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CARAVAGGIO

Michelangelo Merisi, detto “Caravaggio” (Milano, 1571 – Porto Ercole, 1610) è considerato
uno dei più importanti pittori della storia dell’arte italiana. La forte carica drammatica ed
emotiva e la teatralità delle sue opere sono stati di ispirazione per molti artisti
del barocco europeo.
Nonostante venga ricordato con il nome di “Caravaggio” (piccolo paese in provincia di
Bergamo), l’artista nacque a Milano; Caravaggio invece era il paese di nascita dei genitori.
Caravaggio fin dalla più tenera età dovette fare i conti con la morte: la peste infatti uccise
suo padre, il nonno e lo zio quando aveva solo sei anni.
La sua carriera artistica cominciò a tredici anni, quando andò a bottega dal pittore
manierista Simone Peterzano, a Milano. Per molti anni non si ebbero più notizie sulla vita
del giovane Caravaggio, fino al 1594, anno in cui l’artista si trasferì a Roma. Secondo
alcuni, l’artista lasciò Milano perché sospettato di omicidio.
A Roma Caravaggio amava frequentare le osterie dei quartieri malfamati che ritrasse nei
suoi dipinti, catturando l’essenza di un’umanità poverissima.
Fu proprio una di queste opere, I Bari (1595) che gli fece guadagnare la stima di uno dei
personaggi più importanti della città eterna: il cardinale del Monte, che decise di
accoglierlo sotto la sua ala protettiva procurandogli importanti incarichi presso le istituzioni
religiose.
Nonostante gli incarichi prestigiosi e il successo, Caravaggio continuò a frequentare
le bettole, trascorrendo le notti tra prostitute, giocatori di azzardo, risse e vino di dubbia
qualità. Indossava abiti costosissimi e, nonostante il divieto di portare armi, aveva sempre
con sé una spada leggera adatta ai duelli.
Uno dei primi lavori che gli venne commissionato fu la Vocazione di San Matteo, per la
chiesa di San Luigi dei Francesi, a Roma.
Questa esasperata attenzione al realismo dei soggetti non sempre soddisfò i committenti
che spesso considerarono blasfeme le opere di Caravaggio. L’opera La morte della
Vergine (1605-1606) venne infatti rifiutata per l’eccessiva crudezza della scena ma
soprattutto perché Caravaggio scelse una prostituta annegata nel Tevere per dare volto e
corpo alla Vergine.
Le opere di Caravaggio colpiscono lo spettatore per la maestria con cui l’artista riesce a
dosare l’equilibrio tra luci e ombre con una tecnica assolutamente innovativa per l’epoca.
Per ottenere quest’effetto, l’artista collocava con attenzione le lampade e le candele nello
studio dove posavano i modelli, come farebbe oggi un bravo direttore della fotografia.
La vita di Caravaggio cambiò drammaticamente nel 1606, quando uccise in una rissa
Rinuccio Tommasoni. Pare che l’alterco fosse sorto per un banale fallo subito durante una
partita di pallacorda. L’artista, secondo le leggi in vigore nello Stato Pontificio all’epoca, fu
condannato alla decapitazione. Per fuggire, Caravaggio in tutta fretta lasciò Roma
cercando rifugio nel Regno di Napoli ma ciò non servì a rassicurarlo.
La paura di morire diventò uno dei temi ricorrenti nelle opere realizzate in quegli anni di
latitanza. Molte di queste opere hanno per soggetto scene di decapitazione, come
nell’opera Decollazione di San Giovanni Battista (1608).
L’artista trovò rifugio a Napoli e poi a Malta dove nel 1608 riuscì a entrare nell’ordine dei
cavalieri di San Giovanni. Ci rimase per poco; in una rissa (un’altra!) ferì un membro
dell’ordine di grado più elevato e per questo venne imprigionato.
Fuggì anche dall’isola ma, braccato dai sicari del cavaliere ferito che lo cercavano per
vendicare l’oltraggio, riparò in Sicilia, dove realizzò alcune importanti opere tra cui Il
seppellimento di Santa Lucia (1608), capolavoro di grandi dimensioni (408×300 cm). Nel
timore di essere inseguito lasciò l’isola per tornare a Napoli in cerca di protezione. Non
bastò. Gli uomini del suo nemico lo raggiunsero a palazzo Cellamare e lo ferirono al volto,
lasciandolo in fin di vita.
In preda al dolore dipinse Davide con la testa di Golia (1609-1610). Una curiosità: il volto
di Golia è un autoritratto di Caravaggio, ma anche il volto di Davide è ispirato al viso
dell’artista, quando era ancora giovane e privo di macchia.
Ferito e debole, Caravaggio decise di intraprendere un faticoso viaggio a Roma, per
invocare la grazia e la clemenza del pontefice. Nel corso del viaggio però le sue condizioni
di salute peggiorano irrimediabilmente. L’artista non raggiunse mai Roma, ma morì a Porto
Ercole nel 1610, a 38 anni, senza sapere che il pontefice qualche settimana prima aveva
inviato a Napoli un messo con il condono papale per assolvere l’artista dai suoi crimini.

Vocazione di San Matteo Fanciullo con canestro di frutta

Testa di Medusa Davide con la testa di Golia

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