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Biografia di Caravaggio (Michelangelo Merisi) (1571 - 1610)

Senza dubbio da annoverare fra gli artisti pi "rivoluzionari" di sempre per la dirompente forza di rottura delle sue opere rispetto alle teorie e tecniche pittoriche coeve, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ebbe un destino peculiare - una gloria precoce, una vita avventurosa, una fine prematura, solitaria e miserabile - che ne ha fatto un personaggio leggendario, affascinante e maledetto, capace di suggestionare per tre secoli, sebbene abbia pure contribuito a creare un'immagine romanticamente semplificata della sua biografia. Solo in tempi recenti, grazie agli importanti studi di storici italiani e stranieri - primi fra tutti Hermann Voss, Lionello Venturi, Roberto Longhi, Ren Jullian - stato possibile correggere o precisare molti aspetti della sua vita e modificare sensibilmente il giudizio sulla sua opera. Grazie ad una clamorosa, recentissima, scoperta - nell'Archivio Diocesano milanese stato rinvenuto l'atto di battesimo del pittore - si accertato, dopo oltre ottant'anni di ipotesi formulate su base indiziaria, che Michelangelo Merisi, figlio di Fermo e Lucia Aratori, nacque a Milano il 29 settembre 1571 e fu battezzato il giorno seguente nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo: a lungo, in passato, si creduto che la citt di nascita fosse Caravaggio, nel bergamasco, da cui deriva l'appellativo con cui egli stato tramandato. La sua vocazione artistica deve essersi manifestata molto presto, dal momento che, appena tredicenne, entra come allievo nella bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano, che amava definirsi "Titani alumnus", affermando cos la propria discendenza dal maestro veneziano. Intorno al 1591-1592 giunge a Roma e qui svolge gran parte della sua attivit, inizialmente indirizzata verso il genere della natura morta - che si riveler fondamentale in tutta la sua pittura -, quindi, in seguito alla conoscenza dell'influente cardinale Del Monte, rivolta ad opere di maggior impegno e spessore quali il "Riposo durante la fuga in Egitto", l'"Estasi di San Francesco" (1594 circa) e "La buona ventura" (1596 circa). Nel 1597 riceve l'incarico di dipingere alcune tele per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi: realizza cos le "Storie di San Matteo" ("Vocazione di San Matteo", "Martirio di San Matteo", "San Matteo e l'angelo"), che lo rendono celebre ma anche molto contestato, in virt di scelte piuttosto anticonvenzionali, quali il rifiuto di qualsivoglia idealismo nella rappresentazione. In particolare, "San Matteo e l'angelo" viene rifiutata dai preti di San Luigi (e l'autore dovr fornirne una nuova versione), perch, come testimonia uno storico contemporaneo, il Bellori, "quella figura non haveva decoro, n aspetto di santo, stando a sedere con le gambe incavalcate e co' piedi rozzamente esposti al popolo": tutto ci esemplifica chiaramente uno dei principali aspetti della "rivoluzione" caravaggesca, ovvero il rifiuto della tradizionale identificazione di bello con buono, di brutto con cattivo.

Caravaggio, San Matteo e l'angelo 1602, Olio su tela, cm 295x195 Roma, San Luigi dei Francesi, cappella Contarelli

Biografia di Caravaggio (Michelangelo Merisi) (1571 - 1610)


Negli anni seguenti, fino al 1606, la storia di Caravaggio costellata d'avvenimenti truci e violenti che si sovrappongono. Se da un lato egli realizza numerose opere di notevole importanza che sottolineano la sua potenza creativa - tra il 1600 e il 1601 dipinge, per la chiesa di Santa Maria del Popolo, la "Crocifissione di San Pietro" e la "Conversione di San Paolo"; nel 1604 la "Madonna dei pellegrini o di Loreto", nel 1605 la "Morte della Vergine" - dall'altro, in questi stessi anni, si succedono senza interruzione denunce alla polizia, risse, processi, in buona parte conseguenza del suo temperamento violento ed impulsivo. Nel 1605, dopo aver ferito un cancelliere in tribunale, Caravaggio si rifugia a Genova. L'anno seguente, al termine di un duello, uccide il suo avversario Ranuccio Tommasoni da Terni, rimanendo a sua volta ferito. Comincia allora una vita da fuggiasco, in cui si alternano successi e sventure: nel 1607 a Napoli, dove esegue per chiese e conventi alcuni capolavori come la "Flagellazione di Cristo" e le "Sette opere di misericordia"; nel 1608 giunge fino a Malta, dove gli viene commissionata la "Decollazione di san Giovanni Battista", conservata appunto nel duomo di La Valletta. Accolto nell'ordine dei Cavalieri, costretto alla fuga non appena si diffondono notizie riguardanti i motivi del suo esilio. Cos si reca in Sicilia, dove rimane circa un anno, lasciando comunque numerosi esempi del suo genio: tra gli altri, il "Seppellimento di Santa Lucia", eseguito a Siracusa per l'omonima chiesa; la "Resurrezione di Lazzaro" e l'"Adorazione dei pastori", oggi esposte al museo di Messina. Ritornato a Napoli nell'ottobre del 1609, viene aggredito e gravemente ferito, mentre i suoi protettori romani si adoperano per ottenergli la grazia. Ancora convalescente, salpa da Napoli alla volta di Roma. Fermato ad un posto di blocco a Palo per una perquisizione, viene incarcerato. Ne esce solo in seguito al versamento di una somma in denaro e, dopo aver vagato lungo le spiagge alla vana ricerca della nave sulla quale aveva abbandonato tre suoi quadri, muore per una febbre, in totale solitudine, il 18 luglio 1610, a soli trentanove anni, qualche giorno prima che, a Roma, venisse annunciata l'approvazione della domanda di grazia.

Caravaggio, Madonna dei Palafrenieri, 1605-1606, Olio su tela, cm 292x211

Opera di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio


Emblema dellartista moderno sia per la vita inquieta che per lappassionata ricerca della verit, capace di far coincidere come nessun altro la vita e larte, Caravaggio deve a questo, unitamente alla particolare tecnica pittorica e realizzativa, il suo straordinario successo. Prima di lui, lo stile dominante nellarte era profondamente legato ad un accademismo basato sullo studio della classicit e su indubbie derivazioni dai grandi protagonisti della gloriosa stagione rinascimentale italiana: Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Tiziano e Correggio su tutti. La novit caravaggesca risiede nel naturalismo della sua opera, espresso nei soggetti dei suoi dipinti - scevri da qualsivoglia idealizzazione - e nelle atmosfere, immerse in una luce teatrale dincredibile efficacia che registicamente guida lattenzione dello spettatore verso le figure rappresentate, in grado di fuoriuscire improvvisamente dal buio della scena: raramente il pittore lombardo dipinge lo sfondo, assai secondario rispetto ai soggetti, veri protagonisti della composizione. Le opere giovanili rivelano un artista impegnato prevalentemente a dipinger fiori e frutti, ossia a svolgere unattivit di pittore di nature morte che si riveler decisiva per la comprensione della realt nella sua dimensione pi concreta - quella in cui luomo si dibatte quotidianamente senza abbellimenti in ossequio ai canoni della classicit. Fulgido esempio di questa fase la celebre Canestra di frutta (1596 circa), in cui lumile oggetto naturale diventa protagonista, evidenziando - nellequilibrio compositivo fra pieni e vuoti e nel rapporto reciproco dei colori - unintensa vitalit, che le consente di essere ascritta fra i maggiori capolavori dellintera produzione caravaggesca. Nello stesso periodo di fondamentale importanza per la formazione del poco pi che ventenne pittore -, oltre al Bacco degli Uffizi, viene realizzato il Riposo nella fuga in Egitto, in cui, accanto a un certo manierismo ravvisabile nella ricercata posa dellangelo, si nota gi uninsolita umanizzazione dei soggetti sacri - Giuseppe e Maria sono rappresentati come una qualsiasi famiglia di contadini vinti dalla stanchezza -, destinata a divenire una peculiarit del suo stile. Nelle tele di San Luigi dei Francesi - commissionategli per intercessione del suo protettore il cardinale Dal Monte e ascrivibili agli anni 1597-1601 la luce comincia ad essere utilizzata come mezzo stilistico, come forza che immobilizza le immagini dando loro fermezza. Nella Vocazione di San Matteo essa muove, intensa e obliqua, da destra, senza che per sia possibile stabilirne con esattezza la provenienza: perde cos il significato razionale, concreto, di luce reale, per divenire luce morale che, bloccando gli astanti nellatto che stanno compiendo, conferisce loro intensa vita plastica.

Caravaggio, Bacco, 1596-1597, Olio su tela, cm 95x85 Firenze, Galleria degli Uffizi

Opera di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio


Nelle due tele per la chiesa romana di Santa Maria del Popolo La Crocifissione di San Pietro e La conversione di San Paolo , la concentrazione di Caravaggio sulloggetto rappresentato si accentua ulteriormente: lo scenario, come luogo in cui si svolgono i fatti, abolito, e unico protagonista luomo con la sua vicenda. Nella Crocifissione di San Pietro campeggiano soltanto quattro persone - la vittima gi inchiodata e i tre aguzzini che stanno capovolgendo la croce -, ad imprimere alla composizione un moto rotatorio in grado di sottolineare con efficacia, assieme a una luce capace di rilevarli statutariamente, la profonda sofferenza dei personaggi. Nella Deposizione nel sepolcro, dipinta per la chiesa romana di Santa Maria in Vallicella, spicca una composta tristezza, una solenne meditazione nel dolore riscontrabile anche in altre tele dello stesso periodo, come La morte della Vergine, che, rivelando lo stesso impianto concettuale delle Storie di San Matteo, stata parimenti contestata per lassenza di quel decoro che, nella visione tradizionale, avrebbe dovuto accompagnare la rappresentazione delle figure sacre: i rimproveri mossi alla tela rivelano, comunque, una sostanziale incomprensione dellalta concezione caravaggesca, secondo cui la presenza di Dio accompagna anche gli uomini pi umili, i diseredati, i peccatori, gli emarginati. Le opere del periodo successivo quello del disperato vagabondaggio conseguente alla condanna capitale evidenziano una drammaticit ancora pi intima e cupa. Nella Decollazione del Battista (1608) lilluminazione, che ancora una volta proviene da un lato, risulta determinante per accrescere la consistenza volumetrica dei protagonisti, polarizzando su di essi lo sguardo e rendendo palese la tragica vicenda. Nel Seppellimento di Santa Lucia, dello stesso anno, viene affrontato come del resto gi ne La morte della Vergine il dolore collettivo, accentuato dalla preponderanza del muro retrostante, che incombe sugli umili personaggi e sottolinea in maniera non retorica il sentimento tragico che da essi promana, mentre salutano per lultima volta la giovane donna uccisa per i suoi ideali.

Caravaggio, Flagellazione di Cristo, 1607-1608, Olio su tela, cm 286x213 Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte

Caravaggismi
Caravaggio non ha avuto allievi. N, forse, avrebbe potuto averne. Al pari di Donatello e Michelangelo, ha avuto una personalit talmente spiccata da rendere assai difficile per chiunque una collaborazione diretta. Tuttavia, incalcolabile stato il suo peso storico, innumerevoli gli epigoni. Bartolomeo Manfredi, Orazio e Artemisia Gentileschi, Gerrit van Honthorst, Hendrick ter Brugghen, Giovanni Serodine, Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, ma anche Rubens e Velazquez, Gherardo delle Notti e Georges de La Tour, Vermeer e Rembrandt: senza Caravaggio, senza il suo realismo e la sua luce violenta a squarciare sfondi monocromi, la loro arte non sarebbe comprensibile. In anni pi recenti, un vero e proprio boom diniziative artistiche non solo di matrice pittorica ispirate alla sua figura, ben presto divenuta, anche in virt della rocambolesca esistenza, leggendaria. Dai lungometraggi Caravaggio, il pittore maledetto di Goffredo Alessandrini (1941) e Caravaggio di Derek Jarman (1986) ai mediometraggi - Caravaggio. Lultimo tempo (1606-1610), di Mario Martone, del 2004 -, agli sceneggiati televisivi: nel 1967 la Rai ha trasmesso Caravaggio - pi volte replicato nel corso degli anni -, per la regia di Silverio Blasi con Gian Maria Volont, mentre a breve prevista, su Raiuno, la messa in onda di una miniserie in due puntate, diretta da Angelo Longoni, che vede la partecipazione di Alessio Boni nei panni del pittore lombardo. Anche la narrativa si occupata di lui, dedicandogli, negli ultimi tempi, ben due romanzi: La fuga e la sosta. Caravaggio a Siracusa di Pino Di Silvestro, uscito nel 2002 per i tipi di Rizzoli e teso a ricostruire gli eventi relativi al soggiorno di Caravaggio nella citt di Siracusa - ivi giunto dopo il "caldo" periodo romano costellato di feroci contese artistiche e duelli sanguinosi, che gli erano valsi la condanna a morte -; e Il colore del sole di Andrea Camilleri, pubblicato da Mondadori nel gennaio 2007, che, in forma di giallo, ricostruisce gli ultimi anni di vita di Caravaggio facendo luce su eventi da sempre misteriosi larresto a Malta e la fuga dal carcere di SantAngelo e sulla nascita della sua vocazione artistica, grazie ad un manoscritto autografo del genio lombardo, rinvenuto, nella finzione letteraria, proprio da Camilleri, che diviene, cos, protagonista del suo stesso libro. Per non parlare delle rassegne pittoriche, moltiplicatesi a vista docchio: Caravaggio ormai una stella planetaria, un nome perennemente in cartellone, talvolta, in verit, utilizzato come pretesto per legittimare allestimenti scadenti e improvvisati, concepiti in base a criteri meramente antologici, senza alcun vaglio serio e approfondito. Un artista divenuto figura di culto, che ancora suscita interrogativi e stupore, cui si tentato, invero, di rispondere anche in modo serio e rigoroso: esemplare, in tal senso, la monografica presentata a Firenze nel 1991 (Caravaggio. Come nascono i capolavori catalogo Electa), che, muovendo da premesse scientifiche di tutto rispetto, ha prodotto esiti indubbiamente interessanti: le indagini sulle caratteristiche esecutive effettuate, in questa occasione, mediante fotografie a luce radente e radiografie - hanno, infatti, evidenziato il fondamento naturalistico dello stile caravaggesco, confermando quanto affermavano le fonti - ovvero che il Merisi dipinse sempre dal vero e dal modello, senza passare, come voleva una consolidata tradizione artistica, attraverso lelaborazione disegnativa - e rendendo, di fatto, possibile identificare con certezza un originale da una copia.

Caravaggio, Narciso 1599, Olio su tela, cm 112x92 Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Corsini

Caravaggio I bari 1594, Olio su tela, cm 99x107 Fort Worth, Kimbell Art Museum

Caravaggio, Giuditta e Oloferne 1599, Olio su tela, cm 145x195 Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini

Caravaggio, Canestra di frutta 1597-1598, Olio su tela, cm 31x47 Milano, Pinacoteca Ambrosiana

Caravaggio, San Giovanni Battista 1602, Olio su tela, cm 132x97 Roma, Pinacoteca Capitolina

Carvaggio, Madonna dei Pellegrini 1604-1606, Olio su tela, cm 260-150 Roma, Sant'Agostino, cappella Cavalletti

Caravaggio, San Francesco in estasi 1594-1595, Olio su tela, cm 92,5x128,4 Wadsworth Atheneum, Hartford, Connecticut Sumner and Mary Caitlin Sumner Collection Fund

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