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PERCHE’ HO SCELTO LA LIBERTA’

Ho scelto di portare una tesina sulla libertà, perché, per me è un valore molto
importante che mi permette di vivere giorno dopo giorno esperienze ed emozioni.
La libertà è un valore fondamentale nella nostra vita perché è strettamente
collegata con il nostro futuro, con le nostre scelte personali, di studio e di lavoro.
Essere liberi, però, non vuol dire vivere senza regole, perché tutto ha un limite: si è
liberi di vivere quando si rispettano le regole della convivenza civile.
Anche in classe o in un gruppo di amici ci sono delle regole, non scritte, ma che
permettono a ciascuno di esprimersi e di scegliere nel rispetto degli altri.
E’ proprio questo il concetto che esprime una frase di Martin Luter King: “La mia
libertà finisce dove inizia la vostra”.
Per la libertà molti hanno in passato sacrificato la loro vita, basti pensare alla
Resistenza dei Partigiani durante la Seconda Guerra Mondiale, ma ancora oggi si
combatte duramente per la libertà vedi il conflitto in Ucraina, dove un popolo intero
è schierato contro gli invasori russi e combattono tutti insieme con un unico
obiettivo riconquistare la libertà.
ALESSANDRO MANZONI
Alessandro Manzoni nacque a Milano il 7 marzo 1785. La madre si chiamava Giulia
Beccaria figlia di Cesare Beccaria autore del libro “Delitti e delle pene”. Il padre
legittimo di Alessandro Manzoni è Pietro Manzoni, ma è molto probabile che il
padre naturale fosse un amante di Giulia Beccaria, Giovanni Verri. Il matrimonio tra
Giulia Beccaria e Pietro Manzoni non durò molto, finì nel 1792 quando Manzoni
aveva sette anni. Dopo la separazione Giulia Beccaria andò a vivere a Parigi, a casa di
Carlo Imbonati. Manzoni rimase a vivere con il padre naturale, che lo mandò in vari
collegi fino al 1805, dove fu svogliato e indisciplinato. Dopo si trasferì a Parigi dalla
madre, con cui strinse un rapporto strettissimo. Nel 1807 conobbe Enrichetta
Blondel, non nobile, di fede cattolica, che dopo il matrimonio favorì il
riavvicinamento di Manzoni alla religione cattolica.

Importante per la conversione del Manzoni, è il cosiddetto "miracolo di San Rocco" .Il
2 aprile 1810, durante i festeggiamenti per le nozze di Napoleone I e Maria Luisa
D’Austria, improvvisamente scoppiarono dei mortaretti e la folla che riempiva le
strade, presa dal panico, separò dalla moglie il Manzoni il quale, spinto dalla gente in
fuga, si ritrovò sui gradini della Chiesa di San Rocco, e si rifugiò in essa. Nel silenzio e
nella serenità di quel tempio egli implorò la grazia di ritrovare la consorte e
all'uscita, convertito, poté riabbracciarla.

Tornato a Milano, condusse una vita schiva e appartata, interamente dedicata


all’attività letteraria: in pochi anni, tra il 1812 e il 1827, compose liriche religiose e
patriottiche, come il 5 maggio, composta nel 1821 per celebrare Napoleone
nell’anno della sua morte e gli Inni sacri, composti tra il 1812 e il 1815, importanti
perché sanciscono il definitivo avvicinamento dello scrittore alla religione, e scrisse
anche due tragedie e il romanzo storico “Fermo e Lucia” che, rivisto e rielaborato,
venne pubblicato per la prima volta 1827 con il titolo “I Promessi Sposi”.

Negli anni successivi Manzoni si dedicò soprattutto all’attenta revisione linguistica


del romanzo, che pubblicò nella versione definitiva nel 1840. Nel 1861 fu nominato
senatore a vita.

Morì il 22 maggio 1873 a Milano a causa di un trauma dovuto a una caduta


accidentale causata da una pozzanghera ghiacciata.
I PROMESSI SPOSI
I Promessi Sposi è un romanzo storico che narra una vicenda d’invenzione
ambientata però in un’epoca storica precisa, generalmente del passato, ricostruita
più o meno fedelmente nelle sue caratteristiche sociali e culturali. Accanto a
personaggi storici, ossia realmente esistiti, si muovono e agiscono personaggi
inventati, ma verosimili, nel senso che riflettono nel loro modo di pensare e di
comportarsi la realtà storica e sociale dell’epoca in cui è ambientato il romanzo. Il
romanzo è ambientato tra Lecco e Milano nel Seicento, al tempo della dominazione
spagnola: le vicende storiche che sono parte integrante della narrazione romanzesca
prendono spunti da eventi realmente accaduti tra il 1628 e il 1630: la carestia e i
tumulti popolari, la guerra del Monferrato e la discesa dei lanzichenecchi, la terribile
epidemia di peste.

La prima stesura del romanzo fu completata nel 1821 con il titolo di Fermo e Lucia,
ma non fu pubblicata, seguì poi la seconda edizione nel 1827 con il titolo definitivo
di I Promessi Sposi, che però non soddisfaceva ancora l’autore. Alessandro Manzoni
è convinto che si debba proporre un modello linguistico unitario, che sia accessibile
a tutti e sceglie il fiorentino delle persone colte, la lingua viva e parlata e non la
lingua morta dei libri del Trecento e del Cinquecento. Alla fine di questo lavoro I
Promessi Sposi furono pubblicati nell’edizione definitiva nel 1840.

La vicenda si svolge in Lombardia al tempo della dominazione spagnola.


A don Abbondio, curato di un piccolo paese posto sul lago di Como, viene imposto di
non celebrare il matrimonio di Renzo Tramaglino con Lucia Mondella, della quale si
è invaghito Don Rodrigo, il signorotto del luogo. Costretti dall'arroganza dei potenti
a lasciare il paese natale con l'aiuto del buon frate Cristoforo, Lucia e la madre
Agnese si rifugiano in un convento di Monza, mentre Renzo si reca a Milano con il
proposito di ottenere in qualche modo giustizia. Don Rodrigo fa rapire Lucia
dall'Innominato, un altro signore prepotente e rotto a tutti i delitti, ma la vista della
fanciulla così ingiustamente tormentata e l'arrivo del cardinale Borromeo provocano
al losco sicario una crisi di coscienza: invece di consegnare la fanciulla a Don
Rodrigo, l'Innominato la libera. Intanto Renzo è arrivato a Milano mentre il popolo
tumultua per la carestia e, scambiato per uno dei capintesta della sommossa, è
costretto a fuggire a Bergamo. La Lombardia è straziata dalla guerra e dalla peste,
ma Renzo torna a Milano per cercare la sua promessa sposa. Ritrova Lucia in un
lazzaretto insieme a frate Cristoforo che cura gli infermi tra i quali, abbandonato da
tutti, c’è Don Rodrigo morente. Placata la peste, dopo tante vicissitudini Renzo e
Lucia possono finalmente diventare marito e moglie.
LA MONACA DI MONZA
Nel IX e X capitolo de “I Promessi Sposi”, l’autore propone agli occhi del lettore un
nuovo personaggio: suor Gertrude, ovvero la Monaca di Monza. Il personaggio è
chiaramente ispirato alla figura storica di Marianna de Leyva (1575-1650), figlia di
Martino conte di Monza che fu costretta a farsi monaca dal padre contro la sua
volontà.

La monaca di Monza era definita la “Signora” e viveva in un convento a Monza,


dove si rifugiarono Lucia e Agnese. La Monaca di Monza, vissuta intorno al 1628, è
presentata come una giovane di circa venticinque anni, dalla bellezza sfiorita e
dall’abbigliamento non conforme perfettamente alla regola monastica (la tonaca è
attillata in vita come un vestito laico e la donna porta i capelli neri ancora lunghi
sotto il velo, mentre dovrebbe in realtà averli corti).

Il Manzoni narra gli avvenimenti della vita precedente di suor Gertrude. La sua sorte
fu segnata ancor prima che nascesse; infatti, in base alla legge del Maggiorasco,
abolita nel 1500, ma a quel tempo ancora osservata, tutto il patrimonio doveva
essere ereditato dal primogenito maschio, così tutti gli altri figli dovevano dedicarsi
alla carriera militare o a quella religiosa. Così, appena nata, alla Signora fu dato il
nome di Gertrude, già per risvegliare l’idea del monastero.
I suoi regali consistevano in bambole vestite da suore, santini e perfino i
complimenti che riceveva erano inerenti al mondo religioso, per abituarla, fin da
piccola, a quello che sarebbe stato il suo futuro.
A sei anni fu mandata in un convento di suore, a Monza, sia per “educazione” che
per “istradamento”. Lei, anche se non aveva le idee chiare sul suo futuro, non aveva
certo nessuna intenzione di divenire una suora, essendo anche influenzata dai
progetti delle sue compagne.
Più il tempo passava più si accorgeva di essersi incamminata in un vincolo cieco.
Quando, come prevedeva la legge, trascorse un mese, nella casa natale, prima
dell’ammissione al noviziato, non fu compresa da nessuno e vide l’unica liberazione
nel convento.
Troppo debole per affrontare le conseguenze derivanti dalla disubbidienza al volere
paterno, così pronunciò i voti e «fu monaca per sempre». Quell’atto le chiuse ogni
via di libertà e uccise la sua coscienza.

In convento Gertrude è scontrosa e maleducata con tutte le suore, che devono a


loro malgrado subire e tacere. Gertrude passa una vita monotona e finisce con il
conoscere un ragazzo che abita vicino alle mura del monastero, un certo Egidio, con
il quale ha una relazione. Questa relazione segreta viene scoperta da una suora che,
stanca di subire e tacere, un giorno si lascia scappare che lei ne è a conoscenza e che
un giorno parlerà. Per questo, questa suora viene uccisa da Egidio con la complicità
di Gertrude e sepolta nel monastero, e si fa credere che era fuggita in Olanda.

Oltre allo scandalo causato da questa relazione, a rendere più grave la situazione è il
fatto che il suo amante si trova a uccidere altre persone per nascondere questa
storia d'amore. Questo suo intento non è stato utile a coprire i fatti, perché alla fine
vengono scoperti.

Egidio fu arrestato e condannato a morte (1608), ma fu poi ucciso in casa di un


presunto amico che lo tradì, mentre la donna subì un processo canonico (1607) e
condannata dall'arcivescovo Federico Borromeo a essere murata viva in una
stanzetta senza contatti con il mondo esterno, fornita solo del necessario per
sopravvivere. E' qui che passerà tutto il resto della sua vita.

La monaca di Monza è come un vaso di vetro il cui fiore contenuto è stato fatto
appassire. E' un personaggio fragile che non ha ricevuto affetto né dai familiari né da
Egidio, ritrovandosi senza alcun pilastro. Anche Manzoni ha pietà di lei, tanto che la
chiama con l'affettuoso diminutivo di "Gertrudina". La monaca di Monza ricorda una
farfalla alla quale sono state tarpate le ali, non permettendole di volare in libertà.
LA RESISTENZA
In Italia il 25 aprile è la Festa della Liberazione, una festa che non può essere
dimenticata, perché, oltre a festeggiare la Resistenza e la liberazione dal
nazifascismo si festeggia il coraggio di chi ha pagato con la vita la scelta di
conquistare la libertà con le proprie forze e non riceverla in dono dalle forze alleate.

La Resistenza italiana , anche detta “Resistenza partigiana”, uscì ufficialmente allo


scoperto dall'8 settembre 1943 quando il generale Badoglio annunciò di fatto la resa
del Regno d'Italia alle forze Alleate, e dopo questa resa la Germani nazista occupò
immediatamente buona parte della penisola.

Si venne così a creare una terribile spaccatura nel nostro Paese: a Sud si era
instaurato il nuovo governo italiano alleato a Inghilterra e Stati Uniti, mentre al
Centro-Nord si venne a formare uno stato fantoccio - la Repubblica di Salò - dove
formalmente venne rimesso al potere Benito Mussolini, fresco di liberazione da
parte di un commando di paracadutisti tedeschi, ma che, di fatto, era controllato
dalle Forze Armate naziste.

Con buona parte del Paese ancora stretta nel pugno d'acciaio nazi-fascista, gli
oppositori del regime cominciarono a organizzarsi per combattere attivamente gli
invasori e dare manforte alle truppe Alleate, le quali nel frattempo stavano
cercando di risalire lo Stivale (nel luglio 1943 erano sbarcate in Sicilia) ma dovevano
fare i conti con un'accanita resistenza da parte dell'esercito tedesco.

La Resistenza si organizza, all’inizio gli episodi di resistenza all’esercito tedesco sono


pochi e tutti finiti in un bagno di sangue. Poi si andarono man mano formando le
prime bande di partigiani. Le feroci rappresaglie tedesche non fanno che spingere
altri giovani a combattere contro gli occupanti.
Nell’inverno 1943-’44 si formano i Comitati di Liberazione Nazionale (CLN) in tutto il
territorio occupato formati dai rappresentanti dei partiti politici antifascisti.
Un ruolo fondamentale ebbe, in particolare, il CLNAI, Comitato di liberazione
nazionale Alta Italia, costituitosi al Nord con il compito di dirigere la guerra
partigiana e giungere alla liberazione del paese.

Civili e militari divennero partigiani organizzati in brigate . Le più numerose furono le


Brigate Garibaldi (comuniste) quelle di Giustizia e libertà (del Partito d'azione), le
Matteotti (socialiste), le Mazzini (repubblicane), le Autonome (con militari fedeli a
Badoglio), le Fiamme Verdi (cattoliche). Per operazioni di guerriglia urbana, inoltre,
nacquero le Sap (Squadre di azione patriottica) e i Gap (Gruppi di azione patriottica).
I partigiani non facevano parte di un esercito regolare, ma erano uomini e donne
che liberamente avevano deciso di combattere per liberare l’Italia dai nazifascisti.
Non utilizzavano divise, ma indossavano dei fazzoletti di diversi colori e negli ultimi
anni anche distintivi. Solitamente indossavano giacche a vento e pantaloni lunghi. Le
armi erano fornite dagli alleati o prelevate dal bottino sottratto ai nemici. Cercavano
rifugio nelle zone più selvagge del nostro paese, in montagna e in collina, vivendo in
tende o baite abbandonate in estate e d’inverno, quando non si potevano
mimetizzare nella natura, si rifugiavano in grotte e cave. Inizialmente quando i
partigiani erano in pochi, mangiavano i frutti della natura (castagne, bacche,
selvaggina) ma poi con l’ingrossarsi delle bande fu necessario creare dei veri e propri
magazzini di viveri, in cui erano depositate le cibarie che sottraevano ai convogli
militari o che requisivano ai grossi proprietari terrieri.

Un ruolo fondamentale fu quello svolto dalla staffetta partigiana che era spesso
ricoperto da giovani donne tra i 16 e i 18 anni, per il semplice fatto che si pensava
destassero meno sospetti e che non venissero quindi sottoposte a perquisizione.

Le staffette avevano il compito di garantire i collegamenti tra le varie brigate e il


centro direttivo, e di mantenere inoltre i contatti fra i partigiani e le loro famiglie.
Senza i collegamenti che loro assicuravano, tutto si sarebbe fermato e ogni cosa
sarebbe stata più difficile. Le staffette non erano armate e per questo il loro compito
era molto pericoloso. Il loro obiettivo era quello di passare inosservate: infatti, erano
vestite in modo comune, ma con una borsa con doppio fondo, per nascondere tutto
ciò che dovevano trasportare. Percorrevano chilometri in bicicletta, a piedi, talvolta
in corriera e in camion, pigiate in un treno insieme al bestiame, per portare notizie,
trasportare armi e munizioni, sotto la pioggia e il vento, tra i bombardamenti e i
mitragliamenti, con il pericolo ogni volta di cadere nelle mani dei nazifascisti.

Le Brigate di partigiani compivano continui attentati per rendere difficili gli


spostamenti dei nazifascisti. Spesso facevano saltare in aria le principali vie di
comunicazione su strada o rotaie. Il loro metodo di aggressione consisteva nella
guerriglia, cioè attaccavano piccoli gruppi armati in breve tempo e poi fuggivano.

I nazisti rispondevano agli attacchi dei partigiani attraverso rappresaglie che furono
delle vere e proprie stragi. Ricordiamo quella delle Fosse Ardeatine a Roma, dove in
una cava di pozzolana situata nei pressi di Via Ardeatina furono uccisi 335 uomini
come rappresaglia per l’azione partigiana di Via Raselli , che il giorno prima aveva
causato la morte di 33 nazisti. Hitler furioso per quest’attacco dette l’ordine per una
reazione che “facesse tremare il mondo” e il comando tedesco di Roma decise per
una punizione esemplare: per ogni tedesco morto sarebbero stati uccisi dieci italiani.
Il 24 marzo 1944 morirono trucidati 335 uomini all’interno della cava e per
nascondere i cadaveri, i nazisti fecero esplodere gli ingressi della cava stessa.
Un’altra strage fu quella di Marzabotto, uno dei più gravi crimini di guerra contro la
popolazione civile fatto dalle forze armate tedesche durante la seconda guerra
mondiale. In sei giorni di violenze il bilancio delle vittime civili di Marzabotto era
spaventoso: oltre 800 morti, in parte donne e bambini ritenuti sostenitori dei
partigiani.

La resistenza durò venti mesi, periodo in cui giovani renitenti alla leva, antifascisti,
militari, molte donne, combatterono fianco al fianco. In città e in montagna. Con il
sostegno di molti.
Il 25 aprile, alcuni giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate che stavano risalendo
lo stivale, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò
l'insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti. Quel giorno, quindi, i
partigiani attaccarono i presidi fascisti e tedeschi ancora in piedi, costringendoli alla
resa.
La guerra non si concluse il 25 aprile 1945, ma continuò anche nei giorni successivi,
tuttavia, una volta terminata la guerra, si decise di dichiarare il 25 aprile festa
nazionale come data simbolica della Liberazione d’Italia in quanto in quella data
erano state liberate Milano e Torino, stabilendo, di fatto, la disfatta delle forze
nemiche. Ancora oggi la data è ricordata con molta commozione in Italia poichè si
ricorda il sacrificio di tantissimi italiani, uomini e donne della Resistenza, che,
insieme agli Alleati, liberarono la penisola dal nazifascismo.

BELLA CIAO
La canzone simbolo della Resistenza italiana è “Bella ciao”, le parole del testo
evocano la libertà e la lotta contro le dittature.

“Bella ciao” è da sempre uno dei canti popolari italiani più famosi anche fuori
dall’Italia.

L’origine di questo canto è ancora incerto. Alcuni storici della canzone italiana hanno
identificato nel testo e nella musica influenze dei canti di lavoro delle mondine.

E’ una canzone che unisce, che si canta in coro e che ha avuto un significato storico-
sociale a livello mondiale, infatti, è stata intonata nel 2013 a Istanbul dai
manifestanti contro il Premier turco Erdogan; nel 2015 è stata cantata durante le
commemorazioni delle vittime del giornale Charlie Hebdo e più recentemente nei
primi giorni dell’attacco russo all’Ucraina quando un giovane cantante locale ha
riadattato la canzone e l’ha resa virale sui social.

Per questi motivi “Bella ciao” può essere considerata un inno alla libertà in ogni sua
forma.
La prima strofa indica che la canzone è ambientata durante la guerra perchè ci si
trova l'invasore.
La seconda strofa invece descrive come ci si sente durante la guerra, sembra di
morire.
La terza dice che muore da partigiano e quindi muore per la libertà e per aver
aiutato il paese a raggiungerla; questo concetto è scritto anche nell'ultima strofa.
La quarta parla di essere seppellito sulla montagna, dove i partigiani si rifugiavano
oppure compivano attacchi; il fiore sarebbe la rinascita, la rinascita dall'oppressione
nazi-fascista.
Nella quinta strofa c'è scritto che la gente che vedrà quel fiore lo ammirerà perchè
vuol dire che quell'uomo deve aver combattuto contro l'oppressione e per la libertà.

Testo di "Bella Ciao"


Una mattina mi son svegliato
o bella ciao, bella ciao,bella ciao ciao ciao
una mattina mi son svegliato
e ho trovato l'invasor

Oh partigiano portami via


o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
oh partigiano portami via
che mi sembra di morir

E se io muoio da partigiano
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir

E seppellire sulla montagna


o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e seppellire sulla montagna
sotto l'ombra di un bel fior

Tutte le genti che passeranno


o bella ciao,bella ciao, bella ciao ciao ciao
tutte le genti che passeranno
mi diranno che bel fior

E questo è il fiore del partigiano


o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
e questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà
..

.e questo è il fiore del partigiano


morto per la libertà.

“LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO”


“La libertà che guida il popolo” è uno dei quadri più famosi di Eugène Delacroix,
dipinto nel 1830, è un olio su tela, ed è esposto a Parigi al Museo del Louvre.

DESCRIVI

SOGGETTO: Il soggetto del dipinto, figurativo e realistico, è un avvenimento storico,


la lotta dei parigini contro la politica di Carlo X di Francia. Nel quadro sono
rappresentate tutte le classi sociali con le armi: soldati, borghesi (l’uomo con il
cilindro è Delacroix), popolani, donne (la donna che sventola la bandiera è il simbolo
della libertà e anch’essa ha un fucile) e un ragazzino.

AMBIENTAZIONE: L’ambientazione è a Parigi, durante una battaglia, c’è una donna


che incarna la libertà, sventola la bandiera francese e incita alla lotta. Alle sue spalle
nella nuvola di fumo delle armi si muove una massa di rivoluzionari e sullo sfondo si
vedono le Torri della Cattedrale di Notre Dame e le truppe del re.

ANALIZZA

ELEMENTI GRAFICI: Le linee sono mosse e contorte, le pennellate sono accurate


quando definiscono le figure in primo piano, invece sullo sfondo fumoso e
nell’immagine di Parigi sono sfumate e indefinite. Le forme sono realistiche e
violente, vedi i corpi a terra, e aggressive nei personaggi armati. Sulla destra su un
pezzo di legno bruciato si legge la firma del pittore e l’anno in cui il dipinto è stato
realizzato.

ELEMENTI VISUALI: Degli spazi di luce violenta evidenziano una scena in cui sono
presenti ombre che colpiscono particolari talvolta macabri. Le ombre sono
predominanti e ben marcate per dare rilievo alle figure. La presenza di luci e ombre
è un elemento tipico dell’arte romantica. Ai colori scuri e drammatici della battaglia
si contrappongono colori intensi e luminosi come quelli che rappresentano la donna,
simbolo della libertà, con la veste gialla e in mano la bandiera francese bianca, rossa
e blu che simboleggiano la speranza di vittoria.

ELEMENTI COMPOSITIVI: le figure principali del dipinto creano una piramide, il cui
vertice è nella mano che sventola la bandiera francese. Si nota anche la massa dei
rivoltosi che avanza con impeto per partecipare alla lotta. Nel dipinto c’è una forte
tensione che è alla base della natura drammatica del dipinto stesso.
INTERPRETA

SIGNIFICATO: Il dipinto rappresenta la lotta per la libertà delle varie classi sociali. La
libertà è raffigurata come una dea, ma allo stesso tempo come donna del popolo,
che incita alla lotta senza curarsi della morte e della sofferenza che la circondano.
Nel dipinto Delacroix si ritrae vestito bene con cilindro e cravattino come a volersi
isolare dagli altri forse perché non fu mai un vero rivoluzionario.

VALORI ESPRESSIVI ED ESTETICI: Il dipinto di Delacroix ha delle similitudini con la


“Zattera della Medusa” di Géricault. In entrambi i dipinti c’è chi invoca la salvezza o
la libertà, ci sono il coraggio e la speranza ma c’è anche la morte raffigurata con
numerosi cadaveri. Il dipinto è un misto stile romantico e classico e anticipa quello
che utilizzerà l’impressionismo.

APPROFONDISCI

AUTORE: Eugène Delacroix è nato nel 1798 in una famiglia nobile e ricca che l’ha
assecondato nella sua vocazione artistica. In gioventù ha dipinto opere ispirate da
fatti d’attualità e poi grazie ai viaggi fatti in Algeria e Marocco inserì nella sua arte
temi esotici e folcloristici. Fu poco apprezzato dal pubblico, ma fu estimato da grandi
personaggi come Chopin, Victor Hugo e altri. E’ morto nel 1863.

CONTESTO STORICO-ARTISTICO: Dopo la caduta di Napoleone e il Congresso di


Vienna, in Francia fu restaurata la monarchia prima con Luigi XVIII e poi con il
fratello Carlo X. La sua politica provocò nel 1830 rivolte popolari che portarono alla
sua deposizione e il nuovo re fu Luigi D’Orleans che governò fino al 1848 quando
nacque la repubblica. Proprie le rivolte del 1830 ispirarono Delacroix, che come tutti
gli artisti romantici erano sensibili agli ideali di libertà e d’indipendenza.

ALTRE OPERE

La barca di Dante 1822


Testa di leone ruggente 1832
Cristo sul mare di Galilea 1841
Cavallo spaventato dalla tempesta 1824
Cristo sul mare di Galilea 1854
Bouquet di fiori 1843
LIBERTE’, EGALITE’, FRATERNITE’
La devise de la France est : « Liberté, Égalité, Fraternité ». “Les hommes naissent
et demeurent libres et égaux en droits”, ces mots tirès de l’article premier de la
Dèclaration des Droits de l’Homme et du Citoyen contiennent les trois mots qui
forment la devise de la République française.
 La liberté, qui consiste à etre libre de faire tout ce qui ne nuit pas à autrui
ou qui le limite;
 L’égalité de tous les citoyens devant la loi, tant dans la déefense de leurs
droits que dans la punition de leurs crimes;
 La Fraternité, dans les citoyens français comme dans tous les etres
humains, selon principe de solidarité.

Cette devise a commencé à se répandre dans la première période de la


Révolution française et a servi à s’identifier comme des partisans de la
République. En effet, à l’époque, les révolutionnaires luttaient pour la liberté du
peuple français, écrasé et amené à l’étalement par la monarchie absolue. Cette
devise est restée si gravée dans l’histoire française qu’elle est encore utilisée
aujourd’hui comme devise de la République française. Elle est inscrite dans la
constitution de 1958 et fait aujourd'hui partie du patrimoine nationale français.

GLI STATI UNITI D’AMERICA


Uno dei paesi che include nella dichiarazione d’indipendenza il concetto di libertà’
come diritto inalienabile è gli Stati Uniti d’America.
La forma di governo degli Stati Uniti può descriversi come federale e presidenziale.
Federale perché gli Stati Uniti sono uno Stato federale che storicamente ha avuto
origine dall’unione di una pluralità di Stati preesistenti, attraverso un processo
federativo che è culminato nell’approvazione della Costituzione del 17 settembre
1787. Presidenziale perché al vertice dello Stato vi è un Presidente che nello stesso
tempo è il Capo dello Stato.
Gli Stati Uniti d'America sono un’Unione federale di 50 Stati membri. La capitale è
Washington, che è la sede del governo americano.
La Costituzione americana stabilisce l’organizzazione del governo su 3 livelli: quello
esecutivo, quello legislativo e quello giuridico.
Il potere legislativo è rappresentato dal Parlamento, che come la maggior parte dei
Parlamenti è diviso in due camere: il Senato e la Camera dei rappresentanti. Il
Senato è composto da cento membri, mentre la camera dei rappresentanti,
costituita dai deputati, è composta da quattrocentotrentacinque membri.
Il Parlamento si riunisce nella capitale dove vi è la Casa bianca, cioè la residenza
presidenziale e governativa del Paese.
Il potere esecutivo è rappresentato dal Presidente degli Stati Uniti. Il Presidente
americano possiede poteri su più fronti. Egli, infatti, è sia il capo dello Stato, sia il
capo del Governo, oltre ad essere responsabile delle forze armate e degli affari
esteri. Il Presidente ha anche il privilegio di proibire una legge in itinere e può
nominare ministri, ambasciatori e giudici federali.
In situazioni di particolare crisi o emergenza egli ha inoltre la facoltà di assumere
nella sua persona ogni potere decisionale. La sua residenza è la Casa Bianca a
Washington.
Il presidente degli Stati Uniti d’America è eletto direttamente dal popolo ogni
quattro anni all’inizio di novembre (giorno denominato Election Day). Il 20 gennaio
entra ufficialmente nella Casa Bianca. Per essere eletto Presidente ogni candidato
deve avere almeno 35 anni, essere un cittadino americano e avere vissuto in
America per almeno 14 anni.
Il sistema politico statunitense è orientato verso il bipartitismo, cioè esistono due
partiti che occupano da sempre le posizioni di comando a livello federale e sono il
Partito Democratico e il Partito Repubblicano.
L’attuale Presidente degli Stati Uniti, che è il 46°, è Joe Biden ( Partito Democratico).

Tutti gli Stati membri hanno proprie Costituzioni. L’ espressione del potere esecutivo
é il Governatore eletto dai cittadini dello Stato a suffragio universale diretto per un
periodo di 4 anni e non rinnovabile. Tutti gli Stati dell'Unione hanno due Camere
legislative elettive (Camera dei rappresentanti e Senato) . Le Camere formano il
potere legislativo degli Stati e si riuniscono su convocazione del Governatore. Per
quanto riguarda il potere giudiziario ogni Stato ha procedure differenti per l'elezione
dei giudici statali che operano a livello locale. Normalmente i giudici sono eletti in
parti uguali dai cittadini e dai giudici ordinari dei tribunali.

MARTIN LUTHER KING

A freedom fighter was Martin Luther King.

He was born in 1929 in Atlanta, Georgia. He was inspired by Gandhi and followed his
teachings of non-violent protest against the racial discrimination.
In 1955, in Montgomery, Alabama, where king was a pastor in the Baptist Church, he
carried out the first non violent protest against racial discrimination: the mass
boycott of the Montgomery bus company.
The protest originated from a serious episode of intolerance: Rosa Parks, a black
women, was arrested because she had taken a seat reserved for white people on a
bus.
The boycott was successful. The following year, segregation on buses stopped when
the supreme court declared it unconstitutional.
On August 28th 1963, to Washington, the reverend Martin Luther King, gave his
famous speech “ I have a dream”. His dream for the future was that “ A day all
people, black and white, could live together as brothers”.
In 1964, he received the Nobel Peace Prize.
On April 4th 1968 he was assassinated, but his legacy is still with us today.

IL SOLE
L’energia solare è un’energia rinnovabile, è disponibile e pulita, quindi è una risorsa
che possiamo usare tutti per un futuro energetico sostenibile.
L'energia solare é l'energia associata alla radiazione del Sole e rappresenta la fonte
primaria di energia rinnovabile pulita sulla Terra.
Secondo gli scienziati il nostro sistema solare si è formato circa quattro miliardi e
mezzo di anni fa a partire da una gigantesca nube rotante di gas e polveri. Una parte
di quella nube sarebbe collassata su se stessa a causa della forza di gravità, ruotando
sempre più velocemente e appiattendosi come un disco. La maggior parte della
materia, poi, è stata attratta verso il centro e avrebbe dato origine al Sole, che
contiene il 99,8% della massa di tutto il Sistema Solare.

Il Sole viene considerato come la Stella più vicina alla Terra ed è l’unica che, quando
guardiamo il cielo, non ci appare come un punto ma si presenta come una
gigantesca sfera di gas ionizzati che irradia energia in ogni direzione dello spazio
sotto forma di radiazioni elettromagnetiche. Solo una piccola frazione di energia
arriva sulla superficie terrestre, influenzando notevolmente i cicli biologici, il clima,
e indirettamente le attività umane.     

Come le altre Stelle, il Sole è una sfera ad altissima temperatura: la superficie


solare, infatti, sfiora i 6000 K (gradi Kelvin) mentre il “cuore” del Sole, dove
l’idrogeno viene trasformato in elio, raggiunge temperature intorno ai 15 milioni di
K. Il Sole è inoltre considerato una Stella vecchia e stabile caratterizzata
fondamentalmente da due tipi di movimento: un moto di traslazione, che compie
insieme al Sistema Solare, ed un moto di rotazione, in direzione Ovest – Est, intorno
al proprio asse.

Il Sole è una sfera di gas ad altissima temperatura suddivisa in zone concentriche,


differenti per temperatura, pressione e densità. Per semplicità si suddivide il Sole
fondamentalmente in due zone: una zona interna, non visibile, e una zona esterna
(atmosfera solare).
La zona interna è costituita dal nucleo, una zona radiativa e una zona convettiva,
mentre la zona esterna è costituita dalla fotosfera, dalla cromosfera e dalla corona
solare.  

Il nucleo centrale è la sede delle reazioni termonucleari che generano energia. La s


pressione, la densità e la temperatura raggiungono valori elevatissimi tanto che la
materia presente si trasforma in plasma.
La zona radiativa, detta anche zona di radiazione, si estende intorno al nucleo
assorbendo l’energia prodotta da quest’ultimo e trasmettendola per irraggiamento
agli strati convettivi più esterni. In questa zona la materia si trova sotto forma di
plasma e i gas non sono liberi di muoversi per l’elevata pressione presente.

La zona convettiva, o zona di convezione, ha uno spessore di circa il 30% del raggio
solare, è situata immediatamente al di sopra della zona radiativa ed è caratterizzata
dai moti convettivi del gas che permettono il trasferimento del calore verso la
superficie del Sole.   
Adiacente alla zona convettiva, è presente la fotosfera, il disco luminoso che noi
vediamo. La fotosfera è la regione che filtra e riceve l’energia prodotta all’interno
del Sole, è costituita per il 90% da idrogeno e per circa il 10% da elio, ha una
pressione superficiale pari a 1/10 di quella terrestre ed ha una temperatura media di
6000 K che determina il colore giallo del Sole. La fotosfera è caratterizzata dalla
presenza di zone luminose e calde chiamate granuli, i quali scompaiono dopo pochi
minuti per essere sostituiti con granuli nuovi, e da aree più scure e fredde note
come macchie solari.
Immediatamente al di sopra della fotosfera, per circa 10000 km, è presente uno
strato irregolare di gas rarefatto ed incandescente conosciuto come cromosfera,
caratterizzata da un colore rossastro a causa degli atomi di idrogeno che a basse
pressioni emettono radiazioni colorate.
L’ultimo strato del Sole è la corona solare, una regione non ben delimitata,
costituita da gas ionizzati distribuiti in modo irregolare e da zone prive di gas dette
buchi coronali. A causa delle altissime temperature che caratterizzano la corona, i
protoni e gli elettroni presenti nei gas ionizzati, per sfuggire all’attrazione
gravitazionale del Sole, originano dei flussi in tutte le direzioni dello spazio: questo
fenomeno è noto come vento solare. La corona solare e la cromosfera costituiscono
l’atmosfera esterna del Sole. Nella corona solare si possono osservare: 

- Le facole sono delle zone estremamente luminose presenti in prossimità delle


macchie solari;

- Le protuberanze sono delle enormi emissioni di materiale incandescente che si


allontana dal Sole;

- Le spicole sono delle “lingue” di idrogeno che attraversano la fotosfera e


penetrano nella corona solare;

- I brillamenti si manifestano come un’intensa luminosità della fotosfera in


corrispondenza di un raggruppamento di macchie solari. Durante un brillamento
viene liberata un’enorme quantità di energia sotto forma di raggi X, radiazioni
ultraviolette e onde radio, che può avere ripercussioni sugli equipaggi delle missioni
spaziali. Spesso i brillamenti vengono associati a delle espulsioni coronali di massa,
note come tempeste o eruzioni solari.

La superficie del Sole può apparire come una regione estremamente tranquilla. In
realtà, la superficie solare è caratterizzata da un’alternanza di periodi tranquilli, detti
di sole quieto, e periodi di attività solare.
Le più note attività solari sono le macchie solari, delle ampie zone scure e fredde
presenti nella fotosfera e caratterizzate da un nucleo centrale (ombra) circondato da
una zona chiara (penombra). 
L’ENERGIA SOLARE
Dall’energia sprigionata dal Sole e trasmessa sulla Terra sotto forma di radiazioni
elettromagnetiche (luce e calore) ricaviamo l’energia solare. Sfruttando
direttamente tale energia, attraverso tecnologie opportune, è possibile ottenere la
produzione di corrente elettrica e di calore.
L'energia solare rappresenta la fonte primaria di energia sulla terra, senza la quale
non esisterebbe la vita.
Si tratta di un'energia alternativa, perché proviene da fonti che non siano quelle
tradizionali, rappresentate dai combustibili fossili; rinnovabile perché è un’energia
che si rigenera e inesauribile; pulita perché non provoca emissioni di CO2 e non
rilascia polveri sottili, quindi non inquina. E’ intermittente e variabile, legata
all’alternarsi giorno-notte, delle stagioni e delle condizioni climatiche.

L’energia solare può essere utilizzata come fonte energetica ideale e più
consapevole per la produzione diretta di energia elettrica o per la produzione di
calore.

Per la produzione di calore sono utilizzati gli impianti a pannelli solari termici.

Il pannello solare termico cattura l’energia del sole per riscaldare l'acqua a una
temperatura variabile, in base alle condizioni di irraggiamento. Questo pannello
viene utilizzato sia per la produzione di acqua calda sanitaria sia come integrazione
del riscaldamento invernale. Solitamente viene installato sopra o ad incasso nel
tetto, è scuro.

Un impianto solare termico riduce sensibilmente i consumi di combustibile della


caldaia, utilizzando energia rinnovabile pulita e gratuita; si tratta quindi una scelta
molto vantaggiosa sia dal punto di vista economico che da quello ambientale.

La disponibilità di energia solare è determinata prima di tutto dalla posizione


geografica in cui ci si trova; la captazione della radiazione solare, poi, dipende
dall'inclinazione e dall’orientamento del pannello rispetto al sole. Di norma la
posizione migliore per installare un pannello solare è sul lato sud del tetto, così da
captare il sole durante tutto l'arco della giornata e quando ha maggiore energia.

Il pannello solare è costituito da diversi componenti, ognuno con una funzione ben
precisa:

 un assorbitore della radiazione solare, costituito da una lastra in alluminio o


rame su cui è depositato il materiale che serve ad assorbire l'energia termica;
 una lastra di vetro solare e temperato trasparente posta sopra l’assorbitore.
 un telaio, in alluminio, che serve per contenere tutti i componenti di cui è
costituito il pannello.

L’energia del sole, passando attraverso il vetro, incontra l’assorbitore, il quale,


scaldandosi, trasferisce il calore a un fluido termovettore che scorre nei tubi posti
sotto l’assorbitore.
Il fluido termovettore, a sua volta, riscalda l'acqua contenuta in un accumulo
termico, che verrà usata per il riscaldamento, per l'acqua calda sanitaria o per
entrambe le funzioni. Il fluido termovettore è composto da una soluzione preparata
di acqua distillata e antigelo specifico, resistente al freddo invernale senza rischio di
congelamento. Per quanto riguarda le dimensioni dei pannelli e del bollitore,
dipendono dal numero di persone che in casa utilizzano l’acqua calda sanitaria. 

L’energia emessa dal sole sotto forma di radiazioni può essere trasformata in
corrente elettrica in una centrale energetica chiamata centrale solare. Esistono due
tipi di centrali solari: Centrali a torre e centrali termodinamiche.

La centrale a torre è una piattaforma coperta da centinaia di specchi piani, che si


muovono seguendo il moto apparente del Sole raccogliendo così le radiazioni
durante le ore del giorno. Gli specchi riflettono la luce su una grande caldaia posta in
cima a una torre, all’interno della quale si trova un fluido detto fluido
termoconvettore, che può raggiungere temperature dai 300 ai 500 °C. Il fluido così
riscaldato raggiunge uno scambiatore di calore, dove raffreddandosi, cede calore
all’acqua e la trasforma in vapore. Il vapore in pressione entra nell'edificio della
centrale, dove aziona il gruppo turbina-alternatore che produce energia elettrica.

La centrale termodinamica è un impianto costituito da specchi mobili di forma


parabolica che riflettono le radiazioni solari e le concentrano su un tubo ricevitore,
all'interno del quale scorre un fluido termovettore.
Il riscaldamento del fluido, a una temperatura che arriva fino ai 400 gradi, genera la
conversione della radiazione solare in energia termica che, trasportata e trasformata
in vapore tramite uno scambiatore di calore, è inviata a un sistema turbina-
alternatore che produce corrente elettrica.

Esistono dei materiali, che per le loro proprietà, sono chiamati semiconduttori e
vengono utilizzati per trasformare le radiazioni solari in energia elettrica. I
semiconduttori quando sono colpiti da una radiazione solare mettono in movimento
degli elettroni che generano corrente elettrica. Le apparecchiature dove avviene la
trasformazione delle radiazioni solari in energia elettrica si chiamano celle
fotovoltaiche.

La cella fotovoltaica (o cella solare) è il componente di base di un modulo


fotovoltaico. La cella fotovoltaica in materiale cristallino è composta da una lamina
di materiale semiconduttore. La maggior parte delle celle fotovoltaiche attualmente
in commercio utilizza come materiale di base il silicio che ha il pregio di essere una
risorsa relativamente abbondante sulla Terra oltre ad essere già utilizzato come
materia prima nel settore dell'industria elettronica. Per la fabbricazione delle celle
fotovoltaiche si utilizza il silicio cristallino (silicio monocristallino, silicio
policristallino) e il silicio amorfo. Il rendimento della cella fotovoltaica è la sua
capacità di convertire l'energia luminosa in energia elettrica. Una singola cella
fotovoltaica ha dimensioni comprese tra 3 e 6 pollici. Le celle fotovoltaiche sono
assemblate tra loro per consentire la realizzazione di un modulo fotovoltaico, uno
dei principali componenti del pannello solare fotovoltaico.

Oggi sono in molti coloro che, avendo spazio a sufficienza sul tetto o in giardino,
decidono di montare pannelli solari per produrre corrente continua che viene
trasformata in alternata e immessa nella rete domestica e utilizzata direttamente. La
rete interna della casa è collegata a quella esterna sia per cedere alla rete nazionale
la parte di energia prodotta e non utilizzata ma anche per prendere energia in caso
di necessità.

ARTICOLO 13 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA

La libertà è uno dei doni più preziosi che ogni essere umano possiede e il regime
fascista aveva privato i cittadini della loro libertà in molti ambiti della vita
quotidiana. Oggi la nostra Costituzione, frutto del sacrificio di tante vite, garantisce
a tutti le libertà fondamentali in diversi articoli. Tra questi ricordiamo l’art. 13 che ha
come obiettivo primario restituire agli italiani i diritti di cui erano stati privati.

L’articolo 13 della Costituzione Italiana pone la propria attenzione sulla libertà


dell’individuo che è considerata intoccabile in quanto riguarda un principio che
nasce con l’uomo e quindi è un principio universale.
Ciascun uomo sin dalla nascita è libero, ma ciò non significa che ha diritto di fare
quello che vuole perché, attuando determinati comportamenti, si potrebbe rischiare
di ridurre la libertà altrui. Infatti, è necessario comprendere che la libertà non è
qualcosa di “illimitato”, ma in certe occasioni bisogna “limitarla” perché potrebbe
causare un danno alla libertà di un altro individuo e quindi viene meno l’articolo 13
della Costituzione.

Secondo questo articolo non è accettato nessun evento che può nuocere la libertà
individuale come la detenzione, l’ispezione e tutto ciò che può mettere a rischio
questo principio fondamentale. Solamente in casi previsti dalla legge o per decisione
da parte dell’Autorità giudiziaria, è possibile esercitare queste azioni.

L’articolo, in fine, dichiara che è ammessa nessuna forma di violenza fisica o


psicologica sulle persone che si trovano in stato di fermo o di arresto (per esempio
le torture).

Un esempio della limitazione della libertà individuale è stata sicuramente quella


riguardante le restrizioni dovute al corona virus, restrizioni resesi necessarie per
fermare la pandemia.

LA LIBERTA’ DI RELIGIONE

La nostra Costituzione sancisce il diritto alla libertà religiosa nell’art. 19 . Ciò significa
che tutti sono liberi di scegliere quale culto professare senza subire alcun privilegio o
svantaggio, e sono altrettanto liberi di non professare alcuna religione, aderendo
all’ateismo.

L’ Art. 8. invece definisce che tutte le confessioni religiose sono egualmente libere
davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di
organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento
giuridico italiano.

 La libertà religiosa è un diritto umano fondamentale.

 Rispettare la libertà religiosa come diritto fondamentale significa che la legge e la


società dovrebbero offrire spazio a sufficienza in modo che le persone e le istituzioni
religiose possano vivere il proprio credo liberamente e apertamente.

Chiaramente la libertà religiosa non è assoluta. Alcune restrizioni sono opportune, e


necessarie, per proteggere la vita, la proprietà, la salute e la sicurezza o per
prevenire violazioni dei diritti fondamentali degli altri. 

La prima attestazione di una legge che sancisce la libertà di culto è forse il


dodicesimo editto su pietra di Ashoka, che risale al 250 a.C.

Nell'Europa occidentale il primo documento legislativo emesso sulla libertà religiosa


è l'editto di Milano, promulgato dagli imperatori Costantino I e Licinio nel febbraio
313, con cui si concedeva libertà di culto ai cristiani e a tutte le altre religioni.

Per quanto riguarda l'Italia invece la libertà di religione ebbe inizio con lo Statuto
Albertino del ‘48 che al suo articolo 1° recitava:
"La religione cristiana cattolica apostolica romana è la religione dello Stato; gli altri
culti ora esistenti sono tollerati secondo le leggi". Questo durò fino al 1871 quando
fu riconosciuta l’uguaglianza di tutte le religioni davanti allo Stato.
Poi nella Costituzione Repubblicana del 1948 con gli articoli 8 e 19 veniva
confermata la libertà di culto.
L’Italia è un Paese ormai multietnico, multiculturale e multireligioso. Infatti, grazie ai
flussi migratori degli ultimi anni si registra la presenza di africani, pakistani, indiani,
cinesi, rumeni e polacchi, con diverse tradizioni e religioni. Purtroppo la diversità è
vista spesso come una minaccia e non come una risorsa. Oggi le religioni del mondo
sono qui, a casa nostra, si mescolano con i fatti quotidiani e sono presenti nella vita
di tutti i giorni. Il pluralismo religioso è diventato dunque una realtà, non una scelta.
La scelta sta nel decidere se prendere semplicemente atto della sua esistenza o se
invece cercare di conoscerlo, cogliendo le differenze e le comunanze.
Nonostante molti Stati del mondo abbiano nelle loro Costituzioni degli articoli a
protezione del diritto di libertà religiosa, molti di esse di fatto non li rispettano. In
Iraq, Iran, Egitto, Libano, Afghanistan, Pakistan, India, Birmania e soprattutto Cina
continuano a registrarsi atti di violenza contro le minoranze religiose (cristiane
soprattutto, ma anche buddiste, islamiche, ecc.), così come restrizioni nella libertà di
culto.

L’intolleranza religiosa continua a essere uno dei grossi macigni posti sulla strada
della pace e della convivenza tra le culture.

LA DANZA

Un’espressione di libertà intesa come movimento del corpo è sicuramente la danza.


Nessun’arte più della danza libera dalla pesantezza delle cose, attraverso la piena
espressione di mente e cuore. Il corpo si muove sulla musica, finalmente libero da
ogni vincolo, per comunicare la propria forza interiore. La danza regala la libertà più
grande che possa esistere: mostrare la persona che si è senza inibizioni, fragilità e
paure.

La danza è la madre delle arti ed è antica come il mondo perché fin dall’inizio ha
accompagnato gli uomini e gli eventi della loro vita. Dai tempi remotissimi la danza è
stata un mezzo di espressione e di divertimento popolare e parte essenziale di tutti i
riti, sia religiosi che naturali. I primi esempi di danza li troviamo già nella preistoria.
Nell’Antico Egitto le danze erano sottoposte a severe regole. Presso gli antichi Greci,
invece, la danza era il centro della vita culturale. Nell’antica Roma era molto
popolare la danza etrusca. Con l’avvento del Cristianesimo la danza venne in parte
proibita perché era considerata pagana, ma durante il Medioevo fu mantenuta viva
dai menestrelli e dai giullari che andavano in giro nelle città europee. A un certo
punto questa forma di danza popolare si sviluppò e cominciò a introdursi anche
negli ambienti dei nobili e dei ricchi. Nacquero così nel Rinascimento i balli di corte
che consistevano in piccole rappresentazioni che erano eseguite durante le
cerimonie. L’epoca più gloriosa nella storia del balletto fu il Romanticismo che nella
danza esaltò la donna ideale.

Esistono oggi diversi tipi di danza: la danza jazz, la danza contemporanea, hip hop,
balli di sala, la danza moderna e tante altre forme di esibizione.

Se la consideriamo come sport, la danza è un’attività fisica dai molteplici benefici sia
per il corpo che per la mente. Tutti i tipi di danza, nessuno escluso,
assicurano benessere fisico e psicologico a ogni età e livello.

Benefici fisici

 Aiuta a bruciare calorie e perdere peso corporeo.


 Tonifica e sviluppa in maniera armonica l’apparato muscolare.
 Sviluppa la coordinazione.
 Regola la postura.
 Stimola il metabolismo lipidico.
 Favorisce la circolazione sanguigna.
 Aiuta la mobilità articolare e l’elasticità complessiva del corpo.

Benefici psicologici
 Stimola l’aggregazione e la socialità.
 Aumenta il livello di endorfine nel sangue, quindi il buonumore.
 Aiuta a liberare la mente dalle tensioni, dallo stress e allevia l’ansia.
 Permette di vincere la timidezza e l’inibizione a mostrarsi in pubblico.
 Stimola l’acquisizione di una maggiore consapevolezza corporea.

La danza, dunque, non solo è gioia e divertimento, ma anche movimento fisico e


sport. In quanto tale ha effetti molto positivi sul nostro organismo e pochissime
controindicazioni, tanto è vero che è praticata da tutti e a tutte le età.

La danza, dunque, non solo è gioia e divertimento, ma anche movimento fisico e


sport. In quanto tale ha ricadute molto positive sul nostro organismo e pochissime
controindicazioni, tanto è vero che è praticata da tutti e a tutte le età.

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