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ALESSANDRO MANZONI

Alessandro Manzoni nacque a Milano il 7 marzo del 1785. Sua madre era
Giulia Beccaria e suo nonno Cesare Beccaria, famoso per aver scritto l’opera
Dei delitti e delle pene. Frequentò dei collegi religiosi e poi nel 1805 si trasferì
a Parigi dalla madre. Una volta tornato in Italia, si dedicò alla scrittura e tra il
1812 e il 1827 pubblicò varie opere, tra cui la prima versione de I promessi
sposi. Negli anni successivi si dedicò ad una attenta revisione della sua
opera più importante, I promessi sposi appunto, che pubblicò nella sua
versione definitiva nel 1840. Era d’accordo con le idee del Risorgimento.
Nel giro di pochi anni morirono due mogli, sei dei suoi figli e sua madre. Iniziò
a dedicarsi ai trattati storici e venne nominato senatore a vita nel 1861. Morì a
Milano il 22 maggio del 1873.
Le sue opere sono un mix di realismo e patriottismo. Egli si ispira sia alla
realtà concreta del suo tempo che alla storia passata. Manzoni ricerca nella
realtà quotidiana i valori cristiani e l’azione della Provvidenza divina, cioè
di quella forza misteriosa che premia gli uomini buoni facendogli accadere
eventi positivi.
Secondo Manzoni, le opere letterarie devono essere utili al lettore (devono
insegnargli qualcosa), devono parlare di cose vere o verosimili e devono
farlo in una forma piacevole per non annoiare il lettore.
Manzoni cerca di creare e di utilizzare una lingua unitaria (un italiano unico
e comprensibile a tutti) per facilitare l’unità nazionale.
Altre opere di Manzoni: le due odi civili (Marzo 1821 e Il Cinque Maggio), i
cinque inni sacri e le tragedie.

I promessi sposi
I promessi sposi è un romanzo storico. Lo sfondo storico è ricostruito alla
perfezione usando anche documenti e fonti dell’epoca; su questo sfondo
storico lui costruisce una vicenda non vera ma verosimile. Alcuni
personaggi sono storici, altri verosimili. Il romanzo storico è un mix di realtà
e invenzione (senza nulla di fantastico). Manzoni scelse questo genere per
trasmettere un profondo insegnamento cristiano e morale (ricordiamo che
l’opera letteraria per Manzoni deve essere utile al lettore insegnandogli
qualcosa).
La storia è ambientata tra Milano e la campagna lombarda tra il 1628 e il
1631. In questi anni hanno luogo tre eventi importanti: la carestia che portò
ad una sommossa dei milanesi nel novembre del 1628; la guerra di
successione di Mantova e del Monferrato in seguito alla quale i
lanzichenecchi scesero in Italia; la peste del 1629 che, portata dai
lanzichenecchi, spopolò la città di Milano.
Manzoni finì di scrivere per la prima volta il romanzo nel 1821: si chiamava
Fermo e Lucia e non fu mai pubblicato. Vi rimise subito mano modificandolo
e pubblicò la seconda versione, con il titolo I promessi sposi, nel 1827
(edizione detta “ventisettana”). Manzoni decide di riscrivere completamente
l’opera perché voleva che fosse scritta in una lingua vera, viva, comprensibile
a tutti. Sceglie quindi il fiorentino parlato dalle persone colte e elimina tutte
le espressioni francesi, latine e del dialetto lombardo. Pubblica questa
riscrittura del suo romanzo nel 1840 (edizione detta “quarantana”).
Il romanzo è stato sin da subito un vero successo per vari motivi:
- Si tratta del primo vero romanzo, un genere che in Italia ancora non
esisteva;
- Parla delle persone umili, e non di nobili e borghesi, quindi ci si può
facilmente immedesimare nei protagonisti;
- Propone una visione provvidenziale della storia in cui le persone
buone vengono premiate indipendentemente dalla classe sociale alla
quale appartengono;
- I personaggi sono umani, nei loro pregi e nei loro difetti;
- La lingua è comprensibile a tutti e diventa subito un modello da
imitare.
Per rendere ancora più credibile e autentica la storia di Renzo e Lucia,
Manzoni afferma di aver trovato un manoscritto di uno scrittore anonimo del
Seicento e di aver solamente riscritto la storia da lui raccontata in una lingua
più moderna.

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