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Senza dubbio da annoverare fra gli artisti pi "rivoluzionari" di sempre per la dirompente forza di rottura delle sue opere rispetto alle teorie e tecniche pittoriche coeve, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio ebbe un destino peculiare - una gloria precoce, una vita avventurosa, una fine prematura, solitaria e miserabile - che ne ha fatto un personaggio leggendario, affascinante e maledetto, capace di suggestionare per tre secoli, sebbene abbia pure contribuito a creare un'immagine romanticamente semplificata della sua biografia. Solo in tempi recenti, grazie agli importanti studi di storici italiani e stranieri - primi fra tutti Hermann Voss, Lionello Venturi, Roberto Longhi, Ren Jullian - stato possibile correggere o precisare molti aspetti della sua vita e modificare sensibilmente il giudizio sulla sua opera. Grazie ad una clamorosa, recentissima, scoperta - nell'Archivio Diocesano milanese stato rinvenuto l'atto di battesimo del pittore - si accertato, dopo oltre ottant'anni di ipotesi formulate su base indiziaria, che Michelangelo Merisi, figlio di Fermo e Lucia Aratori, nacque a Milano il 29 settembre 1571 e fu battezzato il giorno seguente nella parrocchia di Santo Stefano in Brolo: a lungo, in passato, si creduto che la citt di nascita fosse Caravaggio, nel bergamasco, da cui deriva l'appellativo con cui egli stato tramandato. La sua vocazione artistica deve essersi manifestata molto presto, dal momento che, appena tredicenne, entra come allievo nella bottega del pittore bergamasco Simone Peterzano, che amava definirsi "Titani alumnus", affermando cos la propria discendenza dal maestro veneziano. Intorno al 1591-1592 giunge a Roma e qui svolge gran parte della sua attivit, inizialmente indirizzata verso il genere della natura morta - che si riveler fondamentale in tutta la sua pittura -, quindi, in seguito alla conoscenza dell'influente cardinale Del Monte, rivolta ad opere di maggior impegno e spessore quali il "Riposo durante la fuga in Egitto", l'"Estasi di San Francesco" (1594 circa) e "La buona ventura" (1596 circa). Nel 1597 riceve l'incarico di dipingere alcune tele per la cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi: realizza cos le "Storie di San Matteo" ("Vocazione di San Matteo", "Martirio di San Matteo", "San Matteo e l'angelo"), che lo rendono celebre ma anche molto contestato, in virt di scelte piuttosto anticonvenzionali, quali il rifiuto di qualsivoglia idealismo nella rappresentazione. In particolare, "San Matteo e l'angelo" viene rifiutata dai preti di San Luigi (e l'autore dovr fornirne una nuova versione), perch, come testimonia uno storico contemporaneo, il Bellori, "quella figura non haveva decoro, n aspetto di santo, stando a sedere con le gambe incavalcate e co' piedi rozzamente esposti al popolo": tutto ci esemplifica chiaramente uno dei principali aspetti della "rivoluzione" caravaggesca, ovvero il rifiuto della tradizionale identificazione di bello con buono, di brutto con cattivo.
Caravaggio, San Matteo e l'angelo 1602, Olio su tela, cm 295x195 Roma, San Luigi dei Francesi, cappella Contarelli
Caravaggio, Bacco, 1596-1597, Olio su tela, cm 95x85 Firenze, Galleria degli Uffizi
Caravaggio, Flagellazione di Cristo, 1607-1608, Olio su tela, cm 286x213 Napoli, Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte
Caravaggismi
Caravaggio non ha avuto allievi. N, forse, avrebbe potuto averne. Al pari di Donatello e Michelangelo, ha avuto una personalit talmente spiccata da rendere assai difficile per chiunque una collaborazione diretta. Tuttavia, incalcolabile stato il suo peso storico, innumerevoli gli epigoni. Bartolomeo Manfredi, Orazio e Artemisia Gentileschi, Gerrit van Honthorst, Hendrick ter Brugghen, Giovanni Serodine, Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera, ma anche Rubens e Velazquez, Gherardo delle Notti e Georges de La Tour, Vermeer e Rembrandt: senza Caravaggio, senza il suo realismo e la sua luce violenta a squarciare sfondi monocromi, la loro arte non sarebbe comprensibile. In anni pi recenti, un vero e proprio boom diniziative artistiche non solo di matrice pittorica ispirate alla sua figura, ben presto divenuta, anche in virt della rocambolesca esistenza, leggendaria. Dai lungometraggi Caravaggio, il pittore maledetto di Goffredo Alessandrini (1941) e Caravaggio di Derek Jarman (1986) ai mediometraggi - Caravaggio. Lultimo tempo (1606-1610), di Mario Martone, del 2004 -, agli sceneggiati televisivi: nel 1967 la Rai ha trasmesso Caravaggio - pi volte replicato nel corso degli anni -, per la regia di Silverio Blasi con Gian Maria Volont, mentre a breve prevista, su Raiuno, la messa in onda di una miniserie in due puntate, diretta da Angelo Longoni, che vede la partecipazione di Alessio Boni nei panni del pittore lombardo. Anche la narrativa si occupata di lui, dedicandogli, negli ultimi tempi, ben due romanzi: La fuga e la sosta. Caravaggio a Siracusa di Pino Di Silvestro, uscito nel 2002 per i tipi di Rizzoli e teso a ricostruire gli eventi relativi al soggiorno di Caravaggio nella citt di Siracusa - ivi giunto dopo il "caldo" periodo romano costellato di feroci contese artistiche e duelli sanguinosi, che gli erano valsi la condanna a morte -; e Il colore del sole di Andrea Camilleri, pubblicato da Mondadori nel gennaio 2007, che, in forma di giallo, ricostruisce gli ultimi anni di vita di Caravaggio facendo luce su eventi da sempre misteriosi larresto a Malta e la fuga dal carcere di SantAngelo e sulla nascita della sua vocazione artistica, grazie ad un manoscritto autografo del genio lombardo, rinvenuto, nella finzione letteraria, proprio da Camilleri, che diviene, cos, protagonista del suo stesso libro. Per non parlare delle rassegne pittoriche, moltiplicatesi a vista docchio: Caravaggio ormai una stella planetaria, un nome perennemente in cartellone, talvolta, in verit, utilizzato come pretesto per legittimare allestimenti scadenti e improvvisati, concepiti in base a criteri meramente antologici, senza alcun vaglio serio e approfondito. Un artista divenuto figura di culto, che ancora suscita interrogativi e stupore, cui si tentato, invero, di rispondere anche in modo serio e rigoroso: esemplare, in tal senso, la monografica presentata a Firenze nel 1991 (Caravaggio. Come nascono i capolavori catalogo Electa), che, muovendo da premesse scientifiche di tutto rispetto, ha prodotto esiti indubbiamente interessanti: le indagini sulle caratteristiche esecutive effettuate, in questa occasione, mediante fotografie a luce radente e radiografie - hanno, infatti, evidenziato il fondamento naturalistico dello stile caravaggesco, confermando quanto affermavano le fonti - ovvero che il Merisi dipinse sempre dal vero e dal modello, senza passare, come voleva una consolidata tradizione artistica, attraverso lelaborazione disegnativa - e rendendo, di fatto, possibile identificare con certezza un originale da una copia.
Caravaggio, Narciso 1599, Olio su tela, cm 112x92 Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Corsini
Caravaggio I bari 1594, Olio su tela, cm 99x107 Fort Worth, Kimbell Art Museum
Caravaggio, Giuditta e Oloferne 1599, Olio su tela, cm 145x195 Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica, Palazzo Barberini
Caravaggio, Canestra di frutta 1597-1598, Olio su tela, cm 31x47 Milano, Pinacoteca Ambrosiana
Caravaggio, San Giovanni Battista 1602, Olio su tela, cm 132x97 Roma, Pinacoteca Capitolina
Carvaggio, Madonna dei Pellegrini 1604-1606, Olio su tela, cm 260-150 Roma, Sant'Agostino, cappella Cavalletti
Caravaggio, San Francesco in estasi 1594-1595, Olio su tela, cm 92,5x128,4 Wadsworth Atheneum, Hartford, Connecticut Sumner and Mary Caitlin Sumner Collection Fund