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ANNIBALE CARACCI

Annibale Carracci, pittore italiano nasce a Bologna nel 1560, probabilmente in una famiglia di artisti,
all'interno della quale fece il suo primo apprendistato.

Nel 1582, Annibale, suo fratello Agostino e suo cugino Ludovico Carracci aprono uno studio di pittori
chiamato inizialmente l'Accademia dei Desiderosi (desideroso di fama e di apprendimento) e
successivamente degli Incamminati (Progressisti, artisti aperti ad un nuovo stile).

Annibale Carracci e la sua scuola pone l'attenzione sulla tecnica di disegno lineare, come la Pittura
Fiorentina di Raffaello e di Andrea del Sarto, mentre i colori luminosi e la definizione degli oggetti,
prendono come modello i Pittori Veneziani, in particolare le opere del Tiziano, che Annibale ed il fratello
hanno studiati durante i loro viaggi in giro per l'Italia fra il 1580, 1581 per ordine del padre, Lodovico
Carracci

Questa doppia fonte d'ispirazione sarebbe diventato il tratto distintivo degli artisti del Barocco Emiliano o
Scuola Bolognese fondatore insieme ad Agostino e Ludovico dell'Accademia degli Incamminati.

Molte opere giovanili dipinte a Bologna dai Carracci, non sono attribuibili ad uno o all'altro dei pittori che
probabilmente contribuivano a creare.

Opera di Annibale Carracci


Le prime opere di Annibale Carracci sono dipinti con soggetti di genere come la Bottega del macellaio e il
Mangia fagioli ; il Ritratto di Musico della Galleria Nazionale di Napoli e due Autoritratti che si trovano alla
Galleria degli Uffizi a Firenze e alla pinacoteca di Brera, caratterizzati da un forte Realismo.

Tra i 1588 il 1590 Annibale Carracci lavorò con Agostino e Ludovico agli affreschi di palazzo Magnani a
Bologna e per questi grandi e magistrali affreschi, Annibale viene mandato a Roma dal Duca di Parma da
suo fratello, il cardinale Odoardo Farnese, che voleva decorare il piano nobile del grande Palazzo Farnese.

Nel 1595 Annibale Carracci è impegnato a dipingere le storie di Ercole e Ulisse in un ciclo decorativo
organizzato in una serie di riquadri autonomi del quale sono illustrate episodi di mitologici tra i quali spicca
il famoso Trionfo di Bacco Arianna; delle decorazioni di Palazzo Farnese di Roma, faceva parte anche la tela
con Ercole al bivio che oggi si trova al museo di Capodimonte a Napoli.

Mentre lavorava a Palazzo Farnese, Annibale realizzò altre opere come la Natività della Vergine che oggi si
trova al Louvre a Parigi, la Pietà del Museo Nazionale di Napoli, l'Assunzione che si trova nella cappella
Cerasi di Santa Maria del Popolo a Roma. Tra i 1603 il 1604, il pittore lavorò alla decorazione delle lunette
nella cappella di Palazzo Aldobrandini con Storie della Vergine tra le quali la bellissima Fuga in Egitto nel
quale il paesaggio diventa il soggetto principale dell'intero dipinto che oggi si trova a Roma alla Galleria
Doria Pamphili.

Pittura di Annibale Carracci

Altre opere da ricordare sono la Madonna detta del silenzio e San Giovanni nel deserto dipinti tra il 1598 ed
il 1601 che si trovano a Londra alla National Gallery, la Samaritana al pozzo e la Pietà del 1603 circa che si
trovano a Vienna al Kunsthistorisches Museum, il Martirio di S. Sebastiano del 1604 circa, che si trova al
Louvre a Parigi.

Le tematiche di Annibale Carracci furono decisamente eclettiche: paesaggi, scene di genere, ritratti,
autoritratti, scene religiose e mitologiche e fu uno dei primi pittori italiani a dipingere una tela in cui il
paesaggio ha la priorità sulle figure, come la nella sua magistrale La fuga in Egitto.
Annibale Carracci morì a Roma nel 1609 e il suo stile pittorico venne proseguito dal Domenichino, suo
allievo prediletto, dal Giovanni Lanfranco e Sisto Badalocchio.

Il Mangiafagioli di Annibale Carracci


L’opera intitolata Mangiafagioli è considerata un capolavoro giovanile di Annibale Carracci. Il dipinto è,
infatti, un importante esempio di pittura di genere.

Annibale Carracci, Mangiafagioli, 1584 – 1585 ca., olio su tela, 57 x 68 cm. Roma, Galleria Colonna

Descrizione. Un uomo sorpreso con un piatto di fagioli


Un uomo, forse un contadino, è seduto al tavolo e sta’ mangiando. L’immagine lo coglie nel momento in cui
solleva il cucchiaio, pieno di fagioli. In testa porta un ampio cappello di paglia e, sopra la camicia, indossa un
pesante gilet. Il suo viso si alza di scatto, rimane a bocca aperta e con il braccio sollevato. Dal cucchiaio
cadono alcune gocce di brodo. La sua espressione, infatti, è quella di una persona sorpresa dalla comparsa
di un osservatore inaspettato. Con la mano sinistra copre la pagnotta dalla quale sta mangiando. Forse è un
gesto istintivo scattato per difendere il pane.

Sul tavolo il cibo è disposto ordinatamente. Al centro, la ciotola di fagioli dalla quale mangia, a sinistra
alcuni cipollotti, una pagnotta, un piatto con della focaccia e un coltello. A sinistra, davanti ad un boccale, è
disposto un calice con del vino. La tovaglia è immacolata e a sinistra una finestra illumina la scena.

La Committenza
Nel passato recente, durante il Novecento, gli storici dell’arte attribuirono ad altre mani il Mangiafagioli. Fu
fatto il il nome di Pietro Paolo Bonzi e di Bartolomeo Passarotti. Negli anni Cinquanta la tela venne
attribuita, per ora stabilmente, ad Annibale Carracci (Gian Carlo Cavalli). In ogni caso, il Mangiafagioli nel
1679 risulta essere stato in mano al cardinale Lazzaro Pallavicini che fu a Bologna dal 1670 al 1673 in qualità
di legato pontificio. In seguito, dalla famiglia, fu ceduto ai Colonna.

Lo stile del dipinto Il Mangiafagioli di Annibale Carracci


Il dipinto Mangiafagioli è un famoso esempio di scena di genere. Annibale Carracci, in gioventù frequentò
molto tale pittura della quale è nota anche un’altra sua opera intitolata Bottega del Macellaio o Grande
macelleria del 1585 conservata presso la Christ Church Gallery di Oxford. Affinità stilistiche sono
riscontrabili in opere di altri pittori a lui contemporanei quali Bartolomeo Passarotti, maestro di Annibale
Carracci, e Vincenzo Campi. In tali dipinti il soggetto, popolano, osserva di fronte a sé consapevole di essere
osservato.

Diversamente dai dipinti che gli storici mettono a confronto con il Mangiafagioli, in quest’opera è presente
un maggior naturalismo. Infatti l’uomo nel portare il cucchiaio alla bocca sembra essere sorpreso. Il clima
più quotidiano del dipinto, si comprende confrontando, quindi, opere come Macelleria, Allegra Compagnia
e Villano che suona il liuto di Bartolomeo Passarotti. Inoltre, Pescivendoli e Mangiatori di Ricotta di
Vincenzo Campi. Sono opere, queste, nelle quali i protagonisti posano consapevolmente e ostentano una
certa sfacciataggine nella postura e negli atteggiamenti.

Il colore e l’illuminazione
Il Mangiafagioli è dipinto con colori terrosi e tendenti al grigio. La composizione cromatica è, quindi, molto
equilibrata. La luce sembra provenire da sinistra e dall’esterno considerando le ombre proiettate sul tavolo.
Lo spazio
Il piano del tavolo, frontale al piano del dipinto e parallelo al bordo inferiore, crea immediatamente un
senso geometrico dello spazio. Tale dimensionamento è costruito anche dalla fuga prospettica della finestra
della parete di sinistra con la forte ortogonale delle sbarre di legno incrociate.

La Composizione e l’inquadratura
La disposizione degli oggetti sul piano, nonostante il naturalismo della scena, è attentamente studiata. Le
stoviglie e il vino, compresa la mano sinistra, sono disposti su due file ordinate in primo e in secondo piano.
La raffigurazione degli oggetti, poi, evita accuratamente la sovrapposizione delle forme che si ritagliano
contro la tovaglia bianca. Inoltre il bicchiere con il vino è collocato in una posizione scomoda per l’uomo. Si
trova infatti davanti al boccale, verso il fronte del dipinto. Forse, il suo posizionamento più a sinistra
avrebbe determinato una composizione troppo rigida e ordinata.

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