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MANZONI E “I PROMESSI SPOSI”

Manzoni è uno dei più grandi autori italiani e il suo romanzo “I Promessi Sposi” è il
primo nel suo genere del nostro Paese. Egli ado;a le tecniche di scri;ura provenien?
dalla Francia e dall’Inghilterra che avevano già scri;o romanzi a par?re dal ‘700.

Manzoni nasce nel 1785 a Milano. Sua madre è Giulia Beccaria, figlia dell’illuminista
Cesare Beccaria, autore “dei deliN e delle pene”. Il padre biologico dello Scri;ore è
Giovanni Verri, mentre suo padre adoNvo è Pietro Manzoni perché sposato con
Giulia. Quando i due si separano Alessandro va a vivere in collegio per volontà del
padre. Giulia si trasferisce a Parigi e si fidanza con Carlo Imbona?. Influenzato
dall’aria di Rivoluzione proveniente dalla Francia, Manzoni diventa ateo. Nel 1805 va
a vivere a Parigi e si affeziona a Claude Fauriel, post illuminista. In seguito alla morte
di Carlo scrive “in morte di Carlo Imbona?” nel quale immagina di ricevere consigli
da colui che ormai considerava suo padre. Nel 1808 Manzoni sposa la svizzera
calvinista Enriche;a Blondel a;raverso rito civile e protestante. Nel dicembre dello
stesso anno nasce la loro primogenita Giulie;a che verrà ba;ezzata nell’agosto del
1809. Questo evento è indice di un cambiamento radicale della spiritualità di
Manzoni che, secondo la leggenda, troverà completamente la sua fede nel 1810: si
narra che, durante le nozze fra Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d'Asburgo-
Lorena, nella confusione, Alessandro perse di vista Enriche;a e la ritrovò nella chiesa
di San Rocco.
Una volta conver?to al cris?anesimo Manzoni compone gli “Inni Sacri”, “Il Conte di
Carmagnola” e “l’Adelchi”, “Marzo 1821” e “Il Cinque Maggio”.
Fra il 1821 e il ’23 il Drammaturgo scrive la prima edizione de “I Promessi Sposi”
in?tolata “Fermo e Lucia” che con?ene molte degressioni. Nel ’27 pubblica l’opera
rivista in Fioren?no. Nel ’33 muore Enriche;a, due anni dopo Giulie;a, poi sua
madre, Fauriel e altri dei suoi dieci figli.
Nel ’37 si risposa con Teresa Borri Stampa. Nel ’40 viene pubblicata la versione
defini?va de “I Promessi Sposi”.
Nel ’60 viene nominato Senatore, l’anno dopo muore la moglie. Nel ’73 la vita di
Manzoni ha fine a causa di un trauma cranico.

Ne “I Promessi Sposi” l’Autore si avvale della tapinosi e u?lizza un espediente


narratologico, infaN immagina di aver trovato uno “scartafaccio dilavato” e, dopo un
primo pensiero riguardo il riscriverlo in modo da essere leggibile, decide di rivisitarlo
in lingua corrente. Nel corso dello scri;o Manzoni chiamerà in causa il “vero autore”
dell’opera denominato “l’Anonimo”. Nel romanzo Alessandro si oppone al periodo
Barocco del ‘600 e fa un paragone fra la dominazione Spagnola che vigeva in Italia in
quegli anni e quella dell’800 da parte degli Austriaci. Inoltre si narra della Guerra di
successione del ducato di Mantova, della calata dei LanzicheneN, della peste nera e
del tumulto San Mar?no. Per questo mo?vo quello di Manzoni, al contrario della
storiografia, è un romanzo storico che si basa quindi sulla soggeNvità narrando le
vicende di gente comune e riportando i loro sen?men? e emozioni. La ques?one
VERO STORICO e VERO POETICO è tra;ata da Manzoni in uno scambio epistolare con
Monsieur Chauvet. I protagonis? del componimento sono il contadino e operaio
tessile Renzo Tramaglino e la filatrice di seta Lucia Mondella. Nell’opera dis?nguiamo
qua;ro laici: Renzo, Lucia, Don Rodrigo e l’Innominato; qua;ro umili-borghesi:
Renzo, Lucia, Fra’ Cristoforo e Don Abbondio; qua;ro ecclesias?ci: la Monaca di
Monza, il Cardinale Borromeo, Fra’ Cristoforo e Don Abbondio; qua;ro nobili:
l’Innominato, la Monaca di Monza, don Rodrigo e il Cardinale Borromeo.

La vicenda narrata ne “I Promessi Sposi” si svolge in Lombardia tra il 1628 e il 1630,


al tempo della dominazione spagnola. A don Abbondio, curato di un piccolo paese
posto sul lago di Como, viene imposto di non celebrare il matrimonio di Renzo
Tramaglino con Lucia Mondella, della quale si è invaghito Don Rodrigo, il signoro;o
del luogo. CostreN dall'arroganza dei poten? a lasciare il paese natale con l'aiuto del
buon frate Cristoforo, Lucia e la madre Agnese si rifugiano in un convento di Monza,
mentre Renzo si reca a Milano con il vago proposito di o;enere in qualche modo
gius?zia. Don Rodrigo fa rapire Lucia dall'Innominato, un nobile senza cuore, ma la
vista della fanciulla così ingiustamente tormentata e l'arrivo del cardinale Borromeo
provocano al losco sicario una crisi di coscienza: invece di consegnare la fanciulla a
Don Rodrigo, l'Innominato la libera. Intanto Renzo è arrivato a Milano mentre il
popolo tumultua per la cares?a e, scambiato per uno dei capintesta della sommossa,
è costre;o a fuggire a Bergamo. La Lombardia è straziata dalla guerra e dalla peste,
ma Renzo torna a Milano per cercare la sua promessa sposa. Ritrova Lucia in un
lazzare;o insieme a frate Cristoforo che cura gli infermi tra i quali, abbandonato da
tuN, c'è Don Rodrigo morente. Placata la peste, dopo tante vicissitudini, Renzo e
Lucia possono finalmente diventare marito e moglie.

ANGELA DONNO 2° A

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