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L'umanesimo

Contesto storico:
Nel 1400 la Pace di Lodi pose fine alla guerra per circa 40 anni e l'equilibri furono
affidati a Firenze. Nel 1500 scoppia una guerra per il possesso dell'Italia da tra
Francia e Spagna. Ebbe la meglio la Spagna e con la pace di Cafoux la Francia la
Francia venne estromessa. Quindi l'Italia cade in mano agli spagnoli fino al 1600
però non si tratterà di un bel periodo.

Contesto culturale:
l'umanesimo è una rivoluzione culturale rispetto al medioevo, che si manifesta dalla
fine del 1300 ed oltre la metà del 1400. Si tratta di una prima fase ; la seconda fase
più matura sarà il Rinascimento, nel 1500.
Questo fenomeno inizio in Italia e pian piano si diffuse in tutta Europa.
Si passa da una visione teocentrica del Medioevo, ad una visione antropocentrica:
quindi da Dio al centro del mondo con con l'uomo che rinuncia la vita terrena per
prepararsi a quella ultraterrena, ad una visione con l'uomo al centro del mondo, un
uomo attivo, che fabbro del proprio destino (pensiero di Boccaccio).
Durante questo periodo e legami con la religione diminuiscono e di conseguenza
matura una visione Laica. Inoltre, sorgono le prime tipografie. Tra il 1436 al 1438
nasce alla stampa a caratteri  in Germania per merito di Gutenberg. Italiani si
appropriano di tale scoperta e nel 1455 ci fu la prima stampa della Bibbia in latino. il
primo editore italiano fu Aldo Manuzio.

Dove si fa cultura ?
●Presso la cancelleria di Firenze, che era una repubblica. Presso quest'ultima ci si
dedicava all'impegno politico e civile. Infatti a Firenze sopravvive la figura
dell'intellettuale cittadino dell'età comunale.

●Presso la corte, luogo in cui si produce e si consuma la cultura e si sviluppa


l'intellettuale cortigiano. Quest'ultimo scrive per intrattenere e divertire il pubblico
di corte; e soprattutto dalla vita civile e politica del tempo; riceve protezione dal
signore, ma è suo servo, poiché deve sempre esaltarlo. Nella Corte si sviluppa però il
fenomeno di mecenatismo, grazie al quale le Signorie diventano splendidi centri
culturali. I signori investono delle somme di denaro per costruire palazzi e ville e per
decorarli al meglio.

●Presso le accademie , luoghi in cui si produce e si consuma cultura. Nascono nel


1400 e sono dei cenacoli in cui si incontrano i dotti per discutere e scambiarsi
conoscenze. Le principali sono l'accademia platonica di Firenze e l'accademia
pontaniana di Napoli.

●Presso le università e le scuole umanistiche. la cultura umanistica si basa sulla


formazione dell'uomo e così le scuole si ispirano nuovi principi pedagogici.

●Presso Le Botteghe artistiche di pittori e scultori. Alla fine del 1400 si diffuse la
bottega dello stampatore, che divenne luogo di incontro, e la più famosa è quella di
Aldo Manuzio.

●Presso le biblioteche pubbliche, che oltre a conservare il libro lo mettevano a


disposizione dei lettori Dotti. Le principali sono la biblioteca Laurenziana, biblioteca
Vaticana e la Marciana.

Atteggiamento edonistico:
Edonè in greco significa piacere. L'edonismo è una dottrina filosofica che considera il
piacere come fine della vita umana. Il principale sostenitore fu Epicuro, un filosofo
greco del III a. c., fondatore di una delle più importanti scuole filosofiche dell'età
ellenistica, detta il Giardino perché sorgeva nel giardino attiguo alla sua casa.

Il rapporto con i classici:


Nel 1400 gli intellettuali guardavano ai classici e al mondo antico come esempi e
modelli. I classici sono dei modelli, maestri di umanità, con le loro virtù umane, e
come la moderazione, la saggezza e l'armonia.

L'umanesimo imita gli scrittori del mondo classico, ma non si tratta di un imitazione
passiva, bensì attiva e creativa.

Gli scrittori umanisti partivano dal l'opera classica, ma la adattavano al loro contesto
presente. Questo interesse sviluppò la nascita della Filologia, cioè il lavoro di
recupero dei testi antichi. I filologi devono "depurare e ripulire " i testi antichi
dall'intervento dei copisti medievali che avevano di fatto "alterato" testi antichi.

LORENZO VALLA

Il più grande filosofo Lorenzo Valla, che intorno al 1400 dimostrò che la donazione di
Costantino era falsa: aveva donato a Papa Silvestro primo la città di Roma nel IV
secolo a.c., riconoscendolo Stato Pontificio.

Questa nuova mentalità umanistica non riguardava solo la religione, ma anche la


natura.

Ad esempio, Leonardo da Vinci inaugurò il metodo scientifico, perché sostenne che


fosse necessario partire dall'esperienza diretta e non accontentandosi di affermare
qualcosa perché letto sui testi autorevoli del Medioevo. Tale principio sta alla base
di Galileo Galilei e della Scienza moderna.

Fase umanistica del latino:


i primi umanisti della prima metà del 1400 usano in latino. Scrivono orazioni,
dialoghi, epistole, generi praticati nell'epoca classica. Il volgare è utilizzato nelle
cancellerie dei tribunali per fini pratici.

Il latino utilizzato quindi, e quello elegante degli scrittori romani.

Fase umanistica del volgare:


Una svolta fu segnata nel 1441, quando Leon Battista Alberti promosse una gara
poetica in volgare, detta Certame Coronario, sul tema dell'amicizia. Qui vennero
invitati numerosi scrittori; la gloria non assegnò un premio, ma l'episodio risultò in
ugual modo significativo, perché lo scopo era stato raggiunto: riaffermare la dignità
poetica del volgare.
Così, a partire dalla seconda metà del 1400, il volgare torna ad essere considerata
lingua adeguata alla scrittura letteraria.
I generi dell'Umanesimo:
●Genere epistolare (lettere) : servono per divulgare la cultura. come scrittori
ricordiamo Bracciolini che sviluppò il problema dell'imitazione.

●Trattatistica: serve per parlare di cultura nel nuove dell'Umanesimo. Ricordiamo


alcuni scrittori come Pico della Mirandola e Marsilio Ficino; Alcuni trattati furono scritti
a corte e delineavano la figura del principe ideale (Machiavelli); Altri erano litigate
all'arte come quelli di Piero della Francesca e Leon Battista Alberti. Quest'ultimo scrisse
i tre libri della famiglia, dove tratta il tema del matrimonio, l'educazione dei figli e la
"masserizia". Per quanto riguarda l'Europa ricordiamo Erasmo da Rotterdam, che
scrisse l'Elogio della follia, dove smaschera l'ipocrisia della vita sociale, e Tommaso
Moro con la sua opera l'Utopia, dove illustra l'immagine nella società ideale.

●Storiografia e memorialistica: si ispirano i grandi modelli latini e la storia non è


considerata come disegno della provvidenza divina, Ma come opera dell'uomo punto
come autori ricordiamo Leonardo Bruni e  Poggio Bracciolini.

●Novella: prende ispirazione da Boccaccio e in alcune opere si nota lo scopo


didascalico. come autore ricordiamo Masuccio Salernitano.

●Poesia lirica: prende spunto dai modelli latini di Catullo, Tibullo e sono dei versi
molto eleganti e raffinati. Come autore ricordiamo Giovanni Pontano e Matteo Maria
Boiardo che scrive l'Orlando innamorato, che poi Ariosto continuerà a con L'Orlando
Furioso.

●Canti Carnascialeschi e Poesia parodica: è una produzione legata alla celebrazione


di feste popolari, come il carnevale, e si basa sull'esaltazione della giovinezza, dei
piaceri e sul capovolgimento dei valori e dei comportamenti convenzionali. Come autori
ricordiamo Lorenzo dei Medici e Burchiello.

●Poemetti mitologici ed encomiastici: è una poesia colta e raffinata che si ispira alla
traduzione orale e popolare dei cantari, alla traduzione comico burlesca ed esalta il
codice cortese-cavalleresco. Come autori ricordiamo Luigi Pulci e Matteo Maria
Boiardo.

●Poesia bucolica: si ispira a quella greca e latina. È il nuovo esempio del nuovo gusto
classico ed esalta il desiderio di una vita naturale e spontanea. Come autori ricordiamo
Jacopo Sannazaro.
●La letteratura drammatica: Ricordiamo Poliziano.

La poesia lirica:
La poesia lirica si sviluppò nella prima metà del quattrocento grazie ai poeti
Cortigiani. Come principali autori ricordiamo: Matteo Maria Boiardo con "l'Orlando
innamorato" e "gli amori" in cui tratta il tema della sensibilità e dell'ottimismo;
Lorenzo dei Medici che scrive le "rime" e i "canti cornascialeschi", destinate alle
feste di carnevale, in cui egli invita a godere la giovinezza e i piaceri. In quest'opera
ricordiamo " il trionfo di Bacco e Arianna "; Angelo Poliziano scrive le" canzoni a
ballo " in cui compare l'edonismo pieno di malinconia; Domenico Di Giovanni detto il
Burchiello, autore di sonetti bizzarri.

Lorenzo de medici:
Figura principale dell'Umanesimo è Lorenzo de medici, detto il magnifico. Egli fu
signore di Firenze e subì un forte una forte lutto, poiché il fratello Giuliano morì
nella congiura dei pazzi. Con la morte di Lorenzo finì un'epoca di pace e si creò un
vuoto di potere che permise l'intromissione degli stranieri.

Egli scrisse: le Rime, ispirate allo Stilnovo e a Petrarca; I Canti Carnascialeschi; la


Caccia col Falcone, che racconta di una scena di caccia effettuata da personaggi di
corte; I Beoni, una galleria dei bevitori di Firenze e la Nencia da Barberino, che
riproduce le lodi cantate da un contadino innamorato di una Pastorella.

Il trionfo di Bacco e Arianna:


L'opera tratta dei canti carnascialeschi, destinati al carnevale. Qui è presente un'
esaltazione del piacere della vita, della giovinezza e dell'amore, però incombe
sempre una malinconia di fondo nei versi del ritornello (di doman non c'è certezza).

Angelo Poliziano:
In realtà si chiama Angelo Ambrogini, ma è  detto Poliziano per il suo luogo di
origine. Egli è il maggior poeta italiano del 400 . Inoltre, prese parte in un gruppo di
collaboratori e divenne precettore dal figlio Piero. Però, entrò in contrasto con la
moglie di Lorenzo, Clarissa ostini, si spostò alla corte dei Ganzaga. Poi ritornò a
Firenze ottenne la Cattedra di "Eloquenza" Latina e greca presso l'Università di
Firenze. Però ben presto intraprese una carriera ecclesiastica.

Poliziano scrive : le "Stanze per La Giostra del magnifico Giuliano" , un poemetto in


ottave, in cui celebra la vittoria di Giuliano de medici in un torneo d'armi e canta
l'amore del giovane per una donna genovese, Simonetta Cattaneo. Inoltre il
poemetto è pieno di riferimenti alla bellezza la giovinezza; e poi scrive le Favole di
Orfeo.

L' mi  trovai fanciulle un bel mattino:


Conosciuta anche come "ballata delle Rose", e tratta dalle Rime, la sezione "canzoni
a ballo".
Qui la rosa diventa simbolo della brevità della vita e i temi principali sono la
giovinezza, la bellezza e l'invito a coglierla prima che sia troppo tardi.

Il poema epico cavalleresco:


Nel passaggio della civiltà feudale alla civiltà comunale, la narrazione delle
avventure cavalleresche continua a godere di grande fortuna presso il pubblico
Popolare, non colto. I cantari cavallereschi erano infatti componimenti narrativi in
versi che trattavano temi cavallereschi, recitati dai giullari nelle piazze ad ad un
pubblico popolare. Per farlo, i temi devono essere attraenti. Si assiste allora ad una
fusione tra vicende carolinge (tema della guerra) e le vicende amorose e fiabesche
del ciclo bretone (amore, Ventura, poesia) , più il genere comico.

Il Morgante di pulci:
il Morgante di Luigi Pulci riprendete i temi giocosi e burleschi della tradizione
fiorentina oltre alla materia dei contastorie. Pulci si ispira alla poesia comico-
parodica e alla deformazione caricaturale e tende a svuotare i contenuti dell'epica.

L'opera è suddivisa in 28 canti ed è in ottave di argomento cavalleresco. Il poema


narra le avventure e gli amori di Orlando, Rinaldo e gli altri Paladini, ma anche le
vicende comiche del gigante Morgante e di Margotte . Il poema finisce con la morte
di Orlando.

La narrazione non è unitaria e nell'opera i Paladini sono trattati con familiarità.


Nonostante sia un miscuglio, l'opera ha uno sfondo serio e pensoso. La lingua è il
toscano parlato, dialettale con termini e modi di dire vivacissimi e ricchi di sapore.

Luigi Pulci:
Nacque a Firenze. Egli conobbe Lorenzo de Medici e amato per il suo amore bizzarro
e giocoso, influenzò la Corte medicea. Però tale clima cambiò a causa dei filosofi
platonici e Pulci  ebbe una dura polemica con Ficino sull'immortalità dell'anima. Di
conseguenza, il magnifico lo lasciò da parte e Luigi dovette lasciare Firenze. Egli morì
a Padova e, accusato di magia, empietà , venne sepolto in terra sconsacrata.

ORLANDO FURIOSO

Il poema cavalleresco godeva a Ferrara di grande successo. Alcuni anni prima


dell'uscita dell'Orlando Furioso, sempre a Ferrara, intorno al 1494, il poeta Matteo
Maria Boiardo, morendo, aveva lasciato incompiuto un altro poema sul celebre
paladino: L'Orlando innamorato. Diceva: «Non vi par già, signor, meraviglioso / odir
cantar de Orlando inamorato» (O. Inn., I, 2), rivendicando la novità della sua
idea: Orlando, che nelle antiche canzoni francesi era incorruttibile e animato solo da
eroismo e devozione, si innamora follemente. Ludovico Ariosto, con l'Orlando
Furioso, dichiara di voler fare una «gionta» (un’aggiunta) all’Innamorato; e quindi la
sua narrazione parte proprio da dove Boiardo l’aveva interrotta. Rispetto al
predecessore, Ariosto porta alle estreme conseguenze l’amore disperato
di Orlando per Angelica, principessa del Catai. Da quest’amore egli esce pazzo:
ossia Furioso.   
La trama dell'Orlando Furioso ed i tre nuclei narrativi

Definire la trama dell'Orlando Furioso è quasi impossibile perché ci troviamo di


fronte a una selva intricatissima di trame e sotto-trame, come già fa
intendere Ariosto nei primi due versi del proemio.
TRAME
Ci sono tre trame principali nell'Orlando Furioso:      
1. La guerra dei Franchi contro i Saraceni;
2. L’amore di Orlando per Angelica;
3. Le vicende di Ruggiero e Bradamante
Quest'ultima, in particolare, ha un profondo intento encomiastico: dall'unione tra i
due personaggi nascerà la casata estense (Ludovico Ariosto lavorò per gli Este e in
questo romanzo decide di esaltarne le origini). Il resto è una selva di sotto-trame.     

LINGUAGGIO
I personaggi principali dell'Orlando Furioso, oltre ad Orlando e Angelica, sono
appunto Carlo Magno, Rinaldo, Astolfo, Rodomonte, tutti appartenenti al ciclo
carolingio, mentre del ciclo bretone, abbiamo la magia e il meraviglioso, che
ritroviamo in personaggi come la maga Alcina e il mago Atlante.
L'Orlando Furioso è un labirinto in cui tutti i personaggi sono alla ricerca inutile e
frustrante di qualcosa. Ognuno è impegnato nella propria ‘queste’ (dal francese,
ricerca o inchiesta), sempre fallimentare, al punto che il movimento è perenne
e circolare.   

SPAZIO E TEMPO
Lo spazio dell'Orlando Furioso non è più quello della Divina Commedia, uni-
direzionale, e verticale (ovvero dall'Inferno verso il Paradiso);
ma orizzontale e multi-direzionale (i personaggi si muovono quindi sullo stesso
piano e vanno in diverse direzioni). Lo spazio è orizzontale mentre il tempo è pieno
di intrecci e infatti Ariosto si serve dell’entrelacement, seguendo la storia di un
personaggio fino al punto di tensione, poi ad un certo punto ,taglia e si riparte da un
altro personaggio, e così via, intrecciando una trama all’altra.   
IL LINGUAGGIO
Da un punto di vista stilistico, Ludovico Ariosto nell’edizione definitiva utilizzò una
lingua che aveva un respiro nazionale, e quindi si affidò alle teorie di Bembo che
proponeva come modello il fiorentino scritto di Boccaccio e Petrarca. Abbiamo
quindi un linguaggio dai toni medi. Il metro usato nell'Orlando Furioso è l'ottava,
tipica del poema epico-cavalleresco.  

TEMATICHE ORLANDO FURIOSO


Come allegoria di tutta l’opera, c’è il misterioso palazzo di Atlante (Orlando
Furioso, XII). Qui ognuno crede di vedere quel che sta cercando, e si perde alla sua
ricerca: forse, suggerisce Ariosto, quel che desideriamo, non è che un fantasma:
possiamo solo godere di quel che abbiamo, quando l’abbiamo; come Medoro che,
senza far nulla, si ritrova tra le braccia Angelica, e se la gode. Gli uomini,
secondo Ariosto, sono in preda al caos e alla fortuna, ma il poeta cerca di affidarsi
alla grazia, all’ironia e all’armonia. 

Poi c’è l’amore .L’Amore è il supremo dei godimenti ma è anche trappola pericolosa.
Eppure l’Amore, è la molla che fa agire tutti; la bella Angelica, donna volubile e
sensuale, ne è l’emblema: tutti la inseguono.

A questo tema si lega quello dell’oblio. Dove finisce il dolore dedicato a chi abbiamo
amato inutilmente? Ariosto inventa così la sua Luna, come prolungamento
della Terra, un archivio in cui finisce tutto ciò che è stato perduto sulla Terra. Astolfo
vola lì a recuperare il senno di Orlando; e vi trova città scomparse, sospiri
d’innamorati, il tempo perduto nel gioco .

Gli ultimi canti dell'Orlando Furioso accentuano di più l’aspetto epico: si va verso lo


scontro finale contro i Saraceni; le trame tendono a risolversi pur lasciando un finale
aperto. Quest’opera, quindi, sintetizza la visione della realtà
dell’Umanesimo cogliendone già gli elementi di crisi. Ariosto capisce che molte delle
guerre che di lì a poco si combatteranno, saranno causate da ciechi idealismi.    

STRANIAMENTO E ABBASSAMENTO
Lo straniamento e l'abbassamento nell'Orlando Furioso sono gli strumenti utilizzati
dall'autore che induco all'ironia, caratteristica fondamentale dell'Ariosto, che cerca
di spianarci la strada per la riflessione individuale oggettiva e verso un
atteggiamento critico senza influenze esterne.
1) Con lo straniamento, L'Ariosto ci fa distaccare dalla storia e ce la fa guardare da
lontano in modo che non ci sia immedesimazione o preferenza, ma la si giudichi con
occhio oggettivo.
Per attuare questa tattica, l'autore spesso interviene con giudizi pungenti e critiche
rivolte ai personaggi oppure a volte non dice tutto quello che sa, facendo finta di
non saperlo o supponendo ipotesi per sollecitare il nostro punto di vista.
2)L'abbassamento, lo dice la parola stessa, implica il "rimpicciolirsi" dei personaggi.
Ariosto mette da parte le loro reputazioni o ruoli che ricoprono nella società di
quell'epoca, rendendoli ai nostri occhi: umani, ossia molto più simili a noi, poiché
ovviamente provavano anche loro le nostre stesse emozioni. Con questo Ariosto
riesce a creare spunti di riflessione. Può avvenire in due modi: basta un piccolo
particolare nella scena aggiunto o tolto , oppure può sottolinearlo con un paragone.

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