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MANIERISMO

Giuseppe Farfaglia 3A
ROSSO
FIORENTINO
Giovan Battista di Jacopo di Gasparre, detto
anche Rosso Fiorentino, è stato un pittore italiano
nato a Firenze l’ 8 marzo del 1495.
Fu uno dei principali esponenti pittori del
manierismo che venivano anche chiamati "eccentrici
fiorentini". Fu allievo di Andrea del Sarto, pittore
fiorentino noto anche come “pittore senza errori”
date le sue notevoli capacità.
Partendo dalle opere del suo maestro andava a
modificarle forzando le forme esprimendo un
mondo inquieto e tormentato. Era un artista
originale al quale venivano commissionate le opere
soprattutto da Firenze e Roma prima. Si trasferisce
alla corte di Fontainebleau, dove diventa il pittore di
corte di Francesco I di Francia, incarico già ricoperto
dal suo maestro Andrea del Sarto e da Leonardo da
Vinci.
Insieme a Francesco Primaticcio diventa il pittore
che portò il manierismo in tutto il mondo, aprendo
poi la scuola di Fontainebleau.
PARMIGIANINO
Francesco Mazzola, chiamato anche Parmigianino, è un pittore del
Cinquecento nato a Parma nel 1503, proveniente da una famiglia
di artisti che lo indirizzerà a fare il pittore.
Era un artista dallo stile molto bizzarro e ricercato. Le sue figure
sono sempre molto allungate e a volte sproporzionate. Studia
alchimia e si interessa di magia.
Parmigianino cresce Parma insieme al suo maestro Antonio Allegri,
detto anche Correggio. Qui realizzerà gli affreschi per la chiesa di
San Giovanni Evangelista, la sua prima commissione di una certa
importanza.
Parmigianino nelle sue prime opere è fortemente inspirato
dall’arte del maestro Correggio, ma con il tempo riesce a creare
uno stile tutto suo. A differenza di Correggio, infatti, Parmigianino
utilizza uno stile molto manieristico, il suo maestro cercava invece
di superare il manierismo andando sullo stile barocco. Nelle sue
opere utilizzava colori molto vivaci e compatti.
TINTORETTO
Jacopo Robusti, anche detto Tintoretto, nasce a Venezia nel 1518. È stato uno dei più importanti
pittori italiani del XVI secolo, nonché esponente di spicco del manierismo. Suo padre, Giovanni
Battista, lavorava nel campo della tintura della seta, da cui l’artista ereditò il soprannome
“Tintoretto” con cui firmò i suoi lavori.
Tintoretto veniva soprannominato “Il furioso“, per i suoi colori violenti e pastosi, per l’energia
prorompente che emanano le sue opere e per le luci inquiete che illuminano la scena in
composizioni spesso monumentali e drammatiche.
Lo stile dei suoi dipinti è inoltre caratterizzato da un uso esagerato della prospettiva, che conferisce
alle opere una profondità quasi innaturale che colpisce immediatamente l’osservatore.
Nel 1539 Tintoretto realizzava le sue prime opere, firmandosi come “maestro”, dunque in possesso
di una bottega propria a Venezia. Uno dei primi lavori fu la realizzazione di 16 tavole per illustrare
le Metamorfosi di Ovidio, dipinto commissionato da Andrea Gritti.
Ma quello fu solo il primo dei tanti palazzi veneziani che Tintoretto decorò con le sue opere nel
corso della sua lunga carriera: nel 1562 ad esempio, realizzò quattro immagini per la Scuola Grande
di San Marco: Il Ritrovamento del corpo di San Marco, il Trasporto del Corpo di San Marco, Un
devoto del Santo e il Miracolo di San Marco che libera lo schiavo, una delle sue opere più
importanti.
Nello stesso periodo ottenne quello che viene considerato l’incarico più prestigioso della sua
carriera, ovvero la decorazione dei muri e del soffitto della Scuola Grande di San Rocco. Tintoretto
ci lavorò per più di venti anni, fino al 1588 realizzando in totale ventisette tele nella sala
dell’Albergo, ventuno dipinti e dieci grandi “teleri” nella sala superiore e otto “teleri” nella sala
inferiore, che ritraggono episodi dell’Antico e del Nuovo Testamento. L’effetto è spettacolare:
camminare tra le sale della Scuola Grande di San Rocco dà l’impressione di passeggiare attraverso
le pagine della Bibbia.
GIORGIONE
Giorgione è considerato uno dei più importanti pittori del 500. Si trasferisce a
Venezia per lavorare nella bottega di Giovanni Bellini, un pittore veneto nonché uno
dei più importanti esponenti del rinascimento italiano.
Da Giovanni Bellini Giorgione apprese diverse tecniche che lo resero molto noto,
come l’utilizzo dei colori, grazie all’utilizzo della tecnica dello sfumato riusciva infatti
a utilizzare dei toni soffusi attorno alle figure, che davano un armonico equilibro tra i
vari elementi del dipinto.
Dal maestro veneto Giorgione erediterà anche l’attenzione ai paesaggi. Giorgione
riusciva infatti a creare diversi tipi di atmosfere che aiutavano l’osservatore a capire
meglio l’opera. Questo avviene in tutti i suoi dipinti, come nella “Tempesta”.
Un'altra sua nota opera è invece la “Pala di Castel Franco” realizzata da Giorgione
nel 1502 per la cappella di famiglia del cavaliera Tuzzio Costanzo. Anche qui il
paesaggio fornisce una chiave interpretativa, notiamo infatti sullo sfondo un
villaggio in rovina e due soldati a riposo, un degno paesaggio per ricordare un
guerriero. Altra opera importante è “La Bellezza”, fu realizzata tra il 1507 e il 1510
ed ispirò molti altri artisti. Giorgione morì di peste nel 1519.
TIZIANO VECELIO
Nasce fra il 1488 e il 1490 a Pieve di Cadore. Viene istruito a
Venezia sotto i maestri Gentile e Giovanni bellini.
Tra il 1508 e il 1509 lavora col celebre pittore Giorgione alla
realizzazione del Fondaco dei Tedeschi e da lì a un anno più tardi
inizia a ottenere una fama considerevole e a ricevere commissioni
sempre più importanti tra cui la Pala di san Marco e Santa Maria
della salute.
La sua opera più celebre, Amor Sacro e Amor Profano, gli fu
commissionata per le nozze del veneziano Niccolò Aurelio e Laura
Bagarotto nel 1514.
In essa la donna viene rappresentata in due modi diametralmente
opposti che vanno a mostrare la loro natura sacra e profana. Il
dipinto è ispirato alle opere di Giorgione e contiene vari elementi
classici come il bambinello alato o le decorazioni della fontana
posta in mezzo alle due donne. Muore nel 1576 lasciando
incompiuta la Pietà.
CARAVAGGIO
Michelangelo Merisi, anche detto Caravaggio, nasce a Milano il 29
settembre del 1571. Inizia la sua carriera a 13 anni nella bottega del pittore
Simone Peterzano. Nel 1592 si trasferisce a Roma dove frequenta le osterie
dei quartieri malfamati che ritrae nei suoi dipinti. Una di queste opere, ‘’ I
Bari’’, gli farà guadagnare la stima del Cardinale del Monte. Uno dei primi
lavori che gli viene commissionato è ‘’La Vocazione di San Matteo’’ per la
chiesa di ‘’San Luigi dei Francesi’’ a Roma. Caravaggio utilizzava un realismo
che non si era mai usato per raffigurare eventi religiosi, i personaggi
vengono infatti spesso mostrati scalzi con i piedi sporchi e i colori dei dipinti
erano in genere spenti rispetto ai soliti toni ‘’estatici’’ utilizzati all’epoca.
Questo realismo però non soddisfa sempre i committenti, la chiesa infatti
spesso riteneva blasfeme le opere di Caravaggio, l’opera ‘’La morte della
vergine’’ viene infatti rifiutata per l’eccessiva crudezza della scena, ma
soprattutto perché Caravaggio sceglie una prostituta per raffigurare la
Madonna.
La vita di Caravaggio cambia bruscamente nel 1606, quando uccide in una
rissa Ranuccio Tommasoni. A causa di questo l’artista viene condannato alla
decapitazione e viene così costretto a fuggire da Roma. Questa paura di
morire di Caravaggio sarà uno dei temi principali nelle sue opere, che
ritraggono spesso scene di decapitazione, come nella ‘’Decollazzione di San
Giovanni Battista’’.
Nel 1608 entra ad entrare nell’ordine dei cavalieri di San Giovanni, viene
però subito cacciato in seguito ad una rissa contro un cavaliere di grado
superiore. Fugge a Napoli dove viene raggiunto dal nemico e ferito al volto.
In preda al dolore dipinge David con la testa di Golia. La testa mozzata di
Golia è un autoritratto di Caravaggio mentre il volto di David è lo stesso
dell’artista da giovane. Caravaggio prova a tornare a Roma in fin di vita ma
muore durante il viaggo a Porto Ercole nel 1610 a 38 anni, senza sapere che
il pontefice qualche settimana prima lo aveva assolto dai suoi crimini.

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