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Leggere e comprendere – Livello B1

Cagliostro: il genio dell’inganno

Il Conte di Cagliostro, pseudonimo di Giuseppe Balsamo, nasce a Palermo il 2 giugno 1743. Suo padre muore quando
Giuseppe è ancora molto piccolo. La famiglia vuole che il ragazzo studi per diventare gioielliere, questa professione però
non gli piace, perciò alla fine viene affidato al convento dei Fatebenefratelli. Non avendo trovato il suo posto neanche lì,
Giuseppe abbandona il convento e scappa a Messina. Lì, dal maestro Altolas impara i segretidell’alchimiaperpoipartire
per gli altri paesi. Viaggiando per Malta, Rodi e Balcani, e probabilmente anche per l’Egitto, Cagliostro fa una
bella fortunafingendodiessereunaristocraticoeprendendosoldidalla genteingenua. Con tuttol’orotornain Italia esi
ferma a Roma, dove, con i documenti falsi, si faconoscere come
ungranguaritoreperguadagnareancoradipiù.Cominciaanchead organizzaredellesedutespiritiche.Perquesto motivo viene alla
fine cacciato dallo Stato Pontificio e comincia il suo viaggio perl’Europa,continuandolacarriera di truffatore. Arrivain
Inghilterra, dovediventa anche unodeigrandimassoni. Acausa delle sue frodi però deve fuggire da Londraperritornare a
Roma. La suafama dimagoe alchimista nongliserve. Denunciato dalla propria moglie, Cagliostro viene condannato e
rinchiuso nel Castel Sant’Angelo. Dopo qualche anno vienetrasferito nella Rocca di San Leo, dove muore il 26 agosto
1795 a causa dell’ictus.

La figura di Cagliostro diventa un’ispirazione permolti scrittori, compositori e registi, tra cui anche Alexandre Dumas e
Johann Wolfgang Goethe.

Chiara Luce: forte nella malattia

Chiara Badano nasce a Sassello, in provincia di Savona, in Liguria, nel 1971. Nel 1980 conosce il movimento cattolico dei
Focolari, fondato da Chiara Lubich. Il movimento si pone come obiettivo la fratellanza fra gli uomini e il soccorso ai
poveri.Chiara Badano, giàdal 1985, scrive diverse lettere a Chiara Lubich che, in seguito, le dà il nome di “Chiara Luce”.Nel
1989, però, Chiara viene ricoverata in ospedale e le viene diagnosticato un tumore alle ossa. Nonostante leoperazioni, la
chemioteramia elaradioterapia, lamalattia peggiorae Chiara nonpuòpiù camminare.In queigiornidonatutti i risparmi ad
un amico che sta per partire per una missione di aiuto e continua aseguireleattivitàdeifocolarini.Chiunquevaavisitarla
la trova sorridente e piena di fiducia: dice che la fede le dà la forza.Chiara sa quale è il suo destino e decide così
di preparare la cerimonia per il suo funerale: i canti, il vestito, tutto. Non vuole tristezza ma gioia.Il 7 ottobre 1990,
poco primadella sua morte, dicealla mamma: «Ciao, sii felice, io lo sono».
Leonardo da Vinci: un genio umano

Leonardo da Vinci nasce, appunto, a Vinci nel 1452. Leonardo è figlio illegittimo di un notaio e di una contadina, macresce
estudiaincasadelpadre.E’ancoraunbambino, a10anni,quandocominciailsuoapprendistatonella bottegadiAndreadel
Verrocchio,aFirenze.IlmaestroèstatocolpitodaalcunidisegnidelpiccoloLeonardo. Dopo essersiavvicinato alla corte
fiorentina di Lorenzo il Magnifico, parte per Milano e diventa ospite di Ludovico il Moro. Leonardo arriva a Milano come
pittore ma in poco tempo si fa conoscere anche come genio assoluto. E’ in questo periodo che dipinge la Dama con
l’ermellino e L’ultimacena. Leonardo viene spesso accusato diessere “omosanzalettere” (uomo senza cultura) perché
nonconosceilgrecoeconoscepocoillatino,masidifende sempre ricordandocheluitirafuori il sapere dall’esperienza
e non dalle parole degli altri.

Quando Milano viene occupata dai francesi, Leonardo comincia a viaggiare per le varie città italiane: Venezia, Mantova,
Firenze, Roma. Leonardo conosce e stringe amicizia con Cesare Borgia, figlio dipapa Alessandro VI. CesareBorgiaèunduca
spietato ecapace, e per lui Leonardo progetta alcune armi daguerra, unanuovapolvere da sparo e nuove strategie
d’attacco. Grazie a lui conosce anche Niccolò Machiavelli. Oltre ad esserepittore, scultore egeniomilitare,
Leonardoèun grandescienziato einventore: inventamacchine daguerra,macchineidrauliche,dimeccanicaeperilvolo.
Leonardo si occupa anche di anatomia e studia la circolazione del sangue e il movimento degli occhi. Studia i fossili e
la formazione dei continenti. Leonardo riporta le sue conoscenze in alcuni trattatiscientifici, chiamati “codici”.
Maquesti non sono le uniche cose scritte dal genio perché Leonardo scrive anche favole e racconti. Molti degli
appunti di Leonardo sono scritti con una scrittura particolare, chiamata “speculare”. Infatti Leonardo spesso scrive da
destra verso sinistra e per leggere
benecosascriveservirebbeunospecchio(speculum,inlatino).Probabilmenteneisuoiviaggicominciaa dipingere
ilsuoquadropiùfamoso:laGioconda.Leonardoporteràsempreconséquestodipinto. Nel1517Leonardosi
trasferiscedefinitivamente in Francia, allacortediFrancesco I. Leonardomuoreil 2maggiodel1519.

Letture La farfalla e il lume

Una farfalla variopinta evagabonda andava, una sera, volando nelbuio, quando videinlontananza unlumicino.
Subitotirò su le ali in quella direzione, e quando giunse vicino alla fiamma si mise a ruotarle agilmente intorno
guardandola con grande meraviglia. Com’era bella! Non contenta di ammirarla, la farfalla si mise in testa di fare con
leiquellochefacevadi solito coi fiori profumati: si allontanò, si voltò, e puntando coraggiosamente il volo verso la
fiamma le passò sopra sfiorandola. Si ritrovò, stordita, ai piedidel lume; e si accorse, con stupore, chele
mancavaunazampaechelapuntadelleali erabruciata. – Che cosa mi sarà successo? – si chiese, senza riuscire a trovare
una ragione. Non poteva assolutamente ammettere che da una cosa tanto bella, com’era quella
fiamma,lepotessevenirequalchemale;eperciò,dopoaver ripreso un po’ di forze, conuncolpo d’ali si rimise in
volo. Fece alcune volate, e di nuovo puntò verso la fiamma per posarsi lì sopra. E subito cadde, bruciata,
nell’oliochealimentavalafiamma.–Maledettaluce–mormoròlafarfallain fin di vita. – Io credevodi trovare in
telamiafelicità, einvece ci hotrovatolamorte. Piango sul mio sciocco desiderio, perchéhoconosciutotroppo tardi,
eamie spese, latuanaturapericolosa. –– Poverafarfalla – rispose illume.– Io non sonoilsole,cometu
ingenuamente credevi. Io sono soltanto un lume; echinon sa usarmi con prudenza, si brucia.

di Leonardo daVinci
La Vergine delle rocce

Leonardo daVinci è stato un grande genio del Rinascimento. “La Verginedellerocce” è stato il suo primo dipinto a Milano,
commissionato dai confratelli dell’Immacolata Concezione. Dell’opera esistono due versioni: nella prima, più scura,
l’angelo guarda lo spettatore e indica San Giovanni, in questa versione gli sguardi sono più dolci e i colori più tenui.
Racconta l’incontro tra Gesù bambino e San Giovanni Battista.
Monaca di Monza: un’anima fragile

Marianna de Leyva nasce nel 1575, figlia del conte di Monza, Martino di Levya. Sua madre, Virginia Maria, muore
di peste l’anno successivo. Per toglierle l’eredità lasciata dalla madre, Marianna viene costretta ad entrare ne
convento di Santa Margherita in Monza e il padre se ne va in Spagna dimenticandola. Marianna prende il nome
di suor Virginia. Dopo alcuni anni in convento, però, comincia una relazione amorosa con il nobile Giovan Paolo
Osio da cui ha due figli: un bambino nato morto e una bambina che cresce in casa di Osio senza che qualcuno
riveli chi è la madre. Un giorno però, una giovane monaca, Caterina Cassini, minaccia di rivelare la vicenda e per
questo viene uccisa e seppellita nel convento, dicendo che è fuggita. Altre due suore, che all’inizio erano
complici, cominciano a ricattare suor Virginia. Osio uccide la prima e prova ad uccidere la seconda che, però,
sopravvive e rivela lo scandalo. Suor Virginia viene arrestata il 15 novembre 1607. Gian Paolo Osio scappa a
Milano. Qui l’umo crede di essere protetto da alcuni amici, ma questi lo uccidono a bastonate per avere soldi
della taglia. Nel 1608 suor Virginia è condannata a vivere in una cella dove la porta e la finestra sono murate, nel
convento delle Convertite di Santa Valeria a Milano. Dopo 15 anni, il cardinale Federico Borromeo afferma che la
Signora di Monza si è veramente pentita e la fa liberare. Ma suor Virginia sceglie di restare in quel convento fino
alla sua morte, avvenuta dopo altri 28 anni, nel 1650.La monaca di Monza è diventata celebre nella letteratura
grazie al romanzo de I promessi sposi, di Alessandro Manzoni. Nel romanzo suor Virginia si chiama Gertrude e il
suo ‘amante Egidio. Dagli occhi neri penetranti alla sua infanzia, Manzoni, ci descrive la sofferenza della monaca
ela sua successiva crudeltà.

Guglielmo Marconi: dal telegrafo senza fili alla radio

GuglielmoMarconinascenl1874aBologna.Suamadreèirlandeseeanchesuopadredecidediprenderela cittadinanza
britannica. Con i suoi studi scopre come trasmettere dei segnali senza utilizzare i fili. Marconi cerca prima i finanziamenti
dalgovernoitaliano epoisitrasferisce in Inghilterradovebrevettalasuainvenzione. Anche selarichiestaèfattainanticipo
di 21 giorni rispetto alla trasmissione del russo Popov in seguito si contesta la paternità dell’invenzione. Guglielmo
Marconi resta comunque il primo ad aver intuito le applicazioni commerciali di questa invenzione infatti prima fonde la
Marconi Wireless Telegraph Company e poi la Marconi Corporation che permette un regolare servizio pubblico di
radiotelegrafia attraverso l’Oceano Atlantico. Nel 1909vinceilpremioNobelperlafisicaperil suocontributo
all’evoluzione deltelegrafo senza fili. Muore nel 1937 a Roma. Primadell’arrivodell’euro Guglielmo Marconi è
stato raffiguratosullebanconoteda2000Lire.
Alda Merini: la poetessa dei Navigli

Alda Meriniènata a Milano nel primogiorno diprimavera del 1931, ma sarà sempre ricordata perlaresidenza cheha scelto
nellametropolilombarda: i Navigli. LaSignoradeiNavigli ènata inunafamiglia povera, cometantedurantelaseconda
guerra mondiale. La poetessa ricorderà i bombardamenti, la fame e le difficoltà della vita a Milano in quel
periodo. Ha scritto fin da giovane e le sue poesie hanno colpito altri poeti e il più importanti di questi, Eugenio
Montale, l’ha inserita nell’enciclopedia delle poetesse del Novecento. Alda Merini si è sposata giovane ed ha
avuto presto due bambine. I problemiconiugali edeconomicilehannocausato unesaurimentonervoso. Alda Meriniè
stata chiusa, allora, in manicomio dove resterà, con brevi intervalli, per venti lunghi anni in cui ha
smesso di scrivere. La perditadellesuefiglie, che sono state fatte viverecon altre famiglie,
elaterribileesperienzadelmanicomio hanno segnato profondamente la poetessa. I manicomi italiani erano dei luoghi
dove le persone subivano umiliazioni, continui traumifisicie psicologici e solo alcuni riuscivano a sopravvivere. La
comprensione particolare diun medico cheverrà ricordato spesso dalla Merini, e la chiusura dei manicomi in Italia,
hanno salvato in qualche modo la Signora dei Navigli da
unafinetragica.NellesuecomposizioniilmanicomiovienericordatocomeunaTerraSanta,lafolliaèvistacomepaura
degli uomini verso altri uomini. Compaiono poi temi come la crudeltà degli uomini, l’abbandono, ma anche la speranza, la
vogliadivivereediamare,ilpensierodiDioe ilsuorapportomistico conlareligione:tuttiquestisono glielementidella
Alda Merini matura. Negliultimitempi è stata celebre la sua collaborazione con altri artisti e cantanti chehanno
reso l’immagine della poetessa più affascinante, anche se a volte lontana da ciò viveva. La signora Merini ci ha
lasciati il 1° novembre del 2009 acausa diun male incurabile. Più volteha scritto chepiùbelladella sua poesia è
stata la sua vitae questo perché amava molto la vita e l’amava, diceva, perché «io la vita l’ho pagata cara».

Maria Montessori: una maestra speciale

Il viso di Maria Montessori è famoso in Italia, perché per molti anni è stata l’unica donna a essere rappresentata su una
banconota: era infatti il volto che osservava gli italiani sulla banconota più diffusa, quella da mille lire. Nata nel
1870 vicino ad Ancona, hacompiuto studi di Medicina, con grandi risultati. Ha iniziato a occuparsi di bambini con
problemi psicologici e con un suo collega ha avuto un figlio. Il collega però l’ha abbandonata e lei ha dovuto allevare il figlio
dicendo che era un nipote, perché in quell’epoca era difficile per le donne avere figli senza essersi sposate. Si è
avvicinata alla teosofia, una dottrina che univa scienza e fede religiosa. Maria Montessori criticava l’educazione che la
società dell’epoca dava ai bambini, perché pensava che fosse tropporigidaenon sviluppasse lepotenzialità deipiccoli.
Alloraha sviluppato un metodo educativo, alla cui base c’era l’idea che il bambino avesse grandi potenzialità e
che i maestri dovessero lasciargli sviluppare queste capacità liberamente. Tra 1907 e 1909 sono nate, a Roma e a
Milano, le prime scuole, dirette da sue allieve, che
usavanoilsuostessometodo,chesièdiffusonegliannisuccessiviintantealtrescuole. Ilsuolibro,Metodo,è
statotradottointuttoilmondo. E’mortanel1952 in Olanda,dove eraandataaviverenegliultimi anni.
Antonio Meucci: l’inventore del telefono

AntonioMeuccinasceaFirenzenel1808,studiaall’AccademiadelleBelleArtietrovalavorocometecnicodi teatro. Nel


1831 combatte nei moti rivoluzionari ed ècostretto a lasciare l’Italia. Prima si trasferisce a Cuba e poi
negliStatiUnitidove apreunafabbricadicandele. Costruisce ilprimotelefonoperpoterparlareconla moglie che è
gravemente malata. Il suo telefono, chiamato da lui telettrofono, sfrutta l’idea che ha avuto quando lavorava
come tecnicodelteatro. Per problemi economici la sua fabbrica di candele è costretta a chiudere e Meuccinon
hai soldi sufficientiperpagare il brevetto definitivo ma solo un brevetto temporaneo. Per questo la sua invenzione è
stata poi brevettata da uno statunitense, Alexander Graham Bell, e solo nel 2002 gli Stati Uniti hanno riconosciuto che il
vero inventore del telefono è stato Antonio Meucci. Meucci muore nel 1889 negli Stati Uniti.

Don Lorenzo Milani: prete, educatore e innovatore

Nato nel 1923 a Firenze da unafamiglia borghese, con madreebrea, LorenzoMilani studia a Milano al liceo classico e
all’Accademia di Brera. Attraverso l’arte sacra, Lorenzo si avvicina al Vangelo e alla religione cattolica, frequenta il
seminario e diventa sacerdote nel 1947.
Subito mostra interesse per i più poveri e deboli: operai e contadini che non possono studiare e cambiare
posizione nella società. Nel 1954 diventa priore della parrocchia di Barbiana, piccolo paese della montagna
fiorentina, dove è inviato a causa di alcune divergenze con l’arcivescovo. Qui offre agli studenti delle famiglie più povereuna
scuola unicae speciale, per aiutarli nellostudioe superare ledifficoltà legate alle condizioni famigliari. Il motto della
scuola è l’inglese “I care” (contrapposto almotto “me nefrego” deifascisti): adon Lorenzo sta a cuore il destinodi
ognuno degli studenti, nessunodeiquali deverimanereindietro, il contrariodiquantofa – secondodonMilani–
lascuoladiStato.ABarbiana invece,tuttiglistudenticollaboranoalladidattica:chisadi più aiuta gli altri elascuolaè aperta
365 giorni l’anno. Nel 1965 diventa famoso per avere scritto, in L’obbedienza
nonèpiùunavirtù,unaletteraaungruppodicappellanimilitari(cioèi preticheseguonoisoldatinell’esercito),
chehannoinprecedenzascrittocontrol’obiezionedicoscienza(cioèlapossibilità di non entrare nell’esercito per la leva
militare ma di fare altre attività). Don Milani viene accusato e processato in tribunale. Nel 1966 scrive, insieme
con i ragazzi della scuola di Barbiana, il celebre Lettera ad una professoressa, in cui condanna la struttura della scuola
esistente e presenta i principi della scuola di Barbiana. Muore nel 1967, ad appena 44 anni, per un male gravissimo.
Secondo molti, don Milani è considerato uno dei padri del Sessantotto italiano e della contestazione, perché ha
messo in discussione gli aspetti più conservatori della società dell’epoca, identificati nella scuola enell’esercito.
Nilde Iotti: la signora della Camera

LeonilideIotti(chiamatapoisuccessivamentesoloNilde)ènataaReggioEmilianel1920.SièlaureatainLettere; perunbreve
periodo ha svolto la professione di insegnante e solo successivamente ha iniziato la carriera politica. Durante la seconda
guerra mondiale è stata antifascista e dal 1943 ha partecipato alla Resistenza. Nel 1946 è entrata in Parlamento con il PCI
(Partito Comunista Italiano), come membro dell’Assemblea Costituente. Il suo ruolo è stato decisivo nella scrittura della
Costituzione per l’affermazione dei diritti della donna e della famiglia: il diritto del lavoro per la donna e il diritto alla
maternità, punti messi in discussione precendentemente da Mussolini. E’ stata la prima donna a ricoprire il ruolo di
Presidentedella Cameraelohafattoper ben 3 legislature, dal1978al1992:nessunpoliticooltrealeiharaggiuntoquesto
primato.E’stataanchel’unicoesponentedel Partito Comunista edesserevicinoadiventare Presidentedel Consiglio.
E’ morta nel 1999, per un arresto cardiaco, poco dopo aver dato le sue dimissioni politiche.

San Giovanni Bosco: il santo dei giovani

Oggi èun santo,secondolaChiesacattolica,maSanGiovanniBosco èchiamatosemplicemente“donBosco”,con queltitolo


affettuoso chela santità non glihaprivatonelcuore deifedeli. L’importanza didon Bosco sta tutta nella sua
creazione che ha segnato intere generazioni di italiani, con un progetto educativo fortemente caratteristico enon
scomparso nell’Italiadioggi:l’oratorio.Natonellacampagnapiemontesenel1815,Giovanni
BoscoèdiventatosacerdoteeaTorino,città riccamapienadiproblemisociali, don Boscohacominciato acercare
iragazzidisagiatinellestrade,costrettiallavorofinda giovaniomalnutriti.Hacosìdecisodiradunareigiovani in un Oratorio,
dove la missione educativa e quella di assistenza si univano in un progetto che salvava i ragazzi dalla sicura
emarginazione, se non dalla morte. In seguito don Bosco, che ha esteso la sua attività anche all’Argentina, hacreato un
ordine, i Salesiani don Bosco, chenelcorsodioltreun secolo ha disseminato numerosi paesi di scuole e centri
educativi di grande valore. Ma soprattutto don Bosco ha creato un modello che ogni chiesa cattolica possiede: un
oratorio, dove di pomeriggio i ragazzi possono incontrarsi per giocare (solitamente a calcio: è dagli oratori che sono
usciti i principali campioni di calcio italiani!), se vogliono anche per pregare, restandolontanidaipericoli della
strada.Oggi gli oratorisonounluogo diintegrazioneancheperiragazzinon cattolici.
San Tommaso D’Aquino: il filosofo divino

Tommaso D’Aquino è stato un grande filosofo e teologo ed è considerato Santo dalla Chiesa Cattolica. Tommaso
era figlio del conte D’Aquino ma ha rifiutato il titolo per diventare un frate di un ordine mendicante, quello dei
domenicani. Da giovanissimo parlava molto poco e i suoi compagni lo prendevano in giro e lo chiamavano “bue
muto”, perché era grassottello. Si racconta che una volta, mentre Tommaso stava leggendo, alcuni frati hanno urlato
“Tommaso, un asino vola!” perché lo credevano stupido. Tommaso allora è uscito e ha guardato incielo ma
ovviamente non c’era nessun asino egli altri frati hanno cominciato a ridere, così lui ha
risposto:“Preferiscopensarecheunasino volipiuttostochecrederechedeifratidicanobugie”.Tommasoha studiato e
viaggiato molto, e il suo più grande insegnante è stato Alberto Magno, a Colonia. La sua bravuraeil suo genio gli
hanno permesso divincere molte discussioni filosofiche, chiamate in latino quaestiones. Tommaso ha “tradotto” in
linguaggio cristiano Aristotele, che prima di lui non veniva accettato. San Tommaso è considerato molto importante per il
pensiero cristiano e occidentale, perché ha portato al centro la ragioneumana: emanazione di Dio, laragione porta
averitàche sono in armonia con la fede. ADio, secondo Tommaso, sipuò arrivare dunque attraverso laragione. Per i
suoi testie riflessioni vieneconsiderato dallaChiesa Cattolica Dottore della Chiesa (Doctor Angelicus) e
patrono degli insegnanti. Si diceche alla fine della sua vita abbia ricevutodellevisioni divine. Dopo
questimomenti, il filosofo hapoicercato dibruciare tuttoquelloche aveva scritto dicendo: “Tutto quellocheho
scritto nonèniente, è soltanto paglia”. Si festeggia il 28 gennaio

Gianna Beretta Molla

Gianna Beretta è nata a Magenta, vicino a Milano, nel 1922. Ha compiuto studi medici ed è diventata pediatra.
Come molti medici, ha vissuto la sua professione come una missione. Diceva sempre: «Chi tocca il corpo di un
paziente tocca il corpo di Cristo». Sposata con Pietro Molla, ha avuto con lui tre bambini. Nel 1961 era in attesa
del quarto figlio, ma al secondo mese di gravidanza è stata colpita da un tumore all’utero. «Se dovete decidere fra
me e il bimbo, nessuna esitazione: scegliete – e lo esigo – il bimbo. Salvate lui». Così la sua famiglia ha rispettato la
sua volontà, una scelta ancor più consapevole essendo lei stessa medico e conoscendo il destino di chi rifiuta le
cure. Nell’aprile 1962 è infine nata Gianna Emanuela e, dopo un’agonia di sette giorni, il 28 aprile, Gianna Beretta
Molla è morta all’età di 39 anni, abbracciando un crocefisso. Nel 1973, Paolo VI ha paragonato la scelta di Gianna
al Calvario di Cristo. Nel 1994 Giovanni Paolo II l’ha beatificata, nell’Anno internazionale della Famiglia, e nel 2004
l’ha proclamata santa, rendendo così omaggio a tutte le mamme del mondo che ogni giorno si sacrificano, pronte
a donare anche la loro stessa vita, per i propri figli.

Carlo Alberto Dalla Chiesa

Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato un generale dei Carabinieri e prefetto della Repubblica. Ha lavorato fin dal 1949
in Sicilia, dove ha indagato su numerosi crimini di mafia. E’ stato trasferito in varie città del Nord (Firenze, Como,
Milano, Roma, Torino) ed è diventato anche protagonista della lotta alle Brigate Rosse, il gruppo terroristico che
ha insanguinato l’Italia negli anni Settanta. Nel 1981 è diventato vice comandante generale dell’Arma dei
Carabinieri e si è meritato la fama di ufficiale affidabile e integro. Nell’aprile 1982 è stato trasferito nuovamente in
Sicilia, come prefetto di Palermo. Qui ha lanciato diversi appelli pubblici per chiedere allo Stato maggiore forza
nella lotta alla mafia. In quei mesi ha ottenuto alcuni successi, con arresti di diversi mafiosi della famiglia dei
corleonesi, ma la mafia l’aveva già preso di mira. Il 3 settembre, mentre era in macchina con la moglie Emanuela
Setti Carraro, la loro auto è stata affiancata da un’altra, da cui sono partiti numerosi colpi di arma da fuoco, che
hanno ucciso la coppia. Ai funerali il vescovo di Palermo, il card. Salvatore Pappalardo, ha accusato la politica di
Roma di avere abbandonato la Sicilia, mettendo in imbarazzo le autorità presenti in chiesa. Negli anni successivi i
mandati e gli esecutori materiali dell’omicidio sono stati condannati.
Francesca Bertini
Francesca Bertini è lo pseudonimo di Elena Seracini Vitiello, figlia di una attrice fiorentina e di un trovarobe
(persona che per uno spettacolo teatrale deve trovare il materiale per la scenografia) napoletano. Nata nel 1892,
è diventata fin da giovane una attrice di teatro, passando poi al cinema muto. La sua autorevole presenza in scena
e la sua bellezza l’hanno trasformata nella prima vera diva del cinema del XX secolo, capace di imporre sue
decisioni al regista: alle cinque del pomeriggio interrompeva il lavoro per bere un tè con le amiche al Grand Hotel
e pretendeva sempre un vestito nuovo per ogni scena. Ha lavorato in Italia, Francia e Spagna (dove era conosciuta
come “encantadora“) ed è stata molto popolare in Sud America. Tra i suoi quasi cento film: Histoire d’un Pierrot
(1913), La signora delle camelie (1915), Odette (1916), Tosca (1918), La donna nuda (1922). Ha recitato anche in
Novecento, di Bertolucci, nel 1975. Ma già nel 1921 aveva rinunciato a Hollywood per sposare Alfred Cartier. E’
morta nel 1985.

Rossella Falk
Rossella Falk è stata forse la più grande attrice teatrale del Dopoguerra in Italia. Nata a Roma nel 1926 con il
nome di Antonia Falzacappa, ha esordito subito con i grandi autori del teatro italiano e internazionale. Il suo
nome, nell’immaginario di ogni italiano, è legato alle mirabili interpretazioni, nei migliori teatri del Belpaese, di
Luigi Pirandello, autore che la accompagnerà in tutta la sua carriera. Ha però recitato anche in spettacoli di
Tennesse Williams, Diego Fabbri, Carlo Goldoni, Jean Cocteau, Anton Cechov, Henrik Ibsen. E’ morta nel 2013,
lasciando un vuoto difficilmente colmabile nel mondo dello spettacolo.

Artemisia Gentileschi
Artemisia Gentileschi nasce a Roma l’8 luglio 1593 ed è figlia di un pittore molto conosciuto, Orazio Gentileschi.
Fin da bambina viene incoraggiata nella pittura e si interessa di Caravaggio. Roma in quegli anni è una città ricca di
artisti, poeti, pittori e artigiani Nel 1611 la giovane pittrice, però, viene violentata da un altro pittore amico della
famiglia, Agostino Tassi. Comincia così un processo lungo che la segna psicologicamente e fisicamente: per vedere
se era onesta viene torturata schiacciandole i pollici. Vince la causa e Tassi è messo in carcere per alcuni anni.
Artemisia si trova, però, in mezzo allo scandalo e decide di trasferirsi a Firenze. Qui conosce Galileo Galilei, con cui
ha un buon rapporto, e vari artisti. Ritorna a Roma, ma poi riparte per Venezia, Napoli, Londra, alla corte di Carlo I,
per tornare all’inizio della guerra civile inglese di nuovo a Napoli.

La sua pittura riprende i tratti drammatici di Caravaggio ma i suoi personaggi sono più reali e in tensione, notevole
è l’attenzione per i gioielli e le armi. Negli anni è diventata l’immagine della donna indipendente che soffre e lotta
per raggiungere i suoi obiettivi.
Muore a Napoli nel 1653.
Aldo Manuzio

Nato vicino a Roma nel 1449, Aldo Pio Manuzio ha compiuto studi classici nella Città Eterna e a Ferrara, per
diventare poi tutore di Alberto Pio e Lionello Pio, principi di Carpi, ai quali è rimasto sempre molto legato. Nel
1490 si è trasferito a Venezia, città in quel periodo al massimo dello splendore economico e culturale, dove ha
realizzato il suo progetto di aprire una tipografia per stampare libri in edizioni pregevoli. Diventate famose in tutta
Europa, le “edizioni Aldine” hanno rappresentato un importante cambiamento nella storia della tipografia libraria:
dal 1500 infatti i suoi libri hanno cominciato a essere diffusi perché erano di dimensioni più piccole (“in ottavo”, e
quindi più facilmente utilizzabili) e più economici. Manuzio è l’inventore del carattere corsivo, quello che in tutto il
mondo è conosciuto come “italic”. Oltre a pubblicare libri con le pagine numerate su entrambi i lati, Manuzio ha
anche perfezionato la punteggiatura: l’uso del punto per chiudere il periodo e l’invenzione del punto e virgola
sono dovuti a lui. Aldo Manuzio è morto il 6 febbraio 1515, lasciando oltre 130 edizioni in latino, greco e volgare.

Franca Viola: il coraggio di dire no

Franca Viola, ancora oggi vivente, è uno dei simboli dei cambiamenti civili dell’Italia del secondo dopoguerra.
Franca Viola, infatti, è stata la prima donna a rifiutare il matrimonio riparatore e a contribuire all’emancipazione
delle donne. A 17 anni Franca Viola viene rapita e violentata dal nipote di un mafioso che chiede in seguito alla
famiglia di fare un matrimonio riparatore. Il matrimonio riparatore è il matrimonio che si celebra dopo una
violenza sessuale. In questo modo, secondo la legge italiana di quegli anni, l’uomo è considerato
innocente. Franca Viola, però, si oppone a questo matrimonio e denuncia il ragazzo alla polizia affrontando il
lungo processo e lo scandalo che segue. Il ragazzo viene giudicato colpevole e condannato a 10 anni di carcere.
Inoltre dal dibattito nato dalla sua storia si arriva alla cancellazione della legge sul matrimonio riparatore nel 1981.
Solo nel 1996, però, l’Italia riconosce lo stupro come crimine contro la persona e non più
contro la morale. Per questo suo gesto coraggioso, Franca Viola è stata ricevuta dal papa Paolo VI, dal
presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e ha ricevuto l’onoreficenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito
della Repubblica italiana dal presidente Giorgio Napolitano. Parlando del suo coraggio, Franca Viola ha detto:
«Non fu un gesto coraggioso. Ho fatto solo quello che mi sentivo di fare, come farebbe oggi una qualsiasi ragazza:
ho ascoltato il mio cuore, il resto è venuto da sé».

Alfonsina Strada

La storia di Alfonsina Strada è la storia di una donna molto determinata. Alfonsina nasce nel 1891 in una famiglia
molto povera, nella campagna dell’Emilia Romagna. Grazie ad un pizzico di fortuna, la famiglia riceve una vecchia
bicicletta e Alfonsina, che rimane affascinata da questo mezzo, comincia subito a utilizzarlo e a organizzare alcune
gare con gli amici. Si sposa molto giovane con Luigi Strada e con lui si trasferisce prima a Milano e poi a Torino
dove viene presto considerata la migliore ciclista italiana, superando nel 1911 anche il record mondiale di velocità
femminile. Durante la Prima Guerra Mondiale si iscrive al Giro di Lombardia, una corsa in bicicletta dove
normalmente partecipano solo uomini, qualificandosi prima di molti altri. Nel 1924, infine, riesce a partecipare
alla prestigiosa gara del Giro d’Italia, anche se durante la corsa viene esclusa dalla
classifica. La sua determinazione e la sua passione l’hanno resa celebre e un esempio per tutti quelli che vogliono
seguire la propria passione.

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