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IL RINASCIMENTO IN ITALIA

ARTISTI E SCRITTORI:
Leonardo da Vinci – Michelangelo – Raffaello – Sandro Botticelli – Andrea Mantegna-
Giorgio Vasari- Tiziano- Tintoretto- Giovanni Bellini- Ludovico Ariosto- Baldassar
Castiglione- Niccolo` Machiavelli- Giovanni Pico della Mirandola

SIGNORIA/REPUBBLICA/ TERRITORIO ARTISTI


REGNO

Ducato degli Estensi


(vassalli dello Stato
Pontificio)

Ducato dei Montefeltro


(vassalli dello Stato
Pontificio)

Ducato dei Bentivoglio


(vassalli dello Stato
Pontificio)

I Medici

Il Ducato degli Sforza

Il Marchesato dei Gonzaga

Il Doge

Il Papa (i Borgia/ i Medici)

Il Ducato di Savoia

Gli Aragona

I Doria

DESCRIVERE UN VOLTO IN UN QUADRO: IL VOCABOLARIO UTILE


IL FENOTIPO: LA FORMA DEL L’ESPRESSIONE LA PETTINATURA
OCCHI, CAPELLI, VOLTO
CARNAGIONE

ORA DESCRIVI QUESTI QUADRI. CHI SONO?

Cesare Borgia
Leonardo Da Vinci
Vittoria Colonna
Isabella d’Este
TESTO 1. CESARE BORGIA, IL VERO PRINCIPE DI MACHIAVELLI

Adattato da www.storiainnet.it

Cesare Borgia viene spesso descritto come un uomo crudele, il principe del male con il volto
di Cristo, nelle parole di Friedrich Nietzsche. È anche vero, però, che i contemporanei
descrivevano Cesare come un uomo dal coraggio infinito, un raffinato intellettuale amante di
arte e architettura e come “l’uomo più bello d’Italia”.

Cesare usa abilmente il potere del papa Alessandro VI, suo padre, e costruisce in brevissimo
tempo un principato tutto suo nella Romagna, terra di vassalli ribelli dello Stato Pontificio, a
cui conferisce un periodo di pace e stabilità. Durante il suo dominio entra in contatto con i
più grandi uomini del Rinascimento, come Machiavelli e Leonardo da Vinci, del quale
utilizza le geniali macchine da guerra. La sua figura di astuto uomo politico e coraggioso
comandante ispira a Machiavelli il primo grande saggio sulla politica moderna: Il Principe.

Cesare nasce nel 1475 dallo spagnolo Rodrigo Borgia, il futuro Papa Alessandro VI e da una
cortigiana romana, Vannozza de’ Cattanei. Ha tre fratelli: Juan, Lucrezia, a cui per tutta la
vita sarà legato da un grande amore, e Gioffrè. Viene destinato alla carriera ecclesiastica per
la quale non ha nessuna vocazione. Quando il padre diventa papa Cesare viene nominato
arcivescovo di Valencia.

Dopo che il fratello Juan è stato misteriosamente assassinato (alcune fonti dicono che lo
stesso Cesare è l’autore del crimine) Cesare abbandona la carriera ecclesiastica per diventare
il condottiero dell’esercito del Papa. A questo punto comincia la sua folgorante impresa
militare in Romagna, territorio dello stato Pontificio ma dominato da signori locali in guerra
tra di loro. In breve, e con l’appoggio del re di Francia, Cesare crea un regno forte e in
espansione, anche se con l’inganno e mezzi spesso brutali. A questo punto Machiavelli
comincia a vedere Cesare come l’uomo capace di unificare l’Italia, un sogno che si avvererà
soltanto trecento anni dopo.

Purtroppo nel 1503 Papa Alessandro VI muore. Cesare cade vittima del suo nemico, il nuovo
papa Giulio II e viene esiliato in Spagna dove viene ucciso mentre combatte per il re di
Navarra. Il suo corpo viene seppellito a Viana. Nel 1965 le autoritá locali hanno creato un
monumento commemorativo, dopo che per anni i resti di Cesare erano rimasti in terra
sconsacrata.

In 32 anni di vita Cesare ha lasciato un’eredità culturale che tutt’oggi affascina e viene
studiata. Alcuni lo considerano l’ultimo grande comandante di ventura italiano, altri
l’evoluzione dell’uomo medievale a quello moderno. Di certo, Cesare Borgia è stato sotto
molti aspetti il simbolo immortale del Rinascimento Italiano.

TESTO 2. LA VITA “BENE USATA” DI LEONARDO DA VINCI

Adattato da www.dueminutidiarte.com

Pittore, scultore, inventore, ingegnere militare, scenografo, anatomista, pensatore, uomo di


scienza: Leonardo da Vinci è considerato uno degli artisti che hanno reso grande
il Rinascimento.

 Da giovane Leonardo va a bottega da Andrea Verrocchio, maestro anche di Botticelli. Basta
poco al giovane artista per dimostrare le sue qualità. La leggenda (stando a quanto scrive lo
storico dell’arte Giorgio Vasari) è che un giorno l’allievo disegnò un piccolo angelo così bene
che il suo maestro “mai più non volle toccare i colori, dispiaciuto che un bambino fosse più
bravo di lui”.

All’età di venticinque anni la carriera di Leonardo rischia di fermarsi per sempre. Nel 1476
viene infatti denunciato per sodomia, accusa gravissima all’epoca. La denuncia viene ritirata
ma l’avvenimento lascia una macchia indelebile nella vita dell’artista.

Leonardo era affascinato dal funzionamento del corpo umano, tanto da mettersi a sezionare
cadaveri per i suoi studi anatomici. Tale pratica, all’epoca considerata al limite
della blasfemia, permette a Leonardo di disegnare il corpo umano con un realismo
sconosciuto ai suoi contemporanei. Secondo alcune fonti Leonardo era vegetariano per amore
degli animali. Alcuni sostengono che al mercato comprava gli uccelli in gabbia al solo scopo
di liberarli. Ha detto: “I nostri corpi sono sempre più le tombe degli animali”.

Le opere più famose di Leonardo sono la Gioconda, la Vergine delle Rocce, la Dama con
l’ermellino, l’Ultima cena e il Cavallo di Leonardo, un’imponente scultura mai realizzata a
causa della guerra che coinvolse il suo committente, Ludovico il Moro Sforza, duca di
Milano. Il bronzo necessario per l’opera, viene infatti fuso per realizzare cannoni. Leonardo
Da Vinci è stato anche un ingegnere e cartografo molto abile: dopo che Cesare Borgia lo
assume, crea per lui non solo una mappa a volo d’aquila della città di Imola, che il Borgia
assediava, ma anche un nuovo tipo di polvere da sparo.

Leonardo muore in Francia e viene sepolto nella chiesa di San Florentino. Trent'anni prima
aveva scritto delle parole che suonano profetiche nel suo caso: « Sì come una giornata bene
spesa dà lieto dormire, così una vita bene usata dà lieto morire. »(Trattato della pittura, 27
r.)

TESTO 3. VITTORIA COLONNA, IL VOLTO FEMMINILE DELLA POESIA


ITALIANA DEL CINQUECENTO
Da www.artspecialday.it

Vittoria Colonna nasce nell’aprile del 1490 da una famiglia nobile. La madre Agnese era una


Montefeltro, mentre il padre Fabrizio era appunto un Colonna e la stessa Vittoria riceve il
titolo di marchesa di Pescara. A diciannove anni Vittoria sposa Ferdinando Francesco
Ferrante d’Avalos, una potente famiglia del regno di Napoli da tempo alleata con i Colonna
di Roma. In realtà il matrimonio si rivela fortunato non solo sul piano politico, ma anche su
quello sentimentale.

Già nel 1511 Ferdinando deve lasciare la sua giovane sposa per andare in guerra contro
Spagna e Francia, dove dopo poco tempo muore. La notizia è un grande dolore per Vittoria,
che medita addirittura il suicidio. Rimasta vedova, decide di ritirarsi in convento a Roma nel
1527. In quell’ anno avviene il Sacco di Roma da parte dei soldati del Sacro Romano Impero
e Vittoria si rifugia sull’isola di Ischia.

Proprio quest’isola, in cui Vittoria soggiorna dal 1509 al 1536, ha per lei un ruolo
fondamentale. Nell’isola erano arrivati alcuni dei migliori artisti e letterati del secolo, che
sicuramente influenzano in positivo la vena poetica di Vittoria; tra gli altri, Vittoria conosce
Ludovico Ariosto, Jacopo Sannazaro, Pietro Aretino e Bernardo Tasso.

Le Rime, suddivise in Rime amorose e Rime spirituali, costituiscono la sua opera principale.


Dedicate alla memoria del marito, lo stile è quello del modello poetico per eccellenza, ovvero
lo stile di Francesco Petrarca. I sonetti presentano Francesco Ferrante come una figura
idealizzata, proprio come Laura nella poesia di Petrarca. Una presenza significativa è poi
quella degli incantevoli paesaggi di Ischia, che diventano il simbolo di un mondo più intimo e
rispecchiano le emozioni mutevoli dell’autrice: dal dolore inconsolabile per la perdita del
marito al ricordo dei tempi felici vissuti insieme.

Ma nella vita di Vittoria Colonna un grande artista in particolare ha un ruolo


chiave: Michelangelo Buonarroti. I due si conoscono forse a Roma nel 1536 e tra loro nasce
subito una profonda amicizia, di cui abbiamo testimonianza grazie a delle lettere giunte fino a
noi. Michelangelo stimava molto Vittoria, sia come donna che come artista, e forse la grande
religiosità di Vittoria lo influenza negli anni. A lei dedica una Crocifissione, in cui la
Maddalena appare proprio con le sembianze della poetessa romana: decisione che forse
Michelangelo prende quando Vittoria muore, il 25 febbraio 1547, per rendere omaggio a una
delle più illustri donne italiane del Cinquecento.

TESTO 4. ISABELLA D’ESTE GONZAGA, “FIRST LADY” DEL RINASCIMENTO

Da www.enciclopediadelledonne.it

Nel 1490 Gianfrancesco Gonzaga, marchese di Mantova sposa Isabella D’Este, figlia di
Eleonora d’Aragona e di Ercole I d’Este, il coltissimo duca di Ferrara. Cresciuta nella corte di
Ferrara, Isabella, ancora bambina, danza con una vivacità eccezionale e si dedica anche
all’arte del ricamo. I suoi studi comprendono la letteratura classica e contemporanea,
l’eloquenza, la teologia e la filosofia, l’arte di comporre versi e la musica.

La giovane marchesa, al suo arrivo a Mantova, trova una corte già sensibile all’umanesimo
più moderno. A Mantova i suoi appartamenti sono di fianco alla Camera Picta di Andrea
Mantegna, Leon Battista Alberti è di casa. Questo clima sollecita la sua intelligenza e la sua
cultura. Isabella coltiva i propri interessi in ambito artistico e letterario con un impegno che
non ha nulla da invidiare ai grandi mecenati fiorentini e che la trasforma nell’arco di pochi
decenni nella “primadonna del Rinascimento”.

Unica donna nel Rinascimento, fa costruire per sé uno studio nella Torretta di San Nicolò del
castello di San Giorgio (poi trasferito in Corte Vecchia) per i libri e gli oggetti d’arte che
colleziona o commissiona maniacalmente. Sul soffitto dello studiolo campeggia il suo motto,
tratto da Cicerone; per arredarlo commissiona dipinti ai maggiori artisti del suo tempo:
Andrea Mantegna, Giovanni Bellini, Pietro Perugino, Lorenzo Costa, Correggio. Qui scrive
oltre 30.000 lettere alle altre donne della scena rinascimentale, come la cognata Lucrezia
Borgia, duchessa di Ferrara, o a Vittoria Colonna, ma anche ad artisti di grande calibro come
Michelangelo e Leonardo.

Nel 1509 Gianfrancesco viene catturato dai veneziani, che lo tengono come ostaggio per
diversi mesi, e venne liberato dopo quasi un anno di prigionia. Mantova entra in una grave
situazione di pericolo per la sua indipendenza e Isabella per molti anni si ritrova al comando
della città, impegnata a contrastare il potere del re di Francia e l’espansione militare di Cesare
Borgia che minaccia i suoi confini. In mezzo a tutto ciò, la piccola Mantova non solo
sopravvive, ma prospera e da marchesato diventa ducato, sua corte l’invidia e il fiore d’Italia.
La sua ricchezza e la sua sovranità rimangono intatte per un secolo dopo la morte di Isabella,
avvenuta nel 1539.

LE VITE DI MACHIAVELLI E MICHELANGELO

Racconta e usa il presente storico (con passato prossimo e futuro)

MACHIAVELLI MICHELANGELO
 Nascita a Firenze il 14 giugno 1469  Nascita il 6 marzo 1475
 Formazione di tipo classico -  Apprendistato presso la bottega del
umanistico ma senza il greco antico. Ghirlandaio
 1498: candidatura a Segretario della  1489-1492- studio presso l’officina
Repubblica Fiorentina, elezione dei Giardini Medicei
l’anno successivo  1495 trasferimento a Roma.
 1500-1501 permanenza in Francia  1498-9 : La Pieta`(scultura)
per assicurare a Firenze il supporto  1501-4: Il David (scultura)
del re Luigi XII  1512: La Cappella Sistina (affresco)
 1501 matrimonio con Marietta  1532: relazione con Tommaso de’
Corsini Cavalieri
 1502 ambasciatore presso Cesare  1541 Il Giudizio Universale
Borgia per proteggere Firenze dalla (affresco)
politica espansionistica di Borgia.  1546: architetto della Basilica di San
 1503-1512- ambasciatore in Pietro
Germania e Francia.  1564 Morte
 Ritorno dei Medici a Firenze:
Machiavelli in esilio
 1513 Il Principe
 1518 La Mandragola, una
commedia, il suo capolavoro
letterario
 1527. I Medici di nuovo in esilio.
Candidatura di Machiavelli a
Segretario.
 Perdita dell’incarico
 Morte

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