnti internazionali.
Al di là delle ideologie politiche e dell'aggressività degli enunciati, il Futurismo ha un valore
artistico innegabile e tra i suoi membri si contano alcuni dei maggiori artisti del Novecento
italiano: Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla, Gino Severini, Luigi Russolo, Antonio
Sant'Elia, Gerardo Dottori, Fortunato Depero.
Furono i futuristi i primi a intuire e sviluppare i potenziali visivi inespressi del linguaggio,
quelli alla base della nostra pubblicità e della comunicazione di massa.
Il Dadaismo
Il Dadaismo è un movimento nato in Svizzera, a Zurigo, il 5 febbraio 1916 che si svilupperà
anche a Berlino, Parigi e New York. A differenza delle altre avanguardie del primo
Novecento, nasce nel corso della Prima Guerra Mondiale, quando un gruppo di intellettuali
europei si erano rifugiati in Svizzera, paese neutrale, per sfuggire alla guerra.
I fondatori sono Hans Arp, Tristan Tzara, Marcel Janco, Richard Huelsenbeck e Hans
Richter. L'evento che segna la nascita del Dadaismo è l'inaugurazione del Cabaret Voltaire
ideato dal regista Hugo Ball.
Il movimento si concluse nel 1922 quando nasce il Surrealismo.
Se Futurismo e Dadaismo hanno in comune l'intento dissacratorio e la ricerca di nuove
forme d'arte, differiscono molto nel diverso atteggiamento verso la guerra. I futuristi sono
interventisti, militaristi (e per questo, con l'ascesa del fascismo si collocheranno a destra)
mentre i dadaisti sono dichiaratamente contrari alla guerra, aspetto che li colloca
politicamente a sinistra.
Il movimento vuole azzerare l'arte, come i futuristi, ma non propone forme alternative.
Per questo motivo è anche contro i significati tradizionalmente attribuiti alle parole. La scelta
del termine "dada" nell'idea dei fondatori non ha alcun significato.
Tristan Tzara racconta di aver trovato il termine aprendo a caso un vocabolario francese.
Altri esponenti del gruppo, nel tentativo di annullare ogni chiara definizione, hanno
sottolineato che in russo vuol dire due volte si; in tedesco due volte qui; in italiano e francese
è il suono prodotto dai bambini piccoli con cui indicano ogni cosa.
Il Dadaismo è contro la letteratura, la poesia, l'arte e i concetti di eterno, bello e perfetto. È
anche contro il Cubismo, l'Espressionismo e il Futurismo, perché questi movimenti, nel
tentativo di liberarsi dalle maglie del passato, ne avrebbero create di nuove.
Per il Dadaismo tutto può essere arte: dai pezzi di legno inchiodati casualmente come la
Trousse d'un Da di Hans Arp, ai collage fatti assemblando ritagli in modo casuale. Qualunque
prodotto umano, essendo frutto della creatività, è arte.
L’Astrattismo
L'Astrattismo è una delle più dirompenti correnti artistiche del Novecento poiché capovolse
la millenaria concezione dell'arte come "imitatrice della realtà".
Tuttavia, l'Astrattismo non è che la naturale conseguenza di un lungo processo, iniziato nel
Romanticismo, che ha negato via via all'arte il compito di descrivere la realtà esterna per
attribuirle quello di esprimere il sentimento interiore dell'artista.
Questo avveniva con l'Espressionismo, attraverso la proiezione di immagini interiori con
riferimenti al mondo reale, mentre con l'Astrattismo si supera quest'ultimo legame e i
sentimenti dell'artista vengono visualizzati solo attraverso forme, linee e colori.
L'Astrattismo ha forti analogie con la musica, capace di comunicare sensazioni
nell'ascoltatore senza fare ricorso a imitazioni naturalistiche. Allo stesso modo la pittura può
servirsi del linguaggio visivo svincolandosi da ogni riferimento alla realtà.
La parentela tra musica e arte è così forte che i termini specifici delle due forme espressive
si sono scambiati: si parla di suoni chiari o scuri, di colori squillanti etc.
Alcuni musicisti sono arrivati oltre: Alexandr Skrjabin (1871-1915) ha immaginato una
precisa relazione tra suoni e colori (sensazioni coloristiche musicali) tanto da immaginare
un'opera, il "Prometeo, il poema del fuoco" (1911) per suoni e luci colorate (sinestesie) da
eseguire con il "clavier à lumière".
La Metafisica
"Metafisica" è un termine che risale ad Aristotele e significa "oltre la fisica", cioè oltre le cose
visibili.
Oggi il termine indica un movimento artistico nato creato da Giorgio De Chirico e Carlo
Carrà nel 1917 che vuole rappresentare ciò che va oltre l'apparenza fisica, l'essenza intima
della realtà al di là dell'esperienza sensibile.
La pittura metafisica è un altro originale contributo italiano al panorama delle avanguardie
europee dopo il Futurismo. Il maggiore esponente è stato Giorgio De Chirico, oltre a suo
fratello Andrea (noto come Alberto Savinio) e, per un periodo limitato, Carlo Carrà e Giorgio
Morandi.