Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Localizzazione
La tomba di Dante è il sepolcro
in stile neoclassico del
Stato Italia poeta Dante Alighieri posto
presso la basilica di San
Francesco nel centro
Regione Emilia-Romagna
di Ravenna.
Località Ravenna
Il Sommo Poeta visse gli ultimi
anni della propria esistenza
nella città romagnola,
Indirizzo Via Dante Alighieri, 9
morendovi nel 1321.
Sopra il sepolcro un bassorilievo della fine del 1400 rappresenta Dante pensoso
davanti a un leggio.
Vennero nascoste e ritrovate solo nel 1865 per poi essere ricollocate
definitivamente nel tempietto.
ESILIO
In quel momento non si trovava a Firenze essendo stato inviato a Roma come
ambasciatore. Iniziò così il suo girovagare per varie regioni d’Italia dove ricoprì il
ruolo di uomo di corte presso signori magnanimi (i Malaspina di Lunigiana, gli
Scaligeri di Verona, i Da Camino di Treviso, i Da Polenta di Ravenna) che
ospitavano personalità di cultura sia per funzioni ambasciatoriali sia per ricevere
in cambio prestigio e lustro.
(Il gran Lombardo è Bartolomeo della Scala, l’uccello è l’aquila simbolo degli Scaligeri).
A Verona l’esule trovò ospitalità presso la dimora dei signori della città ovvero
il palazzo del Podestà (conosciuto anche come palazzo degli Scaligeri, della
Prefettura o di Cangrande).
Il soggiorno dantesco è ricordato da una statua del poeta al centro della piazza
che è chiamata dai veronesi anche Piazza Dante.
In seguito alla morte di Bartolomeo della Scala Dante si allontanò da Verona per
tornare probabilmente in Toscana, ad Arezzo.
Dopo l’ennesima disfatta politica decise di lasciare la sua regione alla volta
dell’Italia settentrionale.
Non più Verona, dove signoreggiava oramai l’avverso Alboino, ma molto
probabilmente Treviso, alla corte di Gherardo da Camino ricordato da Dante nel
XVI Canto del Purgatorio come il “buon Gherardo”.
Dante fu procuratore per conto di tutti e tre i rami dei Malaspina per dirimere la
controversia tra questi e i vescovi-conti di Luni che effettuavano pressioni sulle
terre sotto il diretto dominio vescovile.
A conferma della tesi del soggiorno nella città padovana ci sarebbe però sia una
conoscenza descrittiva della città e dei suoi dintorni da parte di Dante che
spingerebbe a favore dell’ipotesi di una presenza visiva, non solo indiretta dei
luoghi, sia l’asserzione di Benvenuto da Imola che presenta Dante e Giotto in un
dialogo localizzato nel tempo e nello spazio, convincendo della compresenza dei
due grandi fiorentini in Padova.
Nell’ultimo periodo della sua vita, probabilmente dal 1318, Dante fu ospite
a Ravenna da Guido Novello da Polenta.
MORTE